Autore: Vincenzo Paliotto

  • Il Salary Cap rivoluziona la Serie B

    Il Salary Cap rivoluziona la Serie B

    Il salary cap, cioè l’istituzione del tetto massimo per gli stipendi dei giocatori in riferimento in questo caso al Campionato di Serie B, rappresenta un viatico imprescindibile per la futura struttura del calcio italiano e per la sua credibilità. La crisi economica diffusasi a livello mondiale, ma in maniera alquanto accentuata anche in Italia, hanno ridotto sensibilmente gli introiti in favore del dorato mondo del pallone e quindi costretto, direi in modo saggio e sapiente, i vertici del calcio italiano ad introdurre il salary cap, al momento per il campionato cedetto, ma che la cui formula con contenuti diversi possa essere estesa anche al torneo di Serie A. In sostanza un giocatore del campionato di Serie B con questa riforma potrà gudagnare al massimo 300.000 euro. Un tetto che costringerà le società e gli operatori di mercato a rivedere almeno un quarto degli attuali stipendi cadetti.

    L’introduzione del salary cap in Serie B dovrebbe comportare, quindi, di riflesso anche l’adeguamento degli ingaggi per le categorie inferiori come quelle di Lega Pro e di Serie D.

    Abdel Kader Ghezza | © Massimo Paolone / Iguana Press Getty Images
    Abdel Kader Ghezza | © Massimo Paolone / Iguana Press
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    In sostanza un forzato adeguamento a quelle che sono le esigenze economiche del paese. Del resto il calcio sprecone ed ultramiliardario non era più sostenibile da diversi anni. Anche l’estate prossima, infatti, assisteremo ad un’ecatombe di club che falliranno oppure che non avranno la possibilità di iscriversi ai vari campionati. La pretesa e l’ambizione sono quelle di ridare credibilità ad un calcio in grave difficoltà, oberato dai costi di gestione troppo alti e dagli introiti sempre più esigui. Pochi tagliandi staccati ai botteghini dello stadio, anche in Serie B, e difficoltà a coinvolgere sponsor di aziende, costrette d’altra parte a mettere in cassa integrazione i propri dipendenti o nel peggiore dei casi a chiudere i battenti.

    Attualmente i calciatori che guadagnano di più in Serie B sono il francese del Bari Ghezzal con 1 milione e 300 mila euro lordi, seguito dall’argentino del Novara Gonzalez con circa 100.000 euro di scarto. Ma anche altri giocatori italiani esperti o meno della categoria sono vicino al milione di euro, come il bresciano Caracciolo ed il patavino Vantaggiato. All’orizzonte anche un ridimensionamento delle rose da 24 a 20, ma a partire dalla prossime stagione, con l’incremento però di una lunga lista di under da cui attingere. Il calcio dunque spera di cambiare volto e di guadagnare maggiore credibilità.

  • Ecuador ad un passo dalla qualificazione alla Coppa Del Mondo

    Ecuador ad un passo dalla qualificazione alla Coppa Del Mondo

     Con grande sorpresa la nazionale dell’Ecuador è ad un passo dalla qualificazione alla prossima Coppa del Mondo in programma in Brasile nel 2014. Superando con un roboante 4-1 il Paraguay tra le mura amcihe di Quito, gli ecuadoregni si sono portati al secondo posto in classifica del giorne sudamericano alle spalle dell’Argentina ed approfittando anche della contemporanea ed inopinata battuta d’arresto della Colombia sul terreno del Venezuela. L’entusiasmo è pertanto diventato incontenibile in Ecuador, dove i tifosi legittimamente sognano la terza partecipazione ad un Mondiale, dopo le edizioni del 2002 e del 2006.

