Autore: PeppeG

  • Osvaldo out 2 mesi, Roma a caccia di una punta

    Osvaldo out 2 mesi, Roma a caccia di una punta

    Brutta tegola per Luis Enrique, che al rientro dalla sosta si è ritrovato con un attacco decimato dalla partenza forse troppo avventata di Borriello e dal grave infortunio che ha colpito l’italo-argentino Osvaldo e che lo terrà fuori dai campi di gioco per almeno due mesi. Il tecnico asturiano dovrà sicuramente affidarsi al giovane Bojan per la prossima partita in programma, in attesa di ricevere da questo mercato di riparazione delle buone notizie, prima fra tutte quella del rinnovo di capitan futuro De Rossi, e in secondo luogo anche un attaccante che possa consentirgli di disporre di un numero sufficiente di elementi per il proprio modulo di gioco.

    Amauri | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Tra i papabili si fanno i nomi di due juventini, il primo è ormai un reietto in casa bianconera e verrebbe ceduto ad un prezzo irrisorio vista la sua condizione di fuorirosa, stiamo ovviamente parlando del brasiliano Amauri, che vorrebbe evitare di trascorrere i successivi sei mesi ad allenarsi con la Primavera e che, però, continua a rifiutare offerte di ogni genere e da ogni squadra, rimanendo in attesa della chiamata del suo beneamato patrigno Zamparini. Difficile quindi più per la volontà del giocatore che per quello della Juventus. L’altro nome che si è fatto, è quello di Fabio Quagliarella, il bomber partenopeo di cui però Marotta non vorrebbe affatto privarsi, che però potrebbe soffrire la convivenza con Matri e il neo arrivo, proprio via Capitale, Borriello. L’operazione anche qui appare difficile perchè il giocatore ex Napoli, sente la fiducia di tutto l’ambiente, specie del tecnico Conte, e non vorrebbe allontanarsi senza aver la possibilità di ritagliarsi uno spazio importante.

    Il terzo della lista è un vecchio pallino in casa giallorossa, si tratta del brasiliano Nilmar, agile attaccante del Villareal, che molto spesso è stato accostato alla casacca romanista durante il mercato estivo e che pare essere ritornato in voga proprio adesso. Il giocatore però proprio in queste ore si è affrettato a far sapere che non ha nessuna intenzione di lasciare il sottomarino giallo nè tantomeno la Spagna, ma durante il mercato si sa, le parole lasciano il tempo che trovano e non ci stupiremmo se la coppia Baldini-Sabatini, sfruttando i suoi numerosi canali, riuscisse a portarlo all’ombra del Colosseo.  Certo è che la situazione in casa Roma, non è delle più rosee e bisognerà quindi trovare nel minor tempo possibile una valida alternativa al bomber oriundo della nazionale.

  • Pagellone Serie A. Palermo insufficiente, super Udinese

    Pagellone Serie A. Palermo insufficiente, super Udinese

    Quarta e ultima parte del nostro super pagellone inerente al 2011 delle squadre che partecipano alla Serie A [PRIMA PARTESECONDA PARTETERZA PARTE]. Qui vengono trattate le annate insufficienti di Palermo e Parma, quelle di Roma e Siena non rimandate e quella meravigliosa dell’Udinese che continua a stupire.

    Palermo 4: la squadra isolana è la peggiore della classe in questo pagellone di fine anno, le partenze importanti subite in estate, vedi Pastore e Sirigu, non sono state attutite dalla squadra che rimasta senza due pezzi fondamentali della rosa s’è ritrovata molto indebolita. Uscita subito dalle coppe faticosamente conquistate nello scorso campionato, s’è ritrovata come unico obiettivo il campionato, dove però non sta rendendo per quanto sperato, arrivando a conquistare punti importanti solo in casa e racimolando fuori casa magre figure anche in campi di avversarie tecnicamente inferiori, almeno sulla carta. Il punto di forza dopo la partenza di Pastore è rimasto solo capitan Miccoli, mentre chi sta deludendo le aspettative è Josip Ilicic che ad oggi sta facendo rimpiangere il collega argentino passato al Psg.

    Parma 4,5: dopo i fasti del grande Parma, veder lottare ogni anno i gialloblu per la salvezza non è proprio il massimo, anche l’anno scorso i ducali si sono salvati raggiungendo un modesto 12°posto. Nel campionato in corso le cose hanno ripreso lo stesso andazzo di quello passato con la squadra guidata da Colomba impegnata a lottare sempre nella zona bassa della classifica, alternando prestazioni lodevoli, figlie sopratutto delle invenzioni dei singoli talenti, a prestazioni a dir poco imbarazzanti. Il solo Giovinco, non può bastare a superare le difficoltà che un campionato insidioso come nostro può nascondere, pur essendo il talento piemontese la punta di diamante di tutta la rosa a disposizione di Colomba.

