Sono in corso di svolgimento a Panama, i mondiali di Baseball con la nazionale azzurra guidata dal C. T. Mazzieri, protagonista nel primo turno. Gli azzurri hanno battuto la Germania 7-2 conquistando la terza vittoria su quattro incontri, ad un solo successo dall’accesso al secondo turno.
Autore: Ippolito Gioia
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Mondiali Baseball, Italia avanti tutta. Germania ko 7-2
La vittoria azzurra viene costruita soprattutto nel primo inning con Ramos Gizzi che produce l’1-0 di Infante con un sacrificio a destra, la linea di Avagnina vale il 2-0 di Granato, e quella di Bertagnon altri due punti con un 4-0 iniziale che indirizza subito il match verso i colori azzurri. Nel quinto inning ancora Gizzi protagonista con un fuori campo da due punti e nemmeno l’interruzione per un possibile temporale (interruzione obbligatoria nel Baseball), riesce a spezzare il ritmo alla squadra italiana che chiude alla fine con il punteggio di 7-2. Adesso ancora tre incontri, contro Cuba (match proibitivo), Corea e Venezuela. Con un successo saremo aritmeticamente nella seconda fase, dove ci porteremo i risultati acquisiti nella prima situazione questa molto importante considerate le avversarie possibili nel girone 1 (Usa, Olanda, Panama e Canada). IL TABELLINO — ITALIA-GERMANIA 7-2 GERMANIA: S. Lutz (9) 1/4, Guhring (7) 1/4, Kepler (8) 1/5, Glaser (5, Boldt) 1/4, D.Lutz (3) 1/3; Howard (bd) 0/2, Gronauer (2) 0/3, Wult (4) 0/3, Speer (6) 0/2. ITALIA: Infante (5) 1/3, Granato (6) 1/4, Chiarini (9) 2/4, R.Gizzi (bd) 1/3, G.Mazzanti (3) 0/3, Avagnina (7, Chapelli 0/1) 1/3, F.Imperiali (4) 0/3, Bertagnon (2) 1/4, Ambrosino (8) 1/3. Lanciatori: Grifantini (v.) 5.2 rl, 8 so, 5 bb, 2 bv, Pugliese 1.2-2-2-3, Cicatello 0.2-0-0-0, D’Amico 1-2-0-0; Heilmann (p.) 5-4-3-7, Schmitz 3-2-0-2. Punti – Germania 000.000.020: 2 (5-1); Italia 400.021.00x: 7 (9-0). Note: fuoricampo R.Gizzi 2 p. al 5°; doppio Granato. LA SITUAZIONE — (quarta giornata) GIRONE 1: Usa-Grecia 3-0; Olanda-Portorico 5-0; Canada-Taiwan 4-0; Giappone-Panama 2-6. Classifica: Panama, Olanda e Canada 1000 (4-0); Usa 750 (3-1); Portorico 250 (1-3); Grecia, Taiwan e Giappone 0 (0-4). Oggi: Giappone-Taiwan; Portorico-Grecia; Canada-Panama, Usa-Olanda. GIRONE 2: Italia-Germania 7-2; Nicaragua-Australia 3-4; Cuba-S.Corea 4-1; Venezuela-R.Dominicana 6-3. Classifica: Cuba 1000 (4-0); Italia e Venezuela 750 (3-1); R.Dominicana e S.Corea 500 (2-2); Australia e Nicaragua 250 (1-4); Germania 0 (0-4). Oggi: Italia-Cuba; Germania-Venezuela; R.Dominicana-Australia; S.Corea-Nicaragua.©SAM YEH/AFP/Getty Images -
Wta e Atp Pechino, Pennetta ai quarti, stop Fognini
Flavia Pennetta raggiunge i quarti di finale del torneo Wta di Pechino superando in tre set (61 46 64) la slovacca Dominika Cibulkova. Sempre a Pechino, nel torneo Atp500, si ferma l’avventura di Fabio Fognini per mano del croato Marin Cilic. Bella vittoria di Flavia che dimostra, in questo finale di stagione, una certa continuità di risultati a differenza di Francesca Schiavone, subito fuori dal torneo cinese.
