Autore: Ippolito Gioia

  • Anja Paerson, gay e mamma finalmente felice

    Anja Paerson, gay e mamma finalmente felice

    L’ex super campionessa del circo bianco in gonnella, la svedese Anja Paerson, si confessa a 360° durante un talk show alla radio pubblica svedese, dichiarando al mondo intero di essere gay e di voler diventare mamma.

    L’ indiscrezione dell’omosessualità della svedese circolava da tanto tempo all’interno del mondo dello sci con la Paerson che, abbandonata l’attività agonistica la scorsa stagione, finalmente può liberarsi di un peso insopportabile.

    La due volte vincitrice della coppa di cristallo e pluricampionessa olimpica (ricordiamo piacevolmente l’oro nello slalom a Torino 2006) e mondiale (sette ori iridati e dominatrice dei mondiali in casa sua, ad Are nel 2007), non si rese conto subito della sua vera identità sessuale, galeotto fu l’incontro nel 2005 con una giovane connazionale di nome Filippa. Tra le due scoppiò subito una bella amicizia che con il passare del tempo diventò sempre più profonda e intima. Una realtà sicuramente difficile non tanto da accettare, perché l’identità sessuale non si trasforma durante la vita ma si acquisisce dalla nascita, ma quanto riuscire a superare quella barriera di “vergogna” ed “imbarazzo” che l’ignoranza umana purtroppo crea nonostante comunque si siano fatti notevoli passi avanti.

    Anja Paerson ©SAMUEL KUBANI/AFP/Getty Images

    adesso il mio sogno è tornare in Svezia e vivere felice finalmente con la mia compagna Filippa, e so anche cosa farò in futuro, la mamma”, “ero follemente innamorata di Filippa ma era dura e non volevo accettare questa situazione ma non pensavo che il mio cuore potesse battere così per una donna”.

    queste le dichiarazioni della Paerson che annuncia anche di voler affrontare una grande e nuove sfida,  e cioè quella di poter avere un figlio con la consapevolezza di poter vivere liberamente la propria omosessualità, senza essere più attorniata dalle continue voci che le hanno reso la vita fuori e dentro l’attività agonistica, sicuramente non facile.

  • Tricolore a Franco Pellizotti, Moser terzo

    Tricolore a Franco Pellizotti, Moser terzo

    Una delle vittorie più belle in una delle corse più belle e spettacolari di questo 2012, Franco Pellizotti è il nuovo campione italiano grazie alla splendida vittoria sul traguardo di Borgo Valsugana su un ottimo Danilo Di Luca e sul giovanissimo Moreno Moser.

    Dicevamo una delle corse più spettacolari degli ultimi anni grazie soprattutto a Michele Scarponi che ha reso la corsa durissima sin dai primi metri.

    La corsa è viva sin dall’inizio con continui scatti e contro scatti dai quali escono otto corridori: Belletti, Bandiera, De Marchi, Locatelli, Cimolai, Donati, Oss e Scarponi. I fuggitivi, soprattutto grazie alla presenza di Scarponi costringono la Liquigas, la squadra più forte al via insieme alla Lampre – ISD, a mettersi subito davanti nonostante in fuga ci sia Daniel Oss. Infatti il favorito di giornata è Vincenzo Nibali che vuole presentarsi al Tour con il tricolore sulle spalle.

    Franco Pellizotti ©PATRICK HERTZOG/AFP/Getty Images

    La corsa definitivamente ad un giro dalla fine: Michele Scarponi viene ripreso dal duo Liquigas composto da Nibali e Moser con Caruso, Pelizzoti e Di Luca a completare il sestetto al comando. Il più fresco in salita è pellizotti e proprio nell’ultima ascesa il delfino di Bibione piazza l’allungo decisivo, dietro Nibali alza bandiera bianca mentre Caruso, Di Luca ed il giovane Moser tengono duro ma nulla possono contro il corridore dell’Androni Giocattoli che si prende una rivincita importante contro tutto e tutti.

    Infatti Pellizotti è al rientro quest’anno dopo due anni di una contestatissima squalifica per valori anomali del passaporto biologico, unico ciclista della storia ad essere squalificato dall’UCI nonostante l’assoluzione ottenuta dal tribunale sportivo italiano. Splendida anche la prestazione del giovane Moreno Moser, nipote del grande Francesco che ha dimostrato una classe eccezionale facendo del trentino uno dei prospetti più interessanti di tutti il panorama ciclistico internazionale.