    Il condottiero della selecciòn ecuadoregna è un colombiano di Calì, che però possiede la cittadinanza honduregna e si chiama Reinaldo Rueda. Ex-calciatore del Deportivo Calì e dell’Independiente di Medellìn, si è rivelato un tecnico pratico, ma dalle idee innovative, che riesce soprattutto a lavorare nel mondo migliore con i giovani, considerata anche la sua importante esperienza con i settori giovanili. Rueda si è insediato sulla panchina dell’Ecuador il 10 agosto del 2010, rilevando Sixto Viruela ed ha iniziato un proficuo ed importante lavoro con questa nazionale, risucendo ad assemblare i talenti del campionato locale con i numerosi giocatori che attualmente disputano campionati importanti in Europa ed anche in Messico, altra meta ambita degli ecuadoregni.

    Ecuador |© RODRIGO BUENDIA Getty Images
    Ecuador |© RODRIGO BUENDIA Getty Images
    La squadra tricolor gira soprattutto intorno al talento di Luìs Antonio Valencia, centrocampista di 27 anni del Manchester United, idolo di casa ed il giocatore con il maggiore bagaglio di esperienza. Ma non il solo. Infatti, l’attacco si appoggia in particolar modo su Felipe Caicedo, 24enne della Lokomotiv Mosca, ma anche su Jeffersson Moreno, che invece i suoi gol li mette a segno con la maglia del Morelia nella Liga Mexicana. Abbastanza folta in verità la colonia dei nazionali ecuadoregni in Messico. Rojas fa compagnia a Moreno nell’attacco del Morelia, quindi Christian Benitez (24 gol in Nazionale) veste la casacca dell’America, Suarez è in forza al Pachuca, mentre Castillo difende i colori del Puebla. L’esperto Walter Ayovì, il capitano della Selecciòn, invece è al centro della difesa del Monterrey. Tra gli altri europeizzati Noboa difende i colori della Dinamo Mosca ed Ibarra quelli del Vitesse Arnhem in Olanda.

    Nell’ultima lista dei convocati mancava Edison Mendez del Deportivo Quito e che vanta ben 104 presenze in Nazionale, ma che fa parte ancora del gruppo di Rueda. L’Ecuador sogna, il biglietto per il Brasile è già in tasca.

  • Leo Messi ed Higuaìn esaltano l’Argentina

    Leo Messi ed Higuaìn esaltano l’Argentina

    Sembra persino difficile pensare che un madridista ed un blaugrana possano andare così d’accordo. La rivalità tra Barcelona e Real Madrid è talmente alta che un giorno lo stesso impassibile Josè Mourinho richiamò Iker Casillas ad una maggiore compostezza, complice di aver fraternizzato troppo con gli avversari del Barca, ma grandi compagni di squadra nelle Furie Rosse. Ad ogni modo, la classe calcistica parla evidentemente un altro linguaggio ed è capace anche di mettere da parte le rivalità apparentemente invalicabili. Così come accade anche nella Selecciòn argentina di Alejandro Sabella, che sta dominando il raggruppamento sudamericano per le qualificazioni alla Coppa del Mondo del 2014. E a trascinare la albiceleste, infatti, sono proprio un giocatore del Barcelona ed un altro del Real Madrid, vale a dire Leo Messi e Gonzalo Higuain.

     Con i loro gol hanno stordito anche la non irresistibile, ma non più sprovveduta Nazionale del Venezuela, addirittura ancora in corsa per centrare una clamorosa qualificazione, che sarebbe la prima della sua stroia calcistica. Higuain ha realizzato una doppietta di pregevole fattura, sfruttando manco a dirlo i preziosi suggerimenti di un Messi, che ha incantato anche con la maglia della sua Nazionale. Tanto che il Monumental di Buenos Aires, tra l’altro gremito del pubblico delle grandi occasioni, gli ha riservato grandi ovazioni. Messi ha realizzato invece dagli undici metri. Oltretutto Leo Messi, come è giusto che sia, in Argentina è amatissimo ovunque, anche se non ha mai giocato una partita del campionato nazionale. Del resto, il Barcelona lo portò in Catalogna quando era praticamente giovanissimo con tutta la sua famiglia. Per curarlo, rinforzarlo e farlo diventare un grande campione.

