Autore: PeppeG

  • Milan che rimonta. Ci pensa il Boa

    Milan che rimonta. Ci pensa il Boa

    A pensarci bene nessuno avrebbe mai potuto immaginare una domenica così, un Milan a due facce che subisce nel primo tempo e nel secondo rimonta una partita che sembrava ormai persa. Il protagonista assoluto è uno solo e si chiama Kevin Prince Boateng, Boa per i compagni, il ghanese grande rivelazione dello scorso anno, era finito nel mirino della critica che lo accusava di essere un tipo troppo mondano, alle “accuse” bisogna dire che ha risposto come meglio non poteva, protagonista in coppa e a dir poco favoloso nella gara di Lecce. Ma veniamo al match, i rossoneri scendono in campo ancora con la testa negli spogliatoi e va subito sotto, su una punizione di Grossmuller, Giacomazzi s’inserisce bene e bruciando sul tempo Yepes batte l’incolpevole Abbiati. Padroni di casa avanti e che confermano di meritare il vantaggio con un’azione avvolgente che porta al tiro Obodo, che chiama l’estremo difensore rossonero all’intervento in angolo. Poca cosa, invece, gli avanti ospiti che sembrano spauriti e che non impensieriscono mai o quasi il portiere salentino Benassi. Si attende la reazione del Milan e invece ecco ancora i giallorossi pugliesi che tra il 30° e il 37° confezionano due azioni che li portano sul triplice vantaggio, il secondo gol arriva su rigore dopo un erroraccio sul calcio d’angolo Abbiati atterra Corvia e consente ad Oddo di presentarsi sul dischetto e di siglare il classico gol dell’ex. Il terzo gol è opera di Grossmuller che sfruttando un tocco goffo di Antonini insacca a tu per tu con il portiere ospite. Si va al riposo con un rotondo 3-0 per i padroni di casa.

    Kevin Prince Boateng| © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images
    Al rientro dagli spogliatoi ci si aspetta una ripresa con un Lecce copertissimo a proteggere il copioso bottino e un Milan frustrato dalla mancanza di concentrazione del primo tempo. Allegri prova a cambiare le carte in tavola da subito sostituendo Ambrosini e Robinho con Aquilani e Boateng. Proprio questi cambi saranno determinanti, uno su tutti quello del Boa, che rivoluziona totalmente tutto l’andamento della partita siglando in meno di un quarto d’ora una tripletta, anche grazie all’aiuto del giudice di linea, che stordisce i salentini e rimette in corsa sia nella gara sia in campionato, i campioni d’Italia in carica. Al 48° Il primo morso del serpente ghanese è un bolide di sinistro scagliato sotto la traversa da dentro l’area di rigore, sei minuti dopo altro tiro stavolta di destro e dal limite dell’area su appoggio di Cassano, il terzo, invece, è un tiro poco velleitario ad onor del vero, ma insidioso a tal punto che il portiere Benassi non riesce a respingerlo. E adesso il Milan è un’altra cosa, ma il capolavoro non è ancora completo, il Lecce ormai non è più in campo e allora ecco che Yepes riscatta l’errore sul primo gol e sull’invitante cross di un barese doc come Fantantonio colpisce di testa e spedisce i lupi salentini in un incubo che alla fine del primo tempo mai avrebbero potuto immaginare di vivere. La vittoria dei rossoneri è un grosso segnale al campionato, ma è anche un piccolo gesto per ricordare un giovane milanista doc, deceduto nella mattinata, forse la vittoria del Milan avrà fatto ridere dall’alto il mitico SuperSic.

  • Lecce-Milan probabili formazioni. Turn over per Allegri

    Lecce-Milan probabili formazioni. Turn over per Allegri

    Il Milan prova a recuperare è nell’insolito anticipo di mezzogiorno va a Lecce a caccia dei tre punti che lo riporterebbero a ridosso delle prime. Probabile turn over in casa rossonera dove Allegri dovrebbe concedere un turno di riposo a Nesta, Van Bommel e Cassano, quest’ultimo in dubbio con Robinho. In difesa dovrebbe essere rimandato l’esordio dal primo minuto di Mexes non ancora al 100% a cui sarà verosimilmente preferito Yepes affiancato dal recuperato Thiago Silva, con Taiwo e Abate a completare il blocco difensivo. A centrocampo, come detto, turno di riposo per l’olandesone ex Bayern, i tre titolari dovrebbero essere Nocerino, Aquilani, in cabina di regia, e il rientrante Ambrosini. Dietro le punte il confermatissimo Boateng, goleador di coppa, mentre in attacco coppia gol composta dall’insostituibile Ibrahimovic e da Robinho. Milan (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Thiago Silva, Yepes, Taiwo; Nocerino, Aquilani, Ambrosini; Boateng; Ibrahimovic, Robinho. A disp.: Amelia; Mexes, Bonera; Antonini, Emanuelson, Cassano, El Shaarawi.