    Roma 6: la rifondazione cominciata durante la scorsa stagione con l’avvento degli americani, faceva presupporre ad un inizio di stagione migliore rispetto a quanto visto, ma la sufficienza piena è dettata dal fatto che potenzialmente se a Roma si deciderà di dar fiducia al progetto a lungo termine del tecnico spagnolo Luis Enrique, si potranno vedere grossi risultati, Si tratta di una sufficienza sulla fiducia per una squadra che potrà rivelarsi una piacevole sorpresa nella seconda parte della stagione. I gioielli di casa sono tanti ma chi sta garantendo quantità e qualità nel rendimento è Osvaldo, che a differenza del tanto acclamato Bojan, si sta guadagnando a suon di gol la fiducia del proprio tecnico.

    Antonio Di Natale | © Anteprima/AFP/Getty Images

    Siena 5,5: Risalita con pieno merito in serie A, guidata dall’attuale tecnico della Juventus, Antonio Conta, la squadra toscana sta avendo qualche difficoltà in questo campionato dove purtroppo la robur, affidata in estate a Sannino, si ritrova a lottare con affanno e per il momento con scarsi risultati, per ottenere punti decisivi per raggiungere una salvezza che sembrerebbe alla portata dell’organico. L’arrivo durante la scorsa sessione di mercato di un centrocampista di qualità come D’Agostino e di un giovane di prospettiva, come Mattia Destro, parevano aver risolto i problemi in zone cruciali del campo, ma lo scarso rendimento di entrambe sta condizionando e non poco tutto l’apparato tattico dei bianconeri.

    Udinese 8: conquistata con grande merito la qualificazione ai preliminari di Champions nella scorsa stagione, quest’anno i friulani hanno provato a raggiungere la tanto agognata fase a gironi, trovando purtroppo sulla loro strada un avversario ostico come l’Arsenal. Gli uomini di Guidolin, hanno però dimostrato, nonostante la perdita di pedine importanti come Zapata e Sanchez, di saperci fare sia in campionato, dove lottano a tutt’oggi per piazze ben più gloriose del quarto posto, sia in Europa League, dove hanno conquistato una complicata qualificazione ai sedicesimi di finale della seconda competizione europea, il tutto investendo, come tradizione vuole, su giovani promesse provenienti da diversi continenti e dando dimostrazione di bel gioco. A guidare questa baby generation un capitano di lungo corso, che ha rinunciato a piazze ben più blasonate per rimanere in provincia e diventare protagonista assoluto come bomber di razza, stiamo parlando di Totò Di Natale. Per lui parlano i numeri due volte di fila capocannoniere del campionato e quest’anno già attestato a quota 11 reti alle spalle dello straordinario Denis di questo inizio stagione.

  • Meraviglia Milan, ottimo Napoli, le pagelle serie A 2011

    Meraviglia Milan, ottimo Napoli, le pagelle serie A 2011

    Penultima puntata del nostro super pagellone con i bilanci del 2011, nell’analisi odierna vanno voti altissimi al Milan campione d’Italia ma anche al Napoli dei miracoli, alla coriacea Lazio di Edy Reja e alla matricola Novara. Male invece il Lecce.

    Lazio 7,5: il 2011 sarà un anno da ricordare per i colori biancocelesti, il quinto posto con la qualificazione ai preliminari di Champions mancati solo per differenza reti, a vantaggio dell’Udinese, sono un risultato di tutto rispetto ai quali quest’anno è succeduta una degna campagna acquisti, di giocatori di spessore come i due attaccanti di fama internazionale Klose e Cissé e il reietto Marchetti, messo fuori rosa dal Cagliari e rinato alla corte di Reja. Quest’anno il ritmo dei capitolini è ripreso alla grande, trascinati sopratutto dal cannoniere tedesco e da una solidità tattica si sono attestati fin da subito nelle zone alte della classifica, diventando di fatto una pretendente autorevole alla lotta per l’Europa che conta. Punti di forza, come detto e senza dubbio, il panzer Miroslav Klose che ha dimostrato di essere un bomber di razza anche in Italia e il portiere Marchetti che è ritornato sui livelli che gli valsero il ruolo di vice-Buffon ai mondiali sudafricani.

    Lecce 5,5: dopo aver ottenuto con soddisfazione una splendida salvezza l’anno scorso, quest’anno con alla guida un tecnico giovane come Di Francesco, i salentini, imbottiti di giovani talenti, hanno provato a confermarsi su livelli ideali per la massima serie ma a dire il vero con pochi risultati, proprio questa scarsità di successi ha portato al cambio in panchina dell’ex giallorosso romanista a cui è subentrato l’esperto Serse Cosmi, che dovrà però trovare presto una soluzione al mal di gol dei lupi del salento. Da tenere d’occhio il talentuoso Muriel, che sembra aver trovato col tecnico perugino maggiore spazio per esprimere al meglio le proprie qualità.

    Milan 8: è la squadra da battere, i campioni d’Italia, che nello scorso campionato hanno rotto il dominio interista che durava da cinque anni, hanno centrato nella stagione passata l’obiettivo più importante e quest’anno dopo un inizio sottotono che era costato qualche critica a Max Allegri si sono subito rimessi in carreggiata raggiungendo la sorprendente Juventus in vetta al campionato, come tradizione vuole e come se il tempo non fosse trascorso in questo lustro di marca nerazzurra. Inutile dire che il giocatore più rappresentativo è il genio Zlatan Ibrahimovic, la sua sola presenza in squadra è sinonimo di vittoria certa nel campionato nazionale, 8 consecutivi gli scudetti conquistati dallo svedese tra olanda, italia e spagna. Ma da sottolineare è anche il grande momento del Boa, K.P. Boateng, il giocatore ghanese che si sta dimostrando sempre più indispensabile per gli schemi di mister Allegri. 

