Autore: slevin

  • Basket: La Fortitudo Bologna si sdoppia

    Basket: La Fortitudo Bologna si sdoppia

    La Fortitudo Bologna è tornata, ma la sua rinascita farà tanto discutere dato che al momento, di Fortitudo, ce ne sono ben 2! La prima ad essere nata è stata quella di Romagnoli che ha acquisito i diritti di Ferrara e si è iscritta in Lega 2. La seconda è quella guidata da Sacrati, iscritta in B2 grazie anche all’aiuto di Claudio Sabatini, presidente della Virtus Bologna, che le presta i diritti del Gira Ozzano.

    © Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images
    Ovviamente tutte e 2 le squadre dichiarano di essere la Fortitudo Bologna “originale” e in tutto ciò anche i tifosi biancoblu si dividono non riuscendo a capire a quale delle 2 società verrà data la storia della gloriosa società felsinea, da qualche anno caduta in disgrazia. Non è neanche la prima volta che a Bologna si verifica un fatto del genere perchè già nel 2003 la Virtus vide la nascita di 2 società dopo il fallimento del team bianconero: in A2 ci fu quella di Sabatini, poi vittoriosa in campionato, in B quella di Francia, poi sparita. A decidere quale tra le 2 società era quella originale fu la gente, adottando la prima, di Sabatini. E pare proprio che così andrà anche stavolta, basta solo dare tempo al tempo, ricordando però che questo tipo di vicende e di situazioni lasciano il segno perchè generano sempre confusione.

  • La NBA chiude, il lockout ora è realtà

    La NBA chiude, il lockout ora è realtà

    Quello che gli appassionati del basket NBA di tutto il Mondo speravano di evitare ora purtroppo è realtà: la Lega professionistica americana chiude i battenti ed ufficializza il lockout, la serrata che blocca ogni genere di esibizione sportiva degli atleti. Una notizia molto triste che getta nello sconforto milioni di tifosi che fino all’ultimo avevano sperato in un accordo in extremis da parte del comitato dei giocatori e di quello dei Presidenti, ma 3 ore di riunione non sono bastate per venire incontro alle reciproche esigenze.    

    nba.com
    Secondo indiscrezioni, inoltre, le brutte notizie non finiscono qui perchè pare che ad oggi trovare un accordo sia quasi impossibile. La Lega di basket americano è infatti in forte perdita economica, ben 22 delle 30 franchigie che disputano il campionato hanno chiuso l’ultimo esercizio in perdita e ciò è diventato un peso insostenibile per i Presidenti delle squadre che hanno chiesto agli atleti tagli dei lauti stipendi percepiti ed un salary cap rigido sul modello della NHL, con l’obbligo di restare nella soglia stabilita dalla Lega (attualmente oltre la metà delle formazioni sforano il cap di parecchi milioni di dollari, emblematico il caso dei Lakers che da 3 anni superano abbondantemente i 92 milioni di dollari per gli stipendi con il tetto salariale fissato a poco meno di 60 milioni!). I cambiamenti che i proprietari vorrebbero apportare non terminano qui perchè si è discusso di introdurre i contratti “non garantiti” (tutti quelli che c’erano fino ad ora invece avevano lo stipendio garantito) e, onde evitare accordi a lungo termine gravosi e poco sostenibili, si è parlato di una riduzione degli anni di contratto nella stipulazione dei nuovi (da 6 a 4 anni per i rinnovi, da 5 a 3 anni per la firma dei free agent) in modo che le squadre non siano vincolate a lungo termine e con spese più contenute. I giocatori però non intendono accettare queste proposte che li renderebbe la parte debole del rapporto, mettendoli in balìa delle decisioni dei Presidenti.     La situazione non è nuova in NBA dato che già nella stagione 1998-1999 fu proclamato il lockout, fortunatamente si trovò un accordo in extremis che permise di “salvare il salvabile” con una stagione di sole 50 partite che iniziò a febbraio del 1999 invece che nell’ottobre del 1998. La situazione però in questo momento pare molto diversa dato che secondo alcune dichiarazioni delle parti interessate il divario sarebbe incolmabile. Ed in tutta questa confusione generale i giocatori rischiano grosso perchè durante il lockout gli atleti non verranno pagati, non potranno usare i campi di allenamento e le strutture delle varie franchigie. Le squadre non faranno i camp estivi, le partite di esibizione, gli allenamenti, coaching session o meeting (le squadre inoltre non potranno fare trattative tra di loro per gli scambi di giocatori o firmare gli svincolati). Altro punto dolente è la probabile fuga delle “Star” NBA verso l’Europa per una stagione: ufficialmente nessun atleta potrebbe muoversi dagli States poichè i giocatori sono sotto contratto (potrebbero invece venire nel Vecchio Continente i cosiddetti free agent, coloro ai quali da oggi è scaduto il contratto) ma il fatto che le “Stelle” non vengano pagate dalle franchigie di appartenenza potrebbe lasciare aperta una porta verso l’Europa. Questo a dimostrazione della confusione (sportiva) che regna negli Stati Uniti e che rende ancora di più l’idea di quanto sia difficile il possibile accordo tra le parti in causa. La situazione sportiva in America è al limite del drammatico dato che 2 dei principali sport della Nazione sono in lockout: infatti oltre alla NBA anche la NFL (che resta il campionato che alla fine dei conti regala più profitti) è in lockout ed i motivi che stanno bloccando il mondo del football riprendono grosso modo quelli che ora sta affrontando il basket. Sarebbe una grave perdita, non solo sportiva, se il prossimo anno sia NBA che NFL non dovessero mettere in scena i rispettivi show, ovviamente con grosse ripercussioni di carattere economico che potrebbero ancora di più acuire la crisi in cui versano gli Stati Uniti.

