Pesante condanna quella che la corte distrettuale di Monaco ha inflitto all’indirizzo dell’ormai ex difensore del Bayern Monaco, Breno. Il giocatore è stato condannato a 3 anni e 9 mesi di carcere perché colpevole per l’incendio doloso che a Settembre 2011 ha distrutto la sua villa di Gruenewald alle porte della città bavarese dove viveva con la famiglia. La corte aveva inizialmente chiesto una pena più severa di 5 anni e mezzo di carcere mentre la difesa del calciatore puntava a portare la condanna a 2 anni che avrebbe poi consentito al calciatore di ottenere la sospensione della pena agevolando il trasferimento del brasiliano ad una società straniera.
Secondo il procuratore di Monaco la notte dei fatti Breno era capace di intendere e di volere causando volutamente l’incendio nella sua villa per tale motivo la decisione di non concedergli attenuanti. Tuttavia l’imputato durante il processo non ha mai evidenziato alcun segno di pentimento anzi, le uniche parole pronunciate durante tutta la fase processuale da parte dell’imputato sarebbero state pronunciate poco prima che la corte si ritirasse per emettere la sentenza: “E vorrei scusarmi di non essere stato un buon esempio, e vorrei scusarmi anche con il Bayern e con il proprietario della casa vorrei scusarmi per quella notte“.
Il racconto emerso durante il processo evidenziano un equilibrio mentale al limite per il calciatore, infatti che avrebbe addirittura confessato di aver sottratto numerosi sonniferi dal reparto fisioterapeutico del club Bavarese, raccontando ai giudici di aver sofferto di una grave forma di depressione in seguito alla quale è entrato nel tunnel dell’alcool: “bevevo una bottiglia di whisky a settimana all’inizio, poi una al giorno” – avrebbe confessato.
Sulle tracce del Brasiliano c’era la Lazio vicinissima al suo ingaggio a parametro zero. Il ds della società romana, Igli Tare, scosso per i termini della sentenza ha rivelato in un’intervista rilasciata in Germania: “Sono molto dispiaciuto per il ragazzo, non me l’aspettavo. Lo sport in questo momento è secondario, lui è un uomo di famiglia. Meriterebbe una seconda possibilità“. Il calciatore nei prossimi sei mesi cercherà di far ammorbidire il verdetto nel processo di appello.