Un rinnovo per altri due anni è quasi un rinnovo a vita a 35 anni, perchè la Juventus “mi è entrata nella pelle, non riesco a immaginarmi con un’altra maglia” e questo mondo è uno stile di vita: parole da innamorato della maglia bianconera, parole da numero uno, parole di Gigi Buffon. Nella conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio per annunciare il rinnovo biennale che legherà Buffon alla Signora fino al 2015, i temi affrontati sono stati molteplici, oscillando tra ragione e sentimento, bilanci sulle stagioni in bianconero (dal 2001 ad oggi) e speranze future, con gli obiettivi da raggiungere. Prima, è giunto il discorso introduttivo del presidente Andrea Agnelli, che ha sottolineato con grande orgoglio il prolungamento di Buffon, elogiandone le qualità tecniche indiscutibili, che gli consentono già di far parte del gotha dei grandissimi della storia della Juventus, e poi ha rivelato come sia bastato soltanto “uno sguardo per prolungare il contratto”.
Il presidente Andrea Agnelli traccia, così, un excursus degli innumerevoli trofei vinti sul campo dal portierone, dai cinque scudetti in bianconero alla Coppa del Mondo con la Nazionale, e poi candida Buffon al Pallone d’Oro, un riconoscimento che “spero si possa aggiudicare nei prossimi due anni”. Inoltre, in un momento così importante per il club, che si lega ancora per due stagioni ad una sua bandiera, Andrea Agnelli trova giusto rivolgere un pensiero allo zio Gianni (nel decimo anniversario dalla scomparsa, ndr) ed al papà Umberto che, di certo, sarebbero orgogliosi da lassù, perchè “hanno lasciato in buone mani quello che hanno costruito”, citando in tale discorso anche i cugini Lapo e John Elkann.
Parole senza dubbio toccanti ed importanti, che il protagonista di giornata, Gigi Buffon, non può non commentare con una punta di orgoglio, definendole “eloquenti e gratificanti, le terrò nel cuore per sempre” e tornando indietro con la memoria al suo arrivo alla Juventus, nel 2001, quando l’Avvocato ed il Dottore Agnelli erano ancora in vita, e fu proprio Umberto Agnelli a voler fortemente l’acquisto di Buffon: allora, era la Juventus del Lippi-Bis e Buffon proveniva dagli anni di Parma, che lo avevano ormai consacrato ma, nonostante ciò, era preoccupato di capire se fosse all’altezza della realtà Juventus e delle aspettative della piazza: dopo dodici stagioni, ovviamente, tali preoccupazioni si sono rivelate infondate considerando il sodalizio creatosi, lo straordinario rapporto con i tifosi ed il suo ruolo nello spogliatoio, del quale è capitano, nel post-Alessandro Del Piero. Su questo punto Gigi usa ancora parole che esprimono sentimento di grandissimo attaccamento alla squadra: “E’ stata una bella gioia e una grandissima responsabilità”, rivelando un retroscena sul fatto che “Alex mi ha mandato un messaggio ieri sera, si è rivelato una persona con dei sentimenti veri nei miei confronti”.
La sua Juventus, dunque, è proiettata in questa stagione nel tentativo di raggiungere qualcosa di importante, e di continuare nel processo di crescita in corso che lo scorso anno ha già regalato lo scudetto. Per Buffon, il dna juventino significa ovviamente voglia di vincere e, in particolare, “quello che mi manca, cominciamo dalla Champions League e poi le altre coppe di conseguenza”: mica male come aspirazione.
Sul tema del rinnovo contrattuale, è da sottolineare la cospicua riduzione sull’ingaggio stagionale da parte di Buffon che, però, non vuole definirlo come un sacrificio, perchè bisogna sapere accettare di rinunciare a qualcosa: in tal senso, Gigi Buffon rivela che, inizialmente, aveva proposto alla Juventus un rinnovo soltanto per un anno, per non vincolare la società, ma si è deciso per il biennale perchè la Juve è una società che “programma e non improvvisa”.