Autore: PeppeG

  • Albertini: “Bisogna investire sui settori giovanili”

    Albertini: “Bisogna investire sui settori giovanili”

    A margine della presentazione di un libro sulla tassazione degli stipendi dei calciatori nei diversi stati europei, patrocinato dall’Aic, avvenuta ieri presso l’Università di Parma, l’attuale vicepresidente della FIGC Demetrio Albertini, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni riguardo la situazione poco piacevole in cui versa il movimento calcistico italiano.

    Alla domanda se un regime fiscale agevolato (sul modello spagnolo), tema molto caro ad Adriano Galliani, potesse in un certo qual modo migliorare la situazione, l’ex centrocampista del Milan e della Nazionale, ha risposto, infatti, che: “è la mancanza di programmazione e d’investimenti sui settori giovanili, a rappresentare la piaga maggiore del movimento pallonaro di casa nostra, questo, quindi, più che una manovra di fiscalizzazione agevolata per gli stipendi dei calciatori, è il problema da risolvere per sperare di veder tornare in auge il calcio italiano a livello internazionale“. “Bisogna quindi imitare il modello Barcellona e dare il tempo ai nostri giovani di crescere senza avere fretta, e stiamo lavorando per questo, nel prossimo consiglio federale abbiamo intenzione di proporre di abbassare l’età della primavera da 21 anni a 19. Ai giorni nostri, infatti, un calciatore a 21 anni, se ha qualità è già pronto per il grande salto. In serie A e serie B – spiega citando un recente studio della Figc – gli under 21 che giocano in media 45 minuti sono 16. In seria A addirittura uno solo che è Santon. In Spagna, Germania e Inghilterra, invece, solo nella serie maggiore sono tra i 15 e i 20, quelli che giocano stabilmente“. “Nel mio Milan, – ha concluso – che qualche cosa ha vinto, 12 giocatori erano di Milano e questo è senza dubbio significativo“.

    Certo, diciamo noi, ripetere l’epopea di una squadra come quella degli imbattibili è qualcosa di molto difficile, ma da qualche parte si dovrà pur cominciare. E’ certo, però, che dalle parole di Albertini, si capisce che l’italianizzazione delle squadre di tutte le serie è avviata e dopo la decisione di ridurre gli extracomunitari ad uno solo, altri provvedimenti arriveranno e c’è da credere che, dopo quelle sui diritti televisivi, altre polemiche sono all’orizzonte del panorama calcistico di casa nostra.

  • Pagelle Juventus-Chievo. Del Piero c’è, la Juve no

    Pagelle Juventus-Chievo. Del Piero c’è, la Juve no

    Pagelle Chievo

    Sardo 7: Non che la sua sia una gara di particolare qualità, ma ha il pregio di seguire l’azione che porta Pellissier a colpire il palo e si fa trovare pronto sulla ribattuta insaccando il gol del pareggio che condanna la Juve e salva aritmeticamente la sua squadra.

    Constant 6,5: A vederlo giocare si capisce perchè squadre di più alto rango si siano interessate a lui, si applica molto e concede giocate di qualità alternandole però ad errori elementari, deve migliorare ma il ragazzo c’è.

    Uribe 6: Segna il gol che dimezza le distanze, ma non può meritare di più, vista la clamorosa occasione che si divora a porta praticamente vuota.

    Jokic 6: Schierato a sorpresa sulla sinistra da Pioli, per contrastare le incursioni di Krasic, si comporta degnamente senza strafare e senza correre quasi mai dei rischi, tiene a bada l’esterno serbo della Juventus.

    Pellissier 6,5: Quando vede bianconero si esalta e offre sempre prestazioni sopra la media, stavolta non è lui ha far da mattatore ma il suo zampino c’è sul gol del pareggio, offre un assist al bacio a Uribe che fallisce clamorosamente.

    Chievo (4-3-1-2): Sorrentino 5,5; Sardo 7, Cesar 6, Andreolli 5, Mantovani 6; Gelson Fernandes 6, Rigoni 6, Constant 6,5 (64′ s.t. Uribe 6); Jokic 6; Pellissier 6,5, Thereau 5 (39′ Bogliacino 6).
    A disp.: Squizzi, N.Frey, Mandelli, Guana, Marcolini, Granoche, Moscardelli.

    Pagelle Juventus

    Motta 6: Anche se molte delle azioni pericolose vengono dalla sua zona, stavolta il terzino di Del Neri non si comporta male e disputa forse una delle partite migliori della sua deludente stagione, in fase offensiva sforna 3 o 4 cross ottimi per le punte che purtroppo nessuno sfrutta a dovere.

