Autore: slevin

  • Premier League: In attesa del Chelsea, l’Arsenal pareggia a Sunderland

    Premier League: In attesa del Chelsea, l’Arsenal pareggia a Sunderland

    L’Arsenal si fa beffare al 94esimo (1-1) e perde la testa della classifica in Premier League, visto che con la vittoria l’11 di Wenger si sarebbe portato al comando in attesa del Chelsea che domani affronterà il neopromosso Blackpool in casa, a Stamford Bridge.
    Nelle altre partite pomeridiane altri 3 pareggi per 1-1, quello tra Blackburn Rovers e Fulham, tra Aston Villa e Bolton Wanderers ed infine tra Stoke City 1-1 West Ham United (che si prende il primo punto della nuova stagione dopo 5 giornate).
    Vittoria per 3-1 del West Bromwich Albion sul Birmingham City nel derby, molto atteso, di Birmingham, stesso risultato per il Tottenham che pur soffrendo si sbarazza del Wolwerhampton. Vince in trasferta invece il Newcastle United, sul difficile campo dll’Everton (irriconoscibile però in queste prime giornate di campionato) che resta al penultimo posto in classifica con appena 2 punti.
    La giornata si completerà domani con la ultime 3 partite: alle ore 13.30 l’attesissimo “classico” tra Manchester United e Liverpool, alle ore 15 in campo l’altra squadra di Manchester, il City di Roberto Mancini di scena a Wigan, ed infine chiuderà la giornata il già citato match tra il Chelsea di Carlo Ancelotti ed il Blackpool (ore 16).

    Ma andiamo con ordine, precisamente da Sunderland dove i padroni di casa grazie ad un gol di Bent riescono nei minuti di recupero a pareggiare la rete molto fortunosa di Cesc Fabregas, che, andato in pressing sull’ultimo difensore avversario Ferdinand, si trova casualmente sulla traiettoria del rilancio e mettendo il piede causa una parabola beffarda che sorprende l’estremo difensore dei biancorossi di casa, che non può far altro che guardare la palla finire in fondo alla rete. Sembra il gol partita ma un rigore sbagliato da Rosicky e l’espulsione di Song permettono al Sunderland di restare in partita e sull’ultimo assalto dei padroni di casa (al 94esimo) Darren Bent fa esplodere il pubblico risolvendo una mischia in area davanti ad Almunia che raccoglie il pallone in fondo al sacco. L’Arsenal manca il sorpasso al Chelsea e getta al vento 2 punti molto preziosi. C’è preoccupazione inoltre per il capitano dei londinesi Fabregas che ha dovuto abbandonare il campo per infortunio muscolare. Domani sono previsti gli esami che chiariranno l’entità dell’infortunio stesso.

    Dopo un digiuno durato 2 partite, il Tottenham Hotspur (che è inserito nello stesso girone dell’Inter in Champions League) ritrova la vittoria in campionato e aggancia provvisoriamente il Manchester United in classifica a quota 8 punti.
    A White Hart Lane gli ospiti del Wolwerhampton passano in vantaggio allo scadere del primo tempo con Steven Fletcher, ma nella ripresa gli Spurs si scatenano (soprattutto negli ultimi 13 minuti). L’olandese Rafael van der Vaart segna su rigore il primo gol con il club inglese (77esimo), poi arrivano le reti del russo Roman Pavlyuchenko (87esimo) e dello scozzese Alan Hutton (90esimo).

    Secondo successo casalingo per il West Bromwich Albion di Roberto Di Matteo, che supera 3-1 il Birmingham City nel derby. Al The Hawthorns la formazione di Alex McLeish segna per prima con Camerone Jerome, ma nella ripresa l’autorete di Scott Dann e le giocate del nigeriano Peter Odemwingie e dello svedese Jonas Olsson sanciscono la rimonta WBA.

    Il Newcastle (neopromosso) sbanca il Goodison Park di Liverpool, battendo 1-0 l’Everton: è la rete del neoacquisto francese Hatem Ben Arfa a decidere la sfida. Per i bianconeri 7 punti in classifica, periodo nero per i biancoblu che sono penultimi a soli 2 punti.

    Il West Ham United pareggia 1-1 in casa dello Stoke City e conquista il primo punto della sua stagione.
    Al Britannia Stadium, nell’anticipo della quinta giornata, gli Hammers di Avram Grant negano dunque alla squadra di Tony Pulis la seconda vittoria tra le mura amiche. Il West Ham passa in vantaggio al 32esimo, con capitan Scott Parker, ma ad inizio ripresa lo Stoke City riesce a pareggiare grazie a un colpo di testa di Kenwyne Jones. I padroni di casa colpiscono ben 3 legni, gli ospiti “solo” uno! Lo Stoke sale a quota 4 punti, il West Ham si porta ad 1 ma resta ultimo in classifica.

    1-1 anche tra Aston Villa e Bolton Wanderers: gli uomini di Houllier confermano l’andamento lento in avvio di stagione pareggiando in casa una gara che avrebbe dovuto segnare il ritorno alla vittoria. Le reti sono state messe a segno da Ashley Young e da Kevin Davies.

    1-1 anche tra Blackburn e Fulham grazie alle reti di Samba per i Rovers e dello statunitense Dempsey per il Fulham.

    In attesa delle gare di domani l’Arsenal si gode il primato e manda la pressione sulle spalle degli uomini di Carlo Ancelotti. Manchester United chiamato alla vittoria per non restare già attardato dalle prime, ma l’avversario (più per la storia che per la reale forza al momento) non è tra i più facili: il Liverpool di Roy Hodgson che è atteso al rilancio in classifica visti i soli 5 punti in 4 gare disputate.

