Il Pallonaro

Calciopoli: aumentano i dubbi dopo la deposizione di Auricchio

Il Processo a Calciopoli continua e nella sua sede napoletana si susseguono “gli accusatori” di Moggi e del sistema da lui messo in piedi. Ieri era il turno del Colonnello Auricchio, ufficiale dei carabinieri titolare delle indagini. Dalla sua deposizione esce fuori, un quadro accusatorio distorto e per certi versi comico quello che ne esce fuori, il colonnello ammette di non aver visionato le partite oggetto del complotto. Di seguito vi proponiamo la ricostruzione de l’uccellinodelpiero.com ma è possibile sentire l’audio integrale su Radio Radicale

FOTI L’AMICO DI MOGGI

Gli viene chiesto dall’avv. difensore di Lillo Foti se avesse preso in esame la possibilità di errori arbitrali ai danni della Reggina, e Auricchio risponde « Non ricordo errori arbitrali.. ». L’avvocato allora chiede se avesse preso in esame tutto il campionato della Reggina, comprese le partite senza aiuti arbitrali o con torti arbitrali (ne elenca alcune come quelle con Lazio, Messina, Brescia, Cagliari, Sampdoria, ecc..), la risposta di Auricchio è: « Non ho controllato il Campionato della Reggina. La Reggina è, almeno per quanto riguarda le nostre valutazioni investigative, indotta in relazione ai rapporti che il suo Presidente aveva con Luciano Moggi.. ».
AMMONIZIONI GIUSTE, SBAGLIATE O DOLOSE

Facendo riferimento ad una dichiarazione di Auricchio di una precedente udienza (nella quale parlò di “gol in evidente fuorigioco” con riferimento ad un Siena-Milan), gli viene chiesto se sapesse tecnicamente quando un gol è in fuorigioco. Auricchio risponde di saperlo “da tifoso”, ma che non era suo compito saperlo. Gli viene contestato questo perchè nel capo d’imputazione si parla di “ammonizioni dolose”, e Auricchio precisa: « Sulle ammonizioni non ho mai parlato di ammonizioni giuste o sbagliate. Se abbiamo fatto dei riferimenti al gol in fuorigioco o al rigore che c’era o non c’era lo abbiamo fatto soltanto prendendo spunto dai tabellini o dalle cronache. Se invece abbiamo parlato di “ammonizioni dolose” lo abbiamo fatto in relazione alle conversazioni telefoniche che stabilivano da parte di alcuni protagonisti arbitri, come per esempio il sig. De Santis, in relazione a quanto da loro dichiarato. E’ come se lei mi fa la domanda, ne abbiamo discusso stamattina, “Arezzo-Salernitana”… E’ l’assistente che dice a Meani, lo abbiamo letto stamattina, “Io ho alzato la bandierina per evitare che” quindi in quel caso io parlo di fallo (non è un fallo, ndACB) fischiato ad hoc non perchè io sia il tecnico che valuta questo, ma perchè ce lo dice l’assistente, cioè colui che ha alzato la bandierina ».
I SORTEGGI? PER NOTAI E GIORNALISTI ERANO REGOLARI

L’avv. Sena (difesa Pairetto) chiede se, nel corso delle indagini riguardanti la regolarità del sorteggio, avessero mai sentito i notai che presiedevano il sorteggio. « Abbiamo acquisito i verbali del notaio ». Viene chiesto se avessero mai ascoltato direttamente i notai per verificare se avessero mai avuto dei dubbi sulla regolarità o meno di questi sorteggi: « No, perchè dei dubbi il notaio li avrebbe inseriti nel verbale, insomma.. ». Gli viene chiesto se dai verbali.. « Non ci sono anomalie, ecco, se è questa la domanda! ». Viene chiesto se risultassero da parte dei notai dei rilievi in ordine alla regolarità delle palline utilizzate che potevano essere eventualmente riconosciute, e l’Auricchio dice di no. Gli viene chiesto, visto che si è utilizzata tanto la stampa nelle indagini, se avessero mai verificato se i giornalisti presenti al sorteggio fossero più o meno sempre gli stessi, e Auricchio non sa rispondere, dicendo semplicemente: « C’erano dei giornalisti, questo sicuramente..».
MILAN-JUVE A COLLINA? SI VEDE CHE NON SERVIVANO AIUTI…

