Autore: slevin

  • Mondiali 2010: Argentina, buona la prima. Decide Heinze contro la Nigeria

    Un gol di Gabriel Heinze dopo appena 6 minuti di gioco del primo tempo permette all’Argentina di battere la Nigeria e partire col piede giusto nell’esordio del Mondiale.

    A Johannesburg la formazione sudamericana guidata in panchina da Diego Armando Maradona parte veramente forte (tra l’altro l’ex calciatore del Napoli fece la sua ultima apparizione in un campionato del mondo proprio contro la Nigeria con una larga vittoria per 4-0) e sbaglia un clamoroso gol dopo 3 minuti di gioco con Higuain, preferito a Milito come punta centrale, che dopo una superba azione di Messi che salta 3 uomini per poi passare al numero 9, mette a lato un pallone più facile da mandare dentro la porta!
    Dopo 2 minuti è proprio Messi che invece impegna l’estremo difensore africano Enyeama costretto a rifugiarsi in calcio d’angolo dopo il sinistro del fuoriclasse del Barcellona: dagli sviluppi del corner arriva il gol di Heinze che di testa infila la porta della Nigeria e l’incolpevole Enyeama, unico tiro sul quale non potrà opporsi l’estremo difensore, dato che durante gli altri 85 minuti di gioco si ergerà ad assoluto protagonista della partita assieme a Messi in un duello che ha tenuto vivo l’entusiasmo del pubblico sugli spalti.
    La Nigeria cerca di organizzarsi e con Obinna e Taiwo cerca di rendersi pericolosa, ma senza risultato. Dall’altra parte del campo Messi imperversa ed Enyeama deve superarsi ancora una volta sul tiro mancino della “Pulce”.
    Al 21esimo minuto altro errore clamoroso di Higuain tutto solo davanti al portiere che si oppone ancora una volta da gran campione. Al 37esimo invece sono ancora Messi ed Enyeama i protagonisti: il fenomeno del Barcellona converge dalla destra e cerca il sinistro a giro sul palo lungo, Enyeama è perfetto e ci arriva con la mano di richiamo mettendo la palla in calcio d’angolo!
    Il primo tempo termina con una punizione calciata alta da Veron. Argentina nel complesso meritatamente in vantaggio.
    La ripresa si apre senza nessuna novità e nessun cambio da parte dei tecnici e al 49esimo i sudamericani vanno vicini al raddoppio: Messi parte dalla trequarti e chiede il triangolo a Veron che gli restituisce il pallone nello spazio, tocco di punta della “Pulce” con la conclusione del fuoriclasse del Barcellona che si spegne sul fondo di pochissimo.
    Al 59esimo altra iniziativa dello scatenato numero 10 albiceleste che fa 30 metri palla al piede, quindi cerca il mancino a incrociare sul secondo palo ma la conclusione viene murata in calcio d’angolo!
    Al 63 si fa vedere la Nigeria che però non riesce neanche tirare in porta visto che il tiro di Yakubu viene deviato in corner da Jonas Gutierrez. Al 66esimo ancora Enyeama protagonista sul tiro di Higuain servito perfettamente dal solito Messi. Ma 2 minuti più tardi si vede anche la formazione africana con Odemwingie, ma l’esterno africano inciampa sul pallone e non riesce a servire Martins tutto solo a centro area per un facile appoggio in rete. La Nigeria ci crede e con Taiwo va nuovamente vicina al gol con un bolide che termina di poco a lato. Il terzino nigeriano pochi minuti dopo lascia il campo per problemi fisici e allora ci pensa Martins al 78esimo ad impegnare per la prima volta Romero, portiere dell’Argentina che su un tiro dal limite dell’ex interista si salva respingendo coi pugni. All’80esimo spazio a Diego Milito che rileva Higuain e festeggia con una presenza i suoi 31 anni. Solo un minuto dopo Messi viene fermato da Enyeama e sul capovolgimento di fronte la Nigeria rischia di pareggiare con Uche che però spara alto da posizione più che favorevole.
    Poi non succede più nulla con l’Argentina che porta a casa una bella vittoria e di importanza capitale visto che la Nigeria dovrebbe essere la seconda forza del Girone B. La squadra di Maradona ha meritato la vittoria, pur patendo qualche sofferenza, ma in un match di 90 minuti, all’esordio, può anche starci qualche sbavatura.