    Messi e Higuain | © DANIEL GARCIA / Getty Images
    Messi e Higuain | © DANIEL GARCIA / Getty Images

    La Pulce in ogni caso ha espresso anche un desiderio che l’AFA, la federazione calcistica argentina, esaudirà nel più breve tempo possibile. Infatti, Messi vuole giocare la prossima gara con la Selecciòn contro la Colombia all’Estadio Marcelo Bielsa di Rosario, cioè la tana del Newell’s Old Boys, la squadra in cui aveva militato da giovanissimo, ed i cui tifosi ne rivendicano la paternità di grande campione.
    L’Argentina finalmente riesce a beneficiare della classe di Leo Messi, così come avviene anche per il Barcelona. Sabella gli sta costruendo intorno una squadra importante. Del resto gli argentini di valore che popolano gli altri campionati nel mondo sono tanti. Oltre a Higuain, ci sono Lavezzi, Di Maria, Mascherano. Non sarebbe un caso che tra un anno in Brasile sia proprio l’Argentina una delle squadre da battere.

  • Balottelli oscura Neymar, Italia-Brasile che spettacolo

    Balottelli oscura Neymar, Italia-Brasile che spettacolo

    Anche questa volta, come da pronostico, la nuova edizione del confronto classico ed eterno Italia-Brasile non ha deluso le attese. Anzi il copione del match in questa occasione si è rivelato ancora più affascinante, quasi a voler invertire le parti dei contendenti.
    Con gli azzurri a bailare il futebol carioca ed i brasiliani, invece, a capitalizzare il loro gioco in una perfetta imitazione europeizzata. Tuttavia, il confronto di Ginevra ha comunque un suo protagonista quasi assoluto, in quanto tra le marce ad alta velocità innescate da Neymar e le frustate di Oscar, il vero colpo magico lo mette a segno Super Mario Balotelli, che al 57′ mortifica l’ex compagno di squadra Julio Cesar con una palombella degna dei migliori giocolieri auriverdi.

    Ad ogni modo, avrà molto da lavorare in vista della Coppa del Mondo il Brasile e tanto dovrà fare ancora anche l’Italia. Anche se il CT Prandelli la sua formula di garanzia pare averla trovata. L’allenatore di Orzinuovi è attento alle indicazioni fornitegli dal campionato e quindi in grado di ergere a ruolo di protagonista anche Alessio Cerci, che gioca ed anche bene nel Torino poco più su della zona-salvezza, e Mattia De Sciglio, alla sua prima stagione da titolare nel Milan, squadra in cui gioca a destra, ma che in Nazionale esordisce ottimamente sulla corsia mancina. Prandelli in sostanza riesce a fare gruppo e a gratificare chi arriva in Nazionale con ambizione e soprattutto dare merito ai nuovi giovani che il calcio nostrano promuove.Del resto, l’unica nota negativa per il Commissario Tecnico azzurro della sua gestione è stata la finale della Coppa Europa contro la Spagna, gestita in maniera incauta, sbagliando totalmente uomini e tempi. Anche Balotelli in azzurro d’altra parte è una sua creazione, nonostante certe bizze e la discontinuità in certi casi dell’attaccante milanista.

    Gli azzurri esultano dopo il gol di Balotelli
    Gli azzurri esultano dopo il gol di Balotelli

    Il Brasile di Felipao Scolari, invece, ha impressionato a metà, ma non ha convinto complessivamente nella sua prova. Il talento dei suoi interpreti c’è, ma l’impressione generale è che la Selecao abbia bisogno ancora di innesti rispetto alla squadra vista a Ginevra. Ma anche questo Scolari lo sa. Il CT brasliano sta dando spazio a tanti per poter sviscerare nel 2014 la squadra migliore per vincere la Coppa del Mondo in casa, cosa mai riuscita ai verdeoro pur laureatisi 5 volte campioni mondiali. Scolari dovrà assoltutamente recuperare Thiago Silva e Paulinho ed augurandosi di riassestare la forma migliore anche di Kakà. Il campionato brasiliano, comunque, tra vecchi e nuovi re può fornire ulteriori indicazioni anche in vista della prossima Confederations Cup, dove a Bahia Italia e Brasile, non a caso, torneranno a sfidarsi.