    Chiellini 6,5: E’ l’ultimo ad arrendersi, il primo gol nasce però da un suo fallo ingenuo su Pellissier. Colpisce un palo di pancia che ha del clamoroso, se la palla fosse entrata staremmo qui a raccontare di un’altra partita. Un sicuro punto di partenza per l’ennesima nuova Juve post-Calciopoli.

    Krasic 5: E’ stanco e si vede, ha bisogno di tanto riposo e forse è l’unico giustificabile nella debacle del finale di stagione juventino. Nonostante la sua stanchezza prova a rendersi pericoloso, sul doppio vantaggio sbaglia un gol clamoroso a due passi da Sorrentino che alla fine risulterà decisivo.

    Aquilani 4,5: L’ombra del giocatore ammirato nella prima parte di stagione, sbaglia una quantità industriale di passaggi, prova conclusioni impossibili e fallisce un’occasione da centro area, peggio di così si muore. Viene da chiedersi se la Juve gli abbia già fatto conoscere il suo futuro e allora sia in caso di riscatto sia in caso di partenza non serve impegnarsi più di tanto. A nostro avviso è comunque un giocatore che potrà essere importante il prossim’anno specie se affiancato da Pirlo.

    Del Piero 6,5: Non è la sua partita migliore, ma un gol e un assist sono un bottino più che sufficiente per mostrare ai giovani juventini come si possa essere fenomeno anche a 36 anni, la Juventus ha fatto di certo un affare a riconfermarlo ancora per un altro anno, è l’unico insieme a Chiellini a salvarsi dai fischi dell’Olimpico.

    Juventus (4-4-2): Buffon 5,5; Motta 6, Barzagli 6, Chiellini 6,5, Grosso 5,5; Krasic 5 (35’st Toni 6), Aquilani 4,5, Marchisio 5, Pepe 5,5; Del Piero 6,5, Matri 6.
    A disp. Storari, Sorensen, Traorè, Bonucci, Giandonato, Salihamidzic.

  • Suicidio Juve, da 2-0 a 2-2 in 1 minuto

    Suicidio Juve, da 2-0 a 2-2 in 1 minuto

    Addio sogni di gloria e fine delle speranze Champions per gli uomini di Del Neri. Una pazza Juventus, che aveva tenuto a bada un Chievo con poco da chiedere al campionato, perde l’ultima occasione d’inseguire i sogni quarto posto.

    La partita per i bianconeri si mette subito bene, al 12°, infatti, i padroni di casa sono già davanti grazie alla realizzazione da parte di Del Piero di un calcio di rigore, conquistato da Pepe. Due minuti dopo tocca ad Aquilani rendersi pericoloso con un tiro da fuori che non pare irresistibile ma che una deviazione rende difficoltoso e chiama Sorrentino ad uno splendido intervento, è poi ancora il centrocampista romano ad avere la palla del raddoppio, quando al 23° s’inserisce ottimamente e da pochi passi spara alto un invitante cross di Motta. Un minuto dopo si vede anche il Chievo che con Jokic si rende pericoloso con un tiro che prova ad impegnare un Buffon fino ad allora disoccupato. Si va al riposo sul risultato di 1-0 e la Juventus che appare padrona del campo.
    Al rientro dagli spogliatoi sono ancora i padroni di casa a passare, con Matri bravo a sfruttare un ottimo assist del suo capitano. Al 56° subito dopo il gol è Krasic che si divora un ghiottissima occasione da pochi passi dopo un cross dell’ottimo Matri. La partita pare avviarsi ad un risultato scontato e, invece, al 67° ecco la svolta, su un calcio di punizione che pare innocuo una deviazione la palla finisce sul palo e poi torna al centro dell’area e lì a due passi dalla linea c’è il neo-entrato Uribe che sigla la rete del 2-1, ma ciò che accade dopo solo un minuto ha dell’incredibile, azione sulla destra dei clivensi che porta Pellissier a tu per tu con l’estremo difensore bianconero, l’attaccante valdostano colpisce il palo ma sulla ribattuta è pronto Sardo ad insaccare il gol del pareggio. Dopo una serie di azioni da una parte e dall’altra, all’81° è ancora la Juve che prova a spingere e a rendersi pericolosa, su azione d’angolo Chiellini colpisce un palo che ha del clamoroso a due passi dalla linea, ma sul capovolgimento di fronte è stavolta il Chievo, sempre con Uribe, a fallire un’occasione clamorosa. L’attaccante si divora un gol a porta praticamente vuota appoggiando di fatto a Marchisio, ultimo baluardo sulla linea, un assist al bacio di Pellissier. L’ultima occasione della partita capita sulla testa di Toni che all’83° colpisce a botta sicura, ma la palla finisce sul palo, la Vecchia Signora ci prova ma è tutto inutile, il Chievo regge e la partita si chiude tra i fischi giustificati dell’Olimpico di Torino, i clivensi ancora una volta spengono le velleità di gloria dei bianconeri. La Juve abbandona, quindi, tutte le speranze quarto posto e ne mantiene una flebile per un posto in Europa League, a fine partita lo stesso Marotta s’è detto deluso e ha aggiunto che in settimana si deciderà sul nome del prossimo allenatore bianconero.

