Autore: slevin

  • Road to Sud Africa 2010: L’Italia

    Road to Sud Africa 2010: L’Italia

    A 4 anni di distanza dal Mondiale di Germania 2006 che vide la nostra Nazionale trionfare contro il pronostico di quasi tutti gli addetti ai lavori, le cose per l’Italia, almeno in apparenza, non sembrano molto cambiate: alla vigilia della massima rassegna mondiale di calcio che sta per partire in Sud Africa (prima volta tra l’altro, che la competizione si disputa in terra africana) aleggia sempre poca fiducia nella squadra e negli uomini del Commissario Tecnico Marcello Lippi.

    IL MOMENTO Certamente le 2 situazioni sono da un certo punto di vista incomparabili: in Germania non si confidava nelle capacità della Nazionale per via di una situazione venutasi a creare pochi giorni prima del via e che aveva investito il calcio italiano in tutta la sua potenza distruttiva, la cosiddetta Calciopoli, che ha stravolto i rapporti di forza e le gerarchie del pallone nel nostro Paese. Ora invece la mancanza di “fede” nel gruppo azzurro dipende quasi esclusivamente dalle scelte operate da Marcello Lippi, che nel giro di 4 anni è passato da allenatore osannato dalle folle e dai giornalisti a persona criticata in modo alcune volte poco elegante dalla stampa e dai tifosi che non hanno gradito alcune scelte nelle convocazioni fatte dal C.T. campione del mondo.
    Molti interrogativi si aprono a pochi giorni dalla partenza della competizione: sappiamo tutti che 4 anni fa la forza del gruppo, che si isolò dagli avvenimenti che accadevano in Italia e che avrebbero potuto distruggere l’armonia dello spogliatoio, fu determinante nella vittoria finale. Una compattezza poche volte vista in altre squadre, una determinazione a dir poco incredibile, una capacità di soffrire, anche nei momenti delicati, senza precedenti, il tutto sorretto da un gioco molto ordinato che a volte porta più risultati rispetto al calcio-spettacolo tanto bramato dai critici. Il dato più eclatante e significativo di questa straordinario compattezza del gruppo è riassumibile nella grande difesa mostrata durante il cammino del Mondiale passato: solo 2 gol subiti, tra l’altro uno su rigore (di Zinedine Zidane nella Finale contro la Francia) ed un autogol di Zaccardo contro gli U.S.A.
    Per il resto nessuna squadra e nessun calciatore riuscì a perforare, su azione, la straordinaria retroguardia azzurra, guidata da capitan Fabio Cannavaro (a cui si chiedeva addirittura di non indossare la fascia per lo scandalo Calciopoli che vedeva coinvolta la sua squadra, la Juventus), ottimamente coadiuvato prima da Alessandro Nesta e poi da Marco Materazzi dopo l’infortunio del milanista. Fabio Grosso si impose come il miglior terzino del mondiale e tutti ricordiamo il gol alla Germania e l’ultimo rigore nella Finale contro la Francia che ci diede la vittoria e il quarto titolo nella competizione. Alle loro spalle un insuperabile Gianluigi Buffon riusciva a parare anche i tiri impossibili, blindando la porta azzurra dagli attacchi degli avversari. Decisiva fu la sapiente regia di Andrea Pirlo, mente del centrocampo, quasi mai incappato in errori di gioco e sempre pronto ad inventare azioni di contrattacco. Luca Toni, sebbene a livello realizzativo non sia stato memorabile ha tenuto in piedi l’attacco azzurro e fu la colonna portante dei nostri schemi offensivi. Insomma una squadra quasi inaffondabile e alla fine Fabio Cannavaro vinse il Pallone d’oro, secondo nella classifica, ad una manciata di voti arrivò Buffon e al nono posto si piazzò Pirlo.
    Al ritorno in patria con la Coppa del Mondo tutti pronti ad osannare i valorosi atleti, quasi ci si fosse dimenticati “dalla sera alla mattina” dell’inquisizione subita dagli Azzurri (soprattutto dal blocco juventino che in fin dei conti, piaccia o non piaccia, è stato più decisivo rispetto a quello delle altre squadre rappresentate).
    In questi giorni sono piovute forti critiche, come dicevamo, non più per una situazione esterna alla squadra ma per via delle scelte nei convocati, dato che in molti non si sono ritenuti soddisfatti da alcuni atleti chiamati a giocare in questo Mondiale. Per questo motivo la situazione è in continua evoluzione, dato che la squadra non ha brillato nelle ultime amichevoli pre-Mondiali, ma se al grande appuntamento dovessero iniziare a venire i primi confortanti risultati si potrebbe anche cambiare idea sulla bontà dell’operato del nostro C.T.

