E’ partito il campionato italiano di Serie A di basket: nel fine settimana si è giocato il primo turno (il via con anticipo vittorioso per Bologna sabato pomeriggio ai danni di Cremona) che si concluderà con il posticipo di martedì sera con la Mapooro Cantù che se la vedrà contro l’Umana Venezia (posticipo resosi necessario per l’impegno dei lombardi nel preliminare di Eurolega, vinto senza patemi d’animo e che permetterà a Cantù di giocarsi le proprie chance nel Girone A della manifestazione).
In verità il battesimo del campionato era stato tenuto dalla Montepaschi Siena che il 26 settembre aveva vinto contro Brindisi per 92-65. Questa gara però era un anticipo del secondo turno dato che Siena, dopo aver giocato contro Reggio Emilia poche ore fa, volerà negli Stati uniti per affrontare in amichevole San Antonio Spurs e Cleveland Cavaliers.
Tornando alla prima giornata ed ai risultati, spicca il successo dell’Emporio Armani Milano, che liquida la pratica Juve Caserta imponendosi per 97-71: la favorita del campionato si affida a Malik Hirston autore di 17 punti e travolge gli avversari prendendosi così di forza i primi 2 punti della stagione.
Bene anche Sassari che regola Biella per 79-67: Drake Diener top scorer degli isolani con 18 punti, all’Angelico non basta Mavunga autore di 16 punti.
Roma sbanca Pesaro 75-71: a guidare la Virtus al successo sono D’Ercole (con 17 punti) ed il solito Datome (16). Inutili invece per i marchigiani i 13 punti di Traini.
Montegranaro espugna Avellino con il punteggio di 82-74: a regalare i 2 punti agli ospiti è Burns autore di 17 punti con 6 recuperi, bene anche Slay e Cinciarini con 15 punti a testa. Per la Sidigas non sono sufficienti i 23 punti di Richardson.
Adrian Banks guida Varese alla vittoria (nel supplementare) a Brindisi: per lui 27 punti totali di cui 15 nell’overtime. Ottimo anche Ere (32 punti), importante il contributo di Dunston (22 punti). Ai padroni di casa non bastano i 34 punti di uno scatenato Gibson.
Successo sofferto per Siena che ha la meglio contro la neopromossa Reggio Emilia di soli 5 punti (61-56). Il posticipo della domenica è equilibrato per 38 dei 40 minuti toali, poi i toscani assesstano il colpo decisivo al match. Top scorer Brown con 13 punti.
Nell’anticipo del sabato invece Bologna supera Cremona 63-74 con 19 punti di Minard, 18 di Hasbrouck e 15 di Smith. Per i padroni di casa 15 punti ciascuno per Jackson ed Harris.
RISULTATI PRIMO TURNO SERIE A:
Vanoli Cremona vs SAIE3 Bologna 63-74
Enel Brindisi vs Cimberio Varese 110-118 (overtime)
EA7 Emporio Armani Milano vs Juve Caserta 97-71
Sidigas Avellino vs Sutor Montegranaro 74-82
Scavolini Banca Marche PU vs Virtus Roma 71-75
Banco di Sardegna Sassari vs Angelico Biella 79-67
Trenkwalder R.Emilia vs Montepaschi Siena 56-61
chebolletta Cantù vs Umana Venezia 02/10 ore 20:30 (posticipo per impegni in Eurolega di Cantù)
LA CLASSIFICA:
1. Montepaschi SI 4
2. Virtus Roma 2
3. EA7 Emporio Armani MI 2
4. Banco di Sardegna SS 2
5. Cimberio VA 2
6. SAIE 3 BO 2
7. Sutor MGR 2
8. Juve Caserta 0
9. Angelico BI 0
10. Sidigas AV 0
11. Mapooro Cantù 0
12. Trenkwalder RE 0
13. Umana VE 0
14. V.L. Pesaro 0
15. Vanoli CR 0
16. Enel BR 0
Nella quarta giornata della NFL continua il dominio incontrastato degli Houston Texans, squadra ancora imbattuta (come Arizona ed Atlanta) che guida la classifica generale con 4 successi e nessuna sconfitta. La facilità con cui i texani riescono a condurre i match è impressionante, a cadere sotto i colpi di Houston sono gli acerrimi rivali dei Tennessee Titans: la squadra di Nashville, la vecchia franchigia che aveva sede a Houston sotto il nome di Oilers (strappata via dalla città ormai tanti anni fa e portata in Tennessee) si arrende 38-14, e a trascinare i padroni di casa sono il quarterback Matt Schaub (2 passaggi da touchdown) e la difesa che intercetta 2 volte Hasselback (entrato al posto di Locker infortunatosi dopo i primi minuti di gioco) e ritorna l’ovale in end zone. Pubblico in visibilio a Houston per la vittoria contro un team una volta amatissimo quanto odiato in seguito dopo la partenza.
Vittoria, in extremis, anche per i Falcons che piegano gli orgogliosi rivali divisionali dei Panthers. A decidere l’incontro è un field goal a 5 secondi dal termine del kicker Bryant che regala il sorpasso. Grande partita del quarterback di Atlanta, Matt Ryan, che lancia per 369 yard con 3 touchdown ai compagni e la piccola macchia di un intercetto.
Grande rimonta dei New England Patriots a Buffalo: i Bills, in vantaggio per 21-7 nel corso del terzo quarto, vengono da quel momento in poi sovrastati in primis dalla grande difesa del team di Boston e conseguentemente da Tom Brady. La difesa forza 6 palle perse agli avversari e firma ben 4 intercetti (più 3 sack), Brady guida l’attacco lanciando per 340 yard con 3 touchdown pass ed uno firmato di persona. Alla fine punteggio impietoso di 52-28! Il quarterback dei Bills Fitzpatrick dopo un’ottimo primo tempo si squaglia ed oltre ai 4 passaggi da touchdown fa registrare ben 4 intercetti.
Minnesota inanella un altro risultato positivo e batte i Lions a domicilio per 20-13: la chiave della vittoria dei Vikings sta nello special team con Percy Harvin che in apertura ritorna il kick off di Detroit per 105 yard (Detroit aveva concesso un altro ritorno da 105 yard la scorsa settimana ai Titans) e poi identica cosa viene fatta da Sherels (su punt) nel corso del secondo quarto (per lui ritorno in touchdown da 77 yard).
San Diego vince a Kansas City per 37-20, dominando il match dall’inizio fino alla fine, travolgenti i San Francisco 49ers che ottengono una larga ed impressionante vittoria sul campo dei New York Jets per 34-0 con i biancoverdi padroni di casa annichiliti dalla difesa avversaria.
I Rams hanno la meglio su Seattle per 19-13 ed operano l’aggancio in classifica ai danni dei Seahawks, serve l’overtime invece tra Miami ed Arizona per decretare la squadra vincitrice: alla fine il successo va ai Cardinals per 24-21 grazie al field goal dalle 46 yard del kicker Feely. Arizona resta così ancora imbattuta.