  • Italia-Brasile non sarà mai un’amichevole

    Italia-Brasile non sarà mai un’amichevole

    Difficilmente Italia-Brasile può essere considerata una partita amichevole. La Nazionale Italiana e la Selecao brasiliana giocano da sempre, dal 1938 per l’esattezza quando incrociarono destini ed ambizioni per la prima volta in un Campionato del Mondo, una delle classiche del calcio mondiale. D’altra parte il Brasile ha vinto 5 titoli iridati e l’Italia 4, per cui il blasone da mettere in campo è veramente tanto. Del resto Italia e Brasile in due occasioni hanno giocato una finale di Coppa del Mondo ed altre volte hanno accesso e ravvivato la storia di un Mundial. Ma tante ed importanti sono stati anche gli incontri perlomeno sulla carta definiti amichevoli.

    Nel ’38 a Marsiglia l’Italia liquidò gli auriverdi per 2-1, che erano tanto sicuri di vincere e per questo avevano già prenotato i biglietti per Parigi, sede della finalissima della Coppa Rimet. Nel 1970, invece, all’Azteca gli azzurri persero probabilmente per 4-1 contro il Brasile più forte della storia, ma vittima la squadra italiana anche dei propri amletici dubbi. Valcareggi giocava o con Mazzola o con Rivera, il Brasile schierava invece contemporaneamente 5 numeri 10, fra cui Pelè. Nel ’78 i brasiliani ci beffarono anche nella finale per il 3° posto in Argentina. Il compianto Dirceu segnò a Zoff con un tiro da distanza siderale. Si parlò incautamente di miopia. Nell’82, invece, l’Italia si prese la rivincita delle rivincite a Barcellona all’Estadio Sarrià. A piangere nel vero senso della parola fu il Brasile. Paolo Rossi segnò tre gol a Valdir Peres. In Brasile qualcuno morì per il forte dispiacere. Nel ’94, però, il Brasile ci sconfisse ai rigori negli States nella finale del Mondiale più brutta della storia.

    Italia | © Laurence Griffiths/ Getty Images
    Italia | © Laurence Griffiths/ Getty Images

    Le amichevoli anche hanno avuto il loro fascino. Nel 1956 si giocarono due amichevoli con una vittoria a testa. Nel ’63, invece, l’Italia vinse a Milano per 3-0 e Giovanni Trapattoni annullò Pelè con ogni arma e mezzo tra quelli consentiti e non. In un’altra amichevole nel ’73 vinsero gli azzurri con le reti di Riva e Capello, ma nel ’76 si impose il Brasile in rimonta. Gli italiani scoprirono nell’occasione il talento di Zico. L’Italia poi perse in amichevole in casa anche nell’89 per 1-0 e nel 2009 per 2-0. Nella Confederations Cup del 2009, invece, gli azzurri ne beccarono tre dagli auriverdi del Fabuloso Luìs Fabiano. Ma Italia e Brasile sono sempre pronte a scrivere nuove pagine di questa storia esaltante.

  • La Juve pesca il Bayern Monaco, alla Lazio il Fenerbahce

    La Juve pesca il Bayern Monaco, alla Lazio il Fenerbahce

    Non sono mancati i colpi di scena e le sorprese, così come era ampiamente preventivabile, nel sorteggio per gli abbinamenti dei quarti di finale delle coppe europee. L’urna di Nyon ha stabilito gli accoppiamenti per il prosieguo dei tornei sia di Champions League che di Europa League e consegnando alle due squadre italiane superstiti le rispettive euroavversarie. Il bilancio delle italiane in tal caso è soddisfacente soltanto a metà. Infatti, la Juventus ha incrociato le ambizioni riconosciute del Bayern Monaco, squadra che sta dominando la Bundesliga e sconfitta lo scorso anno in finale, mentre la Lazio ha pescato i turchi del Fenerbahce, non tra le grandissime del calcio europeo, ma formazione senza dubbio di tutto rispetto.