  • Pianigiani: All’Europeo un’Italia con entusiasmo e talento

    Pianigiani: All’Europeo un’Italia con entusiasmo e talento

    Simone Pianigiani, Commissario Tecnico della Nazionale italiana che si appresta ad iniziare l’avventura all’Europeo in programma a fine agosto in Lituania, è sicuro delle potenzialità della sua squadra. In un’intervista rilasciata a Sportmediset, oltre a parlare dei successi ottenuti con la Montepaschi Siena (record di 5 scudetti in 5 anni di lavoro) e delle prospettive della squadra toscana anche nella prossima Eurolega (dopo aver conquistato il terzo posto in questa stagione), il coach illustra le sue idee per quanto riguarda il prossimo impegno degli Azzurri.

    Simone Pianigiani – Allenatore Montepaschi Siena | © Josep Lago/Getty Images
    Pianigiani è sicuro che il suo gruppo affronterà l’Europeo con lo spirito giusto ed una buona dose di “faccia tosta” oltre che con l’entusiasmo di chi non ha nulla da perdere. Affrontare autentiche corazzate non dovrà spaventare nessuno (all’esordio ci sarà la Serbia, ma anche Francia e Germania sono team di livello). Il C.T. spera di avere le 3 stelle, Bargnani, Belinelli e Gallinari, al top della forma dato che “sono giocatori di grande talento e saranno punti di riferimento costanti da un punto di vista tecnico. Da punto di vista non tecnico porteranno grande entusiasmo“. Per la prima volta si ritroveranno a giocare assieme in un torneo molto importante e gran parte delle speranze italiane saranno riposte proprio su di loro.   Pianigiani ha parlato anche di alcuni esclusi dalle sue convocazioni, come Pietro Aradori, lasciato a casa per poter lavorare e diventare un top player, e dei giovani emergenti Gentile, Melli e Moraschini a cui ha consentito di partecipare da protagonisti all’Europeo Under-20 “per confrontarsi con dei pari età al massimo livello e per mettere a punto le doti di leadership. E’ giusto che giochino lì, tutti insieme, e continuino a fare esperienza. In futuro, nella Nazionale maggiore, ci sarà spazio anche per loro“.

  • Basket: Pianigiani convoca Bargnani, Belinelli e Gallinari

    Basket: Pianigiani convoca Bargnani, Belinelli e Gallinari

    E’ partita l’avventura della Nazionale italiana di basket che a fine agosto sarà impegnata negli Europei in Lituania. Il Commissario Tecnico Simone Pianigiani ha selezionato i 18 giocatori che dal 17 di luglio inizieranno la preparazione in vista della competizione continentale che poi saranno “scremati” fino ad arrivare al roster ufficiale. Presenti tutte e 3 le stelle NBA ovvero Andrea Bargnani dei Toronto Raptors, Marco Belinelli dei New Orleans Hornets e Danilo Gallinari dei Denver Nuggets.