    I CONVOCATI L’idea nella testa di Lippi è di un’Italia camaleontica, con giocatori molto duttili, che sappia adattarsi a diversi moduli e anche per questo si spiegano 3-4 convocazioni “impreviste” che hanno un pò stravolto il gruppo che è arrivato a qualificarsi nel girone eliminatorio.
    Ovviamente i punti fermi sono tutti presenti, ma le varianti rispetto a 4 anni fa non mancano.
    Per il ruolo di portiere, Lippi non ha potuto fare a meno di convocare il numero 1 al mondo ovvero Gianluigi Buffon, con l’emergente Federico Marchetti e il costante Morgan de Sanctis come eventuali sostituti.
    In difesa si è fatto ancora affidamento su Fabio Cannavaro, reduce da una stagione veramente pessima con la maglia della Juventus dopo il ritorno dal Real Madrid, forse a causa dell’età non più verdissima (37 anni), al suo fianco dovrebbe giocare Giorgio Chiellini, compagno di reparto nella squadra bianconera e che ha avuto un’annata meno disastrosa dal punto di vista agonistico grazie alla sua grinta in marcatura. Possibile sorpresa sarebbe l’inserimento di Leonardo Bonucci del Bari, rivelazione del campionato con la squadra biancorossa, al posto di Chiellini come centrale difensivo con conseguente spostamento di quest’ultimo come esterno difensivo sinistro. Convocato anche Domenico Criscito, buona alternativa a sinistra e reduce da una stagione molto positiva nel Genoa. Ha ottenuto la convocazione anche il suo compagno di reparto nel club rossoblu Salvatore Bocchetti, mentre per la fascia destra si giocano il posto da titolare il solito Gianluca Zambrotta e il napoletano Christian Maggio che potrebbe risultare utile anche in zona gol.
    A centrocampo Andrea Pirlo tiene col fiato sospeso tutta la Nazione ma nelle ultime ore il regista milanista ha garantito sulla sua presenza in campo (probabile contro la Slovacchia il 24 giugno). Accanto a lui l’irrinunciabile gioco del completo mediano della Roma Daniele De Rossi, con Gennaro Gattuso nel prezioso ruolo di recupera palloni anche se in questa stagione nel Milan non è riuscito a brillare come al solito. Valide alternative saranno il naturale sostituto di Pirlo ovvero Riccardo Montolivo della Fiorentina, Angelo Palombo della Sampdoria reduce da una grandissima stagione coi blucerchiati e ormai consacrato tra i migliori nel ruolo di centrocampista in Italia e l’eclettico Claudio Marchisio della Juventus che può ricoprire più ruoli e che sicuramente tornerà molto utile al nostro C.T. nei momenti delicati delle partite. Nonostante una poco esaltante stagione ha avuto la convocazione in Nazionale un altro bianconero, Mauro German Camoranesi, che agli ordini di mister Lippi ha comunque dato prova di non essere un giocatore finito.
    Passiamo all’attacco dove tranne Alberto Gilardino della Fiorentina e Giampaolo Pazzini della Sampdoria, che sono prime punte vere, tutti gli altri sono giocatori molto duttili che possono ricoprire vari ruoli e cambiare magari la storia delle partite: Antonio Di Natale dell’Udinese è stato il capocannoniere del campionato e lo si attende alla definitiva consacrazione, Vincenzo Iaquinta è capace di giocare almeno in 4 ruoli (esterno offensivo di destra o sinistra, seconda punta e centravanti e la sua velocità e la sua potenza potrebbero portare grande giovamento per le sorti della nostra squadra), Simone Pepe, neo juventino, la scorsa stagione nell’Udinese ha dimostrato di essere uno degli attaccanti più completi in circolazione, mentre Fabio Quagliarella ha il grande pregio di “entrare in partita” molto velocemente qualora dovesse partire dalla panchina per poi subentrare a match in corso.
    Esclusi dai primi 30 convocati Fabio Grosso (che nell’ultimo Mondiale risultò a dir poco determinante ma che ha disputato una stagione da dimenticare nella Juventus risultando forse il peggior giocatore per i bianconeri in tutta l’annata), Sirigu (portiere del Palermo), Marco Borriello (attaccante del Milan), Giuseppe Rossi (attaccante del Villarreal), Andrea Cossu (trequartista del Cagliari), Mattia Cassani (difensore di destra del Palermo) e Antonio Candreva (centrocampista della Juventus).
    Rispetto al 2006 mancano anche fuoriclasse come Francesco Totti (che alla fine, seppur allettato dall’idea di giocare un altro Mondiale, non è stato convocato) e Alessandro Nesta (che comunque non sarebbe tornato sulla sua decisione di non giocare più in Nazionale). Manca anche un fenomeno come Alessandro Del Piero, che invece nella convocazione ha sperato fino all’ultimo ma oramai i limiti fisici (36 anni) ne condizionano il rendimento.