    IL TABELLINO
    ARGENTINA-NIGERIA 1-0
    ARGENTINA (4-2-3-1): Romero ; Gutierrez, Demichelis, Samuel, Heinze; Veron (28′ st Maxi Rodriguez), Mascherano; Di Maria (40′ st Burdisso), Messi, Tevez; Higuain (34′ st Milito sv). A disposizione: Pozo, Andujar, Rodriguez, Bolatti, Garcè, Otamendi, Aguero, Palermo, Pastore. All.: Maradona.
    NIGERIA (4-3-3): Enyeama; Odiah, Yobo, Shittu, Taiwo (29′ st Uche); Haruna, Etuhu, Kaita; Obasi (14′ st Odemwingie), Yakubu, Obinna (6′ st Martins). A disposizione: Aiyenugba, Ejide, Kanu, Afolabi, Utaka, Brown, Yussuf, Echiejile, Adeleye. All.: Lagerback.
    ARBITRO: Stark (Germania)
    MARCATORI: 6′ Heinze
    AMMONITI: Gutierrez (A), Haruna (N)
    ESPULSI: nessuno

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  • Mondiali 2010: L’Argentina e Messi all’attacco della Nigeria

    E’ il giorno del debutto mondiale per una delle formazioni di calcio più forti al mondo: l’Argentina di Diego Armando Maradona.
    L’ex fuoriclasse del Napoli siederà in panchina per guidare i suoi giocatori al successo nella massima competizione intercontinentale che nel paese sudamericano è molto attesa.
    Ovviamente gli occhi saranno puntati quasi esclusivamente sull’unico vero erede di Maradona, ovvero Leo Messi che sarà chiamato all’arduo compito di trascinare i suoi compagni di squadra in ogni partita. Vero faro della squadra, Messi deve dimostrare anche in Nazionale di essere quel giocatore determinante che noi tutti possiamo ammirare nella sua squadra di club, il Barcellona. I risultati e le prestazioni della “Pulce” con la squadra del proprio Paese non sono stati mai eccellenti ma ora è arrivato il momento di dimostrare che le cose possono (e devono) cambiare se il nome del piccolo talento argentino vorrà essere accostato ed essere al pari di quello del suo illustre predecessore che ora lo guida dalla panchina.
    Maradona ha incoronato definitivamente Messi come leader e punta di diamante della “Selecciòn”:

    • Se c’è qualcuno che può trascinare questa Argentina verso il trionfo finale questo qualcuno è sicuramente Leo Messi“.

    Parola di Diego Armando Maradona, uno che l’Argentina l’ha già trascinata a grandissimi traguardi e che di magie se ne intende come pochi altri. L’allenatore albiceleste però responsabilizza anche il gruppo:

    • Messi non può essere lasciato solo. Per vincere l’Argentina ha bisogno sia di Leo che di una squadra intera a disposizione del suo genio. Messi insomma deve essere la ciliegina sulla torta di un grande gruppo che lavora dietro di lui e che lo supporta“.

    Poi fa un augurio al suo numero 10 ma implicitamente anche a sè stesso:

    • Vorrei che Messi avesse lo stesso impatto e che ricoprisse lo stesso ruolo di protagonista che io ebbi al Mondiale del 1986. Gli auguro di diventare il migliore di tutti i tempi“.

    Indubbiamente le favorite al titolo potrebbero essere altre, Brasile e Spagna su tutte, ma Diego si augura che le invenzioni di Messi faranno la differenza.

    Dall’altra parte del campo ci sarà la Nigeria che dovrà cercare di fermare i campioni sudamericani che scenderanno in campo. Impresa veramente difficile ma gli africani non tremano.

    Per quanto riguarda le formazioni, modulo spregiudicato per l’Argentina con il solo Mascherano a protezione della linea difensiva (che annovera anche un centrocampista di fascia schierato come terzino, ovvero Jonas Gutierrez) e 4 giocatori dalle spiccate doti offensive come Carlos Tevez, Angel Di Maria, Sebastian Veron e l’immancabile Leo Messi a supporto di Higuain, momentaneamente in vantaggio per il ruolo da titolare in attacco sul “Principe” Diego Milito.
    La Nigeria baserà il suo gioco su alcuni giocatori chiave che saranno chiamati a superare i loro limiti contro una super potenza del calcio come l’Argentina. Parliamo della spinta del difensore marsigliese Taiwo, dell’esperienza al centro della difesa di Yobo, del prezioso contributo a centrocampo del giocatore del Fulham Etuhu e della velocità e della pericolosità in attacco dell’ex nerazzurro Obafemi Martins. Solo panchina per il “gioiellino” del Chelsea Obi Mikel ma non si escludono sorprese dell’ultim’ora con il numero 10 nigeriano in campo.