  • Juventus-Chievo: le probabili formazioni. Tre punti per sognare

    Juventus-Chievo: le probabili formazioni. Tre punti per sognare

    Monday night di cruciale importanza per i colori bianconeri stasera all’Olimpico di Torino. La sfida contro il Chievo rappresenta forse l’ultima spiaggia per rincorrere ancora il sogno quarto posto e se all’andata la partita contro i clivensi ha segnato l’inizio del declino juventino, quella di stasera sarà una partita ancor più cruciale per il futuro della squadra e dell’allenatore Gigi Del Neri.
    Nonostante si sia detto tranquillo sulla sua permanenza sulla panchina della Juventus anche per il prossim’anno, il tecnico di Aquileia avrà il duro compito di mandare in campo una formazione determinata a raggiungere i tre punti fondamentali, compito non facile, questo, contro un Chievo relativamente tranquillo per la posizione di classifica poco rischiosa. Il modulo che il mister della Vecchia Signora adotterà stasera sarà sicuramente il collaudato 4-4-2, con Buffon tra i pali e davanti a lui una linea a quattro formata da Chiellini e Barzagli, coppia centrale, e Motta e Grosso ad agire sugli esterni. Nella linea mediana del campo è previsto il rientro di Marchisio che agirà però centralmente al posto dell’indisponibile Felipe Melo, affaticamento muscolare per lui, anche se il brasiliano dovrebbe essere portato in panchina, pronto a subentrare qualora ve ne fosse bisogno. Sulla destra ci sarà il solito Krasic e sul lato opposto confermatissimo il mattatore della trasferta capitolina, Pepe. In attacco spazio a Matri a secco dalla partita casalinga contro il Genoa, ma in grande spolvero nel test di giovedì e il capitano, fresco di rinnovo, Alex Del Piero.

    Juventus (4-4-2): Buffon; Motta, Barzagli, Chiellini,Grosso; Pepe, Aquilani, Marchisio, Krasic; Matri,Del Piero.
    A disp.: Storari, Traoré, Salihamidzic, Giandonato, De Ceglie, Melo, Toni.

    In casa clivense, come detto, il clima è molto disteso, la salvezza praticamente raggiunta, anche se manca la conferma matematica, consentirà agli uomini di Pioli, di scendere in campo con una certa dose di tranquillità. Formazione tipo anche per il tecnico dei gialloblu, con Sorrentino tra i pali, difesa a quattro con Cesar, Sardo, Andreolli e Mantovani. A centrocampo a formare il terzetto di mediana saranno Gelson Fernandes, Rigoni e Constant, mentre davanti agirà l’ex-napoletano Bogliacino, alle spalle di Moscardelli e della bestia nera juventina Pellissier.

    Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Sardo, Cesar, Andreolli, Mantovani; Gelson Fernandes, Rigoni, Constant; Bogliacino; Pellissier, Moscardelli.
    A disp.: Squizzi, N.Frey, Mandelli, Guana, Marcolini, Granoche, Thereau.

