Autore: Ippolito Gioia

  • Coppa Davis, Bolelli evita il cappotto. Fuori Federer e Raonic

    Coppa Davis, Bolelli evita il cappotto. Fuori Federer e Raonic

    Dopo la pesante eliminazione della nazionale azzurra, già fuori dopo il doppio sonoramente perso da Starace e Bracciali contro i più forti Berdych e Stepanek, il primo turno della Davis Cup edizione 2012 si conclude con l’uscita dal tabellone principale della Svizzera di Roger Federer e del Canada dell’astro nascente Milos Raonic.

    Mentre per la nazionale Canadese il compito non era sicuramente dei più semplici, sorprende il cappotto degli Stati Uniti rifilato alla Svizzera e per giunta in trasferta con un Federer assolutamente irriconoscibile.

    Doveva essere l’ago della bilancia decisivo per la Svizzera ma l’ex numero 1 non ha vinto nemmeno un match e nel suo primo singolare è stato letteralmente bombardato dagli Ace di John Isner. Un’altra sorpresa è rappresentata dalla vittoria dell’Austria in Russia mentre facili sono state le vittorie della Spagna (priva di Nadal), della Serbia (priva di Novak Djokovic) e della Croazia di Ivo Karlovic rispettivamente contro Kazakistan, Svezia e Giappone. La spedizione azzurra ad Ostrava si chiude mestamente con la vittoria di Simone Bolelli sul ceco Frantisek Cermak con il punteggio di 6-4 6-4, vittoria che evita alla nazionale guidata dal C.T. Corrado Barazzutti, un umiliante cappotto. Ad indirizzare in maniera decisiva l’incontro degli azzurri contro la Repubblica Ceca è stata la sconfitta patita, nel match d’esordio, da Andreas Seppi contro Radek Stepanek. Infatti, il C.T. ceco, avanti 2-0 dopo la prima giornata, invece di risparmiare Stepanek e Berdych per gli eventuali due singolari di domenica ha deciso in maniera molto saggia di schierarli ambedue nel doppio di sabato con il risultato di una comoda vittoria per tre set a zero sul duo italico composto da Starace e Bracciali. E’ la Francia l’ultimo team a strappare il pass per i quarti di finale. A spianare la strada ai “galletti”, l’assenza nel primo singolare della terza giornata del n.1 canadese Milos Raonic, sofferente a un ginocchio dopo il doppio perso nella giornata di sabato. Al suo posto Frank Dancevic nulla ha potuto contro Jo-Wilfried Tsonga che si è imposto con il punteggio di 6-4 6-4 6-1.

    Dal 6 all’8 aprile, nei quarti, la Spagna ospiterà l’Austria, la Repubblica Ceca giocherà in casa contro la Serbia, l’Argentina attenderà la Croazia e gli Stati Uniti torneranno in Europa in casa della Francia. Mentre per quanto riguarda l’Italia ci sarà da attendere il play off per la permanenza nel tabellone principale che si terrà nel mese di settembre.

  • Sei Nazioni, Epica Italia ma non basta. Vince l’Inghilterra 19-15

    Sei Nazioni, Epica Italia ma non basta. Vince l’Inghilterra 19-15

    Nel campo ghiacciato e mezzo imbiancato dell’olimpico l’Italia sfiora l’impresa contro l’Inghilterra uscendo sconfitta in un match epico ma condito da tanti errori azzurri.

    Vittoria per i maestri inglesi che hanno mostrato molto più attitudine dei nostri a partite del genere conquistando la seconda vittoria su due trasferte.

    Partono titolari Gonzalo Canale (primo centro) e Marco Bortolami (seconda linea). Partita speciale per Sergio Parisse, che eguaglia Massimo Giovanelli e lo stesso Bortolami per numero di presenze in Nazionale con la fascia da capitano (37). L’inizio del match vede l’Italia ben presente in campo costantemente nella metà campo inglese con gli azzurri che fanno valere una maggiore aggressività soprattutto in mischia. Al 27’ l’equilibrio viene però spezzato da Farrell che su calcio piazzato porta avanti i bianchi sul 3-0. Il vantaggio sblocca l’Inghilterra che riesce a rovesciare il gioco azzurro con continuità conquistando un secondo calcio piazzato che porta il punteggio sul 6-0. Castrogiovanni si fa male e a 5’ dalla fine della prima frazione arriva l’impossibile: Venditti sfrutta un ovale impazzito siglando la prima meta azzurra, gioia replicata dopo nemmeno 2’ con lo splendido intercetto di Benvenuti che s’invola in maniera sontuosa in mezzo ai pali inglesi consentendo di chiudere in vantaggio un primo tempo veramente incredibile.

