In tempi in cui la tecnologia viene associata al calcio in termini di moviola in campo o occhio di falco per evitare il ripetersi di gol fantasma, c’è chi preferisce utilizzarla in maniera diverse e meno costruttiva. E’ successo in Calabria dove Francesco Pelle, giocatore dell’Asd Bovalinese, squadra ora militante nel torneo di Promozione dopo la retrocessione maturata nella passata stagione agonistica, ha minacciato l’arbitro Federico Longo della sezione di Paola con quattro messaggi inviati attraverso il social network Facebook. Missive dal tono intimidatorio arrivate dopo la sconfitta della Bovalinese in casa del Roccella per 2-1 nella quale Pelle si rese protagonista, come riportò sul proprio comunicato numero 120 la Lnd Calabria, di violenze nei confronti di un calciatore e di un dirigente avversario, quest’ultimo colpito con uno schiaffo.
Una follia che gli valse sei turni di stop da parte del giudice sportivo, ma il peggio ancora doveva venire. Pelle infatti il giorno dopo la gara cercò e trovò il profilo Facebook dell’arbitro Longo e allo stesso, come si legge dal comunicato numero 76 della Commissione Disciplinare Territoriale calabrese, inviò un primo messaggio con su scritto “vedi che se mi squalifichi prendi pure quelli che non ha preso tuo fratello te lo giuro”. Due giorni dopo, quando ormai le decisioni del giudice sportivo erano stare rese note dagli organi di stampa e dunque la squalifica per sei giornate causata dal supplemento di referto redatto dall’arbitro in seguito agli atti di violenza del giocatore bovalinese all’indirizzo del dirigente avversario, arriva il secondo sfogo di Pelle all’indirizzo del direttore di gara. “Sei un figlio di puttana ma quando ti prendo te lo giuro su mia madre che ti ammazzo di botte a Fascetti (assistente arbitrale nei campionati dilettantistici calabresi tuttora in attività, ndr) l’abbiamo preso e tu farai la stessa fine”.
Minacce sempre più pesanti dunque ma la rabbia di Pelle non si placa tanto che lo stesso continua ad inveire contro Longo, ora arbitro in Serie D, senza evidentemente ottenere risposte. Il 21 marzo, a quattro giorni dalla gara, Pelle invia il terzo messaggio. “I maiali non rispondono alle offese ma non dormire sonni tranquilli prima o poi ti rivedrò e poi sono cazzi tuoi”. Frasi pesantissime che il giorno dopo, allorquando l’Aia comunica le designazioni per il giorno seguente e a Longo viene assegnato il big match di Prima Categoria tra Virtus Villese e Nuova Deliese, vengono seguite da un quarto e ultimo messaggio: “ci vediamo a Villa pezzo di merda”. Chiaro dunque il messaggio di Pelle il quale lascia intendere che il sabato 23 si farà trovare a Villa San Giovanni per incontrare l’arbitro.
Nel frattempo però Longo denuncia tutto inviando il materiale alla Lnd Calabria che a sua volta gira tutto alla Procura Federale che apre un fascicolo e decide di ascoltare lo stesso Pelle. Lo stesso conferma in toto quanto riportato dall’arbitro spiegando di aver inviato i messaggi in un momento di grande sconforto dopo il ko di Roccella Jonica che spinse la sua Bovalinese verso la retrocessione, manifestando il suo pentimento e scusandosi con l’arbitro. Ammissione che gli è valsa un cospicuo sconto di pena visto che ha ricevuto due mesi di squalifica mentre la società, per responsabilità oggettiva, è stata costretta a pagare un’ammenda di 200 euro. Insomma, in tempi in cui ad alti livelli si litiga sull’introduzione o meno della tecnologia nel mondo del calcio c’è chi, nei campionati minori, la usa in maniera assolutamente impropria. Ma non si tratta del primo caso in Italia: in Molise infatti un calciatore due anni fa venne squalificato per due turni in circostanze simili.