    Risultati quinta giornata Premier League:

    Blackburn Rovers-Fulham 1-1
    Aston Villa-Bolton Wanderers 1-1
    Everton-Newcastle United 0-1
    West Bromwich Albion-Birmingham City 3-1
    Tottenham Hotspur-Wolverhampton 3-1
    Stoke City-West Ham 1-1
    Sunderland-Arsenal 0-1

    Manchester United-Liverpool domani ore 13.30
    Manchester City-Wigan domani ore 15
    Chelsea-Blackpool domani ore 16

    Classifica-partite-punti

    Chelsea 4 12
    Arsenal 5 11
    Man Utd 4 8
    Tottenham 5 8
    Newcastle 5 7
    Fulham 5 7
    Blackpool 4 7
    Aston Villa 5 7
    WBA 5 7
    Birmingham 5 6
    Bolton 5 6
    Sunderland 5 6
    Man City 4 5
    Blackburn 5 5
    Wolves 5 5
    Liverpool 4 5
    Stoke City 5 4
    Wigan 4 4
    Everton 5 2
    West Ham 5 1

  • NBA: Ritorna NBA Jam, il popolare videogioco del basket arcade

    NBA: Ritorna NBA Jam, il popolare videogioco del basket arcade

    Ritorna NBA Jam, uno dei videogiochi per consolle che nel passato ha avuto più successo!
    Electronic Arts (che curerà lo sviluppo e la produzione del gioco) ha rivelato i personaggi giocabili nel prossimo NBA Jam (che per inciso è la modalità arcade che ha avuto più seguito nel tempo) in uscita ad Ottobre sulla piattaforma Nintendo-Wii. I roster sono composti da un mix di stelle attualmente in attività, di leggende del passato e di alcune mascotte delle varie franchigie!

    Ecco i roster completi:

    Per le squadre della Western Conference troviamo:

    Dallas Mavericks
    Players: Dirk Nowitzki, Jason Kidd and Caron Butler
    Mascot: Mavs Man

    Denver Nuggets
    Players: Carmelo Anthony, Chauncey Billups and Kenyon Martin
    Mascot: Rocky The Mountain Lion

    Golden State Warriors
    Players: Monta Ellis, David Lee, Stephen Curry and Andris Biedrins
    Legends: Tim Hardaway and Chris Mullin

    Houston Rockets
    Players: Kevin Martin, Yao Ming and Trevor Ariza
    Legends: Hakeem Olajuwon and Kenny Smith

    Los Angeles Clippers
    Players: Baron Davis, Blake Griffin and Chris Kaman
    Legend: Danny Manning

    Los Angeles Lakers
    Players: Kobe Bryant, Pau Gasol, Ron Artest and Lamar Odom
    Legends: Magic Johnson and James Worthy

    Memphis Grizzlies
    Players: O.J. Mayo, Zach Randolph and Rudy Gay
    Legend: Bryant Reeves

    Minnesota Timberwolves
    Players: Al Jefferson, Kevin Love, Jonny Flynn and Michael Beasley
    Legend: Chuck Person

    New Orleans Hornets
    Players: Chris Paul, David West and Peja Stojakovic
    Legend: Larry Johnson

    Oklahoma City Thunder
    Players: Kevin Durant, Jeff Green and Russell Westbrook
    Legend: Rumble The Bison

    Phoenix Suns
    Players: Steve Nash, Grant Hill and Jason Richardson
    Legends: Dan Majerle and Kevin Johnson

    Portland Trail Blazers
    Players: Brandon Roy, LaMarcus Aldridge and Greg Oden
    Legend: Clyde Drexler

    Sacramento Kings
    Players: Tyreke Evans, Carl Landry, Jason Thompson and DeMarcus Cousins
    Legend: Mitch Richmond

    San Antonio Spurs
    Players: Tim Duncan, Tony Parker and Manu Ginobili
    Legends: David Robinson and George Gervin

    Utah Jazz
    Players: Deron Williams, Andrei Kirilenko and Mehmet Okur
    Legends: Karl Malone and John Stockton

    Per i team della Easter Conference abbiamo invece:

    Atlanta Hawks
    Players: Joe Johnson, Josh Smith, and Mike Bibby
    Legends: Dominique Wilkins and Spud Webb

    Boston Celtics
    Players: Kevin Garnett, Paul Pierce, Rajon Rondo, and Ray Allen
    Legends: Larry Bird and Kevin McHale

    Charlotte Bobcats
    Players: Gerald Wallace, Stephen Jackson, and Tyrus Thomas
    Mascot: Rufus Lynx

    Chicago Bulls
    Players: Derrick Rose, Luol Deng, Joakim Noah, and Carlos Boozer
    Legends: Scottie Pippen and Dennis Rodman

    Cleveland Cavaliers
    Players: Mo Williams, Antawn Jamison, and Anderson Varejao
    Legends: Mark Price and Brad Daugherty

    Detroit Pistons
    Players: Richard Hamilton, Rodney Stuckey, Charlie Villanueva, and Ben Gordon
    Legends: Isiah Thomas and Bill Laimbeer

    Indiana Pacers
    Players: Danny Granger, Mike Dunleavy, and T.J. Ford
    Legend: Detlef Schrempf

    Miami Heat
    Players: Dwyane Wade, LeBron James, and Chris Bosh
    Legends: Glen Rice and Rony Seikaly

    Milwaukee Bucks
    Players: Michael Redd, Andrew Bogut, Brandon Jennings, and Corey Maggette
    Mascot: Bango The Buck

    New Jersey Nets
    Players: Devin Harris, Brook Lopez, and Courtney Lee
    Legends: Kenny Anderson and Drazen Petrovic

    New York Knicks
    Players: Al Harrington, Danilo Gallinari, and Amare Stoudemire
    Legends: Patrick Ewing, Larry Johnson, and John Starks

    Orlando Magic
    Players: Dwight Howard, Vince Carter, and Rashard Lewis
    Legends: Nick Anderson and Scott Skiles

    Philadelphia 76ers
    Players: Andre Iguodala, Elton Brand, and Evan Turner
    Legends: Julius Erving and Allen Iverson

    Toronto Raptors
    Players: DeMar DeRozan, Jarrett Jack, and Andrea Bargnani
    Mascot: The Raptor

    Washington Wizards
    Players: Yi Jianlian, Andray Blatche, Gilbert Arenas, and John Wall
    Legend: Manute Bol
    Mascot: G-Wiz

  • NFL: Cadono Jets e Chargers

    NFL: Cadono Jets e Chargers

    Nei 2 posticipi del monday night clamorose sorprese nella NFL: i New York Jets, una delle candidate più autorevoli alla vittoria finale dopo una campagna acquisti extra-lusso, vengono sorpresi in casa dai sempre ostici Baltimore Ravens, che dimostrano di avere una delle migliori difese della Lega (se non la migliore) conquistando un successo che potrebbe fare la differenza nelle prossime settimane visto che la Conference AFC si dimostra essere molto competitiva.