    La Juventus becca il Bayern Monaco | ©Getty Images
    La Juventus becca il Bayern Monaco | ©Getty Images
    La Juventus ritrova sulla propria strada la squadra che per l’ultima volta l’ha eliminata in Champions nel 2009. I bianconeri subirono un pesante passivo, 4-1 al Delle Alpi. Jupp Heynckes sa già di andare via per lasciare il posto a Guardiola, ma non per questo gli mancheranno gli stimoli giusti. La Juve dovrà arginare l’attacco a mitraglia dei bavaresi, ma sulla carta ai bianconeri conviene affrontare più tedeschi che il Barca o il Real Madrid. La sfida probabilmente più spettacolare dei quarti potrebbe, però, essere PSG-Barcellona, anche se i parigini ancora non godono dell’esperienza internazionale giusta. Anzi Ancelotti fa fatica anche in patria e al cospetto del Barca avrà il compito meno agevole di tutti i quarti. Ibra oltretutto non giocherà al Parco dei Principi per squalifica e ritroverà i suoi ex-compagni catalani soltanto al Camp Nou. Meglio è andata al Real Madrid, che sornione può approdare in semifinale, affrontando un Galatasaray senza dubbio quotato, ma forse non all’altezza dei madri disti. Mourinho ritroverà i suoi ex-pupilli Drogba e Snejider. Nel 2000 i turchi batterono 2-1 il Real e conquistarono la Supercoppa Europea. L’ultimo quarto di Champions, invece, propone la sfida inedita tra il Borussia Dortmund ed il Malaga, con i tedeschi al momento leggermente favoriti, ma potrebbero non mancare le sorprese.

    In Europa League, come detto, la Lazio incrocia il Fenerbahce. Anche nei quarti di Coppa UEFA del 2002/2003 i romani eliminarono una turca, in quel caso il Besiktas di Istanbul. Il Chelsea, invece, dovrà domare l’ostico Rubin Kazan, formazione russa scorbutica che in Europa riesce a compiere spesso e volentieri l’impresa. Qualche anno fa in Champions espugnò addirittura il Camp Nou. Il Tottenham Hotspur, ridimensionato dalla grande paura patita a San Siro, prova a frenare la corsa del sorprendente Basilea. Anche qui il pronostico è in favore dei londinesi, ma gli elvetici in Europa hanno palesato tanti e convincenti progressi. Il Benfica in versione brillante e spumeggiante, invece, deve contenere gli ardori di un’altra inglese, il Newcastle, che stenta molto in campionato ma che rivendica importanti ambizioni europee. I bianconeri nel lontano ’69 vinsero la Coppa delle Fiere.

  • Copa Libertadores, l’Atletico Mineiro a punteggio pieno

    Copa Libertadores, l’Atletico Mineiro a punteggio pieno

    L’Atletico Mineiro è senza dubbio la squadra più in forma della prima fase della Copa Libertadores I brasiliani, infatti, sono gli unici ad aver vinto tutte le partite fin qui disputate e viaggiano a punteggio pieno nel Gruppo 3 . I bianconeri contano 12 punti e sono già qualificati alla seconda fase, hanno battuto per due volte i boliviani del The Strongest, hanno maramaldeggiato per 5-2 in casa dell’Arsenal de Sarandì e quindi hanno avuto la meglio nel confronto diretto tutto brasiliano tra le mura amiche contro il Sao Paulo. L’exploit della squadra di Cuca, tecnico di 49 anni alla terza stagione alla guida del club del Minas Gerais, non è certo casuale. L’apporto dell’esperienza di Ronaldinho, più il contributo dell’estro e dei gol portati in dote da Jo, attaccante funambolico ex del Manchester City, e da Diego Tardelli, rientrato dall’esperienza nel Qatar alla guida dell’attacco dell’Al Gharrafa, hanno agevolato il salto di qualità di una squadra già forte.

