Autore: PeppeG

  • Roma così non va, Luis Enrique sulla graticola

    Roma così non va, Luis Enrique sulla graticola

    Si sa, che ad ogni cambio in panchina, all’interno di una squadra c’è sempre un periodo di assestamento necessario ai giocatori per capire cosa richiede loro il nuovo tecnico e per assimilare gli schemi di gioco, perchè il calcio è uno sport complesso e specie quando si vuole puntare all’eccellenza tramite il bel gioco, il tempo non è mai amico.

    © Samuel Kubani/Getty Images
    Questo è l’intento del canterano Luis Enrique, che ha portato una grossa ventata di entusiasmo da Barcellona, ma che pare ancora non riuscire a dare quel imprinting necessario per far fare il salto di qualità alla propria Roma, siamo al calcio d’Agosto s’intende e le gambe sono ancora imballate, ma la sconfitta, recuperabile, di ieri sera contro il modesto Slovan Bratislava, suona come un campanello d’allarme che i dirigenti romanisti e il tecnico devono ascoltare. Certo le scelte di lasciare fuori dal primo minuto Borriello e Totti per Okaka e Caprari, sembrano alquanto discutibili, e i due giocatori che in qualsiasi altra squadra sarebbero stati titolari indiscussi, potrebbero rivelarsi una bella gatta da pelare per il neotecnico. Certo la società per bocca di Walter Sabatini ha minimizzato la sconfitta e alla domanda sull’impressione del presidente De Benedetti per l’esclusione di capitan Totti, ha risposto: “Il presidente era contento per la firma. Ora non so come stia: sarà sorpreso, ma dovrà abituarsi alle difficoltà del mondo del calcio”. Sul mercato, almeno altri due uomini arriveranno: “Osvaldo è un’ipotesi, per Kjaer vedremo. Thiago Alcantara non è sul mercato, gode della stima dell’ambiente catalano”.   Di certo i tifosi romanisti contano molto sugli investimenti futuri per rafforzare la squadra e sperano di vedere una Roma al vertice, di certo per l’immediato futuro, si spera che gli uomini di Luis Enrique ribaltino il risultato dell’andata, impresa che anche con l’organico odierno non pare impossibile e titanica.

  • Ramirez è Juve-Fiorentina

    Ramirez è Juve-Fiorentina

    ©Getty Images
    E’ stata una delle sorprese dello scorso campionato, protagonista della splendida stagione del suo Bologna e negli ultimi giorni nome caldo del calciomercato, che si prepara ad un rush finale molto intenso. Stiamo parlando di Gaston Ramirez, che dopo aver suscitato gli interessi della Fiorentina, pare essere entrato nel mirino della Juventus, i bianconeri sempre in cerca di un esterno alto di centrocampo, consono al gioco di Conte, stanno varando varie ipotesi, tra cui anche quella del giovane trequartista uruguayano che per bocca del suo procuratore sarebbe ideale per gli schemi del neo tecnico juventino. L’interesse della società di corso Galileo Ferraris apre nuovi scenari nelle strategie di mercato anche del club viola, quindi i destini delle due società sembrano intrecciarsi, di certo la giovane età del ragazzo e gli ampi margini di miglioramento non fanno altro che aumentare le quotazioni, il prezzo dell’affare, chiunque lo chiuda,  dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 milioni, ma la Vecchia Signora avendo un organico in esubero, potrebbe mettere sul tavolo delle trattative molte interessanti contropartite tecniche. Il Bologna a quanto pare resta a guardare e attende di sfruttare a proprio vantaggio la particolare asta che si sta creando fra le due società, società che oltretutto sono sempre sedute al tavolo delle trattative per discutere di Manuel Vargas, l’esterno peruviano viene valutato sui 15 milioni, ma Marotta non pare voler accontentare le richieste del collega Corvino, anche perchè proprio Conte non sembra essere convinto della scelta. Ecco allora che le mire del Dg bianconero si sono spostati verso altri lidi, tra cui anche il giovanissimo Ramirez, a nostro avviso questa è una mossa per distogliere l’attenzione dal vero obiettivo di mercato, della Juve, un nome che era stato fatto ma che al momento nessuno prende in considerazione ovvero: Afellay. L’esterno del Barça è molto duttile ma con l’arrivo di Sanchez e quello di Fabregas, il suo spazio si è ridotto ulteriormente e forse cambiare aria potrebbe giovare al suo futuro, il passaggio dal blaugrana al bianconero un po’ sbiadito delle ultime annate, potrebbe essere un’ottima occasione per rilanciarsi e per rilanciare la Juventus.