I Denver Broncos si sbarazzano senza problemi problemi degli Oakland Raiders grazie alla prova di Peyton Manning che lancia per 338 yard con 3 passaggi da touchdown. Dopo la bella prova di settimana scorsa contro gli Steelers, i Raiders tornano ad essere brutti da vedere.
Cincinnati sbanca Jacksonville per 27-10, Washington vince a TampaBay 24-22: dopo un primo tempo quasi perfetto (21-6), i Redskins giocano una seconda parte di gara non all’altezza e vengono rimontati dai Buccaneers che si portano avanti 22-21 a 100 secondi dalla fine. Ma nel poco tempo rimanente il quarterback rookie Robert GriffinIII guida un drive eccellente da circa 80 yard in poco più di un minuto portando l’ovale sulla linea delle 41 yard (a tempo quasi scaduto) da dove anche il poco preciso (sino a quel momento) kicker Billy Cundiff realizza l’unico calcio piazzato della sua partita (su 4 tentativi abbordabili) regalando la “W” alla squadra della Capitale.
Houston Texans | & copy; Thomas B. Shea/Getty Images
Ancora polemiche arbitrali a GreenBay dove nella partita contro i Saints, nonostante il ritorno dei direttori di gara titolari, ci sono ancora alcuni episodi controversi (come già successo nell’ultimo Monday Night dei Packers contro Seattle). A decidere la partita è il field goal sbagliato dal kicker di New Orleans Hartley a meno di 3 minuti dal termine. Green Bay ringrazia e porta a casa il risultato di 28-27 condannando i Saints ad un impronosticabile record (ad inizio stagione) di 0-4 (peggiore squadra della Lega). Bene il quarterback dei Packers Rodgers che lancia per oltre 300 yard con 3 passaggi da touchdown, meglio di lui fa Drew Brees che lancia per 446 yard e 3 touchdown. Per lui record storico, per la 47esima partita consecutiva va a referto almeno con un passaggio da touchdown ai compagni, pareggiato il record NFL di tutti i tempi di Johnny Unitas.
Infine, nell’atteso match tra i rivali divisionali di Eagles e Giants, hanno la meglio i padroni di casa che battono i campioni del Mondo per 19-17: a condannare la squadra di Eli Manning il field goal (dalle 54 yard) non andato a referto del kicker Tynes a 15 secondi dal termine dell’incontro.
Stanotte chiusura della quarta giornata con il MondayNight tra Dallas e Chicago.
Baltimore Ravens-Cleveland Browns 23-16
Atlanta Falcons-Carolina Panthers 30-28
Buffalo Bills-New England Patriots 28-52
Detroit Lions-Minnesota Vikings 13-20
Houston Texans-Tennessee Titans 38-14
Kansas City Chiefs-San Diego Chargers 20-37
New York Jets-San Francisco 49ers 0-34
Saint Louis Rams-Seattle Seahawks 19-13
Arizona Cardinals-Miami Dolphins 24-21 (overtime)
Denver Broncos-Oakland Raiders 37-6
Jacksonville Jaguars-Cincinnati Bengals 10-27
Green Bay Packers-New Orleans Saints 28-27
Tampa Bay Buccaneers-Washington Redskins 22-24
Philadelphia Eagles-New York Giants 19-17
Chicago Bears-Dallas Cowboys Monday Night lunedì ore 2.30
Turno di riposo per: Indianapolis Colts, Pittsburgh Steelers
LE CLASSIFICHE (i numeri accanto alle squadre indicano prima le vittorie ottenute e poi le sconfitte subite in stagione):
AFC East Division
Buffalo Bills 2-2
New York Jets 2-2
New England Patriots 2-2
Miami Dolphins 1-3
AFC North Division
Baltimore Ravens 3-1
Cincinnati Bengals 3-1
Pittsburgh Steelers 1-2
Cleveland Browns 0-4
AFC South Division
Houston Texans 4-0
Indianapolis Colts 1-2
Jacksonville Jaguars 1-3
Tennessee Titans 1-3
AFC West Division
San Diego Chargers 3-1
Denver Broncos 2-2
Oakland Raiders 1-3
Kansas City Chiefs 1-3
NFC East Division
Philadelphia Eagles 3-1
Dallas Cowboys 2-1
New York Giants 2-2
Washington Redskins 2-2
NFC North Division
Minnesota Vikings 3-1
Chicago Bears 2-1
Green Bay Packers 2-2
Detroit Lions 1-3
NFC South Division
Atlanta Falcons 4-0
Tampa Bay Buccaneers 1-3
Carolina Panthers 1-3
New Orleans Saints 0-4
NFC West Division
Arizona Cardinals 4-0
San Francisco 49ers 3-1
Seattle Seahawks 2-2
Saint Louis Rams 2-2
Nell’anticipo della quarta giornata della stagione NFL i Baltimore Ravens approfittano al meglio del turno casalingo e battono per 23-16 i rivali divisionali dei Cleveland Browns che così perdono l’ennesima occasione per arpionare la prima vittoria in stagione (unica squadra, assieme ai New Orleans Saints, ancora a quota 0 successi).
Partita non bellissima, che sarà ricordata più per il ritorno in campo dei direttori di gara ufficiali (dopo lo scempio combinato dagli arbitri di riserva nelle prime 3 giornate di regular season, che ha avuto l’apice nel touchdown della vittoria assegnato a Seattle nella partita contro GreenBay a tempo scaduto nel Monday Night dell’ultima settimana) che per le giocate degli atleti sul terreno di gioco. Da sottolineare il comportamento esemplare di tutti quanti all’entrata in campo dei “fischietti”, con i giocatori che li hanno abbracciati calorosamente ed accompagnati al centro del terreno di gioco da un lungo applauso del pubblico presente sugli spalti. Prima del lancio della monetina al cospetto dei capitàni gli arbitri hanno ringraziato sentitamente pronunciando poche parole ma di grande effetto (“Buonasera a tutti! E’ bello essere di nuovo qui!”).
Partita giocata su ritmi bassi con la solita arcigna difesa dei Browns brava a contenere l’attacco di solito molto produttivo dei padroni casa, ed infatti il primo quarto si chiude sullo 0-0. L’unica emozione (se così possiamo chiamarla) la regala lo special team dei Ravens che sul finire del periodo, manda KO il wide receiver e ritornatore di punt Joshua Cribbs: colpo durissimo inferto da Dannell Ellerbe, con il malcapitato Cribbs che riceve una mazzata tremenda sulla spalla (colpo comunque legale secondo le regole NFL) rimanendo steso sul campo per qualche minuto. Alzatosi grazie all’aiuto dello staff medico di Cleveland viene portato in ospedale per accertamenti dove viene riscontrata una commozione cerebrale.
Nella frazione successiva i primi a segnare sono i Ravens che vanno in touchdown ancora con il solito Torrey Smith (6-0). Baltimore allunga grazie al field goal di Justin Tucker (9-0), ma a rimettere tutto in discussione ci pesa il rookie Trent Richardson con il runningback bravo a segnare il touchdown del 9-7 con cui si chiude il primo tempo.