Primo set in cui la Pennetta gioca praticamente da sola, con la slovacca fuori dal match concedendo il primo parziale per 6 giochi a uno. Nel secondo set inizia veramente la partita con Flavia che perde un po’ di sicurezza nei colpi e con la slovacca che approfitta, sul 4 pari di un passaggio a vuoto della brindisina per strapparle il secondo set ed allungare la partita al terzo. Nel set decisivo il servizio non funziona per ambedue le giocatrici, con l’italiana che strappa il servizio sul 2-1, lo perde sul 4-2, non sfrutta due palle break sul 4-3, ma sul 5-4 chiude i conti. Adesso Flavia affronterà la n.1 del mondo, la danese Wozniacki che ha superato 6-3 7-6(3) l’estone Kaia Kanepi. Peccato invece per il numero 39 del mondo azzurro, Fabio Fognini che si è dovuto arrendere al più forte croato Cilic in un match comunque molto combattuto. Fognini parte male, sbaglia molto di dritto perdendo nettamente il primo set per 6-2, ma nel secondo l’azzurro mette a posto i colpi riuscendo a portare il croato al tie break, dopo che Cilic non aveva sfruttato un match point sul 6-5 a suo favore. Il tie break è stravinto da Fognini (7-1) che però non riesce a dare, come al solito, continuità al suo gioco brillante, perdendo il terzo set per 6-3. I big sono di scena a Tokyo dove si preannuncia un duello Nadal – Murray con Il maiorchino che ha superato Raonic 7-5 6-3, mentre lo scozzese ha battuto Bogomolov per 6-1 6-2 dandosi ambedue, appuntamento in finale.©Matthew Stockman/Getty Images -
Novara-Catania 3-3, le pagelle. Gomez devastante, difese da rivedere
Finisce con un emozionante 3-3 il primo anticipo della domenica di serie A fra Novara e Catania. buon punto per ambedue le compagini con qualche recriminazione per i padroni di casa a causa della vittoria sfumata negli ultimi minuti.
Novara Rigoni 6,5 l’ex Juve dimostra continuità al Piola e dopo l’ottima prestazione contro l’Inter, regala ancora ai suoi tifosi grandi geometrie e fredezza sul dischetto; Morimoto – Jeda 7 quando si dice il gol dell’ex. I due, con passato recente a Catania, puniscono Montella con un gol a testa Catania Gomez 7,5 il “Papu” è una furia, come contro la Juventus, fa impazzire tutta la difesa del Novara con la gemma del 3-3 finale a sancire una prestazione perfetta. Lodi 7 ancora infallibile su calcio piazzato, magistrale la sua punizione per il provvisorio nuovo vantaggio del catania. Almiron 6,5 gladiatorio in mezzo al campo, padrone assoluto della media ancora un mistero il suo fallimento a Torino con la Juventus per un giocatore, sicuramente da grande squadra. Novara (4-3-2-1): Ujkani 5,5; Dellafiore 5, Ludi 5,5, Paci 5, Gemiti 5,5; Giorgi 6, Porcari 6, Rigoni 6,5; Marianini 5 (34’ Pinardi 6,5); Granoche 5 (Morimoto 7), Meggiorini 5,5 (77’ Jeda 7). A disp.: Fontana, Morganella, Pesce, Centurioni, Pinardi, Jeda, Morimoto. All.: Tesser Catania (4-3-3): Andujar 5,5; Marchese 5,5, Legrottaglie 6 (85’ ledesma 6), Bellusci 5,5, Capuano 6; Almiron 6,5, Lodi 7, Delvecchio 6,5; Lanzafame 5,5 , Bergessio 6 (54’ Suazo s.v.)(63’ Catellani 6), Gomez 7,5. A disp.: Campagnolo, Izco, Ledesma, Ricchiuti, Suazo, Catellani, Maxi Lopez. All.: Montella.Alejandro Gomez ©Marco Luzzani/Getty Images -
Anticipo pirotecnico al Piola, Novara-Catania 3-3
Spettacolare 3-3 fra Novara e Catania, con la squadra di Vincenzo Montella che agguanta il pareggio in extremis con il “Papu” Gomez, migliore in campo. Sul sintetico del Piola Tesser presenta un Novara con quattro novità, con Granoche titolare e Ludi in difesa su tutti. Montella preferisce Bergessio su Maxi Lopez con Gomez a supporto.
