Autore: PeppeG

  • Napoli – Lazio, probabili formazioni

    Napoli – Lazio, probabili formazioni

    Napoli-Lazio
    Ultimo anticipo del 31° turno di campionato quello fra Napoli e Lazio, che con la convincente vittoria del Milan nel derby, che ha probabilmente chiuso il discorso scudetto, obbliga gli uomini di Mazzarri a regalare una speranza ai propri tifosi e anche alle proprie ambizioni, visto che con un successo sui biancoazzurri capitolini si porterebbero al secondo posto sempre a 3 punti dalla capolista. Tre i nodi da sciogliere per il tecnico livornese, relativi alla formazione da contrapporre agli uomini dell’ex Reja: due relativi al terzetto di difesa ed uno alla mediana. Davanti a De Sanctis, infatti, il solo capitan Cannavaro è certo di scendere in campo, gli altri due posti sono rispettivamente contesi fra Aronica e Ruiz, autore di un’ottima prova nell’ultima gara contro il Cagliari, e Santacroce ed il rientrante Campagnaro. A centrocampo invece il ballottaggio è fra Yebda e Gargano, con il primo favorito sul secondo. Napoli (3-4-1-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Ruiz; Maggio, Pazienza, Yebda, Dossena; Hamsik, Lavezzi; Cavani. In panchina: Iezzo, Santacroce, Aronica, Gargano, Sosa, Mascara, Lucarelli. All. Mazzarri In casa Lazio, invece, il tecnico friulano, che sarà accolto da applausi per il suo trascorso con la squadra campana, dovrà fare a meno degli squalificati Ledesma, Matuzalem e Radu, quest’ultimo colpito da un grave lutto familiare. Proprio a causa di queste assenze Reja, pare essere orientato ad utilizzare un abbottonato 4-1-4-1, con Brocchi ad agire davanti alla difesa ed un inedito duo di centrocampo formato da Hernanes e Mauri, con Sculli e Gonzalez ad agire sugli esterni e il solo Zarate di punta. Mentre l’unico nodo da sciogliere è chi sarà l’uomo che sostituirà Radu, con Garrido in vantaggio su Scaloni. Lazio (4-1-4-1): Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Garrido; Brocchi; Gonzalez, Hernanes, Mauri, Sculli; Zarate. In panchina: Berni, Scaloni, Stendardo, Bresciano, Foggia, Floccari, Kozak. All. Reja

