Autore: slevin

  • Stanley Cup: I Devils rimandano la festa dei Los Angeles Kings.

    Stanley Cup: I Devils rimandano la festa dei Los Angeles Kings.

    Festa rimandata per i Los Angeles Kings ed i suoi tifosi: in gara 4 della Finale NHL che assegna la Stanley Cup i New Jersey Devils sbancano il ghiaccio californiano per 3-1, rimandando il verdetto che quasi tutti attendevano e portando la serie sul risultato di 3-1 che vede comunque i neroviola saldamente al comando.

    Gli ospiti possono quindi coltivare ancora qualche speranza di vittoria ma la situazione resta sempre complicata, dovendo necessariamente ottenere altre 3 vittorie nelle prossime 3 partite. E i Kings fanno più paura in trasferta dato che in questi playoff sono ancora imbattuti con 10 successi in 10 gare, un ruolino di marcia strepitoso.

    Ci tenevano, i losangelini, a festeggiare la conquista della Stanley Cup in casa, per tutti i tifosi accorsi in massa allo Staples Center. Anche le Star del cinema sugli spalti per godersi il momento di gloria dei giocatori nero e viola ma a rimandare ogni discorso a gara 5 ci ha pensato il goalie dei Devils Martin Brodeur, autore di una partita fantastica in cui ha salvato il risultato e regalato la vittoria alla sua squadra.

    I primi 2 periodi di gioco vanno in archivio senza reti, Los Angeles parte forte ma Brodeur fa capire che sarà dura batterlo. Anche New Jersey cerca di sbloccare il punteggio ma un ottimo Quick mantiene il risultato sullo 0-0. In chiusura di primo quarto i Kings hanno 2 clamorose occasioni per portarsi avanti ma sia Williams che Kopitar centrano il palo.

    Kovalchuk in apertura di seconda frazione ha la chance per segnare ma non trova il guizzo vincente. I padroni di casa spingono forte e creano molto ma nè Gagne, nè Richards riescono a trovare il goal. Ancora 0-0 in chiusura del secondo quarto.

    New Jersey Devils | © Bruce Bennett/Getty Images

    L’ultimo periodo si apre con la clamorosa occasione mancata dei californiani che in un 2 contro 1 sprecano la possibilità di siglare la rete, a sprecare tutto è Lewis. E quando l’inerzia del match sembra andare dalla parte dei Kings ecco che i Devils passano in vantaggio con Patrik Elias al settimo minuto. Un minuto più tardi  però arriva il pareggio dei padroni di casa grazie a Drew Doughty, che in situazione di superiorità numerica sul ghiaccio, derivante da power play, riesce a trovare una grande conclusione da fuori area che buca Brodeur.

    La gara si infiamma ma la beffa per Los Angeles deve ancora arrivare e si materializza a 4 minuti e mezzo dalla sirena per opera della marcatura di Adam Henrique. I Kings  non riescono a reagire e subiscono invece il goal a porta vuota di Kovalchuk a venti secondi dalla fine, che fissa così il risultato sul 3 a 1 definitivo.

    Protagonista del match l’estremo difensore di New Jersey Martin Brodeur con alcuni interventi miracolosi. Per lui 21 parate su 22 tiri totali.

    La serie si trasferisce ancora a Newark per gara 5: i Devils hanno l’opportunità di ridurre ulteriormente il margine in casa ma attenzione ai californiani che, come già ricordato, fanno di necessità virtù ed in trasferta nella post season sono ancora imbattuti.

    RISULTATI PLAYOFF NHL 6 giugno 2012 

    Los Angeles Kings-New Jersey Devils 1-3

    FINALE NHL STANLEY CUP:

    6) New Jersey Devils vs 8) Los Angeles Kings serie 1-3 Kings 

  • Spurs ancora KO, Oklahoma City Thunder in Finale NBA

    Spurs ancora KO, Oklahoma City Thunder in Finale NBA

    Contro questi Thunder c’è poco da fare: Oklahoma City batte per la quarta volta consecutiva i San Antonio Spurs, si aggiudica gara 6 e chiude i conti della Finale di Western Conference vincendo la serie per 4-2. I neo campioni dell’Ovest sono la prima squadra a qualificarsi per la Finale NBA dei playoff 2012, un risultato che dopo le prime 2 partite della sfida vinte dai texani sembrava quasi sfumato. Ma il talento, la forza fisica e mentale, la determinazione del team di coach Scott Brooks alla fine sono emerse prepotentemente e non hanno lasciato scampo ai neroargento che si sono dovuti inchinare al cospetto degli avversari.

    Si tratta della prima Finale NBA nella storia della giovane franchigia dell’Oklahoma, nata nel 2008 dalle ceneri dei Seattle SuperSonics, la quarta complessiva (un titolo vinto nel 1979) se si considera invece la storia unificata delle 2 città (l’ultima dei Sonics risale alla stagione 1996 conro i Chicago Bulls di Michael Jordan persa per 4-2). E proprio come il grande M.J. che fece grandi quei Bulls, ora è il turno di Kevin Durant a prendersi lo scettro di “Re” della NBA, un talento puro, un fenomeno che alla guida dei giovani Thunder rischia seriamente di usurpare il trono di sua altezza Jordan. A soli 23 anni (classe 1988, compirà 24 anni a fine settembre), nessuno nella Lega può mettersi al pari del numero 35 di Oklahoma City che sembra proprio destinato a dominare la NBA nelle prossime 10 stagioni.