  • Community Shield: Derby di Manchester

    Community Shield: Derby di Manchester

    Dopo la Supercoppa italiana giocata ieri, anche nel calcio d’oltremanica è ora di fare sul serio, si assegna, infatti, oggi nella splendida cornice dello stadio di Wembley, la Community Shield. La competizione come da prassi viene disputata fra la squadra vittoriosa in Premier League e quella  detentrice della coppa nazionale inglese, quest’anno, come accaduto ieri a Pechino, sarà un derby ad assegnare il primo trofeo inglese della stagione 2011-2012, si affronteranno, infatti, il Manchester United di sir Alex Ferguson e i cugini del City guidati dal nostro Roberto Mancini. La sfida si preannuncia calda e le due compagini, che già vantano un precedente nello stesso stadio risalente allo scorso Aprile e che vide i Citizens imporsi sui cugini Devils, di sicuro non si risparmieranno, aldilà del valore del trofeo un derby è pur sempre un derby. Moduli speculari quelli adottati dalla due squadre di Manchester, che useranno un classico 4-4-2. In casa City, la situazione non poteva essere migliore, gli uomini di Mancini arrivano alla partita dopo aver disputato un ottimo precampionato, ma senza l’asso argentino Tevez, sempre più lontano da Manchester, ma con un Aguero in più pronto a mostrare ai suoi nuovi tifosi di valere i 43 mln spesi dallo sceicco. La formazione del Mancio dovrebbe quindi vedere Hart fra i pali, Richards e l’ex laziale Kolarov esterni bassi e Lescott e Kompany coppia centrale a completare il pacchetto difensivo. A centrocampo Yaya Toure e Silva agiranno sulla linea dell’out e Milner e De Jong diga centrale, davanti probabile panchina per Bad Boys Balotelli, con Aguero a far coppia con Dzeko.

    Roberto Mancini | © Andrew Yates / Getty Images
    Manchester City (4-4-2): Hart, Richards, Lescott, Kompany, Kolarov, Y. Toure, De Jong; Milner, Silva, Aguero, Dzeko. Anche in casa Reds la voglia di vincere è tanta e così come i cugini i diavoli di Manchester sono reduci da un precampionato senza sconfitte, dove si è consumata anche una piccola vendetta nei confronti del Barça, vincitore in finale di Champions ma sconfitto 2-1 nel match estivo nella tournée americana delle due compagini. Tornando ad oggi sir Alex dovrà fare a meno del Chicharito Hernandez, tenuto a riposo precauzionale e quindi a far coppia con Rooney ci sarà il bulgaro Berbatov, dato per partente ma più volte dichiarato incedibile. La formazione vedrà De Gea tra i pali, quartetto difensivo con la titanica coppia centrale composta da Ferdinand e Vidic e con sugli esterni Rafael ed Evra. A centrocampo l’oggetto dei desideri juventino Nani agirà sull’out di destra, mentre Park occuperà l’altra corsia del campo, in mezzo l’esperto Giggs alla sua ultima stagione con la maglia dei Red Devils, farà coppia con Young. In attacco come detto Berbatov affiancherà Rooney. Manchester United (4-4-2): De Gea, Rafael, Ferdinand, Vidic, Evra, Nani, Giggs, Young, Park, Berbatov, Rooney.