    © Doug Pensinger/Getty Images
    I convocati si ritroveranno a Milano domenica 17 luglio. 2 giorni dopo andranno a Bormio, dove resteranno in ritiro fino al 28 luglio. Poi comincerà la serie di tornei estivi: prima ci sarà il “Memorial Diego Gianatti” il 29 ed il 30 luglio, poi Torneo a Cipro (5-7 agosto), Trofeo “Città di Rimini” dal 12 al 14 agosto (con Bosnia, Polonia e Grecia) e ultimo test ad Atene, al torneo dell’Acropolis (in programma dal 23 al 25 agosto). L’esordio all’Europeo lituano è fissato per il 31 agosto contro la Serbia, prima partita del girone B che comprende anche Francia, Lettonia, Germania e Israele. Ecco i 18 scelti da Pianigiani: Andrea Bargnani (A-C, Toronto), Marco Belinelli (G, New Orleans), Marco Carraretto (G, Siena), Daniele Cavaliero (G, Montegranaro), Andrea Cinciarini (P, Montegranaro), Andrea Crosariol (C, Roma), Marco Cusin (C, Pesaro), Luigi Datome (A, Roma), Danilo Gallinari (A, Denver), Jacopo Giachetti (P, Roma), Angelo Gigli (A-C, Roma), Daniel Hackett (G, Pesaro), Antonio Maestranzi (P, Montegranaro), Stefano Mancinelli (A, Milano), Marco Mordente (G, Milano), Giuseppe Poeta (P, Bologna), Andrea Renzi (A-C, Verona), Luca Vitali (P, Roma). Il C.T. ha deciso quindi di lasciare all’Under 20 i giovani Gentile, Moraschini e Melli, oltre a non convocare per motivi tecnici Aradori e Ress, atleti che avrebbero lo spazio chiuso per la grande abbondanza nel loro ruolo. Sarà una Nazionale atipica (come ha detto Pianigiani in conferenza stampa) che vista la carenza di stazza fisica giocherà spesso e volentieri la cosiddetta “small-ball”, una pallacanestro molto veloce formata più che altro da atleti “piccoli” e rapidi, strategia molto usata anche da grandi coach della NBA, in primis Don Nelson che ha estremizzato fino al limite questa tattica di gioco negli ultimi anni con i Golden State Warriors. L’attenzione però sarà rivolta ai nostri “Big Three” che per la prima volta si ritroveranno tutti insieme a disputare un torneo importante. Ovviamente la speranza è che riescano a prendere le redini della squadra ed a trascinare la nostra Nazionale il più in alto possibile.

  • NBA: I voti della stagione. Pacific Division

    NBA: I voti della stagione. Pacific Division

    Dopo aver esaminato la stagione delle squadre della Southwest Division, l’analisi della Western Conference prosegue con la Pacific Division, uno dei raggruppamenti meno competitivi della Lega (al pari della Central Division nella Eastern Conference) che ha visto una sola squadra qualificata alla post season, ovvero gli ex campioni dei Los Angeles Lakers, mentre le rimanenti squadre non sono riuscite ad ottenere neanche un record positivo.

    nba.com

    GOLDEN STATE WARRIORS: 5,5. Stagione tra luci ed ombre quella dei giovani “Guerrieri” di Oakland. E’ mancata la continuità ad una squadra che ha comunque dei margini di miglioramento per fare bene nell’eventuale prossimo campionato. La dirigenza non è rimasta soddisfatta del coach Keith Smart, il vice di Don Nelson negli anni precedenti, esonerato appena si è conclusa la stagione, ed ha affidato la gestione del team a Mark Jackson, ex playmaker dal grande passato soprattutto in maglia Knicks e Pacers (vincitore del titolo di rookie dell’anno nella stagione d’esordio nel 1988 e terzo assoluto nella classifica di ogni tempo degli assist dietro solo al numero 1 John Stockton e a Jason Kidd). Questa mossa è dovuta anche al piccolo calo di rendimento del playmaker titolare Stephen Curry, fenomenale nella sua stagione da esordiente ma un pò meno efficace nella sua seconda annata nella Lega: i consigli di uno dei migliori registi del passato dovrebbero far ritornare Curry sulla retta via e proiettarlo tra i migliori giocatori della NBA. Il lavoro da compiere non è dei più facili per dirigenza e allenatore, chiamati a risolvere rispettivamente i buchi in organico e il mal di trasferta che affligge la squadra (nell’ultima stagione fatta di 36 vittorie e 46 sconfitte i Warriors sono riusciti ad ottenere solo 10 successi lontano dal proprio parquet, un numero troppo basso di affermazioni per poter ambire ad un posto playoff). I margini di miglioramento per questa squadra sono reali ma solo con un grande lavoro da parte del coaching staff si potranno vedere i Warriors nuovamente ai playoff: l’ultima apparizione risale al campionato 2006-2007 quando da ultimi classificati nella temibile e competitiva Western Conference riuscirono ad eliminare i Dallas Mavericks, reduci dalla finale persa contro Miami nel torneo precedente ed autori nel 2007 di uno strepitoso record in stagione regolare di 67 vittorie e 15 sconfitte! Sembra passato un secolo per i tifosi della “Baia” che non hanno mai fatto mancare il loro apporto con la speranza di vedere la loro franchigia nuovamente competitiva.

