Autore: Salvatore Stella

  • Lazio, morto il giovane Mirko Fersini

    Lazio, morto il giovane Mirko Fersini

    Mirko Fersini non ce l’ha fatta. Dopo il grave incidente dello scorso 6 Aprile, mentre era alla guida del suo scooter nella sua Fiumicino, Mirko si è spento stamane all’ospedale “San Camillo” di Roma.

    Dopo una settimana di coma, scandita dall’affetto di tutta la Lazio e di tutto il panorama calcistico italiano, il cuore del giovane Mirko ha smesso di battere stamane. Fatali le conseguenze riportate dal giocatore degli Allievi Nazionali dopo l’impatto del suo motorino contro un cassonetto. Le dinamiche dell’incidente non sono chiarissime, ma alcune indiscrezioni parlano di un’improvvisa sbandata dello scooter di Fersini, il quale perdendo il controllo del mezzo avrebbe impattato contro un cassonetto, perdendo il casco. Inizialmente si parlava di edema cerebrale inoperabile, ma nei giorni successivi all’incidente, la diagnosi era leggermente migliorata. Purtroppo questo non è bastato! La grande forza di volontà di Mirko di rimanere aggrappato alla vita, ha ceduto il passo al buio della morte.

    Mirko Fersini
    Mirko Fersini

    Dopo la scomparsa di Giorgio Chinaglia della settimana scorsa, questo di Mirko Fersini è il secondo lutto in casa Lazio a distanza di pochi giorni. Grande affetto dimostrato da tutta la città di Fiumicino verso i familiari del giovane. I massimi esponenti della Lazio hanno reso omaggio ai genitori di Mirko, stringendosi al loro fianco. I compagni di Fersini e l’allenatore degli Allievi Nazionali hanno chiesto di continuare il campionato, ma senza la maglia numero 2, quella che campeggiava sulle spalle di Mirko, che sarà così consegnata ai genitori, in suo onore.

    Mirko Fersini era considerato un giovane dalle grandi potenzialità, sia per la Lazio, sia per il futuro del calcio italiano. Esterno basso di grande corsa e temperamento. Amava “spingere” come un vero e proprio fluidificante. Il suo sogno era quello di poter esordire in Serie A con la maglia biancoceleste dinanzi ad un’ Olimpico tutto esaurito. Purtroppo quel sogno non potrà mai avverarsi, ma nessuno si dimenticherà mai quel ragazzino, cresciuto in un prato verde rincorrendo un pallone, nella speranza di diventare un eroe. Ciao Mirko…

    Video il luogo dell’incidente di Mirko Fresini
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  • Del Piero e il rinnovo, Agnelli ci ripensi

    Del Piero e il rinnovo, Agnelli ci ripensi

    Alessandro Del Piero, ieri alla 700 presenza in maglia bianconera,  maglia che indossa come una seconda pelle,  maglia con cui ha vinto tutto,  maglia che lo accompagna oramai da 19 anni!

    Ieri sera è stato ancora una volta decisivo. La sua punizione al minuto 82′ ha fatto gridare di gioia lo Juventus Stadium e tutto il popolo bianconero. Il 2-1 sulla Lazio è l’ennesima dimostrazione che la Juve quest’anno è viva più che mai e con essa il suo capitano, rispolverato da Mister Conte dopo gran parte della stagione trascorsa in panchina.

    Sappiamo tutti qual’ è la situazione contrattuale di Del Piero. A inizio stagione il Presidente Andrea Agnelli gli ha inoltrato, tramite conferenza stampa, il “benservito”, dichiarando che al termine della stagione  il rapporto tra Del Piero e la Juventus si sarebbe interrotto. La domanda di tutto il popolo bianconero e di quella di tutto l’universo calcistico è una sola: “Perchè?”. In effetti non si capisce con chiarezza la fretta del Presidente Agnelli nel liquidare il capitano bianconero, sinonimo ed emblema della storia Juventina. Nonostante le 38 primavere, Del Pierosta dimostrando di essere ancora utile alla causa bianconera. Oltre al grande temperamento sportivo, Alex si è rivelato un vero fuoriclasse anche fuori dal campo, dribblando perennemente le polemiche e  domande sul futuro.

