Autore: Vincenzo Paliotto

  • Il Napoli ad un passo dalla Champions League

    Il Napoli ad un passo dalla Champions League

    Con un po’ di fortuna ed il solito contorno di sgradite polemiche il Napoli trova i tre punti che probabilmente risulteranno decisivi per consolidare il suo secondo posto in campionato e guadagnare, quindi, l’accesso diretto alla Champions League. Del resto, complice la sconfitta dei rossoneri sul campo della Juventus, il Milan si allontana attualmente a ben 7 lunghezze dai partenopei e deve guardarsi soprattutto dall’assalto della Fiorentina di Montella. Gli azzurri conquistano una vittoria sofferta al cospetto di un Cagliari coriaceo ed irriducibile, che fa tremare il San Paolo con gli acuti di Ibarbo e Sau, mettendo in vetrina un acume tattico autorevole ed una sfrenata velocità di gioco. Poi Cavani rimette in corsa il Napoli, mentre il sigillo finale è confezionato da Insigne, la vera sorpresa della stagione.

    Edinson Cavani intanto si conferma sempre di più sul trono dei tiratori scelti del campionato con il suo 23esimo gol stagionale in Serie A, mentre intorno al suo nome ed al suo procuratore si scatena una vera e propria asta di mercato. Il prezzo per il suo cartellino è fissato ai 63 milioni di euro e De Laurentiis non è disposto a far sconti a nessuno, anche perché a detta del Presidente questi soldi serviranno per rifondare un Napoli da Champions League. Nel frattempo la difficoltosa pratica cagliaritana è risolta da Lorenzinho Insigne, che a tempo scaduto inventa il gol che allontana il fantasma milanista, ma che scatena l’isterismo dei cagliaritani per una rissa vergognosa, anche se poi lo stesso Mazzarri e De Laurentiis gettano successivamente ed impietosamente benzina sul fuoco.

    Insigne porta il Napoli in Champions | © Giuseppe Bellini / Getty Images
    Insigne porta il Napoli in Champions | © Giuseppe Bellini / Getty Images

    Raggiungendo il secondo posto in campionato, il Napoli darebbe un senso importante alla sua stagione, soprattutto considerando l’indotto che arriverà dalla sua partecipazione alla Champions League. Anche se forse gli azzurri avrebbero potuto osare qualcosa di più nell’arco della stagione. L’assalto alla corazzata Juve è durato troppo poco e svanito con il sorgere delle prime difficoltà. Il secondo posto è un risultato autorevole, anche se qualche soddisfazione in più poteva giungere anche dalla Coppa Italia e dalla snobbata Europa League.

    La stagione nel suo complesso rimane positiva, mentre il futuro è già alle porte. La posizione di Cavani rimane ancora in bilico, anche se dalle parti del Vesuvio in tanti hanno messo già in preventivo la partenza del Matador. Qualcuno insomma quel gruzzolo di 63 milioni di euro li tirerà fuori nel corso dell’estate, o almeno così sostengono i bene informati, mentre il Napoli pensa già ai nomi per la prossima stagione.

  • La Copa Libertadores approda agli ottavi di finale

    La Copa Libertadores approda agli ottavi di finale

    La Copa Libertadores ha esaurito la sua avvincente fase a gironi e si proietta con grande interesse ed entusiasmo verso gli ottavi di finale, di cui sono già stati stabiliti gli accoppiamenti. Inutile sottolineare il predominio dei brasiliani. Infatti, 6 club su 6 approdano agli ottavi. Dopo le ottime prestazioni dell’Atletico Mineiro, del Corinthians, del Palmeiras e della Fluminense, anche il Gremio ed il Sao Paulo sono riusciti a superare i loro ostacoli, seppur con qualche patema. Contrasta gli auriverdi degnamente il calcio argentino, che pure si presenta alla seconda fase con ben 4 formazioni. Al Boca Juniors, al Newell’s Old Boys ed al Velez Sarsfield si è aggiunto all’ultimo turno il Tigre, che ha compiuto la propria impresa andando ad imperversare per 5-3 sul campo della Libertad ad Asunciòn. Completano, quindi, il tabellone degli ottavi l’Olimpia Asunciòn, il Nacional Montevideo, l’Emelec Guayaquil, l’Independiente Santa Fè di Bogotà, la Real Garcilaso ed i messicani del Tijuana.

    Gli accoppiamenti degli ottavi risultano già interessantissimi. Addirittura con Corinthians-Boca Juniors si ripropone la finale della passata edizione ed anche questa volta i favori del pronostico sembrano pendere verso i paulisti.