    LOS ANGELES CLIPPERS: 6. Sulla stagione dei cugini poveri dei Lakers pesa come un macigno la pessima partenza avuta all’inizio della regular season con un orrido record di una vittoria e ben 14 sconfitte. E’ stato questo il fattore determinante per una squadra che da quel momento in poi ha viaggiato alla media del 50% di successi, ma che aveva un gap irrecuperabile per puntare alla qualificazione ai playoff. Sembrava che per i Clippers non ci fossero speranze (destinati ad avere il peggior record ella Lega) ed invece guidati dall’incredibile rookie Blake Griffin, un’ala grande dal talento smisurato, si sono visti i progressi ed il potenziale di questa squadra che se non verrà “buttata” giù dalle folli idee del suo proprietario, come ormai accade da molti anni, pare destinata a togliersi (finalmente) grandi soddisfazioni, forse addirittura riuscirà a primeggiare nella rivalità cittadina contro i più quotati cugini dei Lakers, squadra molto più vecchia e che da un momento all’altro potrebbe pensare alla ricostruzione dopo l’ennesimo ciclo vincente finito con ogni probabilità nel campionato appena terminato. Inoltre i Clippers rispetto ad altre franchigie potrebbero essere molto appetiti anche da eventuali free agent dato che la città di Los Angeles attira molti atleti per via della sua vita mondana. Se si guarda il roster della squadra rossoblu ci si rende conto che manca poco per poter spiccare il volo verso traguardi importanti, il talento accumulato in questi anni tramite il Draft è di grande livello (ed anche quest’anno, se i Clippers non avessero scambiato la propria scelta con Cleveland sul finire del mercato di Febbraio, avrebbero avuto la numero 1 assoluta), ora serve solo trovare la giusta chimica di squadra e questo è l’obiettivo di coach Vinny Del Negro che punta deciso, nella prossima stagione agonistica, alla qualificazione alla post season.

    LOS ANGELES LAKERS: 5. Da molti pronosticati non solo come i sicuri campioni NBA anche della stagione appena conclusa (per l’ennesimo three-peat), ma addirittura come i probabili nuovi detentori del miglior record della storia della Lega (che appartiene invece ancora ai Bulls di Jordan con uno stratosferico score di 72 vittorie e 10 sconfitte), i Lakers hanno profondamente deluso: il record finale di 57 successi a fronte di 25 KO non permette di dare un voto positivo perchè la squadra sulla carta era (e doveva essere) un vero e proprio tritasassi, poche volte si era visto così tanto talento ammassato in una sola squadra. Ed invece, a parte un piccolo perido post All Star Game dove la franchigia gialloviola ha inanellato una serie di 17 vittorie ed una sola sconfitta, nei momenti importanti i Lakers si sono sciolti come neve al sole, dando l’impressione di essere arrivati al capolinea di un ciclo vincente che ha portato 2 titoli e 3 finali in 3 anni. La batosta subita dai Mavericks nei playoff (pesantissimo 4-0 nella serie) ha messo fine al regno di Phil Jackson in panchina (mai uscito dalla post season, in tutta la sua carriera da allenatore più vincente della storia, con uno sweep!) e probabilmente anche all’egemonia della squadra della California, divorata al suo interno anche da profondi dissidi tra i giocatori, cosa che si è anche notata durante i match della post season contro Hornets e Mavs. Il futuro in casa Lakers è molto più problematico di quello che potrebbe sembrare: il monte ingaggi più alto nella NBA non aiuta a muoversi sul mercato, i giocatori più appetibili, eccezion fatta per Bynum, sono tutti arrivati ad avere oltre 30 anni e quindi sono poco richiesti sul mercato che ormai punta esclusivamente sui giovani di livello. Nella prossima stagione è probabile che sia ancora questo nucleo di atleti a provare la scalata (molto difficile) al titolo, ma sono più le sensazioni negative che quelle positive, quando si inizia a parlare del futuro dei Lakers. L’addio di Phil Jackson è emblematico, resosi conto che l’era gialloviola era giunta al termine; per Mike Brown (neo coach) si prospetta un lavoro tutt’altro che facile (in primis quello di rimettere ordine nello spogliatoio) perchè nelle attuali condizioni, anche se il roster rimane di livello, i Lakers faranno veramente poca strada.

    PHOENIX SUNS: 5. Nel campionato 2009-2010 i Suns erano arrivati ad un passo dalla finale NBA, battuti solamente dai favolosi Lakers dell’accoppiata Bryant-Gasol. Solo 12 mesi più tardi Phoenix è diventata una squadra in crisi di identità, devastata dall’addio di Amar’è Stoudemire a cui non si è rimediato a dovere. Per quanto fosse forte e decisivo il talento ora in forza ai Knicks, ciò non giustifica la stagione al di sotto delle potenzialità della squadra, che molte volte è apparsa svogliata, priva della necessaria cattiveria agonistica e della determinazione nei momenti chiave delle partite. Un team che ha dato l’impressione di essere molto lunatico, che ha mancato l’accesso alla post season più per demeriti propri che per altro. In Arizona la situazione non è molto facile, la squadra resta sospesa in una fase a metà tra la ricostruzione e la continuità con il passato, un limbo da cui presto o tardi bisognerà uscire prendendo decisioni difficili ma necessarie. Gli anni migliori di Phoenix sembrano comunque alle spalle, servirebbe un colpo di fortuna alla squadra di coach Alvin Gentry (magari la prima scelta assoluta al prossimo Draft) per poter ricostruire e pensare ad un futuro migliore. Già ora i Suns erano interessati a Derrick Williams, prodotto dell’Università locale, scelto da Minnesota come numero 2 assoluto, ma la trade impostata con i T-Wolves non è andata a buon fine. L’ala di Arizona University sarebbe stato un buon punto di partenza, ora lo staff manageriale dovrà valutare bene cosa fare in futuro perchè restare sospesi nell’anonimato non è un destino che appartiene ad una squadra gloriosa come i Phoenix Suns.