    Il match è in sostanza una sintesi della serie: gli Spurs scappano via nei primi 2 quarti ma vengono ripresi e poi superati nella ripresa. Tony Parker in avvio è scatenato ed in 12 possessi texani firma 7 canestri e 5 assist, guidando i suoi compagni al provvisorio +18 (48-30), prima di andare al riposo lungo in vantaggio di 15 punti (63-48). I neroargento giocano bene, Duncan è il perno a centro area e Stephen Jackson è chirurgico dalla distanza (9/15 nelle triple per gli ospiti alla fine del primo tempo) e la truppa di coach Popovich sembra essersi ritrovata dopo i 3 KO di fila.

    Il secondo tempo però è un monologo dei Thunder e di Durant: dopo aver concesso 63 punti in 24 minuti, nei successivi 24 la difesa di Oklahoma City tiene a soli 33 punti dal campo l’attacco neroargento, K.D. inizia a segnare da ogni posizione ed in ogni modo, sciorinando il suo vasto repertorio di attaccante di razza, semplicemente inarrestabile per qualsiasi difensore. Il primo parziale in avvio di terzo periodo fa capire quanto le cose siano cambiate: 11-2 Thunder per ritornare a contatto, solo 18 punti per San Antonio nel terzo quarto ed il punteggio torna in equilibrio (81-80 per gli ospiti).

    Match punto a punto fino a 3 minuti dalla sirena, poi Harden e Fisher portano l’inerzia dalla parte dei padroni di casa, con 2 triple, per il provvisorio +6. A 75 secondi dalla fine Parker firma il 99-103 che restituisce qualche speranza agli uomini di Popovich, che però sbagliano i 3 tiri successivi (tra cui una tripla di Jackson, perfetto fino a quel momento dalla lunga distanza con uno stupefacente 6/6). E così Perkins, con una schiacciata a 24 secondi dal termine, può sigillare il trionfo dei Thunder (107-99 il risultato).

    Kevin Durant, Oklahoma City Thunder | © Michael Heiman/Getty Images

    M.V.P. del match senza ombra di dubbio è Kevin Durant autore di 34 punti, 14 rimbalzi 5 assist 2 stoppate con 9/17 al tiro, 4-8 da 3 e 12-15 ai liberi, ma i numeri non riescono neanche a spiegare la sua bravura, la sua completezza tecnica (superiore) ed il suo essere sempre decisivo nei momenti cruciali della partita, una caratteristica che lo accomuna ancora di più con il suo illustre predecessore Jordan! Il segreto del suo successo sta nella testa, un ragazzo dal cuore d’oro, educato e disponibile, legato profondamente alla mamma (come sempre a bordo campo per ogni sua gara) con la quale ancora vive assieme. Non siamo di fronte al solito “esaltato” giocatore NBA, ma ci troviamo davanti ad una persona che non gradisce le luci della ribalta se non quelle del parquet, il suo habitat naturale. A dare supporto al numero 35 dei Thunder ci pensano i soliti Westbrook (25 punti) ed Harden (16), ma importanti sono anche i 10 punti di Ibaka (e la sua difesa) ed i 9 punti di Fisher. Agli Spurs non basta Parker (29 punti e 12 assist), nè Duncan (25 punti e 14 rimbalzi) e neanche un chirurgico Jackson (23 punti e 6/7 da 3), opaco Ginobili con soli 10 punti.

    Oklahoma City diventa campione della Western Conference, un trionfo meritato (anche se ora va completata l’opera) che parte da lontano, esattamente da Seattle, anno 2007, con la fortunata Lottery che assegna ai SuperSonics la scelta numero 2 al Draft, spesa per chiamare Kevin Durant (ad oggi i Blazers si mangiano le mani per aver chiamato con la numero 1 assoluta Greg Oden). Nell’anno seguente a Seattle arrivano le scelte di Westbrook ed Ibaka (il congolese è lasciato un altro anno a giocare in Spagna), il team si trasferisce tra mille polemiche (ancora non completamente finite, e forse non finiranno mai!) ad Oklahoma City ed aggiunge un’altro talento grazie al Draft, quello di James Harden. Sam Presti, il G.M., costruisce una vera e propria corazzata, il resto è storia recente. Ed a Seattle (per la franchigia) e in maniera minore a Portland (per Durant), lo sconforto è grande e lascia solo l’amaro in bocca. Non ad Oklahoma City dove la gente è completamente innamorata ed impazzisce per questi Thunder da 10 e lode.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 6 giugno:

    Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 107-99
    Okl: Durant 34, Westbrook 25, Harden 16
    S.A.: Parker 29, Duncan 25, Jackson 23

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-3 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-4 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale NBA)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Boston sbanca Miami, ora i Celtics vedono la Finale NBA

