Se non è ultima spiaggia poco ci manca, l’umore in casa nerazzurra è dei più neri e anche se Ranieri predica calma e spinge i suoi a dare una prova di carattere che permetta di uscire da una crisi nera che non sembra avere fine. Il presidente Moratti ha provato a dare un alibi alla squadra scaricando la colpa sugli arbitri, ma in realtà quello che appare evidente è la mancanza di verve e di voglia da parte di molti elementi di quel gruppo che vinse tutto sotto la guida di Mourinho, forse la squadra interista soffre della sindrome depressiva post abbuffata, la mancanza d’appetito di vittorie può in effetti essere una causa di queste continue debacle. Tornando alla partita rientra fra i pali Julio Cesar, mentre in difesa Chivu dovrebbe far coppia con Lucio, lasciando quindi la corsia di sinistra a Nagatomo, mentre sull’ out di destra agirà al solito Maicon. A centrocampo come detto sicuro il rientro di Senijder dietro le punte vertice basso del rombo sarà Stankovic, con Cambiasso e Zanetti ad agire da mezzala al suo fianco. In attacco certo del posto Milito che avrà come compagno di reparto Zarate.
Inter (4-4-2): Julio Cesar; Maicon, Chivu, Lucio, Nagatomo; Stankovic, Cambiasso, Zanetti, Sneijder; Zarate, Milito. A disposizione: Castellazzi, Jonathan,Caldirola, Muntari, Thiago Motta, Alvarez, Pazzini.
In casa Lille, come detto modulo speculare sulla carta per il tecnico Garcia, con Landreau a proteggere la porta francese e una linea a quattro composta da sinistra verso destra da Beria, Basa, Chedjou e Debuchy. Mentre i mediana al centro agiranno Mavuba e Pedretti, il primo più volte visionato dagli osservatori della Juve, mentre sugli esterni a sostegno della manovra d’attacco ci saranno Balmont e Obraniak. In attacco come detto spazio a Sow e al giovane talento di Hazard.
Lille (4-4-2): Landreau; Debuchy, Chedjou, Basa, Beria; Balmont, Mavuba, Pedretti, Obraniak; Sow, Hazard. A disposizione: Enyeama, Bonnart, Rozenhal, Cole, Gueye, De Melo, Rodelin.
“Contro il Lilla sarà una gara importante, dovremo fare una partita intelligente, il risultato è troppo importante, faremo di tutto per vincere. Alla classifica che abbiamo lasciato in Italia ripenseremo da mercoledì, la Champions League è importante, arriviamo dalla vittoria di Mosca, affrontiamo la squadra che segna di più nel campionato francese, che ha ottime individialità, che sa giocare bene in maniera intelligente, quindi sappiamo che ci aspetterà una gara difficile, ma che affronteremo co grande voglia di vincere”
In casa Lille l’allenatore Garcia adotterà un modulo speculare a quello nerazzurro con l’unica differenza che il centrocampo dei francesi sarà schierato in linea e non a rombo come quello interista, potrà contare su un attacco che è quello che ha segnato di più nel proprio campionato e su una difesa solida ma che potrebbe soffrire il gioco fra le linee di Sneijder e gli inserimenti larghi di Zarate favorito nettamente su Pazzini. Unico dubbio della vigilia dovrebbe essere a centrocampo visto il rientro in rosa di Thiago Motta che si giocherà un posto da titolare con Stankovic.
Contrariamente a quanto annunciato alla vigilia capitan Del Piero non è della partita e Antonio Conte conferma in blocco la formazione che ha battuto il Milan due settimane fa, ma stavolta il risultato non è quello sperato. L’avversario è ostico e la Juventus pare accusare un piccolo calo fisico durante i 90′ del match che non le hanno consentito di arrivare alla vittoria in una giornata importante e che avrebbe dato la possibilità alla Vecchia Signora di distaccare in classifica molti concorrenti per la lotta allo scudetto. La partita del Bentegodi rispecchia un po’ il pomeriggio calmo e serafico di tutta la serie A, le due squadre si affrontano a viso aperto e senza alzare mai in maniera costante il ritmo, arrivando in zona gol solo grazie a qualche folata del singolo. Per tutto il primo tempo non succede quasi nulla se si eccettua un tentativo su calcio di punizione da parte di Pellissier.
