Oltre al consueto spazio dedicato ai risultati ed ai commenti delle gare di Serie A di calcio femminile, questa settimana Il Pallonaro vi porta a conoscere, con questa intervista, due protagoniste del Acf Firenze: il centrocampista e capitano Giulia Orlandi ed il portiere giapponese Miku Matsubayashi.
Giulia Orlandi è una vera e propria bandiera e capitano del Firenze, conosciamola meglio.
Vuoi presentarti ai nostri lettori, magari raccontandoci cosa ti ha spinta a giocare a calcio, quale calciatore o calciatrice, magari centrocampista come te, ti hanno ispirato?
La passione per il calcio è nata nello stesso istante in cui sono nata io!! C’è chi nasce con la camicia e chi invece con un pallone in mano!!!
Mia sorella in gioventù giocava a calcio e io e la mia famiglia la seguivamo sempre, diciamo che ero davvero la mascotte della squadra. Facevo gli allenamenti con loro, nonostante fossi una bambinetta!!
Alle medie poi sono iniziati i tornei scolastici e allora il mio professore, sapendo che a San Marcellino c’era una squadra di bambine mi ci portò. Dopo il primo allenamento… C’è poco da dire sono ancora lì!!!!!
Sono praticamente quattordici anni che indosso la maglia viola, sono estremamente legata alla mia città, alla società ed alla mia squadra….
E posso affermare con grande sincerità che è un vero onore essere il Capitano!!
Quando ero più piccola, anni e anni fa, un giocatore che mi piaceva tanto era Davids: non so era grintoso ma allo stesso tempo aveva qualità. Nel crescere poi sinceramente non ho mai avuto un giocatore che mi ispirasse particolarmente.
Venendo alla stretta attualità, ai nastri di partenza Firenze era vista come una possibile mina vagante del campionato con l’obiettivo di migliorare la posizione dello scorso anno, la partenza è stata certamente positiva con 4 punti raccolti, ci racconti come hai vissuto le due gare, con Verona in casa e la trasferta di Bari?
Certamente l’inizio di quest’anno non ha niente a che vedere con la stagione passata, quando dopo le prime cinque gare eravamo ancora a zero punti: siamo partite con la giusta mentalità, consapevoli delle nostre capacità e dei nostri limiti, vogliamo assolutamente migliorare la posizione della stagione passata.
Abbiamo tutte le possibilità per guardare in alto quindi perché non farlo? L’importante è scendere in campo ed affrontare il campionato partita dopo partita, indipendentemente dal risultato. Ogni gara è storia a sé.
Per quanto riguarda le due partite appena passate posso dire che sono state due match molto diversi fra loro. Il primo contro il Verona in casa è stato emozionante e di livello: sapevamo perfettamente il loro potenziale e sulla carta ci davano tutti perdenti, ma l’ho ripetuto più volte “Si parte sempre da 0-0 poi vediamo!” ed ad esser sinceri in quei novanta minuti un po’ di amaro in bocca è rimasto perché abbiamo preso il gol del pareggio nei minuti finali. Ma va bene così…
La trasferta a Bari invece si è rivelata un pochino più insidiosa, nel senso che abbiamo avuto varie occasioni per chiudere la partita e non abbiamo saputo sfruttarle, rischiando magari poi di subire la beffa.
Dobbiamo essere più ciniche e chiudere le partite nel momento in cui si presenta l’occasione… Questa cosa fra l’altro vale per entrambe le gare disputate.
Alla luce di questi due risultati positivi, come cambiano, se cambiano, i vostri obiettivi?
Alla luce dei risultati ottenuti momentaneamente l’obiettivo non cambia: è bene raggiungere la salvezza il prima possibile e poi iniziare davvero a guardare in alto.
Non ci accontentiamo, abbiamo tutti i mezzi necessari per poterci togliere delle soddisfazioni ed anche gli stimoli non mancano!!
La prossima gara sarà con il Mozzanica, avversario piuttosto forte, come vedi questa gara?
La gara che andremo a disputare sabato prossimo è certamente di livello. Il Mozzanica è senza dubbio una squadra da non sottovalutare e anzi da tenere d’occhio. Affronteremo la partita con grinta, umiltà, consapevolezza delle qualità dell’avversario ma senza paura.
Il bello del calcio è che te la giochi ogni volta e tutto può succedere.
Indispensabile però sarà affrontare la gara con la giusta mentalità, poi il risultato arriverà di conseguenza!!!
La porta del Firenze è difesa dal portiere giapponese classe 1984 Miku Matsubayashi.
Per Matsubayashi questa è la seconda stagione in Italia come portiere del Firenze, chiediamo anche all’estremo difensore nipponico un breve racconto di come abbia scelto il calcio e il ruolo di portiere.
E’ una passione che ho avuto sin da piccola, nata spontaneamente e senza una vera e propria ragione: ho tirato i primi calci ai palloni che trovavo in giro e da lì in poi non ho mai più smesso!
Ho scelto il ruolo di portiere perchè quando giocavo nella squadra del paese, avevo allora tredici anni, successe che il numero uno locale smise ed io, al tempo attaccante, mi offrii volontaria. E credetemi… E’ stata la scelta più azzeccata perchè, con i guantoni stretti alle mani ,sono arrivata a calcare i palcoscenici professionistici della Massima Serie nipponica e della Nazionale.
Hai un calciatore o una calciatrice a cui ti ispiri o che stimi?
Ho una giocatrice in particolare di cui provo stima ed ammirazione, che è anche lei portiere e che è stata mia compagna di squadra per dieci stagioni al NTV Beleza, squadra della Serie A del “Sol Levante” nella quale ho militato, ossia Shiho Onodera.
E’ un’atleta fenomenale, basta evidenziare la sua triplice partecipazione con la Nazionale Maggiore sia al Mondiale, tre edizioni giocate, sia alle Olimpiadi, sempre tre edizioni da numero uno protagonista.
Veniamo a questa stagione, due gol subiti, sostanzialmente senza colpe, e alcuni buoni interventi, ti ritieni soddisfatta di questo tuo inizio di campionato?
Il Firenze ha ben figurato in questo inizio, riuscendo ad infilare un bis di risultati utili senz’altro molto più che positivo e prezioso ai fini della classifica.
Cosa dire? Va bene così anche se nella prima partita un po’ di amaro in bocca è rimasto.
Dove pensi possa arrivare Firenze?
L’A.C.F. sicuramente è un gruppo voglioso di vincere, di ben figurare. La squadra ha come unico obiettivo quello di una salvezza tranquilla e solo dopo, posteriormente ad avere acquisito la stessa, di puntare a posizioni più invitanti.
Comunque sia la strada è ancora lunga ed il campionato ancora agli inizi.
Ringraziamo Giulia Orlandi e Miku Matsubayashi per aver risposto alle nostre domande e tutto lo staff che ha permesso l’intervista.