Le nuove intercettazioni tirate fuori dai consulenti della difesa di Luciano Moggi hanno di fatto riaperto un secondo capitolo del famoso scandalo soprannominato Calciopoli quattro anni or sono e con tempi diversi tutti i protagonisti di allora riprendono la parola per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Questa volta a parlare รจ lโaddetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani che dopo anni rompe il silenzio per spiegare la sua posizione e rispondere a tutti quelli che a suo dire hanno sparlato sulla vicenda. Dai microfoni di Milanchannel Meani spiega il suo lavoro nel Milan โConoscevo molti arbitri e guardalinee perchรฉ arrivavo da quel mondo. Dura dire non sentiamoci piรน perchรฉ fai lโarbitro ma il Milan non era un grumo di potere: forse ero semplicemente una persona che analizzando in maniera attenta ciรฒ che accadeva ero arrivato a certe conclusioni, pur non avendone la certezzaโ
โSono stato educato ad essere rispettoso delle situazioni: cโera una giustizia sportiva che faceva il suo corso e ho accettato serenamente sia il giudizio, sia il processo sportivo e la punizione โ ha aggiunto Meani โ Sono accadute cose che ti segnano, anche se era lontana da me lโidea di compiere cose non lecite, unโidea che non รจ nemmeno nella mia indoleโ Meani passa poi ad analizzare gli episodi che hanno scaturito la squalifica:
โEโ tutto esploso dopo Siena-Milan. Ancelotti si sentiva defraudato e io, dopo aver visto Mazzei in tribuna a Siena, non lโavevo piรน sentito. Cosรฌ lo chiamo e lui comincia dando del demente al guardalinee che aveva annullato il gol a Shevchenko โ continua lโex-addetto agli arbitri del Milan โ Eโ in quel senso che ho chiesto due guardalinee intelligenti, in contrapposizione al demente. Ho chiesto Puglisi o qualcuno sveglio, senza chiedere regali, al contrario di Giraudo, che chiama Mazzini dicendo che โil nostro amico a Siena รจ stato eccezionaleโ.
Dopo Siena, analizza gli episodi con il Chievo e il dossier di Paparesta โIn Milan Chievo non cโรจ un episodio che possa testimoniare una vis truffaldina: al telefono si possono dire tante cose ma alla parole devono seguire i fatti e non cโรจ alcun fatto. Sulla questione di Paparesta, ho solo detto che il dossier era nelle mani di Letta, che mi aveva chiamato dicendo che conosceva la vicendaโ.
E dulcis in fundo lโattacco alla Juventus e Facchetti: โCon il massimo rispetto che ho per Facchetti, anchโio come altri mi sono chiesto perchรฉ per una telefonate di tenore inferiore alle sue io sono stato intercettato per 3 mesi sulla mia utenza privata mentre il suo telefono non รจ mai stato messo sotto controllo โ ha voluto sottolineare Meani โ Se si parla di equitร , indagine sul calcio seria e capillare, come mai non hanno intercettato anche il presidente. Magari non sarebbe uscito nulla ma adesso abbiamo solo le sue telefonate di rimbalzo.โ
โNon voglio lโInter penalizzata perรฒ mi chiedo perchรฉ la diversitร di trattamento con il Milan se le telefonate erano le stesse? Ha ragione il pm: ci difendevamo perchรฉ eravamo vittime di un sistema fatto dalla Juve e dai suoi designatori. Il Milan doveva prendere quello scudetto. Mi sono sentito in pace solo dopo la vittoria in Champions: รจ la dimostrazione che esiste un Dio nel calcioโ.