Baltimore al ritorno in campo capisce di dover chiudere al più presto la pratica e così il quarterback Flacco segna personalmente il touchdown del 16-7. I Browns restano in partita con il calcio piazzato del kicker Dawson (16-10) ma i padroni di casa, poco prima della chiusura del quarto mettono una seria ipoteca sull’incontro con l’intercetto messo a referto da Williams che riporta l’ovale in end zone avversaria con una corsa da 63 yard (23-10). Nell’ultimo periodo Cleveland prova il disperato assalto per pareggiare almeno il match ed andare all’overtime ma il forcing finale produce solo 6 punti con 2 field goal ancora del preciso Dawson (che diventa il settimo giocatore nella storia della Lega a mettere a segno in un incontro 3 calci da almeno 50 yard). Il drive finale guidato dal quarterback Weeden non porta risultati e così Baltimore trionfa per 23-16.
Proprio Weeden lancia per 320 yard ma costa caro l’intercetto subìto dal defensive back dei Ravens Williams che in pratica chiude i giochi. Trent Richardson brilla più in ricezione (57 yard di guadagno) che sulle corse, suo pane quotidiano (47 yard in 14 portate). Da sottolineare per l’ennesima volta la buona prova della difesa Browns con 4 sack messi a referto, ma con un attacco così sterile le cose diventano preoccupanti. Tra i Ravens il quarterback Flacco lancia per 386 yard con un touchdown pass a Smith ed uno segnato personalmente. Bene Anquan Boldin, ricevitore che mette assieme ben 131 yard di guadagno. Decisivo Williams con il suo inetercetto sul finire del terzo quarto.
Baltimore sale a quota 3 vittorie ed una sconfitta, per Cleveland stagione già compromessa, inizio di stagione terribile con 0 vittorie e 4 sconfitte, è la terza volta dal 1998 che i Browns partono con un record così ed alla fine nei 2 precedenti la regular season si chiuse con un magro bottino (2-14 nel 1999 e 5-11 nel 2009).
RISULTATI NFL QUARTA GIORNATA
Baltimore Ravens-Cleveland Browns 23-16
Atlanta Falcons-Carolina Panthers domenica ore 19
Buffalo Bills-New England Patriots domenica ore 19
Detroit Lions-Minnesota Vikings domenica ore 19
Houston Texans-Tennessee Titans domenica ore 19
Kansas City Chiefs-San Diego Chargers domenica ore 19
New York Jets-San Francisco 49ers domenica ore 19
Saint Louis Rams-Seattle Seahawks domenica ore 19
Arizona Cardinals-Miami Dolphins domenica ore 22
Denver Broncos-Oakland Raiders domenica ore 22
Jacksonville Jaguars-Cincinnati Bengals domenica ore 22
Green Bay Packers-New Orleans Saints domenica ore 22
Tampa Bay Buccaneers-Washington Redskins domenica ore 22
Philadelphia Eagles-New York Giants domenica ore 2.25
Chicago Bears-Dallas Cowboys Monday Night lunedì ore 2.30
Turno di riposo per: Indianapolis Colts, Pittsburgh Steelers
LE CLASSIFICHE (i numeri accanto alle squadre indicano prima le vittorie ottenute e poi le sconfitte subite in stagione):
AFC East Division
Buffalo Bills 2-1
New York Jets 2-1
New England Patriots 1-2
Miami Dolphins 1-2
AFC North Division
Baltimore Ravens 3-1
Cincinnati Bengals 2-1
Pittsburgh Steelers 1-2
Cleveland Browns 0-4
AFC South Division
Houston Texans 3-0
Indianapolis Colts 1-2
Jacksonville Jaguars 1-2
Tennessee Titans 1-2
AFC West Division
San Diego Chargers 2-1
Denver Broncos 1-2
Oakland Raiders 1-2
Kansas City Chiefs 1-2
NFC East Division
Philadelphia Eagles 2-1
New York Giants 2-1
Dallas Cowboys 2-1
Washington Redskins 1-2
NFC North Division
Minnesota Vikings 2-1
Chicago Bears 2-1
Green Bay Packers 1-2
Detroit Lions 1-2
NFC South Division
Atlanta Falcons 3-0
Tampa Bay Buccaneers 1-2
Carolina Panthers 1-2
New Orleans Saints 0-3
NFC West Division
Arizona Cardinals 3-0
San Francisco 49ers 2-1
Seattle Seahawks 2-1
Saint Louis Rams 1-2
Dopo le numerose polemiche sugli arbitri, scatenate dall’errata valutazione dei “fischietti” di riserva in occasione del touchdown che ha consegnato la vittoria ai Seattle Seahawks nel Monday Night di qualche giorno fa contro i Green Bay Packers (leggi l’articolo e guarda il video del clamoroso errore), è notizia di poche ore fa che la NFL ha trovato l’intesa sul contratto collettivo con i direttori di gara titolari che dunque potranno tornare alle loro consuete mansioni già in occasione dell’anticipo di questa notte tra Baltimore Ravens e Cleveland Browns, gara in programma verso le 2 di notte (ora italiana).
L’attesa fumata bianca era auspicata da più parti visto quello che stavano combinando gli arbitri di riserva nelle prime 3 giornate di campionato: da sottolineare che oltre al dato inquietante degli errori decisionali (in ultimo quello a Seattle che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso) si è registrato anche un alto numero di “risse” tra giocatori in campo, in uno sport che è si duro e violento ma che fa registrare sempre un alto grado di fair play. Il segnale di questo aumento fa pensare che i giocatori in campo non rispettassero l’autorità dei direttori di gara sostituti, pensando di poter fare qualsiasi cosa volessero, per iniziare dalle intimidazioni, passando per le provocazioni, per terminare appunto con le zuffe.
La Lega dunque e l’associazione dei direttori di gara (Nflra) hanno raggiunto un’intesa di massima per un nuovo contratto di 8 anni, ponendo fine al braccio di ferro cominciato a giugno e rispedendo a casa, di fatto, gli arbitri di riserva impiegati con effetti disastrosi nelle prime 3 giornate della regular season.
Il nuovo contratto, che tra domani e sabato dovrà essere ratificato dalla maggioranza dei 121 “fischietti” iscritti al sindacato, definisce salari, pensioni e benefit per gli arbitri, dipendenti part-time della National Football League. In particolare, l’attuale salario medio di 145.000 dollari a stagione arriverà a 205.000 dollari nel 2019, alla scadenza dell’intesa.
I numerosi errori di questo inizio di stagione hanno indotto Roger Goodell, commissioner NFL, ad accelerare le trattatve. Da sempre uno sport in cui la certezza delle decisioni è un punto cardine (si utilizza in ogni momento e più volte la prova televisiva sul campo per tutte le giocate controverse per poter dare la giusta chiamata sul terreno di gioco) si stava trasformando in una farsa e in molti avevano espresso preoccupazione per la situazione anche attraverso i social network. Tra questi anche il Presidente degli U.S.A. Barack Obama che nei giorni scorsi, dopo il controverso episodio della sfida Seattle-Green Bay, tramite il suo account Twitter aveva auspicato un rapido epilogo positivo della trattativa tra Lega e Nflra. Numerose erano state le polemiche ed i toni stavano diventando troppo accesi tra tra giocatori, allenatori, tifosi e “media”.