    Boston sbanca Miami, ora i Celtics vedono la Finale NBA

    2 serie parallele, quelle delle Finali di Conference dei playoff NBA 2012: come ieri Oklahoma City, dopo essersi trovata sotto per 2-0 dopo le prime 2 partite giocate contro gli Spurs, ha rimontato e si è portata in vantaggio per 3-2 nel computo totale della sfida, la stessa cose è accaduta nella Finale dell’Eastern Conference dove i Boston Celtics, sotto per 2-0 dopo gara 2, hanno trovato la forza e le energie fisiche e mentali per ribaltare completamente la situazione, che ora vede i Verdi del Massachusetts in vantaggio per 3-2 dopo il colpo esterno in quel di Miami sul parquet degli Heat ai quali non è bastato neanche il ritorno in campo di Chris Bosh. Una sconfitta pesante per il team della Florida (94-90 il risultato finale) che è sull’orlo del baratro, una situazione impensabile pochi giorni fa. Al contrario i Celtics vedono la Finale NBA e per quanto si è visto finora nella serie il punteggio è meritato. Un parallelismo, quello dei risultati di Thunder e Boston, che lascia presagire che saranno con ogni probabilità queste 2 franchigie a giocarsi il titolo a partire dalla prossima settimana.

    Bosh parte dalla panchina, per precauzione, ma gli Heat sembrano lo stesso in palla prendendo la leadeship del match. Gli ospiti però non demordono ed in breve si riportano sotto, a soli 2 punti di distacco. E’ il momento di Bosh che entra in campo e trova 5 punti consecutivi che regalano il provvisorio 24-16 che chiude il primo quarto.

    Il margine si dilata ad inizio del secondo periodo con 3 canestri in fila di James (tra cui una tripla) per il provvisorio +13 (31-18). Boston reagisce con l’energia di Garnett e la splendida regia di Rajon Rondo che guida i suoi compagni di nuovo sul -2 all’intervallo lungo (42-40).

    Wade parte forte all’inizio della ripresa e la strada sembra in discesa per Miami. Sembra, appunto, perchè un controparziale di 15-1 dei Verdi permette a Boston di mettere il naso avanti quando mancano solo gli ultimi 12 minuti da giocare (65-60).

    Paul Pierce, Boston Celtics | © Mike Ehrmann/Getty Images

    In 4 minuti dall’apertura dell’ultima frazione gli Heat capovolgono nuovamente la situazione e la bomba di James firma il 74-72 per i padroni di casa, passano altri 2 minuti ed a metà del periodo i rossoneri arrivano sul +6 (78-72) ma qui emerge prepotentemente il cuore ed il proverbiale orgoglio Celtics: Pietrus e Garnett ribaltano l’inerzia del match e a 3 minuti dalla sirena Boston è di nuovo avanti (81-80). La giocata dell’incontro la firma il capitano biancoverde, “The Truth” Paul Pierce che a 52 secondi dal termine spara in faccia a LeBron James la tripla del provvisorio 90-86 che taglia le gambe a Miami. Con la forza della disperazione i padroni di casa si portano sul -2 a 9 secondi dalla fine (92-90), Garnett subisce fallo ma è glaciale dalla lunetta ed infila i tiri liberi del definitivo +4 (94-90).

    Solo 2 giocatori in dopia cifra per gli Heat, James segna 30 punti con 13 rimbalzi e Wade invece 27 punti, poi il vuoto con Chalmers e Bosh a quota 9 punti (ed il lungo di Miami sparisce via via con il passare dei minuti rispetto al promettente avvio). Percentuali terribili per la squadra della Florida con il 39% complessivo (26% da 3 punti) e non basta il dominio a rimbalzo (49-39 sugli ospiti). Boston invece si affida alla regia esemplare di Rondo che capisce sin da subito che non è una serata felice al tiro e si dedica agli assist per i compagni (7 punti, 6 rimbalzi, 13 assist e 4 recuperi il suo score), meraviglioso Garnett (doppia doppia da 26 punti ed 11 rimbalzi), eroico Pierce con i suoi 19 punti e la tripla decisiva. Ma importante è anche l’apporto di Ray Allen (13 punti), di Bass (10 punti) e di Pietrus (13 punti fondamentali dalla panchina).

    Ora per gara 6 si torna a Boston e per i Celtics ci sarà il primo match point, occasione da non farsi sfuggire. Gli Heat sull’orlo del baratro sono chiamati a dimostrare il loro valore: un’eventuale eliminazione porterebbe quasi sicuramente ad una rivoluzione della squadra.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 5 giugno:

    Miami Heat-Boston Celtics 90-94
    Mia: James 30, Wade 27, Bosh 9, Chalmers 9
    Bos: Garnett 26, Pierce 19, Allen 13, Pietrus 13

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-3 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-3 Thunder

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Stanley Cup: Kings travolgono Devils, Los Angeles vicina al titolo