  • Napoli – Lazio, per la gloria e per l’Europa

    Napoli – Lazio, per la gloria e per l’Europa

    Napoli-Lazio
    Il 31° turno di serie A sarà una di quelle giornate dai molteplici risvolti e con degli scontri diretti che rappresentano il crocevia della stagione per molte squadre “nobili” della nostra serie A. Oltre all’attesissimo Derby della Madonnina, che probabilmente deciderà le sorti del nostro campionato e alla sfida tra Roma e Juventus, che si giocheranno una fetta importante delle loro ambizioni europee, a tenere gli appassionati incollati ai teleschermi sarà anche Napoli – Lazio. La sfida fra i partenopei e l’undici di Reja (ex allenatore del Napoli) rappresenta un match decisivo per entrambe le formazioni, se da una parte gli uomini di Mazzarri sono costretti a vincere per mantenere vive le speranze scudetto, sfruttando anche lo scontro diretto fra le prime due della classe, dall’altro gli aquilotti devono fare altrettanto per non perdere terreno nei confronti dell’Udinese per la lotta al quarto posto che consentirebbe di accedere ai preliminari di Champions. Per la sfida di domenica pomeriggio si prospetta un San Paolo tutto esaurito in ogni ordine di posto, il pubblico napoletano sente profumo di scudetto che manca dai tempi di “Sua Maestà” Maradona e ovviamente supporterà la propria squadra con tutto il calore e la passione che sono propri della loro tradizione. In settimana il vulcanico presidente De Laurentiis ha deciso di votarsi anche ad un aiuto dall’alto, nominando presidente onorario del Napoli il Cardinale Crescenzio Sepe, che pare avere le idee molto chiare sull’imminente futuro degli azzurri: “Il Napoli può vincere lo scudetto. Il derby di sabato si chiuderà in pareggio” e se lo dice lui viene da credergli. In casa Lazio d’altro canto non si ha nessuna intenzione di rovinare quanto di buono fatto fino adesso e riuscire a scardinare una delle migliori difese casalinghe del campionato e contenere il fantastico trio d’attacco degli azzurri che nella sosta per le nazionali ha dato spettacolo soprattutto con Lavezzi, straordinario in coppia con Messi, e “il guerriero di Dio” (cit. De Laurentiis) Cavani autore della doppietta che ha permesso al suo Uruguay di superare per 3-2 l’Irlanda del nostro caro Trap. Il tecnico  Eddy Reja al momento non sembra avere dubbi sulla formazione da schierare in campo, con l’unico assenza di Diakité, le uniche novità dovrebbero essere l’assenza di Mauri, autore di un’ottima prova venerdì con la nazionale e la presenza di Kozak al fianco di Maurito Zarate; L’undici titolare dovrebbe quindi essere questo: Lazio (4-3-1-2): Muslera; Scaloni, Biava, Dias, Garrido; Brocchi, Matuzalem, Sculli; Hernanes; Zarate, Kozak. Mazzarri, invece, recuperato in difesa dopo la squalifica Campagnaro e confermato l’ottimo Ruiz, dovrebbe schierare in mezzo al campo Gargano al posto di Yebda, per il resto formazione tipo per il tecnico livornese: Napoli (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Ruiz; Maggio, Pazienza, Gargano, Zuniga; Hamsik, Lavezzi; Cavani. Grosse motivazioni, pubblico caloroso e voglia di far bene, gli ingredienti per un grande match ci sono tutti, non rimane che aspettare domenica pomeriggio e gustarsi lo spettacolo.

  • Capello vs Mourinho, è scontro. Don Fabio: “Manca di rispetto”

    Capello vs Mourinho, è scontro. Don Fabio: “Manca di rispetto”

    Mourinho-Capello
    Due caratteri forti, due vincenti e da ieri anche due “nemici”. A disotterrare l’ascia di guerra il solito Mourinho che dopo aver scosso i media spagnoli da quando è arrivato sulla panchina del Real Madrid, continua a far parlare di sè anche oltre i confini della penisola Iberica. Stavolta l’attacco, se così si vuol definire, è diretto all’attuale Ct della nazionale Inglese Fabio Capello, in un’intervista rilasciata all’Equipe, infatti, il “mago di Setubal” ha rivelato di essere stato ad un passo dalla panchina dei “Three Lions” nel 2007, dopo la cacciata di Steve McClaren, da parte del Football Association. Parole che ovviamente non sono piaciute alla Federazione Inglese, che si è subito affrettata a divulgare un comunicato ufficiale in cui definisce Capello la prima scelta all’epoca dei fatti. Dal canto suo Don Fabio c’ha tenuto a precisare che il problema non lo riguarda direttamente, ma chi lo ha scelto. Ma alle insistite domande dei giornalisti ha poi chiosato: “Io non parlo mai di rapporti con altri club, giusto per non mancare di rispetto agli allenatori che sono lì. Con questo ho detto tutto”. La diatriba sembrava essersi conclusasi qui ed invece così non è stato, perchè alla smentita della Federazione è arrivata un altro comunicato da parte del portavoce di Mourinho che da StarSport hanno fatto sapere che: “Il comunicato della FA non dice il vero, perché a Mourinho venne offerto il posto prima di Capello. Ci fu un incontro fra la FA, José e il suo agente, Jorge Mendes, a Londra e ci furono un sacco di colloqui fra quest’ultimo e la federazione. José fece pervenire alla FA un dossier sui cambiamenti che intendeva fare alla nazionale e presentò anche un progetto per la Coppa del Mondo. Quando arrivò l’offerta, lui era in Portogallo”. Si sa poi che Mou decise di non accettare perchè l’idea di allenare una squadra una volta al mese, per poi passare molto tempo dietro una scrivania non lo allettava, voleva avere una sfida più allettante e che lo motivasse. Chi abbia ragione questo non lo sappiamo, di certo però possiamo aggiungere un altro nome alla lista di anti-mourinhiani, che ad onor del vero è già ben nutrita di eccellenze del mondo pallonaro.