    SACRAMENTO KINGS: 5,5. Scongiurato per il momento il rischio di trasferimento (a Las Vegas o molto più probabilmente ad Anaheim) i Kings hanno disputato una stagione che se si guarda solo al record sembra disastrosa (24 successi, 58 KO) ma per una squadra che aveva deciso 2 anni fa di ripartire costruendo il futuro sui giovani del Draft non è una stagione da buttare. Il team del futuro baserà la propria forza su Tyreke Evans, DeMarcus Cousins e Jimmer Fredette, un ottimo punto di partenza, anche perchè gli altri giovani nel roster di Sacramento promettono bene. C’è da migliorare (e molto) il rendimento interno che è stato deludente (11 vittorie e 30 sconfitte, i Kings sono andati meglio in trasferta ottenendo 13 affermazioni), inoltre Paul Westphal non ha convinto pienamente come capo allenatore e la sua posizione è in bilico. Sistemati i ruoli di playmaker (Evans), guardia (Fredette), ala grande (Thompson) e centro (Cousins), resta da trovare una buona ala piccola (anche se l’israeliano Casspi offre garanzie). In panchina Salmons, Thornton e Dalembert (sperando che sia riconfermato visto che diventa free agent) offriranno valide alternative ed ecco il motivo per cui i Kings guardano con fiducia ed ottimismo al futuro, indipendentemente se resteranno a Sacramento o andranno via verso altri lidi economicamente più allettanti.

    LEGGI I VOTI DELL’ATLANTIC DIVISION

    LEGGI I VOTI DELLA CENTRAL DIVISION

    LEGGI I VOTI DELLA SOUTHEAST DIVISION

    LEGGI I VOTI DELLA SOUTHWEST DIVISION

    LEGGI I VOTI DELLA NORTHWEST DIVISION

  • NBA: I voti della stagione. Southwest Division

    NBA: I voti della stagione. Southwest Division

    Dopo aver esaminato la stagione della Eastern Conference, il viaggio nella NBA prosegue con i voti della Western Conference, partendo dalla divisione più competitiva della Lega, risultati alla mano, ovvero la Southwest Division, dove sono inseriti i neo campioni dei Dallas Mavericks e dove nessuna squadra è arrivata a fine campionato con un record negativo, un raggruppamento che ha “rischiato” di qualificare ai playoff tutte e 5 le formazioni appartenenti alla Southwest (l’unica franchigia rimasta fuori sono stati gli Houston Rockets autori comunque di un grandissima stagione nonostante tante difficoltà affrontate partita dopo partita).

    nba.com

    DALLAS MAVERICKS: 10. Non poteva esserci un voto diverso per i nuovi campioni NBA, autori di un’ottima stagione regolare (stesso record dei Lakers, con 57 vittorie e 25 sconfitte, che detenevano il titolo ed eliminati proprio dai texani con un secco 4-0 ai playoff) e di una post season ancora più straordinaria che ha messo in evidenza un gioco di squadra sublime. Nonostante il brutto infortunio al ginocchio subìto da Caron Butler (out per tutta la stagione), pedina fondamentale nel gioco di coach Carlisle, i Mavs hanno comunque trovato le risorse per andare avanti. Dallas in trasferta è stata la migliore squadra del campionato (28 vittorie e 13 sconfitte, assieme ai Miami Heat, l’altra finalista) e il trend è stato mantenuto anche nei playoff (unica squadra capace di vincere a Miami, per ben 2 volte, su di un campo fino quel momento imbattuto). La forza dei texani è stata anche il grande carattere dimostrato nei momenti difficili, e non è un caso che nei decisivi quarti periodi Dirk Nowitzki e compagni abbiano operato clamorose rimonte che hanno portato vittorie insperate. Non c’è ombra di dubbio che il team che ha fatto sudare più di tutti gli altri i neo campioni del Mondo siano stati i Portland Trail Blazers (nel primo turno dei playoff), ma alla fine anche loro si sono arresi allo strapotere biancoblu. Il titolo conquistato 2 settimane fa è il giusto riconoscimento soprattutto per 2 giocatori che meritavano di vincere qualcosa nella loro carriera NBA che finora era stata poco generosa, stiamo parlando di Jason Kidd, 38enne playmaker che nei playoff ha dato prova di poter insegnare ancora basket a ragazzini in alcuni casi più giovani di lui anche di 15 anni, con una regìa perfetta, e Dirk Nowitzki, ala tedesca dal talento assoluto, 215 centimetri di tecnica pura, atleta pericoloso tanto vicino a canestro quanto letale dalla distanza. Il ciclo dei Mavericks non è destinato a durare data l’alta età media della squadra, ma sicuramente anche nel prossimo anno Dallas potrà dire la sua, poi probabilmente si penserà al rinnovamento di una squadra che nel bene o nel male ha fatto la storia della Lega dato che dal 2000 il team non ha mai disputato una stagione al di sotto delle 50 vittorie (clamoroso il campionato 2006-2007 in cui i Mavs ebbero un record stratosferico di ben 67 vittorie e sole 15 sconfitte, sole 5 vittorie in meno del record dei Bulls di Michael Jordan, per poi ritrovarsi fuori al primo turno dei playoff per mano dell’ultima squadra qualificata per la post season, i Golden State Warriors!). Al momento, però, ciò che dice la storia è che sono loro la squadra da battere…

