Oltre al “danno” e alla cocente delusione per la sconfitta rimediata dalla sua Juventus in terra bavarese contro il Bayern Monaco, la “beffa” per Gigi Buffon degli sfottò del post-gara provenienti dal presidente onorario del Bayern Monaco Franz Beckenbauer, colui che fu campione in campo ma che, almeno con queste dichiarazioni, si dimostra tutt’altro che sportivo e rispettoso di un campione dalla carriera impeccabile e che ha sempre dimostrato sul campo e con le prestazioni straordinarie tutto il suo valore. Certo, Gigi Buffon avrà anche delle responsabilità sul gol incassato dopo soli 24 secondi di gioco e che, di fatto, ha “tagliato le gambe” alla Juventus spianando la strada al Bayern Monaco verso una partita maiuscola che ha evidenziato, di contr’altare, le difficoltà psicologiche dei bianconeri e la distanza con una delle più grandi d’Europa: ma questo non appare un buon motivo per etichettarlo senza alcun rispetto. Le parole di Franz Beckenbauer, infatti, hanno avuto un tono assolutamente spietato e tagliente, sottolineando che “Alaba ha tirato da 120 metri e Buffon sembrava un pensionato. Non si arrabbi ma doveva prendere quel tiro, forse non pensava che Alaba calciasse da lì”. Un’etichetta fin troppo banale quella di “pensionato” riferita al fatto che Gigi Buffon abbia compiuto 35 anni e, dunque, sia in difficoltà al punto da essere, ormai, prossimo ad appendere i guanti al chiodo, ma che non considera affatto lo straordinario rendimento del numero uno juventino mostrato nella presente stagione.
L’uscita di Franz Beckenbauer è, dunque, soltanto una caduta di stile, una frase infelice che denota una incredibile superficialità d’analisi, oltre a risultare poco idonea nell’esser pronunciata da un ex campione del suo spessore e del suo calibro, anche e soprattutto in virtù del ruolo attualmente ricoperto nel Bayern Monaco che avrebbe suggerito una maggiore sportività nei confronti di un campione-rivale come Gigi Buffon, un uomo – oltre che un calciatore – sempre rispettoso e misurato nei commenti e nelle parole, oltre che esempio di sportività in campo.
Eppure, le parole di Franz Beckenbauer risultano stonare anche con le dichiarazioni del suo collega Karl-Heinz Rummenigge che, nel post-partita, ha sottolineato i meriti del Bayern Monaco ma ha anche mostrato prudenza nell’analizzare il match di ritorno, sottolineando che ha Juventus non si può sottovalutare e sarà necessario recarsi a Torino con la massima concentrazione, senza euforia: toni più misurati e più consoni al ruolo dirigenziale ricoperto, per cui l’etichetta prevede un atteggiamento “diplomatico”.
Proprio per questo motivo l’entrata a gamba tesa di Beckenbauer su Buffon – con l’ex difensore che per l’occasione ha rispolverato la vis atletica dei tempi in cui veniva soprannominato “Kaiser” – risulta essere particolarmente pungente e velenoso, facendo emergere ancora una volta lo spirito di soddisfazione e di rivalsa che per i tedeschi emerge particolarmente quando si ottiene un successo contro le squadre italiane, considerando che spesso (soprattutto a livello di Nazionale) il calcio teutonico ha dovuto inchinarsi a quello azzurro.
Ecco perchè, dopo una simile frecciata al vetriolo, c’è da attendersi (e da augurarsi) che per un campione del calibro di Buffon e per tutta la squadra di Conte vi sia la volontà di giocare il match di ritorno con lo spirito combattente di chi non si arrende alle difficoltà oggettive e non parte in partenza nel ruolo di vittima sacrificale, seppur la serata di ieri ha evidenziato un gap significativo in campo: l’orgoglio, la fame e il senso di rivincita in questi casi possono rivestire un ruolo determinante, facendo sì da trasformare la provocazione irridente di Beckenbauer in un autogol.