    I GIOCATORI CHIAVE E LA TATTICA Come detto precedentemente l’Italia sarà una squadra camaleontica sia negli uomini che scenderanno in campo che nello schema di gioco: il modulo di gioco iniziale dovrebbe essere un 4-2-3-1 ma Lippi ha dichiarato di vole variare a seconda delle diverse situazioni che si presenteranno di partita in partita. Probabile il ricorso magari al 4-4-2, al 4-4-1-1, al 4-5-1 o al 4-3-3. Più difficile che il nostro C.T. si orienti per una difesa a 3, visto che i 4 difensori dietro offrono maggiori garanzie.
    Per quanto riguarda i giocatori che scenderanno in campo, sicuramente ci saranno dei punti fermi: innanzitutto l’inamovibile Buffon che dovrà cercare di dare sicurezza e guidare un reparto arretrato che nelle 2 amichevoli pre-Mondiali contro Messico e Svizzera è sembrato patire alcune determinate situazioni di gioco. In difesa Chiellini, più di Cannavaro, dovrà cercare di essere un baluardo insuperabile dando prova delle sue capacità agonistiche e fisiche che quest’anno sono un pò mancate nelle prestazioni con la Juventus a causa di un’annata in cui ai bianconeri è andato tutto fin troppo storto. Le qualità però ci sono e si spera che emergano di nuovo proprio in questo importantissimo appuntamento. A centrocampo tutto passerà dai piedi di Andrea Pirlo, il vero fulcro del gioco di questa Nazionale. Dalle sue geometrie e dalle sue idee dipenderà il destino dell’Italia campione del Mondo in carica. Importantissimo sarà l’apporto che dovrà dare il suo compagno di reparto Daniele De Rossi, quasi sicuramente il centrocampista tuttofare più forte al Mondo: difesa, recuperi, azioni d’attacco, sapienza tattica nell’occupare le zone del campo nevralgiche, tiro da fuori area, abilità nei colpi di testa da palle inattive e una struttura fisica invidiabile che lo rendono molto ma molto completo. Nel reparto avanzato Antonio Di Natale dovrà dare una grande prova di maturità e trascinare gli Azzurri verso la vittoria, anche vista la grande annata disputata con l’Udinese e chiusa con 29 gol all’attivo in campionato che gli sono valsi il titolo di miglior marcatore del torneo appena concluso. Le sue giocate dovranno anche rendere più facile il compito di segnare ad Alberto Gilardino, che probabilmente partirà titolare come punta centrale e che ha bisogno di essere ben assistito da un compagno molto mobile in zona offensiva per poter rendere al meglio. Se assistito a dovere il “Gila” diventa pericolosissimo in zona gol, riuscendo, con il suo istinto innato nel trovare la rete anche senza la visione della porta, a realizzare tanti gol che ne hanno fatto il marchio di fabbrica del numero 11 della Fiorentina.