    Il secondo tempo si apre ancora con un piazzato di Burton che porta avanti l’Italia sul 15-6 ma quando il capolavoro sembrava costruito ecco la follia di Andrea Masi che sbaglia un comodo rinvio facendosi stoppare da Hodgson per la meta inglese che riapre una partita che si stava incanalando inesorabilmente verso un sogno azzurro. Sogno azzurro che diventa incubo per tutto il secondo tempo, l’Italia è frastornata e l’Inghilterra cambia marcia con Farrell che realizza due calci piazzati che consentono alla nazionale anglosassone di portarsi avanti per 19-15. Farrell realizza per l’Inghilterra ed invece Boates fallisce i due piazzati per gli azzurri che perdono così il secondo incontro in questo Sei Nazioni, una sconfitta questa veramente bruciante e decisa dai soliti errori azzurri, imperdonabili a questi livelli.

    Magra consolazione per il capitano azzurro Sergio Parisse eletto “Man of The Match” con l’Italia che adesso è attesa da due trasferte consecutive contro Irlanda e Galles prima di tornare all’Olimpico per l’ultimo match del torneo contro la Scozia.

  • Coppa Davis, non basta il coraggio, R. Ceca – Italia 2-0

    Coppa Davis, non basta il coraggio, R. Ceca – Italia 2-0

    La prima giornata tra Repubblica Ceca ed Italia, valida per il primo turno della Davis Cup edizione 2012, si chiude con i padroni di casa, i cechi, avanti per due a zero grazie alle vittorie di Stepanek su Seppi e del numero 7 del mondo Berdych (6-3 4-6 7-5 6-2) su Bolelli.

    Tutto sommato è stata però una bella Italia quella vista ad Ostrava con i nostri due singolaristi che non hanno certamente sfigurato davanti al pubblico ceco.

    Sicuramente il rammarico maggiore arriva dalla sconfitta di Andreas Seppi, l’altoatesino che rientrava in nazionale dopo le note vicissitudini di due anni fa (il rifiuto ad una convocazione), ha perso dopo quasi 4 ore di gioco. Vittoria in cinque set per Stepanek (4-6 6-4 6-3 3-6 6-3) che ha approfittato dei continui alti e bassi dell’azzurro che non è riuscito a chiudere i punti decisivi commettendo, in alcuni situazioni, degli errori davvero grossolani. Infatti Seppi, dopo aver conquistato il primo set, non riesce a prendere il largo lasciandosi imbrigliare dal gioco di Stepanek fatto di continui tagli in back e discese a rete. Stepanek conquista il secondo ed il terzo parziale e quando il primo punto ceco sembrava cosa fatta ecco che Seppi riesce a reagire portando il 33enne ceco al quinto. Tuttavia il più stanco dei due giocatori risulterà essere invece proprio l’altoatesino che sbaglia l’impossibile facendosi travolgere, in senso negativo, dal pubblico della Cez Arena di Ostrava.

    Nel secondo match il pronostico per i colori azzurri era davvero già scritto con il numero 7 Berdych davanti al nostro Simone Bolelli, un emblema del prodotto tennistico italico, talento forza ma una discontinuità psicologica davvero imbarazzante. Eppure l’azzurro, complice anche la splendida atmosfera della Davis che in alcune situazioni annulla il divario della classifica Atp, rende la vita durissima al ceco per almeno tre set. Berdych parte a razzo lasciando presagire una comoda vittoria in tre set ed invece Bolelli gioca ad altissimo livello e grazie ad una prima palla di servizio veramente convincente, riesce a strappare il secondo set al ceco. Anche nel terzo set il match vive all’insegna dell’equilibrio, ma proprio nel momento più importante, 5 pari e servizio Bolelli, l’azzurro smarrisce la prima palla cedendo servizio ed incontro con Berdych che acquisisce convinzione volando anche nel quarto set chiuso con il punteggio di sei giochi a due.

