Sempre più ricavi ma sempre più debiti. È quello che si evince dallo studio realizzato dalla Deloitte (una delle maggiori società di auditing e revisione contabile) che mostra come i ricavi aggregati del massimo campionato italiano siano in crescita del 3,6% (+ 60 milioni per un totale di 1736 complessivi), ma allo stesso tempo vede i debiti salire di circa 80 milioni per un totale complessivo di oltre 600.
CAUSE – Ad incidere sui bilanci delle squadre italiane sono prevalentemente le spese per gli ingaggi dei giocatori che hanno toccato l‘80% del valore della produzione dei club. Dunque se si vuole rientrare nei parametri che verrano imposti dall’UEFA dalla stagione 2013-2014 , ovvero rientrare nel “break even point” (coprire tutti i costi con i guadagni o più semplicemente non poter spendere più di quanto si ricavi), le società italiane (e non solo) dovranno cominciare a ridurre il monte ingaggi e la battaglia sembra già iniziata in casa Milan, dove la questione rinnovi è stata portata sino alla fine della stagione e probabilmente vedrà le questioni di bilancio prevalere su quelle di cuore. Ma oltre agli alti costi di gestione il problema riguarda anche il fatturato: in Italia infatti il 52% degli introiti arriva dai diritti tv e le numerose battaglie in Lega Calcio dimostrano come nessuno possa fare a meno dei soldi derivanti da questa fonte.
Se anche le altre big europee dovranno cominciare a pensare seriamente a come risanare conti sempre più disastrati senza il solito colpo di spugna dello sceicco o magnate di turno, in Italia la questione appare ancor più seria perchè non vi è ancora una politica concreta sugli stadi di proprietà (al momento solo la Juventus è in procinto di inaugurare il suo stadio) che nel resto d’Europa (soprattutto in Inghilterra) vengono vissuti dai tifosi non solo in occasione della partita ma anche nel resto della settimana diventando cosi fonte di guadagno costante e permettono di massimizzare i profitti su sponsor e partite.