    Si gioca alle 16 con l’Argentina nettamente favorita sulla Nigeria per via dell’enorme tasso di talento in squadra. Ma gli uomini del C.T. svedese Lars Lagerback potrebbero sorprendere sfruttando la loro resistenza e potenza fisica.

    ARGENTINA-NIGERIA: PROBABILI FORMAZIONI
    Probabili formazioni di Argentina-Nigeria, valida per il gruppo B, in programma all’Ellis Park (ore 16.00):
    Argentina (3-4-3): 22 Romero, 2 Demichelis, 13 Samuel, 6 Heinze, 17 Gutierrez, 14 Mascherano, 8 Veron, 7 Di Maria, 10 Messi, 11 Tevez, 9 Higuain. (21 Andujar, 3 C. Rodriguez, 15 Otamendi, 4 Burdisso, 12 Garce, 5 Bolatti, 20 M. Rodriguez, 23 Pastore, 19 Milito, 16 Aguero, 18 Palermo, 1 Pozo). All.: Maradona.
    Nigeria (4-4-2): 1 Enyeama, 17 Odiah, 5 Ofolabied, 2 Yobo, 3 Taiwo, 11 Odemwingie, 20 Etuhu, 15 Lukman, 14 Kaita, 8 Aiyegbeni, 9 Martins. (23 Aiyegnugba, 16 Ejide, 22 Adolaye, 21 Echiejile, 6 Shittu, 13 Ayila, 4 Kanu, 12 Uche, 7 Utaka, 18 Obinna, 19 Obasi, 10 Ideye). All.: Lars Lagerback. Arbitro: Wolfgang Stark (Germania)

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  • Mondiali 2010: l’Uruguay ferma la Francia, scialbo 0-0 per i transalpini

    Mondiali 2010: l’Uruguay ferma la Francia, scialbo 0-0 per i transalpini

    Brutto pari e tanta noia per la Francia di Domenech contro l’Uruguay.
    Poca spinta, poca voglia, e soprattutto nessuno sembra dare l’impressione di poter cambiare le carte in tavola per i transalpini: lo 0-0 è lo specchio di una squadra che non ha difficoltà a difendersi ma che fatica tremendamente quando è chiamata ad offendere. Ne è venuta fuori una partita senza gol e senza emozioni, tutto si è visto fuorchè lo spettacolo.
    Primo tempo sull’onda della noia, una sola occasione per Govou su assist di Ribery e un’azione personale di Forlan invece per i sudamericani. Da segnalare anche una punizione dell’impalpabile Gourcuff.
    Il secondo tempo non ha nulla da invidiare al primo, sterile predominio territoriale francese e qualche puntata della “Celeste”. Veramente poca roba per un match di un Mondiale. Soltanto Forlan a metà tempo ha la possibilità di cambiare le sorti di una partita (mai nata), ma non prende il bersaglio grosso. Dopo 80 minuti di nulla, però, ecco che Lodeiro Benitez regala un po’ di brivido all’ultimissimo scampolo di incontro facendosi cacciare per doppio giallo dopo nemmeno 20 minuti dall’ingresso. C’è tempo anche per un rigore reclamato dai francesi per un fallo di mano di Victorino in area (ma la mano sembra attaccata al corpo) e una punizione dal limite mal calciata dal neo entrato Henry.
    Pareggio che accontenta forse l’Uruguay che guadagna un prezioso punto, delusione per i francesi che non si sarebbero immaginati certamene di scoprirsi così brutti. La prima delusione del torneo non ha tardato ad arrivare.