Al rientro dagli spogliatoi la musica non cambia, la squadra bianconera fa un incessante possesso palla ma che alla fine non produce niente, uno spento Krasic, sempre più in crisi e anche un Pirlo non in giornata creano pochissimo, ci prova allora Marchisio, il principino del centrocampo juventino al 51° prova ad inventarsi un gol favoloso facendo partire uno splendido sinistro dal limite dell’area che sfiora il palo lungo del portiere ed esce di pochissimo a lato. La squadra di Conte prova a spingere e a vincere la partita e allora il tecnico leccese inserisce Giaccherini al posto di uno spentissimo Krasic e Del Piero al posto di uno stremato Marchisio. L’occasione d’oro capita appunto sulla testa del numero dieci juventino, cross pennellato dalla destra di Pepe e stacco solitario in area del capitano che di testa manda la palla a sbattere sul palo. La Juventus spinge ed un minuto dopo ci prova direttamente con il suo numero 7 che spara da fuori area un botta tremenda che Sorrentino respinge in angolo. Ma a sei minuti dal termine è il Chievo ad andare vicino al gol, su azione d’angolo dopo una strana carambola la palla sta per entrare in porta, ma ben appostato sulla linea, a Buffon battuto, c’è Del Piero che spazza di sinistro e libera l’area. Dopo di questo non succede più niente, le due squadre sembrano accontentarsi e si trascinano sullo 0-0, partita non bellissima e occasione persa per i bianconeri che però mantengono la vetta in concomitanza con gli altri bianconeri friulani reduci anch’essi da un pareggio a reti bianche nella trasferta a Bergamo.
Mascara 6,5: Ha il merito di siglare il gol del momentaneo pareggio, per il resto poca roba, si fa anticipare molto ingenuamente da Modesto nell’azione che porta l’esterno parmense a siglare il gol vittoria.
Maggio 5: Ci prova ma è inconcludente, non è il solito pendolino sulla fascia e soffre molto la spinta degli esterni gialloblu sulla sua fascia di competenza.
Cavani 5: Mai nel gioco, sempre fuori posizione, sbaglia un gol da pochi passi sparando sul palo, la speranza è che abbia conservato i colpi in canna per abbattere il Bayern.
Hamsik 5: Vedi Cavani a tratti anche irritante per l’inconcludenza delle sue azioni, designato come erede di Nedved la strada appare ancora lunga per raggiungere i livelli del ceco.
Lavezzi 6: Dei tre davanti è quello che prova a fare qualcosa in più, meraviglioso l’assisti di tacco per Mascara, ma per il resto sempre a secco fra le mura amiche, digiuno che dura da troppe giornate ormai.
Napoli (3-4-2-1): De Sanctis 6; Campagnaro 5,5, Cannavaro 6, Aronica 5,5 (21′ st Mascara 6,5); Maggio 5, Inler 6 (40′ st Lucarelli sv), Gargano 5, Dossena 6 (29′ st Zuniga 5,5); Hamsik 5, Lavezzi 6; Cavani 5.
Mirante 6: Incolpevole sul gol di Mascara, sventa un paio di palle pericolose in area, soprattutto quella di fine partita su Maggio che conserva il risultato sul vantaggio per i suoi.
Gobbi 7: Realizza il gol del primo vantaggio gialloblu sfruttando un ottimo assist di Floccari, copre e si propone facendo sudare il suo avversario sulla fascia e contenendo e sortite degli avanti napoletani con ottime chiusure in diagonale.
Modesto 7: Uomo di fatica, ha il merito di farsi trovare pronto sull’assist al bacio di Giovinco e da lì onestamente non può sbagliare, mandando in visibilio i pochi tifosi parmigiani giunti fino al San Paolo e tornati con grande soddisfazione in terra ducale.
Giovinco 6,5: Non è la sua serata migliore, a volte esagera nel cercare la giocata, però quando serve la zampata del campione lui c’è e fornisce un ottimo assist a Modesto, che potrebbe sembrare facile ma così non è.