Gli arbitri titolari dunque torneranno a lavorare sin da subito: come già anticipato, già stasera saranno impegnati nel match tra Baltimore Ravens e Cleveland Browns che apre la quarta settimana della stagione regolare (Thursday Night Game) e la decisione sembra sia stata accolta con favore, soprattutto dagli atleti (come esternato nelle ultime ore dall’associazione giocatori) che ora si sentiranno molto più tranquilli sul campo da gioco.
Dopo la brutta sconfitta in Supercoppa Italiana, qualche giorno fa, contro Cantù, la Montepaschi Siena si rialza immediatamente e nell’anticipo del campionato italiano di Serie A di basket batte nettamente la neopromossa Enel Brindisi imponendosi con un eloquente 92-65.
La partita, valida per il secondo turno del torneo (ma anticipata a causa degli impegni internazionali di Siena che andrà a giocare negli Stati Uniti 2 amichevoli di prestigio contro San Antonio Spurs e Cleveland Cavaliers) non è stata una vera e propria passeggiata dall’inizio alla fine perchè nel primo tempo i pugliesi hanno giocato un ottimo match restando sempre in partita e tenendo il punteggio in equilibrio. Al ritorno in campo però i campioni d’Italia non hanno avuto problemi, prendendo il largo e chiudendo la pratica con largo anticipo.
L’inizio dell’incontro è caratterizzato da un 11-0 dei biancoverdi che grazie a Sanikidze e Carraretto fanno capire all’Enel cosa li aspetta durante la serata. Grande lavoro in difesa di Moss su Gibson e Brindisi stenta a trovare il canestro. Bucchi richiama in panchina il suo giocatore per farlo rifiatare e poco alla volta i pugliesi rientrano nel match. La rimonta ospite arriva proprio quando Gibson ritorna in campo: il suo show personale è di 17 punti in appena 10 minuti di gioco, con un quasi perfetto 6/7 al tiro. Anche grazie all’atletismo di Cedric Simmons (5 stoppate) Brindisi raggiunge la parità a quota 34 e chiude con un solo punto di svantaggio il primo tempo (43-42).
Ad inizio ripresa ecco però il parziale decisivo della Montepaschi: approfittando dei riposi forzati di Gibson e Simmons Siena rifila ben 22 punti agli avversari subendone solo 3 in 8 minuti di gioco (nel complesso l’Enel segna solo 23 punti in tutto il secondo tempo, stritolata dalla grande difesa biancoverde). E’ il momento chiave del match, con gli ospiti che non potranno fare più nulla per riequilibrare la partita (76-54 il punteggio al 33esimo minuto). Alla fine il distacco tra i campioni d’Italia e la neopromossa è di ben 27 punti (92-65).
Parte bene quindi il neo coach dei toscani Luca Banchi che ringrazia un super Brown da 18 punti. Bene anche Eze (ritornato in Estate nella sua Siena) con una doppia doppia da 12 punti d 11 rimbalzi mentre 15 punti sono di David Moss. Ottimo l’apporto di Sanikidze ed Hackett (9 e 7 punti rispettivamente) ma il dato fondamentale è che Siena porta a referto ben 9 dei 12 uomini totali. Per gli ospiti brilla Gibson con 17 punti, bene Viggiano (11 punti), Formenti (10) e Simmons (per lui gara a tutto tondo da 7 punti, 6 rimbalzi e 5 stoppate).
La Montepaschi metabolizza così il KO contro Cantù costato il primo trofeo stagionale, Siena tira con il 61.5% dal campo, il 41% da tre punti e domina a rimbalzo (38 a 27 lo scarto). Nel fine settimana andrà in scena il primo turno della Serie A 2012/2013, poi i toscani volerano negli States per testare un gruppo profondamente cambiato ma che vuole vincere ancora.
Per Brindisi nonostante l’ampia sconfitta le note sono anche positive: bisogna eliminare gli alti e bassi e giocare con molta più continuità, la squadra infatti c’è ed i giocatori sono bravi, spetta a Bucchi far progredire un gruppo che può tranquillamente raggiungere il suo obiettivo stagionale.
RISULTATI SECONDO TURNO SERIE A:
Montepaschi Siena vs Enel Brindisi 92-65
SAIE3 Bologna vs EA7 Emporio Armani Milano 03/10 20:30
Angelico Biella vs V.L. Pesaro 06/10 16:10
Umana Venezia vs Trenkwalder Reggio Emilia 06/10 20:30
Sutor Montegranaro vs Banco di Sardegna Sassari 06/10 20:30
Cimberio Varese vs Sidigas Avellino 06/10 20:30
Juve Caserta vs Vanoli Cremona 06/10 20:30
Virtus Roma vs Mapooro Cantù 07/10 20:30
LA CLASSIFICA:
1. Montepaschi SI 2
2. Enel BR 0
3. Angelico BI 0
4. Banco di Sardegna SS 0
5. Cimberio VA 0
6. EA7 Emporio Armani MI 0
7. Juve Caserta 0
8. Mapooro Cantù 0
9. SAIE 3 BO 0
10. Sidigas AV 0
11. Sutor MGR 0
12. Trenkwalder RE 0
13. Umana VE 0
14. V.L. Pesaro 0
15. Vanoli CR 0
16. Virtus Roma 0
Rivedremo mai i SeattleSuperSonics in giro sui parquet NBA? La risposta potrebbe essere (il condizionale è d’obbligo però in questi casi) positiva. E’ notizia delle ultime ore che il comune della città del Nord-Ovest del Pacifico ha approvato un piano finanziario per la costruzione di una nuova Arena che permetterebbe alla città di riavere una squadra di basket.
La storia dei Sonics è nota un pò a tutti, appassionati e non della NBA: fondati nel 1967 i gialloverdi scomparvero dalla grande pallacanestro americana nel 2008, quando il proprietario Clayton Bennett (che aveva acquistato il team nel 2006 dal fondatore della Starbucks Howard Schultz) spostò la franchigia nella sua città natale, OklahomaCity, cambiando anche nome e colori sociali alla squadra che diventò così OklahomaCityThunder. Bennett lasciò, con un accordo economico, sia il nome SuperSonics che i colori sociali alla città di Seattle, pagando quasi 80 milioni di dollari (suddivisi in 2 rate) per uscire dal contratto di locazione della KeyArena, il palazzo utilizzato per le partite casalinghe dei Sonics, che sarebbe scaduto nel 2010. Nell’accordo Bennett espresse la volontà di mantenere però la storia dei Sonics anche ad Oklahoma City benchè di quella squadra non potesse utilizzare nulla. Sono molti gli analisti della NBA (in primis l’ex ala grande di Sixers, Suns e Rockets Charles Barkley) che però non riconoscono ai Thunder il titolo conquistato nel 1979 dai Sonics ed il record vincente (con oltre 1000 successi) nelle 41 stagioni disputate a Seattle.