    HOUSTON ROCKETS: 7. Altra stagione difficile per i Rockets sempre a causa degli infortuni, tuttavia il carisma, la bravura ed il lavoro di coach Rick Adelman (allenatore fin troppo sottovalutato) hanno portato Houston ad un record positivo di 43 vittorie e 39 sconfitte, perdendo l’accesso ai playoff per una manciata di successi. E’ indubbio che i meriti siano in gran parte dell’allenatore che ha saputo motivare un gruppo di giocatori solidi ma non eccezionali, impartendo un gioco spumeggiante e divertente, ma in alcune occasioni si sono visti tutti i limiti dell’organico che non era sicuramente di primo piano. Gli ultimi infortuni di Yao Ming, con 2 fratture da stress ai piedi hanno messo a rischio la carriera del centro cinese di 227 centimetri (fuori ormai da almeno 2 stagioni!), un atleta su cui la franchigia texana dovrà fare le proprie riflessioni. Mezzo voto in meno perchè la dirigenza in questa offseason ha optato per non rinnovare il contratto ad Adelman, l’artefice principale del bel gioco e dei successi del team, una scelta inspiegabile per molti punti di vista. Anche per questo motivo il futuro a Houston non pare poi così roseo.

    MEMPHIS GRIZZLIES: 8. Grande stagione per i Grizzlies culminata con l’accesso ai playoff dopo 4 campionati fatti per lo più di delusioni. Memphis non solo è riuscita a vincere la prima partita playoff della sua storia (nei 3 precedenti i Grizzlies avevano subito 3 sweep, ovvero 4-0 secchi contro le avversarie) ma addirittura ha eliminato la testa di serie numero 1 della Western Conference, i San Antonio Spurs, dimostrando le grandi potenzialità del team per il futuro. Nonostante un avvio di regular season in sordina, gli “Orsi” pian piano si sono ripresi, arrivando sul finale di stagione al massimo della forma fisica ed a farne le spese sono stati, come già detto, gli Spurs. Nel turno successivo però la franchigia del Tennessee si è inchinata a Kevin Durant ed ai suoi Thunder, ma il campionato disputato dai Grizzlies è stato ottimo ed è la base di partenza per un grande futuro. Già dal prossimo anno ci si aspetta un miglioramento evidente, sempre che la dirigenza, con scelte scriteriate (come successo in passato, vedere la trade di Pau Gasol con i Lakers!) non smembri una formazione che è pronta, se non per scrivere la storia della NBA, quantomeno la propria!

    NEW ORLEANS HORNETS: 8. Era molto difficile per gli addetti ai lavori pronosticare una stagione dignitosa per gli Hornets, ma la squadra della Louisiana ha un pò sorpreso tutti (i dubbi non erano legati al quintetto di partenza, di sicuro livello, quanto alla panchina, una delle più povere della Lega). New Orleans è stata la prima squadra NBA a dare fiducia al nostro Marco Belinelli, dandogli un posto da titolare fisso, e la guardia italiana ha ripagato come ha potuto lo spazio affidatogli da coach Monty Williams, disputando tutto sommato un campionato più che sufficiente. Ciò che ha tagliato le gambe agli Hornets è stato l’infortuno del leader realizzativo David West ad una ventina di partite (scarse) dalla fine della regular season: un brutto infortunio ai legamenti del ginocchio che ha menomato i “Calabroni” sia dal punto di vista della leadership che dal punto di vista dello “score” dato che West è un giocatore da almeno 20 punti di media per partita. La già povera panchina non ha potuto sopperire all’assenza e tutto ciò ha influito nella sfida del primo turno playoff contro i Lakers che comunque hanno faticato più del dovuto contro Chris Paul e compagni (chissà come sarebbe finita con West in campo). Il futuro però non promette bene per New Orleans che rischia di perdere il leader Paul, attratto sempre di più dal progetto dei Knicks, a cui per completare l’opera manca proprio un playmaker. Si apre un bivio per la dirigenza che deve decidere se dare via il suo numero 3 per ricavare qualcosa di buono in cambio (ed i Knicks possono dare Billups e qualche altro buon giocatore) oppure perdere poi il giocatore gratis nella prossima Estate del 2012 dato che Paul va in scadenza. Insomma sarà decisivo il comportamento della dirigenza anche se a limitare il raggio d’azione c’è il fatto che gli Hornets sono di proprietà della Lega e qualsiasi mossa sul mercato potrebbe generare polemiche da parte degli altri team. Sempre che gli Hornets vengano tenuti a New Orlenas: è alto il rischio che la squadra venga spostata in un’altra città per via della crisi economica cittadina che non porta alcun guadagno alla franchigia.