    Stanley Cup: Kings travolgono Devils, Los Angeles vicina al titolo

    Continua il dominio dei Los Angeles Kings nella Finale NHL che assegna la Stanley Cup: anche in gara 3 i californiani mandano KO i New Jersey Devils, travolti con un netto 4-0, portandosi così sul punteggio di 3-0 nella serie, ad una sola vittoria dal titolo. Dopo le prime 2 affermazioni in trasferta (ottenute entrambe con il risultato di 2-1 in overtime) i Kings fanno valere il fattore campo e dominano il match, ottenendo il 15esimo successo in questa post season a fronte di 2 sole sconfitte (Los Angeles è addirittura imbattuta in trasferta con 10 successi in 10 incontri giocati!). Nonostante una regular season in sordina (i californiani si sono qualificati solo all’ultima giornata con il penultimo record tra tutte le 16 squadre qualificate ai playoff), la musica è cambiata in post season: eliminati in rapida sequenza prima i Vancouver Canucks (4-1), migliore formazione della Lega con il seed numero 1 assoluto (e vice campioni in carica), poi è stato il turno dei secondi classificati Saint Louis Blues (netto 4-0) ed infine a subire la stessa sorte sono stati i Phoenix Coyotes (terzi nella Western Conference) fatti fuori per 4-1. Nonostante lo svantaggio del fattore campo in tutte le sfide fin qui giocate, i Kings hanno letteralmente dominato i playoff 2012, ed ora si apprestano a vincere il primo titolo della loro storia. Difficile che i Devils riescano a ribaltare la sfida vincendo 4 partite consecutive. Nella storia NHL solo 3 volte si è verificata un’ipotesi del genere, quindi le speranze dei “Diavoli Rossi” sono ridotte al lumicino. Anche perchè da quando le Finali NHL si disputano al meglio delle 7 partite (da 25 anni) è la prima volta che accade che una squadra dopo 3 gare guidi la serie per 3-0!

    Dopo un primo periodo senza reti la gara si infiamma nel quarto centrale: dopo 5 minuti e 40 secondi Alec Martinez sblocca il punteggio e ragala il vantaggio ai padroni di casa, dopo 10 minuti dal provvisorio 1-0 ecco il raddoppio dei Kings firmato da Anze Kopitar che porta il parziale sul 2-0.

    Los Angeles Kings | © Harry How/Getty Images

    Nell’ultimo periodo Los Angeles chiude i conti: dopo 4 minuti arriva il goal di Jeff Carter in situazione di power play, 120 secondi più tardi ecco il definitivo punto del 4-0 grazie alla rete di Justin Williams sempre in superiorità numerica. Devils alle corde, sfiduciati e sconsolati, il match si trascina fino alla sirena finale dove esplode la gioia dei giocatori e dei tifosi sugli spalti che sentono vicino il titolo.

    Decisivi per il successo Anze Kopitar (per il centro sloveno ancora una grande partita chiusa con un goal ed un assist) ma soprattutto l’estremo difensore Jonathan Quick che para tutti i 22 tiri scagliati dagli attaccanti di New Jersey verso i suoi pali, ottenendo il suo 3 shutout in questi playoff (dopo i 10 della regular season, leader nella classifica di questa specialità). Se Los Angeles alzerà al cielo la Stanley Cup gran parte del merito sarà suo e del formidabile campionato a difesa della rete neroviola.

    Per gara 4 si resta a Los Angeles (mercoledì 6 giugno) ed i tifosi di casa già preparano la festa!

    RISULTATI PLAYOFF NHL 4 giugno 2012 

    Los Angeles Kings-New Jersey Devils 4-0

    FINALE NHL STANLEY CUP:

    6) New Jersey Devils vs 8) Los Angeles Kings serie 0-3 Kings 

  • Milano vince a Pesaro e chiude la serie. In Finale sfida contro Siena

    Milano vince a Pesaro e chiude la serie. In Finale sfida contro Siena

    L’Emporio Armani Milano espugna il parquet della Scavolini Pesaro in gara 4 delle semifinali playoff del campionato italiano di Serie A di basket e conquista il punto del 3-1 nella serie che consente alla squadra di coach Sergio Scariolo di accedere alla Finale del torneo dove affronterà la Montepaschi Siena che si è sbarazzata del Banco di Sardegna Sassari in sole 3 partite.

    Davanti a più di 9mila persone, accorse all’Adriatic Arena per sostenere la Scavolini, l’Olimpia non fallisce il secondo match ball dopo aver perso gara 3. Ottimo inizio dell’incontro per gli ospiti che si affidano a Bourousis e Fotsis per volare sul 12-7 nei primi 4 minuti di gioco. Pesaro però ribatte colpo su colpo e nonostante un Hickman un pò opaco riesce comunque a diminuire lo svantaggio per chiudere sotto di un solo punto alla fine del periodo (21-20).

    Le squadre si danno battaglia anche nel secondo quarto, Milano trova in Hairston e Fotsis le armi per scardinare la difesa avversaria ma la Scavolini risponde ai biancorossi con le prodezze di White ed Hackett che tengono a contatto i padroni di casa ed il primo tempo va in archivio sul 41-38 per Milano.

    Alla ripresa delle ostilità l’Emporio Armani prende in mano il match e con un gioco atletico e fisico riesce a portarsi sul provvisorio +8 (62-54) alla fine del terzo quarto.