    Il tabellino
    URUGUAY – FRANCIA 0-0
    URUGUAY (4-4-2): Muslera; Victorino, Lugano, Godin, Pereira; Maxi Pereira, Diego Perez (88′ Eguren), Arevalo, Nacho Gonzalez (63′ Lodeiro Benitez); Forlan, Suarez (73′ Abreu).
    A disposizione: Castillo, Silva, Fucile, Gargano, Cavani, Scotti, A. Fernandez, B. Fernandez, Caceres.
    Ct: Tabarez.
    FRANCIA (4-3-2-1): Lloris; Evra, Abidal, Gallas, Sagna; Diaby, Toulalan, Gourcuff (75′ Malouda); Ribery, Govou (85′ Gignac); Anelka (72′ Henry).
    A disposizione: Mandanda, Carrasso, Reivellere, Planus, Cissé, Squillaci, Diarra, Valbuena, Clichy.
    Ct: Domenech
    Arbitro: Nishimura (Giappone)
    Ammoniti: Evra, Ribery, Toulalan (F), Victorino, Lugano (U)
    Espulsi: Lodeiro Benitez (U)

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  • Mondiali 2010: L’Uruguay cerca la sorpresa contro la Francia

    Mondiali 2010: L’Uruguay cerca la sorpresa contro la Francia

    Dopo il pareggio tra i padroni di casa del Sud Africa e il Messico (1-1) che ha dato il via al Mondiale 2010, tra poco ci sarà la seconda sfida del gruppo A tra Francia e Uruguay che chiuderà la prima giornata della manifestazione intercontinentale.
    Situazioni molto diverse nei 2 ambienti a poco più di mezz’ora dal debutto: i transalpini, vice campioni del mondo, vengono da alcuni giorni di polemiche furiose, attaccati dalla stampa nazionale per i risultati poco brillanti ottenuti nelle amichevoli pre-mondiali. Anche il gruppo sembra sfaldarsi giorno dopo giorno, con alcuni giocatori che criticano e remano contro il C.T. Domenech e altri che nutrono ancora piena fiducia nell’allenatore e sono pronti a difenderlo a spada tratta.
    Molto diverso l’ambiente della “Celeste”, più tranquillo e pacato con Washington Oscar Tabarez pronto a stemperare il clima in attesa del debutto di questa sera. L’ex allenatore del Milan sa che il girone è uno dei più complicati del Mondiale (forse il più forte assieme al Gruppo G che include Brasile, Portogallo, Costa d’Avorio e la malcapitata Corea del Nord) e che la tensione va gestita nel giusto senso eincanalata in energia positiva da riversare sul campo.

    Per quanto riguarda le formazioni, la Francia si affiderà ad uno schema super offensivo con il solo Jeremy Toulalan a fare da frangiflutti davanti alla difesa e con Malouda e Gourcuff ai suoi lati. In attacco Anelka supportato da Ribery e Govou.
    L’uruguay scenderà in campo con Luis Suarez e Diego Forlan di punta, mentre solo panchina per il palermitano Cavani. A Lugano l’arduo compito di guidare la difesa davanti al portiere laziale Muslera.

    Probabili formazioni URUGUAY – FRANCIA (ore 20:30)

    URUGUAY (3-4-1-2): Muslera; Victorino, Lugano, Godin; M. Pereira, Perez, Arevalo Rios, A. Pereira; I. Gonzalez ; Forlan, Suarez.
    Ct: Tabarez.
    FRANCIA (4-3-2-1): Lloris; Sagna, Gallas, Abidal, Evra; Toulalan, Gourcuff, Malouda; Govou, Ribery; Anelka.
    Ct: Domenech.

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  • NBA playoff 2010, Finale: Top 5 del 10 giugno 2010

    NBA top 5 del 10 giugno 2010. Tutto lo spettacolo delle migliori giocate della notte NBA.

    GUARDA ILVIDEO:

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  • NBA playoff 2010, Finale: Highlights del 10 giugno 2010

    Ecco gli highlights della partita NBA disputata il 10 giugno, valida per la Finale dei playoff 2010.

