“Questa sera non ho niente da imputare ai miei giocatori. Abbiamo fatto il massimo. Abbiamo avuto 12 possessi in più e abbiamo sporcato le loro percentuali di tiro. Abbiamo perso perché non siamo abituati a giocare partite di questo tipo. I ragazzi hanno rispettato in ogni zona del campo il piano partita.Il punteggio finale è bugiardo, nel senso che non dimostra che la Germania sia più forte di noi. Il punteggio dice che la Germania ha una consistenza mentale maggiore della nostra in partite come questa. Quando era chiaro che avremmo perso loro hanno continuato a giocare, noi abbiamo mollato“.
L’Italia apre i suoi Europei di basket in Lituania con una sconfitta contro la Serbia (ancora più netta di quanto dica il risultato finale che resta comunque pesante con un -12 che non lascia scampo ad alcuna scusa): partita largamente insufficiente, giocata bene solo in avvio e poi per qualche minuto nel terzo quarto quando ci si è riavvicinati ai nostri avversari, cosa che ha fatto sperare qualche tifoso in una miracolosa rimonta.
Niente di tutto ciò è accaduto, la Serbia si è dimostrata squadra di grande valore e di immenso talento e conferma così le ambizioni della vigilia che la vedono come principale antagonista della super favorita Spagna. Al contrario tutto ciò che di buono gli Azzurri avevano mostrato nei giorni precedenti al torneo sembra scomparso improvvisamente nel nulla. Serve un necessario cambio di rotta (non tutto è da buttare, perchè il quintetto “piccolo” utilizzato da coach Simone Pianigiani nel terzo quarto per la rimonta è un’arma da sfruttare maggiormente visti i buoni risultati portati in quei pochi minuti)
Come dicevamo l’Italia parte bene, costringe la Serbia a giocare veramente male, Danilo Gallinari va subito in doppia cifra ma un pò tutti, da Hackett a Bargnani (entrato dalla panchina) mostrano di essere in partita, cosa che lascerebbe ben sperare in vista degli altri quarti (al riposo del primo periodo si va sul 18-10 in nostro favore). Nel secondo quarto però i serbi si trasformano, le seconde linee slave travolgono letteralmente una piccola Italia che non riesce ad opporre la minima resistenza, Tepic e Macvan fanno il bello e cattivo tempo sia in attacco che in difesa ed ecco servito un super parziale di 25-11 che sconvolge letteralmente l’equilibrio della partita e porta avanti i nostri avversari sul 35-29 punteggio con cui si chiude il primo tempo.
Nella ripresa la musica non cambia ed a salire in cattedra è Milos Teodosic che mostra tutta la sua classe guidando il parziale di 17-5 che porta la Serbia sul +18 (52-34). Con il quintetto “piccolo” e la zona, Pianigiani sembra azzeccare la mossa giusta perchè nei minuti che separano le squadre dalla fine del terzo quarto i nostri giocatori riescono a portarsi sul -4 (57-53) per merito di un ottimo Bargnani. Tuttavia è un fuoco di paglia perchè Teodosic e Macvan si accendono all’improvviso nell’ultimo periodo e per Gallinari e compagni non c’è scampo: nuovo allungo serbo sul +16 (73-57), poi gestione oculata degli uomini di Ivkovic che chiudono sul +12 con risultato finale di 80-68.
Tra le fila italiane da segnalare i 22 punti di Bargnani ed i 15 di Gallinari (spentosi però relativamente presto), prova insufficiente per Belinelli che chiude con 9 punti ma poco incisivo nei momenti cruciali. Tra i serbi ottimi Teodosic, campione assoluto, che mette a referto 15 punti, così come Tepic. Macvan (esordio col botto per lui in questo Europeo) arriva fino a 14 punti mentre Krstic, come al solito autoritario sotto i tabelloni, ne firma 8. Prossima partita per l’Italia domani contro la Germania. Inutile dire a questo punto, che sin tratta, per noi, di sfida già decisiva! Chissà come la penserà Dirk Nowitzki.
Questa l’analisi di coach Pianigiani dopo la partita:
“Dobbiamo essere più regolari nei 40 minuti, i nostri alti e bassi non li risolviamo in un giorno ma possiamo provare ad attutire questo aspetto. C’è comunque molto da salvare perché abbiamo disputato una partita vera contro avversari di assoluto livello e questo un anno fa non era per niente scontato. Dopo un buon avvio, andato anche oltre le nostre migliori aspettative, abbiamo perso il momento della partita tutti insieme e in quello siamo colpevoli. Nella seconda frazione abbiamo rallentato e quando ci siamo fermati non abbiamo raccolto nulla, subendo il loro fisico e le loro mani addosso. Nel terzo quarto li abbiamo messi in difficoltà con la zona e negli ultimi dieci minuti, con un antisportivo e qualche errore di troppo siamo finiti di nuovo sotto”.