    Massimiliano Allegri| © Marco Luzzani/Getty Images
    In casa Lecce il tecnico Di Francesco dovrebbe rinunciare ad alcuni uomini di alta qualità tecnica e schierare un coperto schema ad albero di natale che prevede lo spostamento in zona più centrale dell’esterno scuola Juve, Pasquato. Il quale agirà in coppia con Grossmuller dietro l’unica punta Corvia, in fase d’attacco, mentre in fase di difesa avrà il compito di rientrare sulla linea dei centrocampisti a dar manforte al terzetto di mediana composto da capitan Giacomazzi, Obodo e il milanista Strasser. L’altro ex della partita sarà Massimo Oddo, campione d’Italia in carica con i rossoneri, l’esterno ex Lazio si posizionerà sulla sua corsia di competenza, la destra, mentre sulla fascia opposta agirà Mesbah, a completare il reparto arretrato ci sarà la coppia centrale composta da Tomovic ed Esposito. Fra i pali a protezione della porta salentina il solito Benassi. Lecce (4-3-1-2): Benassi; Oddo, Tomovic, Esposito, Mesbah; Giacomazzi, Obodo, Strasser; Pasquato, Grossmuller; Corvia. A disp.: Gabrieli; Cuadrado, Olivera, Ofere, Piatti, Muriel, Brivio.  

  • Pagelle Lille-Inter 0-1. Bene il tandem Zarate-Pazzini, Hazard predica nel deserto

    Pagelle Lille-Inter 0-1. Bene il tandem Zarate-Pazzini, Hazard predica nel deserto

    Chedjou 5,5: comincia bene su Pazzini e mostra di essere un buon talento, poi però si perde e nel corso della partita pregiudica la sua prestazione con entratacce sulle gambe dell’avversario più che sulla palla. Beria 6,5: in fase di copertura è ineccepibile, presidia la sua fascia di competenza con autorità e costringe uno come Maicon a girare molto spesso alla larga da quelle zone. Joe Cole 5: da uno come lui ci si aspetterebbe molto di più e, invece, l’ex Chelsea è poco incisivo e non porta mai pericoli alla porta avversaria. Hazard 6,5: è un talento purissimo e si vede, mostra sprazzi di alta classe e spesso ridicolizza l’avversario. Poco sostenuto dai compagni, se non si complicasse la vita e non esagerasse sarebbe maturo al punto giusto da poter fare il salto di qualità in un grande club europeo. Sow 5,5: l’unico pericolo che porta alla difesa avversaria è un tiro deviato da Chivu, per il resto poco incisivo e ben controllato dal centrale rumeno. Lille (4-3-3): Enyema 6; Debuchy 5,5, Chedjou 5,5, Basa 6, Beria 6,5; Balmont 6,5 (35′ st Gueye 6), Mavuba 5,5, Pedretti 6 (18′ st Payet 6); Hazard 6,5, J. Cole 5 (29′ st Obraniak 6), Sow 5,5. A disp.: Mouko, Rozenhal, Jelen, Bonnart.