La questione del trasferimento dei SuperSonics ha avuto molte conseguenze in territorio americano, da ricordare il film-documentario sportivo “Sonicsgate-la morte di una squadra”, interamente realizzato dai tifosi gialloverdi per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto successo nel 2008: scavando a fondo infatti i fans dei Sonics sono riusciti a risalire ad alcune mail tra il commissioner NBA David Stern ed il proprietario Clay Bennett dalle quali è emerso il tentativo, quasi fraudolento, di acquistare la franchigia con il chiaro intento di spostarla ad OklahomaCity. Facendo leva sul fatto che la KeyArena non potesse ospitare più eventi di basket in quanto obsoleta (ma l’arena era stata rinnovata una decina di anni prima e risulta tutt’ora molto funzionale per gli eventi sportivi), Bennett ha chiesto al comune di Seattle un nuovo stadio da 500 milioni di dollari (per non trasferire la squadra nell’Oklahoma) da far pagare ai contribuenti con le loro tasse, una mossa astuta in quanto una cifra del genere difficilmente può essere racimolata a breve periodo (ma non solo). Trovando l’opposizione della città ha avuto campo libero e con l’appoggio di Stern ha attuato il piano di delocalizzazione, portato avanti con successo.
In effetti, nel quasi perfetto meccanismo degli sport americani, questa è l’unica pecca: si tende il più possibile a rendere equilibrate le squadre con l’utilizzo del salarycap (che limita le società più ricche nell’acquisizione dei giocatori miliori) e del Draft (che assegna i migliori prospetti universitari ai team che sono risultati nella stagione precedente i peggiori della Lega per aiutare a migliorarli) ma non c’è nessuna regola che vieta gli spostamenti delle franchigie di città in città se approvati dal consiglio dei proprietari. E questa è una cosa che non riguarda solo la NBA ma anche le altre Leghe professionistiche come la MLB, la NHL e la NFL. Il risultato è che molti tifosi da un momento all’altro potrebbero anche trovarsi senza una squadra per cui tifare, come successo a quelli di Seattle.
Il “dolore” e la rabbia nella Emerald City sono stati ancora più grandi dato che nel 2007 i Sonics ebbero la fortuna di selezionare al Draft Kevin Durant, un fenomeno assoluto che potenzialmente potrebbe diventare il numero 1 in NBA al pari di LeBron James. Dal 2008 l’ex beniamino di casa (rookie of the year con i SuperSonics nel 2007) è stato visto compiere magie con la maglia dei Thunder (capocannoniere nelle ultime 3 stagioni) e nello scorso torneo la sua definitiva esplosione ha condotto Oklahoma City alla Finale NBA persa per 4-1 con gli Heat.
Ecco perchè l’annuncio di un accordo tra il comune di Seattle ed il miliardario Chris Hansen viene visto con molte speranze di riavere indietro la propria squadra dai tifosi gialloverdi. Hansen ha investito 490 milioni dollari nella costruzione della futura Arena (anche se 200 sono fondi pubblici che Hansen restituirà nel giro di 30 anni da obbligo contrattuale) e proprio ieri il consiglio ha dato l’OK all’iter con una votazione di 6 favorevoli e 2 contrari. Hansen ha anche detto che oltre ai Sonics mira a portare a Seattle anche una franchigia di hockey, dato che il nuovo palazzetto, polifunzionale, potrà ospitare anche la NHL. Hansen ha chiaramente detto che ha in mente un progetto vincente che potrebbe riportare a Seattle i tempi d’oro del basket degli anni ’90 quando i SuperSonics erano una potenza della NBA grazie alle Star Gary Payton e Shawn Kemp, guidati in panchina da coach George Karl (ora allenatore di Danilo Gallinari a Denver) che li condusse alla finalissima del 1996, contro gli imbattibili Chicago Bulls di Michael Jordan (record di 72 vinte e 10 perse in regular season), persa però per 4-2.
A questo punto però arriva la nota dolente: per riavere indietro i SuperSonics Hansen dovrà cercare di fare quello che Bennett fece 4 anni fa, ovvero strappare ad altri tifosi una franchigiaNBA per portarla a Seattle (e rinominarla con il nickname Sonics). Un “circolo vizioso” a cui però non si può mettere fine. Ci sarebbe anche la possibilità di un team di espansione ma la NBA, in forte crisi economica, non vede di buon occhio questa ipotesi che stravolgerebbe tra l’altro gli equilibri di Division e Conference. La franchigia indiziata maggiormente a cambiare aria sono i Sacramento Kings, con i Maloofs (i proprietari) sommersi dai debiti che hanno fatto saltare un accordo tra città e Lega per la costruzione di una nuova arena che avrebbe permesso ai neroviola di restare a Sacramento. I Maloofs hanno rifiutato già una prima proposta di Hansen che intendeva rilevare la franchigia versando loro 400 milioni di dollari (un centinaio in più rispetto al reale valore di mercato). La questione è destinata a continuare ed una situazione simile viene vissuta nell’hockey dato che gli Oilers si sono interessati alle vicende di Seattle dato che ad Edmonton è (almeno per ora) fallito il tentativo di costruzione di un’avveniristica arena per i giovani campioncini del team canadese.
Nelle prossime settimane si attendono ulteriori sviluppi, ma siamo certi che il ritorno dei SeattleSuperSonics non sia poi così lontano…
Nel Monday Night della terza giornata NFL i Seattle Seahawks battono per 14-12 i Green Bay Packers con una giocata molto controversa a tempo ormai scaduto che rilancia (se mai si fossero placate) le polemiche sugli arbitri.
La gara è l’emblema di questo turno, caratterizzato (a parte qualche eccezione) da incontri molto tirati e decisi solo sul finale o in overtime (3 sfide si sono concluse al tempo supplementare mentre altre 3, compresa Seattle-Green Bay, si sono risolte all’ultimo secondo o a tempo scaduto) per non parlare delle molte sorprese con team meno quotati che hanno avuto la meglio, inaspettatamente, contro squadre considerate favorite alla vigilia.
Ma il probabile (più che probabile dovremmo usare la parola evidente) errore degli arbitri nell’ultima giocata del match (e forse non solo in questa occasione) scatena la reazione furiosa dei fans (non solo quelli dei Packers), dei giocatori (non solamente quelli di Green Bay) e dei giornalisti americani che chiedono a gran voce al commissioner Roger Goodell il ritorno dei direttori di gara ufficiali, ancora messi da parte per le grane sul contratto collettivo di lavoro con la Lega. I sostituti appaiono sempre più inadeguati a dirigere questi incontri, ormai è un dato di fatto dopo aver assistito a decisioni controverse sia in preseason che nelle prime 3 giornate della regular season. Resta da vedere come la NFL intende portare avanti la questione, se dare ancora fiducia ai rincalzi (che ormai sono diventati indifendibili) oppure accelerare le trattative di rinnovo con i direttori di gara titolari per farli scendere al più presto in campo e placare gli animi (bollenti) di tutti quanti.