    Gli accoppiamenti della Coppa Libertadores | ©YASUYOSHI CHIBA/AFP/GettyImages
    Gli accoppiamenti della Coppa Libertadores | ©YASUYOSHI CHIBA/AFP/GettyImages

    Tuttavia, sono le sfide fratricide a calamitare un enorme interesse, come il confronto tutto brasiliano tra l’Atletico Mineiro ed il Sao Paulo e quello tutto argentino tra il Velez Sarsfield ed il Newell’s Old Boys. I sorprendenti peruviani della Real Garcilaso, invece, affrontano il Nacional Montevideo in un doppio confronto non proprio proibitivo, mentre la vera sfida inedita si prospetta tra l’Olimpia Asunciòn ed il Tigre della scatenato trequartista Botta, che interessa a mezza Europa.

    Tra le altre il Gremio deve vedersela con i mai docili colombiani dell’Independiente Santa Fè, squadra da sempre alla ricerca di una propria identità continentale, mentre il brillante Fluminense sfida gli ecudoregni dell’Emelec, che da sempre sono alla ricerca di un risultato di prestigio al pari dei cugini del Barcelona. Il Palmeiras, che invece in Brasile gioca in Serie B, attende al varco l’altra sorpresa del torneo: i messicani del Tijuana, al loro esordio nella manifestazione. La città dei xolos impazzisce adesso per il calcio, anche se i cartelli di benvenuto nella città a nord del Messico da sempre recitano: “Bienvenidos a Tijuana, tequila, sexo e marijuana”. Bellezze ed imprevisti della Copa Libertadores.

  • Coppa Italia Primavera, vince la Juve tra le polemiche

    Coppa Italia Primavera, vince la Juve tra le polemiche

    Non è mancato il pubblico della grandi occasioni per la finale di ritorno della Coppa Italia Primavera: il San Paolo di Napoli ha raccolto oltre 30.000 spettatori per assistere all’atto decisivo per l’assegnazione dell’importante trofeo. Alla fine, dopo i tempi supplementari, l’ha spuntata la squadra bianconera, che si è imposto per 2-1, dopo il pareggio dell’andata per 1-1. In vantaggio su calcio di rigore con Padovan, la Juventus è stata poi riacciuffata da una rete di Novotny, mentre nei supplementari Mattiello ha siglato il punto decisivo che ha piegato la resistenza dell’estremo difensore azzurro Crsipino. La Juve ha così raccolto il suo terzo successo nella manifestazione, dopo le affermazioni del 2004 e del 2007; il Napoli è uscito tra gli applausi del suo pubblico, ma è stata soltanto una magra consolazione. Non sono mancate, però, neanche le polemiche.

    Napoli-Juventus - Finale Coppa Italia
    Napoli-Juventus – Finale Coppa Italia

    Infatti, i giocatori juventini Padovan e Gerbaudo si sono resi protagonisti di esultanze offensive verso il pubblico partenopeo per festeggiare i gol bianconeri. In particolar modo l’esultanza Gerbaudo, definita dal referto arbitrale “a sfondo sessuale”, ha costretto il direttore di gara Sala a tirar fuori il cartellino rosso nei confronti del giocatore della Juventus. Un comportamento quello dei giocatori juventini che ha costretto la società bianconera a dover porre improvvise e dovute scuse nei confronti del pubblico del San Paolo e della squadra partenopea. Il calcio giovanile dovrebbe essere più che mai un deterrente verso il razzismo e la violenza. Invece questa finale di Coppa Italia Primavera inaspettatamente ha rappresentato un motivo per mettere in vetrina comportamenti non proprio da incorniciare, anzi tutt’altro.

    Il tecnico della Juventus Primavera Marco Baroni ha, però, prontamente e correttamente stemperato gli animi, essendo il primo a richiamare i suoi giocatori per il comportamento tenuto. Del resto nel 1990 Baroni con un suo colpo di testa vincente contro la Lazio proprio al San Paolo regalò al Napoli il secondo Scudetto della sua storia. Al di là di tutto, la finale è stata ben giocata e la Juventus ha meritato il successo finale. Su entrambi i fronti ben presto si sentirà parlare dei giovani protagonisti sia della Juventus che del Napoli.