    IL CAMMINO VERSO IL MONDIALE L’Italia si è qualificata al Mondiale di Sud Africa 2010 vincendo il Gruppo 8 della zona europea nel quale erano inserite anche l’Irlanda, la Bulgaria, Cipro, la Georgia e il Montenegro. Molto serrato il testa-a-testa con l’Irlanda che ha tenuto in apprensione gli Azzurri fino all’ultimo, anche perchè i 2 scontri diretti si sono risolti senza vincitori nè vinti (1-1 a Bari e 2-2 rocambolesco a Dublino in una partita dalle 1000 emozioni). Alla fine l’Italia nelle 10 partite ha ottenuto 7 vittorie, 3 pareggi e nessuna sconfitta, per un totale di 24 punti, l’Irlanda ne ha ottenuti 18 (ma ha chiuso imbattuta come la nostra squadra) ed è stata costretta agli spareggi, dove la Nazionale del nostro allenatore connazionale Giovanni Trapattoni è stata eliminata tra mille polemiche dalla Francia per un discusso gol di Gallas la cui azione però viziata da un fallo di mano precedente di Thierry Henry. Più staccata la Bulgaria che comunque ha mostrato degli evidenti progressi dopo la crisi sportiva nel calcio attraversata negli ultimi anni, fuori da ogni discorso invece Cipro e il Montenegro che comunque ha messo in luce dei talenti veramente interessanti quali Mirko Vucinic e Stefan Jovetic che militano già nel campionato italiano, rispettivamente nella Roma e nella Fiorentina. Una squadra sicuramente da tenere d’occhio in futuro, quella del Montenegro, che potrebbe anche togliersi anche qualche soddisfazione nei prossimi anni. Pochi punti (solo 3) per la “povera” Georgia che ha chiuso il girone come fanalino di coda.

    Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Diff. Reti
    Italia (qualificata) 24 10 7 3 0 18 7 11
    Irlanda (spareggio) 18 10 4 6 0 12 8 4
    Bulgaria 14 10 3 5 2 17 13 4
    Cipro 9 10 2 3 5 14 16 -2
    Montenegro 9 10 1 6 3 9 14 -5
    Georgia 3 10 0 3 7 7 19 -12

    Cipro – Italia 1-2
    Italia – Georgia 2-0
    Bulgaria – Italia 0-0
    Italia – Montenegro 2-1
    Montenegro – Italia 0-2
    Italia – Irlanda 1-1
    Georgia – Italia 0-2
    Italia – Bulgaria 2-0
    Irlanda – Italia 2-2
    Italia – Cipro 3-2

  • NBA playoff 2010, Finale: Top 5 del 6 giugno 2010

    NBA top 5 del 6 giugno 2010. Tutto lo spettacolo delle migliori giocate della notte NBA.

    GUARDA IL VIDEO:

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  • NBA playoff 2010, Finale: Highlights del 6 giugno 2010

    Ecco gli highlights della partita NBA disputata il 6 giugno, valida per la Finale dei playoff 2010.

