Autore: PeppeG

  • Napoli, Insigne resta ma Zeman lo vuole a Roma

    Napoli, Insigne resta ma Zeman lo vuole a Roma

    Data per scontata la partenza di Lavezzi, del quale si aspetta a giorni l’annuncio ufficiale del passaggio al Psg e in pieno fermento per l’adeguamento di contratto di Cavani che qualora  non dovesse ottenere una cifra adeguata al proprio rendimento e status da top player, potrebbe cedere alle lusinghe delle sirene che lo vogliono lontano dal Vesuvio (vedi Juventus). L’altro punto cruciale della campagna acquisti dei partenopei è la conferma del giovane attaccante cresciuto nel vivaio azzurro Lorenzo Insigne che nella scorsa stagione ha ben figurato nelle fila del Pescara del guru Zeman.

    Proprio il tecnico boemo, tornato nelle scorse settimane sulla panchina della Roma, vorrebbe riportare alla propria corte il giovane attaccante napoletano e rimane alla finestra pronto a sfruttare la minima indecisione da parte della proprietà del Napoli, titolare del cartellino, per accaparrarsi le prestazioni del suo pupillo.

    Lorenzo Insigne| © Giuseppe Bellini/ Getty Images

    Attraverso le parole del proprio procuratore però il ragazzo ha fatto intendere che il suo sogno futuro è quello di giocare al San Paolo, nello stadio che fu del grande Diego Maradona.

    La volontà del Napoli è al momento quella di trattenerlo nelle proprie fila, aggregandolo ai partenti per il ritiro, c’è da capire se per utilizzarlo eventualmente come pedina di scambio per arrivare a qualche prezzo più pregiato, sacrificandolo in comproprietà o se il giovane avrà il proprio spazio all’interno di un gruppo che dopo la partenza del Pocho avrà sicuramente bisogno di qualche puntellatura. Inoltre il contratto di Insigne dovrebbe essere rivisto in merito anche alle promesse che il presidente De Laurentiis aveva fatto al ragazzo, qualora avesse dimostrato nella passata stagione di poter essere inserito nella rosa della prima squadra.

    Nel calcio si sa nulla è scontato e pronta ad approfittarne c’è sempre la Roma di Zeman, che al momento non ha effettuato nessun sondaggio con i partenopei e che potrebbe al massimo puntare sulla gratitudine che l’attaccante nutre nei confronti del tecnico boemo, che nello scorso campionato di B gli ha dato modo, a lui come ad Immobile e Verratti, altri pezzi pregiati del mercato, di esplodere a tal punto da ricevere le attenzioni dei maggiori club italiani e non solo. La situazione però pare ormai chiara, le parti si dovranno incontrare e smussare gli ultimi angoli della trattativa, ma il futuro dell’ex pescarese è sempre più a tinte azzurre.

  • Irlanda – Croazia, una lotta per il primato

    Irlanda – Croazia, una lotta per il primato

    Giornata di esordi italiani ad Euro 2012, oltre agli azzurri di Prandelli anche un vecchio guru del calcio di casa nostra disputerà la sua prima gara nella competizione continentale, stiamo ovviamente parlando di Giovanni Trapattoni, che alla guida dell’Irlanda affronterà alle 20.45 la Croazia.

    La vigilia di “Mister Calcio” come l’ha definito Bilic, allenatore della Croazia, riferendosi al nostro Trap, non è stata delle più serene, le critiche per alcune scelte tecniche non sono state digerite dall’ex allenatore di Inter e Juve, che in conferenza stampa ha regalato come al solito dell’ottimo materiale per tutte le tv del globo calcistico. Il modulo che adotterà sarà sicuramente un 4-4-2 molto coperto, con Given tra i pali, che si temeva dovesse saltare la gara per infortunio,  che avrà davanti una difesa a quattro in linea, composta dall’ex United O’Shea e Ward sugli esterni, St.Ledger e Dunne in mezzo. Centrocampo con le due ali pure ed intercambiabili l’ex Chelsea Duff e McGeady, mentre al centro agiranno Whelan ed Andrews. In attacco Doyle attaccante del Wolverhampton affiancherà il capitano Robbie Keane.

    Giovanni Trapattoni| © Handout/UEFA via Getty Images

    L’allenatore italiano in una recente intervista ha lasciato intendere che nulla è impossibile anche per la giovane Irlanda, poco avvezza alle competizioni europee, mancava dalla competizione dal 1988, ma che in un girone dove a farla da padrone dovrebbero essere Italia e Spagna, potrebbe rivelarsi come una lieta sorpresa.

     

    Dal canto suo la Croazia di Bilic sa di avere i favori del pronostico e dopo il pareggio delle due grandi nel pomeriggio vorrebbe approfittarne per portarsi in vetta alla classifica del girone. Anche in casa croata la situazione non è delle più rosee, l’attuale allenatore lascerà alla fine dell’avventura europea e ha perso alla vigilia tre elementi di spicco della propria formazione, su tutti Olic, che ha dato forfait proprio nell’ultima amichevole prima dell’inizio del torneo.
    La formazione scelta dal tecnico è speculare a quella dell’Irlanda, con un classico 4-4-2 dotato però di una maggiore qualità. In porta il portiere Pletikosa, con gli esperti Srna e Strinic a giostrare sulle fasce, Corluka-Schildenfeld coppia centrale che completa la linea a quattro di difesa. Il centrocampo è sicuramente il punto di maggior qualità della squadra balcanica, con Lucas Modric stella della squadra che agirà al centro affiancato da Vukojevic. Mentre Rakitic e Ivan Perisic del Dortmund ad agire sugli out. In attacco coppia gol formata da due cannonieri rispettivamente di Wolfsburg ed Everton, Mandzukic e Jelavic.

     

    Irlanda (4-4-2): Given; O’Shea, St Ledger, Dunne, Ward; McGeady, Whelan, Andrews, Duff; Keane, Doyle. All. Trapattoni

    A disp: Westwood, Forde, McShane, Kelly, O’Dea, Gibson, Hunt, Green, Walters, McClean, Long, Cox.