  • Roma-Lazio, il derby nella finale della Coppia Italia

    Roma-Lazio, il derby nella finale della Coppia Italia

    Il Derby Roma – Lazio rappresenta una novità assoluta nella storia delle finali della Coppa Italia. Mai le formazioni capitoline in precedenza si erano affrontate nell’atto finale della manifestazione tricolore. In verità soltanto in due occasioni la Coppa Italia nella sua storia è stata assegnata dopo la disputa di un derby. Nel 1938 la Juventus si aggiudicò la coppa nazionale, battendo per due volte in finale i cugini del Torino con Gabetto grande protagonista. Entrambe le partite si giocarono nel capoluogo piemontese ed i bianconeri prevalsero per 3-1 e per 2-1. Nel 1977, invece, la Coppa Italia fu vinta dal Milan, che prevalse nel Derby della Madonnina. La finale si giocò a San Siro e arbitrata da Gussoni di Tradate. I rossoneri di Nereo Rocco prevalsero con due reti nella ripresa siglate da Aldo Maldera e Giorgio Braglia.

    Non pochi, invece, sono i precedenti Roma – Lazio in Coppa Italia, con sfide spesso affascinanti e ricche di aneddoti. Il primo precedente risale alla stagione del 1935/36 e la Roma si impose per 2-1. Nel 1957/58 i laziali ottennero la loro rivincita, vincendo per 3-2. Nell’estate del ’69, invece, un derby fu sospeso a tre minuti dal termine per interruzione all’impianto d’illuminazione dell’Olimpico e la Roma vinse a tavolino per 2-0, in quanto la Lazio era la società ospitante.

    ROma - Lazio | © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images
    Roma – Lazio | © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    Nel ’71 il derby fu risolto da Chinaglia, mentre nel ’74 da Pierino Prati. Più avvincenti senza dubbio furono quelli della stagione del 1997/98 e vinti entrambi dalla Lazio nei quarti di finale per 4-1 e per 2-1. Il computo complessivo dei derby di coppa vede comunque in vantaggio la Roma con 9 successi, di fronte ai 5 della Lazio e 3 pareggi. L’ultimo nel 2011 è stato vinto per 2-1 dalla Roma. La finale è prevista per il prossimo 26 maggio all’Olimpico e più che per l’attesa per lo spettacolo che le squadre potranno offrire in campo, l’attenzione è concentrata soprattutto per gli eventuali problemi di ordine pubblico. Nell’ultimo derby di campionato non sono mancati incidenti ed il Prefetto e le forze dell’ordine sono chiamate ad un grande lavoro organizzativo e preventivo.

  • Il Verona a caccia della Serie A

    Il Verona a caccia della Serie A

    In ben 7 occasioni il Verona ha centrato la promozione diretta dalla Serie B alla massima divisione, ma soltanto in tre circostanze la formazione scaligera ha vinto il campionato cadetto, piazzandosi al primo posto. I gialloblu realizzarono questo prestigioso exploit nella stagione del 1956/57, la prima in cui peraltro approdarono in Serie A, nel 1981/82, con la squadra guidata da Osvaldo Bagnoli e con già in dotazione l’ossatura dell’undici che poi vincerà anche lo Scudetto, e nel 1998/99, annata in cui i veneti risalirono nella massima divisione, che però persero rapidamente fino a sprofondare addirittura ai margini della Lega Pro.

    Nonostante il pareggio in parte deludente nell’ultimo turno di campionato a Cesena, la formazione scaligera ha tutte le carte in regola per assaporare a fine stagione nuovamente il palcoscenico del massimo campionato italiano, dopo un’assenza che dura dal 2001/2002. Anche questa volta il Verona probabilmente non centrerà il primo posto in classifica, ancora saldamente in mano al Sassuolo, seppur in un momento non proprio brillante per la squadra nero verde, ma la formazione di Mandorlini per forza di cose dovrà quantomeno provare a scavalcare il Livorno di Mister Nicola, peraltro impegnato nel turno di campionato al cospetto dello spauracchio Novara.

    Hellas Verona  | © Maurizio Lagana / Getty Images
    Hellas Verona | © Maurizio Lagana / Getty Images

    I gialloblu veneti devono in buona sostanza sfatare due tabù cruciali sulla strada che li porta verso la Serie A. Il primo è quello odierno di battere tra le mura amiche del Bentegodi il coriaceo Cittadella, anche perché il Verona non ha avuto proprio fortuna in questa stagione con i derby regionali. Il secondo di natura e carattere senza dubbio più importanti è quello di evitare la lotteria dei play-off, in cui il Verona nelle ultime stagioni non è mai stato fortunato. Lo scorso anno gli scaligeri proprio nei play-off furono estromessi dal Varese, mentre nel 2010 persero quelli in Lega Pro per mano del Pescara. L’unico precedente positivo è quello della stagione del 2011, in cui i gialloblu conquistarono la B superando la Salernitana.