Floccari 7,5: Lotta su ogni palla, fa salire la squadra e fornisce un assist al bacio al compagno Gobbi smarcandolo solo davanti al portiere. Un giocatore recuperato che sta cominciando a mostrare il proprio valore.
Parma (4-4-1-1): Mirante 6; Zaccardo 6,5, Paletta 6, A. Lucarelli 6, Gobbi 7; Biabiany 6,5 (21′ st Valiani 6), Morrone 7, Jadid 6,5 (38′ st Blasi sv), Modesto 7 (42′ st Santacroce sv); Giovinco 6,5; Floccari 7,5.
Arriva inaspettata come un pugno in pieno volto e fa male, male perchè questa sconfitta ridimensiona di molto le ambizioni scudetto del Napoli di De Laurentiis, male perché arriva contro una squadra che tecnicamente fatta eccezione per Giovinco è molto inferiore rispetto ai partenopei. Ma veniamo alla partita, il match comincia con ritmi molto alti anche se di fatto per vedere la prima conclusione in porta bisogna attendere il 37° minuto del primo tempo ed è l’ex bianconero Giovinco a provare a battere De Sanctis su calcio di punizione dal limite che non impensierisce più di tanto l’estremo difensore azzurro. Passano due minuti e stavolta a provarci è l’altro attaccante gialloblu Sergio Floccari che dopo una bella azione dei propri compagni di squadra prova a sfruttare di testa un ottimo cross dalla sinistra di Biabiany, smorzato però bene da Dossena. Al 43′ ecco il primo squillo del Napoli che con Gokan Inler prova a far male con una botta da fuori che però non crea seri problemi a Mirante. Il primo tempo si chiude in parità, i padroni di casa costruiscono ma nessuno conclude anche per merito degli ospiti che tengono bene.
Si rientra dagli spogliatoi e ci si aspetta l’arrembante attacco del Napoli e anche Mazzarri prova a risvegliare l’animo dei suoi sfoderando la solita camicia bianca senza giacca, sfidando il freddo e allora Dossena ci prova a portare pericolo in area ducale con un cross insidioso che Mirante prima toglie dalla testa di Lavezzi e poi in seconda battuta con un guizzo da quella di Cavani. Poi d’improvviso la partita si spegne e i campani paiono amministrare bene ma nel loro momento migliore è il Parma a trovare il vantaggio con Gobbi che duettando con Floccari, che lo libera davanti a De Sanctis con un ottimo colpo di tacco, punisce l’estremo difensore abruzzese. Chi di tacco ferisce di tacco perisce e al 76° è stavolta il Pocho Lavezzi a rispondere alla giocata dell’attaccante calabrese del Parma, palla in verticale fatta passare in mezzo a due uomini con il tacco destro e Peppe Mascara si ritrova solo davanti al portiere e da lì non può sbagliare, 1-1 e si un quarto d’ora per risollevare le sorti di un match nato male per i padroni di casa. La teoria però è molto lontana dalla pratica e quando poi anche le polveri dei propri cannonieri sono bagnate c’è poco da fare se non tenere il risultato, ma in questo gli uomini di Mazzarri peccano d’ingenuità e all’ 82° Modesto sfruttando un assist al bacio del solito Giovinco, non eccezionale in questa gara ma alla fine decisivo, sigla il gol del nuovo e definitivo vantaggio parmigiano. Il Napoli subisce il colpo e prova a reagire subito dopo due minuti, infatti, Mirante è chiamato ad effettuare un ottimo intervento su un buon colpo di testa di Maggio, ma l’azione non si conclude lì e la palla nel rimbalzo arriva a Cavani che da ottima posizione spara e colpisce clamorosamente il palo. Il match di fatto si conclude qui, i padroni di casa provano a premere, ma nonostante rintanino gli avversari nella propria metà campo, non riescono a produrre niente di pericoloso. Fischio finale e fischi del San Paolo che non si aspettava di certo un pugno così che fa male e martedì ci sarà il Bayern tutta da gustare la reazione dei partenopei.