    Ordine d’Arrivo

    1 Franco PELLIZOTTI ITA ANDRONI GIOCATTOLI

    33.06

    2 Danilo DI LUCA ITA ACQUA & SAPONE

    +27

    3 Moreno MOSER ITA LIQUIGAS

    +27

    4 Damiano CARUSO ITA TEAM KATUSHA

    +27

    5 Vincenzo NIBALI ITA LIQUIGAS

    +2:11

     

     

     

     

  • Juventus Cavani, Marotta prepara l’offerta

    Juventus Cavani, Marotta prepara l’offerta

    La Juventus è pronta a sferrare l’attacco decisivo per l’uomo che dovrebbe far fare alla Vecchia Signora, il definitivo salto di qualità in ottica internazionale.

    Il prescelto ed il sogno di mister Antonio Conte è Edinson Cavani, l’uruguaiano del Napoli che per caratteristiche tecniche e fisiche si sposa a pennello nel modulo dell’ex capitano bianconero.

    Sebastian Giovinco, Alessandro Matri e 20 milioni cash, ecco la proposta che il club di Corso Galilei Ferraris sta pensando di formalizzare al club partenopeo che ricordiamo ha appena ceduto al PSG di Carlo Ancellotti, il Pocho Lavezzi. L’entourage del giocatore si è già dimostrato interessato all’ipotesi bianconera ma come sappiamo, l’accordo passerà naturalmente dalla volontà del presidente Aurelio De Laurentiis che comunque sembra essere restio a privarsi del suo secondo tenore anche se è conscio che se volesse mantenere Cavani sotto il Vesuvio dovrà ritoccargli sensibilmente l’ingaggio.

    Edinson Cavani, sogno bianconero ©FILIPPO MONTEFORTE/AFP/GettyImages

    La pista Top Player per la Juventus non si chiama solo Cavani, ma il club Campione d’Italia è molto vigile su un altro uruguaiano, Luis Suarez del Liverpool e sull’olandese Robin Van Persie in scadenza all‘Arsenal. Ambedue le piste possono essere realizzate ma, come anche per Cavani, risulteranno decisive le cessioni che Beppe Marotta riuscirà a realizzare per poter racimolare quella liquidità necessaria per il grande colpo. In merito sembra essersi raffreddata la possibilità di un approdo del brasiliano Felipe Melo ai russi del Spartak Mosca, per l’ex viola si è comune riaperta una pista in Turchia in quanto il Fenerbache ha ottenuto il via libera dalla Uefa a partecipare alle competizioni internazionali dopo lo scandalo delle scommesse che oltre in Italia, risulta essere una pessima moda anche in Turchia. Per quanto riguarda Milos Krasic ed Eljero Elia sono sempre vigili i club inglesi con Tottenham e West Ham in pole per le ali bianconere.

  • Juventus, stop per Verratti, Top Player? no grazie

    Juventus, stop per Verratti, Top Player? no grazie

    La regina di quest’inizio di calciomercato, ovvero la Juventus di Antonio Conte e Beppe Marotta, sta trovando serie difficoltà per raggiungere il gioiellino del Pescara, Marco Verratti.

    L’inserimento del Napoli, come fece l’Inter una settimana fa con Sebastian Giovinco, sta facendo aumentare la richiesta del Pescara per la comproprietà del futuro erede di Andrea Pirlo.

    Infatti, dopo lo stop di ieri, anche questa mattina non è andato a buon fine il nuovo incontro tra i due club per definire il trasferimento in bianconero del regista abruzzese. Il nodo da sciogliere resta ancora quello delle comproprietà: la Juve, infatti, vuole inserire nell’affare almeno due contropartite tecniche. Ma le uniche gradite al Pescara sono Troisi e Bouy (più 1,5 milioni per la metà), con quest’ultimo che ha però già rifiutato il trasferimento in Abruzzo. il Napoli resta  quindi alla finestra anche se la volontà di Verrattiè di trasferirsi a Torino, dopo un anno in Serie A da giocare a Pescara.