I primi minuti sono molto tattici con il Catania che si fa subito preferire nelle ripartenze con Gomez e Bergessio in grande spolvero. La prima emozione arriva da calcio d’angolo con Legrottaglie che sfrutta una imbarazzante marcatura della difesa di casa insaccando il gol dell’1-0. Il Novara fatica molto a centrocampo con Almiron padrone assoluto del gioco e con tesser che corre subito ai ripari inserendo Pinardi per Marianini. Anche nel primo tempo molte proteste da ambedue le squadre con il Novara che recrimina un rigore netto su Meggiorini ed il Catania che si vede annullare un gol di Delvecchio regolare per fuorigioco di Almiron assolutamente inesistente. Si chiude il primo tempo con il Catania in vantaggio meritatamente. La ripresa si apre subito con il botto, angolo Novara parata di del vecchio in area che sancisce il rigore trasformato da Rigoni per il pareggio. Il buon momento del Novara viene spezzato da Lodi che segna, ovviamente, su calcio piazzato pennellando un sinistro micidiale alle spalle di Ujkani, impotente. Iniziano i cambi e saranno propri gli avvicendamenti che condizioneranno la partite sia per il Novara che per il Catania: entra Suazo che si fa male dopo 10’, esce l’infortunato Legrottaglie con Almiron costretto a mettersi in difesa; nel Novara entrano i due ex Morimoto e Jeda e saranno proprio loro che prima, con il giapponese acciuffano il pareggio e poi con il brasiliano realizzano il sorpasso per una vittoria che sembra ormai cosa certa. Sembra perché il Catania non si arrende e su azione un po’ confusa Ledesma mette una palla stupenda di testa per Gomez che di esterno destro insacca per il 3-3 definitivo che sicuramente risulta essere il risulato più giusto per quanto visto in campo.Strepitoso Gomez ©Marco Luzzani/Getty Images -
Rugby, Italia deludente, dominio Irlanda. Addio Mallett
La nazionale azzurra di rugby non riesce a scrivere la storia uscendo sconfitta, anzi umiliata, nel match più importante del mondiale che poteva sancire uno storico accesso ai quarti di finale per la compagine azzurra. Finisce 36-6 per l’Irlanda con gli azzurri che, come contro l’Australia, durano solo un tempo per poi crollare nel secondo subendo tre mete e non riuscendo mai a reagire.
