Continua a sembrar oscuro e contorto il lavoro di indagine condotto dal colonnello Auricchio e dai Carabinieri atto a scardinare il presunto complotto orchestrato dalla Triade e soprannominato Calciopoli. Dopo l’interrogatorio da parte del pm il 17 marzo, nel quale uscì fuori qualche incongruenza di troppo nelle ipotesi partite oggetto di combine (leggi qui), il 23 marzo è toccato il controesame degli avvocati di Luciano Moggi.
L’avvocato Prioreschi, uno dei difensori di Moggi, ha rilevato come le indagini siano state effettuate solo a discriminare l’operato del suo assistito e della Juventus mentre non compaiono ad esempio le intercettazioni tra l’Inter e il designatore Bergamo. Auricchio ha difeso il suo operato “Tutte le telefonate intercettate sono state riportate e quelle che non sono state riportate sono state compendiate”, ma non ha saputo spiegare se non attraverso “forse Facchetti avrà chiamato su un altro numero” , il fatto che nel fascicolo dell’inchiesta mancano una conversazione tra l’ex designatore Paolo Bergamo e la segretaria Fazi a proposito delle telefonate di Moratti e di una cena che aveva organizzato con Facchetti perché all’Inter si lamentavano degli arbitri.
Il pm ha ammesso “forse qualcosa sarà anche sfuggito”. Ma non è una cosa di poco conto visto che l’Inter è stata definita l’onesta e la maggiore beneficiaria del complotto moggiano.