    Spazio oggi al doppio per continuare a sperare ma sarà molto dura uscire da Ostrava con la vittoria in mano.

  • Ciclismo, Contador squalificato, tolti Tour 2010 e Giro 2011

    Ciclismo, Contador squalificato, tolti Tour 2010 e Giro 2011

    È arrivata oggi la tanta attesa decisione del Tas sul caso Alberto Contador e la tanto incriminata bistecca mangiata dallo spagnolo durante il Tour del 2010 che gli avrebbe procurato la presunta positività al clenbuterolo. Ebbene, la giustificazione culinaria presentata da Contador non viene accolta dal Tas che prende una decisione che farà molto discutere: squalifica di due anni per il corridore spagnolo con la consequenziale perdita delle vittorie ottenute nel periodo incriminato.

    Infatti al ciclista iberico vengono tolti sia il Tour De France del 2010, che viene assegnato al lussemburghese Andy Schleck ed il Giro d’Italia 2011 che premia il secondo classificato e cioè l’italiano Michele Scarponi.

    Le analisi effettuate dal laboratorio di Colonia avevano scovato una quantità infinitesimale (0,00000000005) di clenbuterolo nelle urine di Contador. “E’ un giorno triste”, ha detto Pat McQuaid, presidente dell’Uci.

    Durissima la decisione del Tribunale di Losanna che ha comunque condannato Contador anche se non risulta alcuna positività provata dello spagnolo nel Tour 2010. Squalifica fino al 6 agosto 2012 per Contador che non potrà quindi partecipare neppure al Tour 2012 (che comincia il 30 giugno, partenza da Liegi) e ai Giochi Olimpici di Londra. A causa di questa decisione Contador sarà costretto a restituire tutti i premi percepiti in questi anni oltre che a subire una pesante richiesta di risarcimento danni da parte delle autorità preposte.

    Dalla ricostruzione dei fatti Contador sarebbe risultato positivo il 21 luglio 2010, viene informato dall’Uci il 24 agosto e la notizia si diffonde il 30 settembre. Lo spagnolo, ora alla Saxo Bank, spiega la positività con l’assunzione di carne contaminata. La federciclo spagnola prima propone un anno di squalifica, poi lo assolve il 15 febbraio 2011. Ma Uci e Wada non ci stanno e presentano fanno al Tas, che si riunisce (dopo due rinvii) dal 21 al 24 novembre 2011. Oggi la sentenza, che toglie a Contador un terzo dei 6 grandi giri che aveva conquistato. Adesso sarà molto attesa la conferenza stampa dello spagnolo che si terrà domani nel tardo pomeriggio dove, con molta probabilità, verranno già poste le basi per una difesa da presentare anche davanti alla Giustizia Ordinaria.

  • Calciopoli, ecco le motivazioni “Moggi troppo invadente”, anche con Lippi

    Calciopoli, ecco le motivazioni “Moggi troppo invadente”, anche con Lippi

    Il tribunale di Napoli ha pubblicato questa mattina le motivazioni delle condanne per Calciopoli uno degli scandali più pesanti dal punto di vista mediatico che ha colpito il mondo del calcio.

    Uso delle schede straniere”, questo è l’elemento “ben più pregnante e decisivo” che ha portato alla condanna di Luciano Moggi per associazione a delinquere, uso delle schede delle quali è risultata la disponibilità procurata da Moggi a designatori e arbitri.

    Sussiste prova della responsabilità dell’imputato Moggi a carico del quale si ravvisano elementi utili per ravvisare la condizione attribuitagli di capo“. È questa la conclusione del tribunale che ha firmato la condanna che ha chiuso in primo grado il processo su Calciopoli. I giudici riferendosi alla “contaminazione degli arbitraggi attraverso le sollecitazioni adoperate dall’ex Direttore sportivo della Juventus nei confronti degli arbitri e da costoro accettate con riferimento alla parte delle competizioni svoltesi nella stagione 2004/2005, oggetto dell’imputazione ritengono che la prova della responsabilità può ritenersi raggiunta“.