    Zlatan Ibrahimovic| © Claudio Villa/Getty Images

    Napoli 9: l’anno scorso è stato mirabolante, la terza piazza in campionato, la Champions conquistata con largo anticipo e dopo circa 30 anni di assenza dalla massima competizione europea, risultati accompagnati da un ottimo gioco, da un calcio fatto di velocità e tecnica, i tifosi napoletani non avrebbero potuto chiedere di meglio. Quest’anno il sorteggio non era stato magnanimo eppure gli scugnizzi guidati da Mazzarri sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi della Coppa dalle grandi orecchie, questo ha però condizionato in parte il cammino in campionato dove, i partenopei vittima del turn-over hanno lasciato troppi punti in partite nettamente alla loro portata. Facile scegliere i protagonisti di questa annata per il Napoli, stiamo parlando di Ezequiel Lavezzi, e del cannoniere del Vesuvio, Edinson Cavani, annata straordinaria quella dell’uruguayano che dopo aver raggiunto la qualificazione con il proprio club, in estate ha anche ottenuto un importante risultato con la propria nazionale, aggiudicandosi la Copa America.

    Novara 7: il voto sarebbe decisamente più alto se si guardasse solo alle stagioni passate, due qualificazioni consecutive, che sono valse il ritorno in serie A dopo 55 anni di assenza. L’organico rimasto tutto sommato lo stesso che ha ottenuto il passaggio nella massima serie dopo la vittoria ai play-off, ha dimostrato in alcune occasioni sprazzi di buona qualità e gioco, ma pare troppo inesperto per un difficile torneo come quello italiano, anche se qualche soddisfazione ai propri tifosi i biancoazzurri l’hanno regalata, come la netta vittoria in casa contro l’Inter di Gasperini. Il giocatore di maggior talento è senza dubbio lo scuola Juve, Rigoni, designato come erede di Del Piero ai tempi delle giovanili bianconere e poi caduto purtroppo in disgrazia a causa dei numerosi infortuni che ne hanno condizionato la carriera.

    Pagellone 2011 serie A: prima parte, seconda parte

  • Il pagellone di serie A. Inter da rivedere Juve dai due volti

    Il pagellone di serie A. Inter da rivedere Juve dai due volti

    Il pagellone 2011 di serie A, dopo aver analizzato la stagione di Atalanta, Bologna, Cagliari, Catania e Cesena continuiamo il nostro cammino verso il nuovo anno con la seconda parte della nostra analisi. Tra le squadre sotto esame, sempre positiva la stagione del Chievo, in netta risalita quella della Juventus. Negative Fiorentina e sopratutto l’Inter.

    Chievo 6,5: Che sia ormai una realtà affermata della massima serie del nostro campionato è cosa certa, lo scorso anno la squadra degli asinelli si è mantenuta su livelli standard ottenendo una salvezza tranquilla con due giornate d’anticipo e impreziosita da risultati di prestigio come le vittorie su Inter e Napoli. Quest’anno dopo il cambio in panchina con il ritorno di Mimmo Di Carlo gli asinelli gialloblu stanno mantenendo fede alla loro fama di squadra arcigna e difficile da battere soprattutto in casa. La punta di diamante è sicuramente Sergio Pellissier, bomber di razza e bandiera della squadra veronese con il suo record di reti e presenze nella massima serie.

    Fiorentina 4,5: male molto la squadra viola che dopo l’addio del suo condottiero Prandelli ha perso la propria identità. Lo scorso anno sotto la guida di Mihajlovic, anche a causa della lunga assenza per cause diverse di giocatori talentuosi come Jovetic e Mutu, i risultati sono stati di gran lunga sotto le aspettative, la Fiore ha infatti chiuso il campionato ad un modesto nono posto che l’ha tenuta per la prima volta dopo l’era Prandelli, calciopoli a parte, fuori dalle competizioni europee. Quest’anno le cose dovevano essere migliori e invece dopo un inizio stentato ed una campagna acquisti molto al di sotto delle aspettative, con la perdita di giocatori importanti come il rumeno, a farne le spese è stato proprio il tecnico ex-catania, sostituito in corsa da Delio Rossi che a tutt’oggi sta faticando a trovare la quadratura del cerchio. Unica nota positiva il reintegro a tempo pieno del giovane talento montenegrino Jovetic che con qualche prestazione di alto livello sta regalando scampoli di felicità al deluso popolo viola.