  • Adriano nuovo Imperatore del Corinthians

    Adriano nuovo Imperatore del Corinthians

    “I tifosi possono stare tranquilli. Posso garantire che darò il massimo, farò il possibile per non arrivare in ritardo agli allenamenti… Ho preso un impegno con me stesso. Sono – le parole dell’Imperatore a ‘Globo Tv’ – una persona adulta e firmerò un contratto. Non ci saranno ritardi né assenze ingiustificate, so di aver fatto la scelta più giusta, e di poter tornare ad essere un giocatore importante. Non mi importa delle malignità che raccontano sul mio conto, vuol dire che la mia rivincita avrà un sapore ancora più dolce”.

    La nuova avventura di Adriano Leite Ribeiro al Corinthians è ufficiale, l’attaccante brasiliano ex di Inter e Roma, per l’ennesima volta ricomincia e prova a rimettersi in gioco nel suo paese natale.

    L’Imperatore che è già al terzo rientro nel suo Brasile, era arrivato nella capitale con tutte le intenzioni di tornare ad essere quel giocatore straordinario che i tifosi interisti avevano tanto apprezzato fin dal suo esordio al Bernabeu nell’estate del 2001. Eppure complice una serie d’infortuni ed il suo ritardo di preparazione, non è mai riuscito ad entrare nelle grazie dell’ex tecnico dei giallorossi Ranieri. A gennaio durante il derby con la Lazio è vittima di un infortunio alla spalla che lo terrà lontano dai campi da gioco per un mese, decide di tornare in Brasile per curarsi, ma le cronache fanno registrare ancora una sua bravata, a febbraio, infatti, gli viene ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. Dopo una serie di smentite sia da parte della Roma che da parte dell’entourage del giocatore, l’8 marzo è arrivata la notizia ufficiale della risoluzione contrattuale con il club giallorosso e che verosimilmente comporterà la fine della sua carriera in terra europea, come tra l’altro ha confermato, lo stesso attaccante.

    La mia carriera in Europa si è conclusa. Non lascerò più il Brasile, ho passato fuori 10 anni, e prima di accordarmi – afferma – con il Corinthians ho ricevuto alcune proposte dall’Inghilterra, ma non ci ho pensato nemmeno un secondo, per l’amor di Dio, basta con l’Europa. Il mio posto è qui, e non me ne voglio più andare. Voglio giocare i Mondiali del 2014. So di poter ancora dare tanto alla Seleçao, e di potermi meritare nuovamente la convocazione”.

    Adesso Adriano ricomincia dall’ex squadra del Fenomeno, Ronaldo. L’annuncio è arrivato proprio tramite il sito ufficiale del club brasiliano, l’ex romanista indosserà la maglia numero 22 e verrà presentato domani nella reggia imperiale del Parque Independencia.

    Alla fine dell’intervista l’Imperatore ha poi voluto tornare a parlare dei suoi problemi con la depressione di cui in passato ha dichiarato apertamente di soffrire: “Credo che il fatto di non essere riuscito a trovare una donna capace di starmi accanto e ascoltarmi sia stata la principale causa dei miei problemi, sono una persona introversa, e ho bisogno di qualcuno che mi ascolti e mi aiuti a sfogarmi. Spero di incontrare presto la donna giusta da sposare”.

    Chissà che questa non sia la volta buona e sotto la protezione di mamma Rosilda, riesca ad incontrare quella tanto desiderata anima gemella e tornare ad essere un giocatore di calcio.