    Difatti, nelle 558 pagine di motivazione e’ indicato il “rapporto diffusamente amichevole degli arbitri con Moggi, che non perde valore indiziante solo perche’ dagli atti emerge il rapporto di altri arbitri non imputati e addirittura di taluno degli arbitri imputati, come De Santis, altrettanto amichevole con dirigenti sportivi curanti interessi diversi da quelli di Moggi, ad esempio Meani, ben potendo configurarsi l’esistenza dell’associazione“. In particolare, il giudice si sofferma sul “trattamento” riservato da Luciano Moggi a Pier Luigi Pairetto, nel 2005 designatore degli arbitri. “Si ipotizza la turbativa dell’incontro con il risultato 2-1 tra Juventus e Udinese, svoltosi a Torino il 13 febbraio del 2005 per il quale si ritiene acclarata la responsabilità di Moggi, Pairetto e Bergamo, poichè una incidenza sull’andamento della partita potè in effetti derivare da quella che appare una smodata collaborazione tra Bergano e Moggi per la formazione della griglia, nella quale collocare la partita, che accresceva la possibilità che fosse sorteggiato un arbitro gradito“, sostiene il giudice. Soluzione alla quale cooperava di necessità Pairetto, “rappresentato come aperto alla collaborazione nelle conversazioni telefoniche”. Inoltre, si legge ancora che da questa telefonata intercetta si “è riusciti a risalire ai numeri delle utenze telefoniche svizzere, decisive per l’andamento dell’indagine“.

    Nelle motivazioni si mette in risalto “il rapporto diffusamente amichevole degli arbitri con Moggi, che non perde valore indiziante – si legge nella sentenza – solo perché dagli atti emerge il rapporto di altri arbitri non imputati e addirittura di taluno degli arbitri imputati, come De Santis, altrettanto amichevole con dirigenti sportivi curanti interessi diversi da quelli di Moggi, ad esempio Meani (ex dirigente del Milan addetto al settore arbitri, ndr), ben potendo configurarsi l’esistenza dell’associazione“. Un altro elemento significativo, ad avviso del tribunale, è rappresentato dal tempestoso dopopartita di Reggina – Juventus con i momenti di tensione tra Moggi e l’arbitro Paparesta. “Pur se è risultato non vero quello che lo spavaldo Moggi andava dichiarando in giro, e per telefono, cioè di aver chiuso l’arbitro Paparesta nello spogliatoio…nondimeno va valutata la reazione di Paparesta a quella che era pur sempre stata una protesta fuori misura di Moggi per gli errori dell’arbitro, di non inserimento cioè del comportamento furioso nel referto arbitrale, reazione che va interpretata come un effetto del timore reverenziale nei confronti della persona“. Il tribunale parla inoltre del “rapporto disinibito con i rappresentanti della Figc“, con cui Luciano Moggi intratteneva dei rapporti ben più intimi di quelli puramente professionali e che, in alcuni casi, andavano a riguardare anche la nazionale.

  • Genoa Lazio 3-2, le pagelle. Super Jankovic, Marchetti flop

    Genoa Lazio 3-2, le pagelle. Super Jankovic, Marchetti flop

    Terza vittoria su tre gare per il Genoa targato Marino sul gelato del “Ferraris” con Rodrigo Palacio e Bosko Jankovic (doppietta) sugli scudi. Battuta d’arresto invece per la compagine biancoceleste che oltre ai tre punti perde per infortunio Rocchi, Stankevicius e forse anche Hernanes oltre all’espulso Diakitè,per il prossimo turno.

    Pagelle Genoa Lazio 3-2
    Genoa

    Jankovic 7,5 sicuramente uno di quei giocatori che se è a posto fisicamente riesce a fare la differenza. Sempre puntuale negli inserimenti approfitta degli errori di Marchetti e Garrido per realizzare una splendida doppietta.

    Palacio 7 l’argentina è in uno stato di forma entusiasmante e l’arrivo di Gilardino gli ha consentito di poter svariare in tutto la zona d’attacco senza poter mai dare punti di riferimento agli avversari. Una vera e propria perla il gol del vantaggio rossoblù che gli consente di festeggiare nel migliore dei modi le sue trenta candeline.