Il match è dominato dalle difese, in particolare da quella dei Seahawks, che riesce a limitare al massimo il fenomeno avversario Aaron Rodgers, messo sempre sotto pressione ed incapace di lanciare come fa di solito. Il quarterback della franchigia del Wisconsin solo nel primo tempo viene sackato ben 6 volte, una cosa che da quando è entrato a far parte della NFL non era mai successa. A rendergli la vita difficile è lo scatenato defensive end Clemons che lo atterra per ben 3 volte (saranno 4 i suoi sack a fine gara). Il dominio delle difese sugli attacchi genera come conseguenza un punteggio bassissimo, a pochi minuti dalla fine del primo tempo ancora le 2 squadre sono sullo 0-0. L’equilibrio viene spezzato dai padroni di casa che sul finire del secondo quarto segnano il touchdown del 7-0 grazie al lancio del rookie quarterback Wilson per Golden Tate. Al riposo lungo dunque si va con Seattle avanti.
Nel secondo tempo arriva la reazione degli ex campioni del Mondo, anche se un pò a rilento: sono 2 field goal del kicker Mason Crosby nel terzo quarto a riportare i gialloverdi in partita per il provvisorio 7-6 Seahawks.
La grande difesa di Green Bay tiene l’attacco avversario al minimo e così nel quarto periodo arriva il sospirato sorpasso: a firmare i punti del 12-7 ci pensa il runningback Cedric Benson, il coach dei Packers chiama la conversione da 2 punti (per arrivare a quota 14 e mettersi al riparo da un eventuale touchdown di Seattle) anzichè il solito calcio di Crosby ma il tentativo viene fallito. Si arriva così nei minuti conclusivi dove sul drive finale dei padroni di casa gli arbitri compiono decisioni molto dubbie. Ma non è nulla in confronto a ciò che accade a tempo scaduto: sulla linea delle 25 yard circa il quarterback Wilson (al quarto e decisivo tentativo) scarica un lancio in end zone per il ricevitore Golden Tate. Tate spinge (irregolarmente) il suo diretto difensore Sam Shields mettendolo fuori causa ma da dietro sopraggiunge Jennings che prende il pallone prima che Tate possa metterci le mani sopra. Nel groviglio di uomini che si scatena gli arbitri fanno fatica a far riemergere la palla che alla fine è nelle meni del giocatore di Seattle, assegnano così touchdown (sorpasso Seahawks 13-12) ma la decisione viene rivista al replay per sicurezza. Non si capisce dunque perchè i direttori di gara, dopo aver visionato per lungo tempo tutte le immagini disponibili, assegnino la marcatura a Seattle, visto che il replay evidenzia come sia il defensive back dei Packers Jennings a prendere l’ovale, e solo dopo Tate lo strappa dalle sue mani.
La confusione degli arbitri è messa ancora più in evidenza dal fatto che dopo 10 minuti dalla fne del match, con i giocatori quasi sotto la doccia, richiamano le squadre in campo per il punto addizionale, cosa che non sarebbe dovuta avvenire visto il tempo ormai scaduto e comunque considerando che Seattle anche senza il calcio piazzato aveva operato comunque il sorpasso sui rivali.
Packers infuriati, anche i giocatori delle altre squadre al momento sono preoccupati dato che anche le prossime partite potrebbero venire falsate se lasciate in mano a questi arbitri che si sono dimostrati incapaci. Il tutto ora è nelle mani del commissioner che dovrà sbrogliare la matassa.
Ritornando alla partita da segnalare le non convincenti prestazioni dei 2 quarterback, soprattutto quella di Rodgers, apparso al di sotto delle sue possibilità. Nonostante 2 passaggi da touchdown non ha brillato neanche Wilson, l’attacco di Seattle come al solito è stato costruito sulle spalle del runningback Lynch (98 yard di guadagno sulle corse), bene anche il wide receiver Golden Tate con 2 marcature (anche se l’ultima, come già evidenziato, davvero regalata). Da segnalare la prova della difesa di casa con ben 8 sack tra i quali spiccano i 4 di Clemons, 2 sack a testa invece per Mebane ed Irvin.
In conclusione la vittoria di Seattle, per quanto visto in campo, è meritata, avendo fatto qualcosa in più rispetto ai Packers. Ma non per questo il successo doveva avvenire in questo modo, dato che l’episodio rischia di essere il più controverso di tutta la storia NFL dai suoi inizi fino ad oggi. I Seahawks ovviamente non hanno colpe, ma chi dovrà giudicare tutto dovrà farsi un bell’esame di coscienza prima che le squadre possano scendere in campo per la quarta giornata.
La terza giornata della regular season NFL ha regalato, come al solito, tantissime emozioni (ben 3 le gare finite in overtime, 2 invece quelle decise all’ultimo secondo di gioco) ma è stato un turno caratterizzato come non mai da moltissime sorprese, alcuni delle quali davvero incredibili.
Iniziamo però dalle conferme, con i Chicago Bears che non trovano molte difficoltà contro i poveri Saint Louis Rams, battuti per 23-6 grazie alla prova mostruosa della difesa che tiene al minimo l’attacco degli ospiti (Bradford viene sackato per ben 6 volte!). Sorridono anche i Buffalo Bills, ora in testa alla loro Division (assieme ai Jets) che sbancano il campo di Cleveland, i Browns si arrendono 24-14 nonostante il touchdown del runningback rookie Trent Richardson. Dall’altra parte il quarterback Fitzpatrick protagonista con 3 passaggi da touchdown.
Vittoria con il minimo sforzo per i Dallas Cowboys che battono i Tampa Bay Buccaneers per 16-10. Prova orrenda dell’attacco dei Bucs con Josh Freeman autore di una gara pessima, la peggiore in carriera. Difesa texana sugli scudi che concede poco o nulla agli avversari. Jacksonville va a vincere ad Indianapolis e per il momento allontana la crisi: reduce da 2 prime giornate in cui l’attacco del team della Florida colleziona a malapena un centinaio di yard (un record negativo per la franchigia), ecco che improvvisamente i “Giaguari” si risvegliano e Gabbert a 45 secondi dal termine guida un drive perfetto che porta al touchdown di Cecil Shorts per il sorpasso sul 22-17. Inutile l’ultimo tentativo dei Colts con Luck: il rookie quarterback, prima scelta assoluta all’ultimo Draft, però colleziona ottimi numeri chiudendo con 313 yard su lancio e 2 touchdown serviti ai compagni (con un intercetto).
Partita al cardioplamo a Miami: Dolphins e Jets vanno in overtime ed i padroni di casa hanno la possibilità di vincere e portarsi in testa alla Division a discapito proprio di New York ma il comodo field goal (da distanza accettabile) del kicker Carpenter va fuori dai pali e così Sanchez e compagni non si fanno pregare chiudendo la pratica nel drive successivo (23-20) grazie al piazzato di Folk. Il suicidio Dolphins è ancora più evidente dato che il primo field goal dello stesso Folk era stato bloccato dalla difesa ma coach Philbin erroneamente ha chiamato timeout proprio mentre il suo giocatore bloccava il calcio di Folk con le mani!
