Basket: Insulti ad Abiola Wabara, denunciata una persona

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La Digos di Como ha trasmesso in Procura la denuncia a carico dell’unico soggetto identificato e ritenuto responsabile degli insulti razzisti fatti il 6 aprile scorso, durante la partita dei quarti di finale playoff fra Comense e Geas Sesto San Giovanni, verso la giocatrice di colore Abiola Wabara.

E’ questo l’esito delle indagini a cui sono giunti gli inquirenti dopo una ventina di giorni di duro lavoro per fare chiarezza sull’accaduto. L’uomo,  comasco, 31 anni e tifoso del Calcio Como, privo di legami con le tifoserie del basket, ha ora in carico una denuncia per istigazione all’odio razziale.

Il lavoro della Digos aveva inizialmente portato alla circoscrizione di alcuni supporters del Como, anche se l’identificazione e l’attribuzione di responsabilità è avvenuta solo successivamente. Si è arrivati poi a stabilire che la frase, riferita alle caratteristiche razziali della giocatrice, è stata una iniziativa del solo denunciato, e non del gruppo di cui sembrava far parte. Infatti fin da subito la polizia aveva acquisito i video realizzati all’interno del Palasampietro, per prendere visione dei volti dei tifosi presenti, soggetti che comunque erano conosciuti da chi si occupa di sicurezza nei luoghi sportivi. Il reato ascrittogli è stato inserito nel codice penale nel 2006, e punisce “con la reclusione fino ad un anno e 6 mesi o con la multa fino a 6.000 euro, chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

C’è anche un secondo tifoso denunciato, un 40enne tifoso di Cantù, che è accusato di invasione di campo, e quindi non ha nulla a che vedere con il coro razziale della persona citata prima.

Nel dopo partita e nei giorni seguenti all’incontro l’episodio aveva destato molta indignazione e forti reazioni da più parti. Fin da subito gli ultras del Calcio Como assieme al gruppo degli Eagles Cantù, avevano emesso un comunicato, con il quale si dissociavano da qualsiasi responsabilità nell’episodio, che in poco tempo aveva raggiunto ogni angolo del nostro Paese.

Nel comunicato le 2 tifoserie congiunte dichiaravano che non c’era stato alcun coro razzista nei confronti di Abiola Wabara.
Tant’è vero che anche gli arbitri non avevano scritto nulla nel loro referto. E pensavano fosse solo una manovra orchestrata dalla Geas Sesto San Giovanni, squadra in cui milita Wabara, sostenendo la teoria dell’enfatizzazione dell’accaduto.

Ora si è arrivati, si spera, all’epilogo della vicenda, certamente episodi del genere non fanno onore alla cultura di un Paese e di una Nazione che deve dimostrare di poter convivere con idee che fino a qualche tempo fa forse erano sconosciute.

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