  • Europeo Under 19, Spagna campione

    Europeo Under 19, Spagna campione

    In un momento in cui il calcio mondiale non vive un periodo esaltante guardare le partite delle giovani promesse regala sempre grandi emozioni, la prova è stata quello degli Europei under 19, in cui a trionfare è stata la Spagna. Nel vecchio continente, ormai si parla di calcio, la lingua ufficiale è solo lo spagnolo, ad ulteriore conferma, qualora ce ne fosse bisogno è arrivata la vittoria per 3-2 dopo i tempi supplementari, ai danni della Repubblica Ceca. Una partita molto ostica per l’undici allenato da Gines Melendez, che però ha dato prova di grande carattere nel ribaltare per ben due volte il risultato la situazione di svantaggio.

    © DANIEL MIHAILESCU/AFP/Getty Images
    Due volte davanti, i cechi, non sono riusciti a mantenere i nervi saldi e alla fine hanno ceduto il passo ai pari età spagnoli. Dopo un 1° tempo più o meno equilibrato la partita si accende subito dopo cinque minuti dall’inizio della ripresa quando i cechi si portano in vantaggio grazie al sinistro di Krejcì, che infila il portiere al termine di una bella cavalcata, dagli sviluppi di un calcio d’angolo arriva il pareggio della Spagna, con un rocambolesco tiro di Pardo che dopo una deviazione del compagno Aurtenetxe si insacca all’angolino destro. 1-1 quindi, ma il bello deve ancora venire, sono infatti, i tempi supplementari a regalare il vero show della partita, passa avanti la Repubblica Ceca con Lacha, che concretizza con un esterno destro ravvicinato una splendida azione della propria squadra. Pochi minuti più tardi, ci pensa il nuovo entrato Paco Alcacer a ristabilire la parità sfruttando a dovere una precisa sponda di testa da parte di un compagno e scaricando il pallone in rete da pochi passi. La Repubblica Ceca accusa il colpo e sparisce dal campo, a questo punto la sfida diventa un monologo delle giovani “furie rosse”, che iniziano a premere con decisione e si riversano nella metacampo avversaria trovando a pochi minuti dal fischio finale il gol della vittoria ancora grazie ad Alcacer, il quale imbeccato da un gran passaggio in profondità di Pardo, stoppa col petto e deposita in rete il definitivo 3-2. [jwplayer config=”240s” mediaid=”91196″]

  • Consigli per gli acquisti: Matias Defederico

    Consigli per gli acquisti: Matias Defederico

    Manca un mese esatto alla chiusura del calciomercato e negli ultimi giorni sia dall’estero che nel nostro campionato i grandi colpi cominciano ad occupare le prime pagine dei giornali, ma oltre ai soliti noti, ci sono tanti piccoli movimenti di mercato che stuzzicano la curiosità di appassionati e addetti ai lavori. Noi de Ilpallonaro, volevamo la scheda di uno dei tanti talenti del calcio sudamericano, per la precisione argentino, che già due anni fa era stato accostato ai grossi club europei come il Barcellona. Il nome nuovo di questa estate 2011, potrebbe essere quello di Matias Defederico, trequartista e all’occorrenza seconda punta di proprietà del Corinthias ma dal dicembre scorso in forza all’Independiente. Classe ’89, cresciuto calcisticamente nel vivaio dell’Huracan ha formato con il più “famoso” Javier Pastore una coppia devastante ai tempi della militanza nel club meno blasonato di Buenos Aires. Calciatore rapido di un 1,71 per 69kg, dotato di una tecnica sopraffina, Mati (così viene soprannominato) è un mancino naturale e per le sue giocate, finalizzate più all’assist che alla realizzazione personale, è stato spesso paragonato al proprio connazionale, più famoso, Leo Messi.