Proprio la mancanza di reazione caratteriale fa cadere molte responsabilità sulla guida tecnica azzurra, con Nick Mallett che non ha saputo trasmettere la voglia e la capacità di soffrire, ad un gruppo molto più forte tecnicamente rispetto a tanti anni fa ma che in molte situazioni non riesce proprio a reagire alle prime difficoltà. Il primo tempo è molto equilibrato, si gioca sui calci piazzati di O’Gara e Bergamasco, la mischia azzurra tiene benissimo ma l’infortunio di Castrogiovanni è una mazzata tremenda per gli azzurri che di lì in avanti non riusciranno più a dominare nelle mischie, lasciando via libera agli irlandesi. Il primo tempo si chiude 9-6 per l’Irlanda con Bergamasco che fallisce il pari colpendo il palo all’ultimo minuto della prima frazione. Il secondo tempo è imbarazzante per i colori azzurri con i primi 15’ in cui l’Irlanda chiude i conti segnando due mete e facendo capire che, anche in mischia la nazionale azzurra è poca roba, si perdendo tutti gli incroci con il povero Totò Perugini sovrastato in tutte le fasi. La prima meta è ispirata da Bowe che accelera bruciando Bocchino e consegnando a O’Driscoll il via libera in mezzo ai pali. Al 10’ D’Arcy rompe due placcaggi e arriva a 5 metri dalla linea di meta, il riciclo riesce benissimo con palla a Earls che va in meta: 24-6, tracollo azzurro e O’Gara che trasforma il 26-6. Il calvario azzurro finisce con l’ultima meta irlandese segnata ancora da Earls all’ultimo minuto sancendo un uscita dal Mondiale per la nazionale azzurra davvero brutta e deludente. Si chiude l’era di Nick Mallett alla guida dell’Italia con il C.T. che in questi anni ha dimostrato buone capacità organizzative, migliorando di molto la deficitaria Touche italiana, ma che ha fallito completamente nella trasmissione del gioco e soprattutto nella disciplina in campo facendo dell’Italia, una delle nazionali più fallose al mondo.©Warren Little/Getty Images -
Novara – Catania, le probabili formazioni. Maxi Lopez ancora fuori
Nell’anticipo delle 12:30 si sfideranno nel sintetico del Piola, il Novara di Attilio Tesser ed il Catania di Vincenzo Montella. Nel Novara, che dovrà fare a meno di Mazzarani, si rivede davanti “el Diablo” Granoche che farà coppia con Meggiorini. per il resto formazione tipo con Pinardi pronto ad illuminare dietro le punte.
Montella è intenzionato a riproporre l’undici che ha fermato la Juventus con ancora Maxi Lopez in panca e Bergessio in campo, ma con la rinuncia di Spolli e l’esordio dal primo minuto di Nicola Legrottaglie. Novara (4-3-2-1): Ujkani; Dellafiore, Ludi, Paci, Gemiti; Giorgi, Porcari, Rigoni; Pinardi; Granoche, Meggiorini. A disp.: Fontana, Morganella, Pesce, Centurioni, Marianini, Jeda, Morimoto. All.: Tesser Catania (4-3-3): Andujar; Marchese, Legrottaglie, Bellusci, Capuano; Almiron, Lodi, Delvecchio; Suazo, Bergessio, Gomez. A disp.: Campagnolo, Spolli, Izco, Sciacca, Ricchiuti, Catellani, Maxi Lopez. All.: Montella.©Marco Luzzani/Getty Images -
Inter e la strana metamorfosi, ma era tutta colpa di Gasp?
Due partite di Claudio Ranieri sulla panchina nerazzurra ed altrettante vittorie con un rilancio prepotente sia in campionato che in Champions League. Ecco la repentina metamorfosi della squadra nerazzurra, da compagine allo sbando poco più di una settimana fa a Novara a potenza del calcio europeo, come descritta da Claudio Ranieri in conferenza stampa.
