“I’m not a bad boy!” Mario Balotelli non sopporta più l’etichetta del cattivo ragazzo che si è fatto in terra inglese, da quando ha iniziato a vestire la maglia dei Citizens, per tornare sotto la guida del suo maestro e mentore Roberto Mancini. Il talento poco genio e molta sregolatezza in una lunga intervista al giornale britannico Guardian ammette le sue colpe, ma aggiunge come i tabloid inglesi abbiano la mano pesante nel ‘pompare’ ad arte e mestiere alcuni casi che lo hanno riguardato: “Ho sentito che avrei preso delle multe per 12 mila sterline. Se fosse vero, dovrei prendere 35 multe al giorno e non è possibile. Ne avrò prese in tutto 20, che so che sono tante e so di essere stato stupido. Ho parcheggiato la mia auto fuori dal ristorante San Carlo troppe volte in divieto ma non ho ricevuto multe per 12 mila sterline”.
C’è una sorta di differenza abissale tra l’immagine pubblica che arriva alla gente attraverso i media scandalistici e il modo in cui è realmente SuperMario, considerando come però tutte le sue bravate siano spesso azioni ingiustificabili: “La mia immagine pubblica non riflette correttamente chi sono davvero. Alle volte sbaglio, ci sono cose di cui mi pento ma ho vent’anni e chi mi conosce sa che non sono un cattivo ragazzo. Anzi, sono timido e per me è difficile anche essere qui a concedere questa intervista”.
MOURINHO vs MANCINI- Caratteraccio? Non l’ha mai nascosto nemmeno Josè Mourinho, che gli aveva detto di avere solo un neurone per cervello definendolo come un giocatore ingestibile: “Forse l’ha detto perché non riusciva a gestirmi – spiega Balotelli – eppure, Mancini ci sta riuscendo per cui quello che ha detto Mourinho non è vero. Parliamo di due grandi allenatori ma diversi. Quando ho avuto problemi con Mourinho, lui ha provato a lavorare contro di me, mentre Mancini mi ha sempre supportato”. Senza però far passare Mancini come un allenatore poco severo, anzi: “Mi ha massacrato nello spogliatoio quando sono stato espulso contro la Dinamo Kiev – ricorda Balotelli – Mi ha detto ‘sei un idiota, non so perché ti ho compratò, ma davanti alla stampa mi difende. Il problema tra me e Mourinho è che abbiamo lo stesso tipo di carattere”.
MANCINI SPECIAL ONE– E quando nell’intervista viene fuori il nome di Josè Mourinho in lizza per la panchina del City per la prossima stagione, Mario storce un po’ il naso aggiungendo: “Perché? Siamo quarti in campionato e siamo arrivati in finale di FA Cup per la prima volta in 30 anni. Non vedo perché qualcuno dovrebbe volere un altro allenatore. Roberto sta facendo molto bene, perché cambiarlo? È uno che non mente mai, che dice quello che deve dire. è per questo che mi piace, ho fiducia in lui”. Senza dubbio un bel attestato di stima da parte di un giocatore da sempre poco incline a fare lodi ai propri ex tecnici.
CAMPIONE- Ovviamente arriva la solita autocelebrazione, con un ‘pizzico’ di modestia, “Se continuo a lavorare duramente, magari nel giro di uno o due anni posso diventare uno dei migliori giocatori del mondo. Ma non il migliore, perchè davanti a tutti c’è sempre Messi”. E a chi gli facesse notare come la strada sia ancora molto lunga per definirsi tale, considerando soprattutto il bilancio tutt’altro che positivo in questa prima annata con il City, Mario risponde con sincerità: “Non riesco a pensare a una sola partita in cui posso dire di aver giocato come avrei voluto. È stata una stagione difficile, mi sono fatto male due volte e non mi sono allenato al meglio durante il pre-campionato. Non ho giocato benissimo ma penso ancora che posso far bene in Inghilterra. è un calcio più fisico ma anche più facile rispetto all’Italia, specie per un attaccante”.
PENTIMENTO- Mea culpa nel finale di intervista sull’episodio che ha fatto infuriare più di tutti i suoi ex tifosi interisti: “Quando ero all’Inter ho indossato una maglia del Milan in tv e fu una cosa sbagliata da fare” ammettendo come l’errore gli sia servito e che in futuro non ricapiterà: “Per cui tranquilli, non indosserò una maglia del Manchester United”.
(Fonte: Eurosport)