  • Pagelle Barça-Real. Barcellona Porquè Si

    Pagelle Barça-Real. Barcellona Porquè Si

    Barcellona-Real Madrid
    Pagelle Barcellona Piquè 7: El Piqueton si dimostra ancora una volta uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, tiene a bada Cristiano Ronaldo & Co. senza correre eccessivi rischi, puntuale nelle chiusure e negli anticipi, non ha eccessive colpe sul gol del pareggio di Marcelo. Abidal 8: Gioca solo 3 minuti ma il voto è tutto per il suo carattere e la sua voglia di ritornare a calcare i campi, la sua partita più importante Eric l’ha già vinta e per questo un semplice 8 in pagella non basta. Iniesta 7,5: El nene è un fenomeno, uno dei tre tenori del Barça è la sintesi di tecnica, velocità e pura classe; l’assist per Pedrito è la sintesi di tutto questo a vederlo giocare insieme con i suoi compagni di reparto si ha come l’impressione di stare a guardare un iperrealistico videogame. Pedro 7: Sia chiaro il giovane attaccante azulgrana nella serata di ieri non ha fatto niente di eccezionale, ma ha il merito di realizzare il gol che chiude definitivamente il discorso qualificazione e che apre le porte della finale ai suoi. Messi 7: Se per una volta sua maestà torna fra i comuni mortali e si concede solo qualche piccolo vezzo e giocata non lo si può condannare, il 7 in pagella per lui è una rarità ma avrà modo di rifarsi nella finale di Wembley dove sarà sicuramente protagonista indiscusso. Villa 5: 22 gol stagionali certo non sono pochi, ma El Guaje può e deve fare di più, nei 180 minuti contro i rivali del Real, non brilla e non si rende quasi mai pericoloso, a tratti pare un pesce fuor d’acqua nel gioco rapido barçellonista. Barcellona(4-3-3): Valdes 6; Dani Alves 6, Mascherano 6,5, Piquè 7, Puyol 6,5 (45′ st Abidal 8); Xavi 6,5, Busquets 6, Iniesta 7,5; Pedro 7 (48′ st Afellay sv), Messi 7, Villa 5,5 (29′ st Keita sv). A disp.: Oier, Fontas, Thiago, Jeffren. Pagelle Real Madrid Casillas 7: Il capitano madridista e della nazionale purtroppo nulla può contro lo strapotere del Barça, compie alcune parate spettacolari su Villa e su Messi, ma alla fine quando si ritrova a tu per tu con Pedro è costretto ad issare bandiera bianca, mostra molta signorilità complimentandosi con gli avversari e di questi tempi in casa merengues anche questo fa notizia. Marcelo 7: Oltre al gol, corre, raddoppia, recupera e si propone, offrendo ai suoi compagni sempre un’alternativa, è l’ultimo ad arrendersi, ma purtroppo come Casillas nulla può contro i fenomeni blaugrana. Kaka 4: E’ l’ombra del fenomeno che incantava San Siro e non solo quando indossava la casacca rossonera, non si vede quasi mai e la partita disputata ieri sera è la sintesi dei suoi anni madridisti condizionati da una non brillante condizione fisica e da un feeling mai nato con l’ambiente della casa blanca. Adebayor 4,5: Se il match di disputasse su un ring lui sarebbe un protagonista assoluto, entra in campo nervoso e con le idee poco chiare, sostituisce uno spentissimo Higuain e non da nessun aiuto alla sua squadra, anzi contribuisce ad innervosire ulteriormente l’ambiente con entrate al limite del regolamento e con continue lamentele. Di Maria 6,5: Sfortunato sul palo che colpisce dopo un delizioso dribbling e poi intelligente nel fornire l’assist giusto a Marcelo. La sua è una partita di corsa e sacrificio, il voto rispecchia anche il comportamento avuto nei complessivi 180 minuti di Clasico, è, infatti, l’unico a creare qualche reale pericolo agli avversari. C.Ronaldo 6,5: Il mago di Madeira prova a guidare i suoi nell’impresa e ad onor del vero meriterebbe qualcosa in più anche dall’arbitro che molto spesso soprassiede su alcune entrate ai suoi danni, come in occasione del gol annullato di Higuain. Meriterebbe qualche voto in meno per la solita caduta di stile di fine partita dove anche lui si unisce al coro mourinhiano di polemiche contro arbitro e Uefa. Real Madrid (4-2-3-1): Casillas 7; Arbeloa 6, Albiol 5.5, Carvalho 5, Marcelo 7; X. Alonso 6, Diarra 6.5; C. Ronaldo 6.5, Kakà 4 (15′ st Özil 6), Di Maria 6,5; Higuain 5 (10′ st Adebayor 4,5). Adisp.: Adan, Garay, Granero, Canales, Benzema.