Tuttavia, ad alcuni di noi è sorto un dubbio e cioè, ma sarà stata tutta colpa di Gian Piero Gasperini nella partenza più brutta dell’Inter dal lontano 1983 oppure qualche senatore dello spogliatoio interista, diciamo, non ha profuso proprio tutto il suo impegno nella breve gestione del tecnico ex Genoa? Partiamo dal principo, arriva Gasperini nella Milano nerazzurra come settima scelta estiva dopo i vari rifiuti di Bielsa, Capello, Villa Boas e compagnia bella. La prima dichiarazione di Moratti: Pazzini deve giocare, le prime dichiarazioni dei giocatori: la difesa a quattro è un marchio di fabbrica della squadra, quindi si poteva capire sin da subito come l’avventura di Gasperini all’Inter fosse iniziata non proprio nel migliore dei modi. Nelle sue poche partite sulla panchina nerazzurra, partenza titubante in Campionato con sconfitta rocambolesca a Palermo (due papere di Julio Cesar) ed in Champions con il Trabzonspor (errori marchiani di Milito e Pazzini sotto porta), pareggio con la Roma condito da altri errori in fase offensiva e la tragedia sportiva di Novara con una squadra al limite della decenza umana, il buon Gasp ha subito una pioggia di critiche da tutti, tv, carta stampata ed illustri suoi colleghi senza nessuna difesa profusa dalla dirigenza interista. Sicuramente Gasperini non si è certo aiutato, rasentando una presunzione assoluta nell’escludere Pazzini e non riuscendo a capire come la squadra fosse completamente allergica al suo modulo, allergia talmente grande tanto da indurre Cambiasso, nella partita contro il Novara a “consigliare” a Ranocchia di disporsi con la difesa a 4, disattendendo così in corsa, tutte le disposizioni gasperiniane. Adesso è arrivato Ranieri e la squadra, tutta di un colpo, ha riguadagnato carattere, forza mentale e condizione fisica, sicuramente un gran bel miracolo per chi si definisce un “normalizzatore” ma a noi, qualche dubbio, comunque ancora rimane.©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images -
Juve, Conte, le ali deludono e la difesa è un rebus
Antonio Conte e le sue ali, Antonio Conte ed il suo modulo, il 4-2-4 che nelle prime giornate di Campionato, a parte l’esordio contro il Parma, ha lasciato intravedere qualche lacuna. Oltre all’immancabile critica verso Beppe Marotta ed il suo mercato stile fantasy, ci sentiamo di spendere, dopo tante lodi, anche qualche critica verso il nuovo allenatore bianconero.
L’arrivo a parametro zero di Reto Ziegler quest’Estate era sembrato ai più un vero e proprio affare per la Juventus considerate le prestazioni fornite del terzino svizzero nei campionati in blucerchiato e la sua caratura internazionale, visto che risulta essere il terzino titolare della sua Svizzera. Ma, a pochi giorni dalla fine del mercato, ecco che Reto va via, in Turchia bocciato da Conte dopo le prime uscite in bianconero con subito una prima riflessione: ma se si boccia Ziegler allora che cosa si dovrebbe dire di De Ceglie e di Grosso? Possibile che Conte consideri De Ceglie nettamente superiore a Ziegler, senza considerare l’affaire Grosso prima emarginato dalla società e poi richiamato nel momento del bisogno. Un’altra spinosa vicenda riguarda la gestione degli esterni, perché mettere subito sotto pressione Krasic etichettandolo come un giocatore “stupido” dal punto di vista tattico, perché lasciarsi scappare Giovinco per poi prendere Giaccherini e poi arrivano Estigarribia ed Elia due scommesse, la prima low cost e la seconda molto cara. Pensiamo che Marotta non abbia fatto tutto da solo e sicuramente qualche indicazione in merito è stata fatta proprio da Conte. Una seconda riflessione va fatta, ovviamente su Beppe Marotta: spendere tanto per l’acquisto di numerosi esterni (avendo già in squadra Pepe,Martinez e Krasic), per poi vederne almeno due ogni domenica accomodarsi in tribuna, era strettamente necessario? Addirittura contro il Catania, per trovare posto a Vidal, che esterno non è ma che è stato pagato tanto, si è dovuto sacrificare un attaccante con buona pace di Del Piero e Quagliarella. Ed allora, forse non sarebbe stato il caso di spendere qualcosa per la difesa dato che le crepe più rilevanti sono state mostrate proprio nel reparto centrale della retroguardia bianconera? Si parla dell’arrivo di Rhodolfo a gennaio, e se fosse troppo tardi? Come al solito, da due anni ci poniamo tante domande sull’operato di Beppe Marotta che è in scadenza di contratto nel 2012 e che lo stesso, qualora la Juventus non riuscisse (giocando una partita a settimana), a raggiungere uno dei primi 3 posti per la qualificazione in Champions, dovrebbe ovviamente non essere rinnovato.© Maurizio Lagana/Getty Images