    Croazia (4-4-2): Pletikosa, Srna, Corluka, Schildenfeld, Strinic; Rakitic, Vukojevic, Modric, Perisic; Mandzukic, Jelavic. All. Bilic

    A disp: Kelava, Subasic, Simunic, Buljat, Pranjic, Vida, Badelj, Vrsalijko, Dujmovic, Kranjcar, Kalinic, Eduardo

  • Giovinco uomo mercato,Ghirardi gongola

    Giovinco uomo mercato,Ghirardi gongola

    Prezzo pregiato di questo mercato è Sebastian Giovinco, che non sa ancora dove giocherà e che maglia indosserà il prossimo anno, ma di certo non rimarrà alla corte ducale, troppo stretta la città di Parma, per ambizione e blasone, per un giocatore della sua caratura tecnica e che in questa stagione ha mostrato di aver raggiunto una certa maturità e di essere pronto per una squadra con obiettivi più nobili della salvezza.

    Le voci di mercato sul fantasista piemontese si rincorrono e il suo procuratore Claudio Pasqualin in più di un’occasione ha confermato che il futuro della Formica Atomica, potrebbe anche non essere in una della due società che ne detengono il cartellino:«Abbiamo registrato l’interessamento del City, ma Sebastian è molto seguito anche in Spagna e Germania».

    C’è però l’impressione che almeno in Italia, Giovinco non potrebbe e dovrebbe indossare nessun’altra maglia se non quelle o della Juventus o del Parma. La suggestione Napoli, pare essere molto lontana dal realizzarsi anche perchè, sebbene il patron De Laurentiis debba sostituire l’ormai sicuro partente Lavezzi, il talento italiano non pare essere alla portata della casse del club partenopeo, che quest’anno prospetta un mercato low cost e vista la quotazione elevata del giocatore, il Vesuvio, a meno di sorprese, non vedrà il trasferimento del numero 10 ducale.

    Sebastian Giovinco| © Dino Panato/Getty Images

    La pista più attendibile pare essere quella del riscatto juventino, la società, infatti, dietro le forti pressioni del tecnico Conte, dovrebbe riscattare l’altra metà concessa ai gialloblu e consentire alla Formica Atomica, una nuova possibilità di dimostrare il proprio valore anche con la pesante casacca bianconera, tanto più che al suo arrivo potrebbe trovare libero un numero pesante da sostenere, quel numero 10 appartenuto per 19 anni alla leggenda Del Piero.

    Tutto questo clamore intorno al talentino piemontese non fa che ingolosire il presidente Ghirardi, che sa benissimo di non poterlo trattenere e che vorrebbe monetizzare al massimo il profitto dalla cessione della propria metà. Le dichiarazioni a tal proposito non lasciano spazio ad interpretazioni, secondo il patron gialloblu, infatti, l’attaccante vale 40 milioni, non meno di Pastore e Sanchez e quindi un top player a tutti gli effetti.  E’ certo che la telenovela Giovinco non è destinata a concludersi al più presto e sarà una delle trame di mercato più complicate, per adesso le due società proprietarie del cartellino attendono la deadline del 22 giugno, data ultima per la risoluzione delle comproprietà, poi probabilmente il futuro del giocatore sarà ancora più chiaro.

  • Juventus Campione d’Italia, le pagelle scudetto

    Juventus Campione d’Italia, le pagelle scudetto

    E’ il trentesimo nel cuore e nella testa di tutti gli juventini, è quello più bello e inaspettato, quello che segna la rinascita dopo l’inferno della Serie B e dopo annate segnate da risultati molto deludenti, è quello che chiude il cerchio e riporta la Vecchia Signora sul trono più alto d’Italia, quello che per rango e blasone le spetta di diritto, prima con 84 punti e senza mai subire l’onta della sconfitta. Merito di un lavoro costante, di una società che c’ha messo un po’ ad ingranare, ma che ha avuto la giusta intuizione nello scegliere un bianconero puro, mettendolo alla guida di una squadra ben costruita, certo con qualche errore, ma ideata con un mix di giovani e veterani, affamati e vogliosi di prendersi quello che da troppo tempo mancava all’ombra della Mole.

    Le Pagelle

    Marotta-Paratici-Nedved 8: la nuova triade nata sotto l’egida di un Agnelli, ha avuto grosse difficoltà al suo primo anno dovendo ricostruire una squadra vecchia e stanca. Specie il duo ex-sampdoriano ha portato quell’esperienza che era mancata alla precedente dirigenza per far risorgere dalle ceneri la gloriosa maglia bianconera. Il terzo elemento aggiuntosi in seguito è colui che ha permesso ai dirigenti di capire cos’è la Juve, cosa vuol dire vivere e indossare determinati colori e combattere per essi.

    Andrea Agnelli 9: ha ripreso da dove Calciopoli aveva interrotto, al suo arrivo ha cancellato quanto fatto nelle annate precedenti e si è accollato il peso di decisioni talvolta impopolari che gli sono però valse il rispetto di tutto il popolo della Vecchia Signora. Ha voluto Conte, ha voluto Nedved in società e ha voluto continuare il progetto dello stadio per regalare una casa alla sua Juventus, una casa dove poter arricchire la propria bacheca.

    Antonio Conte | © ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages

    Antonio Conte 10: voto massimo per il condottiero della Juve, è riuscito nell’impresa di rinvigorire giocatori che sembravano non essere da grande squadra, ha riportato la juventinità nello spogliatoio e dopo aver conquistato la qualificazione in Champions ha realizzato un capolavoro che neanche ai suoi maestri era riuscito prima, vincere al primo anno senza perdere neanche una partita, un’impresa che rimarrà impressa negli annali della storia bianconera e non solo. Oltre a questo ha regalato alla squadra un’identità ed un gioco che da molti anni non si vedevano alla corte bianconera.