  • Melo: “Non sono un bidone”. La Juve pensa allo scambio con Huntelaar

    Melo: “Non sono un bidone”. La Juve pensa allo scambio con Huntelaar

    Felipe Melo
    “Ci sono grandi club interessati a me? Vuol dire che non sono un bidone”. E’ un Felipe Melo che parla a ruota libera quello intervistato ieri allo Juventus Store di Torino. “Questa è forse la mia migliore stagione da quando sono in Italia, le voci di mercato che mi riguardano fanno piacere. Qui a Torino sto benissimo, non ci sono problemi e ho ancora 2 anni di contratto. Ma se la Juve ha intenzione di vendermi vado via. Non mi sento sotto osservazione in queste ultime 8 partite di campionato: domani torno ad allenarmi con i compagni e sarò in campo contro la Roma”. In effetti quest’anno Felipe Melo ha dimostrato almeno in parte il proprio valore ed è riuscito a convincere quella frangia di tifosi che l’anno scorso aveva iniziato una vera e propria guerra con il centrocampista brasiliano. “Ora mi sento bene e già domani rientrerò in gruppo – ha assicurato Melo  – Finalmente siamo tornati alla vittoria ed è stato importante, perché solo così possiamo uscire dalle difficoltà e arrivare il più in alto possibile”. L’anno scorso a Roma fu lui a mettere il sigillo sulla vittoria:  “Quello era un bel momento, anche perché segnai alla mia prima partita con la Juve. Ora viviamo un periodo più duro però e dobbiamo uscirne. Se ce la farò a recuperare per quella partita? Devo farcela”. Infine, riguardo alle voci di mercato che vorrebbero diversi top team europei interessati a lui, Felipe scaccia ogni dubbio:  “Mi fa piacere che ci siano grandi squadre interessate a me. Vuol dire che evidentemente non sono un “bidone”. Però in una grande squadra ci sono già e voglio rimanerci”. Un’importante dichiarazione d’amore nei confronti della maglia bianconera da parte dell’ex viola, che ha poi aggiunto riferendosi a Quagliarella: “Mi è spiaciuto molto per il suo infortunio, anche perché era in grande forma e con lui in squadra avremmo avuto 15 punti in più. Il suo rientro ci darà una grossa mano”. Conti alla mano quindi, secondo Melo, con il bomber napoletano in campo sarebbe stata una Juve da scudetto. Nonostante le sue parole, però, sulle pagine dei maggiori quotidiani sportivi si è spesso letto di un possibile scambio del centrocampista con l’attaccante dello Shalke 04 Huntelaar. Il calciatore “orange” piace ai bianconeri, già in estate la Juventus ha cercato invano di portarlo a Torino. “Il Cacciatore” è già stato in Italia anche se la sua esperienza al Milan non è stata certamente positiva. Nonostante tutto il giocatore ha sempre dichiarato di voler ritornare nel Belpaese per dimostrare le proprie qualità realizzative tra l’altro mostrate in parte a Milanello. Possibile uno scambio tra i due club. Anche se le voci che si rincorrono sul possibile addio di Felipe Melo, lo vedono perlopiù indirizzato verso il campionato spagnolo, Siviglia e Real Madrid su tutti. Di certo è ancora presto per parlare di mercato, ma ciò che pare evidente è che il nome di Felipe Melo sarà, sicuramente, uno di quelli più caldi durante l’estate.