    Beppe Marotta ©Getty Images

    Intanto per quanto riguarda il tanto sognato Top Player, la frenata brusca arriva questa volta direttamente dall’Amministratore delegato di Madama Beppe Marotta che ieri, in occasione del master in Management sportivo tenutosi a Milano, ha espressamente dichiarato che alla Juventus non c’e’ assolutamente posto per le star ma solamente per giocatori che seguono un comune intento motivazionale tracciato da Antonio Conte e da tutta la dirigenza bianconera e che ha avuto frutti decisamente insperati la scorsa stagione con la vittoria del 28° tricolore.

    Comunque, arrivi o non arrivi il tanto famigerato Top Player, la Juventus si è già vendicata dello sgarbo dell’Inter nell’affare Giovinco, bloccando di fatto il trasferimento di Mattia Destro a Milano tessendo la tela della vendetta dietro il Siena che ha riscattato la metà del giovane calciatore dal Genoa. Sul fronte cessione saranno decisive le prossime giornate in ottica Elia al West Ham e Felipe Melo ai russi dello Spartak Mosca.

  • L’ex Parma Bravo accusa: Truccata Parma Juve del 96/97

    L’ex Parma Bravo accusa: Truccata Parma Juve del 96/97

    Proprio adesso che le prime sentenze emesse nell’ambito dello scandalo del calcio scommesse facevano presagire ad una quasi totale amnistia per i club coinvolti, ecco un’altra bomba ad orologeria scoppiata a causa di una dichiarazione rilasciata al sito sportivoYahoo Sport, dall’ex calciatore del Parma, il francese Daniel Bravo.

    Parma – Juventus del campionato 1996/1997, fu truccata”. Ecco la rivelazione molto forte che l’ex centrocampista dei ducali fa uscire allo scoperto con 15 anni di ritardo.

    La partita incriminata era valevole per la 32esima giornata di campionato ed i ducali erano in corsa per il titolo quando, secondo le dichiarazione del francese, nell’intervallo fra il primo ed il secondo tempo si decise per il risultato di 1-1.

    Ecco le dichiarazioni dell’ex calciatore francese:“Nell’ultima partita importante per il Parma eravamo in corsa per il titolo e si decise per il pari nell’intervallo, di comune accordo. Io non capivo, dissi: “Voi siete matti, si può vincere”. E gli altri: “In Italia si fa così, lascia stare.

    In quella stagione la Juventus si laureò campione d’Italia con due punti di vantaggio proprio sul Parma. La partita “incriminata”, secondo Bravo, terminò 1-1 (autogol di Zidane e gol su rigore di Amoruso per la Juventus).

    Uno scontro di gioco in Parma Juventus ©Grazia Neri/ALLSPORT

    Adesso bisogna però porsi alcune domande: per prima cosa, come mai si può arrivare a raggiungere un accordo in una partita della massima divisione professionistica italiana e per giunta nel corridoio dello spogliatoio nel corso dell’intervallo? Poi, che motivi aveva il Parma di accettare una simile combine che per giunta andava esclusivamente a vantaggio della Juventus impedendo al club ducale di vincere uno scudetto storico per la città di Parma e per finire, come mai il buon Bravo esce allo scoperto con soli 15 anni di ritardo per denunciare una combine che avrebbe avuto all’interno del panorama calcistico italiano degli effetti catastrofici?

    Come al solito non siamo noi a dare delle risposte, diamo solamente qualche spunto di riflessione e lasciamo a chi legge l’articolo, la possibilità di trovarle secondo il proprio buon senso.

  • Federer ko ad Halle, follia Nalbandian al Queen’s calcio al giudice

    Federer ko ad Halle, follia Nalbandian al Queen’s calcio al giudice

    Roger Federer perde una finale sull’erba ma il suo avversario non è Rafael Nadal ed il torneo non è Wimbledon. Lo svizzero cede infatti ad Halle, in Germania, un torneo vinto ben cinque volte dal fuoriclasse di Basilea che ha perso dal tedesco Tommy Haas.

    Ritorno alla vittoria per Tommy Haas dopo ben tre anni di digiuno con l’ultimo successo dell’ex numero uno del mondo tedesco, proprio ad Halle nel 2009 su un giovane Novak Djokovic.