    Sculli 7 l’ex giocatore della Lazio ritorna ai suoi livelli passati lasciandosi trasportare magicamente dall’ambiente rossoblù. Suo l’assist del 2-0 di Jankovic e gol sfiorato in almeno due occasioni.

    Lazio

    Lulic 7 una spina per la difesa rossoblù, mai domo anche quando la sua squadra è sull’orlo del baratro sfiorando il gol e procurandosi il rigore trasformato da Ledesma. Duttilità allo stato puro nega il quarto gol al grifone nel finale del match.

    Klose 6,5 abbandonato per 70’ in attacco riesce comunque a rendersi pericoloso nel finale del primo tempo ed a fornire a Gonzales un assist al bacio per il 3-2 biancoceleste.

    Marchetti 4,5 l’ex portiere del Cagliari si fa un po’ sorprendere dalla magia di Palacio ad inizio partita e poi regala a Jankovic il raddoppio con un uscita velleitaria e completamente fuori tempo.

    Diakitè 5 portato a spasso da Palacio per tutto il match, lascia in 10 i suoi per delle proteste francamente inutili e fuori luogo.

    Le Pagelle

    GENOA (4-4-2): Frey 6,5; Mesto 5,5, Granqvist 6,5, Kaladze 6,5, Constant 6; Jankovic 7,5 (dal 40′ s.t. Birsa s.v.), Kucka 6,5, Biondini 6, Sculli 7 (dal 33′ s.t. Belluschi 6); Palacio 7, Gilardino 6,5. (Lupatelli, Sampirisi, Carvalho, Jorquera, Ze Eduardo). All. Marino.

    LAZIO (4-4-2): Marchetti 4,5; Konko 5,5, Diakité 5, Stankevicius 5,5 (dal 22′ s.t. Biava 6), Garrido 5 (dal 16′ s.t. Rozzi 5,5); Gonzalez 6,5, Matuzalem 6, Ledesma 6,5, Lulic 7; Rocchi s.v. (dal 16′ p.t. Candreva 5,5), Klose 6,5. (Bizzarri, Zauri, Scaloni, Hernanes). All. Reja.

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  • Genoa Lazio 3-2, magia Palacio doppio Jankovic

    Genoa Lazio 3-2, magia Palacio doppio Jankovic

    Nell’anticipo delle 12:30 il Genoa di Pasquale Marino supera la Lazio per 3-2 in una partita rocambolesca in cui gli errori biancocelesti hanno deciso il match. Come contro il Napoli, ancora una volta a Marassi il Genoa sfiora la rimonta subita dopo essere stato in vantaggio per 3-0, regalando al suo Presidente Preziosi, la solita sofferenza nel finale.

    Una Lazio ampiamente rimaneggiata deve fare a meno nel riscaldamento anche del “profeta” Hernanes che preferisce non rischiare la caviglia malconcia nel campo gelato. Appunto il manto del Luigi Ferraris è gelato ed i giocatori impiegano un po’ ad adattarsi alle insidie del terreno di gioco. La sfortuna della Lazio non finisce con Hernanes ma continua con il forfait di Tommaso Rocchi dopo nemmeno 5’ di gioco. Al 9’ il Genoa si porta avanti con una magia di Rodrigo Palacio che, forse in maniera un po’ fortuita, porta in vantaggio il grifone con l’argentino a deviare di tacco su azione da calcio d’angolo. La Lazio risponde subito con Gonzalez che sfiora l’immediato pareggio ma un errore di Marchetti in uscita consente a Jankovic di battere  a rete su assist di Sculli. Sussulto biancoceleste nel finale della prima frazione su due calci d’angolo consecutivi dove nel primo è Frey a respingere su colpo di testa di Klose e nel secondo è Lulic a piazzare la palla a lato di pochissimo. Si chiude così un primo tempo dove la Lazio non ha sicuramente demeritato pagando eccessivamente sulla magia di Palacio e sull’errore di Marchetti.