    © Mauricio Lima/Getty Images
    A soli 22 anni Defederico pare avere davanti un futuro più che florido e siamo certi che presto potremo ammirare le sue giocate anche in qualche campionato del vecchio continente, sperando che si tratti della nostra serie A, che purtroppo continua a perdere pezzi pregiati in fuga verso i soldi degli emiri, ma che in Argentina gode ancora di un certo credito, non a caso, il nostro campionato, nel paese del tango è chiamato “Calcio”. Ecco qualche giocata del nuovo talento argentino: [jwplayer config=”240s” mediaid=”90931″]

  • Coppa America bilanci e delusioni

    Coppa America bilanci e delusioni

    Finita la Coppa America è tempo di bilanci per tutte le nazionali che hanno partecipato alla competizione, sicuramente questa 43ma edizione è stata molto strana e ha regalato spesso delle sorprese, i pronostici, infatti, quasi mai sono stati rispettati e a riprova di questo sono state le clamorose qualificazione ai quarti di Venezuela, Perù e Paraguay, ai danni di compagini molto più accreditate alla vigilia, come l’Argentina, la Colombia, il Brasile e l’attesissimo Cile del nuovo blaugrana Alexis Sanchez. Partiamo dalle dolenti note, le squadre che ovviamente hanno più deluso non solo i propri tifosi ma anche quasi tutti gli addetti ai lavori, sono state Brasile e Argentina. La compagine carioca è arrivata alla competizione con molte speranze, ma a dire il vero non con una precisa idea di gioco, pur potendo contare su un potenziale offensivo strabiliante e su una difesa composta da elementi di altissimo livello. Proprio l’attacco è stato però quello che ha maggiormente deluso, il quartetto Neymar, Pato, Robinho, Ganso, reduce da un’annata vittoriosa con i rispettivi club, non hanno confermato quanto di buono fatto nel corso della stagione, anzi specialmente il talentino inseguito da mezza europa e pronto ad accasarsi a Madrid, sponda Real, non ha mai dato quel qualcosa in più che noi tutti ci aspettavamo dopo averlo visto in azione da protagonista in Coppa Libertadores, poco veramente troppo poco per chi è acclamato come l’erede di Pelè. Stesso discorso vale per un altro erede designato, quel Pato accostato alla vigilia della Copa al Fenomeno Ronaldo, che però di fenomenale ha mostrato molto poco, salito alle cronache di questa estate più per la sua storia d’amore con Barbara Berlusconi che non per le sue prestazioni in campo. Nonostante il fallimento però, la federazione brasiliana ha deciso, almeno per il momento, di confermare Mano Menezes  alla guida tecnica per dare continuità ad un progetto che prevede la conquista del Mondiale casalingo del 2014. Della stessa opinione non dev’essere stata la Federazione Argentina, che dopo la bruciante eliminazione ai quarti per mano dell’Uruguay, poi campione, è costata la panchina a Batista, un tecnico che non ha mai entusiasmato nè il popolo argentino legatissimo al pur non preparato Maradona, nè da Grondona gran capo dell’ AFA che lo aveva voluto per sostituire El Diego, alla fine del Mondiale sudafricano. El Checho c’ha provato in diversi modi a dare un gioco alla propria squadra, ma nonostante un attacco stellare, quello che è parso mancare alla squadra albiceleste è stata un’anima, l’assenza di un metronomo di centrocampo che potesse dettare i tempi e l’eccessiva aspettativa riversata su Leo Messi, osannato come nuovo Maradona sono stati fatali. Proprio la Pulce è stato il grande assente di questa manifestazione, mai in palla, poco reattivo e spesso anzi offuscato dalle prestazioni dei propri compagni di reparto, vedi Aguero.

    © Maxi Failla/AFP/Getty Images
    Troppe pressioni per uno che al Barça sembra un extraterrestre e che con indosso la casacca della propria nazionale torna un comune mortale con errori e giocate a metà, ciò che è parso evidente durante questa copa è che Messi è un fenomeno, ma non un capopopolo come lo era Maradona, parafrasando le parole di qualche giorno fa di Maxi Lopez, la colpa della disfatta e della scarsa verve di Leo, è che il Barcellona è un collettivo dove Messi si esprime alla grande da solista, l’Argentina no e lui ne risente.