  • Bologna: torna Cazzola e l’entusiasmo

    Bologna: torna Cazzola e l’entusiasmo

    Alfredo Cazzola
    Dopo essere stato presidente della Virtus Pallacanestro Bologna, per poi divenire azionista di maggioranza e presidente della società calcistica Bologna Football Club cedendo nel 2008 tutte le azioni a Renzo Menarini, Alfredo Cazzola torna a far parte del club rossoblu di calcio. Sono stati già identificati i termini per l’ingresso in società che sono stati presentati ai soci nella Cda in programma per oggi. L’ex patron rossoblu ha dato la sua disponibilità a tornare con una quota attorno al 25-30%. Il suo ruolo sarà quello di azionista e amministratore delegato. Era stato lui uno degli artefici del salvataggio del Bologna nello scorso inverno, affidando alle cure di Gianni Consorte la famiglia Menarini e il futuro dei rossoblù. Dopo un corteggiamento durato due mesi, e cominciato dopo l’addio stizzito di Massimo Zanetti, il numero uno di Intermedia firma un altro capolavoro. L’arrivo di Cazzola garantisce al Bologna un futuro con basi finanziarie e sportive solide, ma pure quella pianificazione — a qualsiasi livello — imprescindibile per una squadra di serie A. “Sono entrato adesso e non quando mi era stato chiesto perchè il quadro si è fatto più chiaro. Mi è stata fatta una richiesta da molti soci e mi sono sentito pronto”, ha detto. Questo sarà verosimilmente l’ultimo scossone alla proprietà rossoblù. I soci, che hanno accolto l’ex presidente a braccia aperte, firmeranno un patto di sindacato per blindare le quote e di fatto proibire scalate ostili di figure interne ed esterne. Una sorta di garanzia chiesta da coloro i quali che non vogliono correre il rischio di essere tagliati fuori dalla gestione della società. L’ex patron, pronto a versare nel club 5 milioni di euro, l’iniezione di denaro gli assicura circa il 30 per cento delle azioni rossoblù. Scavalcherà così Massimo Zanetti e si prenderà la maggioranza relativa del club di Casteldebole. Stavolta però non si tratta di un ingresso ostile, ma concordato con gli altri componenti della nutrita tribù degli azionisti. L’ufficialità  arriverà il 7 aprile e l’aumento di capitale complessivo sarà di 6. Il Bologna avrà quindi 20 milioni di euro di capitale sociale (l’altro milione lo portano le associazioni). Cazzola dovrà subito gestire la partita dei rinnovi – già avviatissima per quanto riguarda Longo, Malesani e Di Vaio – più le altre questioni contrattuali (Britos, Viviano e Della Rocca su tutti) e il nodo sempre caldo dello stadio. Dei programmi futuri Cazzola preferisce non parlare «perché ho grande rispetto dei soci e ci sono procedure da seguire, di certo la squadra che vince non si cambia e io non voglio essere un elemento di disturbo, ma piuttosto rafforzare quanto di buono è stato fatto». Un ritorno al passato quindi per la società felsinea, Cazzola era stato, infatti, presidente dei rossoblu dal 2005-2008. La squadra, che sta vivendo un’esaltante stagione nonostante i 3 punti di penalizzazione, avrà finalmente una società solida alla spalle, che magari non le permetterà di ambire a traguardi come lo scudetto, ma che possa fornirle la tranquillità necessaria per garantirsi una salvezza senza patemi e magari, con qualche innesto di qualità, provare a raggiungere un posto in Europa League.  

  • Abidal torna a casa, tra un mese in campo

    Abidal torna a casa, tra un mese in campo

    Eric Abidal
    Eric Abidal è tornato a casa. Ad una settimana dall’intervento cui si era sottoposto per l’asportazione del tumore al fegato che gli era stato diagnosticato tempo, il difensore francese del Barcellona ha lasciato questa notte l’ospedale, secondo quanto reso noto dal club catalano che, sul proprio sito Internet, parla di un “decorso post-operatorio soddisfacente da tutti i punti di vista e senza alcuna complicazione”. Per quanto riguarda i tempi di recupero, lo staff medico del Barcellona ha fatto sapere che Abidal in quattro settimane comincera’ a fare un lavoro fisico. “Il giocatore e’ stato dimesso ieri sera e si trova ora a riposo a casa sua. Il processo postoperatorio e’ stato soddisfacente sotto tutti gli aspetti e non ha presentato nessuna complicazione. Il giocatore proseguirà il recupero a casa sua e si prevede che possa cominciare a svolgere degli esercizi fisici in quattro settimane per poi tornare, in un secondo momento, a lavorare con il gruppo”. Nella nota, ancora una volta, il Barcellona ribadisce che il giocatore francese ha chiesto il massimo rispetto per la sua privacy.