    La ripresa si apre in maniera deficitaria per la squadra di Edy Reja con Garrido che scivola in un comodo disimpegno consentendo a Jankovic di realizzare una doppietta facile facile. Sul 3-0 come contro il Napoli la partita sembra finita ma Lulic, il migliore in campo per la Lazio, si procura un calcio di rigore che viene trasformato da Ledesma riaprendo così il match. Tuttavia Frey non è impegnato severamente nei minuti successivi ed al 37’ Diakite pensa bene di farsi espellere per proteste lasciando i suoi compagni in dieci. Il Genoa non riesce a pungere in contropiede ed i minuti finali si rendono palpitanti grazie al 3-2 biancoceleste firmato da Gonzalez su assist di Miro Klose. Dopo 4’ di recupero Tagliavento decreta la vittoria rossoblù consentendo a  Pasquale Marino di realizzare la terza vittoria consecutiva in casa e a Rodrigo Palacio di festeggiare nel migliore dei modi il suo trentesimo compleanno.

  • Genoa Lazio, le probabili formazioni. Klose ed Hernanes in campo

    Genoa Lazio, le probabili formazioni. Klose ed Hernanes in campo

    Genoa Lazio aprirà, nell’anticipo delle 12:30, la 22esima giornata di Serie A che sembra fare un passo indietro nel tempo quando tutte le partite si giocavano nello stesso orario e si ascoltava l’amata radio. Mettendo da parte la parentesi nostalgica andiamo a scoprire un po’ le carte dei due allenatori con la compagine di Edy Reja che si presenterà a Genova sicuramente non al meglio, l’impegno infrasettimanale con il Milan ha fatto spendere energie preziose ai biancocelesti che per giunta non hanno potuto disputare nemmeno un allenamento viste le condizioni meteo proibitive che hanno colpito la capitale.

    Dopo aver invocato invano il rinvio del match e con mille peripezie, la Lazio è comunque riuscita a raggiungere il capoluogo ligure nel pomeriggio di ieri ed ha potuto effettuare una piccola seduta di allenamento. Hernanes e Klose sono acciaccati ma i due uomini simbolo della squadra biancoceleste scenderanno comunque in campo mentre devono dare forfait Radu e Dias che verranno sostituiti da Garrido il primo e ed uno fra Stankevicius e Diakitè il secondo.

    Marino sembra aver trovato finalmente la quadratura del cerchio nel suo Genoa che viene dalla convincente vittoria di Marassi contro il Napoli, anche se i due gol subiti nel finale possono essere un campanello d’allarme. La formazione rossoblu è sempre un rebus, soprattutto in mezzo: in più si aggiungono le indisponibilità (non ancora certe al 100%) di Veloso e Marco Rossi, davvero pesanti; l’ex tecnico dell’Udinese sceglie allora un 4-4-2 in cui in mezzo agiranno Biondini in qualità di regista e Kucka a proteggerlo; Jankovic parte dalla destra con Sculli a sinistra, uno schema decisamente offensivo. Davanti vanno ovviamente Palacio e Gilardino (che ha trovato domenica scorsa il primo gol in rossoblu), mentre in difesa dovrebbe farcela Moretti come terzino sinistro; Granqvist-Kaladze coppia centrale, a destra come al solito Mesto. Panchina quindi per il nuovo acquisto Belluschi.

    Genoa Lazio le formazioni

    GENOA (4-4-2): Frey; Mesto, Granqvist, Kaladze, Moretti; Jankovic, Kucka, Biondini, Sculli; Palacio, Gilardino. All. Marino

    A disp: Lupatelli, Carvalho, Sampirisi, Birsa, Belluschi, Constant, Jorquera

    Indisponibili: Bovo, Antonelli, M. Rossi, Veloso

    LAZIO (4-2-3-1): Marchetti; Konko, Biava, Stankevicius, Garrido; Matuzalem, C. Ledesma; Gonzalez, Hernanes, Lulic; Klose. All. Reja

    A disp: Bizzarri, Diakité, Zauri, Scaloni, Candreva, Rozzi, Rocchi

    Indisponibili: Brocchi, Mauri, Kozak, Cana, Alfaro, Dias, Radu
    Arbitro: Tagliavento