    Emporio Armani Milano | © ELIO CASTORIA/AFP/Getty Images

    La reazione della Scavolini non tarda ad arrivare nonostante si denoti nel team di coach Dalmonte una certa stanchezza (frutto delle 5 partite giocate nella serie precedente contro la Bennet Cantù). Tuttavia Jumaine Jones e Cusin firmano un parziale che riduce il gap da Milano a soli 4 punti a 7 minuti dalla sirena. La lucidità in attacco viene meno per entrambe le formazioni, ma gli ospiti riescono a mantenere la leadership del match con la difesa anche se a 2 minuti dalla fine Pesaro si rifà minacciosa accorciando sul -2. A chiudere i conti ed a spegnere le residue e poche speranze dei padroni di casa ci pensa Omar Cook, glaciale dalla linea del tiro libero. Finisce 73-67 per Milano che trionfa grazie soprattutto all’apporto di Antonis Fotsis (12 punti) e di Malik Hairston (12) senza trascurare il contributo di Alessandro Gentile (10 punti). A Pesaro non bastano 5 giocatori in doppia cifra con james White autore di 14 punti, Ricky Hickman e Jumaine Jones ne infilano 13 a testa, 12 vengono da Daniel Hackett e 10 dal sempre positivo Marco Cusin.

    Milano torna a giocare la Finale dopo quella del 2010 e l’avversario sarà sempre la Montepaschi Siena, giunto alla sesta finale di fila. Nel 2010 trionfo netto dei toscani per 4-0, vedremo se i biancoverdi si dimostreranno ancora una volta superiori oppure l’Olimpia avrà le armi per impensierire la corazzata di coach Simone Pianigiani. Si parte il 9 giugno e la sfida verrà giocata al meglio delle 7 partite.

    BASKET PLAYOFF SERIE A 2012, RISULTATI 4 giugno:

    Scavolini Siviglia Pesaro-EA7 Emporio Armani Milano 67-73
    Pesaro: White 14, Hickman 13, Jones 13
    Milano: Fotsis 17, Hairston 12, Gentile 10

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI:

    1) Montepaschi Siena vs 4) Banco di Sardegna Sassari serie 3-0 Siena (La Montepaschi si qualifica per la Finale del campionato)
    2) EA7 Emporio Armani Milano vs 6) Scavolini Siviglia Pesaro serie 3-1 Milano (L’EA7 Emporio Armani si qualifica per la Finale del campionato)

  • Thunder ad un passo dalla Finale NBA, Spurs KO in casa

    Thunder ad un passo dalla Finale NBA, Spurs KO in casa

    Colpaccio esterno degli Oklahoma City Thunder che in gara 5 della Finale di Western Conference dei playoff NBA 2012 battono in Texas i San Antonio Spurs e ribaltano l’esito della serie che dopo le prime 2 partite vedeva i neroargento in vantaggio per 2-0. La situazione infatti ora è sul 3-2 per la squadra di coach Brooks che è veramente ad un passo dalla prima Finale NBA della sua giovane storia, dato che per gara 6 i Thunder potranno sfruttare il sostegno del pubblico amico di Oklahoma City.

    E’ con ogni probabilità la partita della svolta, questa gara 5, anche perchè mai in questa stagione gli Spurs avevano subìto 3 KO consecutivi (anzi erano reduci da 20 vittorie di fila), un dato rilevante e che deve far riflettere coach Popovich, che negli ultimi 3 incontri è stato dominato dal collega Brooks, in grado di portare (dopo le prime 2 sconfitte della sua squadra) gli aggiustamenti necessari per sovvertire l’esito della serie.

    Per dare un segnale forte Popovich fa partire Ginobili titolare e dopo 6 minuti i texani sono sul 13-6, ma la rimonta di Oklahoma City è inesorabile ed il primo quarto va in archivio sul 26-21 per gli ospiti.

    Un immnso Ginobili prova a trascinare la sua squadra ma la forza fisica dei Thunder è impressionante e con facilità Durant e compagni riescono ad andare al riposo lungo sul +8 (52-44).

    Ad inizio ripresa Ginobili sembra aver messo indietro le lancette del tempo di 10 anni e grazie ai suoi canestri i texani riassaporano la leadership dell’incontro (57-56 dopo 4 minuti di gioco nel corso del terzo periodo). E con triple a ripetizione l’argentino guida un super parziale che porta San Antonio sul 67-61. A riportare sotto i Thunder ci pensa Kevin Durant con alcune giocate magistrali ed a 2 minuti dalla fine della terza frazione ecco il controsorpasso Oklahoma City (72-71). I ragazzi di Brooks continuano a premere l’acceleratore ed arrivano a toccare il provvisorio +9 alla fine del quarto (81-72).