    Claudio Marchisio| © Valerio Pennicino/Getty Images

    Genoa 5,5: doveva essere l’anno del rilancio dopo il mezzo fallimento di quello precedente che ha portato i grifoni ad ottenere risultati nettamente al di sotto delle aspettative d’inizio stagione, anche grazie ad un mercato molto ricco di colpi di livello. E invece anche quest’anno la compagine rossoblu non ha dato prova di grande valore, la poca compattezza e il poco gioco hanno portato il vulcanico presidente Preziosi ad un cambio in panchina proprio alla vigilia di Natale. Il tecnico Malesani è, infatti, stato rimosso dal proprio incarico e la squadra affidata all’ex Parma Pasquale Marino, una scelta difficile quella del patron che fino all’ultimo ha meditato sulla necessità o meno di dare nuova linfa ad una squadra apparsa abulica e poco determinata. L’unica nota positiva è stata l’esplosione del talento Merkel, tedesco scuola Milan e la conferma su ottimi livelli del bomber Rodrigo Palacio, trascinatore nella prima parte del campionato in corso dei grifoni genoani.

    Inter 6: solo la sufficienza per la squadra post triplete che ha deluso molto i suoi tifosi, solo la vittoria della coppa Italia, con alla guida il tecnico Leonardo, fuggito in estate a Parigi alla corte del Psg, ha dato lustro ad una stagione post triplete molto traumatica. Proprio questa instabilità ha portato l’armata milanese a perdere tutte quelle sicurezze che l’avevano portata sul tetto del mondo e i problemi si sono verificati anche in questo traumatico inizio di stagione, fino a poco più di un mese e mezzo fa l’Inter si trovava in posizioni molto poco nobili per il proprio rango, dopo il cambio in panchina, con Ranieri subentrato a Gasperini, le cose sembrano essere migliorate, ma se i meneghini vorranno tornare ai vecchi fasti post-calciopoli dovranno offrire qualcosa di più di quello visto fin’ora. Tra le note liete della nuova Inter, c’è soltanto, il che è tutto dire, la freschezza atletica dell’eterno capitan Zanetti, unico ed ultimo baluardo di una squadra che al momento sembra alla ricerca di una sua precisa identità

    Juventus 6,5: mezzo punto in più per la squadra del neo condottiero Antonio Conte, solo perchè i bianconeri sono stati bravi a risollevarsi in così breve tempo dopo due annate drammatiche chiuse entrambe al settimo posto e racimolando figure che cozzavano con il blasone della squadra torinese. Se si guarda al primo semestre del 2011 infatti, il voto non potrebbe essere superiore al 4, con pochissime note positive e con tanta amarezza, mentre quest’anno i giocatori di Madama, guidati da un uomo di carattere e dalla forte juventinità, sono riusciti in breve tempo a conquistare la vetta della classifica mostrando gradevoli sprazzi di gioco. I punti forti di questa Juve, sono due, il primo: è il ritorno a livelli di eccellenza del portiere numero uno al mondo Gigi Buffon, mentre il secondo è la rinascita o meglio la consacrazione di un grosso talento come Marchisio, acclamato ormai come erede del grande Marco Tardelli.

  • Il pagellone di serie A. Super Atalanta, delude il Cesena

    Il pagellone di serie A. Super Atalanta, delude il Cesena

    Atalanta 7: La squadra allenata da Colantuono ha sorpreso tutti specie in questa seconda parte dell’anno. Dopo aver raggiunto la promozione con un avvicente campionato in serie cadetta e aver subito, in estate, una pesante penalizzazione a causa del coinvolgimento nelle indagini sul calcioscommesse, che di recente ha portato all’arresto del suo storico capitano Cristiano Doni, ha iniziato alla grande il campionato in corso raccogliendo ben 26 punti che senza i 6 di penalizzazione la collocherebbero in posizioni ben più nobili della classifica. Tra le note liete: la grande verve realizzativa del Tanque Denis e la sorpresa Moralez che insieme a Cigarini ha regalato grossa qualità al reparto centro-offensivo degli atalantini.

    German Denis | ©Getty Images
    Bologna 6: Il voto è la media fra l’ottima prestazione dell’anno scorso, che ha portato ad una salvezza tranquilla, con grosse soddisfazioni per l’undici guidato da Malesani, che avrebbe potuto anche puntare a qualcosa di più se nelle ultime 8 partite non avesse racimolato la miseria di 2 punti, in un anno decisamente complesso soprattutto a livello societario e la scarsa propensione alla vittoria registrata in questa prima parte dell’anno. Nonostante il rafforzamento della rosa con l’arrivo in squadra di giocatori di qualità come Alessandro Diamanti, i rossoblu non hanno dato grandi prove di gioco, perdendo punti importanti anche in casa, contrariamente all’anno scorso il Dall’Ara non è più fortino inespugnabile per le squadre avversarie anche per quelle meno blasonate. I punti di forza sono sempre il non ancora eccelso Gaston Ramirez, dal quale è obbligo aspettarsi molto di più, e dal capitano di lungo corso Marco Di Vaio meno prolifico rispetto agli altri anni ma pur sempre fondamentale.