Cincinnati espugna Washington per 38-31: ottima la gara del quarterback dei Bengals Dalton con 328 yard su lancio e 3 touchdwon pass ai compagni, grande performance del ricevitore A.J. Green con una marcatura e 183 yard di guadagno in 9 ricezioni. Benino Grffin, quarterback dei Redskins che segna un touchdown e ne serve uno ai compagni. Atlanta asfalta San Diego in trasferta vincendo per 27-3, benissimo Matt Ryan che compie 3 passaggi da touchdown ai compagni anche se incappa nel suo primo intercetto stagionale. Grandissima gara del defensive back Thomas DeCoud con 2 intercetti ai danni del quarterback avversario Philip Rivers (sottotono).
Rimonta vincente degli Oakland Raiders, che dopo 2 prime partite orribili ottengono la prima vittoria in stagione ai danni dei Pittsburgh Steelers, ormai lontani parenti dello squadrone di qualche anno fa. I 3 punti del successo (34-31) li regala ad un secondo dalla fine il kicker Janikowski con il field goal dalle 43 yard. Non basta agli ospiti la super prestazione del quarterback Roethlisberger che completa 36 lanci su 49 per 384 yard di guadagno e 4 touchdown serviti ai compagni. Incredibile partita a Nashville dove i Titans si impongono per 44-41 in overtime sui Detroit Lions: negli ultimi 6 minuti di gioco vengono segnati ben 43 punti da entrambe le squadre, Tennessee sembra avere la vittoria in pugno quando si porta sul 41-27 ad 80 secondi dal termine ed i Lions devono fare a meno del quarterback titolare Stafford per infortunio, ma il suo sostituto Hill riesce nell’impresa clamorosa del recupero, aiutato anche da un pò di fortuna sul lancio disperato che porta al pareggio a tempo ormai scaduto. Nel supplementare però il kicker Rob Bironas affonda le speranze di Calvin Johnson (164 yard in ricezione ed un touchdown) e compagni con il calcio piazzato della vittoria. Per i Titans brillano il quarterback Jake Locker (378 yard su lancio per 2 touchdown) ed il ricevitore Washington che con sole 3 ricezioni porta a casa ben 112 yard di guadagno (media di 40 yard per ogni passaggio preso) con un touchdown. Record di franchigia per Tennessee con il ritornatore Reynaud che sul kick off dei Lions, dalla propria end zone, arriva dall’altra parte del campo segnando un touchdown da ben 105 yard su corsa.
Continua il momento positivo degli Arizona Cardinals che battono nettamente per 27-6 i Philadelphia Eagles, autori di una gara davvero deludente. Protagonisti del match, in primis la grande difesa della squadra di Phoenix, e poi l’accoppiata quarterback-ricevitore Kolb–Fitzgerald. Arizona guida la propria divisione davanti ai Niners. Ancora una prova di forza impressionante degli Houston Texans che vanno a vincere a Denver per 31-25: la squadra del Texas allunga facilmente nei primi 3 quarti guidata dal quarterback Schaub (autore di 4 passaggi da touchdown ai compagni), dal runningback Foster (105 yard su corsa) e dal ricevitore Andre Johnson (72 yard di guadagno in sole 2 ricezioni ed un touchdown). A nulla vale l’ultimo quarto dei Broncos guidati da Peyton Manning (330 yard su lancio e 2 touchdown pass) e da Decker, stoppati dalla difesa di Houston proprio sul più bello.
La “riedizione” dell’ultima finale della AFCConference tra Baltimore e NewEngland questa volta vede imporsi i Ravens che nel finale hanno la meglio sui Patriots per 31-30 grazie al field goal del kicker Tucker a tempo ormai terminato (nella finale AFC dello scorso torneo invece il suo predecessore Cundiff sbagliò il calcio ad un secondo dalla sirena). Tom Brady guadagna 335 yard con i suoi passaggi, Flacco lancia per 382 yard e 3 touchdown (con un intercetto) ma il protagonista assoluto è il ricevitore Torrey Smith che scende in campo nonostante neanche 24 ore prima avesse perso il fratello 19enne: per lui 6 ricezioni con un guadagno di 127 yard e 2 touchdown.
Crollo incredibile dei New Orleans Saints che si fanno rimontare e battere in casa dai Kansas City Chiefs (24-27 in overtime): avanti per 24-6 a pochi minuti dalla fine del terzo quarto, la squadra della Louisiana accusa un calo inspiegabile e subisce 18 punti dagli avversari che pareggiano il match. In overtime è il kicker Ryan Succop a regalare la “W” a coach Romeo Crennel. Non bastano i 3 passaggi da touchdown di Drew Brees ai padroni di casa, Cassell tiene saldamente la cabina di regia dei Chiefs (senza strafare) ma il protagonista principale dell’incontro è il runningback Jamaal Charles che gioca una gara irreale: per lui 33 corse con un guadagno di ben 233 yard, oltre a districarsi bene anche in ricezione con 55 yard totali in 6 passaggi ricevuti (che portano il totale complessivo a 288 yard guadagnate complessivamente), è lui a guidare la riscossa (sul 24-6 Saints) con una corsa da ben 91 yard che fa crollare le certezze di New Orleans e mette le ali a Kansas City. E meno male che aveva un infortunio al ginocchio! Nell’economia dell’incontro importante anche la prova della difesa dei Chiefs che nel quarto periodo diventa insuperabile con l’ottimo Justin Houston autore di ben 3 sack su Brees (uno dei quali vale una safety importantissima per il pareggio provvisorio). Saints all’inferno, ora il record dice 0 vittorie e 3 sconfitte. I Chiefs invece dopo questa gara possono cambiare il volto alla loro stagione.
La sorpresa del giorno arriva però, tra tutte le partite, da Minneapolis, dove i Minnesota Vikings battono i favoritissimi San Francisco 49ers autori di una prova incolore anche per merito della super prestazione degli avversari: finisce 24-13 e sugli scudi va il quarterback gialloviola Ponder che passa 2 touchdown al suo tight end Rudolph e ne sigla uno personalmente. Dall’altra parte Alex Smith interrompe la striscia di 249 passaggi utili senza farsi intercettare e Randy Moss gioca per la prima volta da avversario contro i Vikings sua ex squadra e racimola il misero bottino di 27 yard di guadagno. Da sottolineare anche la grande performance della difesa di Minnesota, al contrario di quella dei Niners che fino ad ora era stata universalmente riconosciuta come la migliore della NFL. San Francisco viene scavalcata in testa alla Division dai sorprendenti Cardinals ancora imbattuti.
La terza giornata si chiuderà con il MondayNight, in programma nella notte italiana, tra Seattle Seahawks e Green Bay Packers, un match da non perdere assolutamente.
La Mapooro Cantù batte la Montepaschi Siena nel primo match della nuova stagione agonistica 2012/2013. In palio c’era la Supercoppa Italiana, trofeo che sistematicamente finiva nella bacheca toscana da ben 5 anni. I lombardi però si sono imposti per 80-73 grazie ad un super Manuchar Markoishvili, l’atleta georgiano alla fine è stato anche eletto M.V.P. della partita.