    Gregg Popovich, San Antonio Spurs | © Tom Pennington/Getty Images

    Il cuore dei neroragento però è grande e minuto dopo minuto, azione dopo azione, Duncan, Ginobili e Parker trascinano il team neroargento a sole 2 lunghezze di distanza dagli avversari (103-101) quando sul cronometro mancano solo 50 secondi. A spezzare le gambe alla rimonta dei padroni di casa è la tripla di James Harden (106-101) a 28 secondi dalla sirena. Gli Spurs provano con la forza della disperazione quantomeno a pareggiare il match per andare in overtime ma sul 106-103 la tripla di Ginobili (dopo un recupero di palla di Leonard ai danni di Sefolosha) non va abuon fine ed i Thunder chiudono i conti con i tiri liberi del definitivo 108-103.

    Ancora una volta Kevin Durant è monumentale con 27 punti ed il 52% al tiro, a dare una grande mano al leader di Oklahoma City sono i soliti Westbrook (23 punti e 12 assist) e James Harden (20 punti e 3 triple assassine nei momenti caldi del match). Agli Spurs non bastano i 34 punti, 6 rimbalzi e 7 assist di un Ginobili in stato di grazia, Parker tira male ma piazza comunque 20 punti mentre Duncan segna 11 dei suoi 18 punti totali nell’ultimo periodo chiudendo in doppia doppia (per lui infatti anche 12 rimbalzi). Non serve neanche la buona prova difensiva di Leonard, nè i 13 punti di Jackson dalla panchina,

    L’impressione è che San Antonio non abbia più nè le forze, nè le energie per contrastare i più giovani ed atletici Thunder. Troppa la differenza di età tra le colonne portanti dei giocatori di Oklahoma City (Durant-Westbrook-Ibaka-Harden) e quelle dei texani (Duncan-Ginoibili-Parker). La neonata franchigia dell’Oklahoma riesce a piazzare la vittoria esterna nel momento migliore ed ora può chiudere tranquillamente i conti in casa nella bolgia della Chesapeake Arena domani notte, dove quasi 20mila persone accorreranno in massa per essere testimoni della probabile pagina di storia NBA scritta dai loro beniamini. Impresa disperata per gli Spurs, apparsi sconfortati e quasi arresi alla fine di questa gara 5 al cospetto del talento dei Thunder.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 4 giugno:

    San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 103-108
    S.A.: Ginobili 34, Parker 20, Duncan 18
    Okl: Durant 27, Westbrook 23, Harden 20

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-2

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-3 Thunder

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Thunder alla riscossa, ora San Antonio trema

    Thunder alla riscossa, ora San Antonio trema

    In gara 4 della Finale di Western Conference dei playoff NBA 2012, i Thunder battono gli Spurs con il risultato di 109-103 e pareggiano la serie (ora sul 2-2). Una vittoria che fa decisamente andare l’inerzia della sfida dalla parte di Oklahoma City, ed ora San Antonio trema davvero dopo aver perso molto male queste 2 partite in trasferta.

    I texani provano a stare davanti in avvio di match (13-5), ma i padroni di casa riordinano le idee e riescono a chiudere il primo quarto in parità (26-26) anche grazie all’apporto di Kendrick Perkins autore di 10 punti, cosa inconsueta per il centro dei Thunder che predilige la difesa all’attacco.

    Nel secondo periodo si assiste al repeat di gara 3: gli Spurs vanno subito in difficoltà e segnano solo 5 punti in 7 minuti di gioco ed Oklahoma City si prende la leadership del risultato arrivando sul +12 all’intervallo lungo (55-43) dopo un canestro da 3 punti annullato giustamente a Leonard che rilascia il pallone quando il tempo è ormai scaduto.

    I Thunder portano il divario sul +15 ad inizio ripresa (68-53) poi, dal baratro, i neroargento riemergono prepotentemente piazzando un parziale di 18-5 (frutto di una bella sfuriata in panchina di coach Popovich durante un timeout) che li porta sul -2 (73-71).

    Kevin Durant, Oklahoma City Thunder | © Ronald Martinez/Getty Images

    Gli ospiti però devono ancora fare i conti con il talento di Kevin Durant: il 23enne fenomeno dei Thunder nell’ultimo quarto segna la metà dei suoi punti totali (18 sui 36 complessivi) rintuzzando ogni volta le residue chance degli Spurs di pareggiare l’incontro o quantomeno di restare in scia per piazzare la zampata finale. Durant segna 16 punti consecutivi per Oklahoma City (in appena 7 minuti) diventando letteralmente immarcabile e punendo la difesa texana con canestri tutti diversi tra loro che mettono ancora più in evidenza la sua capacità di segnare da ogni posizione ed in ogni modo. Inutili così le triple finali di Leonard che servono solo per avere un margine di scarto in punti molto minore di quanto in realtà avrebbe dovuto essere quello reale.

    Durant domina la gara segnando 36 punti ed aggiungendo anche 6 rimbalzi ed 8 assist, a sorpresa a contribuire al successo ci sono le prestazioni mostruose di Perkins ed Ibaka autori rispettivamente di 15 e 26 punti (per il congolese di passaporto spagnolo è career high) che sopperiscono alle mancanze di Westbrook (solo 7 punti) ed Harden (11 punti). Gli Spurs vengono spazzati via nonostante un Tim Duncan da 21 punti ed un positivissimo Leonard che ne piazza 17. Prestazioni anonime invece per Parker e Ginobili ( 12 punti per il francese, 13 per l’argentino), apparsi però non al meglio.