    Festeggiamenti dopo il gol di Pazzini| © DENIS CHARLET/AFP/Getty Images
    Julio Cesar 7: finalmente una prova all’altezza del suo nome, fondamentale in alcuni interventi come quando sventa il bel tiro a giro di Payet sul suo palo lungo. Il tecnico romano si aspetta da lui questo e siamo certo che Julio vorrà accontentare il suo mister. Chivu 6,5: spostato al centro per necessità, mostra con decisione e caparbietà che è quello il posto che gli compete, non sbaglia un intervento e regala sicurezza ad un reparto molto ballerino in questo inizio stagione. Che sia una soluzione da valutare per il proseguo del campionato e della Champions? Sneijder 6,5: rientra e si vede e si sente, i suoi compagni sembrano più sicuri e lui da vero leader guida i nerazzurri alla fondamentale vittoria esterna, esce stremato a 20 dal termine. una pedina importante per mister Ranieri che con lui può contare su un giocatore dall’altissimo rendimento Zarate 6,5: preferito a Milito non delude le aspettative di Ranieri e mostra sprazzi di alta classe come nell’occasione del gol nerazzurro quando pesca Pazzini solo in area con un cross al bacio. Pazzini 6,5: sigla la rete del vantaggio e del match confermando la tradizione che vuole i nerazzurri vincenti ogni qualvolta lui va in gol, per il resto una partita di sacrificio e lotta. Inter (4-3-1-2): Julio Cesar 7; Maicon 6, Lucio 6, Chivu 6,5, Nagatomo 5,5; Zanetti 6,5, Motta 6, Cambiasso 5,5; Sneijder 6,5 (22′ st Stankovic 6); Pazzini 6,5 (36′ st Milito sv), Zarate 6,5 (18′ st Obi 6). A disp.: Castellazzi, Caldirola, Jonathan, Crisetig.

  • Pazzini esalta l’Inter formato Champions League

    Pazzini esalta l’Inter formato Champions League

    Pazza Inter recita il testo dell’inno nerazzurro e la squadra di Ranieri pare confermare quanto si dice sul proprio conto, squadra abulica e quasi irritante per la sua pochezza in campionato, si trasforma del tutto non appena sente la musichetta della Champions e grazie anche al rientro di giocatori di alta qualità, nella zona nevralgica del campo, come Thiago Motta e Sneijder. La squadra meneghina appare subito convinta dei propri mezzi e con un Chivu centrale in grande spolvero ed un Maicon ispirato riesce ad imporre il proprio gioco e al 21° a trovare il vantaggio che varrà poi i 3 punti, la rete è opera di una bella azione corale ispirata dal trequartista olandese che smarcando Zarate, preferito a Milito, lanciandolo sulla fascia sinistra con un bel passaggio filtrante, gli permette di mettere in mezzo un ottimo cross che pesca in area Pazzini tutto solo, l’attaccante toscano da lì non può fallire e trafigge l’estremo difensore francese. Dopo la rete del vantaggio degli ospiti il Lille attacca a testa bassa col giovane talento Hazard e prova a rimettere in sesto la partita, ma la difesa tiene bene e senza correre rischi, è, infatti, ancora l’Inter, prima con Zarate, ispirato stasera, e poi con Maicon a far correre qualche brivido lungo la schiena ai sostenitori francesi che occupano le tribune del Metropole. Si va al riposo col vantaggio ospite.

    Giampaolo Pazzini| © DENIS CHARLET/AFP/Getty Images
    Al rientro in campo la musica cambia, i padroni di casa adesso si fanno più pressanti e cercano di sfondare costringendo la squadra ospite nella propria metà campo, l’unico vero pericolo alla protetta da Julio Cesar, lo porta Chivu deviando un tiro poco insidioso di Sow. Ranieri allora cerca di correre ai ripari rimpolpando il centrocampo e sostituendo Zarate e Sneijder con Obi e Stankovic, la decisione pare dare più verve ai francesi che con il neo-entrato Payet vanno vicini al gol, ma l’estremo difensore nerazzurro è bravo con un intervento plastico a strozzare l’urlo in gola dell’attaccante del Lille che aveva ben piazzato un sinistro a giro sul palo lungo. E’ l’ultimo vero pericolo corso dall’Inter, che nonostante lasci il pallino del gioco in mano agli avversari e sia vittima come nelle precedenti gare di un calo fisico vorticoso , riesce a tenere un minimo di lucidità difensiva che le permette di tornare a casa con tre punti fondamentali per classifica e morale, anche in vista dell’importanti gare di campionato che attendono gli uomini di Ranieri.