    Ronaldinho è l'uomo in più dell'Atletico Mineiro nella Libertadores | ©Getty Images
    Ronaldinho è l’uomo in più dell’Atletico Mineiro nella Libertadores | ©Getty Images

    Anche se fino a questo momento la rivelazione dell’Atletico Mineiro porta il nome del giovane Bernard, autore già di tre reti in questo scorcio di Libertadores. 20 anni, Bernard è nativo proprio di Belo Horizonte, ma ha iniziato la carriera in un altro club cittadino, il Democrata, prima di passare al più prestigioso Atletico. E’ un centrocampista ed ha una clausola rescissoria già molto alta. Del resto avrà l’occasione di imparare molto e bene dall’estroso Dinho.

     La cura del vivaio del resto è una delle strategie societarie peculiari del club mineiro fondato nel 1908. La squadra bianconera è considerata la squadra più polare di Belo Horizonte, il vero club dei minatori, anche se non ha mai vinto la Copa Libertadores, finita 2 volte invece nelle mani degli eterni rivali del Cruzeiro. L’Atletico Mineiro ha vinto, però, 41 volte il titolo estaduais del Minas Gerais e nel 1971 è stato il primo campione brasiliano della storia. A livello internazionale ha vinto 2 volte la Copa Conmbeol, antesignana della Copa Sudamericana nel 1992 e 1997. In Libertadores invece nel 2000 si è spinta fino ai quarti, eliminato poi dal Corinthians.

    La squadra è anche conosciuta come O Galo, il gallo, soprannome affibbiatogli dal giornalista Fernando Pierucetti del A Folha da Minas negli Anni Trenta. L’Atletico Mineiro è una vera istituzione a Belo Horizonte ed in tutto il Minas Gerais ed in tanti si augurano una campagna importante del club in Copa Libertadores.

  • Super Kozak, la Lazio attende i sorteggi dei quarti

    Super Kozak, la Lazio attende i sorteggi dei quarti

    La Lazio europea non conosce ostacoli ed archivia la pratica tedesca dello Stoccarda con un perentorio doppio successo. Dopo la vittoria corsara in Germania, i biancocelesti liquidano con un netto 3-1 la formazione di Bruno Lababdia anche all’Olimpico di Roma, in una partita giocata purtroppo a porte chiuse. Il mattatore della serata è il centravanti ceko Libor Kozak, che realizza una sontuosa tripletta e con 8 reti guadagna al momento il titolo di capocannoniere dell’Europa League. Oltretutto Kozak si porta in dote anche altri 2 gol realizzati nel turno preliminare della stessa manifestazione, che lo fanno salire complessivamente a quota 10. La Lazio approda ai quarti di una manifestazione europea a distanza di 10 anni, l’ultima volta era accaduto nella stagione di Coppa UEFA del 2002/2003.

    Ad ogni modo, la squadra romana sfata finalmente anche il tabù dei club italiani in Europa League, in quanto dalla sua istituzione nessuna formazione del nostro calcio si era spinta fino ai quarti della competizione. Un dato statistico che lascia in ogni caso delle riflessioni importanti.

    Libor Kozak mattatore di Europa League | ©Getty Images
    Libor Kozak mattatore di Europa League | ©Getty Images
    Il passaggio ai turni successivi in Europa League assegna dei punti importanti nel ranking UEFA, ma purtroppo la competizione viene spesso e volentieri snobbata dalle nostre squadre. Onori e meriti, dunque, maggiori per la squadra di Petkovic che sta credendo nella manifestazione per spingersi il più lontano possibile nel tabellone per il prestigio del club e dello stesso calcio italiano. Gli introiti garantiti dall’Europa League purtroppo sono di gran lunga minori rispetto a quelli elargiti dalla Champions League. Basti pensare che la Dinamo Zagabria, che in Champions ha perso tutte le partite disputate, ha guadagnato più euro della Lazio, che è arrivata ai quarti di Europa League senza mai perdere.