    Guarda gli highlights:

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  • NBA playoff 2010, Finale: Monumentale Davis, Boston fa 2-2

    Boston vince gara 4 della serie di Finale NBA contro i Lakers con 2 protagonisti inattesi: Glen Davis e Nate Robinson. Sono loro a trascinare i biancoverdi al successo giocando un quarto periodo impeccabile che permette ai Celtics di battere i rivali di sempre, di pareggiare nuovamente la serie e di far ritorno a Los Angeles per giocarsi il titolo fuori casa, impresa difficile ma che con questi giocatori ora pare meno improbabile rispetto a prima. Le certezze per i gialloviola di avere in mano la serie si sgretolano al cospetto delle giocate dei 2 panchinari di Boston che con grandi canestri in serie ribaltano una partita per lunghi tratti molto più vicina al 3-1 che al 2-2.

    L’inizio è sfavillante per entrambe le squadre con i Celtics che cercano in tutti i modi di mettere in ritmo partita capitan Paul Pierce che rapidamente arriva già in doppia cifra nei punti segnati. Dall’altra parte i Lakers si mantengono a galla grazie alla collaudata coppia Gasol-Bryant che permettono ai campioni in carica, grazie alle loro giocate, di tenere il risultato quasi sempre in parità. Sull’ultimo possesso del primo quarto, la difesa dei Lakers sceglie di raddoppiare sull’effervescente Paul Pierce che riesce a trovare l’accorrente Nate Robinson libero sulla linea dei 3 punti. Nate infila la tripla che spezza la parità e spedisce sul +3 i padroni di casa.
    Il secondo periodo vede protagoniste le panchine delle 2 squadre con Glen Davis a fare la voce grossa ben aiutato dal solito Robinson e la coppia Jordan Farmar-Shannon Brown (8 dei primi 10 punti dei Lakers) che gestisce ottimamente l’attacco gialloviola. Iniziano a salire in cattedra le difese e si fa veramente tanta fatica a far canestro. I Lakers però hanno un giocatore che fa la differenza nei momenti di difficoltà e risponde al nome di Kobe Bryant: 3 canestri consecutivi (2 triple) per 8 punti che trafiggono il cuore e la difesa di Boston. Gli ospiti sembrano scappare via grazie ad una giocata in campo aperto di Lamar Odom e ad un canestro di “Ron Ron” Artest sulla linea di fondo che dà il +8 ma l’energia di Kevin Garnett ed il recupero di Rajon Rondo con conseguente canestro riportano la squadra di casa a stretto contatto.
    Il primo tempo si chiude sul +3 per i Lakers (45-42).
    Il secondo si apre con 4 bellissimi punti di Derek Fisher ma il solito Kevin Garnett genera un parziale di 6-0 che riporta in avanti i biancoverdi del Massachusetts. Bryant però si scatena e inizia a “bombardare” il canestro avversari con triple e jumper in sospensione che regalano il momentaneo +4 ai Lakers prima che sul finire di frazione Glen Davis con un rimbalzo offensivo segni il canestro del momentaneo -2 in un quarto in cui Bryant ha dato letteralmente spettacolo.
    L’ultimo periodo è spettacolare: gran giocata di Glen Davis che diventa il terzo Celtic a raggiungere la doppia cifra. E’ l’inizio di una escalation per l’ala di Boston che fa il bello e cattivo tempo e con altri 2 canestri, intervallati da un crescente Ray Allen (libero dalla marcatura di Fisher), fa esplodere il palazzo e spedisce i Celtics sul +7. Pazzesco “Big Baby” e 10-2 Celtics di parziale.
    Odom tiene a galla i Lakers mentre Rasheed Wallace dopo 4 proteste al limite pesca il preventivabile fallo tecnico degli arbitri. Sembra l’inizio della rimonta dei gialloviola ed invece la coppia più lunatica e imprevedibile della lega, Robinson-Wallace segna 5 punti in fila con la tripla del Rasheed che regala il massimo vantaggio ai Celtics (+9).
    Rivers manda sul cubo dei cambi tutti i titolari ancora fuori dal parquet ma il fantastico cuore della panchina di Boston e le improvvisazioni di Nate Robinson lo fanno ripiegare sulle sue idee con i Celtics che non riescono ad assestare il colpo del KO nonostante anche un passaggio del quarto a +11 con 3 minuti ancora da giocare ed i titolari ormai tornati sul parquet.
    Con 2 liberi Bryant riporta a -6 i Lakers ma Paul Pierce si prende i primi due tiri del secondo tempo infilandoli entrambi, il secondo con un gioco da tre punti.
    Allen però commette un’ingenuità sul tiro da 3 di Kobe che converte tutti i tiri liberi per il nuovo -6 ma Rajon Rondo genera la giocata più importante della sua gara 4 con la palla rubata sul tentativo di passaggio di Bryant ad Odom. Recupero più canestro in contropiede. Quasi un classico per il numero 9 Celtics.
    La sesta tripla di Bryant vale solo per fissare il definitivo risultato finale che dice: Celtics 96 Lakers 89. Boston pareggia. La serie si allunga e dovrà ritornare a Los Angeles.