  • Lille-Inter probabili formazioni. C’è Sneijder, più Zarate che Pazzini

    Lille-Inter probabili formazioni. C’è Sneijder, più Zarate che Pazzini

    Se non è ultima spiaggia poco ci manca, l’umore in casa nerazzurra è dei più neri e anche se Ranieri predica calma e spinge i suoi a dare una prova di carattere che permetta di uscire da una crisi nera che non sembra avere fine. Il presidente Moratti ha provato a dare un alibi alla squadra scaricando la colpa sugli arbitri, ma in realtà quello che appare evidente è la mancanza di verve e di voglia da parte di molti elementi di quel gruppo che vinse tutto sotto la guida di Mourinho, forse la squadra interista soffre della sindrome depressiva post abbuffata, la mancanza d’appetito di vittorie può in effetti essere una causa di queste continue debacle. Tornando alla partita rientra fra i pali Julio Cesar, mentre in difesa Chivu dovrebbe far coppia con Lucio, lasciando quindi la corsia di sinistra a Nagatomo, mentre sull’ out di destra agirà al solito Maicon. A centrocampo come detto sicuro il rientro di Senijder dietro le punte vertice basso del rombo sarà Stankovic, con Cambiasso e Zanetti ad agire da mezzala al suo fianco. In attacco certo del posto Milito che avrà come compagno di reparto Zarate.

    Inter (4-4-2): Julio Cesar; Maicon, Chivu, Lucio, Nagatomo; Stankovic, Cambiasso, Zanetti, Sneijder; Zarate, Milito. A disposizione: Castellazzi, Jonathan,Caldirola, Muntari, Thiago Motta, Alvarez, Pazzini.

    Wesley Sneijder| © PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty ImagesIn casa Lille, come detto modulo speculare sulla carta per il tecnico Garcia, con Landreau a proteggere la porta francese e una linea a quattro composta da sinistra verso destra da Beria, Basa, Chedjou e Debuchy. Mentre i mediana al centro agiranno Mavuba e Pedretti, il primo più volte visionato dagli osservatori della Juve, mentre sugli esterni a sostegno della manovra d’attacco ci saranno Balmont e Obraniak. In attacco come detto spazio a Sow e al giovane talento di Hazard.

    Lille (4-4-2): Landreau; Debuchy, Chedjou, Basa, Beria; Balmont, Mavuba, Pedretti, Obraniak; Sow, Hazard. A disposizione: Enyeama, Bonnart, Rozenhal, Cole, Gueye, De Melo, Rodelin.

  • Verso Lille-Inter. Nerazzurri chiamati al riscatto

    Verso Lille-Inter. Nerazzurri chiamati al riscatto

    La Champions non è il campionato, la Champions da motivazioni in più e può dare ad una  squadra in difficoltà come l’Inter una spinta in più per provare ad uscire da quella crisi nera che ha portato i nerazzurri a racimolare la miseria di 4 punti in sei gare di campionato, prendendo delle sonore sconfitte (vedi contro il Napoli). Il match di stasera sarà però molto complicato per la squadra meneghina, i pericoli maggiori dovrebbero venire da Hazard, più volte  accostato in estate ai colori interisti e da Joe Cole, l’ex Chelsea dovrebbe però partire dalla panchina pronto a subentrare a partita in corso per dar manforte alla propria squadra. Ranieri avrà per la prima volta a disposizione Wesley Sneijder e ritroverà Julio Cesar fra i pali e Chivu in difesa a far coppia in mezzo con Lucio, data l’indisponibilità di Samuel dopo l’infortunio muscolare occorsogli durante la gara contro il Catania.

    Claudio Ranieri| © VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images
    Il tecnico romano durante la conferenza di presentazione della gara ha definito l’incontro di stasera come fondamentale per recuperare fiducia nei propri mezzi e ovviamente per migliorare ulteriormente la classifica. Queste le parole dell’allenatore:

     “Contro il Lilla sarà una gara importante, dovremo fare una partita intelligente, il risultato è troppo importante, faremo di tutto per vincere. Alla classifica che abbiamo lasciato in Italia ripenseremo da mercoledì, la Champions League è importante, arriviamo dalla vittoria di Mosca, affrontiamo la squadra che segna di più nel campionato francese, che ha ottime individialità, che sa giocare bene in maniera intelligente, quindi sappiamo che ci aspetterà una gara difficile, ma che affronteremo co grande voglia di vincere”

    In casa Lille l’allenatore Garcia adotterà un modulo speculare a quello nerazzurro con l’unica differenza che il centrocampo dei francesi sarà schierato in linea e non a rombo come quello interista, potrà contare su un attacco che è quello che ha segnato di più nel proprio campionato e su una difesa solida ma che potrebbe soffrire il gioco fra le linee di Sneijder e gli inserimenti larghi di Zarate favorito nettamente su Pazzini. Unico dubbio della vigilia dovrebbe essere a centrocampo visto il rientro in rosa di Thiago Motta che si giocherà un posto da titolare con Stankovic.

