Stagione 1994/95. La Gazzetta dello Sport dà ufficialmente il via al gioco “simulatore” dello sport più diffuso, seguito ed amato in tutto il mondo: il Fantacalcio, con lo scopo di trasformare, in un colpo solo, tutti gli amanti del pallone in presidenti, direttori sportivi e allenatori di una squadra di calcio.
In realtà, fu un certo Riccardo Albini a portarlo in Italia nel 1990, ispirandosi a un passatempo USA basato sul Football Americano (fonte wikipedia).
Il giornale rosa, in particolare, creò la “Magic Cup”, un concorso a premi seguitissimo, divenendo così il punto di riferimento principale per tutti gli appassionati.
Oltre a partecipare ai tornei della Gazzetta, infatti, sono tantissimi i gruppi che si divertono ogni anno a mettere in piedi campionati privati, organizzandosi in vere e proprie Leghe di “malati” e “folli” fantallenatori.
Nel tempo, il gioco ha conosciuto anche altre varianti, dal “Mister Calcio” del Corriere dello Sport, al FantaGenius di fantagazzetta.com, alle versioni del sito ufficiale fantacalcio.it, ognuno con regolamenti e procedure specifiche che si sono poi adattate alle altre manifestazioni calcistiche: Mondiali, Europei, Champions League, ecc.
Pur essendosi sviluppato in varie forme, “il gioco del gioco del calcio”, ha letteralmente rivoluzionato le domeniche (e non solo) di tutti i calciofili, contagiando chiunque come un’epidemia indelebile, per la quale, al momento, non esistono vaccini ed anticorpi.
Felici di essere portatori non sani di siffatto virus, i patiti del fantapallone, da 17 anni a questa parte si danno appuntamento per sopravvivere a circa 9 mesi di esultanze, sofferenze, imprecazioni e scatti d’ira incontrollabili.
Il tempo del concepimento è sempre lo stesso: le caldi estati, quando magari si è ancora al mare e le spiagge possono diventare insospettabili luoghi di strategie per gli imminenti colpi di mercato, da cui poi dipenderanno le sorti emozionali dei futuri week-end.
Il mese d’Agosto, funge così da preambolo per quelle che saranno delle vere e proprie battaglie per accaparrarsi, in sede d’asta, i giocatori migliori, i pezzi pregiati, i pupilli di sempre, le possibili sorprese e gli scongiurabili flop.
Tutto questo, per un unico e solo obiettivo: sbaragliare la concorrenza e vincere il campionato.
D’altronde, quando si parla (e si gioca) di calcio nessuno ci sta a perdere, soprattutto in Italia, dove siamo tutti allenatori e tutti siamo convinti di saperla più lunga degli altri.
I Fantacampionati, infatti, rappresentano anche un’occasione per ricercare conferme e soddisfazioni personali, un momento per gridare non solo “GOOOOOOOOOOL”, ma anche “EVVAI, CE L’HO NEL FANTACALCIO”, quando magari l’attaccante che abbiamo scelto e schierato in campo realizza una bella doppietta. Meglio ancora se fa parte della nostra squadra del cuore e la sua rete ci fa vincere pure una bella scommessa alla SNAI.
E si, perché ormai il Fantacalcio ha condizionato notevolmente il nostro modo di seguire le partite. Siamo capaci di tifare contemporaneamente per più squadre e più calciatori anche se giocano contro, con un occhio attento all’avversario di turno, al risultato della propria squadra, al biglietto giocato alla ricevitoria. Poi, a fine serata, facciamo il nostro personale bilancio, pronti ad inveire contro tutto e tutti o a diventare i più gentili e disponibili del mondo a seconda se la buona sorte (tutto dipende da lei) ci ha sorriso o ci ha voltato le spalle…
Continua…