    Per i gialloviola solito Kobe Bryant da 33 punti con ben 6 triple ma anche 7 palloni persi a volte molto sanguinosi (come l’ultimo, rubato da Rajon Rondo), bene Gasol con 21 punti (ma scomparso clamorosamente nell’ultimo quarto), unico altro Lakers in doppia cifra Lamar Odom con 10 punti. Male l’eroe di gara 3, Derek Fisher, con soli 6 punti.
    Per i Celtics invece ben 6 giocatori in doppia cifra, con 36 punti provenienti dalla panchina: Pierce è il top scorer con 19 punti, solo uno in meno per un monumentale Glen Davis, 18 punti in soli 22 minuti: punti, rimbalzi, attacco e difesa, sicuramente l’M.V.P.della partita!. 13 punti sono di marca Kevin Garnett, 12 a testa per Ray Allen e Robinson. 10 punti per Rondo ma decisivo quando la partita era nei momenti clou.
    L’appuntamento ora è per gara 5 in programma domenica 13. Poi si farà ritorno a Los Angeles.

    Risultati NBA dell’8 giugno 2010

    Boston Celtics – Los Angeles Lakers 96-89
    -–> Bos: Pierce 19, Davis 18, Garnett 13 – Lak: Bryant 33, Gasol 21, Odom 10

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    Lakers-Celtics 2-2

  • Basket, Serie A: I commenti dopo gara 5 in casa Pepsi Caserta

    Cosi’ Stefano Sacripanti, coach della Pepsi Caserta, al termine di gara 5 persa in casa contro l’Armani Jeans Milano che ha condannato all’eliminazione la squadra campana tenendola così fuori dalla Finale:

    • In questo momento l’orgoglio di essere arrivati sin qui non riesce a prevalare sulla delusione della sconfitta. Ci credevamo ma alla fine ha prevalso la squadra che ha avuto più continuità e freschezza. Milano è stata piùà brava e reattiva, noi abbiamo sbagliato molti liberi e tiri da 3 in campo aperto. Ci sarebbero mille episodi da recriminare ma sono comunque felice perche’ abbiamo scoperto talenti nuovi come Ere e Bowers, mentre Di Bella e Michelori sono stati l’anima della squadra. Peccato non essere riusciti a rendere storica una stagione comunque straordinaria per l’approccio che la squadra ha avuto e per il grande apporto avuto da tutti: dal Presidente alla squadra ai tifosi“.

    Grande delusione dunque nelle parole del coach di Caserta ma anche tanta consapevolezza per il futuro che, se ci saranno i mezzi finanziari, appare molto roseo dopo la costruzione di questo straordinario gruppo che potrà dare tante soddisfazioni ai tifosi bianconeri.

  • Basket, Serie A: I commenti dopo gara 5 in casa Armani Jeans Milano

    Questo il commento di Piero Bucchi, coach dell’Armani Jeans, dopo la conquista della Finale che metterà di fronte la sua squadra ai campioni in carica della Montepaschi Siena:

    • E’ stata una gara sofferta ma è ancora più bello vincere in questo modo. Mi era accaduto all’inizio della mia carriera da capo allenatore e devo dire che ci ho pensato a lungo e ci speravo. Sono contento die mei giocatori, sono stati bravisimi, eroici e splendidi: ci hanno messo grande cuore ma sono stati soprattutto capaci di rimanere sempre freddi e concentrati sulla partita. E’ stata una vitoria di squadra con vari protagonisti nelle diverse gare e tutti quanti sono stati bravi a dare il loro contributo. E’ stata una annata difficile ma credevamo di poter comunque giungere in finale e ce l’abbiamo fatta: per questo vorrei ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto e ci sono stati vicini. E devo dire che è stato più difficile il cammino durante il campionato che venire a vincere a Caserta: ora siamo con la testa sulla finale e ci proveremo sino in fondo anche con Siena“.