    Non va meglio ai San Diego Chargers, altra squadra che è tra le favorite quantomeno per arrivare al Super Bowl di febbraio: la franchigia californiana cade sul campo dei Kansas City Chiefs, che dopo anni di buio sembrano poter dire finalmente la loro nella Lega.

    Ma andiamo ad analizzare gli incontri nel dettaglio:
    Tra Ravens e Jets, partono meglio i padroni di casa biancoverdi che tra primo e secondo quarto mettono a segno 2 field goal con il kicker Folk per portarsi in vantaggio sul 6-0. Il primo tempo sembra chiudersi qui, visto che Baltimore non dà segni di vita ma all’improvviso un bel drive ben orchestrato dal quarterback Joe Flacco permette ai Ravens di portarsi a sorpresa in vantaggio sul 7-6 grazie all’unico touchdown dell’incontro, quello di McGahee, che porta il risultato (grazie anche al punto addizionale di Cundiff) sul 7-6 a favore dei neroviola.
    Il terzo quarto è molto tattico, si registra solo il field goal, sempre di Cundiff, che porta i Ravens sul 10-6.
    Baltimore sembra in pieno controllo dell’incontro ma è un errore proprio della squadra che è in vantaggio a riaprire il match visto che si fa bloccare nella end-zone permettendo a Folk con un altro field goal di fissare il punteggio sul 10-9 (che sarà anche il finale di gara). New York prova ad operare il sorpasso ma non riesce nell’impresa, i Ravens si prendono la vittoria (meritata) ed iniziano nel migliore dei modi la loro stagione.

    Battaglia nel vero senso della parola invece tra Chiefs e Chargers (scontro diretto tra le 2 squadre visto che sono inserite anche nella stessa division) da cui escono vittoriosi i biancorossi padroni di casa.
    Ottima la prova di Philip Rivers, quarterback di San Diego, che lancia per 298 yard complessive e 2 touchdown serviti ai compagni. Il suo dirimpettaio Matt Cassell invece si limita all’ordinaria amministrazione con sole 68 yard lanciate (1 touchdown).
    A partire bene sono gli ospiti che si portano sul 7-0 grazie alla segnatura di Gates (e relativo punto aggiuntivo di Nate Keading), ma sul finire di quarto una straordinaria accelerazione di Charles porta il punteggio in parità (anche grazie alla conversione addizionale da 1 punto del kicker Succop).
    Il secondo quarto è esclusivo appannaggio dei Chiefs, che prima si portano sul 14-7 grazie a Moeaki, poi dilatano il vantaggio con il ritorno in touchdown di McCluster che copre 94 yard e dà tranquillità alla sua squadra in vista del quarto periodo.
    Nell’ultimo parziale a Rivers riesce solo un passaggio vincente (da 59 yard), quello per Naanee, che fissa il punteggio sul 21-14 finale. Poi i Chargers non riescono più a combinare nulla e tornano a casa con una sconfitta pesante ma che non può compromettere i piani per un stagione che li vede comunque sempre tra i protagonisti.

    Risultati monday night:

    New York Jets – Baltimore Ravens 9-10
    Kansas City Chiefs – San Diego Chargers 21-14

  • Mondiali di basket Tuchia 2010: Il trionfo degli Stati Uniti. Le immagini

    Mondiali di basket Tuchia 2010: Il trionfo degli Stati Uniti. Le immagini

    Ecco le immagini della finale del Mondiale di basket di Turchia 2010 disputatasi ad Istanbul tra i padroni di casa turchi e gli Stati Uniti dell’M.V.P. del torneo Kevin Durant.
    La gara è stata vinta dagli americani per 81-64 grazie alla straordinaria prova proprio di Durant che ha chiuso con 28 punti con ben 7 triple, risultando quasi immarcabile.
    Stati Uniti che tornano sul tetto del Mondo 16 anni dopo, ed è il trionfo per un gruppo di ragazzi quasi sconosciuti che sono stati chiamati in nazionale per le defezioni di tutti i “Big” dell’NBA, e che sono riusciti nell’impresa di vincere il torneo, quando invece nel Mondiale precedente i vari ed osannati James, Bryant, Anthony e soci avevano fallito, guardando il trionfo della Spagna.

    Proprio la Spagna ha deluso più di tutte, chiudendo al sesto posto, ed ha pagato molto più del previsto il forfait (annunciato da tempo comunque) della sua stella Pau Gasol.

    Argentina quinta grazie ad un Luis Scola monumentale ed a tratti il vero antagonista di Durant nella corsa al titolo di miglior giocatore della competizione. Scola ha vinto la classifica marcatori con 27 punti abbondanti di media.

    Quarta la sorprendente e giovane Serbia che ha puntato su un nucleo di ragazzini ed è stata ripagata nel migliore dei modi, sfiorando anche l’accesso alla finalissima visto che per 38 minuti ha guidato l’incontro di semifinale contro i padroni di casa turchi, venendo poi sorpassata negli ultimi secondi di gioco. Un futuro luminoso attende questa nazionale.