  • Le Roi rimane in sella. Platini confermato alla Uefa

    Le Roi rimane in sella. Platini confermato alla Uefa

    Michel Platini
    Lo faceva in campo e riesce a farlo anche da dietro una scrivania, Michel Platini ha convinto tutti. A differenza del 2007 quando i voti contrari furono 23, a fronte dei 27 che gli permisero di iniziare l’avventura a capo della Uefa. Le Roi, è stato rieletto oggi presidente dell’Uefa per acclamazione dal congresso dell’organizzazione del calcio europeo in corso a Parigi. A dirla tutta, il francese era l’unico candidato alla successione della propria presidenza. Il voto però è stato per acclamazione. Il plebiscito per l’ex giocatore della Juventus sta a testimoniare quanto di buono il presidente della Uefa ha saputo mettere in campo, in questi anni di gestione. Molte le proposte del francese a cercare di migliorare e, soprattutto regolare, un calcio malato che ha necessariamente bisogno di riforme. Il suo “cavallo di battaglia”, rappresentato dal Fair Play finanziario ne è la prova provata. “L’unità della famiglia del calcio è stata ripristinata con un dialogo tra la Uefa, le federazioni, le leghe, i club e i giocatori nei migliori interessi del calcio, mentre i rapporti con la Fifa sono stati eccellenti. Il ruolo sociale del calcio è stato rafforzato con il lancio della campagna Respect e lo sviluppo delle attività di responsabilità sociale della Uefa. Abbiamo condotto riforme per combattere il razzismo negli stadi, ma anche intensificato la lotta al doping – ha ricordato Platini -. Abbiamo deciso di attaccare il complesso problema della corruzione legata al calcioscommesse e in questo senso abbiamo adottato una politica di tolleranza zero verso giocatori, arbitri e dirigenti”. “Abbiamo intensificato e migliorato i nostri rapporti con le istituzioni europee – ha continuato -. Infine, insieme, abbiamo avviato il grande progetto del fair play finanziario, voluto per tutelare il calcio per club. Il progetto, –ha sottolineato il presidente della Uefa-, deve salvaguardarci contro la scomparsa dei grandi club per una gestione finanziaria azzardata”. Chissà se i presidenti di Barcellona, Manchester, Inter e Chelsea, la pensano come Platini, in fondo il tanto decantato fair play condizionerà molto il loro futuro, anche e soprattutto negli investimenti di mercato. Con Le Roi al comando le cose si complicano e parecchio, inoltre, questa riconferma potrebbe essere un ulteriore tassello che lo avvicina alla successione a Blatter alla presidenza della Fifa. “Il rinnovamento del valore del calcio giocato dalle nazionali, l’introduzione delle misure per il fair play finanziario, la lotta contro la violenza e le scommesse illegali e la fine della discriminazione a livello istituzionale saranno le azioni principali nei quattro anni a venire, -ha assicurato. Infine un invito a tutti a dare un importante contributo al benessere del calcio-. “Tutto è possibile – ha detto –. La cosa importante è restare fiduciosi, e mantenere intatta la passione per questo gioco, perché è un gioco – agendo sempre secondo i concetti di trasparenza, responsabilià, apertura, eccellenza e unità. E’ in questo modo che avremo un calcio più morale, più giusto e più umano. Abbiamo l’importante compito di pensare alla prossima generazione – il calcio che vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti – ha concluso Platini –. Lasciateci continuare ad avere il coraggio di prendere le decisioni necessarie per proteggere il calcio così come lo amiamo. Siamo i garanti di questo calcio e i guardiani di un ideale – dobbiamo esserne orgogliosi – di sicuro io sono orgoglioso”. Giancarlo Abete, presidente della Figc, è stato nominato nuovo vicepresidente a Parigi dal Congresso delle 53 Federazioni Europee. Su designazione di Platini, Abete entra ora nel gruppo dei 5 vicepresidenti insieme al turco Enes Erzik, allo spagnolo Angel Maria Villar Llona, all’inglese Geoffrey Thompson e al cipriota Marios Lefkaritis. Dopo 11 anni di assenza, dall’avvicendamento di Antonio Matarrese nel 2000, l’Italia torna al vertice della Confederazione continentale. « L’abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras. » disse di lui l’avv. Agnelli, di certo ne ha fatta di strada quel timido ragazzo di Joeuf, che incantava le folle e deliziava i palati sopraffini amanti del bel gioco, e pare non aver perso il vizio solo che adesso al posto dei suoi piedi spettacolari preferisce dilettarsi con le parole.    