  • Barça-Real, tutto secondo copione e torna anche Abidal

    Barça-Real, tutto secondo copione e torna anche Abidal

    Barça-Real
    Finale doveva essere e finale è stata, nonostante l’impegno maggiore rispetto alla gara d’andata mostrata dagli uomini di Mourinho, il Barcellona come da copione ha raggiunto l’obiettivo e il 28 maggio volerà a Wembley probabilmente a sfidare il Manchester, per conquistare la quarta Champions della sua gloriosa storia. Venendo alla partita, la prima mezz’ora trascorre senza grosse occasioni da ambo le parti, i padroni di casa si limitano a mantenere il controllo della palla con la solita fitta serie di passaggi (oltre 400 dopo 30 minuti), ma dal 32° al 36° è solo grazie a Casillas se i blaugrana non passano in vantaggio, gli uomini di Guardiola, infatti, collezionano 3 importanti palle gol, la prima non poteva che portare la firma del fenomeno Messi, che sfruttando una corta respinta della difesa merengues, mette a sedere con una finta due avversari e calcia di poco a lato col suo sinistro magico. Un minuto dopo è Villa a rendersi pericoloso, El Guaje sfruttando un assist del solito Messi, calcia a botta sicura sul secondo palo, ma sulla sua strada trova un ottimo Casillas pronto a respingere il pericolo e a tenere a galla i suoi. Il numero uno madrileno si ripeterà due minuti dopo ancora su Messi, stavolta l’attaccante argentino prova a batterlo di destro dopo una splendida azione targata Villa-Pedro, con il primo a suggerire e il secondo a far da sponda per l’accorrente numero 10. Al 39° prova ad affacciarsi dalle parti di Victor Valdez anche il Madrid, con Cristiano Ronaldo pronto a scattare sulla fascia e a suggerire in mezzo per Di Maria anticipato di poco in un’uscita dall’estremo difensore catalano. Si va al riposo sul pareggio, ma adesso la partita appare più viva, la prova è l’inizio scoppiettante di ripresa, il Real prova ad intimorire gli avversari con un’azione personale di Ronaldo, che viene ostacolato da Pique e frana addosso a Mascherano liberando al tiro Higuita, che insacca, ma il gol a giudizio dell’arbitro non è regolare e il direttore di gara concede, anzi, una punizione a favore dei padroni di casa. Al 54° passa il Barça, azione che si sviluppa sulla destra con Dani Alves che vede e serve solo in mezzo al campo Iniesta, il centrocampista della nazionale spagnola alza la testa e vede Pedro pronto a scattare sul filo del fuorigioco, assist al bacio e da lì il giovane attaccante non può sbagliare controllo di destro e sinistro sul primo palo a battere l’incolpevole Casillas. Passano 10 minuti e l’undici di Mourinho si riportano in parità, Di Maria sfrutta un errore in uscita del centrocampo azulgrana, supera elegantemente Mascherano e calcia a botta sicura in porta colpendo però il palo, dopo la ribattuta la palla torna fra i suoi piedi ma stavolta il fantasista argentino decide di servire a centro area il liberissimo Marcelo che insacca senza problemi. Di fatto la partita si chiude qui, anche perchè il Barcellona continua a fare melina e ad amministrare il proprio vantaggio con il solito possesso palla, mentre il Real appare spossato e senza forza per cercare di siglare altre due reti necessarie a compiere El Miracle. Da segnalare il rientro in campo, accolto da un boato del pubblico, di Eric Abidal, il difensore transalpino è ritornato a giocare qualche minuto in gare ufficiali dopo solo 6 settimane dalla diagnosi del tumore al fegato, che tanto sconvolse tutto il mondo del calcio.

  • Barcellona – Real Madrid, la mission impossible di Mou. Probabili formazioni

    Barcellona – Real Madrid, la mission impossible di Mou. Probabili formazioni

    Dire che quella di stasera sarà un’impresa ardua per gli uomini di Mourinho, pare essere un eufemismo, la conclamata remuntada appare tanto impossibile che anche gli stessi supporter merengues, che avevano prenotato il biglietto in anticipo, hanno deciso di disertare l’appuntamento e di rassegnarsi ad aspettare la prossima stagione per inseguire ancora una volta la tanto ambita decima Champions.
    I Blancos guidati dallo Special One, dovranno fare a meno di due pedine importanti come Pepe e Sergio Ramos, nonchè del loro stesso allenatore espulso nella partita precedente e stasera pedinato a vista da un delegato Uefa, per evitare che si ripeta quanto accaduto al Bernabeu nella gara di andata, quando Mou catechizzava il suo vice Karanka con pizzini e consigli.
    La formazione madridista dovrebbe dunque riportare al centro della difesa Carvalho con al suo fianco Albiol, sugli esterni dovrebbero agire, invece, Arbeloa e Marcelo. Sulla linea mediana vista la lunga indisponibilità di Khedira, sarà probabilmente confermato il duo Xabi Alonso-Diarra, in attacco ci sarà una novità rispetto all’andata, con l’inserimento dal primo minuto di Benzema come unica punta e ad agire alle sue spalle il solito trio Ronaldo, Ozil, Di Maria. Ancora panchina per Kaka, pronto a subentrare in qualsiasi momento della gara.

    Real Madrid (4-2-3-1): Casillas; Arbeloa, Carvalho, Albiol, Marcelo; Xabi Alonso, Diarra; Ronaldo, Ozil, Di Maria; Benzema.
    A disp.: Dudek; Garay, Nacho, Granero, Pedro Leon, Kaka, Adebayor.