    Guarda gli highlights:

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  • NBA playoff 2010, Finale: Ray Allen mostruoso, Rondo spettacolare e i Lakers vanno KO in casa

    Un Ray Allen semplicemente mostruoso e un Rajon Rondo immarcabile permettono ai Boston Celtics di espugnare il parquet dei Los Angeles Lakers in gara 2 delle Finali NBA e di portare la situazione in parità (1-1) nella serie.
    Boston ha meritato di vincere la partita giocata sempre con energia al contrario di gara 1. Non sono mancati i colpi di scena e l’imprevedibilità che ha tenuto sempre in bilico il risultato fino agli ultimi minuti quando poi i Celtics hanno definitivamente allungato e vinto il difficile match infliggendo ai rivali gialloviola la prima sconfitta interna di questi playoff 2010.
    I biancoverdi ora, almeno sul piano emotivo, hanno dato una grossa spallata ai Lakers che sono chiamati a reagire prontamente nelle prossime 3 gare da giocare sul parquet avversario.

    Primo tempo da incorniciare per Ray Allen, il numero 20 dei Celtics infila ben 27 punti, reggendo quasi da solo l’intero attacco biancoverde e mettendo a referto tutte le prime 7 triple tentate! Gli ex campioni sembrano trasformati rispetto alla molle prima gara disputata a Los Angeles, mostrando un’arcigna difesa e una inaspettata solidità a rimbalzo condita da un attacco pungente guidato dalla sapiente regia di un Rajon Rondo autore di alcune giocate a dir poco spettacolari e ormai con pieno merito annoverato tra i migliori 2-3 playmaker della Lega. il numero 9 guida i contropiedi con magistrale abilità dato che il capitano Paul Pierce e l’altra stella Kevin Garnett latitano in zona offensiva.
    Boston riesce ad arrivare (grazie alla solita tripla di Allen) sul 52-39 a pochi minuti dalla fine del primo tempo, ma qui un super parziale gialloviola condito da un canestro di pura fantascienza di Kobe Bryant sulla sirena finale del riposo riporta in partita i padroni di casa (54-48) che riemergono dal fango e vanno negli spogliatoi con un minimo di fiducia in più in vista della ripresa.
    Ripresa che viene giocata sul filo dell’equilibrio, soprattutto nel terzo quarto con continui sorpassi e controsorpassi da una parte e dall’altra, con una situazione e un punteggio che resta sempre in bilico. Solo nell’ultimo quarto, con un parziale distruttivo di 16-4 messo in piedi dal solito Rondo con canestri, recuperi, stoppate e assist, i Celtics scappano via e non vengono più ripresi.
    Finisce 103-94, brutta botta per i Lakers campioni in carica e strafavoriti per la conquista del titolo anche quest’anno.
    Per Los Angeles 25 punti di Pau Gasol con 8 rimbalzi e 6 stoppate, bene anche Andrew Bynum con 21 punti, 6 rimbalzi e 7 stoppate, Kobe Bryant chiude a quota 21 ma con 20 tiri presi e subendo il problema falli che lo ha limitato per gran parte della partita. Poco altro dalle rimanenti star gialloviola con un’orrida prestazione di Ron Artest (6 punti e 1/10 dal campo) ed un inguardabile Lamar Odom da soli 3 punti. 6 miseri punti anche per Derek fisher, molto in difficoltà per tutto il match.
    I Celtics hanno avuto in Ray Allen e Rajon Rondo le frecce migliori: 32 punti per l’ex Seattle Sonics con uno strabiliante 8/11 da 3 (le 8 triple sono il record ogni epoca in una gara di finale) che in molti momenti ha tenuto da solo in piedi la sua squadra e i suoi compagni, tripla doppia da sogno invece per il super playmaker biancoverde che chiude con 19 punti (alcune giocate sono da applausi per la spettacolarità di esecuzione), 12 rimbalzi e 10 assist: ormai punto fermo della franchigia del Massachusetts, tutto passa per le sue mani, trasformando quello che tocca in oro per sè e i suoi compagni di squadra. Lo “zampino” di Rondo è praticamente ovunque. Bene anche Kendrick Perkins in una sostanziosa prova da 12 punti e una difesa che, per quanto Gasol e Bynum abbiano dominato, lo ha visto sempre combattere senza tregua non concedendo mai la facilità di tiro e rimbalzo agli avversari. Male Pierce con soli 10 punti (solo 2 canestri dal campo su 11 tentativi), male Garnett che chiude con 6 punti e 6 rimbalzi per via dei falli che lo hanno gravato e limitato per buona parte dell’incontro. Ottima prova del suo sostituto Glen Davis con 8 punti e 7 rimbalzi di cui ben 5 offensivi da vero lottatore indomito.
    La differenza è stata fatta dai rimbalzi (44-39 per i Celtics, che hanno ottenuto anche più rimbalzi offensivi segno che i biancoverdi sono stati più tonici e d energici sotto i tabelloni) e le alte percentuali in attacco, nel tiro da 3, di Boston: 11/16 da oltre l’arco per un 69% che ha demolito i Lakers fermi ad un misero 5/22 (22%).
    Si torna a Boston nel modo in cui voleva Boston, dopo una gara 2 spasmodica, intensa, giocata con il cuore e l’orgoglio. Ed i Boston Celtics ne hanno da vendere, la loro storia lo dimostra.
    Nel primo tempo il tiro assassino di Allen, nel secondo tutto lo strapotere di un piccolo grande playmaker e atleta, ovvero Rajon Rondo. Sono loro 2 a guidare la squadra di Doc Rivers al colpo dello Staples Center. Una vittoria che cambia la conformazione di una serie che si trasferisce a Boston per gara 3 in programma domani martedì 8 giugno. Boston si è presa il vantaggio del fattore campo come già fatto con Cleveland Cavaliers e Orlando Magic ma i campioni in carica sono una squadra fatta di ben altra pasta e vorranno espugnare almeno una volta il “Garden” per poter ritornare a giocare a Los Angeles.