    Cagliari 5: Per i sardi vale lo stesso discorso fatto per il Bologna, se si guarda allo scorso anno e alle prime uscite di questo il voto sarebbe di gran lunga più alto, ma nel corso delle giornate i risultati e sopratutto i gol sono venuti sempre meno. All’inizio della stagione poi ci si è messo anche il solito Cellino, che prima ancora dell’esordio in campionato ha esonerato Donadoni, affidando la squadra a Ficcadenti, che ha aperto la sua avventura in rossoblu con un’ottima doppia vittoria in trasferta a Roma, dove gli isolani non vincevano da 43 anni, e in casa contro il neo-promosso Novara. Ma alla lunga i problemi soprattutto in fase realizzativa sono venuti fuori e la mancanza di un vero bomber di razza si è fatta sentire, e come ci si aspettava anche l’ex tecnico del Cesena è stato sollevato dal proprio incarico, dal suo vulcanico presidente che ha affidato la squadra ad un cavallo di ritorno come Ballardini. Unica nota lieta di questo inizio di stagione è la riconferma, qualora ce ne fosse bisogno della compattezza del centrocampo cagliaritano che con in testa capitan Conti, seguito da Biondini e dal definitivamente esploso Nainggolan. Da tenere d’occhio il giovane Ibarbo che nella trasferta vittoriosa di Catania ha fatto vedere cosa è in grado di fare.

    Catania 6: splendida la stagione dello scorso anno specie sotto la guida del Cholo Simeone, quando gli etnei sono riusciti a chiudere l’anno in undicesima posizione battendo, con 46 punti, anche il loro precedente record in serie A fermo a 45. Quest’anno la squadra è stata affidata a Montella che tra alti e bassi sta regalando soddisfazione ai suoi nuovi tifosi, primo su tutti la strabiliante vittoria nel sentitissimo derby contro i cugini del Palermo. Tra le novità più liete o sarebbe meglio dire tra le riconferme ma quest’anno con prestazioni più continue rispetto allo scorso campionato, ci sono senza dubbio, il centrocampista Gomez mix di duttilità tattica unita ad un’ottima tecnica individuale e l’attaccante Bergessio, voluto fortemente da Simeone e riconfermato a differenza del tecnico argentino nella rosa etnea.

    Cesena 4: l’anno scorso una salvezza sudata ma meritata, quest’anno per evitare patemi d’animo il presidente Campedelli aveva deciso d’investire su giocatori di qualità, acquistando gente del calibro di Mutu e confermando anche Parolo. Questo però non è servito, tanto è vero che la squadra romagnola si ritrova ad oggi in una posizione di classifica che ai blocchi di partenza non era preventivabile. Solo il cambio in corsa alla guida tecnica sembra aver invertito un minimo la rotta, il 30 ottobre di quest’anno, infatti, al tecnico Giampaolo è succeduto il cesenate doc Daniele Arrigoni. Le stelle sono ovviamente Mutu e Parolo, il primo fuggito dalle pressioni di Firenze in una piazza sicuramente più rilassante e dove poter chiudere degnamente una carriera forse troppo sopra le righe; mentre il secondo ha rinunciato alle sirene provenienti da club più blasonati e militanti nella nostra serie A. Ma il vero guru della squadra è il portiere Antonioli, di anni 42, ex campione d’Italia con la maglia della Roma e ancora tanta voglia di mettersi in gioco nonostante l’età avanzata.

  • Lazio Udinese un pari da spettacolo

    Lazio Udinese un pari da spettacolo

    Doveva essere spettacolo e così è stato, Lazio Udinese si sono affrontate a viso aperto senza risparmiarsi nulla ribattendo colpo su colpo ogni tentativo di attacco da parte dei due reparti avanzati. Un pareggio ricco di gol e di belle giocate, figlio del gioco espresso da due team che vivono uno straordinario periodo di forma. Un pareggio che però ha avvantaggiato solo la capolista Juventus, che beneficiando del mezzo passo falso dei friulani si gode la vetta solitaria della classifica almeno fino a mercoledì sera, data in cui i bianconeri piemontesi affronteranno i friulani, in un match tutto da gustare.
    Guidolin rinuncia a Di Natale e Armero, mentre Reja come già annunciato rinuncia al profeta Hernanes per rimpolpare il centrocampo con Cavanda, che poi verrà sostituito per la poca lucidità mostrata in entrambe le fasi di gioco.

    Ma veniamo alla partita, di certo l’inizio non è dei più entusiasmanti, le squadre vivono momenti di studio e lo spettacolo ne risente ma al 27′ ci pensa Pasquale a servire un assist al bacio a Floro Flores, che in tuffo di testa batte l’incolpevole Bizarri, sostituto dell’infortunato Marchetti. La Lazio è colpita e al 35° rischia anche di capitolare quando su una splendida azione di Torje sulla destra, sempre da lì, Isla si fa trovare pronto per battere a rete ma trova sulla sua strada una decisiva deviazione in angolo di un difensore biancoceleste. Le azioni nel proseguo della frazione di gioco si sviluppano tutte nella metà campo dove le due squadre si affrontano numericamente ad armi pari, creando così una fase di stallo, che si sblocca al 43° quando Lulic, ottima la sua gara, trova lo spazio giusto, anche per colpa della scarsa reattività dei difensori bianconeri, e punisce Handanovic con un tiro da fuori. Si va al riposo sul pareggio.