    Terza classificata l’ancor più sorprendente Lituania, arrivata al Mondiale grazie ad una wild-card che ha permesso a molti di conoscere un gruppo di giovani talenti guidati da un leader che si appresta a tornare in NBA nel migliore dei modi dopo 2 anni passati in Europa tra le fila biancorosse dell’Olympiacos Pireo: stiamo parlando di Linas Kleiza che ha dimostrato di essere uno dei giocatori più completi, un ‘ala dal potenziale molto alto che darà una grossa mano ai Toronto Raptors che lo hanno ricevuto quasi per nulla dai Denver Nuggets (che si staranno mangiando le mani dopo le strepitose prestazioni in questo Mondiale da parte del talento gialoverde).

    Seconda la Turchia, e non si poteva chiedere di più, visto che gli Stati Uniti, grazie al talento di Durant, avevano una marcia in più. Buone notizie dal redivivo Turkoglu che dopo l’ “Annus Horribils” a Toronto, cercherà di rilanciarsi a Phoenix.

    E poi gli U.S.A., di nuovo in vetta al Mondo, grazie ad un fenomeno di 21 anni, ben coadiuvato da gregari eccezionali quali il suo compagno ai Thunder Russell Westbrook, il sempre utile Lamar Odom e l’atletico Andre Iguodala, sacrificatosi in difesa nelle marcature più assurde con ottimi risultati e che ha messo da parte per amore del gruppo il suo talento offensivo. Ed un plauso particolare al coach Mike Krzyzewski che si sta dimostrando un allenatore particolarmente vincente e con le idee ben chiare.

    GUARDA LE IMMAGINI DELLA FINALE

  • NFL: I Washington Redskins domano i Dallas Cowboys

    NFL: I Washington Redskins domano i Dallas Cowboys

    I nuovi Washington Redskins di Donovan McNabb (acquistato dai Philadelphia Eagles) e di coach Mike Shanahan (chiamato a risollevare le sorti di una delle franchigie storiche della Lega ma che da troppo tempo brancolava ne buio più completo), sorprendono i favoriti Dallas Cowboys, nell’ultimo match in programma domenica.
    Ad assistere all’incontro c’era anche LeBron James, star indiscussa della NBA che in questa Estate ha fatto molto parlare di sè per il suo trasferimento dai Cleveland Cavaliers ai Miami Heat.
    13-7 il risultato finale, con la partita che si è infiammata nel finale.

    Washington riesce a portarsi sul 10-0 grazie ad un field-goal e ad un ritorno per il touchdown (dopo aver provocato un fumble) del difensore Hall che a tempo scaduto del secondo quarto dà un insperato vantaggio alla franchigia della Capitale.
    Dallas cerca di reagire e nel terzo quarto Tony Romo pesca Austin in end-zone per il provvisorio 10-7.
    Ultimo quarto da brividi con i Redskins che si mangiano un paio di fiel-goal per chiudere il discorso, a 2 minuti dal termine il kicker Gano riesce comunque a realizzarne 1 e dà ai Redskins il vantaggio di 13-7.
    Ultima azione per i Cowboys dunque con Romo che in poche giocate “mangia” letteralmente tutto il campo ed arriva in prossimità della Red-zone avversaria. A tempo scaduto il quarterback di Dallas riesce a pescare anche il passaggio vincente per il sorpasso Dallas (14-13) e vittoria conseguente ma gli arbitri annullano il touchdown per un fallo offensivo (Holding su Alex Barron, difensore dei Redskins).
    Lo stadio salta in piedi, dalla sconfitta arriva un’insperata vittoria che sicuramente potrà dare morale ai Redskins visto che la “W” è arrivata contro Dallas, una delle migliori formazioni della Lega che aspira al Super Bowl del prossimo febbraio.
    Buono il debutto di McNabb che non ha fatto magie ma ha guidato con sapienza un attacco che ancora deve conoscere a fondo.
    Male Dallas che si è svegliata solo nel finale. Per arrivare alla finalissima, che si disputerà tra l’altro nel nuovissimo e super-tecnologico impianto proprio dei Cowboys, serve veramente molto di più.

    Washington Redskins – Dallas Cowboys 13-7

  • NFL: Houston sorprende i Colts, Seattle a valanga e “giallo” a Chicago

    NFL: Houston sorprende i Colts, Seattle a valanga e “giallo” a Chicago

    Prima giornata di NFL che parte con il botto: dopo il gustoso anticipo tra i campioni in carica di New Orleans e i Minnesota Vikings del sempre eterno Brett Favre, terminato con la vittoria dei Saints, sorprende nella giornata odierna la caduta dei vice campioni degli Indianapolis Colts che cadono al cospetto di una straordinaria prestazione degli Houston Texans e del suo running back Arian Foster capace di mettere a segno 3 touchdown nella vittoria per 34-24 della franchigia texana correndo per ben 231 yards, nuovo record di squadra per i Texans. Sorprende il fatto che Foster sia un giocatore veramente sconosciuto, che non è stato draftato da nessuna squadra tra l’altro nella scorsa stagione (Houston lo ha preso da free agent sul mercato) e che ha passato quasi l’anno intero nella squadra delle riserve senza mettere assieme numeri rilevanti.
    Per i Colts strepitosa, quanto inutile, prestazione di Peyton Manning che completa 40 passaggi con ben 3 touchdown e 433 yards. Assolutamente incredibile il quarterback dei Colts che dimostra di essere sempre il migliore.

    Buona la partenza dei New England Patriots che si sbarazzano per 38-24 dei Cincinnati Bengals, rivelazione dell’ultima annata NFL. Benissimo il fenomenale quarterback Tom Brady che lancia per 258 yards complessive e 3 touchdown, 2 dei quali recapitati a Wes Welker. In chiaroscuro invece le prove di Chad Ochocinco e Terrell Owens per i Bengals, anche se Ochocinco mette a segno un touchdown.

    Sorridono i Miami Dolphins grazie alla vittoria per 15-10 sui Buffalo Bills, Jacksonville supera i Broncos per 24 a 17, mentre soffrono i Chicago Bears per vincere la strenua resistenza dei Detroit Lions, che lottano fino all’ultimo ma devono cedere il passo ai più quotati avversari (14-19 il finale). Episodio controverso nel finale quando Calvin Johnson, a tempo quasi scaduto, afferra il lancio del suo quarterback Shaun Hill: sembra un touchdown valido (e lo sarebbe anche, non solo lo sembrerebbe!) ma gli arbitri negano la segnatura giudicando il passaggio incompleto. Polemiche e Lions che tornano a casa beffati in tutto e per tutto.