  • Pagelle Chievo-Juventus. Krasic ancora malissimo

    Pagelle Chievo-Juventus. Krasic ancora malissimo

    Sorrentino 6,5: Non compie grossi miracoli, salva bene sulla bordata di Pepe e ringrazia il palo sul colpo di testa ravvicinato di Del Piero. Bradley 6: Soffre molto le giocate di Pirlo e Marchisio ma alla fine tiene bene e si aiuta con qualche fallo ai limiti del regolamento. Hetemaj 6,5: Un motorino inesauribile pressa a tutto campo e si fa trovare sempre pronto, ottima partita la sua soprattutto in fase di contenimento. Pellissier 6,5: solita partita da capitano arginato bene dalla difesa juventina, Del Piero ben appostato gli nega la soddisfazione del gol e gli strozza l’urlo in gola. Thereau 6: Rincorre l’avversario in molte zone del campo è sempre propositivo anche se poco incisivo in fase d’attacco, lavoro sporco ma utile ai fini del risultato. Chievo (4-3-1-2): Sorrentino 6,5; Sardo 6 (21′ pt N.Frey 6), Morero 6,5 (25′ st Mandelli 6), Cesar 6,5, Jokic 6; Bradley 6, L.Rigoni 6,5, Hetemaj 6,5; Sammarco 6 (15′ st Cruzado 5,5); Pellissier 6,5, Thereau 6.

    Milos Krasic| © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images
    Barzagli 6,5: Giocatore totalmente recuperato alla causa bianconera, ormai una sicurezza sia per la Juventus sia per la nazionale, insostituibile. Krasic 4,5: Avulso dal gioco, poco incisivo è l’ombra del giocatore apprezzato l’anno scorso, ancora una volta sostituito poco dopo l’inizio del secondo tempo, si aspettano tempi migliori per l’ala serba. Del Piero 6,5: Doveva essere in campo dal primo minuto, invece, entra nel secondo tempo ed ha subito l’occasione per siglare il punto del match colpisce un palo clamoroso che ancora grida vendetta, salva ben appostato sulla linea un tiro rimpallato di Pellissier. Pepe 6,5: Sempre presente sia in fase d’attacco che di difesa, con Conte sembra aver trovato la propria dimensione, ricorda a tratti quel Di Livio che fece le fortune di Marcello Lippi e della sua prima Juventus. Vucinic 5,5: Illuminato col Milan, non conferma quanto di buono fatto vedere contro i rossoneri, i tifosi e gli addetti ai lavori della Vecchia Signora lo aspettano e si aspettano da lui maggior continuità e incisività. Juventus (4-1-4-1): Buffon 6; Lichtsteiner 6, Barzagli 6,5, Bonucci 6, Chiellini 6,5; Pirlo 6,5; Krasic 4,5 (11′ st Giaccherini 6,5, 35′ st Estigarribia sv), Marchisio 6,5 (25′ st Del Piero 6,5), Vidal 6, Pepe 6,5; Vucinic 5,5.

  • Juve ancora in vetta ma con l’amaro in bocca

    Juve ancora in vetta ma con l’amaro in bocca

    Contrariamente a quanto annunciato alla vigilia capitan Del Piero non è della partita e Antonio Conte conferma in blocco la formazione che ha battuto il Milan due settimane fa, ma stavolta il risultato non è quello sperato. L’avversario è ostico e la Juventus pare accusare un piccolo calo fisico durante i 90′ del match che non le hanno consentito di arrivare alla vittoria in una giornata importante e che avrebbe dato la possibilità alla Vecchia Signora di distaccare in classifica molti concorrenti per la lotta allo scudetto. La partita del Bentegodi rispecchia un po’ il pomeriggio calmo e serafico di tutta la serie A, le due squadre si affrontano a viso aperto e senza alzare mai in maniera costante il ritmo, arrivando in zona gol solo grazie a qualche folata del singolo. Per tutto il primo tempo non succede quasi nulla se si eccettua un tentativo su calcio di punizione da parte di Pellissier.