    Francesco Guidolin-Edy Reja| © gettyimages

    Si rientra in campo e dopo pochi minuti ci pensa il cecchino tedesco Klose, a ribaltare le sorti della partita, sfruttando una spizzata intelligente di capitan Rocchi, colpisce come un falco la distratta difesa friulana e porta in vantaggio i biancocelesti. Pochi minuti dopo il panzer avrebbe la possibilità di chiudere il match su un perfetto assist di Hernanes subentrato poco prima, ma Handanovic è bravo in uscita a chiudere lo spiraglio giusto. E allora, forse, che Guidolin capisce che è l’ora d’inserire l’artiglieria pesante e fa entrare bomber Di Natale, che ci mette pochi minuti ad ambientarsi a prendere le misure e mandare Pinzi davanti al portiere, con un tocco delizioso, il centrocampista ex della gara da lì non può fallire e fissa il risultato sul 2-2.
    Dopo aver riequilibrato il punteggio, la partita vive un altro momento di stasi dove le due squadre hanno forse paura di perdere, ma dura giusto il tempo di riprendere fiato dal tourbillon di emozioni, anche se nei minuti restanti non succede granchè, almeno fino a 20″ dalla fine, quando i padroni di casa della Lazio vanno vicinissimi al gol con Kozak che in scivolata non riesce ad insaccare a porta vuota. Pari sostanzialmente giusto che come detto rende felici soprattutto gli spettatori juventini.

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  • Pagelle Lazio-Udinese. Solito Klose, ottimo Pinzi

    Pagelle Lazio-Udinese. Solito Klose, ottimo Pinzi

    Diakitè 6,5: l’anno scorso ha vissuto ai margini della squadra, quest’anno Reja, gli ha ritagliato uno spazio importante e il ragazzo non sta deludendo la fiducia del proprio tecnico, anche stasera una partita tutta all’insegna dell’ordine e dell’intelligenza tattica, non disdegnando qualche cavalcata in avanti nel miglior Lucio’s style.

    Cavanda 4,5: schierato per contenere le sortite di Armero, si ritrova davanti Pasquale ma la sostanza non cambia, si perde in errori banali e concede praterie e spazi interminabili alle folate dell’esterno friulano. Viene giustamente sostituito alla fine del primo tempo.

    Ledesma 6: è l’uomo d’ordine del centrocampo biancoceleste, da lui partono quasi tutte le azioni degli aquilotti romani, ma nella sostanza la sua è una partita normale, può fare di meglio. senza infamia e senza lode.

    Lulic 6,5: arrivato quest’estate in una piazza non facile, ha faticato un po’ ma adesso si è affermato come titolare inamovibile negli schemi tattici dei laziali, sigla la rete del pareggio, la sua terza personale, ma regala anche tanta qualità a centrocampo.

     Klose 6,5: gli elogi sul giocatore ormai si sprecano, e dire che questa non è neanche la sua partita migliore, ma se proprio in quest’occasione sigla la rete del momentaneo vantaggio capitolino e sbaglia, non da lui, un’altra facile palla sparando addosso ad Handanovici in uscita, vuol dire che la Lazio ha in casa un fenomeno da tenere bene in caldo aspettando tempi migliori per il Leone in gabbia, Cissè.

    Lazio (3-5-2): Bizzarri 6; Diakitè 5,5, Dias 6, Radu 6; Cavanda 4,5 (1′ st Scaloni 6), Gonzalez 5,5, Ledesma 6, Lulic 6,5, Sculli 6,5 (37′ st Kozak sv); Rocchi 5,5 (19′ st Hernanes 6,5), Klose 6,5.
    A disp.: Carrizo, Stankevicius, Cana, Cissè.

     

    Antonio Di Natale| © ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    Benatia 5: è troppo teso e nervoso, forse soffre il peso della diffida e puntualmente si becca il cartellino che gli farà saltare la gara con la capolista Juventus, rischia in qualche altra occasione anche il doppio giallo, ha vissuto sicuramente serate migliori.

    Pinzi 7: mette la classica firma dell’ex sulla partita, siglando da posizione ghiotta il punto del pari, sfruttando uno splendido assist del suo capitano Di Natale, tanta quantità e qualità in mezzo al campo per contrastare le avanzate dei dirimpettai biancocelesti.

    Pasquale 6,5: chiamato ad un compito non facile, quello di sostituire Armero, l’ex terzino interista prima serve l’assist del vantaggio a Floro Flores, con un preciso cross e poi macina km su tutta la fascia per 90 minuti, facendosi trovare sempre pronto e attento.

    Floro Flores 6,5: segna il gol del vantaggio e per tutta la partita si districa egregiamente fra le maglie della difesa avversaria.

    Di Natale 7:  entra e ci mette pochi minuti a rendersi subito protagonista, preservato inizialmente dal proprio tecnico in vista del match al vertice con la Juve, quando è stato chiamato in causa in un momento di necessità ha fatto vedere tutto ciò di cui è capace, mandando in porta con una semplicità estrema il compagno Pinzi.

