Alla faccia del ‘Tavolo della Pace’ e dell’idea di seppellire l’ascia di guerra. Diego Della Valle, il patron della Fiorentina, esce allo scoperto con una vera e propria dichiarazione di guerra contro l’allora commissario Federale Guido Rossi, riaccendendo come un piromane il mai spento focolaio di polemiche relative a Calciopoli.
Questo il comunicato rilasciato al sito internet della Fiorentina:
“Ho conferito mandato ai miei legali di agire, nelle sedi competenti, nei confronti dell’allora Commissario Federale Guido Rossi e di altri per la gestione assunta dagli stessi durante il processo sportivo di Calciopoli celebrato nell’estate 2006. Le azioni legali verranno avviate per censurare i comportamenti assunti dagli stessi nella gestione del processo sportivo”.
Facciamo un passo indietro per capire cosa abbia potuto scatenare una simile reazione. Il patron viola, appena terminato l’incontro con Petrucci e gli altri presidenti della Lega, esprime il suo dissenso verso un incontro che nonostante la buona volontà di Petrucci ha palesato come le posizioni dei presenti siano sempre più cristallizzate. Il sentimento di rivalsa e di ottenere una giustizia da parte della Fiorentina è qualcosa di prioritario, e nessun tavolo della pace o buoni propositi avrebbe potuto far cambiare idea a Della Valle convinto a dimostrare le sue ragioni in tutte le sedi possibili. Tanto è che il giorno seguente, il patron viola scarica l’intera responsabilità del caso Calciopoli su un unico capro espiatorio: Guido Rossi, allora commissario federale che decise per l’assegnazione di quel contestatissimo scudetto ai nerazzurri. “Guido Rossi deve spiegare cosa davvero accadde”– aggiungendo in seguito: “Per quanto mi riguarda è Guido Rossi primo tra tutti che deve pubblicamente spiegare che cosa è realmente accaduto allora assumendosi le proprie responsabilità. È lui – ha concluso Diego Della Valle – che ha il dovere di ricostruire i fatti e darne spiegazione pubblica a tutti quelli che vogliono conoscere la verità”.
ROSSI RISPONDE – Guido Rossi non ha fatto attendere per la risposta spiegando, tramite l’ANSA, come in parole povere i processi parlino a suo favore:
“Adempio volentieri all’invito di Della Valle. Calciopoli è in ambito sportivo quanto accertato dalla giustizia federale e da quella del Coni; in ambito penale quanto deciso dalla magistratura penale; in ambito amministrativo quanto pronunciato dalla giustizia amministrativa. Il rispetto nelle istituzioni e nel loro corretto operare mi esime da ulteriori commenti. La mia personale esperienza è comunque stata in ogni caso dettagliatamente illustrata in Parlamento e al presidente del Coni, Gianni Petrucci”.
La querelle adesso promette nuovi spunti legali e nuove polemiche mai sopite. Il calcio in tribunale di questo passo soppianterà quello giocato e ‘parlato’ dai tifosi nel classici bar sport. Se fosse un libro Calciopoli si chiamerebbe la storia infinita. Alla prossima puntata.
Dichiarazioni tratte da: Ansa, il Messaggero, Corriere della Sera