    Sconfitta in due set per Federer, 7-6 6-4 in un match in cui lo svizzero è apparso ancora una volta poco concentrato in alcune fasi importanti del match commettendo degli errori gravissimi sui colpi di contro balzo vera e propria specialità della casa rosso crociata.

    Queste le parole di Haas dopo la vittoria inattesa:”Sono estasiato dal fatto di reggere fisicamente allo sforzo e spero che tutto cio’ duri a lungo. Solo quattro mesi fa non sapevo se sarei potuto tornare a questi livelli. Battere Federer sull’erba, in Germania, e vincere il 13o titolo potrebbe essere il modo migliore per ritirarsi. Ma non sono pronto”. Federer, dal canto suo, ha annunciato che dopo qualche giorno di riposo da giovedi’ sara’ a Wimbledon per tentare di portare a casa il 7o titolo dello Slam inglese.

    David Nalbandian ©Clive Brunskill/Getty Images

    Incredibile anche quello che è successo al Queen’s, torneo Atp250 come quello tedesco di Halle in cui in finale si trovavano l’argentino David Nalbandian ed il croato Marin Cilic. Protagonista in senso assolutamente negativo è proprio l’argentino che, dopo aver vinto al tie break il primo set, perde letteralmente la testa facendosi espellere dalla finale. Infatti, dopo avere subito il break sul 3-3 del secondo parziale, Nalbandian ha preso a calci un pannello pubblicitario che contornava la sedia del giudice di linea. Il malcapitato ha riportato un taglio all’altezza della tibia che ha iniziato a sanguinare copiosamente. Il giocatore è apparso imbarazzato e si è subito scusato con la sua vittima, ma questo non è bastato ad evitargli la squalifica immediata per condotta antisportiva. Il supervisor Tom Barnes ha immediatamente deciso di squalificare Nalbandian, che ha lasciato il campo fra le proteste e i fischi del pubblico. La vittoria è andata ovviamente a Cilic che ha comunque dichiarato, durante la premiazione, di non essere assolutamente contento della vittoria ottenuta grazie alla follia di Nalbandian.

    IL VIDEO

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  • L’Usada mette nei guai Armstrong. A rischio i sette Tour de France

    L’Usada mette nei guai Armstrong. A rischio i sette Tour de France

    Non è ancora finita, anzi, si preannuncia una vera e propria guerra mediatica – legale fra l’ex ciclista e plurivincitore del Tour de France Lance Armstrong e l’agenzia americana antidoping (USADA) che accusa l’americano di aver fatto uso di Epo e di trasfusioni illegali.

    Questa volta l’agenzia americana sembra fare sul serio dichiarando di avere le prove che condannerebbero Armstrong all’eventuale perdita di alcuni o addirittura tutti i sui sette Tour de France accusandolo appunto, di aver fatto uso di Epo, testosterone, corticosteroidi e trasfusioni oltre che di agenti mascheranti, fornendo gli stessi prodotti ad altri.

    È il giornale americano Washington Post che fa da tramite alle accuse vere e proprie dell’Usada che sostiene di essere in possesso di campioni di sangue, raccolti nel 2009 e nel 2010, “perfettamente compatibili con manipolazioni sanguigne, incluso l’uso di Epo o di trasfusioni”.  Inoltre, ancora l’agenzia, afferma di essere in possesso di preziose testimonianze di ex corridori e di persone coinvolte direttamente nel mondo del ciclismo, che incastrerebbero in maniera inequivocabile il campione americano.

    Armstrong dal canto suo non è rimasto certamente a guardare dichiarando testualmente: “Non mi sono mai dopato e, a differenza dei miei accusatori, ho gareggiato per 25 anni senza cali di prestazione e superando oltre 500 test – la replica in una nota di Amstrong -. L’Usada ignora questa fondamentale distinzione e accusa me anzichè coloro che hanno ammesso di aver fatto uso di doping e questo la dice lunga sulla sua mancanza di correttezza e su questa vendetta“.

    Lance Armstrong ©Mario Tama/Getty Images

    L’agenzia americana, che si ricorda non ha giurisdizione penale ma solamente sportiva, è fermamente convinta della colpevolezza di Armstrong tanto da dichiarare che il texano, assieme ad altri cinque ex tesserati, tre dottori tra cui Michele Ferrari, un preparatore e il team manager Johan Bruyneel, abbia messo in piede un sistema basato sul doping dal ’98 al 2011. A far capire che questa volta si fa sul serio, l’agenzia americana antidoping ha escluso il texano dalla partecipazione alle gare di triathlon competizione amata da Armstrong sin dai tempi del suo approdo nel panorama ciclistico internazionale.