    Gianluigi Buffon 9: è il portiere numero uno in Italia e in Europa da anni, troppe volte messo in discussione e criticato anche dallo stesso popolo bianconero con la memoria troppo corta, quest’anno molto spesso le sue pagelle sono state un s.v. perchè quasi mai è stato chiamato in causa per fare ciò che meglio gli riesce, ha reso più interessante, diciamo così, il finale di campionato con quell’errore di piede nella partita casalinga contro il Lecce che è valso il pareggio dei salentini, ma negli anni a venire nessuno ricorderà quella gaffe. SUPERMAN

    Marco Storari 7: secondo silenzioso e mai invadente, del resto quando a rubarti il posto è un certo signor Buffon, non puoi mica pretendere tanto. Ha sempre risposto presente quando è stato chiamato in causa ed è anche merito suo se la squadra dopo aver vinto lo scudetto potrà giocarsi una preziosa finale di Coppa Italia. GREGARIO DI LUSSO

    Alexander Manninger 6: ha vissuto nottate di gloria in maglia bianconera come quella del Bernabeu espugnato con doppietta del capitano, quest’anno ha lavorato in silenzio godendo dei frutti del sudore altrui. ONORE AL MERITO

    Andrea Barzagli 9: una forma spettacolare, preciso negli interventi, mai fuori tempo ha disputato un campionato su livelli da Campione del Mondo ed è certamente uno dei migliori acquisti della gestione Marotta-Paratici. Anche Prandelli sarà stato felice di vederlo così. THE WALL

    Giorgio Chiellini 9: ha cominciato da centrale, poi è passato esterno sinistro, poi terzo di sinistra della difesa a 3, una duttilità tattica e una grinta figlia di chi ha vissuto quel periodo con una gran voglia di rivalsa, con la fame e la rabbia di voler tornare a certi livelli. Giorgione ci mette l’anima e la testa come quando a Roma pareggia con una zuccata il momentaneo vantaggio di De Rossi. KING KONG

    Leonardo Bonucci 8: rinato, risorto e tornato a nuova vita anche in una stagione decisamente con alti e bassi per lui, ha il merito però di credere in se stesso, di riprendersi una maglia da titolare, di siglare gol importanti come quello a Palermo e di fornire l’assist del gol scudetto a Vucinic. LAZZARO

    Stephan Lichtsteiner 8,5: arrivato in estate per una cifra ragguardevole, il laterale svizzero va subito a segno alla prima giornata, su una schema che molto spesso si ripeterà in stagione e che lo porterà a siglare un’altra rete a Bergamo. Sempre presente in attacco e difesa, un motorino inarrestabile. PENDOLINO

    Paolo De Ceglie 7,5: è sempre stato un oggetto del mistero per tutto il popolo bianconero, ma quest’anno non ha mai sbagliato una gara quando è stato chiamato in causa. SBOCCIATO

    Martin Caceres 7,5: ha fortemente rivoluto la maglia bianconera e la dirigenza ha rinunciato a Guarin per poterlo riaccogliere tra le proprie fila, una scelta decisamente azzeccata visto che appena arrivato ha messo a segno da terzino una doppietta a San Siro contro il Milan in Coppa Italia, ipotecando di fatto la finale. MATURATO

    Andrea Pirlo 10: l’uomo in più di quest’anno, metronomo di un centrocampo perfetto direttore d’orchestra di una squadra che sotto i suoi passaggi ha composto musica. Dato per finito troppo presto dal Milan ha avuto la sua personale rivincita in maglia bianconera. GENIO

    Arturo Vidal 9,5: arrivato come oggetto misterioso del mercato bianconero, ha convinto Conte a cambiare modulo e dire che la mossa è stata azzeccatissima è dire poco, una stagione di altissimo livello quella del Guerriero bianconero, recupera palloni su palloni a centrocampo e non disdegna di siglare gol esteticamente meravigliosi, vedi gol contro il Napoli. RE ARTU’

    Claudio Marchisio 9,5: la stagione della consacrazione per il capitano bianconero del futuro, gol di alta scuola come quello al Parma e prestazioni spettacolari come quella casalinga contro il Milan, dove lascia il segno per ben due volte. PRINCIPINO

    Simone Pepe 8: rinvigorito dalla cura Conte, più libero di agire anche in zona gol e si vede, meglio la prima parte della stagione che la seconda. Fondamentale quello che vale il pareggio contro il Napoli. SOLDATINO

    Emanuele Giaccherini 7,5: Voluto fortemente da mister Conte e difeso a spada tratta dallo stesso tecnico bianconero che ha più volte ribadito che se il ragazzo fosse stato brasiliano non ci si sarebbe sorpresi più di tanto di vederlo indossare la maglia della Juventus. GIACCHERINHO

    Marcelo Estigarribia 7: vera rivelazione della Coppa America è stato un ottimo gregario, nobilita la sua stagione mettendo la firma nella decisiva rimonta di Napoli. EL CHELO

    Elijero Elia-Milos Krasic 6: poche apparizioni per entrambi ma una rete all’attivo per il serbo importante ai fini del risultato. Un unico lampo in una stagione incolore che l’ha visto poi finire ai margini della squadra, probabile il suo addio a fine stagione. Stesso discorso per il vero oggetto del mistero della campagna acquisti bianconera il giovane olandese ha avuto pochissime occasioni di mettersi in mostra e sarà ricordato come una meteora negli annali juventini visto che ha già annunciato di voler lasciare la squadra. DESAPARECIDOS

    Luca Marrone-Simone Padoin 6: entrambe ricorderanno a lungo questa stagione, sempre pronti quando sono stati chiamati in causa, hanno mostrato di essere sempre a disposizione della squadra. Entrambi si levano anche lo sfizio di entrare nel tabellino dei marcatori, il secondo nella gara contro la Fiorentina mentre il primo con un bolide nell’ultima di campionato ieri contro l’Atalanta. GREGARI

    Marco Borriello 7,5: arrivato a Gennaio c’ha messo un po’ per entrare nel cuore dei tifosi bianconeri, ma il gol contro il Cesena, fondamentale per la corsa scudetto gli ha facilitato molto il compito. OPPORTUNISTA

    Fabio Quagliarella 7,5: l’anno scorso fino al suo infortunio la Juventus viaggiava spedita, quest’anno Conte ha dovuto aspettarlo e dosarlo per fargli recuperare fiducia in se stesso, l’allenatore è stato ripagato con prestazioni sempre molto sufficienti. SCUGNIZZO

    Alessandro Matri 8: in molte partite ha tirato avanti la carretta di un attacco che appariva sterile, nelle ultime partite ha perso un po’ di smalto sotto porta, anche per il grosso lavoro di sponde che richiede il mister, ha avuto il merito di siglare forse il gol più importante della stagione, quello del pari a San Siro contro il Milan. UTILE

    Mirko Vucinic 9: doveva essere il top player tanto invocato durante il mercato acquisti, il montenegrino è genio e sregolatezza, ma quest’anno alla corte della Vecchia Signora ha mostrato, specie nella seconda parte di stagione, molta più maturità e costanza nelle prestazioni, suo il gol scudetto. FENOMENO