  • Coppa America, stasera la finale Uruguay – Paraguay. Probabili formazioni

    Coppa America, stasera la finale Uruguay – Paraguay. Probabili formazioni

    Ultimo atto di questa 43ma edizione della Coppa America. Stanotte, infatti, alle 21 ore italiane, avrà luogo l’attesissima finale della competizione fra Uruguay e Paraguay. Le due squadre arrivano all’ultima partita con un cammino totalmente diverso l’uno dall’altra: la celeste ha eliminato, seppur ai rigori, avversari del calibro dell’Argentina padrona di casa e affidandosi spesso all’ottima verve del proprio cannoniere Suarez, mentre per quanto riguarda i guaranì curioso il loro approdo al match del Monumental, la squadra guidata dal Tata Martino si è qualificata con 5 pareggi senza vincere una sola partita, entro il tempo regolamentare.  

    dal web
    I precedenti danno per favorita l’Uruguay, che con 28 vittorie sui 68 incontri contro l’Albiroja, parte con i favori del pronostico anche grazie ad un maggiore tasso tecnico all’interno del proprio organico, ma questa edizione della Copa ci ha dimostrato come molto spesso essere favoriti possa essere considerato quasi un handicap. Il Paraguay è una squadra che pur non avendo un gran gioco, fa della difesa rocciosa e del contropiede la propria arma e punto di forza, arriva molto poco in zona gol, ma allo stesso tempo subisce poche reti, il compito degli uomini di Tabarez sarà molto arduo, e se l’undici uruguayano vorrà superare nella classifica iridata l’Argentina (14 successi per entrambe), dovrà dimostrare molto di più di quello fatto fin’ora.   Tabarez ha un unico dubbio chi schierare tra Arevalo e Gargano al fianco di Perez, rientrerà Caceres ed in difesa al fianco di Lugano confermato Coates visto che Scotti è ancora infortunato, ha recuperato invece Cavani che andrà in panchina in caso di necessità il Matador sarà chiamato in causa. L’undici titolare dovrebbe essere formato dallo strepitoso Muslera in porta, linea difensiva a quattro con Caceres appunto e Maxi Pereira sugli esterni, con Lugano e Coates a completare il reparto. In mediana spazio ad Alvaro Pereira e Gonzales sulle linee dell’out e gli “italiani” Gargano e Perez in mezzo, con il partenopeo leggermente più avanzato a sostegno della manovra e del tandem d’attacco composto da Forlan e dall’ispiratissimo Luis Suarez. Uruguay (4-4-2): Fernando Muslera; M. Pereira, Lugano, Coates, Caceres; Alvaro Pereira, Gargano, Perez, Gonzales; Diego Forlan, Luis Suarez. Nel Paraguay squalificato Martino ed il suo vice in panchina siederà l’allenatore delle giovanili, squalificato anche Santana ed indisponibile per infortunio Santa Cruz, in campo andranno Ortigoza, incredibilmente non squalificato dopo la rissa con il Venezuela, e Valdez che farà coppia in attacco con una delle delusioni della Copa America Lucas Barrios, si rivedrà nella squadra titolare anche Estigarribia, che era stato incredibilmente accantonato nei match precedenti nonostante avesse fornito delle prestazioni notevoli. Modulo speculare a quello della celeste per el Tata, con Villar in porta e linea difensiva a quattro composta da Alcazar e Da Silva al centro e Veron e Piris sulle fasce. A centrocampo come detto Ortigoza ed Estigarribia ad agire sulle linee laterali e in mezzo Riveros e Caceres. Davanti come detto la coppia Valdez-Barrios. Paraguay (4-4-2): Villar; Verón, Da Silva, Alcaraz, Piris; Ortigoza, Riveros, Caceres, Estigarribia; Valdez, Barrios. SPECIALE COPPA AMERICA 2011