    Andrea Mandorlini ha in mano un organico di prim’ordine, messogli a disposizione dall’ambizioso Presidente Maurizio Setti e rinforzato ulteriormente a gennaio con gli arrivi di Sgrigna, Agostini e Nielsen. Il folto popolo gialloblu aspetta più che mai di tagliare un traguardo atteso da troppi anni.

  • Attentato alla Boston Marathon nel Patriots’ Day

    Attentato alla Boston Marathon nel Patriots’ Day

    Ovviamente il vile e sanguinoso attentato escogitato sul traguardo della Maratona di Boston, nella celebre Copley Square, ha riempito le prime pagine di tutti i quotidiani del mondo ed inondato al rete di immagini più o meno esclusive, foto e le ipotesi sugli autori ed i mandanti dell’esplosione. (altro…)

  • Roberto Mancini conquista la finale di FA Cup

    Roberto Mancini conquista la finale di FA Cup

    In un finale di stagione in netta crescita dal punto di vista dei risultati Roberto Mancini centra alla guida del suo Manchester City l’obiettivo più importante, pilotando per la seconda volta negli ultimi due anni la sua squadra alla finale di FA Cup. Un traguardo che ad onor del vero va a salvare una stagione nel complesso non proprio entusiasmante dei citizens, con un rendimento addirittura deficitario in Europa e quasi mai seriamente in lotta per il titolo in Premier League al cospetto dei cugini dello United. Tuttavia, nell’ultima settimana il City ha battuto all’Old Trafford proprio i cugini red devils, consolidando il secondo posto in campionato in ottica Champions League, e quindi ha superato il Chelsea nell’attesa semifinale della coppa nazionale.

    Mancini ha così riconquistato la fiducia sopita del suo patron arabo, in attesa di sfidare a Wembley per l’atto finale il sorprendente Wigan, alla sua prima finale in assoluto di FA Cup. L’ex-tecnico dell’Inter ha avuto ragione per 2-1 di un Chelsea, che ha anche pagato le fatiche di Europa League, dopo la dispendiosa trasferta sul terreno del Rubin Kazan. I gol di Nasri ed Aguero hanno portato avanti i citizens, prima che Demba Ba riducesse peraltro inutilmente le distanze.

    Roberto Mancini | © Andrew Yates/Getty Images
    Roberto Mancini | © Andrew Yates/Getty Images

    Come detto il City in finale affronterà un avversario inedito come il Wigan, in una versione spagnoleggiante. Infatti, oltre al tecnico catalano Roberto Martinez, il Wigan conta in rosa ben 7 giocatori iberici. Ad ogni modo, la vittoria prestigiosa del Wigan è stata sminuita dai pesanti incidenti che si sono verificati a Wembley ad opera dei sostenitori avversari del Millwall. Si era a conoscenza della pericolosità della tifoseria storicamente più facinorosa del Regno Unito, ma scene del genere sul suolo inglese non si vedevano da tempo. Le forze dell’ordine hanno operato numerosi arresti, ma gli strascichi polemici e le ritorsioni non si fermeranno qui.

    Intanto, dando uno sguardo al campionato, il Sunderland di Paolo Di Canio conquista una vittoria epocale sul terreno del Newcastle, nel TyneWear Derby, una delle rivalità calcistiche più accese d’Inghilterra. Ora, saluti romani ed ideologie fasciste a parte, sarà difficile mettersi contro il coach Paolo Di Canio. A Sunderland una vittoria nel derby contro il Newcastle vale più di ogni altra ragione, anche politica.

  • A volte ritornano, Juan Sebastian Veron pronto al rientro

    A volte ritornano, Juan Sebastian Veron pronto al rientro

    La notizia diffusa ieri da gran parte dei media argentini potrebbe essere annoverata tra le clamorose delle ultime settimane. Infatti, Juan Sebastian Veron ha dichiarato di esser vicinissimo al ritorno all’attività agonistica, dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 2012. La brujita ha manifestato il suo desiderio di tornare a vestire la casacca prestigiosa dell’Estudiantes de La Plata, che gli regalò i natali calcistici e che fu la squadra in cui il padre Juan divenne un autentico mito. Veron si era ritirato definitivamente nel 2012 dopo il riacutizzarsi di un fastidioso dolore alla caviglia, mentre si era accasato con i dilettanti del Coronel, al culmine di una grandissima carriera. Veron sta ultimando tutti i controlli medici del caso per preparare il suo ritorno all’Estudiantes, in quanto semplicemente gli manca l’ambiente ed il calore del calcio.