    Alessandro Del Piero 110 e lode: Laurea summa cum laude per i suoi 19 anni in maglia bianconera, coronati da una vittoria tanto bella quanto inaspettata, in molti sperano che rimanga ancora, ma nel frattempo si godono le giocate che il capitano è ancora in grado di regalare, chiedere a Marchetti in campionato e Stekelenburg in Coppa Italia. Per parlare di Alex servirebbero pagine intere e speriamo che quelle pagine non si concludano il 20 maggio a Roma. INFINITO

  • Roma – Napoli 2-2, Simplicio salva Luis Enrique

    Roma – Napoli 2-2, Simplicio salva Luis Enrique

    Doveva essere la partita del riscatto per la Roma ed in un certo qual modo lo è stata, purtroppo per i giallorossi il pari, acciuffato in extremis, non serve a molto se non a dare fiducia agli uomini di Luis Enrique, che nel primo tempo del match di ieri e dopo il black out valso il ribaltone del Napoli, hanno dimostrato di essere in grado di fornire prestazioni di ottima qualità.
    Il posticipo serale dell’Olimpico è la sintesi di tutta la stagione di entrambe le squadre, la Roma a tratti spettacolare ma inconcludente e molto fragile psicologicamente, mentre il Napoli sornione e cinico, ma troppo distratto e ingenuo su palloni vaganti. Due squadre quelle a confronto che danno dimostrazione di avere un ottimo impianto di gioco, ma che per diventare grandi dovranno studiare ancora molto.

    I padroni di casa ci tengono a far bella figura davanti al proprio pubblico per riappacificarsi con i tifosi e soprattutto per dimostrare che il progetto che ha come condottiero il tecnico spagnolo è vivo e ha la massima fiducia di tutta la società. Effettivamente la rabbia agonistica mostrata nel primo tempo fa presagire ad una nottata a forti tinte giallorosse, i romanisti, infatti, dopo aver concesso un paio di occasioni agli avanti partenopei, si scatenano portando avanti con rabbia un vero e proprio assedio, collezionando in 4 minuti, esattamente tra il 25° e il 29°, tre nitide palle gol, la più clamorosa è quella che capita sui piedi di Gago, che da pochi passi riesce a sbagliare un gol praticamente già fatto, su una conclusione di Totti respinta alla bene e meglio da De Sanctis, il centrocampista argentino sul tap-in manda fuori da metri zero. Ci prova poi Bojan a scaldare le mani dell’estremo difensore napoletano con una bella bordata da fuori e sempre il piccolo canterano a fornire un bel assist al compagno Marquinho che di testa  spedisce alto, ma per il centrocampista, arrivato a gennaio, l’appuntamento col gol è solamente rimandato, a pochi minuti dalla fine del primo tempo, infatti, il numero 7 porta in vantaggio meritatamente i padroni di casa finalizzando al meglio un ottima manovra sviluppatasi sulla sinistra sull’asse Totti-Rosi, che ha portato quest’ultimo a mettere un ottimo pallone in mezzo per l’accorrente compagno che di esterno sinistro non lascia scampo a De Sanctis.

    Fabio Simplicio | © Paolo Bruno/Getty Images

    Si va a riposo con i padroni di casa avanti e sostenuti dal loro pubblico.
    Al rientro dall’intervallo ci si aspetta un’ovvia reazione del Napoli che è stato del tutto assente nella prima frazione ed eccola che questa non si fa attendere, passano appena 3 minuti e Zuniga, che durante i primi 45′ era stato impalpabile e completamente sovrastato da Rosi, s’inventa un gol straordinario scagliando un bolide da 30 metri che batte l’incolpevole Lobont e riporta la gara in parità. Un minuto dopo Marquinho, ancora lui, prova ad emulare l’avversario e dalla parte opposta prova a sorprendere De Sanctis con un bel mancino che finisce poco a lato.

    E’ l’ultimo sussulto giallorosso che poi per mezz’ora crolla e subisce la pressione degli azzurri che con l’ingresso di Pandev, adesso, provano a vincere la partita creando grossi pericoli alla porta di Lobont fino ad allora quasi mai impegnato, clamorosa l’occasione di Maggio che a tu per tu con l’estremo romanista si fa ipnotizzare e sbaglia clamorosamente. Due minuti dopo però ecco che si consuma la beffa per i padroni di casa, quando Cavani, 22 gol per lui in questa stagione, s’inventa un gol da cineteca, con un tiro a giro sul secondo palo sul quale il numero uno giallorosso nulla può. Sembra il colpo del K.O. per la Roma, per la Champions e per il progetto tanto declamato dall’inizio dell’anno.

    La Roma però ha il carattere del proprio allenatore e non vuole mollare dimostrando che è ancora viva e allora ecco che dal protagonista che non ti aspetti viene fuori una splendida giocata, parliamo di quella del giovanissimo Tallo che fatto fuori un avversario sul lato corto dell’area mette dentro un pallone invitante sul quale si avventa Simplicio, bravo e opportunista il brasiliano che sigla il punto del pari salvando Lucho e tutta la baracca.

    Un risultato tutto sommato giusto per quello che si è visto in campo, con due squadre che per larghi tratti si sono equivalse e che hanno ancora tanto da migliorare specie nella fase difensiva e di non possesso palla. Un pari però che potrebbe avvantaggiare le dirette concorrenti per il posto Champions, specie l’Inter che oggi affronterà in una gara alquanto semplice un Cesena già retrocesso e che non ha niente da chiedere a questo campionato.

    Pagelle Roma

    Rosi 6: un primo tempo spettacolare presente sia in fase offensiva, suo l’assist per Marquinho, che in fase difensiva, aggiudicandosi il duello con Zuniga. Poi nel secondo tempo un crollo vertiginoso che lo porta a sbagliare anche le cose più banali.

    Gago 6: ha sulle spalle un clamoroso errore che difficilmente dimenticherà e che avrebbe potuto cambiare la partita, ma nel complesso è autore di una buona prova regalando ordine al centrocampo della propria squadra.

    Bojan 6: nel primo tempo corre e si danna l’anima, provando anche a rendersi pericoloso, nelle ultime uscite sta cercando di riscattare un campionato nettamente al di sotto di tutte le aspettative d’inizio stagione.