    Risultati NBA del 6 giugno 2010

    Los Angeles Lakers – Boston Celtics 94-103
    –> Lak: Gasol 25, Bynum 21, Bryant 21 – Bos: R.Allen 32, Rondo 19, Perkins 12

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    Lakers-Celtics 1-1

  • Basket, Serie A: Il commento di Bucchi e Sacripanti dopo gara 3 della semifinale scudetto

    Questo il commento del coach della Pepsi Caserta Stefano Sacripanti dopo la vittoria a Milano in gara 3:

    • È stata una partita sicuramente non bella sotto il punto di vista dello spettacolo, dato che le due squadre erano stanche dopo la “guerra” di Caserta. Era comunque una gara importante e si è sentito nelle percentuali di tiro e nella grande fisicità.
    • Abbiamo giocato bene per parecchio tempo ma poi Milano si è ripresa portandosi anche sul +5. Nel terzo e quarto periodo abbiamo mosso meno la palla e ciò ha abbassato sensibilmente le percentuali. Per il resto, mi pare banale dire che il tiro di Jones è stato disegnato sulla lavagna ma il merito va tutto a lui, che nonostante abbia toccato pochissimi palloni durante la partita ha dimostrato tutto il suo talento e la sua personalità per segnare. Ora dobbiamo recuperare tutte le energie possibili per essere pronti dopodomani, soprattutto perché Milano ha più energie di noi. Voglio intanto fare i complimenti a Claude Marquis che ha giocato con grande determinazione al posto di Kavaliauskas che purtroppo non ce la faceva fisicamente a essere in campo oggi“.