  • Sei Nazioni, buona Italia non basta. Francia ok 30-12

    Sei Nazioni, buona Italia non basta. Francia ok 30-12

    L’Italia del nuovo corso del C.T. francese Brunel esce sconfitta a testa alta dallo Stade de France con i transalpini vittoriosi 30-12 in un match comunque buono per i ragazzi italiani.
    Davanti ad 80mila spettatori la Francia, vice campione del Mondo è seriamente intenzionata a vendicare la clamorosa sconfitta patita nello scorso Sei Nazioni proprio dagli azzurri. Brunel lancia il debuttante Venditti all’ala in una squadra che non ha un Bergamasco in campo e in panchina: Mirco è convalescente per l’operazione a una spalla a fine ottobre, Mauro out per scelta tecnica. Saint-André va sul sicuro: 10 dei 15 titolari francesi era in campo ad Auckland nella finale mondiale con la Nuova Zelanda.

    L’inizio degli azzurri è molto confortante con un’aggressività imprevista che mette in difficoltà la trequarti francese nelle ripartenze. Al 9’ Medard ruba palla e lancia sulla sinistra Malzieu che vola sulla sinistra: Burton lo placca, palla riciclata per Trinh-Duc che viene fermato irregolarmente da Benvenuti. Calcio per la Francia con Yachvili che centra i pali. L’Italia riesce a reagire subito ed è proprio Burton, il nuovo arrivo in casa azzurra, che realizza il drop del 3 pari, ma un errore di Lo Cicero consente a Rougerie di volare in meta approfittando delle maglie allargatesi degli azzurri. Burton rimette in scia l’Italia con un piazzato dai 25 metri ma una nuova disattenzione, questa volta del capitano Parisse, ma anche di tutto il reparto difensivo, consente a Picamoles di bucare la difesa azzurra consentendo a Malzieu di segnare la seconda meta transalpina. Trinh-Duc non trasforma non trasforma e la prima frazione si chiude sul 15-6 Francia che ha approffitato in maniera molto cinica delle uniche due sviste della difesa azzurra.

    Il secondo tempo inizia con un Italia di nuovo presente in campo ed un fallo in ruck consente a Burton di accorciare le distanze. Il buon momento della nazionale italiana non dura tantissimo ed appena i ragazzi di Brunel alzano il piede dall’acceleratore, ecco che i francesi ci mettono davanti tutti i nostri limiti, soprattutto di tenuta psicologica. Al 13’ della ripresa la meta che taglia le gambe agli azzurri con Trinh-Duc che riesce, anche in maniera un po’ rocambolesca, a consentire a  Clerc di andare in meta con la successiva trasformazione di Trinh-Duc trasforma. Fofana realizza l’ultima meta francese al 32’ con gli azzurri che stoicamente cercano nel finale di realizzare almeno la meta della bandiera ed andandoci anche vicini, seppur in quattordici.

    Finisce quindi 30-12 il primo match del sei nazioni 2012 per l’Italia con il prossimo appuntamento all’Olimpico di Roma contro l’Inghilterra che ha sconfitto, anche un po’ a sorpresa, la Scozia per 13-6.

    Il tabellino

    FRANCIA-ITALIA 30-12 (15-6)
    MARCATORI Primo tempo: 12’ cp Yachvili; 19’ drop Burton; 22’ m. Rougerie tr. Yachvili; 30’ cp Burton; 36’ m. Malzieu. Secondo tempo: 1’ cp Burton; 12’ cp Yachvili; 13’ m. Clerc, tr Yachvili; 33’ m. Fofana. Spettatori: 80 mila circa. Calci: Burton 2/3, Botes 1/1; Yachvili 4/6, Parra 0/1. Drop: Burton 1/2. Ammoniti: Geldenuys al 70’. Espulsi: nessuno.
    FRANCIA: Medard; Clerc, Rougerie (Mermoz dal 35’ s.t.), Fofana, Malzieu; Trinh-Duc (Beauxis dal 35’ s.t.), Yachvili (Parra dal 22’ s.t.); Picamoles (Harinordoquy dal 25’ s.t.), Bonnaire, Dusautoir; Nallet (Maestri dal 10’ s.t.), Pape; Mas (Debaty dal 35’ s.t.), Servat (Szwarzewski dal 14’ s.t.), Debaty (Poux dal 22’ s.t.). All. Saint-André.
    ITALIA: Masi; Venditti, Benvenuti, Sgarbi (Canale dal 14’ s.t.), McLean; Burton (Botes dal 14’ s.t.), Gori (Semenzato dal 35’ s.t.); Parisse, Barbieri (dal 27′ s.t. Favaro), Zanni; Van Zyl (Bortolami dal 14’ s.t.), Geldenuys; Castrogiovanni, Ghiraldini (D’Apice dal 35’ s.t.), Lo Cicero (Cittadini dal 22’ s.t.). All. Brunel.