Dopo un lustro di dominio totale in campo nazionale il nuovo corso della Montepaschi non inizia nel migliore dei modi: in Estate l’addio del plurititolato coach Simone Pianigiani, finito in Turchia sulla panchina del Fenerbahce, ha dato una grossa occasione al suo vice storico Luca Banchi che però non è riuscito a portare a casa il primo trofeo stagionale. Ovviamente serve tempo per oliare i meccanismi di un gruppo nuovo che dovrà cercare di imitare le gesta di quello precedente ma sarà meglio se tutto ciò verrà fatto alla svelta. Sorride invece Cantù che al quarto tentativo nella finale della Supercoppa finalmente fa centro.
Primo quarto di marca biancoverde con i toscani che chiudono avanti 25-16 e solo una tripla di Mazzarino evita un passivo più grande per Cantù.
Inizio di secondo periodo stratosferico per la Mapooro che con 2 triple si porta sul -3 (25-22). Dopo pochi minuti il punteggio è in parità 26-26 ma a metà frazione Siena scappa ancora portandosi sul 33-28 grazie a Sanikidze e Brown. Tyus ed Aradori permettono ai biancoblu di restare a contatto ma all’intervallo il punteggio è 42-37 per i toscani.
Il secondo tempo comincia un 5 a 0 per la Mapooro (che rimette tutto in equilibrio) firmato Leunen- Markoishvili, ed il risultato è sul 42 a 42 dopo 2 minuti. E’ la schiacciata di Cusin che vale il vantaggio per Cantù sul 44 a 42. La reazione biancoverde, propiziata da Moss, permette alla Mens Sana di impattare a quota 46 a metà del terzo periodo. I ragazzi di Trinchieri da oltre l’arco fanno però male agli avversari ed insaccano due bombe con il solito Markoishvili e Smith e prendono il comando della gara sul 52 a 48 a 3 minuti dalla fine della frazione. Siena non ci sta e con Hackett e Brown torna a -1 (55-56), nonostante le affondate di Tyus e Brooks. E’ un gioco da 3 punti dello stesso Tyus che fissa il punteggio, al termine del terzo quarto, sul 59 a 57 per la Mapooro.
L’ultima frazione si apre con il lay- up di Moss per il 59 a 59. Ress realizza una bomba, un ottimo Tyus schiaccia violentemente tenendo la gara in equilibrio sul 62 a 61 Montepaschi a 8 minuti dalla conclusione del match. I biancoblu insaccano altre 2 triple con Smith e Markoishvili che valgono il +3 per la squadra di coach Trinchieri sul 69 a 66 (metà quarto periodo). Brown cerca di ricucire il divario, Brooks però, con 4 punti consecutivi, tiene avanti Cantù sul 73 a 68 a 3 minuti dalla fine della partita. Ad un minuto dal termine si è sul 73-71. La schiacciata di Tyus vale il +4, ma Hackett dalla lunetta firma il nuovo – 2 sul 75 a 73. Smith è glaciale ai tiri liberi e non sbaglia per il 77 a 73. Sono Smith e Leunen, dopo la bella difesa lombarda, a regalare alla Mapooro vittoria e Supercoppa con il risultato di 80 a 73.
Markoishvili veine eletto M.V.P. dell’incontro e chiude la sua prova con 15 punti e 5 rimbalzi che permettono alla sua squadra di alzare al cielo il trofeo. Super prova anche di Tyus con 18 punti, contributo fondamentale di Smith con 14 punti. A Siena non bastano i 18 punti di Brown, i 17 di Sainikidze ed i 10 di Moss. Opaco Hackett con soli 7 punti.
SUPERCOPPA ITALIANA:
MAPOORO CANTU’-MONTEPASCHI SIENA 80–73 (16-25, 37-42, 59-57)
Di questi tempi, nello scorso anno, gli appassionati degli sport americani vivevano con inquietudine il mancato accordo tra squadre e giocatori NBA per il nuovo contratto collettivo da cui derivava la spartizione degli introiti totali della Lega. La situazione portò al lockout che terminò solo nei primi giorni di dicembre (furono cancellate una ventina di partite per ogni squadra rispetto alle 82 canoniche), in fretta e furia furono allestiti i training camp ed il via al campionato si ebbe nel giorno di Natale.
Quest’anno invece tocca alla NHL prepararsi al lockout: sarebbe il secondo negli ultimi 8 anni dato che già a cavallo tra 2004 e 2005 ci fu la cancellazione dell’intera stagione agonistica con ben 310 giorni totali di stop. Anche nel 1994 la Lega dovette affrontare l’identico problema che portò ad una pausa molto lunga di 104 giorni.
logo NHLCome al solito il “pomo della discordia” riguarda la spartizione degli incassi: i proprietari spingono per un taglio netto agli stipendi dei giocatori che dovrebbe farli rientrare nelle spese che annualmente sostengono per mandare avanti le franchigie, da parte dei giocatori però non c’è disponibilità a trattare dato che solo 8 anni fa avevano concesso un taglio più o meno generoso ai loro (pur lauti) stipendi. Un altro sacrificio, fanno sapere i diretti interessati, non è più nè tollerabile e nè concepibile. La crisi dell’economia americana purtroppo ha conseguenze serie anche sullo sport e i tifosi di basket già se ne sono accorti lo scorso anno con la NBA.
Le prime conseguenze del lockout sono evidenti: pur di giocare (e di ricevere comunque uno stipendio a fine mese) molte star dell’hockey su ghiaccio NHL hanno accettato di venire a giocare in Europa e di colpo alcuni campionati del Vecchio Continente hanno assunto un livello davvero notevole, in primis quello russo e quello svizzero. In attesa che magari anche qualche team italiano tenti il colpaccio prendendo (part time ovviamente) qualche leggenda NHL possiamo già parlare di accordo fatto per alcuni Big della Lega: Backstrom, Datsyuk, Fedotenko, Gonchar, Hemsky, Hudler, Jagr, Kopitar, Kovalchuk, Malkin,Ovechkin vanno a rinforzare, in ordine sparso, le squadre russe della Dynamo Minsk, del CSKA Mosca, dei Metallurg Magnitogorsk e dello Ska San Pietroburgo, anche il Lokomotiv Yaroslavl, la squadra che solo un anno fa fu protagonista di una immane tragedia con il disastro aereo che spazzo vià la prima squadra e spezzò la vita di tanti giovani atleti di belle speranze, si rinforza con l’acquisizione di Semyon Varlamov.
La Svizzera invece accoglie Logan Couture, Rick Nash, Sbisa, Spezza, Streit e Joe Thornton e vari altri elementi da All Star Game.
Soprattutto in Canada il lockout NHL è vissuto come un dramma, in molti sperano comunque che succeda la stessa cosa capitata la scorsa stagione con la NBA, ovvero che il passare del tempo porti a più miti consigli le parti in causa e si arrivi poi ad un accordo, magari riuscendo a salvare in parte il campionato che potrebbe partite (anche in questo caso) a Natale. Questa infatti appare la data limite, il cosiddetto “punto di non ritorno”: ogni altro tentativo di conciliazione seguente sarebbe infatti vano e forse superfluo.