All’indomani della sentenza della Corte di appello di Napoli, il presidente della Lazio ha rilasciato un’intervista fiume ad Antonello Piroso, il direttore di Blogo. Si è parlato di Calciopoli a lungo, non poteva essere altrimenti, e si è parlato in particolar modo della posizione del numero uno dei biancocelesti. La notizia è che Lotito rinuncia alla prescrizione. Questo quanto affermato dallo stesso presidente laziale, condannato ad un anno e tre mesi nella sentenza di primo grado. Lotito infatti vuole dimostrare la sua completa estraneità ai fatti, ricordando come all’epoca fosse nel mondo del calcio da soli otto mesi, e che la condanna per frode sportiva sia un qualcosa che trascende la realtà dei fatti. Ecco alcuni passi salienti dell’intervista rilasciata dal presidente della Lazio.
VOGLIO DIFENDERMI – Sottolineando come il processo da parte dello Stato sia ormai esaurito, Lotito ha voluto ribadire “Io comunque rinuncio alla prescrizione, perchè voglio che emerga che ero totalmente estraneo”.
LA LETTERA – Lotito prosegue sostenendo “Scrissi soltanto una lettera ufficiale al presidente della Figc in cui chiesi di intervenire perchè sennò sarebbe saltato il sistema”.
CAPITOLO MAURI – Esaurito il discorso concernente Calciopoli, Lotito si sofferma poi sul calcioscommesse, in relazione alla figura del calciatore Stefano Mauri, assicurando l’assoluta buona fede del calciatore, arrivando persino a rivelare l’idea di un viaggio insieme al centrocampista con destinazione Medjugorje.
VI RICORDA QUALCUNO? – In tutto questo Lotito dovrà pur ricordarvi qualcuno. D’altronde stiamo parlando di Calciopoli, e quando spunta la parola prescrizione tutti i riflettori vengono puntati su una persona ben precisa. Avete capito di chi si tratta?
SI, MORATTI – Proprio lui, Massimo Moratti. Come già noto ormai da tempo, l’Inter e il presidente Giacinto Facchetti vennero salvati soltanto dalla prescrizione per l’accusa di illecito sportivo inerente al filone d’inchiesta rinominato “Calciopoli bis”, così come ribadito dal procuratore Stefano Palazzi lo scorso anno durante le motivazioni della sentenza per i fatti del 2006. Già, Lotito non è Moratti.