    Alessandro Del Piero © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    Ma passiamo al lato calcistico. Siamo sicuri che “questo Del Piero” non possa più servire ai bianconeri? Va ricordato che il prossimo anno la Juventus sarà impegnata anche in Champions League e l’esperienza del capitano potrebbe ritornare assai utile nel massimo contesto europeo. Andrea Agnelli questo lo sa, e sicuramente starà meditando sul da farsi, specialmente dopo aver visionato le ultime magie del capitano, ritornato ad essere decisivo più che mai. Non ci stupirebbe un dietrofront a fine stagione.

    L’abilità di Conte nel gestire Del Piero in formato “Altafini”, pronto a subentrare nella ripresa per alterare gli equilibri della gara, grazie alle sue caratteristiche tecniche e la sua notevole esperienza, potrebbe convincere la proprietà a prolungare il contratto al numero 10 di Conegliano Veneto, pronto a vestire i panni dell’ “uomo provvidenza”; 20-25 minuti finali a tutta birra e inizio di una nuova carriera in formato part-time. Un ruolo che potrebbe convincere entrambe le parti, sia la proprietà appunto, sia Del Piero, pronto in quel caso a mettere nero su bianco il continuo di questa storia a strisce bianconere.

  • Il Real vince il derby, Ronaldo tiene a -4 il Barcellona

    Il Real vince il derby, Ronaldo tiene a -4 il Barcellona

    Atletico Madrid Real Madrid 1-4. E’ questo il risultato finale del derby della capitale spagnola. Ritorna a sorridere Josè Mourinho ritornato a +4 punti sui  nemici Blaugrana.

    Prima frazione di gioco sostanzialmente equilibrata, con il Real più incisivo. Come da copione partono a mille le Merengues, consapevoli che si gioca solo per un risultato: la vittoria! Mourinho segue attentamente la sua squadra dalla panchina, carica i suoi uomini e cerca di partecipare attivamente ad ogni azione di gioco. L’Atletico Madrid, dal canto suo, impegnata ancora in Europa League, prova a complicare i piani del ct portoghese, rendendosi subito pericoloso con Falcao. Il Real Madrid attacca a testa bassa, l’Atletico prova a difendersi, ma non può nulla a ridosso della mezz’ora di gioco, quando su calcio di punizione Cristiano Ronaldo fa urlare al goal i tifosi madrileni, 1-0 Real. Grande gesto balistico dell’asso portoghese, traettoria perfetta! Mourinho predica calma, sa che la partita è ancora lunga. L’Atletico prova ancora a spaventare Casillas, ma la conclusione di Diego termina abbondantemente a lato. Termina così la prima frazione di gioco. Atletico Madrid Real Madrid 0-1.

    Cristiano Ronaldo, © CESAR MANSO/AFP/Getty Images

    La ripresa vede subito un Atletico Madrid spavaldo e al 55′ minuto, Falcao supera di slancio Sergio Ramos e batte Casillas con un perentorio colpo di testa, 1-1! Mourinho accusa il colpo e rimane impassibile dinanzi alla propria panchina. Il Barcellona è ora momentaneamente a -2. Ma servono solo 25 minuti a Cristiano Ronaldo per suggellare un goal capolavoro. E’ il minuto 68′, quando il portoghese da circa 27 metri , a ridosso del lato corto dell’area di rigore,lascia partire un destro-collo di rara potenza e precisione, che termina la sua corsa alle spalle del portiere Courtois, 2-1 Real! L’Atletico Madrid accusa definitivamante il colpo e affonda di li a poco sui colpi dei cugini madrileni. Il portoghese non è ancora sazio e all ’82’  trasforma il calcio di rigore che vale l’odierna tripletta, il 40° goal nella Liga e la momentanea leaderschip tra cannonieri. Il finale serve solo per il sigillo definitivo di Callejon, che al minuto 88′ timbra il goal del 4-1 riportando le Merengues a + 4 sul Barcellona.