    Udinese (3-5-2): Handanovic 6; Benatia 5, Danilo 6, Ferronetti 5,5; Basta 6 (21′ st Abdi 6), Isla 6, Pinzi 7, Asamoah 5,5, Pasquale 6,5; Floro Flores 6,5 (45′ st Domizzi sv), Torje 5,5 (21′ st Di Natale 7).
    A disp.:Padelli, Ekstrand, Armero, Fabbrini.

  • Lazio Udinese, Reja senza Marchetti

    Lazio Udinese, Reja senza Marchetti

    Gara di spessore stasera all’Olimpico dove si affronteranno, per una sfida al vertice, due squadre che stanno vivendo uno splendido periodo di forma, Lazio Udinese. Una sfida dal sapore di rivalsa per gli uomini di Reja che vorranno battere i friulani per vendicare la sconfitta che l’anno scorso costò il quarto posto in classifica e la successiva qualificazione alla Champions League. Il tecnico biancoceleste affronterà la squadra di Guidolin, dovendo fare a meno di un tassello importante come Federico Marchetti, il portiere, infatti, non ha ancora recuperato dal suo infortunio e quindi sarà sostituito tra i pali dall’ex catanese Bizarri. In difesa unico dubbio sul modulo da utilizzare, per il friulano, che per far fronte al forfait dell’ultima ora di Konko, potrebbe passare alla linea a 3, rimpolpando il centrocampo con l’inserimento di Sculli e di Cavanda sugli esterni, sacrificando inoltre il profeta Hernanes. Schierando Rocchi al fianco di Klose, ancora panchina per il leone Cissè, mentre sulla mediana a completare il reparto saranno Gonzalez e Lulic a protezione di capitan Ledesma. In difesa rientra Dias, con Diakitè e Radu a contrastare gli avanti bianconeri.

    LAZIO (3-5-2): 1 Bizzarri; 21 Diakitè, 3 Dias, 26 Radu; 39 Cavanda, 15 Gonzalez, 24 Ledesma, 19 Lulic, 7 Sculli; 25 Klose, 9 Rocchi. A disp.: 84 Carrizo, 20 biava, 33 Stankevicius, 27 Cana, 11 Matuzalem, 8 Hernanes, 99 Cisse.

    Eddy Reja e Francesco Guidolin| © gettyimages

    In casa Udinese tutti a disposizione per Guidolin, tranne l’infortunato Badu, uscito per sospetta frattura durante la partita di Europa League. In difesa confermato Danilo, che avrà al suo fianco Domizzi e il diffidato Benatia, a rischio squalifica per la gara contro la Juventus, proprio questo potrebbe indurre il tecnico a concedergli un turno di riposo, al suo posto pronto a subentrare Ferronetti. In mediana tutti confermati con Basta e Armero sugli esterni e Pinzi, Isla e Asamoah a completare il reparto. In attacco spazio a Floro Flores, compagno di reparto del bomber Di Natale.

    UDINESE (3-5-1-1): 1 Handanovic; 11 Domizzi, 5 Danilo,17 Benatia ; 8 Basta, 3 Isla, 66 Pinzi, 20 Asamoah, 27 Armero; 83 Floro Flores; 10 Di Natale. A disp.: (21 Padelli, 32 Ferronetti, 26 Pasquale, 30 Doubai, 23 Abdi, 31 Fabbrini, 25 Torje

     

  • Batosta Mou, Real Madrid Barcellona 1-3

    Batosta Mou, Real Madrid Barcellona 1-3

    Doveva essere la serata del nuovo corso madridista e invece, così non è stato, al Bernabeu Real Madrid Barcellona a farla da padrone sono stati gli imbattibili del Pep, che hanno subito la sfuriata dei padroni di casa e poi hanno disintegrato tutte le loro sicurezze con una prestazione, per una volta da normali calciatori, prestazione che è però valsa la vittoria e l’aggancio, momentaneo, in classifica.

    Pensare che la partita all’inizio s’era incanalata nel verso migliore per i blancos, dopo appena 22″ , infatti, erano passati in vantaggio con Karim Benzema, bravo a sfruttare una pasticcio in fase di ripartenza da parte della difesa dei blaugrana. Capita poi sui piedi di Cristiano Ronaldo il colpo del K.O., ma l’asso portoghese non è in serata e si divora una facile palla gol. Da quel momento in poi, però, c’è solo il Barça in campo, che riesce a riacciuffare il pari alla mezz’ora con Alexis Sanchez, bravo a sfruttare una palla in profondità fornitagli da Messi e permettendo così ai suoi di chiudere in parità la prima frazione, giocata su buoni ritmi da ambo le parti con il solito possesso palla catalano, anche se rivelatosi poco produttivo, soprattutto grazie al pressing estenuate degli uomini di Mou.