    L’Europa League ha consegnato, comunque, alle luci della ribalta il centravanti Kozak, che dopo i gol continentali reclama uno spazio maggiore anche in campionato. La Lazio pescò Kozak nel 2008 nelle file dell’Opava, piccolo club ceko, dopo che lo stesso giocatore aveva fallito un provino con il Portsmouth. Dopo una breve parentesi al Brescia in prestito, Kozak è ritornato nella Capitale ed al momento i suoi gol stanno spingendo i biancoceelsti nel loro sogno europeo, in attesa del prossimo avversario.

  • Sorteggio Champions, le avversarie della Juve

    Sorteggio Champions, le avversarie della Juve

     La Champions League approda in pompa magna alla sua fase a cinque stelle, ma in questo caso non nel senso grillino del termine, ma esclusivamente per la grande qualità delle squadre rimaste in lizza. Ben 3 spagnole, 2 tedesche, una francese, una turca ed un’italiana caratterizzeranno i quarti di nobiltà della competizione per club forse non la più bella, ma la più ricca del mondo. Spicca in questo caso la totale assenza di formazioni inglesi, evento che non si era mai verificato nella storia della Champions. Nella giornata di venerdì il sorteggio Champions a Nyon assegnerà alla Juventus, unica italiana, la sua avversaria.

    I bianconeri, tra le altre 7 squadre ancora in lizza, non hanno mai affrontato il Malaga nella loro storia europea, anche perché gli iberici vantano una pressochè scarsa storia internazionale. Ma con le altre spagnole i precedenti esistono e come. La Juventus, infatti, ha affrontato il Barcelona 9 volte, riportando 4 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. E’ l’ultima squadra italiana ad aver violato il Camp Nou. Nel 2003 i bianconeri vi vinsero con un gol nei supplementari di Zalayeta, che valse la qualificazione. Con il Real Madrid, invece, la Juventus ha giocato addirittura 14 volte, riportando 7 vittorie ed altrettante sconfitte. Cioè contro le merengues non hanno mai pareggiato. Nell’ultimo doppio confronto del 2008/2009 i torinesi vinsero due volte. 2-1 al Delle Alpi, mentre al Bernabeu Del Piero visse una delle serate più belle della sua carriera, con una doppietta segnata a Casillas il 5 novembre del 2008.

    Sorteggi Champions League
    Sorteggi Champions League

    Con alti e bassi, invece, risulta il ruolino di marcia nei confronti delle tedesche, sia il Bayern Monaco che il Borussia Dortmund. Contro i bavaresi la Juventus ha giocato 6 volte con 3 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte, ma l’ultimo precedente è senza dubbio amaro. L’8 dicembre del 2009, vincendo per ben 4-1 al Delle Alpi, il Bayern sancì l’eliminazione dalla Champions dei bianconeri nel girone di qualificazione. Uno dei gol bavaresi fu dagli undici metri anche del portiere e specialista Butt. Anche il Borussia Dortmund non rievoca piacevoli ricordi. La Juventus ha affrontano i gialloneri in 7 occasioni, riportando 4 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte. Purtroppo una delle due sconfitte scaturì nella finale di Coppa dei Campioni del 1996, che il Borussia vinse con un perentorio 3-1 e grazie ad una doppietta dell’ex-laziale Riedle.

    Con il Paris Saint Germain, invece, la Juve ha giocato 8 volte, senza mai perdere una partita con 6 vittorie e 2 pareggi. Gli unici due pareggi dei parigini peraltro maturarono nella Coppa delle Coppe del 1983/84. 2-2 a Parigi e 0-0 a Torino, che in ogni caso sancirono l’eliminazione dei francesi.