    Video & Highlights di Ateltico Madrid Real Madrid 1-4

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  • Genoa – Cesena 1-1. Rossoblu ad un passo dal baratro

    Genoa – Cesena 1-1. Rossoblu ad un passo dal baratro

    Genoa Cesena potrebbe essere solo l’inizio del calvario rossoblù. Dopo l’ennesimo passo falso tra le mura amiche, ora i liguri viaggiano a solo due lunghezze di vantaggio sulla zona calda delimitata dal Lecce. Grande merito anche al Cesena, squadra con un piede e mezzo in Serie B, ma con un grande spirito condottiero.

    Genoa Cesena è una gara dal doppio volto. Partono meglio i padroni di casa, subito pericolosi con Palacio. Il Cesena risponde con un calcio piazzato di Mutu, disinnescato da Frey. Gli emiliani aumentano il ritmo, ancora Mutu vicino al goal, ma il suo tiro termina a lato di poco. Ma è il Genoa a passare in vantaggio a ridosso della fine del primo tempo. Sculli scodella per capitan Rossi, che con un tocco ravvicinato batte l’incolpevole Antonioli.

    La ripresa è una vera e propria girandola di sostituzioni. Malesani lancia Bovo per Kaladze, Beretta risponde lasciando negli spogliatoi Malonga e Djokovic rilevati da Rennella e Santana. La partita rimane sostanzialmente equilibrata. A metà ripresa ci prova Gilardino, ma Antonioli risponde presente. Per gli ospiti destro da fuori area di Guana, ma Frey è attento. Ancora Frey protagonista su colpo di testa ravvicinato di Rennella, vicinissimo al punto del pareggio per il Cesena.

    Genoa Cesena 1-1 © Marco Luzzani/Getty Images

    Malesani gioca la carta Jankovic per un esausto Sculli, Beretta risponde inserendo Del Nero per un acciaccato Martinho. Alla mezz’ora della ripresa il colpo di scena. Mutu, a ridosso dell’area di rigore, calcia un destro in diagonale, sul quale Frey non può intervenire, 1-1! Il finale serve solo per sancire l’ennesimo passo falso del Genoa, ora inguaiata seriamente nella bagarre salvezza. Tifosi rossoblù pronti all’ennesima contestazione. Grande merito al Cesena, che nonostante la stagione opaca, ha dimostrato grande professionalità, orgoglio e detrminazione.

    LE PAGELLE DI GENOA CESENA

    GENOA

    Frey 6,5: Evita scenari peggiori a squadra e tifosi. Spendida la parata su Rennella. Si dimostra sempre un portiere di grande affidabilità. INNOCENTE

    Mesto 4,5: Non è più il pendolino della passata stagione. Insicuro, lento e impacciato, ha perso quella freschezza atletica sinonimo di garanzia. SPAESATO

    M.Rossi 6,5: L’ultimo a mollare. Il capitano, l’esempio da seguire. E’ lui che lancia il grifone in vantaggio, ma poi si ritrova a dover lottare da solo. SOLO CONTRO TUTTI

    Gilardino 4: Il suo violino non suona più. Sbaglia tutto ciò che c’è da sbagliare. Spesso in ritardo sui movimenti, inerme in zona goal. DESAPARECIDO

    CESENA

    Antonioli 6: Ordinaria amministrazione. Incolpevole sul goal di M.Rossi. La sua esperienza consolida il reparto arretrato. INTRAMONTABILE