    Continuano quindi le ombre del doping su Lance Armstrong, ombre che con il passare del tempo diventano sempre più numerose e che rischiano di macchiare in maniera indelebile una delle storie sportive ed umane più significative di tutto lo sport mondiale.

  • Boxe, addio a Teofilo Stevenson, l’ultimo idealista

    Boxe, addio a Teofilo Stevenson, l’ultimo idealista

    Uno dei più grandi pugili della storia della nobile arte ci lascia all’età di 60 anni, il cubano Teofilo Stevenson viene messo ko da un infarto, un avversario troppo forte anche per la sua immensa forza.

    Grandissimo pugile che faceva della forza e dell’intelligenza sul quadrato del ring i suoi punti forti abbinati ad uno destro devastante. Mattatore ai giochi olimpici con tre ori consecutivi dal 1972 al 1980 (che potevano essere sicuramente quattro se non fosse per il boicottaggio di Cuba a Los Angeles 1984), viene da tutti unanimemente considerato come l’ultimo grande idealista dello sport internazionale.

    Considerato dal mondo sportivo e non come uno degli ultimi rivoluzionari della storia cubana che considera lo sport professionistico illegale. Celebre fu infatti il suo rifiuto ad una borsa di quasi 5 milioni di dollari per entrare nel mondo professionistico della boxe e sfidare il grande Muhammad Ali. L’incontro non ci fu mai ed anzi, proprio Alì divenne grande amico di Stevenson condividendo sicuramente dei valori che ai giorni nostri sono decisamente lontani. Stevenson abbandonò la boxe dilettantistica di cui fu l’assoluto dominatore per oltre un ventennio nel 1986 diventando allenatore e poi vice presidente della Federazione cubana di boxe e decretando Felix Savon, tre volte olimpionico dei massimi come lui ai Giochi di Barcellona ’92, Atlanta ’96 e Sydney 2000, suo legittimo erede. Un record quello messo a segno da Stevenson nella sua lunghissima carriera da dilettante difficilmente eguagliabile con le sue 301 vittorie su 321 incontri.

    Teofilo Stevenson ©STAFF/AFP/GettyImages

    Oltre che grandissimo sul ring, Teofilo Stevenson si è dimostrato unico anche nella vita normale, famosa infatti la frase del grande Teofilo che dichiarò testualmente ad un amico: Cos’è un milione in confronto all’amore di otto milioni di cubani?” rinunciando di fatto a fare la storia anche nel pugilato c.d. dei grandi e ricevendo in premio dal leader maxismo Fidel Castro come ricompensa al celebre rifiuto, una casa.

  • Nadal nella storia, settima gioia al Roland Garros

    Nadal nella storia, settima gioia al Roland Garros

    Lo spagnolo Rafa Nadal vince per la settima volta in carriera il torneo del Roland Garros dimostrandosi, se ce ne fosse ancora bisogno, il giocatore più forte di tutti i tempi sulla terra battuta battendo il numero uno del mondo, Novak Djokovic in quattro set (6-4 6-3 2-6 7-5 lo score), in poco più di tre ore di gioco divise in due giorni.

    Infatti la finale del Roland Garros 2012 è stata molto disturbata dalla pioggia che ha costretto i due giocatori a due interruzioni nella giornata di ieri ed una oggi, seppur minima, in cui il più penalizzato è sembrato essere il serbo.

    Molto spettacolare ed altalenante nel rendimento dei due giocatori il primo set che dura quasi un ora in cui Djokovic parte malissimo andando sotto 3-0, poi è bravissimo a recuperare Nadal fino al 3 pari con lo spagnolo che a sua volta reagisce alla grande ribrekkando il serbo nel corso dell’ottavo game e chiudendo il parziale con il punteggio di 6-4 grazie soprattutto ad una nuova tattica di Nadal, che usa molto di più e con risultati ottimi il dritto in lungo linea colpo che il serbo ha sofferto per tutto il primo set.