    Totti 6: nel primo tempo mette lo zampino in tutte le azioni pericolose della propria squadra, poi cala vistosamente, ma è pur sempre il capitano e al momento la squadra non può prescindere dalla sua presenza in campo.

    Marquinho 7: arrivato come oggetto misterioso del mercato di gennaio, si sta rivelando un ottimo acquisto, sigla il gol del vantaggio e arriva più volte vicino al raddoppio, prezioso anche in fase d’interdizione.

    Pagelle Napoli

    Fernandez 5,5: il sostituto di Campagnaro nella prima frazione di gioco non brilla in difesa e troppo spesso si fa infinocchiare dagli avversari, nel secondo tempo riesce a prendere le misure anche se dalla sua parte arriverà il cross per il punto del pareggio romanista

    Zuniga 6: vale lo stesso discorso fatto per Rosi, nel primo tempo subisce la pressione dell’avversario e si schiaccia troppo, al rientro in campo prima si riscatta con un gol strepitoso, approfittando poi dell’entusiasmo e respingendo tutti gli attacchi che arrivano dalla sua parte, nel finale però si fa anticipare troppo facilmente da Simplicio.

    Dzemaili 6: nelle ultime gare ha sempre dimostrato di meritare più spazio, in questa si è limitato a svolgere il compitino, senza infamia e senza lode.

    Cavani 6,5: quando è in serata è devastante, quando non lo è sparisce dal gioco, la gara di ieri è a mezza via, nullo nel primo tempo, nel secondo s’inventa un gol da cineteca e poi lascia spazio ad un più fresco Lavezzi.

    Hamsik 5,5: sembrava essere tornato ai suoi vecchi standard ma ieri sera è stato troppe volte assente dal gioco, bravo in un sola occasione che però Lobont respinge con relativa semplicità.

    Video Roma Napoli 2-2

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  • Roma – Napoli, spareggio Champions

    Roma – Napoli, spareggio Champions

    Ultimo treno Champions per Roma e Napoli, che si affronteranno stasera in una partita che si preannuncia molto accesa, non solo per il calore delle due tifoserie, ma anche e soprattutto per gli opposti momenti di forma che le due squadre stanno attraversando.  Gli uomini di Luis Enrique, infatti, sono reduci da una brutta batosta in casa contro la Fiorentina e la quattordicesima sconfitta stagionale ha fatto perdere la pazienza anche al più speranzoso dei tifosi. In settimana il tecnico asturiano si è lasciato scappare qualche esternazione di troppo, sintomo di un nervosismo crescente nell’ambiente, che si ripercuote anche sui giocatori in campo, vedi Lamela e Osvaldo, entrambe squalificati per comportamenti antisportivi.

    Proprio a causa di queste squalifiche Lucho per la gara più importante della stagione giallorossa, dovrà fare a meno di molti uomini cruciali, come i già citati argentini, a cui si aggiungono De Rossi e notizia dell’ultima ora, anche il portiere Stekelenburg che contrariamente a quanto si pensasse non è riuscito a recuperare dal problema fisico che l’aveva colpito. A sostituire il numero 1 romanista ci sarà come nello scorso turno, il secondo portiere Curci.
    Chi invece sarà della partita è Borini, il giovane attaccante ex-Chelsea è pienamente recuperato e dovrebbe scendere in campo al fianco di Bojan e con il capitano Totti alle spalle.

    In mezzo al campo visto l’assenza di De Rossi, playmaker basso davanti alla difesa sarà Gago, con Pjanic e Simplicio, quest’ultimo favorito sul giovane Greco, ad affiancare il centrocampista ex madridista. In difesa solita linea a 4 con l’inedito utilizzo di Marquinho sull’out di sinistra, con Rosi a percorrere la fascia opposta e la coppia Heinze-Kjaer, a completare il reparto.

    Luis Enrique | © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

    In casa partenopea, invece, l’umore è diametralmente opposto da quello degli avversari, dopo 3 pesanti K O di fila, infatti, gli uomini di Mazzarri, sembrano aver ritrovato la verve d’inizio stagione e con delle ottime prestazioni si sono riportati sotto nella lotta per la conquista di quel pass importante per l’europa che conta.

    Il tecnico toscano dovrà anch’egli fare a meno di qualche pedina importante, come Campagnaro, e con un Lavezzi recuperato, ma non ancora al top della forma, l’intenzione sarà quella di confermare in toto lo schema che è valso la vittoria sul Lecce nel turno infrasettimanale, con la tradizionale difesa a tre, protetta da un folto centrocampo e con il solo Hamsik ad agire alle spalle del Matador Cavani, che ha confermato di non voler assolutamente lasciare Napoli e di voler rigiocare anche il prossim’anno la Champions.

    In difesa dunque spazio a Fernandez che affiancherà i titolarissimi Aronica e capitan Cannavaro. Mentre a centrocampo il terzetto centrale sarà composto da Inler, Gargano e lo splendido Dzemaili di questo periodo, lo svizzero è, infatti, apparso molto in forma e sta dimostrando a suon di prestazioni di meritare più spazio in questo finale di stagione cruciale per il futuro degli azzurri. Come detto in attacco Hamsik autore di un gol capolavoro a Lecce, agirà dietro el puntero Cavani, che radiomercato vorrebbe come prossimo partente, in direzione nord, non si sa se Italia o Europa.

    PROBABILI FORMAZIONI  ROMA-NAPOLI

    ROMA (4-3-1-2): Curci; Rosi, Kjaer, Heinze, Marquinho; Pjanic, Gago, Simplicio; Totti; Borini, Bojan. A disp.: Lobont, Taddei, Josè Angel, Greco, Viviani, Tallo, Piscitella. All.: Luis Enrique.

    NAPOLI (3-5-1-1): De Sanctis; Fernandez, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Inler, Dzemaili, Zuniga; Hamsik; Cavani. A disp.: Colombo, Grava, Britos, Dossena, Vargas, Pandev, Lavezzi. All.: Mazzarri.