    In casa blaugrana la vigilia non poteva che essere tranquilla, gli uomini di Pep Guardiola forti del doppio vantaggio esterno hanno sicuramente un pensiero rivolto già a Wembley e alla finale del prossimo 28 maggio, la notizia migliore per quanto riguarda i catalani è il rientro tra i convocati di Eric Abidal, il difensore francese ritorna a calcare i campi da gioco dopo sole 6 settimane d’assenza e dopo aver superato brillantemente l’operazione per l’asportazione del tumore al fegato che gli era stato diagnosticato circa due mesi fa. Per il resto nessun turn-over è previsto, quindi il Barça dovrebbe scendere in campo con il solito schema e con la formazione migliore, che prevede ancora l’utilizzo di Mascherano come centrale difensivo con al suo fianco Pique e il dirottamento del capitano Puyol sulla fascia sinistra, a destra agirà il solito Dani Alves, mentre a centrocampo, dopo l’assenza dell’andata per un piccolo problema, riprenderà il suo posto Iniesta che andrà a completare il reparto con i soliti Xavi e Busquets. In attacco il trio delle meraviglie Pedro, Villa e l’extraterrestre Messi, alla ricerca di gol che possa fargli battere l’ennesimo record, quello delle 14 reti in una sola edizione della Champions, appartenente al momento a Josè Altafini. In panchina oltre al già citato Abidal, ci sarà anche un altro protagonista della gara d’andata, Afellay, suo, infatti, l’assist che consentì alla Pulce di violare per la prima volta la porta difesa da Casillas.

    Barcellona (4-3-3): Victor Valdes; Dani Alves, Mascherano, Piquè, Puyol; Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, Villa.
    A disp.: Oler, Fontas, Abidal, Keita, Sergi Roberto, Afellay, Jeffren.

  • L’importanza di chiamarsi Francesco

    L’importanza di chiamarsi Francesco

    In principio furono i “vaffa” contro Rizzoli, reo di aver ostacolato un tiro del capitano romanista nel match Udinese-Roma della stagione 2007-2008 e che costarono al Pupone un’ammenda di 1000 euro, oggi gli improperi di Francesco Totti sono rivolti verso l’arbitro Russo e anche stavolta però il numero 10 è riuscito a farla franca. Eh si! Nonostante le regole molto ferree in materia di insulti alla terna, in Italia vi è molto spesso la tendenza ad adoperare metri di giudizio molto diversi, a seconda di chi si rende protagonista di tali atteggiamenti, e spesso si tende a sorvolare su qualche parolina di troppo, soprattutto quando a proferirla sono alcuni giocatori con un forte carisma e appeal. E’, come dire, la cosiddetta sudditanza psicologica, tanto cara a noi calciofili del Bel Paese.

    Purtroppo come già ricordato, un campione come Totti non è nuovo a tali atteggiamenti nei confronti dei direttori di gara. Per l’amor del cielo, nessuno vuole martirizzare il capitano giallorosso, ma stigmatizzare l’accaduto e ridurlo ad un banale scatto di nervosismo durante un’azione di gioco risulterebbe ancor più grave. L’agonismo e la tensione si, sa fanno parte del gioco, ma  il tanto declamato buon senso arbitrale a volte rischia di diventare un’arma a doppio taglio, specie se in occasioni molto simili a quelle che hanno coinvolto il Pupone, il risultato è stato quello di applicare il regolamento alla regola (vedi Ibrahimovic), cosa a cui, invece, il numero 10 pare essere immune.

    Ai tempi del caso Rizzoli, ci furono le immediate scuse con successive polemiche sui differenti metri di giudizio applicati dalle nostre giacchette nere, oggi, invece, forse per la dinamica diversa dell’insulto, allora Totti affrontò faccia a faccia l’arbitro bolognese, la cosa pare essere di poco interesse. Sta di fatto che il caro “King of Rome” c’è ricascato e ha purtroppo rovinato una serata che poteva e doveva essere speciale sia per lui che per la sua Roma, vista la vittoria importante che l’ha rimessa in corsa sul fronte Champions e visti i suoi 206 gol in serie A. A sbagliare però non è stato solo l’attaccante giallorosso ma anche l’arbitro Russo, che contravvenendo a quanto riportato nel regolamento non solo ha sorvolato sulle offese (“A fracicò, pezzo di m….” n.d.r) rivolte alla sua persona, ma si è anche allontanato dal giocatore dimostrando così poca fermezza e poco polso nell’affrontare con autorità il capitano romanista; questo atteggiamento di sicuro non avrà fatto piacere al povero Glik, che proprio per proteste, a mio giudizio motivate, poco dopo sarà espulso. Certo il giovane centrale difensivo del Bari avrà tempo, se rimarrà in Italia, di capire “L’importanza di chiamarsi Francesco”.