    Anche nel secondo set il serbo parte male, Nadal va avanti 2-0 con Djokovic che riesce ancora una volta a recuperare il gap iniziale grazie anche ad una leggera pioggerellina che rende la palla più pesante penalizzando il gioco del mancino di Manacord. Ma il serbo è troppo falloso al servizio ed un ennesimo doppio fallo consente di nuovo a Nadal di comandare il secondo set sul 5-3 fino all’interruzione per pioggia che costringe i giocatori a rientrare negli spogliatoi. Al rientro è ancora notte fonda per il serbo che cede di nuovo il servizio ed anche il secondo set.

    Rafael Nadal ©PATRICK KOVARIK/AFP/GettyImages

    Come contro Seppi e Tsonga, Novak Djokovic riesce a tirare il meglio di sé quando è sul’orlo del baratro e nel terzo set, complice anche un calo nel gioco di Nadal, riesce a mettere per la prima volta nel match il naso davanti dominando di fatto il terzo set vinto con il punteggio di 6-2. Le condizioni del tempo sono molto instabili, i giocatori scivolano molto ma la nuova interruzione per pioggia arriva sul 2-1 e servizio Djokovic con lo spagnolo su tutte le furie perché voleva interrompere il match, alla fine del terzo set.

    Si riprende nella giornata di oggi con il serbo che dimostra la sua enorme difficoltà ad entrare subito nel match, Nadal riconquista subito il break perduto e non concede assolutamente nulla al servizio con Djokovic molto in difficoltà a trovare il ritmo partita. A condannare il serbo, come nei set precedenti, è stato il servizio e soprattutto i doppi falli con l’ultimo che ha regalato di fatto il torneo a Nadal.

    Con questa vittoria Nadal diventa il giocatore più vincente nella storia del Roland Garros con i suoi sette titoli (2005,2006,2007,2008,2010,2011 e 2012) mentre per Djokovic è rimandato all’anno prossimo il tentativo di vincere l’unico torneo che manca nel suo ricco palmares, ovviamente Nadal permettendo.

  • Ciclismo, Wiggins padrone del Delfinato e forse anche del Tour?

    Ciclismo, Wiggins padrone del Delfinato e forse anche del Tour?

    Si è concluso ieri con la vittoria dello spagnolo Moreno, l’edizione 2012 del criterium del Delfinato, mini corsa a tappe sulle strade francesi che, insieme Tour de Suisse iniziato sabato, fa da preludio al Tour De France che partirà il 30 giugno.

    La vittoria è andata al britannico del team Sky Bradley Wiggings che si dimostra il dominatore di questo 2012 dopo i successi alla Parigi – Nizza ed al Giro di Romandia.

    Seconda vittoria al Delfinato per il 32enne britannico campione olimpico su pista, successo che catapulta direttamente Wiggins come il favorito numero uno della Grande Boucle. Infatti il capitano del team Sky, oltre a contare sulle sue doti innate nella corsa contro il tempo è migliorato tantissimo in salita grazie anche ai chili persi che gli hanno fatto fare il salto di qualità in montagna senza comunque perdere nulla a cronometro, suo vero punto di forza.

    Esce bene dal Delfinato anche il vincitore della passata edizione del Tour, l’australiano Cadel Evans che ha vinto la maglia verde della classifica a punti dimostrandosi comunque ancora un po’ in ritardo di condizione rispetto al britannico. Tutto comunque secondo la tabella di marcia dell’ex campione del Mondo australiano che siamo sicuri si presenterà ai nastri di partenza della corsa a tappe più importante al mondo come uno dei papabili antagonisti del capitano del team Sky Wiggins.

    Bradley Wiggins ©Bryn Lennon/Getty Images

    Non esce benissimo invece dal Delfinato la speranza italiana al Tour de France Vincenzo Nibali che ha preso una sonoro scoppola nella tappa di Morzine dopo che comunque si era difeso bene nella cronometro di 53 km perdendo 3’ da Wiggins. Lo stesso Nibali ha dichiarato, rassicurando i suoi tanti tifosi, che il Delfinato è stata solo una tappa d’avvicinamento al Tour de France dove lo squalo dello stretto vuole assolutamente migliorare il settimo posto nella classifica generale conquistato nel 2009 e conquistare una vittoria che manca dal 1998, anno di grazia dell’indimenticabile Marco Pantani.