    Arrigoni 7:  Una delle note positive di questa stagione emiliana. Nonostante la giovane età, pare avere l’esperienza di un veterano. STANTUFFO

    Martinho 6: Parte bene, poi va via via spegnendosi. Buone alcune iniziative, ma può fare sicuramente di più. Esce per problemi fisici. RIMANDATO

    Mutu 7: Destro in corsa e palla in buca. Grande impatto sulla partita. Grande tasso d’esperienza messa al servizio della squadra accompagnata da tanta qualità. DECISIVO

    TUTTE LE PAGELLE

    GENOA (4-3-3): Frey 6,5, Mesto 4,5, Granqvist 5, Kaladze 5,5 (dal 1′ s.t. Bovo 5), Moretti 5,5, Rossi 6,5, Veloso 5, Biondini 5,5, Palacio 5, Gilardino 4, Sculli 5,5 (dal 23′ s.t. Jankovic 5,5). Allenatore: Malesani 5.

    CESENA (3-5-2): Antonioli 6; Benalouane 5,5, Moras 6, Rossi 6; Ceccarelli 5,5 Djokovic 6(dal ‘1’ s.t. Santana 5,5), Guana 5,5, T. ArrigonI 7, Martinho 5,5 (dal ’14’ s.t. Del Nero6); Malonga 5,5 (dal ‘1’ s.t. Rennella 6,5), Mutu 7. Allenatore: Beretta 5,5.

    Video Genoa Novara 1-1, highlights Youtube

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  • Genoa – Cesena, il Grifone tenta il riscatto. Iaquinta out

    Genoa – Cesena, il Grifone tenta il riscatto. Iaquinta out

    Genoa Cesena, gara valida per la 32^ giornata di Serie A, nasconde alcuni retroscena di una stagione disastrosa per entrambe le squadre. Se da una parte, la squadra emiliana ha tutte le ragioni per via di un mercato un po’ sterile, eccezion fatta per gli acquisti di Mutu e Iaquinta a gennaio, il Genoa non ha alcun alibi.

    L’inizio devastante di Malesani ha gettato nello sconforto tutta la piazza genoana, illusa di poter finalmente lottare per un traguardo europeo con l’ arrivo di un bomber principe come Gilardino. Ma sappiamo benissimo come è andata a finire. L’arrivo di Marino non ha migliorato le cose, anzi, tanto da spingere la proprietà a richiamare Malesani. Il solo Palacio, non è sufficiente per colmare alcune lacune evidenziate in questa stagione. Il Presidente Preziosi in estate metterà mano al portafoglio per regalare definitivamente quel sogno Europeo stile “Gasperiniano”.

    Alberto Malesani © Claudio Villa/Getty Images

    Malesani si affida al collaudato 4-4-2. I difesa ritorna Moretti, che riprenderà il suo posto come esterno basso di sinistra. A centrocampo Out Belluschi e Kucka, spazio dunque a Marco Rossi e Sculli. In avanti confermati Palacio e Gilardino.

    Genoa Cesena è un match di vitale importanza anche per gli emiliani, oramai con un piede e mezzo in Serie B,  pronti comunque a non mollare la presa. Beretta dovrà rinunciare ancora a Iaquinta, fermo ai box da un mese. Il mercato estivo è stato forse il primo tassello sbagliato di questa stagione per gli emiliani. I vari Martinez, Martinho, Mutu, Santana, non hanno garantito quel salto di qualità che la dirigenza Cesenate si aspettava. Martinez ha subito un’ involuzione imbarazzante; basti pensare che la Juventus due anni fa lo pagò al Catania 12 milioni di euro, per la gioia degli etnei! Beretta si affiderà ancora una volta al solito 4-3-1-2, con Ceccarelli e Lauro sugli esterni. A centrocampo ancora out Parolo, quindi spazio a Guana dal 1′. Sugli esterni confermati Martinho e Santana. In attacco l’inedita coppia Malonga-Mutu.