  • Cile-Venezuela. Ultime e Probabili Formazioni

    Cile-Venezuela. Ultime e Probabili Formazioni

    Cile-Venezuela è l’ultimo quarto di finale di questa edizione della Coppa America, come per la maggior parte delle altre partite l’esito, visto i valori in campo, parrebbe scontato e invece, la manifestazione sudamericana non ha smesso di stupirci un attimo sovvertendo il più delle volte i pronostici fatti dagli addetti ai lavori e non solo. La roja del Nino Maravilla è quella che più ha impressionato nella prima fase a gironi e affronterà i Vinotinto con tutta la rosa al completo ed in formazione tipo, solito 3-5-2 per Claudio Borghi, in porta Bravo, difesa a tre con Contreras, Ponce e Jara. A centrocampo un quintetto a forti tinte “italiane” con l’udinese Isla e l’atalantino Carmona sugli esterni, al centro Medel con l’ex cesenate Jimenez e con il possibile futuro juventino Vidal. In attacco solita coppia Sanchez-Suazo.

    Cile (3-5-2): Bravo; Contreras, Ponce, Jara; Isla, Medel, Vidal, Jiménez, Carmona; Suazo, Sánchez.

    In casa venezuelana, Farias ritroverà Miku e Arango dopo il turn-over concessogli nell’ultimo turno, quello che è valso il pareggio con il Paraguay alla vinotinto e che è costato il primato nel girone. Il tecnico schiererà quindi Vega in porta, Cichero e Rosales sulle fasce laterali e Perozo e Vizcarrondo, coppia centrale a completare il quartetto di difesa. A centrocampo linea a tre formata da Gonzalez, Rincon e Lucena, con Arango spostato in posizione più avanzata a sostegno delle due punte Miku e Rondon.

    Venezuela (4-3-1-2): Vega; Cichero, Perozo, Vizcarrondo, Rosales; González, Rincón, Lucena; Arango; Miku, Rondón.

  • Paraguay-Brasile, in palio le semifinali

    Paraguay-Brasile, in palio le semifinali

    Dopo la cocente eliminazione dei padroni di casa ad opera dell’Uruguay e la sorprendente qualificazione del Perù di Vargas, stasera toccherà al Brasile di Mano Menezes confermare almeno un pronostico in questa strana Coppa America. I verdeoro affronteranno stasera alle 21, ora italiana, il Paraguay di Martino, per la seconda volta, le due squadre si erano già affrontate nella fase a gironi, e con un solo dubbio di formazione, che riguarda l’impiego del convalescente Thiago Silva. Il milanista dovrebbe essere della partita, ma la sua presenza non è sicura al 100% per questo è già in pre-allarme l’altro centrale, in forza al Chelsea, David Luiz. La formazione che il tecnico carioca manderà in campo dovrebbe prevedere lo stesso undici che ha superato l’Ecuador nell’ultima gara del girone.