    Cristiano Ronaldo deludente Real Madrid Barcellona| © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    Alla ripresa, il Madrid torna in campo ancora voglioso di dimostrare che quest’anno sarà dura far bagordi al Bernabeu, ma Barça sornione e attendista, non si lascia intimorire dalla tenacia degli avversari e proprio quando meno se lo aspettano li punisce, portandosi in vantaggio con un gol rocambolesco di Xavi, bravo a concludere dalla distanza e fortunato nel trovare la sciagurata deviazione vincente di Marcelo che mette fuori causa l’incolpevole Casillas. Il destino beffardo offre però ai merengues ancora un’opportunità per risollevare le sorti della partita e capita proprio sulla testa del suo uomo migliore, che sfortunatamente ha scelto la sera sbagliata per rimanere a secco, CR7, infatti, ben servito da Xabi Alonso, si divora il punto del pari a pochi passi da Valdes e rimane inerme a guardare la sua squadra subire i devastanti effetti della più classica delle regole non scritte del calcio: “gol sbagliato, gol subito”. Sull’azione successiva, infatti, Dani Alves piazza sulla testa di Fabregas un pallone al bacio, che l’ex Arsenal non fallisce, mettendo in cassaforte il risultato e riaprendo di fatto la Liga. Per gli uomini di Mou è una mazzata, da lì in avanti, l’undici del Mago di Setubal subirà inerme l’accademico tiki taka dei blaugrana senza riuscire a creare nessun pericolo e anzi rischiando di essere punita con la quarta rete in più di un’occasione.

    Quel che viene fuori da questo match entusiasmante è che il “buon” Josè avrà ancora molto da fare e da lavorare, per raggiungere i risultati di eccellenza dimostrati altrove, magari in Inghilterra o in Italia è stato facile, ma finchè in Spagna ci sarà il Barça, ci spiace caro Mou da lì non si passa.

  • Verso El Clasico. Real-Barça una sfida infinita

    Verso El Clasico. Real-Barça una sfida infinita

    Ci siamo, alla fine il giorno tanto atteso è arrivato, è Ronaldo contro Messi, è Mourinho contro Guardiola, es “El Clasico”, la madre di tutte le partite in Spagna e non solo. Stasera alle 22 tutta la penisola iberica si fermerà per 90′ che si annunciano spettacolari e che per la prima volta dall’approdo dello Special One nella Liga, vede la squadra di Madrid favorita nei pronostici sugli storici rivali del Barça.

    Casa Real. Alla Ciudad Real Madrid tutto tace e la tensione è molto alta, la sfida è sentita anche e soprattutto perchè una vittoria porterebbe i blancos a più 6 sui rivali e con in più la possibilità di sfruttare la partita in meno che potrebbe potenzialmente portare la squadra della capitale a più 9, mettendo così una seria ipoteca sulla vittoria finale. Il tecnico di Setubal non ha lasciato niente al caso e come nelle migliori tradizioni a cui ha ormai abituato anche la stampa spagnola, non si è presentato in sala stampa facendosi sostituire dal suo vice  Aitan Karanka, che si è lasciato sfuggire solo alcune indicazioni sulla probabile formazione che scenderà in campo, di certo non mancherà Cristiano Ronaldo che affiancherà insieme a Di Maria, uno fra Benzema e Higuain, nel tridente d’attacco. A centrocampo le cose dovrebbero essere più complicate saranno, infatti, in cinque a lottare per tre posti, con magari una predisposizione per giocatori di copertura piuttosto che di fantasia, quindi più un Diarra-Khedira che un Ozil-Kaka. In difesa l’unico dubbio potrebbe essere l’utilizzo o meno di Fabio Coentrao in ballottaggio con Marcelo.

    Real Madrid (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Pepe, Ramos, Marcelo; Khedira, X. Alonso, Lass; Di Maria, Benzema, C. Ronaldo. A disp.: Adan, Coentrao, Albiol, Callejon, Kakà, Ozil, Higuain.

    Jose Mourinho & Josep Guardiola| © JOSEP LAGO/AFP/Getty Images

    Casa Barça. Se Mou si nasconde, il giovane Pep esce dallo stanzino all’interno del Camp Nou, nel quale si vocifera si sia barricato per ben due giorni a visionare video e studiare ogni possibile contromossa per sbancare il Santiago Bernabeu, e si presenta in sala stampa, celando sempre le ultime sulla formazione che scenderà in campo, ma esortando la sua squadra alla gara perfetta per riuscire nell’impresa. Il dubbio principale è se schierarsi con una difesa a tre o a quattro, la prima garantirebbe una maggiore consistenza a centrocampo, ma lascerebbe la retroguardia troppa esposta alle folate di CR7 &co., mentre un assetto più coperto con Dani Alves e Abidal sugli esterni e Piqué e Puyol coppia centrale. A centrocampo e in attacco sicuri del posto solo Xavi, Iniesta e ovviamente Messi, tanti i dubbi da sciogliere, come l’impiego di Fabregas in mediana o più in avanti, o l’utilizzo di Busquets davanti alla difesa e chi saranno i compagni di reparto della Pulce.

    Barcellona (4-3-3): Valdes; Dani Alves, Piqué, Puyol, Abidal; Xavi, Busquets, Iniesta; Messi, Fabregas, Villa. A disp.: Pinto, Adriano, Mascherano, Keita, Thiago Alcantara, Pedro, Sanchez.

    E’ una guerra psicologica dove scoprire le carte potrebbe risultare fatale, di certo si sa che sarà una partita fantastica che avrà in campo 22 campioni in grado di poter modificare l’andamento della partita in qualsiasi momento. Non resta altro che attendere e godersi lo spettacolo.