    PROBABILI FORMAZIONI GENOA – CESENA

    Genoa (4-4-2): Frey, Mesto, Carvalho, Kaladze, Moretti, Rossi, Veloso, Biondini, Sculli; Gilardino, Palacio.
    Panchina: Lupatelli, Granqvist, Bovo, Jankovic, Birsa, Jorquera, Ze Edoardo.
    Allenatore: Malesani

    Cesena (4-3-1-2): Antonioli, Ceccarelli, Moras, Rodriguez, Lauro, Arrigoni, Guana, Martinho, Santana, Malonga, Mutu.
    Panchina: Ravaglia, Benalouane, Colucci, Djokovic, Del Nero, Filippi, Rennella.
    Allenatore: Beretta

  • Pirlo chiama Nesta e Seedorf alla Juve

    Pirlo chiama Nesta e Seedorf alla Juve

    Andrea Pirlo, dieci anni di ricordi rossoneri, presente a forti tinte bianconere. E’ lui l’emblema di questa stagione Juventina. E’ lui la fonte del gioco di Conte. E’ su di lui, che il tecnico salentino ha fondato le basi di questa magnifica cavalcata, consegnandogli le chiavi di questa macchina, che fin’ora non si è mai fermata.

    Andrea Pirlo è sinonimo anche di Nazionale. Prandelli si gode le ultime fasi del campionato, coccolandosi il suo metronomo in vista degli Europei: “Andrea è l’esempio di come dovrebbe comportarsi un calciatore, su come si lavora per diventare un grande professionista. Non mi soffermo sulle qualità del giocatore perchè le conoscete tutti e stanno sotto gli occhi di tutti. Ciò che mi preme sottolineare è l’uomo non il calciatore. Pirlo è un fuoriclasse anche come persona oltre che come calciatore”.

    Pirlo, dal canto suo, ha parlato del magico momento dei bianconeri: “Stiamo attraversando una stagione fantastica, oltre ogni aspettativa. Non mi aspettavo la sconfitta del Milan, ci ha dato una carica enorme a Palermo. Ma stiamo calmi, un passo falso può capitare in ogni partita e abbiamo solo 50% di possibilità di vincere lo scudetto”. Il discorso poi è scivolato sulla prossima stagione, dove la Juventus, salvo imprevisti, disputerà nuovamente la Champions League: “Ritornare in Champions per questa piazza vuol dire ritornare a vivere. La Juventus è una squadra abituata a calcare questi palcoscenici, non dobbiamo prenderlo come un punto d’arrivo però! E’ indubbiamente bello, il merito di tutto questo va diviso con ogni singolo componente della società, dall’allenatore, a noi giocatori fino ad arrivare ai magazzinieri.”

    Andrea Pirlo © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Pirlo ha parlato anche di alcuni suoi ex compagni rossoneri, che da quel che si vocifera sono stati accostati alla Juventus per la prossima stagione. Da Clarence Seedorf ad Alessandro Nesta, entrambi in scadenza di contratto pronti a ripercorrere lo stesso percorso di Andrea in ottica Juventus. A tal proposito Pirlo ha deviato l’argomento con molta semplicità: Nesta alla Juve l’anno prossimo? Gli ho parlato anche di questo, ma sono cose personali. Lui ora gioca in una grande squadra, vedremo cosa farà a fine campionato, idem per Clarence”.

  • Inter, Isla è quasi fatta

    Inter, Isla è quasi fatta

    All’Inter si parla già chiaro in vista del futuro. Dopo una stagione deludente, i neroazzurri pensano già a come risollevarsi dopo l’attuale disastro stagionale. Sembra quasi tramontata l’idea di confermare Stramaccioni anche per la prossima stagione. Dopo il deludente pareggio con il Cagliari, “l’effetto Strama” sembra già terminato. Allora via nuovamente al toto-allenatore in casa Inter. Sempre vivi i nomi di Cappello e Bielsa, meno probabile la pista Walter Zenga, il quale non convince a pieno la dirigenza neroazzurra.