    Nato a La Plata il 9 marzo del 1975, Veron ha debuttato nel ’94 con il pincha e poi ha vestito le maglie di Sampdoria, Parma, Lazio, Manchester United, Chelsea, Inter e quindi nuovamente Estudiantes nel 2006, vincendo praticamente tutto: 2 Scudetti, 4 volte la Coppa Italia, 2 la Supercoppa Italiana, 1 Premier League, 2 Apertura argentine, la Coppa UEFA, la Supercoppa Europea e per concludere la Copa Libertadores, sogno di ogni giocatore sudamericano. Oltre a numerosissimi riconoscimenti personali, ha poi giocato nella Selecciòn argentina con ben 73 presenze all’attivo con 9 reti. E’ stato il terzo figlio d’arte nella storia a vincere la Copa Libertadores, dopo gli exploit di Jorge Goncalvez e Gustavo Matosas, entrambi del Penarol, i cui papà ne erano già stati vincitori.

    Juan Veron | © Chris McGrath/Getty Images
    Juan Veron | © Chris McGrath/Getty Images

    Anche Juan Ramòn Veron, il papà di Sebastian, ha avuto una carriera longeva, ma spesa quasi interamente nell’Estudiantes, con cui del resto vinse ben 3 Libertadores consecutive. Le uniche sue parentesi all’estero furono alla corte del Panathinaikos e quindi 32enne allo Junior Barranquilla in Colombia, dove guidò la sua squadra alla vittoria in campionato contro ogni pronostico. Ma tanto per gradire “la brujia”, cioè la strega, chiuse la sua carriera nell’Estudiantes nel 1981, cioè quando aveva 37 anni.

    Sebastian Veron, invece, è già arrivato a 38 primavere ed il tecnico Diego Cagna ne attende il rientro per dare una mano al glorioso Estudiantes. Una nuova sfida per Veron e per il suo amato club.

  • Europa League, la Lazio cede il passo al Fenerbahce

    Europa League, la Lazio cede il passo al Fenerbahce

    Nel silenzio irreale dell’Olimpico, la Lazio di Petkovic ha concluso all’altezza dei quarti di finale la propria comunque entusiasmante campagna europea. Anzi molti rimpianti accompagnano la squadra romana insieme a questa eliminazione. Il Fenerbahce non è apparso un ostacolo insormontabile, ma il passivo racimolato all’andata ad Istanbul e l’assenza di pubblico sugli spalti dell’impianto capitolino hanno indirizzato una qualificazione senza dubbio più agevole verso la compagine turca. Tra le altre cose il Fenerbahce per la prima volta nella sua storia con questo risultato raggiunge le semifinali di una competizione europea.

    I biancocelesti hanno provato a sgretolare lo svantaggio in cui erano incappati dopo la partita di andata nell’inferno del Sukru Saracoglu, ma gli uomini di Petkovic non hanno goduto delle migliori fortune, neanche nello sfruttare al meglio le incertezze dell’estremo difensore avversario Volkan. Il gol di Lulic ha ridato fiato a concrete speranze per la Lazio, vicina poi successivamente anche al raddoppio, ma la squadra di Istanbul ha praticamente impattato alla prima vera occasione da gol imbastita, grazie ad un tiro imparabile di Caner Erkin. Il gol turco ha ovviamente spento le effimere speranze di una Lazio in ogni caso volenterosa.

    Sedan Lulic | © AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO        (Photo credit should read ANDREAS SOLARO,ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images
    Sedan Lulic | © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

    Petkovic ha, ad ogni modo, dimostrato che si può competere su uno o più fronti nel corso della stagione. Il tecnico serbo ha rivelato coraggio ed idee. In questo ultimo scorcio di stagione gli rimane, comunque, la possibilità di inseguire un buon piazzamento in campionato e soprattutto di provare a vincere la Coppa Italia nella finale di Roma. L’Europa League è una competizione che non va snobbata. Anche perché il Fenerbahce non è sembrato un avversario irresistibile, che in semifinale troverà la compagnia prestigiosa del Chelsea e del Benfica e quella della rivelazione Basilea, squadra che gioca un calcio di grande ritmo.

    Le italiane, dunque, sono già fuori da entrambe le competizioni europee. Un dato che fa riflettere ancora di più sul delicato momento del calcio italiano, di cui peraltro già si sapeva. Questa debacle non è niente altro che una conferma del momento negativo italiano nelle manifestazioni per club.

  • Leo Messi ed i meravigliosi della Champions League

    Leo Messi ed i meravigliosi della Champions League

     I quarti di finale della Champions League hanno riservato uno spettacolo ed emozioni pure. Dei quattro doppi confronti che ha riservato il tabellone principale della massima competizione nessuno ha previsto un esito scontato. (altro…)