  • Pagelle Bari – Roma 2-3. Totti “The King”, De Rossi “The Scream”

    Pagelle Bari – Roma 2-3. Totti “The King”, De Rossi “The Scream”

    Pagelle Bari

    Gillet 6,5: Il capitano indomito dei galletti pugliesi è un esempio per tutti i suoi, è l’ultimo ad arrendersi, sul primo rigore di Totti intuisce ma nulla può, sul secondo tocca quel poco che basta per deviare la palla sul palo e mantenere il risultato sul pari, nell’occasione s’infortuna ad un fianco ma, nonostante questo, rimane in campo e purtroppo nulla può sul fortunoso gol di Rosi.

    Glik 5: Il difensore in prestito dal Palermo, si comporta bene per tutto il corso della partita, si mostra però troppo ingenuo in occasione del rigore procurato su Borriello e ancor di più reiterando le proteste e inveendo contro Russo, che non ci pensa su due volte e lo espelle. Forse aveva ragione, ma non si può commettere lo sbaglio di riportare in parità gli uomini in campo, in una partita che il Bari non meritava di perdere.

    Donati 5: Beccato dal pubblico e sostituito a buon motivo, non ne azzecca una, sbaglia dei passaggi facili facili e pensare che aveva aperto il suo campionato siglando il gol vittoria contro la Juventus.

    Bentivoglio 7: Un rigore realizzato, un’espulsione procurata e tanta qualità mostrata in mezzo al campo, sia in fase di costruzione che in fase di copertura. Una spina nel fianco della difesa giallorossa e la prova ne è il fatto che i giocatori di Montella non gli risparmiano entratacce e trattamenti poco amichevoli.

    Huseklepp 7: Il ragazzino è sicuramente un giocatore di qualità, aldilà del gol offre ottime giocate, concedendosi anche qualche leziosità che fanno innervosire i già tesi giocatori della Roma, sicuramente potrà rappresentare un’ottima base di partenza per mirare alla promozione immediata il prossim’anno.

    Bari (4-3-2-1):  Gillet 6,5; A. Masiello 6, Glik 5, Belmonte 6,5, Parisi 6; Kopunek 6, Donati 5 (28′ st Ghezzals.v.), Gazzi 6; Bentivoglio 7, Huseklepp 7 (37′ st Rossi s.v.); Romero 6 (28′ st Alvarez s.v.).

    Pagelle Roma

    Rosi 7: Ha solo il merito, non da poco, di siglare il gol della vittoria, il voto rispecchia quindi l’importanza della sua marcatura.

    Juan 5: Soffre molto il giovane Huseklepp, compie un’ingenuità sul rigore assegnato al Bari, anche se l’arbitro è apparso molto fiscale nel fischiare la massima punizione. Di sicuro non il centrale dei tempi migliori, attenta alle coronarie dei propri tifosi tentando un autogol su un cross dalla destra di Romero e colpendo fortunatamente per lui solo il palo a Doni battuto.

    De Rossi 4: Incomprensibile il suo gesto, incomprensibile, soprattutto perchè il talentuoso centrocampista giallorosso non è purtroppo nuovo ad atteggiamenti inconsulti e poco sportivi come quello di ieri sera. Oltretutto la sua bravata sarebbe potuta costare cara alla Roma, che in quel momento stava cercando di ristabilire il pareggio e di sicuro ritrovarsi in inferiorità numerica non ha giovato. Proprio per la recidività del gesto il suo campionato potrebbe concludersi qui.

    Perrotta 4,5: La sua espulsione è sicuramente diversa da quella di De Rossi, ma non meno grave, per il momento in cui è avvenuta, con la Roma a premere sull’ acceleratore per  cercare di vincere la partita e il Bari a provare ad approfittare degli spazi lasciati dai giallorossi. Un’ingenuità che poteva costare molto cara ai capitolini.