    Per quel che riguarda il mercato in entrata, le ultime indiscrezioni danno per fatto il passaggio di Mauricio Isla dall’Udinese all’Inter. Il forte centrocampista cileno è sempre stato un obiettivo dichiarato della dirigenza neroazzurra. Anche Moratti in tempi non sospetti dichiarò forte ammirazione per l’ormai ex centrocampista friulano, già ad un passo da Milano nella scorsa finestra di mercato. Sul centrocampista  è forte però l’interesse di altre società, su tutte il Psg di Carlo Ancelotti, pronto a soffiare ai neroazzurri il fluidificante cileno. ” In caso di addio all’Udinese, l’Inter sarebbe una delle mie prime scelte”. Sono queste le parole che rasserenano gli animi neroazzurri, parole pronunciate direttamente da Isla ai microfoni dei giornalisti.

    Mauricio Isla © (Photo by Dino Panato/Getty Images)

    L’unico ostacolo tra il giocatore e l’Inter pare esser la valutazione. La famiglia Pozzo chiede 14 milioni di euro, soldi ritenuti eccessivi da Patron Moratti e tutto l’entourage neroazzurro, specialmente dopo la stagione altalenante dell’esterno cileno. Il giocatore, ancora alle prese con un grave infortunio al ginocchio (operato di recente), risolverebbe ai neroazzurri il problema “esterni” maturato in questa stagione. Velocità, tecnica, grinta e inserimenti in zona goal, sono queste le caratteristiche principali dell’esterno cileno, cresciuto vertiginosamente in questi anni. I dirigenti neroazzurri hanno in mano il giocatore. Si vocifera che già in questo week-end, in occasione di Inter-Udinese, potrebbe arrivare il “si” definitivo della società friulana, concretizzando così il primo acquisto dei neroazzurri per la stagione 2012/2013.

    Il giocatore dunque è ad un passo dai neroazzurri, ma sappiamo tutti come funziona il calciomercato, non sorprendetevi se Isla il prossimo anno vestirà una maglia diversa da quella neroazzurra!

    Calciomercato Inter, Moratti blocca il talent scout dell’Udinese

  • Milan a Chievo senza mezza squadra

    Milan a Chievo senza mezza squadra

    Il Milan non molla. Dopo l’amara sconfitta di sabato contro la Fiorentina, i rossoneri tornano in campo domani alle 20:45 ospiti del Chievo di Di Carlo, partita valida per l’anticipo della 32^ giornata di Serie A. Veronesi ipoteticamente salvi, rossoneri a caccia di una scossa per rianimare il discorso scudetto. Allegri a distanza di poche ore dal match di Verona, ha parlato del rush finale che attende i rossoneri: “Il discorso scudetto non è chiuso. La Juve è passata avanti di un punto, ma non ci sentiamo già sconfitti.  Sarebbe sciocco gettare la spugna ora. Noi crediamo in questo scudetto, certo, ora non dipende solo da noi, ma non dobbiamo avere un atteggiamento rinunciatario, perchè sarebbe l’errore più clamoroso che si possa commettere”. Del periodo un po’ “storto” ha parlato anche l’amministratore delegato rossonero Adriano Galliani: “Non dobbiamo mollare la presa. Quello che è successo a noi con la Fiorentina potrebbe succedere alla Juventus in qualsiasi momento. Noi siamo il Milan siamo abituati alle pressioni, non dobbiamo temere nulla, dobbiamo essere consapevoli della nostra forza”.