  • La prima volta di Parolo, dalla gavetta alla Nazionale

    La prima volta di Parolo, dalla gavetta alla Nazionale

    Marco Parolo
    La storia di Marco Parolo assomiglia a quella di molti altri giocatori che come lui sono partiti dalle serie minori per arrivare al grande calcio e addirittura alla nazionale. Cresciuto calcisticamente nel Como ha militato in Serie C1, poi Prima Divisione, cambiando diverse squadre. Esordio nel 2004-2005, come detto, con i lariani, con i quali però retrocede in serie C2 perdendo i play out con il Novara, alla sua prima stagione fra i professionisti. L’anno successivo passa alla Pistoiese dove rimane per due stagioni per poi passare al Foligno nel 2007-2008. Con la squadra umbra sfiora l’approdo in serie B, sogno che svanisce nella sfida persa in finale contro il Cittadella. L’anno dopo arriva alla corte dell’Hellas Verona in Prima Divisione, ma l’ottima stagione giocata con gli scaligeri gli vale la chiamata del Cesena neopromosso in serie B. Nella sua prima annata in serie cadetta il centrocampista di Gallarate contribuisce in maniera determinante alla promozione nella massima serie dei bianconeri romagnoli, fornendo ottime prestazioni e siglando 5 reti, tra le quali quella decisiva nello 0-1 sul campo del Piacenza che vale il secondo posto al Cesena e il ritorno in serie A dopo 19 anni di assenza. Debutta in Serie A il 28 agosto 2010 nella partita in trasferta contro la Roma terminata 0-0. Un mese dopo segna il suo primo gol in serie A contro il Napoli, bottino che impreziosisce con altre 3 perle nel nostro campionato. Le ottime prestazioni fornite nelle partite in cui è sceso in campo, gli sono valse la convocazione in Nazionale da parte del Ct Cesare Prandelli, per i prossimi impegni in cui saranno impegnati gli azzurri. Quasi incredulo di sedere nella sala stampa di Coverciano, Parolo non ha rinnegato il suo passato: “Dietro c’è tanta gavetta e io non la rinnego, in se­rie C ho trovato convinzione e fiducia. E se ce l’ho fatta è perché ho lavorato sodo, fatto tanti sacrifici, avevo voglia di rag­giungere grandi traguardi – ha detto -. Essere qui è un sogno che avevo da bambino, la dedi­ca è per i miei genitori, un premio per lo­ro, una grande emozione per me“. Inutile dire che Parolo sia già diventato un uomo mercato, con Milan, InterFiorentina in prima linea: “Dove giocherò l’anno prossimo? Ringrazio per la tanta atten­zione che sento nei miei confronti ma ora penso solo al Cesena e alla salvezza, è qui che mi hanno dato finora tutto – ha aggiunto il centrocampista del Cesena -. Firenze? Sarebbe una bella piazza. Quando ero piccolo vi­vevo vicino a Milanello. Per me i rosso­neri restano favoriti per lo scudetto, al­l’Inter assegno la Champions. Già arrivare in A è stato un sogno, quindi a me va bene tutto“. Un giocatore con i piedi per terra e che si mantiene umile, nonostante, dopo anni di sacrifici, la sua carriera sia arrivata ad una svolta e gli abbia fatto fare un notevole salto di qualità, passare dalla serie C alla Nazionale in sole due stagioni non è una cosa che capita tutti i giorni. L’augurio, ovviamente, è che il giovane centrocampista non perda lo spirito che l’ha portato fino alla sala stampa di Coverciano, perchè come dice il saggio: “Salire in vetta è facile, il difficile è mantenersi in alto”.

  • Le pagelle di Juventus – Brescia 2-1. Del Piero, chapeau!!!