    Felicissimo anche Mike Hall che dopo essere stato protagonista in gara 1 (quando fu decisivo nell’espugnare il parquet di Caserta) è tornato nuovamente sugli scudi nella quinta e decisiva sfida:

    • E stata una vittoria di squadra, anche se non è stata facile. Sono contento che la squadra abbia vinto gara 5 e, personalmente, anche di avere vinto la sfida personale con un grande giocatore come Jumaine Jones. Abbiamo giocato in un ambiente incredibilmente caldo ma siamo rimasti sempre concentrati grazie alla nostra esperienza riuscendo ad isolarci e a concentrarci solo su quello che diceva l’allenatore. Sono felice, sono a Milano da due anni e siamo alla seconda finale consecutiva“.
  • Basket, Serie A: Milano sbanca Caserta e vola in Finale

    Come un anno fa. L’Armani Jeans Milano espugna il parquet della Pepsi Caserta e si aggiudica la serie di semifinale scudetto dei playoff del campionato italiano di basket di Serie A, accede alla Finale, e proverà a ribaltare il pronostico nella sfida contro i campioni in carica di Siena.
    59-65 il risultato definitivo di gara 5 e serie chiusa sul 3-2 per i lombardi in una sfida che nelle 5 partite ha visto Milano andare avanti a guidare la serie, tornare sull’orlo dell’eliminazione e rialzarsi per conquistare la Finale che disputerà contro i biancoverdi toscani.

    Il match inizia subito bene per Milano che scappa sul +12, ma Caserta inizia a recuperare punto su punto anche grazie al prezioso apporto dei suoi tifosi, accorsi in massa al PalaMaggiò, e si porta prima a -2, poi riesce a trovare la parità sul finire del primo quarto (18-18).
    L’equilibrio non si spezza neanche nel secondo parziale dove le 2 squadre danno vita ad un acceso botta e risposta su ogni tiro. Indicativo il fatto che si vada al riposo sul punteggio ancora di parità (31-31).
    La ripresa si apre allo stesso modo di come era iniziata la partita, con Milano che piazza subito un super parziale e d’improvviso scava un nuovo solco sul +12. Al contrario però del primo tempo Caserta non riesce a recuperare il divario, complice anche la stanchezza di alcuni giocatori chiave (Jumaine Jones su tutti, parso visibilmente appannato) e nonostante il grande supporto del pubblico presente che spinge i propri beniamini all’impresa, nell’ultima frazione i padroni di casa riescono solo a dimezzare lo svantaggio con l’Armani che riesce in ogni caso a controllare e a gestire facilmente la situazione. Finisce quindi 59-65, Milano conquista così la sua seconda finale scudetto consecutiva, di fronte si troverà la solita Siena. L’anno scorso finì 4-0 per la Montepaschi, quest’anno ovviamente si può solo migliorare il rendimento e non peggiorarlo ma Siena pare veramente un muro molto difficile da scalare per chiunque.

    Per Caserta ci sono 14 punti di Andrea Michelori, Di Bella ne mette a segno 11 ed Ebi Ere 12, ma i padroni di casa pagano la brutta prestazione di Jumaine Jones con soli 3 punti anche se aggiunge 9 rimbalzi.Troppo poco per un campione del suo calibro.
    La differenza per gli ospiti l’ha fatta Mason Rocca con 14 punti e 11 rimbalzi, 13 sono di Morris Finley e 12 di Mike Hall che prende anche 8 rimbalzi.

    La serie di Finale tra Montepaschi Siena e Armani Jeans Milano partirà domenica e sarà tutta da vivere per via del grande tasso di talento di cui dispongono le 2 squadre. Siena grande favorita ovviamente ma nel basket non si può “mai dire mai”.

    I risultati dei playoff di Serie A (gara 5):

    Pepsi Caserta – Armani Jeans Milano 59-65

    Le serie dei quarti di finale dei playoff di Serie A:

    1)Montepaschi Siena – 4)NGC Cantù 3-0 (Siena accede alla Finale)
    2)Pepsi Caserta – 3) Armani Jeans Milano 2-3 (Milano accede alla Finale)

    FINALE SCUDETTO:

    1)MONTEPASCHI SIENA – 3)ARMANI JEANS MILANO