    Del Piero| © OLIVIER MORIN/AFP/Getty ImagesAl rientro dagli spogliatoi la musica non cambia, la squadra bianconera fa un incessante possesso palla ma che alla fine non produce niente, uno spento Krasic, sempre più in crisi e anche un Pirlo non in giornata creano pochissimo, ci prova allora Marchisio, il principino del centrocampo juventino al 51° prova ad inventarsi un gol favoloso facendo partire uno splendido sinistro dal limite dell’area che sfiora il palo lungo del portiere ed esce di pochissimo a lato. La squadra di Conte prova a spingere e a vincere la partita e allora il tecnico leccese inserisce Giaccherini al posto di uno spentissimo Krasic e Del Piero al posto di uno stremato Marchisio. L’occasione d’oro capita appunto sulla testa del numero dieci juventino, cross pennellato dalla destra di Pepe e stacco solitario in area del capitano che di testa manda la palla a sbattere sul palo. La Juventus spinge ed un minuto dopo ci prova direttamente con il suo numero 7 che spara da fuori area un botta tremenda che Sorrentino respinge in angolo. Ma a sei minuti dal termine è il Chievo ad andare vicino al gol, su azione d’angolo dopo una strana carambola la palla sta per entrare in porta, ma ben appostato sulla linea, a Buffon battuto, c’è Del Piero che spazza di sinistro e libera l’area. Dopo di questo non succede più niente, le due squadre sembrano accontentarsi e si trascinano sullo 0-0, partita non bellissima e occasione persa per i bianconeri che però mantengono la vetta in concomitanza con gli altri bianconeri friulani reduci anch’essi da un pareggio a reti bianche nella trasferta a Bergamo.

  • Napoli-Parma pagelle. I tre tenori steccano, ottimo Floccari

    Napoli-Parma pagelle. I tre tenori steccano, ottimo Floccari

    Mascara 6,5: Ha il merito di siglare il gol del momentaneo pareggio, per il resto poca roba, si fa anticipare molto ingenuamente da Modesto nell’azione che porta l’esterno parmense a siglare il gol vittoria.

    Maggio 5: Ci prova ma è inconcludente, non è il solito pendolino sulla fascia e soffre molto la spinta degli esterni gialloblu sulla sua fascia di competenza.

    Cavani 5: Mai nel gioco, sempre fuori posizione, sbaglia un gol da pochi passi sparando sul palo, la speranza è che abbia conservato i colpi in canna per abbattere il Bayern.

    Hamsik 5: Vedi Cavani a tratti anche irritante per l’inconcludenza delle sue azioni, designato come erede di Nedved la strada appare ancora lunga per raggiungere i livelli del ceco.

    Lavezzi 6: Dei tre davanti è quello che prova a fare qualcosa in più, meraviglioso l’assisti di tacco per Mascara, ma per il resto sempre a secco fra le mura amiche, digiuno che dura da troppe giornate ormai.

    Napoli (3-4-2-1): De Sanctis 6; Campagnaro 5,5, Cannavaro 6, Aronica 5,5 (21′ st Mascara 6,5); Maggio 5, Inler 6 (40′ st Lucarelli sv), Gargano 5, Dossena 6 (29′ st Zuniga 5,5); Hamsik 5, Lavezzi 6; Cavani 5.

    esultanza dopo gol di Gobbi | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Mirante 6: Incolpevole sul gol di Mascara, sventa un paio di palle pericolose in area, soprattutto quella di fine partita su Maggio che conserva il risultato sul vantaggio per i suoi.

    Gobbi 7: Realizza il gol del primo vantaggio gialloblu sfruttando un ottimo assist di Floccari, copre e si propone facendo sudare il suo avversario sulla fascia e contenendo e sortite degli avanti napoletani con ottime chiusure in diagonale.

    Modesto 7: Uomo di fatica, ha il merito di farsi trovare pronto sull’assist al bacio di Giovinco e da lì onestamente non può sbagliare, mandando in visibilio i pochi tifosi parmigiani giunti fino al San Paolo e tornati con grande soddisfazione in terra ducale.

    Giovinco 6,5: Non è la sua serata migliore, a volte esagera nel cercare la giocata, però quando serve la zampata del campione lui c’è e fornisce un ottimo assist a Modesto, che potrebbe sembrare facile ma così non è.