    SAN ANTONIO SPURS: 7. Tritasassi in regular season (con un record di 61 vittorie e 21 sconfitte, superati solo all’ultima giornata dai Chicago Bulls come migliore squadra della Lega), proprio al termine della stagione regolare gli Spurs si sono ritrovati in crisi fisica il che ha permesso agli avversari dei Memphis Grizzlies di avere facilmente il predominio nella sfida del primo turno playoff, chiusasi sul 4-2 ma che avrebbe potuto riservare anche un 4-0 sfavorevole ai neroargento). Il voto dunque è la naturale media tra il 9 per la grande stagione regolare disputata ed il 5 per i deludentissimi playoff che hanno lasciato l’amaro in bocca ai tifosi Spurs ed ha aperto qualche riflessione nella dirigenza che prima o poi dovrà pensare al naturale ringiovanimento ripartendo da zero. Al momento pare che a San Antonio si voglia andare avanti sulla strada della continuità con il passato rimandando di un altro anno la rifondazione ma in molti pensano che questa non sia la scelta giusta. Rifondare partendo da poco e niente alcune volte è doloroso ma può essere la mossa giusta per aprire cicli vincenti. Il prossimo sarà probabilmente l’ultimo assalto al titolo del trio Duncan-Ginobili-Parker, un asse che ha segnato la storia della franchigia texana per tanti anni, lasciando anche l’impressione che a San Antonio abbia giocato l’ala grande (Tim Duncan) più forte della storia della NBA. Sarebbe bello per lui lasciare il palcoscenico principale con un’ultima grande vittoria ma l’emergere delle nuove forze della NBA lascia poche speranze al numero 21 del team neroargento.

    LEGGI I VOTI DELL’ATLANTIC DIVISION

    LEGGI I VOTI DELLA CENTRAL DIVISION

    LEGGI I VOTI DELLA SOUTHEAST DIVISION

    LEGGI I VOTI DELLA PACIFIC DIVISION

    LEGGI I VOTI DELLA NORTHWEST DIVISION

  • NBA Draft 2011: La lista completa delle scelte

    NBA Draft 2011: La lista completa delle scelte

    Ecco l’elenco completo del primo giro del Draft NBA 2010: 1 Cleveland Kyrie Irving PG 2 Minnesota Derrick Williams PF 3 Utah Enes Kanter PF 4 Cleveland Tristan Thompson SF 5 Toronto Jonas Valanciunas PF 6 Washington Jan Vesely PF 7 Charlotte Bismack Biyombo PF 8 Detroit Brandon Knight PG 9 Charlotte Kemba Walker PG 10 Sacramento Jimmer Fredette SG 11 Golden State Klay Thompson SG 12 Utah Alec Burks SG 13 Phoenix Markieff Morris PF 14 Houston Marcus Morris PF 15 San Antonio Kawhi Leonard SF 16 Philadelphia Nikola Vucevic PF 17 New York Iman Shumpert PG 18 Washington Chris Singleton SF 19 Milwaukee Tobias Harris SF 20 Houston Donatas Motiejunas C 21 Portland Nolan Smith PG 22 Denver Kenneth Faried PF 23 Chicago Nikola Mirotic PF 24 Oklahoma City Reggie Jackson PG 25 New Jersey Marshon Brooks SG 26 Denver Jordan Hamilton SF 27 Boston JaJuan Johnson PF 28 Miami Norris Cole PG 29 San Antonio Cory Joseph PG 30 Chicago Jimmy Butler SF        

    nba.com
    Dopo aver assistito in presa diretta alle prime 5 scelte del primo giro del Draft NBA 2011 (leggi l’articolo) arrivano segnali importanti da parte di alcune squadre in vista del futuro, primi fra tutti i Charlotte Bobcats che oltre a mantenere la loro posizione di chiamata alla numero 9 acquisiscono in un giro a 3 team (coinvolte Milwaukee e Sacramento) la scelta numero 7 e mettono assieme l’accoppiata Kemba Walker, ultimo M.V.P. del torneo NCAA, playmaker solido e costante, e aggiungono l’ala centro congolese Bismack Biyombo, tremendo stoppatore ed atleta dalle capacità incredibili.     Ottima anche la scelta dei Pistons (numero 8) che continuano la loro ricostruzione prendendo la combo-guard Brandon Knight. Jimmer Fredette, uno dei giocatori più chiacchierati nelle ore precedenti al Draft, va a Sacramento alla scelta numero 10. Si sono mossi anche gli Spurs che prendono tramite scambio con i Pacers la 15esima scelta ed inviano ad Indianapolis George Hill, prodotto dell’università locale dell’Indiana, che dopo qualche anno di apprendistato dietro Tony Parker a San Antonio pare pronto ad esplodere. Sono invece i Rockets ad assicurarsi l’ex Benetton Treviso Donatas Motiejunas, acquistando la scelta dai Timberwolves (la numero 20), mentre il possibile “steal of the Draft” potrebbe essere stato messo a segno dai Denver Nuggets che prendono uno dei giocatori più quotati solo qualche settimana fa ovvero Jordan Hamilton (con la scelta numero 26 tramite i neo campioni NBA dei Mavericks che da Portland ottengono un grande tiratore come Rudy Fernandez), il tutto per via dell’operazione che ha portato Denver e Portland a scambiarsi i playmaker con Raymond Felton che passa ai Blazers ed Andre Miller che approda in Colorado da Danilo Gallinari.