    La serie si sposta a San Antonio per gara 5 che può essere considerata davvero cruciale per il prosieguo della sfida: gli Spurs dovranno necessariamente proteggere il vantaggio del fattore campo, con ogni mezzo ed in ogni modo, i Thunder invece sembrano aver preso in mano l’inerzia della serie e sono favoriti per l’accesso alla Finale NBA, ma dovranno portare via il successo dal parquet dei neroargento. Gara tutta da vedere e da vivere fino in fondo!

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 2 giugno:

    Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 109-103
    Okl: Durant 36, Ibaka 26, Perkins 15
    S.A.: Duncan 21, Leonard 17, Ginobili 13

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-1 Heat

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-2

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Nicklas Lidstrom si ritira. L’addio di una leggenda NHL

    Nicklas Lidstrom si ritira. L’addio di una leggenda NHL

    Nicklas Lidstrom, capitano dei Detroit Red Wings con i quali ha giocato per 20 stagioni e vincitore di 4 Stanley Cup, ha deciso di ritirarsi all’età di 42 anni. Lo svedese, una vera leggenda della NHL, chiude la sua carriera con numeri da record: oltre ad aver alzato al cielo, come già detto, la Stanley Cup per 4 volte (nel 1997, 1998, 2002 e 2008, primo capitano di nazionalità europea ad aver sollevato il prestigioso trofeo), ha collezionato 1142 punti (264 goal e 878 assist) in 1564 partite di stagione regolare disputate e 183 punti (54 goal e 129 assist) in 263 partite di playoff. Inoltre può vantare 12 convocazioni all’All-Star Game, 10 elezioni per la miglior squadra dell’anno NHL e due per la seconda, 7 Norris Trophy, un Conn Smythe Trophy, una medaglia olimpica ed un Mondiale. Lidstrom è uno dei pochi giocatori a poter vantare il Triple Gold Club, ovvero vincere nello stesso anno il campionato NHL, il Mondiale e l’Olimpiade (il tutto coronato con la ciliegina sulla torta della vittoria del suo quarto Norris Trophy). Un palmares ai limiti dell’incredibile!

    Niklas Lidstrom, Detroit Red Wings | © Gregory Shamus/Getty Images

    Nato il 28 aprile del 1970 a Krylbo, Lidstrom inizia la sua carriera con la squadra dello Skogsbo SK (team della sua città natale) che lo cede subito al VIK Västerås HK (nel 1988). Viene notato dagli scout dei Detroit Red Wings che lo selezionano al Draft NHL del 1989 al terzo giro con la 53esima scelta assoluta ma lo lasciano maturare in Svezia per altre 2 stagioni.

    Nel 1991 inizia la sua carriera professionistica negli Stati Uniti e con Detroit arriva un connubio indissolubile che legherà squadra e giocatore per 20 anni, stagioni ricche di successi e di soddisfazioni reciproche e grazie al suo contributo i Red Wings parteciperanno ininterrottamente ai playoff per tutte le 20 stagioni in cui Lidstrom milita nel team.

    Le sue prestazioni sono di livello superiore ed il suo nome ora resterà per sempre nella leggenda, ponendosi al fianco dei grandi giocatori della NHL del passato.

  • Siena è super, Sassari cede. Montepaschi ancora in Finale

    Siena è super, Sassari cede. Montepaschi ancora in Finale

    Il dominio di Siena in territorio nazionale è imbarazzante: la Montepaschi batte in trasferta il Banco di Sardegna Sassari per 79-64 in gara 3 della semifinale dei playoff 2012 del campionato italiano di Serie A di basket, chiude la serie sul 3-0 e guadagna l’accesso alla Finale scudetto, la sesta di fila per gli uomini di coach Simone Pianigiani.

    Dopo aver vinto agevolmente nelle prime 2 sfide in casa, i biancoverdi non trovano difficoltà neanche sul parquet dei sardi, campo imbattuto da ben 11 partite: netto il divario tra le 2 squadre con i campioni d’Italia che volano subito sul +11 nel primo quarto (23-12 il parziale) grazie ad un super Bo McCalebb che piazza 10 dei suoi 21 punti totali.

    Siena non si accontenta ed anche nella seconda frazione trova, con il gioco corale, tantissime soluzioni offensive portandosi anche a ridosso di 20 punti di vantaggio prima di chiudere il primo tempo sul +16 (44-28).

    Bo McCalebb, Montepaschi Siena | © DANI POZO/AFP/Getty Images

    Nella ripresa i padroni di casa provano in tutti i modi a riparire la gara, soprattutto con Easley, Hosley ed i cugini Diener, ma lo sforzo è vano perchè Siena mantiene i 16 punti di vantaggio a 10 minuti dal termine del match (61-45).

    La Dinamo nell’ultimo quarto arriva fino al -9 a 4 minuti dalla sirena, la possibile rimonta degli isolani viene spezzata però da 2 triple di Thornton e Zisis che chiudono la contesa. Finisce 79-64 e Siena potrà difendere il titolo nella Finalissima.