  • Milan – Bologna 1-1, diavolo all’inferno

    Milan – Bologna 1-1, diavolo all’inferno

    Brutto stop per il Milan che davanti al proprio pubblico stecca clamorosamente e ottiene solo uno scialbo pareggio, raggiunto tra l’altro in extremis grazie al solito Ibrahimovic. Una gara che gli uomini di Allegri paiono affrontare col giusto piglio, attaccando fin da subito e rendendosi pericolosi con un tiro dalla distanza dell’attaccante svedese, ben parato a terra da Agliardi, oggi chiamato a sostituire il titolare Gillet. I padroni di casa cercano di mettere subito in chiaro le cose e al quarto d’ora vanno ancora vicini al gol sempre con il solito numero 11, che stavolta alza troppo la mira e spedisce sopra la traversa da posizione interessante.

    Nonostante la forte pressione ecco che al 26° avviene il fattaccio che cambierà le sorti della partita e potrebbe cambiare anche quelle del campionato, Van Bommel su pressione di Diamanti, ottima la sua prova, perde palle clamorosamente sulla trequarti e lascia spazio al contrattacco rossoblu, con lo stesso numero 23 che lancia in profondità Ramirez e l’uruguaiano bravo a sfruttare l’assist e a battere Abbiati in uscita.
    I rossoneri accusano il colpo e cominciano a perdere dinamismo, anche se alcuni minuti dopo riescono a rendersi pericolosi con Robinho che dopo una bella azione personale riesce a mettere in mezzo per Nocerino, anticipato di un soffio da Morleo in ripiegamento difensivo. La pressione degli uomini di Allegri pericolosi anche con Abate al 33°, lascia molto spazio ai contropiedi degli ospiti che con Mudingayi riescono ad arrivare caparbiamente al tiro, la mira del centrocampista non è però buona e la palla finisce fuori di poco. Si va a riposo con gli ospiti in vantaggio.

    Zlatan Ibrahimovic | © Marco Luzzani/Getty Images

    Al rientro in campo l’undici rossonero prova a rimettere la partita sui binari giusti, al terzo minuto è Nocerino ad avere una ghiotta occasione sempre da dentro l’area sfruttando una palla vagante, il centrocampista ex Palermo non aggiusta il tiro e di mancino spara fuori. Al 52° è stavolta Diamanti a rendersi pericoloso con un tiro-cross sul quale Abbiati ci mette una pezza.

    I minuti passano e l’impotenza dell’attacco milanista fa spazientire i tifosi presenti allo stadio e non solo. Ogni tentativo dei rossoneri sembra, infatti, essere vano e ben contrastato dall’ottima difesa felsinea che protegge la propria porta con ordine come nell’occasione in cui Cherubin riesce ad anticipare Cassano, nel frattempo subentrato ad uno spento Seedorf, liberato davanti ad Agliardi da un ottimo assist di Ibra, o affidandosi alla fortuna come all’87° quando lo svedese s’inventa un numero d’alta classe con una rovesciata che finisce di poco a lato, ma l’appuntamento con il gol è solo rimandato è al 90°, infatti, che arriva la tanto sospirata rete del pareggio con l’attaccante bravo a sfruttare uno splendido assist al bacio da parte di Emanuelson, battendo sul tempo sia il portiere che il difensore addetto alla sua marcatura. Il Milan prova a credere nella spettacolare rimonta, ma è troppo tardi e anche la sfortuna gioca la sua parte quando Robinho da pochi passi e totalmente libero in area spedisce a lato il gol che sarebbe valso la vittoria e il primato in classifica.

    Pagelle Milan

    Bonera 5: mai in partita si perde troppo spesso l’uomo e si fa saltare con troppa facilità essendo poi costretto a falli al limite del regolamento e che gli costeranno l’espulsione per doppia ammonizione, sostituire Thiago Silva non è di certo compito facile.

    Emanuelson 6: entra e nel finale fornisce due assist al bacio per Ibra e Robinho, il primo tramutato in gol, il secondo no. Ma in 10 minuti combina più del titolare Antonini.

    Van Bommel 4: a Milano ancora si chiedono come è possibile pretendere dall’olandese che ricopra il ruolo che fu di Pirlo, non è di certo uomo d’ordine e a cui affidare l’impostazione della manovra, la prova è quando si fa soffiare goffamente la palla da Diamanti spianando la strada al vantaggio ospite.

    Robinho 5,5: prova a darsi da fare ma in sostanza è molti giochi di gambe e poca sostanza, sfiora il gol del vantaggio a trenta secondi dal termine ma la palla finisce a lato sul suo pericoloso colpo di testa.

     Ibrahimovic 6: la sufficienza solo perchè con caparbietà riesce a rimettere in piedi una partita che l’aveva visto protagonista in negativo, una prova impalpabile quella dello svedese che non punge quasi mai e sbaglia anche qualche tocco di troppo, a tratti appare svogliato.

     

    Pagelle Bologna

    Agliardi 6,5: sostituire Gillet non è di certo compito facile ma il portiere classe ’83 non fa rimpiangere l’assenza del titolare e compie delle ottime parate sbarrando la strada alle incursioni degli avanti milanisti.

    Cherubin 7: copre, chiude e tiene botta, ottima prestazione da parte sua come da parte di tutta la difesa felsinea, chiamata ad un compito di certo non facile.

    Mudingayi 6,5: la sua è una partita tutta cuore e polmoni, da lui non si pretende altro, ha una buona occasione, ma arriva troppo stanco al tiro e spedisce fuori dopo essersi liberato bene al tiro.

    Ramirez 6,5: tecnica sopraffina, il suo sarà sicuramente un futuro radioso e purtroppo per i rossoblu lontano dalle due torri, ma fino ad allora si godranno le giocate di questo splendido giocatore che ha il merito di mettere pressione ad un Milan apparso stanco e svogliato, bravo ad ottimizzare una delle pochissime palle buone capitategli nel match.

    Diamanti 7: aveva detto che lo scudetto avrebbe preferito fosse finito al Milan,ma con la sua prestazione ed il suo prezioso assist ha regalato un prezioso assist agli “odiati” bianconeri. Una prestazione preziosa che vale come messaggio diretto a Cesare Prandelli.