    Massimiliano Allegri | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images
    Intanto a Milanello scoppia il caso” infortuni”. Dopo il prolungato stop di Pato, stagione finita per lui, preoccupano anche le condizioni di Boateng , utilizzato ad intermittenza in questa stagione e non disponibile per il match di domani. Ma cosa succede a “Milan Lab“? Stamane si è fermato nuovamente Ignazio Abate, problema al polpaccio. Anche lui, non sarà disponibile per la trasferta di Verona. E’ chiaro che Allegri non appaia sereno, il capitolo infortuni ha pesato come un macigno in questa stagione. Ma come fare per invertire la rotta sotto questo aspetto? I dirigenti rossoneri hanno analizzato anche i campi di allenamento del centro sportivo di Milanello, ritenuti potenziali artefici degli infortuni di quest’anno. Si è pensato a tutto, certo la fortuna sicuramente non sorride agli uomini di Allegri, ma c’è sicuramente qualcosa che non va. Due sono le opzioni: o esistono allenamenti sostanzialmente errati o esistono muscoli troppo fragili.

    Ecco l’elenco dei 21 convocati del Milan per il match di domani contro il Chievo:

    Abbiati, Amelia, Piscitelli, De Sciglio, Mexes, Nesta, Zambrotta, Yepes, Emanuelson, Flamini, Gattuso, Muntari, Nocerino, Seedorf, Strasser, Valoti, Cassano, El Shaarawy, Ibrahimovic, Maxi Lopez, Robinho.

    Allegri dovrebbe affidare la regia a Seedorf schierando ancora una volta Muntari e Nocerino ai lati, il criticatissimo Emanuelson agirà ancora una volta da trequartista mentre in avanti Robinho riconquista una maglia da titolare al fianco di Ibrahimovic. Tantissimi problemi anche in difesa, sugli esterni, dove gli infortuni di Antonini, Abate e Mesbah costringono Zambrotta alla seconda partita in tre giorni mentre sulla destra agirà il giovanissimo De Sciglio. Queste le probabili formazioni di Chievo Milan

    Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Frey, Andreolli, Dainelli, Sardo; Luciano, Rigoni, Bradley; Cruzado; Paloschi, Pellissier. A disp.: Puggioni, Cesar, Vacek, Hetemaj, Sammarco, Thereau, Grandolfo. All.: Di Carlo.
    Milan (4-3-1-2): Abbiati; De Sciglio, Nesta, Mexes, Zambrotta; Seedorf, Nocerino, Muntari; Emanuelson; Robinho, Ibrahimovic. A disp.: Amelia, Yepes, Flamini, Gattuso, Cassano, El Shaarawy, Maxi Lopez. All.: Allegri.

  • Luciano Moggi radiato: “Ricorrerò alla Corte Europea”

    Luciano Moggi radiato: “Ricorrerò alla Corte Europea”

    Luciano Moggi, dopo la conferma della radiazione, ha parlato chiaro, dichiarando guerra al sistema giudiziario italiano.

    Parole forti, ricche di rabbia, accompagnate da tanta delusione: “Ero stato chiaro fin da subito, quando questa storia ebbe inizio. Andrò fino in fondo questo è poco ma sicuro. E’ giusto che si faccia chiarezza su tutto. Qua si vede solo ciò che si vuol vedere. Tralasciando la mia posizione penso alla Juventus, ai suoi tifosi, a ciò che hanno assistito in questi anni. I veri campionati falsati sono quelli dal 2006-2010″.

    Le fasi precenti alla radiazione definitiva di Big Luciano li conosciamo bene: Moggi insieme ad Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini  furono squalificati a vita dalla commissione disciplinare della Federcalcio per le vicende di Calciopoli il 15 giugno del 2011, sentenza poi confermata quando la Corte di Giustizia Federale respinse il ricorso in estate. Sappiamo benissimo, che Moggi era stato sospeso precedentemente per 5 anni dalla Federcalcio con una motivazione chiara, ma non del tutto equa con episodi avvenuti successivamente, dove, altre società calcistiche tennero lo stesso comportamento, ma con conseguenze diverse.

    luciano moggi | © GIULIO PISCITELLI/AFP/Getty Images

    Ecco il “vecchio” comunicato della Federcalcio:

    Il fatto che altri soggetti obbligati all’osservanza della normativa federale possano aver tenuto, in ipotesi tutt’ora da accertare, condotte analoghe a quelle acclarate nei confronti del Moggi dalle sentenze rese, non fa venir meno la gravità di quanto contestato al deferito”.