  • Australian Open, due gladiatori un solo vincitore: Djokovic batte Nadal

    Australian Open, due gladiatori un solo vincitore: Djokovic batte Nadal

    La partita e la finale più lunga della storia degli Australian Open vede vincitore il numero uno del mondo Novak Djokovic che batte in una partita epica, durata oltre le cinque ore e mezza, Rafa Nadal in cinque durissimi set (5-7 6-4 6-2 6-7 7-5). Sicuramente una delle partite più belle ed appassionanti di sempre con i due campioni in campo che si sono affrontati a viso aperto, rendendo questa, una delle finali dello slam più indimenticabili della storia.

    L’inizio match vede lo spagnolo subito presente sulla palla mentre Djokovic, come al solito, parte lentamente. Nadal realizza il break sul 2 pari e nel turno di battuta successivo, rintuzza il ritorno del serbo, annullando ben due palle del contro break ma non può nulla sul 4-3 a suo favore, quando affossa in rete un comodo dritto consentendo al numero uno il riaggancio sul 4 pari in un game durato quasi 10’. Nadal non demorde e sul 5 pari si procura una palla break importantissima per l’economia del set, Djokovic spedisce fuori il rovescio consentendo allo spagnolo di andare a servire per il primo set. Nadal alza la percentuale della prima palla e si procura due set point, Djokovic li annulla ma è la terza palla set quella decisiva che regala allo spagnolo il primo set sul punteggio di 7-5.

    Il secondo set si apre con il serbo voglioso di recuperare subito lo svantaggio con Nadal che inizia a faticare moltissimo a tenere i propri turni di servizio. Djokovic prende il largo alzando notevolmente il livello del suo gioco soprattutto in risposta, Nadal è costretto ad annullare un set point sul 5-2 Djokovic ed ha una reazione straordinaria strappando il servizio al serbo ed annullando anche due set point. Djokovic è un campione e lo dimostra ancora una volta non facendo respirare Nadal nel turno di battuta dello spagnolo, due risposte stratosferiche ed un doppio fallo di Nadal regalano la seconda frazione di gioco al serbo con il punteggio di sei giochi a quattro.

    Novak Djokovic | © LEON NEAL/AFP/Getty Images

    Djokovic inizia il terzo parziale come meglio non poteva, il serbo alza ancor di più la percentuale delle prime palle e in risposta è devastante non lasciando spazio a Nadal e giocando un terzo set pauroso raggiungendo un livello di gioco che forse il buon Rafa non potrà mai raggiungere, vittoria del serbo per 6 giochi a due e partita che sembra indirizzarsi verso il numero del mondo. nel quarto set non ci sono break, i due giocatori si difendono molto bene nei rispettivi turni di servizio ed il parziale si decide al Tie break dove è Nadal a conquistare il primo mini break. Nole riprende lo spagnolo che però riesce ad avere un sussulto da grande giocatore costringendo Djokovic a remare da fondo campo fino allo sfinimento.

    Nadal porta una partita infinita al quinto set e quando riesce a portarsi avanti 4-2 e 30-15, sbaglia un comodo dritto da metà campo consentendo al serbo di rientrare soprattutto mentalmente nel match. Djokovic raggiunge Rafa sul 5 pari ed il game successivo è epico con il serbo che raccoglie le ultime energie in corpo per piazzare il break decisivo per la vittoria finale. Djokovic va a servire per il match, va avanti 30-0 ma si fa recuperare sino a 30-40, Nadal non sfrutta la palla break ed il serbo chiude al primo match point iniziando come meglio non poteva la sua stagione da assoluto dominatore.

    Onore anche a Rafa Nadal che come al solito ha venduto carissima la pelle ma non è riuscito ad invertire l’esito finale dei match contro Djokovic, che lo vedono da più di un anno sempre sconfitto.