    Milan (4-3-2-1): Abbiati 6; Abate 6, Nesta 5,5, Bonera 5, Antonini 5,5 (24′ st Emanuelson 6); Nocerino 6, Van Bommel 4 (27′ st Aquilani 5), Muntari 5,5; Seedorf 5 (11′ st Cassano 6); Robinho 5,5, Ibrahimovic 6. A disp.: Amelia, Yepes, Gattuso, Maxi Lopez.
    Bologna (3-4-2-1): Agliardi 6,5; Raggi 6, Portanova 6,5, Cherubin 7; Garics 6, Perez 6, Mudingayi 6,5, Morleo 6,5; Ramirez 6,5, Diamanti 7 (20′ st Taider 5,5); Di Vaio 5,5 (30′ st Acquafresca 6). A disp.: Stojanovic, Antonsson, Rubin, Kone, Gimenez.

     

    Highlights Milan-Bologna 1-1

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  • Milan Bologna Allegri si affida ad Ibra

    Milan Bologna Allegri si affida ad Ibra

    Partita fondamentale, per non perdere punti importanti e mettere pressione alla Juventus, quella che aspetta oggi il Milan. In questo 34° turno, cominciato sotto il ricordo di Piermario Morosini, i rossoneri saranno chiamati ad affrontare una partita molto delicata, contro un Bologna che in questo campionato s’è dimostrato grande con le grandi, levandosi grosse soddisfazioni come battere l’Inter a San Siro o pareggiare allo Juventus Stadium.

    Per superare l’ostacolo rossoblu, Allegri dovrà fare a meno dei soliti noti come Thiago Silva, Boateng e l’ammalato cronico Pato, anche se i primi due sono sulla via del recupero e dovrebbero essere disponibili per questo finale di campionato. Il tecnico toscano recupera Abate che scenderà regolarmente in campo occupando l’out di sinistra con Antonini ad occupare l’altro settore e la coppia Bonera-Nesta, a completare un reparto come detto orfano di un tassello importante come il centrale brasiliano. In mediana confermato il terzetto tutto corsa e muscoli composto da Muntari, Nocerino e Van Bommel nel ruolo di regista arretrato che avrà come vertice alto del rombo Seedorf, il numero 10 milanista agirà alle spalle della coppia composta dall’insostituibile Ibrahimovic e da uno a scelta tra Robinho e Cassano, con il brasiliano in vantaggio sul Pibe de Bari che però potrebbe rappresentare la carta a sorpresa dello schieramento rossonero. A tal proposito Allegri non ha ancora sciolto le riserve anche se alla fine probabilmente opterà per la coppia Ibra-Binho, visto anche la lungo degenza del talento barese che non ha ancora i 90′ nelle gambe e potrebbe risultare più decisivo a partita in corsa.

    Massimiliano Allegri | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    Il Bologna arriverà a San Siro con lo spirito della squadra che da questa partita ha tutto da guadagnare, ormai ad un passo dalla salvezza matematica, la squadra felsinea avrà il vantaggio di potersi giocare la partita a visto aperto schierandosi anche con un modulo un po’ più spregiudicato.

    In casa rossoblu tutti o quasi a disposizione per Pioli, che dovrà solo fare a meno di una pedina importante come il portiere Gillet, che sarà sostituito da Agliardi. Per il resto solito 3-4-2-1 con il terzetto difensivo composto da Raggi, Portanova e Cherubin. In mediana sugli esterni agiranno Garics e Rubin, entrambe avranno il compito di tenere a bada le sfuriate dei terzini rossoneri, rinculando in fase di difesa e trasformando di fatto la linea a 3 in una 5 più coperta. In mezzo la coppia muscoli e polmoni Mudingayi-Perez, a far da diga e coprire le due mezze punte Diamanti e Ramirez che avranno il compito di rifornire il loro capitano Di Vaio, schierato come unica punta, e ovviamente di cercare il gol con qualche tiro dalla distanza data la loro notevole capacità balistica. Sarà sicuramente una partita importante per il trequartista toscano che spera di continuare a far bene per poter sperare in una chiamata per la spedizione europea, da parte del Ct Prandelli.

    PROBABILI FORMAZIONI MILAN BOLOGNA

    Milan (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Bonera, Antonini; Nocerino, Van Bommel, Muntari; Seedorf; Ibrahimovic, Robinho. A disp: Amelia, Yepes, Gattuso, Aquilani, Emanuelson, Maxi Lopez, Cassano. All.: Allegri.

    Bologna (3-4-2-1): Agliardi; Raggi, Portanova, Cherubin; Garics, Perez, Mudingayi, Rubin; Ramirez, Diamanti; Di Vaio. A disp.: Stojanovic, Antonsson, Morleo, Kone, Taider, Gimenez, Acquafresca. All.: S. Pioli

  • Juventus Vucinic determinante per lo scudetto

    Juventus Vucinic determinante per lo scudetto

    Difeso da Conte che l’ha sempre reputato fondamentale per il proprio gioco e molto spesso criticato dagli addetti ai lavori, insomma Mirko Vucinic, al solito croce e delizia di ogni squadra in cui ha militato.

    Il montenegrino doveva essere l’arma in più di questa nuova Juve, che puntava e punta forte su di lui come sostituto naturale dell’immenso capitano bianconero Alex Del Piero, tornato alla ribalta in questo ultimo periodo per i suoi gol fondamentali per alimentare un sogno chiamato scudetto. A sprazzi, Vucinic  ha mostrato lampi di pura genialità,(vedi partita contro il Milan), ed è un po’ quello che tutti i tifosi juventini si aspettano da lui, troppo spesso intervallati da partite anonime concluse spesso con la sostituzione.

    Anche se la forza del nuovo corso bianconero è quello di non dover dipendere da nessun singolo, siamo certi che mister Conte, in questo periodo cruciale della stagione si aspetta dall’attaccante ex Roma quel qualcosa in più che possa condurre la propria squadra alla conquista di quel ambito trofeo che da tanto, troppo, tempo manca dalla bacheca della società di Corso Galileo Ferraris.