    Dopo la sentenza definitiva di radiazione da parte dell’Alta Corte del Coni, Moggi, dopo avere analizzato la posizione della Juventus, ha parlato della sua posizione personale: “Come ho già detto, penso alla Juventus, ma penso anche a me è ovvio. Questa è una vera e propria sentenza politica. I due processi sportivi hanno detto che non c’erano illeciti e anche al processo di Napoli è emerso che il campionato 2004-05 era regolare, che il sorteggio degli arbitri era regolare, che le ammonizioni mirate non c’erano. Incalza l’ex D.g bianconero: “Andrò alla Corte Europea per i diritti dell’uomo e vediamo cosa succede. Ci troviamo di fronte ad accuse che non hanno riscontro nei fatti, è una cosa grave ma cosi è e ci difenderemo nelle sedi più opportune. Ripeto, la radiazione è una sentenza politica, hanno cominciato così e vogliono finire così”.

  • Liga: Real Madrid bloccato dal Valencia, Barcellona a -4

    Liga: Real Madrid bloccato dal Valencia, Barcellona a -4

    Real Madrid Valencia 0-0, è questo il finale dal Bernabeu; questa Liga non finisce mai! Dopo il vantaggio massimo di 10 punti raggiunto dai madrileni questo inverno, i punti di distacco aggiornati ad oggi sono solo 4, con un Barcellona motivato a centrare il sogno “remuntada”.

    Grande atmosfera al Bernabeu. Madrileni a caccia del successo che garantirebbe tranquillità a poche giornate dalla fine. Il Valencia, dal canto suo, lotta per un posto in Champions League e per questo motivo la partita appare subito entusiasmante. Parte a mille il Real. Cristiano Ronaldo dopo pochi minuti “incendia” Guaita dalla distanza, ma il suo tiro si infrange sul palo. Feghouli risponde al portoghese, spaventando Casillas con un tiro da fuori area che esce abbondantemente a lato. Il Real aumenta il ritmo, il Valencia si limita sostanzialmente al contropiede e si affaccia dalle parti di Casillas in altre due occasioni, ma i risultati sono praticamente nulli. Ozil prova ad infiammare il Bernabeu, ma la sua conclusione ravvicinata è facile preda di Guaita. Nente da fare per i padroni di casa. Il primo tempo va così in archivio.

    Cristiano Ronaldo © DOMINIQUE FAGET/AFP/Getty Images

    La ripresa vede Mourinho cimentarsi subito in un cambio: fuori Higuain dentro Di Maria. La gara continua su ritmi elevati. Il copione è sempre lo stesso, padroni di casa all’attacco e ospiti pronti ad agire di rimessa. Ma è il Valencia ad andare vicino al goal con Tino Costa che centra l’incrocio dei pali della porta difesa da Casillas. Grande spavento per il popolo madrileno. Benzema prova ad accendere la luce, ma il suo doppio tapin al minuto 78′ è sventato ancora una volta da super Guaita, vero e proprio eroe della serata. Il Real si innervososce, rischiano grosso Di Maria e il solito Pepe ma l’arbitro li grazia. Il finale è di marchio ospite. Jordi Alba, lanciato a rete da Soldado si presenta dinanzi a Casillas, che prontamente devia in corner. Il finale è un vero e proprio assedio Merengues: prima Di Maria poi Benzema provano a battere Guaita, ma il portiere del Valencia dice ancora no.

    Finisce 0-0 e Liga potenzialmente riaperta. Il Barcellona ora insegue a -4.

    Video Real Madrid – Valencia

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