    Per i padroni di casa ci sono 17 punti e 10 rimbalzi di Easley, 13 di Hosley e 10 di Drake Diener. La Montepaschi trionfa grazie ad un celestiale McCalebb (21 punti), mentre Lavrinovic e Kaukenas portano alla causa rispettivamente 12 e 10 punti. Il tutto senza sfruttare David Andersen, ancora una volta tenuto a riposo precauzionale. Una prova di forza impressionante.

    Siena attende di conoscere la squadra che sfiderà in Finale: indiziata numero 1 è Milano che conduce la serie su Pesaro per 2-0 e già in gara 3 potrebbe chiudere i conti.

    BASKET PLAYOFF SERIE A 2012, RISULTATI 1 giugno:

    Banco di Sardegna Sassari-Montepaschi Siena 64-79
    Sassari: Easley 17, Hosley 13, Drake Diener 10
    Siena: McCalebb 21, Lavrinovic 12, Kaukenas 10

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI:

    1) Montepaschi Siena vs 4) Banco di Sardegna Sassari serie 3-0 Siena (La Montepaschi si qualifica per la Finale del campionato)
    2) EA7 Emporio Armani Milano vs 6) Scavolini Siviglia Pesaro serie 2-0 Milano

  • Rondo, Garnett e Pierce, Boston stende Miami e riapre la serie

    Rondo, Garnett e Pierce, Boston stende Miami e riapre la serie

    Giochi riaperti anche nella Finale della Eastern Conference: in gara 3 i Boston Celtics sfruttano al meglio il vantaggio del fattore campo e mandano KO i Miami Heat con il risultato di 101-91. La serie ora è sul punteggio di 2-1 per il team della Florida.

    Vittoria convincente per i ragazzi di coach Doc Rivers, frutto di un gioco spumeggiante come poche volte si era visto in stagione. Parte bene Boston ma a rispondere colpo su colpo è LeBron James che dopo 10 minuti di gioco si trova già con 16 punti segnati. I Celtics però riescono a chiudere in vantaggio il primo quarto per 30-28.

    Come già successo ieri nella sfida tra Thunder e Spurs, la differenza per la squadra di casa arriva nei 2 parziali centrali: nel secondo periodo Boston chiude sul 25-14 e va al riposo con il punteggio di 55-42 e 13 lunghezze di vantaggio. Lo stesso vale per la terza frazione in cui i Verdi rifilano altri 9 punti di scarto a Miami per volare sul +22 (85-63).

    Boston Celtics | © Jim Rogash/Getty Images

    In apertura di ultimo quarto, è ovvio che la partita è irrimediabilmente compromessa per gli ospiti e Ray Allen fa registrare il massimo vantaggio dei padroni di casa con il canestro del +24. Il calo di tensione di Boston però è notevole e James, assisitito da Chalmers ma soprattutto da Miller (per lui 3 bombe in fila per riaprire la gara in appena 3 minuti di gioco) rientra nel match fissando il provvisorio -11. Fiutato il pericolo i Celtics si rimettono in moto e mantengono la doppia cifra di vantaggio abbastanza facilmente chiudendo con il punteggio di 101-91.

    Non basta a Miami la grande gara di LeBron James, che piazza 34 punti, 8 rimbalzi e 5 assist (dopo i 16 punti nel primo quarto il talento degli Heat si è andato un pò spegnendo grazie alla grande difesa sulle sue giocate, ma è tornato a splendere nell’ultimo periodo). Dwyane Wade tocca quota 18 punti (con 20 tiri dal campo) senza riuscire ad andare in lunetta, preziosi quanto inutili i contributi di Mario Chalmers (14 punti) e Mike Miller (11 punti e 3 triple che potevano anche riaprire la partita). Poco produttivo Udonis Haslem (solo 3 punti). Per Boston grande partita in primis di Kevin Garnett (doppia doppia da 24 punti ed 11 rimbalzi), ben supportato da capitan Paul Pierce (23 punti) e Rajon Rondo (ancora superlativo con 21 punti, 10 assist e 6 rimbalzi). Dalla panchina fondamentali (in combinata) i 16 punti e 9 rimbalzi in 36 minuti di impiego totale della coppia Marquis Daniels e Keyon Dooling, che oltre al contributo offensivo portano tanta difesa che annichilisce l’attacco di Miami.

    Per gara 4 si resta a Boston: i Celtics proveranno ad arpionare il pareggio per giocarsi tutte le chance nella trasferta seguente in Florida. Gli Heat per stare tranquilli da ogni insidia dovranno vincere e portarsi sul 3-1, coach Spoelstra (secondo le ultime news) potrebbe utilizzare a sorpresa anche la carta Chris Bosh che si sta allenando con la squadra e sta recuperando dall’infortunio che lo tiene fermo oramai da 2 settimane.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 1 giugno:

    Boston Celtics-Miami Heat 101-91
    Bos: Garnett 24, Pierce 23, Rondo 21
    Mia: James 34, Wade 18, Chalmers 14

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-1 Heat

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-1 Spurs

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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