    Floccari 7,5: Lotta su ogni palla, fa salire la squadra e fornisce un assist al bacio al compagno Gobbi smarcandolo solo davanti al portiere. Un giocatore recuperato che sta cominciando a mostrare il proprio valore.

    Parma (4-4-1-1): Mirante 6; Zaccardo 6,5, Paletta 6, A. Lucarelli 6, Gobbi 7; Biabiany 6,5 (21′ st Valiani 6), Morrone 7, Jadid 6,5 (38′ st Blasi sv), Modesto 7 (42′ st Santacroce sv); Giovinco 6,5; Floccari 7,5.

  • Batosta Napoli. Partenopei sconfitti in casa col Parma

    Batosta Napoli. Partenopei sconfitti in casa col Parma

    Arriva inaspettata come un pugno in pieno volto e fa male, male perchè questa sconfitta ridimensiona di molto le ambizioni scudetto del Napoli di De Laurentiis, male perché arriva contro una squadra che tecnicamente fatta eccezione per Giovinco è molto inferiore rispetto ai partenopei. Ma veniamo alla partita, il match comincia con ritmi molto alti anche se di fatto per vedere la prima conclusione in porta bisogna attendere il 37° minuto del primo tempo ed è l’ex bianconero Giovinco a provare a battere De Sanctis su calcio di punizione dal limite che non impensierisce più di tanto l’estremo difensore azzurro. Passano due minuti e stavolta a provarci è l’altro attaccante gialloblu Sergio Floccari che dopo una bella azione dei propri compagni di squadra prova a sfruttare di testa un ottimo cross dalla sinistra di Biabiany, smorzato però bene da Dossena. Al 43′ ecco il primo squillo del Napoli che con Gokan Inler prova a far male con una botta da fuori che però non crea seri problemi a Mirante. Il primo tempo si chiude in parità, i padroni di casa costruiscono ma nessuno conclude anche per merito degli ospiti che tengono bene.

    Francesco Modesto| © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Si rientra dagli spogliatoi e ci si aspetta l’arrembante attacco del Napoli e anche Mazzarri prova a risvegliare l’animo dei suoi sfoderando la solita camicia bianca senza giacca, sfidando il freddo e allora Dossena ci prova a portare pericolo in area ducale con un cross insidioso che  Mirante prima toglie dalla testa di Lavezzi e poi in seconda battuta con un guizzo da quella di Cavani. Poi d’improvviso la partita si spegne e i campani paiono amministrare bene ma nel loro momento migliore è il Parma a trovare il vantaggio con Gobbi che duettando con Floccari, che lo libera davanti a De Sanctis con un ottimo colpo di tacco, punisce l’estremo difensore abruzzese.  Chi di tacco ferisce di tacco perisce e al 76° è stavolta il Pocho Lavezzi a rispondere alla giocata dell’attaccante calabrese del Parma, palla in verticale fatta passare in mezzo a due uomini con il tacco destro e Peppe Mascara si ritrova solo davanti al portiere e da lì non può sbagliare, 1-1 e si un quarto d’ora per risollevare le sorti di un match nato male per i padroni di casa. La teoria però è molto lontana dalla pratica e quando poi anche le polveri dei propri cannonieri sono bagnate c’è poco da fare se non tenere il risultato, ma in questo gli uomini di Mazzarri peccano d’ingenuità e all’ 82° Modesto sfruttando un assist al bacio del solito Giovinco, non eccezionale in questa gara ma alla fine decisivo, sigla il gol del nuovo e definitivo vantaggio parmigiano. Il Napoli subisce il colpo e prova a reagire subito dopo due minuti, infatti, Mirante è chiamato ad effettuare un ottimo intervento su un buon colpo di testa di Maggio, ma l’azione non si conclude lì e la palla nel rimbalzo arriva a Cavani che da ottima posizione spara e colpisce clamorosamente il palo. Il match di fatto si conclude qui, i padroni di casa provano a premere, ma nonostante rintanino gli avversari nella propria metà campo, non riescono a produrre niente di pericoloso. Fischio finale e fischi del San Paolo che non si aspettava di certo un pugno così che fa male e martedì ci sarà il Bayern tutta da gustare la reazione dei partenopei.