  • NBA Draft 2011: Irving a Cleveland, per Minnesota c’è Williams

    NBA Draft 2011: Irving a Cleveland, per Minnesota c’è Williams

    Tutto secondo copione nella notte del Draft NBA 2011: i Cleveland Cavaliers prendono con la prima scelta assoluta Kyrie Irving, playmaker di Duke University, destinato, secondo molti esperti, a diventare uno dei migliori giocatori nella Lega.  

    nba.com
    Con la scelta numero 2 i Minnesota Timberwolves selezionano Derrick Williams, ala grande dal talento indiscutibile di Arizona University, secondo gli addetti ai lavori il giocatore più pronto a calcare i parquet della NBA.   Alla terza finisce il primo giocatore internazionale, il turco Enes Kanter, centrone turco selezionato dagli Utah Jazz. Scelta numero 4 ancora per i Cavs che mettono sù l’accoppiata playmaker-ala con l’acquisizione di Tristan Thompson da Texas University, uno dei prospetti con più margini di miglioramento tra tutti quelli presenti al Draft. I Toronto Raptors di Andrea Bargnani invece con la chiamata numero 5 prendono l’ennesimo giocatore europeo selezionando Jonas Valanciunas del club lituano del Lietuvos Rytas, un giocatore che può districarsi bene sia nella posizione di centro che in quella di ala grande. Vedremo quale sarà il futuro di Bargnani nella squadra canadese, se formerà l’accoppiata di lunghi con Valanciunas oppure il centro lituano ne prenderà il posto in squadra e l’italiano sarà sacrificato per arrivare ad altri giocatori. Per quanto riguarda l’elenco completo delle scelte tra poche ore ci sarà l’ufficialità del Draft. Al più presto aggiorneremo la situazione fino a renderla definitiva.

  • A Roma l’NBA 5 United Tour 2011

    A Roma l’NBA 5 United Tour 2011

    Sabato 25 e domenica 26 giugno lo Stadio Flaminio di Roma ospiterà l’NBA 5 United Tour 2011, che unisce tornei competitivi outdoor 5-contro-5 e attività ludiche e interattive di basket.

    adidas 5 united tour 2011
    Protagonista della 2 giorni romana sarà la stella NBA dei Denver Nuggets Wilson Chandler, compagno di squadra del nostro Danilo Gallinari prima a New York ed ora in Colorado. L’ala sarà disponibile presso lo Stadio Flaminio per le interviste sabato 25 giugno dalle ore 12.00. Katia Bassi, NBA Italy Managing Director, e le Orlando Magic Dancers saranno a loro volta disponibili per interviste e sessioni fotografiche. L’NBA 5 United Tour prevede giornalmente un incontro finale presso il Campo Centrale, oltre all’opportunità per gli spettatori di partecipare a varie attività di basket comprese le sfide “Footlocker 3-Point Shootout” e “adidas Slam Dunk”. La EA Gaming Area inoltre offrirà le ultime novità per quanto riguarda i video giochi.

  • NBA: E’ la notte del Draft

    NBA: E’ la notte del Draft

    Questa notte, a partire dall’una circa (ora italiana), prenderà il via il Draft NBA, evento che assegna i migliori prospetti universitari alle 30 franchigie che compongono la Lega.

    nba.com
    Occhi puntati sui Cleveland Cavaliers, che hanno la prima e la quarta scelta assoluta dopo un’annata da dimenticare, sui Minnesota Timberwolves, che posseggono la seconda scelta, sugli Utah Jazz, in terza posizione, e sui Toronto Raptors di Andrea Bargnani che chiameranno per quinti. Tra i giocatori sembra ormai scontato che il playmaker di Duke University, Kyrie Irving, sarà la prima scelta assoluta chiamata dai Cavs, suo principale antagonista sarà Derrick Williams, fortissima ala di Arizona che comunque non andrà oltre la seconda chiamata e per cui molte squadre stanno cercando di fare un accordo con i Timberwolves per arrivare al giocatore, primi fra tutti i Phoenix Suns che vorrebbero fare di Williams (talento dell’università di casa) il nuovo Amar’è Stoudemire. L’appuntamento è per l’una di questa notte per un Draft che si preannuncia veramente emozionante.