    Le pagelle di Juventus – Brescia 2-1. Del Piero, chapeau!!!

    del piero
    Pagelle Juventus Buffon 4,5: Superman per una volta torna umano e commette qualche ingenuità. Di certo non si può discutere il valore del giocatore, ma oggi Gigi non sembra essere ai soliti livelli a cui ci ha abituato, su un’uscita si perde la palla che per poco non fornisce una ghiotta occasione da gol agli attaccanti del Brescia. Non è esente da colpe anche sul gol di Eder, esce male e in collaborazione con Chiellini consente al piccolo attaccante delle rondinelle di portare la sua squadra al pareggio Chiellini 4: Anche qui il valore assoluto del difensore bianconero non è in discussione, ma se la Juve si ritrova ad avere la peggior difesa casalinga del campionato un po’ di colpa è anche di Giorgione che non sembra vivere una stagione esaltante. Anche oggi manca l’intervento e lascia colpevolmente solo Eder in occasione del pareggio bresciano, e in fase offensiva ostacola Krasic che stava per depositare a porta vuota approfittando di una respinta corta di Arcari, da rivedere. Krasic 6,5: L’ala serba sembra essere quello d’inizio stagione che ha fatto innamorare i tifosi juventini, corre sulla fascia, salta l’uomo e si rende pericoloso in più di un’occasione. Sigla il gol del vantaggio con delizioso collo esterno al volo e sarà un caso ma quando segna lui la Juve vince sempre. Ha bisogno di riposo, ma è un elemento imprescindibile per il gioco dei bianconeri. Matri 6: Oggi non fa gol ma fa tanto tanto movimento, sicuramente un acquisto azzeccato per il dg Marotta, tiene bene la posizione fa salire la squadra e si procura il fallo che porta alla seconda ammonizione di Mareco ed alla conseguente espulsione, che lascia in dieci il Brescia e spegne totalmente la partita. Del Piero 8: Il gol vittoria che porta la sua firma è un capolavoro di classe, tecnica e potenza fisica, a 36 anni suonati il capitano bianconero non sembra aver voglia di smettere e a ben vedere quello che combina non si può far altro che dargli ragione. In un periodo in cui la sua Juve non va, lui canta e porta la croce, oltre ad aver siglato il gol vittoria (il 182° in serie A e il 281° in maglia bianconera) si rende protagonista in tutte le occasioni che portano dei pericoli alla porta delle rondinelle. Juventus (4-4-2): Buffon 4,5; Sorensen 6, Bonucci 6, Chiellini 4, Traore 5 (67′ Barzagli 6); Krasic 6,5, Aquilani 5,5, Marchisio 5,5, Pepe 6; Matri 6 (82′ Toni 6), Del Piero 8 (87′ Martinez s.v.). A disp.: Storari, Barzagli, Sorensen, Salihamidzic, J.Martinez, Boniperti, Toni. All.: Del Neri Pagelle Brescia Arcari 6,5: Incolpevole su entrambe le reti bianconere, per il resto si difende bene e in più di un’occasione evita che il Brescia crolli definitivamente, come quando risponde con uno splendido riflesso sull’ottimo colpo di testa di Toni Mareco 4: Spigoloso e falloso, l’espulsione è la logica conseguenza della sua prova, non ci mette le mani e subisce parecchio un non esaltante Matri. Vass 6,5: Cervello del centrocampo bresciano: pesca Eder in area per il gol del pareggio e contrasta molto bene le ripartenze bianconere rendendo le cose difficili ad Aquilani e Marchisio. Diamanti 4,5: Un fantasma. E sì che dovrebbe essere lui l’uomo salvezza di Iachini, non entra mai in partita, all’andata aveva messo a segno il punto del pareggio con una splendida perla, ma l’unica cosa che riesce ad inventare questo pomeriggio è la capigliatura. Eder 6,5: Vivace e ispirato. Segna e mette i brividi a Buffon dalla distanza, di certo non fa sentire la mancanza di Caracciolo, peccato sia poco assistito, dopo il 2-1 di Del Piero e l’espulsione di Mareco si spegne anche lui, come la sua squadra. Brescia (3-5-2): Arcari 6,5; Zoboli 6, Mareco 4, Accardi 5,5; Zambelli 6,5, Kone 5,5 (75′ Baiocco s.v.), Cordova 5 (57′ Lanzafame 5), Vass 6,5, Daprelà 5; Eder 6,5, Diamanti 4,5 (77′ Jonathas s.v.). A disp.: Sereni, Bega, Kamalu, Baiocco, Possanzini, Lanzafame, Jonathas. All.: Iachini.