    Totti 8: “The King of Rome, is not dead” e si vede, ancora una volta il gladiatore romano ha dato prova della sua qualità soprattutto con il gol del primo pareggio, una punizione di straordinaria potenza e precisione. Raggiunge e supera un mostro sacro come Roby Baggio, nella classifica cannonieri di tutti i tempi della serie A, e potrebbe allungare ulteriormente le distanze se solo Gillet non ci mettesse le dita, facendo sbattere la palla sul palo, sul secondo rigore che ha calciato. Una sola nota negativa il suo atteggiamento poco rispettoso nei confronti del direttore di gara apostrofato con un poco elegante “Fracico” e non solo…

    Roma (4-2-3-1):  Doni 6; Cassetti 6 (42′ st Rosi 7), N. Burdisso 6, Juan 5, Riise 6; De Rossi 4, Pizarro 6; Menez 5 (1′ st Borriello 5,5), Perrotta 4,5, Vucinic 5 (8′ st Taddei 5,5); Totti 8.

  • Roma-Bari: “Luna Park” al San Nicola

    Roma-Bari: “Luna Park” al San Nicola

    Bari-Roma
    Doveva essere una partita dal copione già segnato e invece, come nelle migliori tradizioni calcistiche, il match tra Bari e Roma ha regalato emozioni a ripetizione. 3 espulsioni, 3 rigori, di cui uno sbagliato, 5 gol e continui capovolgimenti di fronte sono un bel biglietto da visita per chi ancora si ostina a pensare che il calcio italiano sia finito. A differenza di quanto si possa pensare a fare la partita è il Bari, che Mutti ridisegna relegando in panchina sia Rossi, sostituito da Belmonte, sia Rivas e Ghezzal schierando al loro posto i giovani Huseklepp e Romero. Sono proprio i biancorossi a passare in vantaggio al 25° su rigore, realizzato da Bentivoglio e concesso un po’ generosamente dall’arbitro Russo per un fallo di mano di Juan, la squadra capitolina appare frastornata ma grazie al suo indomito capitano raggiunge un pareggio a dir poco immeritato, al minuto 30 è, infatti, Francesco Totti a siglare il punto del 1-1 con una splendida punizione che gli vale anche l’aggancio a Roby Baggio nella classifica dei marcatori di sempre di serie A. I giallorossi rimesse le cose a posto cercano adesso di fare propria la partita, ma ecco quello che non t’aspetti, a 3′ dalla fine della prima frazione di gioco il giovane attaccante norvegese Huseklepp sigla una splendida rete in torsione di testa, la sua prima in serie A, portando nuovamente in vantaggio la squadra di casa. Si va a riposo sul 2-1. Al rientro dagli spogliatoi Montella corre ai ripari e sostituisce uno scialbo Menez con Borriello, ma dopo soli 3 minuti De Rossi si rende protagonista di un bruttissimo gesto nei confronti di Bentivoglio, colpevole di averlo irriso con un tunnel, il rosso è inevitabile. Roma che rimane in dieci e partita che si complica ulteriormente. Quando tutto sembra presupporre ad un’ennesima occasione mancata per l’undici capitolino, ecco che il Bari decide di rimettere in corsa gli avversari, Belmonte atterra in area Juan, è rigore, Totti si presenta sul dischetto e fa 2-2, 14 in campionato e 206 in serie A. Passano 60 secondi e su un’azione dalla destra di Romero, il difensore brasiliano rischia l’autogol ma la sua deviazione sbatte sul palo a Doni batttuto. La partita rimane viva ed emozionante. Al 32′, sugli sviluppi del calcio d’angolo la Roma resta in avanti e Borriello viene atterrato in area da Glick. Alla moviola si noterà poi che anche l’attaccante napoletano ha strattonato il difensore barese, che verrà anche espulso dall’arbitro Russo per eccessive proteste. Nuovo calcio di rigore, stesso angolo ma stavolta, Gillet sfiora quel tanto che basta per deviare la palla sul palo, si rimane sul pareggio. Finale incandescente, Ghezzal in contropiede colpisce la traversa con un splendido lob dal limite, dall’altra parte del campo, al termine di un’azione poco pericolosa, Perrotta e Masiello discutono e il romanista colpisce l’esterno biancorosso proprio sotto gli occhi dell’assistente di linea, rosso per il centrocampista e Roma in nove. Con cinque minuti di recupero e le squadre entrambe in inferiorità la partita pare aver avviarsi alla fine senza sorprese, ma come in ogni film che ha regalato continue sorprese, il finale non poteva deludere, ed ecco che sull’ultima azione della partita su un cross di Riise ciccato da Borriello, Rosi, probabilmente sbagliando il controllo, di pancia spinge in rete il punto del vantaggio giallorosso. Partita finita e Roma a -1 dal quarto posto, anche grazie alla pesante sconfitta dell’Udinese in casa della Fiorentina, e per una volta giallorossi pronti a tifare Juventus, nella partita che stasera vedrà impegnati i bianconeri all’Olimpico di Roma contro la Lazio.