“La Serbia ha già dimostrato di essere squadra. Al di là del risultato, in questo Europeo, questo aspetto è di per se’ importante.I serbi hanno un proprio sistema e una propria identità e, all’interno di questi, hanno tanto talento individuale. Il loro gioco è caratterizzato da una durezza e da una costanza difensiva che rischiano di stritolarti. Segnano poi tantissimo in contropiede. La nostra idea è di rimanere aggrappati alla partita e poi di provare a dare una svolta. Anche l’Italia ha dimostrato di avere una propria identità in questo periodo, anche se non ho dubbi che giochiamo in un girone molto forte. E’ già capitato che un pizzico di emozione ci abbia guastato gli esordi, come al Torneo di Rimini, dove abbiamo perso con la Bosnia. Ma è anche vero che questa squadra, come già lo scorso anno, ha dimostrato di saper reagire. Se facciamo canestro difendiamo meglio. È una questione di fiducia. L’importante è non farci prendere dagli incubi“.
Questo il commento di Andrea Bargnani, stella dei Toronto Raptors in NBA e leader della nostra squadra:
“Il nostro è un girone molto difficile ma noi siamo pronti e soprattutto siamo ansiosi di scendere in campo. Non vediamo l’ora che inizi l’Europeo. Il nostro staff è di primissimo livello e noi abbiamo lavorato bene durante la preparazione. 5 gare così tirate in 6 giorni sono tante e sarà importante recuperare bene tra una gara e l’altra. Logico che ci sia più pressione rispetto ad una partita di qualificazione ma allo stesso tempo è anche bello poter giocare contro squadre forti come Serbia, Francia e Germania“.
In ultimo analizziamo il Girone D, il più “facile” dell’intero torneo dove 2 squadre (Russia e Slovenia) hanno già già in tasca il pass per la seconda fase (a meno di clamorosi suicidi) e le altre 4 squadre si daranno battaglia per l’ultimo posto disponibile: in leggero vantaggio la Bulgaria ma Georgia ed Ucraina non staranno a guardare. Belgio nettamente dietro e con pochissime possibilità di inserimento nella lotta.
RUSSIA: Sergey Bykov, Andrey Vorontsevich, Viktor Khryapa, Andrei Kirilenko, Timofey Mozgov, Sergey Monya, Anton Ponkrashov, Vitaly Fridzon, Alexey Shved, Semen Antonov, Nikita Shabalkin, Dmitry Khvostov.
La favorita al primo posto del girone D, anche per via del coach (David Blatt è un’assoluta garanzia) e Kirilenko dovrà dimostrare di non essere sulla via del declino. Se AK 47 sta bene è in grado di ricoprire ogni zona del campo, un giocatore totale che nessuna squadra può annoverare, capace di gestirsi in 4 ruoli diversi (escluso quello di playmaker anche se le abilità di passatore non gli mancano di certo). Le speranze russe di fare strada nel torneo passano soprattutto dalle sue lune.
Sfiderà i russi per il predominio in questo raggruppamento: il team è di sicuro livello ed affidamento, giusto mix tra giovani e “vecchi”. L’assenza dell’ex NBA Bostjan Nachbar darà modo a Goran Dragic di caricarsi la squadra sulle spalle, attenzione inoltre ai sempre pericolosi Matjaz Smodis ed Erazem Lorbek.
BULGARIA: Filip Videnov, Deyan Ivanov, E.J. Rowland, Nikolay Varbanov, Aleksandar Yanev, Kaloyan Ivanov, Pavel Marinov, Chavdar Kostov, Bozhidar Avramov, Zlatin Georgiev, Tencho Banev, Asen Velikov.
Il destino della Bulgaria è praticamente in mano ai fratelli Ivanov, a Rowland ed al micidiale tiratore Videnov. Con loro 4 in forma, il terzo posto è a portata di mano.
Squadra fisicamente di livello superiore, ma tecnicamente un pò limitata: darà filo da torcere alla Bulgaria per il terzo posto che permette l’accesso alla seconda fase: Pecherov e Fesenko sono 2 certezze, anche Vyacheslav Kravtsov è ormai un punto fermo, Gladyr l’eventuale sorpresa della squadra. In più c’è in panchina coach Mike Fratello che con la sua esperienza NBA potrebbe giocare un brutto scherzo alle altre nazionali del girone.
GEORGIA: Giorgi Gamqrelidze, Anatoli Boisa, Tornike Shengelia, Vladimir Boisa, Giorgi Tsintsadze, Konstantine Tugushi, Manuchar Markoishvili, Viktor Sanikidze, Nika Metreveli, Giorgi Shermadini, Taurean Green, Nikoloz Tskitishvili, Zaza Pachulia.
Sullo stesso livello degli ucraini troviamo i georgiani a cui però manca un pò di esperienza internazionale vista la giovane età di gran parte (quasi tutti in verità) del gruppo. Se questi elementi “cresceranno” in fretta, i pericoli per Ucraina e soprattutto Bulgaria aumenteranno esponenzialmente. Team da non sottovalutare.
BELGIO: Jonathan Tabu, Jorn Steinbach, Guy Muya, Dimitri Lauwers, Roel Moors, Marcus Faison, Maxime De Zeeuw, Randy Oveneke, DJ Mbenga, Christophe Beghin, Thomas Van Den Spiegel, Sam Van Rossom.
Con l’infortunio di Axel Hervelle (ex Real Madrid, ora a Bilbao) le possibilità per il Belgio di passare il turno si riducono drastica