    I New York Giants demoliscono i Carolina Panthers per 31-18, stesso discorso per i Tennessee Titans che seppelliscono sotto una valanga di punti i poveri Oakland Raiders (38-13, Chris Johnson mette a segno 2 touchdown, gran bel modo di aprire la stagione).

    Nella sfida tra “povere” e senza ambizioni (almeno per quest’anno a meno di clamorose quanto improbabili sorprese) i Tampa Bay Buccaneers hanno la meglio per 17-14 sui Cleveland Browns.

    Fatica più del previsto un’altra “grande” della NFL, ovvero i Pittsburgh Steelers (orfani per le prime giornate di Ben Roethlisberger), che battono gli Atlanta Falcons solo dopo un overtime grazie al touchdown di Rashard Mendenhal.

    Nelle partite serali invece facile vittoria per i Seattle Seahawks che demoliscono letteralmente i favoriti San Francisco 49ers per 31-6: un massacro per i “Niners” che non riescono a segnare se non su field-goal.
    Vittoria di prestigio ma in affanno per i Green Bay Packers che nella prima parte di gara sembrano poter vincere tranquillamente l’incontro con gli Eagles, salvo poi doversi ricredere di fronte al gran recupero di Philadelphia che alla fine cede 20-27.
    Arizona espugna il campo dei Rams grazie ai touchdown di Tim Hightower e del sempre fenomenale Larry Fitzgerald. Per Saint Louis invece debutto tra luci ed ombre per la prima scelta assoluta al Draft Sam Bradford, quarterback che alla prima gara in NFL lancia per 253 yards con un touchdown ma con la macchia di 3 intercetti.

    Dallas-Washington sarà trattata a parte, più tardi, alla fine dell’incontro

    Il monday night (domani sera) invece vedrà 2 partite in programma: prima i Baltimore Ravens faranno visita ai New York Jets (partita che è prevista all’una italiana), mentre qualche ora più tardi (alle 4.15 ora italiana) i San Diego Chargers sfideranno i Kansas City Chiefs.

    RISULTATI PRIMA GIORNATA NFL

    New Orleans Saints – Minnesota Vikings 14-9
    Tampa Bay Buccaneers – Cleveland Browns 17-14
    Buffalo Bills – Miami Dolphins 10-15
    New England Patriots – Cincinnati Bengals 38-24
    Jacksonville Jaguars – Denver Broncos 24-17
    New York Giants – Carolina Panthers 31-18
    Chicago Bears – Detroit Lions 19-14
    Pittsburgh Steelers – Atlanta Falcons 15-9 (overtime)
    Tennessee Titans – Oakland Raiders 38-13
    Houston Texans – Indianapolis Colts 34-24
    Seattle Seahawks – San Francisco 49ers 31-6
    Saint Louis Rams – Arizona Cardinals 13-17
    Philadelphia Eagles – Green Bay Packers 20-27
    Washington Redskins – Dallas Cowboys stanotte ore 2.20 italiana
    New York Jets – Baltimore Ravens domani ore 1.00 italiana
    Kansas City Chiefs – San Diego Chargers domani ore 4.15 italiana

  • Super Durant trascina gli Stati Uniti alla vittoria: è oro mondiale!

    Super Durant trascina gli Stati Uniti alla vittoria: è oro mondiale!

    Una prova monumentale di uno strepitoso ed incontenibile Kevin Durant da 28 punti e 5 rimbalzi trascina gli Stati Uniti alla vittoria sui padroni di casa della Turchia ai Mondiali di basket. Nasce una stella luminosissima in questa sera del 12 settembre 2010, un giocatore che non ha nulla da invidiare a coloro che, stelle ormai riconosciute nel panorama NBA, invece, a questo Mondiale hanno deciso di rinunciare, quasi come se fosse solo un peso: ma non per un ragazzino-prodigio di soli 21 anni che già aveva fatto vedere al Mondo intero cosa è in grado di fare laureandosi come il più giovane marcatore di sempre della storia della NBA nell’ultima stagione disputata. Ora la definitiva consacrazione in questo torneo per un talento puro come pochi altri e che ora andrà posto nell’elite del basket assieme ai più noti colleghi che rispondono al nome di LeBron James, Kobe Bryant e così via. Tecnica, fisico, agilità, velocità, talento, esplosività e tanta etica del lavoro, straordinaria per un ragazzo così giovane che potrebbe perdersi facilmente nei meandri del protagonismo come tanti suoi coetanei. Ma evidentemente preferisce essere ricordato per le sue imprese sportive piuttosto che per qualche bravata tipicamente giovanile. Il futuro, e la prossima decade, saranno sicuramente suoi se il suo talento potrà essere espresso sui parquet più prestigiosi, lontano da infortuni che potrebbero minarne l’efficienza.
    Una partita, quella disputata dagli Stati Uniti, subito nata sotto il segno del giocatore degli Oklahoma City Thunder, e che la Turchia ha cercato di non farsi sfuggire dalle mani come ha potuto, opponendo strenuamente tutte le sue armi, ma il divario è parso veramente incolmabile. Onore comunque ai giocatori turchi che sono arrivati all’appuntamento finale da imbattuti, distrutti in questa finale sia a rimbalzo (42 a 34) che nei tiri da 3 punti (11 a 7 le bombe totali) e la medaglia d’argento vale quasi come una d’oro. La vera medaglia d’oro invece ha stampata la faccia sorridente e ingenua di un ragazzo di 21 anni che ha griffato questo Mondiale con le sue eccezionali giocate.

