Gigi Buffon e il gol della discordia. La partita tra Milan-Juventus continua a giocarsi a distanza di tre giorni nonostante il guardiano di San Siro abbia già da tempo chiuso i cancelli. Tra urla dissennate e turpiloqui, l’ipocrisia si fa largo. I falsi moralisti hanno colto al volo l’assist involontario del portiere bianconero, bacchettandolo con la verga medievale. Uno spettacolo degno dell’Inquisizione, una caccia alle streghe senza senso.
Chi è all’interno del calcio certi problemi esistenziali neanche se li pone, e non è così difficile intuire il motivo per il quale il numero uno juventino abbia ricevuto un plebiscito da parte di tecnici e giocatori. E addirittura c’è chi ha invitato Prandelli a togliere per una partita la fascia di capitano al portiere azzurro. Misteri italiani.
L’IMPUTATO RISPONDE – Tranquillo ed estremamente deciso. Si è presentato così Gigi Buffon difronte al giudizio delle telecamere e dei giornalisti pronti a registrare una sentenza surreale. Al presidente dell’Aia Nicchi che invocava una collaborazione tra giocatori e arbitri, risponde che a quel punto sarebbe meglio far arbitrare direttamente i calciatori. Pochi secondi più tardi Buffon impugna la sciabola e affonda una stoccata letale al censore Nicchi, definendo la sua una retorica avvilente. Prima di abbandonare la gogna pubblica il calciatore bianconero dichiara il suo orgoglio nell’essere la persona che tutti conoscono, leale e sincera, senza macchia e con una lode invidiabile.
SOLIDARIETÀ NAZIONALE – La consegna della panchina d’oro di ieri a Coverciano si è trasformata in una lunga processione impreziosita da attestati di stima nei confronti di Buffon, paragonabili alle condoglianze che i familiari del defunto ricevono al funerale, come se il calcio fosse morto per colpa del gesto del Gigi nazionale. Da Guidolin a Cosmi, senza dimenticare Thiago Silva, e infine lo stesso Zeman, l’anti-Juve per eccellenza, si è schierato dalla parte del giocatore. Situazione perlomeno grottesca, ma facilmente spiegabile in un Paese come l’Italia, dove la figura del finto moralista risorge dai vizi comuni per elevarsi a vate della patria.
MADE IN ENGLAND – Spesso siamo soliti rivendicare i nostri valori diffidando da tutto ciò che ha il marchio estero, salvo poi cascare con assidua frequenza nel tranello più vecchio del mondo, ovvero adeguarci alla moda del periodo. Chi ha avuto il coraggio di chiedere a Prandelli la “fascia” di Buffon deve aver assorbito con estrema facilità la lezione inglese impartita dalla cattedra della FA (Football Association). Dopo una massacrante campagna mediatica Terry è diventato da capitano dell’Inghilterra a male nazionale. La piena del Tamigi ha investito Capello che ha deciso di cambiare aria e tornare in Italia da semplice cittadino. Il difensore del Chelsea e Buffon non sono lontanamente paragonabili, ma forse questo è un dettaglio che interessa minimamente ai moralisti nostrani.
TRIONFO DELL’IPOCRISIA – Mettiamo il caso che l’episodio del gol-fantasma di Muntari si fosse verificato nella finale del Mondiale 2006, quando la conclusione di testa di Zidane venne salvata dal miracolo di Buffon. Se quel pallone fosse entrato, e il portiere azzurro non avesse aiutato l’arbitro, la stampa e i media nazionali lo avrebbero forse massacrato come in questi giorni? In quanti avrebbero applaudito Buffon se quest’ultimo si fosse avvicinato all’arbitro dicendogli che il pallone era dentro? Il tanto auspicato aiuto dei calciatori agli arbitri sarebbe stato invocato dagli stessi falsi moralisti di oggi?