    Così invece Piero Bucchi, coach dlel’Armani Jeans Milano, spiega il KO dopo gara 3 con la Pepsi:

    • Nell’ultima azione dovevamo avere due piccoli, Bulleri e Finley, designati a prendere la palla. È riuscito a prenderla Finley, che ha giocato un pick and roll con Hall e, raddoppiato, ha scaricato a lui la palla. Mike era libero, purtroppo ha fatto forse un palleggio di troppo e ha sbagliato. Sono cose che succedono.
    • Loro invece hanno avuto 20 secondi per costruire il tiro; coi vari cambi sui blocchi la palla è arrivata a Jones, che ha il talento per segnare questo tipo di tiri, pur con Finley attaccato a lui. Non ho voluto fare fallo perché non sono per queste cose, bisogna giocare, altre volte gli avversari hanno sbagliato ed è andata bene a noi. La chiave è stata che abbiamo tirato male, anche con tanti tiri aperti e puliti. Dite che abbiamo tirato troppo da 3, ma se diamo palla dentro, loro collassano in area, allora la ridiamo fuori, penetriamo, e loro collassano in area di nuovo, così la ridiamo fuori… alla fine dei tiri aperti sono dei buoni tiri, ma bisogna segnarli. Difensivamente non siamo andati male, hanno segnato 67 punti, è l’attacco che è mancato. Inoltre, sicuramente abbiamo pagato caro il tecnico a Monroe, che a quanto pare ha detto una parolaccia all’arbitro Facchini, perché avevamo trovato ritmo da entrambe le parti del campo e quell’episodio ce l’ha tolto. Abbiamo pagato anche la forse troppo tensione, che ora però dobbiamo cercare di metterci alle spalle per vincere gara 4 e andare a Caserta a giocarci gara 5
  • Basket, Serie A: La Pepsi Caserta passa di misura a Milano e ora guida la serie 2-1

    La Pepsi Caserta riesce nell’impresa di espugnare il Forum di Assago superando di un solo punto (67-66) l’Armani Jeans Milano, portandosi così in vantaggio per 2-1 nella serie di semifinale dei playoff scudetto del campionato italiano di basket di Serie A:
    Match molto equilibrato fin dai primi minuti, leggero vantaggio degli ospiti sul +5 (36-31) al momento di andare al riposo per la pausa lunga, perfetta parità invece allo scadere del terzo parziale con la squadra di Bucchi che è riuscita a ricucire lo strappo operato dalla Pepsi.
    Nell’ultimo quarto ancora tanto equilibrio, rotto solamente dalla tripla del solito Jumaine Jones per il vantaggio di +1 di Caserta (che non cambierà più) ed inutile tentativo finale con errore di Mike Hall per il possibile ed eventuale controsorpasso dell’Armani Jeans Milano.

    A Milano non bastano, quindi, i 16 punti di Maciulis, con Mordente (11 punti) e Rocca (10) in doppia cifra. 9 punti anche per Chris Monroe. Nelle fila dei campani 19 punti per Bowers, 13 di Fabio di Bella e 11 di Ebi Ere. Il match winner Jumaine Jones si è fermato a quota 8 ma è stato più che decisivo con il suo tiro che ha dato la vittoria (tra l’altro l’unico da 3 punti su 6 tentativi). Martedi’ sera, alle 20.30, per il quintetto di coach Bucchi c’e’ l’imperativo di vincere per pareggiare la serie e poi andarsi a giocare il posto in finale contro la corazzata Montepaschi Siena, giovedi’ sera a Caserta. Ma in questo momento, il pallino e l’inerzia della serie sono nelle mani dei campani.

    I risultati dei playoff di Serie A (gara 3):

    NGC Cantù – Montepaschi Siena 65-77
    Armani Jeans Milano – Pepsi Caserta 66-67

    Le serie dei quarti di finale dei playoff di Serie A:

    1)Montepaschi Siena – 4)NGC Cantù 3-0 (Siena accede alla Finale)
    2)Pepsi Caserta – 3) Armani Jeans Milano 2-1

  • Valentino Rossi: “Tornerò presto!”