    Con il Galatasaray la Juventus ha giocato in 4 occasioni, riportando 1 vittoria, 2 pareggi ed 1 sconfitta. Il 2 dicembre del 1998 allo stadio Alì Sami Yen si giocò in un’atmosfera particolare e blindata. Si temevano rappresaglie per delicate vicende diplomatiche italo-turche. Il governo italiano, attraverso l’operato del parlamentare di Rifondazione Comunista Ramon Mantovani, aveva concesso asilo politico ad Ocalan, capo dei curdi e nemico dei turchi. Tuttavia, la partita si svolse regolarmente con i gol di Birindelli e di Suat al 93’.

     

  • Il Napoli Primavera esce indenne dallo Juventus Stadium

    Il Napoli Primavera esce indenne dallo Juventus Stadium

     La grande sfida tra Juventus e Napoli Primavera trova un’appendice di assoluto valore anche a livello di calcio giovanile e le formazioni dei bianconeri e dei partenopei si contendono la finale della Coppa Italia di categoria. Si tratta di calcio vero, sia ben intenso. Juventus e Napoli si affrontano in notturna dinanzi ad una buona cornice di spettatori allo Juventus Stadium nella gara di andata. Il pareggio finale di 1-1 premia maggiormente i napoletani, che in verità hanno sofferto molto nel primo tempo la pressione della Juve, mentre i bianconeri recriminano per la grande quantità di occasioni mancate. Si attende ovviamente il retour-match che si giocherà al San Paolo per assegnare il trofeo tricolore, che il Napoli ha vinto una sola volta nel 1996/97. Ben 3 sono invece i successi riportati dai bianconeri nell’albo d’oro della manifestazione.

    I grandi protagonisti della serata dovrebbero essere almeno sulla carta Stefano Beltrame, sul fronte juventino, e Roberto Insigne, su quello napoletano, che hanno già brillantemente esordito nelle rispettive prime squadre. Invece i goleador della serata torinese proiettano alla ribalta i nomi di Matteo Gerbaudo, classe ’95 di Moncalieri, che realizza il momentaneo vantaggio juventino, e quello di Gennaro Tutino, classe ’96, che pareggia per il Napoli con una pregevole azione personale, seppur favorito da un macroscopico errore dello juventino Ruggiero. Il risultato premia al momento maggiormente il Napoli, anche se al San Paolo la vittoria finale sarà ancora estremamente in bilico. Le due squadre hanno dimostrato di equivalersi ampiamente.

    Juventus- Napoli Primavera
    Juventus- Napoli Primavera

    La Juventus è allenata da Marco Baroni, cioè colui che nel 1990 con un suo gol regalò il secondo Scudetto al Napoli, battendo la Lazio al San Paolo. I bianconeri, in corsa anche per lo Scudetto Primavera, domenica a Londra, al Griffin Park terreno del Brentford, affrontano il Chelsea nei quarti di finale della Next Generation Series, la Champions League di categoria. Anche il Napoli di Giampaolo Saurini, ex-centravanti di Cagliari e Lazio, è in corsa per il titolo nazionale, ma sogna di vincere la Coppa Italia, trofeo importante per premiare il proficuo lavoro che si sta svolgendo nella cantera napoletana. La regione campana è considerata il Sud America d’Italia da molti operatori di mercato per la grande quantità di giovani calciatori di valore.

    Il calcio giovanile italiano sta crescendo, comunque, vertiginosamente, così come dimostrano queste partite ad alto contenuto tecnico ed agonistico. Il Napoli si coccola su tutti Roberto Insigne e Palma, che hanno fatto tutta la trafila con le giovanili partenopee, mentre anche la Juventus prosegue un discorso sulla linea verde di alta qualità. Anche il San Paolo nella gara di ritorno vivrà un’altra serata di spettacolo.