    Mirko Vucinic | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Quale miglior occasione per il montenegrino se non quella che lo vedrà affrontare domenica sera, nella bolgia dello Juventus Stadium, i suoi ex compagni della Roma. Una partita fondamentale per la Vecchia Signora che dovrà superare l’ostacolo giallorosso per continuare a mantenere la vetta della classifica.
    Juventus Vucinic nella capitale non ha lasciato un buon ricordo, soprattutto per la sua forte insofferenza alle critiche dei tifosi, che nel suo ultimo periodo all’ombra del cupolone non gli avevano perdonato di essere troppo discontinuo e poco incisivo nei meccanismi della squadra. Dal canto suo il montenegrino anche in una recente intervista non si è lasciato andare a smielati “Amarcord”, anzi, ha sottolineato che a Torino la sua vita soprattutto calcistica è notevolmente migliorata. Sente la fiducia dell’ambiente e dell’allenatore che anche nei periodi meno brillanti l’ha difeso a spada tratta reputandolo, come detto, fondamentale per il proprio impianto di gioco, a prescindere dal modulo adottato, infatti, il numero 14 è sempre sceso in campo.

    Adesso tocca a lui dimostrare che la fiducia è stata ben riposta e trascinare la Juventus in quest’ultima volata che potrebbe portare sotto la Mole, lo Scudetto, che ad inizio stagione sembrava essere una meravigliosa utopia.

  • Napoli – Atalanta 1-3, addio Champions

    Napoli – Atalanta 1-3, addio Champions

    Partiamo dalla fine, dai fischi assordanti che riecheggiano nel San Paolo e che accompagnano l’uscita dal campo dei giocatori di casa, il Napoli cade e il botto è fragoroso, d’altra parte i numeri parlano chiaro tre sconfitte nelle ultime tre partite, con 9 reti subite e solamente due realizzate, terzo posto che ormai diventa una chimera e squadra allo sbando e senza identità, lontana parente di quella che faceva sognare giorni di gloria a tutto il suo pubblico nelle serate di Champions e che usciva con l’onore delle armi dallo Stamford Bridge.

    La squadra di Mazzarri arriva, falcidiata dalle assenze, alla sfida decisiva per sperare ancora nella terza piazza contro un avversario che non ha molto da dire al proprio campionato, ma questa non è una giustificazione per la prestazione dei padroni di casa, che già al decimo minuto si ritrovano sotto di una rete grazie al bel sinistro incrociato di Jack Bonaventura, la gioia bergamasca però dura pochissimo è, infatti,  Lavezzi a rimettere la partita in pari sfruttando una corta respinta di Consigli su un tiro sempre dello stesso attaccante ben liberato alla conclusione da un gioco di gambe di Pandev. Il primo tempo si chiude sul punteggio di parità, con una partita che non offre grosse emozioni agli spettatori. Se non un tiro sparato da Schelotto addosso a De Sanctis.

    Ad inizio ripresa le squadre rientrano in campo con gli stessi interpreti e con la stessa musica, i bergamaschi a fare la partita ed il Napoli a subire. La spinta degli orobici porta ottimi frutti stavolta è il capitano nerazzurro Bellini, a sfruttare un delizioso assist di Scheletto e a battere l’incolpevole numero uno azzurro in semi-rovesciata. Il tecnico livornese prova a dare stabilità a centrocampo inserendo Inler, ma la mossa risulta vana quando al 23° Carmona con un bolide da fuori trafigge De Sanctis e due minuti dopo Pandev lascia in 10 i suoi facendosi espellere per una pessima entrata su di un avversario.

    Carlos Carmona | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Da lì niente più Napoli in campo e l’Atalanta ha qualche occasione anche per siglare la quarta rete quando la palla ben calciata da Bonaventura s’infrange sul palo a De Sanctis battuto.

    Le pagelle di Napoli – Atalanta

    De Sanctis 5,5: totalmente incolpevole su tutte e tre le reti avversarie, non gli tocca far altro che raccogliere il pallone in fondo al sacco e a rassegnarsi sperando di tornare ai giorni in cui commentava con toni alquanto strani le reti dei proprio compagni.

    Grava 4,5: al rientro da titolare per sostituire squalificati ed infortunati, il difensore vive una serata pessima si vede passare avversari da tutte le parti e non riesce a tamponare mai sulle sortite degli avversari.

    Hamsik 4,5: ancora una prova sottotono per lo slovacco che schierato a centrocampo a scapito di Inler, non riesce ad essere all’altezza della situazione.

    Pandev 5: fornisce prima un assist al bacio a Lavezzi, poi sul 3-1 perde la testa e si fa espellere per un fallaccio su di un avversario.

    Lavezzi 6: è l’unico a meritare la sufficienza in una partita da cancellare, aldilà del gol però non riesce a concludere nulla, è un predicatore in una valle deserta.

    Atalanta

    Consigli 5,5: non corre grossi pericoli, ma non è del tutto impeccabile sul gol del momentaneo pareggio napoletano.

    Bellini 7: il capitano di giornata si distingue sia in difesa che in attacco dove sfruttando un assist delizioso di Schelotto, insacca in acrobazia.

    Bonaventura 7: colpisce un palo clamoroso, sigla la prima rete della gara con un preciso diagonale di sinistro che batte l’incolpevole De Sanctis, mostrando ancor di più le tante pecche della difesa napoletana.

    Morales 7,5: è devastante, lo si ritrova per tutto il campo rendendosi pericoloso e regalando giocate di alta classe e qualità. i difensori partenopei non lo vedono non riescono nemmeno una volta a fermarlo.

    Carmona 6,5: aldilà del gol che mette la parola fine alla partita, ha il grande merito di orchestrare molto bene a centrocampo, fornendo una prestazione di quantità oltre che di qualità.

    Napoli (3-4-1-2): De Sanctis 5,5; Grava 4,5 (30′ st Aronica sv), Fernandez 5,5, Campagnaro 5,5; Dzemaili 5, Gargano 4,5 (24′ st Vargas 5), Hamsik 4,5 (19′ st Inler 5,5), Dossena 4,5; Pandev 5; Lavezzi 6, Cavani 5. A disposizione: Colombo, Fideleff, Dezi, Ammendola. All.: Mazzarri 5.

    Atalanta (4-4-1-1): Consigli 5,5; Bellini 7, Lucchini 6,5, Stendardo 6, Peluso 6,5; Schelotto 6,5 (19′ st Ferreira Pinto 6), Cazzola 6,5 (32′ st Mutarelli sv), Carmona 6,5, Bonaventura 7 (40′ st Raimondi sv); Moralez 7,5; Denis 6,5. A disposizione: Frezzolini, Gabbiadini, Ferri, Tiribocchi. All.: Colantuono 7.

    NAPOLI ATALANTA 1-3, HIGHLIGHTS

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