    © Miguel Rojo/Getty Images
    Quindi 4-2-3-1 con Julio Cesar in porta, l’estremo difensore dell’Inter è chiamato al riscatto dopo la deludente prestazione dell’altra volta, linea difensiva con Maicon confermato sulla destra e Dani Alves ancora in panchina, sull’altra fascia agirà Andrè Santos e mentre la coppia centrale dovrebbe essere come detto composta da Thiago Silva e Lucio, con Luiz pronto a subentrare. A centrocampo confermato anche il duo Lucas Leiva-Ramires, con Ganso, Robinho e Neymar in posizione da trequartisti ad agire alle spalle del milanista Pato, che agirà da unica punta. Brasile (4-2-3-1) Julio Cesar; Maicon, Lucio, Thiago Silva, André Santos; Lucas Leiva, Ramires; Robinho, Ganso, Neymar; Pato. In casa guaranì invece l’unico dubbio è su chi tra Lucas Barrios e Valdez, farà coppia con il bomber Santa Cruz, il primo però pare essere avvantaggiato sul secondo. I paraguayani arrivano al match molto carichi, anche se con gli sfavori del pronostico, che però a quanto pare in questa edizione della Copa, visti i risultati delle sfide precedenti, non conta poi molto. Un duello interessante della sfida sarà quello che vedrà impegnati Maicon ed Estigarribia, quest’ultimo nella partita del girone, finita 2-2, aveva tenuto a bada Dani Alves disputando un’ottima prestazione, chissà se con l’esterno interista riuscirà a fare lo stesso. Classico 4-4-2 quello di Martino, con Villar tra i pali, Veron e Torres esterni bassi e Alcaraz e Da Silva a completare il reparto difensivo. In mediana come detto sul out di sinistra agirà Estigarribia, mentre sul versante opposto ci sarà Ortigoza, diga centrale composta da Vera e Riveros. Coppia d’attacco Santa Cruz-Barrios, con il primo già a segno contro i brasiliani nella seconda gara del girone C. Paraguay (4-4-2): Villar; Verón, Alcáraz, Da Silva, Torres; Ortigoza, Vera, Riveros, Estigarribia; Santa Cruz, Barrios.

  • Argentina-Uruguay, sfida tra regine. Dubbio Cavani, Lavezzi in panca

    Argentina-Uruguay, sfida tra regine. Dubbio Cavani, Lavezzi in panca

    E’ il big match di questi quarti, la partita fra le due squadre che più hanno vinto in questa competizione, 28 trofei in totale, 14 a testa, è la sfida fra due attacchi stellari e due difese non proprio solidissime, è Argentina-Uruguay.

    © Antonio Scorza/Getty Images
    Le due compagini si sfideranno quando in Italia sarà già mezzanotte e vorranno puntare assolutamente alla vittoria, in una gara che si preannuncia molto equilibrata nonostante il tifo sia tutto per i colori albiceleste. In casa argentina il tecnico Marcelo Bielsa pare intenzionato a confermare la squadra che ha battuto la Costa Rica mantenendo nella squadra titolare Gago, Di Maria ed Higuain e soprattutto Messi in quello che sa fare meglio il trequartista. L’undici di partenza sarà dunque composto da Romero in porta, Zabaleta e Zanetti sulle fasce laterali e Burdisso e Gaby Milito (avvicinato alla Lazio in queste ore) coppia centrale, a centrocampo come detto confermato il madridista Gago che farà coppia con Mascherano, a formare una diga per coprire i 4 delle meraviglie, il Kun Aguero sulla destra, l’attesissimo Messi al centro e Di Maria a sinistra, alle spalle del Pipita Higuain. Argentina (4-2-3-1): Romero; Zabaleta, Burdisso, Gabriel Milito, Zanetti; Mascherano, Gago; Agüero, Messi, Di María; Higuaín
    © Alejandro Pagni/Getty Images
    Nell’Uruguay ancora in dubbio Edinson Cavani, se come probabile non dovesse farcela sarà confermato il modulo più accorto il 4-4-2 con in campo il giocatore della Lazio Alvaro Gonzalez. Unico dubbio quindi sulla disponibilità o meno dell’attaccante napoletano, per il resto tutto confermato Muslera fra i pali, centralmente solita coppia Victorino-Lugano, Maxi Pereira e Caceres sulle fasce, a far coppia con Rios e il matador della scorsa partita Alvaro Pereira, al centro come detto al 90% Diego Perez dovrebbe far coppia con Alvaro Gonzalez, che sostituirà Edinson Cavani, lasciando il peso dell’attacco sulle spalle di Diego Forlan e Luis Suarez. Arbitro dell’incontro il paraguayano Amarilla. Uruguay (4-4-2): Muslera; Maxi Pereira, Lugano, Victorino, Cáceres; Arévalo Ríos, Diego Pérez; Álvaro González, Álvaro Pereira; Forlán, Luis Suárez.