    Finale 1°-2° posto: U.S.A.-TURCHIA 81-64

    Inizio di partita col turbo per Durant che firma subito 2 triple d’autore e con un’altro canestro da 2 punti mantiene gli Stati uniti in leggero vantaggio sul 14-12. Arriva però l’unico sorpasso turco della gara sul 15-14 ma non c’è da gioire perchè poco dopo, in un contrasto con Billups, Turkoglu si fa male al ginocchio e deve abbandonare momentaneamente il parquet per le necessarie cure mediche.
    Furbescamente gli “States” capiscono che è il momento di assestare un mega parziale agli avversari privi del loro leader. E così avviene, una bomba di Curry riporta in vantaggio gli americani sul 20-17, ed il quarto si chiude sul 22-17 grazie a 2 tiri liberi di Russell Westbrook per il 22-17: Durant ha già la metà dei punti di squadra, ben 11 sui 22 totali e la difesa turca fa fatica a trovare le necessarie contromisure sul talento dei Thunder.
    Il secondo quarto si apre con la grande difesa degli Stati Uniti. In attacco invece, intelligentemente, visto che la Turchia intasa l’area e ostruisce gli spazi sotto il tabellone viene proposto sistematicamente il tiro dalla lunga distanza che sembra funzionare piuttosto bene vista la serata di grazia di Durant: proprio il numero 5 con la quarta tripla firma il primo vantaggio in doppia cifra degli “States” (31-21) a 5 minuti dalla fine del primo tempo. La quinta bomba dà invece il 34-24 ed il fenomeno americano ha già a referto 20 punti!
    Si arriva allo scadere della prima frazione con il punteggio di 42-32 U.S.A.

    Il secondo tempo inizia proprio come era cominciato il primo: altre 2 triple di rara bellezza di Durant (la sesta e la settima) consentono un ulteriore allungo sul 48-32. Ma non finisce qui perchè gli Stati Uniti sfiorano ripetutamente il +20. A questo punto Tanjevic cerca di sistemare le cose, soprattutto in difesa e grazie ad un ritrovato Turkoglu in zona offensiva la Turchia riesce ad arrivare fino al -11 (52-41) a 4 minuti dalla fine del terzo quarto. Rudy Gay ridà fiato e scaccia le paure con un jumper da centro area per il 54-41 e Westbrook mette 3 punti d’oro per il momentaneo +16 a 2 minuti dalla sirena del mini-intervallo. Uno spento Ilyasova cerca di ricucire lo strappo, ma una magia del solito immarcabile Kevin Durant ristabilisce le distanze (59-43). Il terzo quarto va in archivio sul 61-48 Stati Uniti.
    L’ultima frazione di gioco vede un canestro da 3 di Odom che uccide definitivamente la partita (68-50) anche se ancora ci sono 8 minuti da giocare sul cronometro. Odom si scatena e con altri 2 punti dà il massimo vantaggio ai suoi sul +20 con un magistrale contropiede (70-50). Turkoglu prova a suonare la riscossa per i padroni di casa ma la definitiva mazzata alle speranze turche la danno Rose e ancora lo scatenato Odom: Rose si prende canestro e fallo in penetrazione (72-52) e il libero aggiuntivo che esce dal ferro viene corretto dall’ala dei Los Angeles Lakers per il massimo vantaggio di 22 punti (74-52). Tunceri segna una tripla ma oramai mancano poco meno di 5 minuti. Westbrook continua a dare spettacolo e con un tiro da 3 porta il risultato sul 79-59, i turchi rispondono con altri 3 punti ma la gara si trascina, tra l’entusiasmo della panchina americana e dei pochi tifosi sugli spalti gremiti quasi interamente da supporter biancorossi, verso la fine, passando per una girandola di cambi che servono a Durant per prendersi la standing-ovation di tutti i presenti. Finisce 81-64, buone anche le prove di Westbrook (13 punti, 6 rimbalzi e 3 assist) e di Odom (15 punti e 11 rimbalzi) per non parlare dell’ottima difesa di Iguodala, sempre prezioso su qualsivoglia avversario, anche il più alto.
    Per gli U.S.A. e’ il primo titolo iridato in 16 anni. La Turchia esce tra gli applausi dei 15000 del Dome, gli Stati Uniti impazziscono di gioia per un successo meritato e sudato come non mai nel passato.
    Kevin Durant si prende il titolo di miglior giocatore del torneo, a tratti onnipotente e devastante: 7 triple segnate (su 13 tentativi) in una finale Mondiale sono un biglietto da visita che pochi possono presentare. Il titolo degli “States” è praticamente suo!

    U.S.A.: Durant 28, Odom 15, Westbrook 13, Rose 8, Gay 6, Billups 4, Iguodala 4, Curry 3, Gordon 0, Chandler 0, Love 0, Granger 0. All.: Krzyzewski.
    Turchia: Turkoglu 16, Erden 9, Ilyasova 7, Onan 7, Tunceri 7, Arslan 6, Asik 5, Gonlum 4, Savas 3, Guler 0, Ermis 0. All.: Tanjevic.

  • Kleiza porta la Lituania al bronzo, Serbia battuta 99-88

    Kleiza porta la Lituania al bronzo, Serbia battuta 99-88

    La Lituania doma la Serbia grazie ai 33 punti di un Linas Kleiza in formato extra-lusso. statistiche mostruose per il neo acquisto dei Toronto raptors: 7/11 da 2, 5/7 da 3 per un complessivo 12/18 dal campo, 4/4 ai liberi, 7 rimbalzi, 4 assist e 3 palloni rubati agli avversari. Una prova mostruosa che cancella in parte quella invece orribile di ieri contro gli Stati Uniti. I baltici si prendono il terzo posto al Mondiale in Turchia e si candidano autorevolmente come nazionale del futuro vista l’età media veramente molto bassa.
    Serbia invece irriconoscibile dopo una buona partenza, ma che ha avuto un inspiegabile crollo nei 2 quarti centrali, cosa che ha compromesso inevitabilmente la partita. La base da cui partire per il futuro però è buonissima e di ottimo livello visto che la Serbia si è presentata al mondiale con un gruppo di ragazzini (esclusi i big Teodosic e Krstic e l’”anziano” Savanovic, solo 27 anni per lui, il più “vecchio” del team serbo!).
    Sia di Lituania che di Serbia sentiremo parlare tanto nei prossimi anni di pallacanestro a livello mondiale e si parlerà molto dei giovani fenomeni che hanno calcato i parquet turchi.