    Dopo la brutta caduta di sabato durante le prove libere della mattinata che gli ha provocato la frattura scomposta ed esposta di tibia e perone della gamba destra, Valentino Rossi è tornato a parlare ai suoi fans, direttamente dall’ospedale dove è ricoverato e dove ha subito l’operazione per ricomporre la frattura.
    Dopo la grande paura di sabato, Valentino Rossi ha voluto rassicurare tutti i suoi tifosi, collegandosi in diretta con il Mugello prima della partenza della gara Moto GP.
    Ecco le parole del “Dottore”:

    • Ciao a tutti, sto abbastanza bene. Ringrazio tutti quelli del Mugello, ho visto gli striscioni e tutti i piloti che mi hanno ricordato“.

    E ancora:

    • Non vi preoccupate, torno presto! Ho avuto paura, ma ora va molto meglio. Ci vorrà del tempo, l’importante è tornare al 100%“.

    Poi parla della caduta e dell’operazione scherzandoci un pò su:

    • E’ stata una brutta caduta, un brutto infortunio, ma sta andando bene perché ho scoperto di avere un ottimo rapporto con la morfina. L’operazione è andata bene, il professor Buzzi ha lavorato bene e sono accudito come uno di famiglia. Lunedì ci sarà un’altra operazione per chiudere la ferita, poi penseremo alla riabilitazione

    Poi il pilota della Yamaha torna su quello che è accaduto sabato mattina:

    • Ho capito subito che mi ero fatto male, vedere il piede un po’ staccato dalla gamba è stato brutto. Ho visto l’incidente e fa brutto, ma molto di più dalla moto. Sono stati momenti difficili, c’è stata paura, poi è andata meglio. Mi hanno fatto la spinale, poi mi hanno sedato. Quando mi sono svegliato c’erano gli infermieri che mi consolavano. Per la gara, speriamo che non vinca nessuno…!“.
  • Moto GP, Italia: Classifiche piloti e costruttori

    Classifica piloti

    1 Jorge Lorenzo Yamaha 90
    2 Daniel Pedrosa Honda 65
    3 Valentino Rossi Yamaha 61
    4 Andrea Dovizioso Honda 58
    5 Nicky Hayden Ducati 39
    6 Randy De Puniet Honda 36
    7 Marco Melandri Honda 32
    8 Casey Stoner Ducati 24
    9 Marco Simoncelli Honda 23
    10 Ben Spies Yamaha 20

    Classifica costruttori

    1 Yamaha 95
    2 Honda 77
    3 Ducati 52
    4 Suzuki 19

  • Moto 2, GP Italia: Classifiche piloti e costruttori

    Classifica piloti

    1 Toni Elías Moriwaki 74
    2 Shoya Tomizawa Suter 55
    3 Simone Corsi Tsr 51
    4 Sergio Gadea Pons Kalex 46
    5 Andrea Iannone Speed Up 38
    6 Thomas Luthi Moriwaki 38
    7 Julian Simon Rsv 35
    8 Gábor Talmácsi Speed Up 34
    9 Alex Debon Ftr 26
    10 Jules Cluzel Suter 21

    Classifica costruttori

    1 Moriwaki 76
    2 Suter 64
    3 Tsr 53
    4 Speed Up 52
    5 Pons Kalex 46
    6 Rsv 37
    7 Ftr 26
    8 Tech 3 21
    9 Bqr-moto2 10
    10 Promoharris 9
    11 I.c.p. 9
    12 Scot 5
    13 Mz 1
    14 Adv 0
    15 Bimota 0
    16 Ajr 0

  • 125, GP Italia: Classifiche piloti e costruttori

    Classifica piloti

    1 Nicolas Terol Aprilia 85 punti
    2 Pol Espargaró Derbi 79
    3 Marc Márquez Ktm 57
    4 Bradley Smith Aprilia 45
    5 Efren Vazquez Derbi 44
    6 Esteve Rabat Aprilia 43
    7 Tomoyoshi Koyama Honda 34
    8 Randy Krummenacher Aprilia 30
    9 Sandro Cortese Honda 26
    10 Johann Zarco Aprilia 25

    Classifica costruttori

    1 Derbi 95 punti
    2 Aprilia 85
    3 Lambretta 7
    4 Honda 7