Viene chiesto se avessero verificato, in relazione alla 16ma giornata di ritorno (quella di Milan-Juventus che decise il Campionato), quale fosse la griglia arbitrale proposta dai commissari. Auricchio, sbagliandosi, risponde: « Juventus-Milan (è Milan-Juventus, ndACB) l’arbitro era Collina, quello designato ». Domanda dell’avvocato: « E’ stato scelto sulla base di una terna di tre arbitri che erano stati inseriti in questa griglia: vuole verificare se ha il dato di chi erano? ». La risposta di Auricchio è ancora sbagliata: « Collina, Mitro, Farnetri e Preschern quarto ufficiale ». L’avvocato continua ancora a chiedere: « Sono stati designati in base ad una griglia, quindi stiamo parlando evidentemente di arbitri di prima fascia. E’ in grado di dirci la griglia quali altri professionisti prevedeva? ». Alla fine, finalmente, Auricchio capisce e dice: « La griglia? No». Domanda: « Voi non avete verificato per ogni partita le singole griglie..? ». L’Auricchio risponde di sì, ma di non riuscire a trovare l’informazione (« Sarà negli atti »). Viene chiesto se lo avessero comunque fatto per tutte le partite. « Per tutte le partite attenzionate », risponde Auricchio. « Milan-Juventus non è stata una partita di interesse investigativo ». Viene chiesto come mai, essendo stata la partita che di fatto ha deciso il campionato, ed essendo la tesi dell’accusa che anche i sorteggi siano stati pilotati in modo strumentale per decidere le sorti del campionato. La risposta di Auricchio è interessante e bizarra: « La garanzia per quella partita con il sorteggio con la Dea bendata che ha individuato Collina mi sembrava una caratteristica che metteva al riparo da qualsiasi valutazione ». Se quindi ad essere estratto dal sorteggio era Collina (quello delle cene con Meani) in un Milan-Juventus, non c’era dubbio alcuno sulla irregolarità. Altrimenti, probabilmente, sì. Così ancora l’avvocato: « La sua risposta non mi convince perchè Collina non è stato sorteggiato fra tutti gli arbitri, ma solamente tra gli arbitri che i designatori avevano ipotizzato in quella griglia. Atteso che stiamo parlando finora nel processo di designatori che sceglievano le varie griglie arbitri che poi selezionavano in base alle modalità che abbiamo visto anche con altri testi io le domando se avete verificato se avevano provveduto ad inserire degli arbitri che chiameremo “sensibili” così per far comprendere la domanda? ». La risposta di Auricchio è a questo punto meravigliosa, nella sua stupidità: « Probabilmente, evidentemente, non c’era per quella partita che decideva il campionato tra Milan e Juve la necessità di mettere un arbitro favorevole alla Juve, insomma. Cioè voglio dire.. ». L’avvocato rivela infine come i tre nella griglia fossero Trefoloni, Collina e Paparesta e che, ovviamente, la partita a suo parere fosse “importante” per le sorti del Campionato.
SOSPENSIONI MIRATE? NO, INVENTATE!

Domanda: « Avete verificato in relazione ad ogni singola partita le relazioni degli osservatori arbitrali? ». Auricchio risponde che lo hanno fatto solo per le partite dove c’era uno spunto di interesse investigativo (esempio intercettazioni tra osservatore e designatore), al che l’avvocato specifica meglio, essendo in difesa di un designatore (Pairetto), la domanda: « Avete verificato se le decisioni dei designatori, ad esempio di sospendere taluni arbitri all’esito di determinate partite, si trovavano in conflitto o in contraddizione con le relazioni degli osservatori arbitrali o comunque si basavano ed erano confortate dalle valutazioni degli osservatori arbitrali? ». Auricchio sostiene di non essere in grado di rispondere. L’avv. Sena allora specifica ancora di più: « Poichè si è parlato molto durante il processo di decisioni strumentali dei designatori di sospendere questo o quell’arbitro oppure piuttosto che aiutarlo e favorirlo a seguito di errori commessi in campo, io le domando se avete verificato, visto che andavate a guardare il comportamento dei designatori se le loro decisioni erano in qualche modo in contrasto con quello che risultava nelle relazioni degli osservatori ». Auricchio risponde dicendo che uno dei casi esplicativi potrebbe essere quello relativo alla sospensione dell’arbitro di Reggina-Juventus (Paparesta, ndACB), per il quale si analizzò la relazione dell’osservatore che non era in contrasto con la decisione di sospenderlo. L’avvocato chiede per l’ennesima volta se, al di là di quello specifico episodio, in generale avessero preso in esame le relazioni degli osservatori per ogni singola partita, e la risposta, finalmente, è un no. A quel punto chiede la parola ed interviene Pairetto. Auricchio cerca di evitare il dialogo? « Il controesame è finito? Così posso allontanarmi o devo essere controesaminato da.. (Pairetto, ndACB) », ma gli viene detto di aspettare…

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