    Finale 3°-4° posto: LITUANIA-SERBIA 99-88

    Come già anticipato parte forte la nazionale serba, che nei primi minuti di gioco trova fluidità di gioco e canestri in attacco, il tutto coordinato con una difesa arcigna e impenetrabile che porta il risultato sul 18-9 (lituani doppiati!) a 4 minuti e 20 secondi dal termine. Qui accade però qualcosa di inspiegabile, visto che la Serbia smette di giocare a pallacanestro mentre la Lituania inizia a concentrarsi e a premere sull’acceleratore in attacco, chiudendo le maglie difensive per scavalcare nel punteggio gli avversari già in chiusura di primo periodo (22-23) grazie al devastante impatto di Jankunas dalla panchina (già a quota 9 dopo i primi 10 minuti di gioco). L’inerzia della partita resta su sponda gialloverde anche nel secondo quarto, quando Kleiza esplode con 12 punti quasi consecutivi per spaccare la partita: la Lituania non concede spazi in difesa, e riesce a correre bene in campo aperto, veleggiando anche sul +13 (48-35) grazie a una schiacciata con fallo di Kalnietis. Sulla sirena del primo tempo una tripla permette agli slavi di accorciare sul 48-38.

    Il secondo tempo inizia con la zona 2-3 della Serbia per contrastare il dominio lituano, ma la tattica non serve a nulla contro le bombe dal perimetro dei baltici. Ivkovic passa alla difesa ad uomo ma è inutile anche questa tattica si rivela controproducente: prima colpisce Jasaitis dall’angolo, poi Kleiza con altre 2 bombe consecutive dritte al cuore rossoblu, mentre Jankunas continua a martellare imperterrito in vernice sui tagli e i pick’n’roll. Kleiza firma il massimo vantaggio sul +22 (72-50) e sono poi 8 punti consecutivi di Kalnietis all’inizio del quarto periodo a ricacciare indietro l’ultimo disperato tentativo di rimonta serba. Savanovic, fino a quel momento inesistente, approfitta del naturale rilassamento mentale avversario per riavvicinare i suoi sul -12 (86-74) ma è l’ennesima tripla, questa di Maciulis, a mandare i titoli di coda sul 93-78 a 3 minuti dalla sirena. Poi la Lituania controlla e amministra il vantaggio per chiudere sul 99-88 e portare a casa un terzo posto che vale quasi come un oro, visto che la partecipazione al Mondiale è arrivata grazie ad una wild-card! Coach Kemzura ha lavorato da fenomeno della panchina in ogni settore!

    Serbia: N. VELICKOVIC (18 pts), N. KRSTIC (8 rbs), A. RASIC (10 ast)
    Lituania: L. KLEIZA (33 pts), S. JASAITIS (10 rbs), M. KALNIETIS (5 ast)

  • L’Argentina doma la Spagna e si prende il quinto posto

    L’Argentina doma la Spagna e si prende il quinto posto

    Una brutta Spagna (almeno nel primo tempo), cede all’Argentina e si deve accontentare del sesto posto al Mondiale di basket in corso di svolgimento in Turchia, dopo essere arrivata alla manifestazione come seria candidata al titolo assieme agli Stati Uniti, anche in virtù dell’eredità portata sulle spalle, in quanto campione del Mondo e d’Europa in carica. Unica consolazione per gli ormai ex detentori del titolo è la superba prestazione di Rudy Fernandez, autore di ben 31 punti.
    Tutt’altra musica per la squadra albiceleste che onora il torneo con un ottimo piazzamento viste le defezioni pre-Mondiali, in particolar modo quella di Manuel Ginobili, più che quella di Andrès Nocioni. Intesa magica poi quella tra Luis Scola e Carlos Delfino, che saranno le basi di questa nazionale per il prossimo futuro. L’ala degli Houston Rockets chiude con 22 punti e sarà molto probabilmente il marcatore principe della manifestazione (a meno di clamorosi exploit della stella americana Kevin Durant nella finalissima per l’oro che si disputerà alle 20.30 contro la Turchia), la guardia dei Milwaukee Bucks ne piazza 27 e sforna triple a ripetizione!

    Finale 5°-6° posto: ARGENTINA-SPAGNA 86-81

    Dicevamo di un primo tempo pessimo da parte della Spagna ed alcune cifre lo testimoniano: 14 palle perse, 3/14 dall’arco e 17 lunghezze di svantaggio all’intervallo (49-32), dominata a rimbalzo dove l’altezza di Marc Gasol dovrebbe quantomeno fare la differenza, molle in difesa e senza idee e genialità in attacco. Questo è il team giallorosso nei primi 2 quarti, dominato letteralmente dall’Argentina.
    L’albiceleste vola con un Carlos Delfino letteralmente infuocato ed un Prigioni realizzatore e distributore, mentre Scola risparmia energie per il secondo tempo.

    2 triple in serie di Delfino in avvio di terzo quarto lanciano l’Argentina sul massimo vantaggio (59-34, +25), quanto basta per sollevare pesanti malumori da parte dei tifosi spagnoli che iniziano una civile protesta contro il gioco espresso dalla squadra di Sergio Scariolo: e allora, colpiti dalle critiche dei loro stessi supporter, finalmente, i giocatori di Scariolo cominciano a giocare. E lo fanno anzitutto alzando l’intensità difensiva fino a quel momento latente, cosa che permette di recuperare una miriade di palloni in pochi minuti e confezionare un super parzialone di 16-2 con tante corse in contropiede e un Fernandez indiavolato (61-60).
    L’Argentina si aggrappa, come sempre, alle spalle larghissime e solidissime di Luis Scola, e l’ala dei Rockets ricomincia a lavorare in pitturato riportando i suoi sul +9. Ma la Spagna non molla, si riavvicina con Garbajosa e Gasol, impatta a quota 80 proprio con il centro dei Memphis Grizzlies dalla lunetta, ma si vede poi superata da un principesco canestro di Scola a centro-area e da una tripla, dritta dritta indirizzata al cure iberico, di Prigioni a 15 secondi dalla sirena. Finisce 86-81 ed onestamente pare giusto così, viene premiata una formazione che ha avuto più stimoli e che ha giocato complessivamente meglio e non a fiammate.

    Spagna: R. FERNANDEZ (31 pts), M. GASOL (10 rbs), J. NAVARRO (3 ast)
    Argentina: C. DELFINO (27 pts), L. SCOLA (11 rbs), P. PRIGIONI (7 ast)

  • La Turchia beffa la Serbia. Sarà finale contro gli Stati Uniti

    La Turchia beffa la Serbia. Sarà finale contro gli Stati Uniti

    La Turchia insegue la Sebia per quasi 38 minuti sui 40 disponibili, ma negli ultimi 2 opera il sorpasso e si prende il pass per la finalissima di domani contro la corazzata Stati Uniti.
    Partita intensa, emozionante e vibrante, decisa solo negli ultimi istanti da un canestro di Tunceri e dalla stoppata, sul tentativo di alley-oop da centrocampo per Velickovic, da parte di Semih Erden , che salva la squadra padrona di casa. In mezzo la lunga pausa decisa dagli arbitri per sistemare il cronometro a 5 decimi di secondo dalla fine che potevano potenzialmente valere alla Serbia la qualificazione, prima che la mano di Erden dicesse “no” agli slavi.
    Ora sarà sfida agli “States” per la medaglia d’oro ed il numeroso pubblico turco dovrà dare una grossa mano ai propri benimaini contro Kevin Durant e soci.

    TURCHIA-SERBIA 83-82

    In avvio la squadra turca è molto fredda in attacco e deconcentrata in difesa, e la Serbia ne approfitta per allungare con Velickovic e Tepic (8-15). La risposta della squadra di Tanjevic è affidata a Turkoglu, che innesca un parziale di 7-0 per rimettere le cose in parità, ma è poi una tripla di Teodosic a riportare la Serbia in vantaggio al primo intervallo (17-20): Turkoglu è già a quota 9 punti, ma mentre la Serbia tira bene dall’arco (4/9), la squadra di casa raccoglie un misero 1/5.
    Il motivo della gara non cambia nel secondo periodo con Keselj pronto a firmare il +5. Tanjevic prova a schierare la zona 2-3 e i risultati si vedono con Arslan e Guler che riportano i biancorossi a -1, ma è Savanovic, con 7 punti in fila in uscita dalla panchina, a bastonare la pochezza della difesa turca. Guler compie il terzo fallo e viene richiamato in panchina, Keselj punisce dall’arco per il +7 (31-38), margine tenuto fino all’intervallo lungo con un paio di gite in lunetta serbe (35-42): Turkoglu rimane fermo a 9 punti, la Turchia arranca con un misero 2/9 da tre punti contro il 6/13 avversario, e la mira di Savanovic e Keselj (16 punti in 2 al 20esimo minuto) costituisce un ottimo antidoto contro la zona di Tanjevic.

    Ad inizio ripresa però la Turchia torna ad uomo in difesa, alzando il livello di fisicità: Erden, Turkoglu e Onan griffano un parziale di 11-4 per l’aggancio a quota 46, ma a quel punto è Teodosic che esplode ricacciando indietro i padroni di casa: 4 azioni finalizzate con 5 punti personali e 2 assist, e la Serbia scappa ancora sul +8 (48-56). La Turchia si aggrappa ai singoli, ma mentre Turkoglu sembra stare in disparte, ed Ilyasova deve combattere con i problemi di falli e un eccessivo nervosismo, emerge Arslan, che con 2 di triple riaccende l’entusiasmo (e la rimonta), riportando la squadra di Tanjevic a -3 (60-63) al 30esimo minuto.
    Nell’ultimo quarto si rivede Turkoglu, anche se Keselj con un’altra bomba punisce i turchi per il 64-72 serbo. Tunceri però inizia a quel punto il suo personalissimo show: tripla, canestro ad altissima difficoltà dopo un fallo antisportivo di Markovic, e altra tripla (folle) per il sorpasso tanto atteso a 3 minuti e 30 secondi dalla sirena (76-75). Un paio di brutte scelte di Teodosic permettono a Onan di allungare sul +3, ma Ilyasova prima e Turkoglu poi sbagliano i canestri della possibile tranquillità. Negli ultimi 2 minuti succede di tutto: Asik esce per un dubbio infortunio al volto per non tirare dalla lunetta, ma Arslan fa 1/2 così come Krstic (79-78): sbaglia Turkoglu, sbaglia anche Teodosic, ma Keselj svetta a rimbalzo offensivo e subisce fallo piazzando i liberi del nuovo sorpasso (79-80 a 29 secondi dal termine). Tunceri è stratosferico dando l’assist per un’inchiodata di Erden, ma Rasic pesca a sua volta Velickovic per un facile appoggio a 4 secondi (81-82 Serbia). Rimessa a centrocampo per Turkoglu che, chiuso sulla linea laterale, riesce a trovare il varco per scaricare per Tunceri, che davanti a sé ha un’autostrada per appoggiare il canestro della vittoria. Poi, come già detto, la stoppata di Erden sulla sirena. Che consegna a Tanjevic ed ai suoi uomini la tanto sospirata finale! Ma onore ai serbi che diventeranno la squadra del futuro, grazie ai giovani fenomeni che stanno crescendo partita dopo partita.

    Serbia: M. KESELJ (18 pts), N. KRSTIC (7 rbs), M. TEODOSIC (11 ast)
    Turchia: H. TÜRKOĞLU (16 pts), Ö. AŞıK (7 rbs), K. TUNÇERI (5 ast)