“Non sono un marziano e non chiedo cose difficili” queste le parole di Luis Enrique alla vigilia di un match molto importante per la nuova Roma ed il suo progetto ancora in fase di rodaggio che però non sta portando i frutti sperati e che mette duramente alla prova la pazienza dei tifosi e non solo. Il tecnico asturiano vuole cominciare a fare sul serio e vista la situazione pensa ad un attacco pesante con qualche dubbio da sciogliere solo all’ultimo, il punto interrogativo maggiore riguarda l’utilizzo o meno di Lamela che schierato alle spalle di Bojan e molto probabilmente di Borriello, preferito all’impalpabile Osvaldo delle ultime uscite. L’utilizzo dell’argentino comporterebbe lo spostamento sulla linea di mediana di Pjanic, il quale andrebbe ad affiancarsi al duo tutto qualità composto da Gago e De Rossi. In difesa, invece, ancora indisponibili Kjaer e Juan, in mezzo agiranno Burdisso e Heinze, sulle fasce confermatissimo a sinistra José Angel, mentre sulla destra Rosi, recuperato, riprenderà il suo posto da titolare al posto di Cassetti. Roma (4-3-1-2): Stekelenburg; Rosi, Burdisso, Heinze, José Angel; Gago, De Rossi, Pjanic; Lamela; Bojan, Borriello. A disp.: Curci, Cassetti, Simplicio, Caprari, Perrotta, Greco, Osvaldo.
Autore: PeppeG
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Novara-Roma, probabili formazioni. Dubbio Pjanic o Lamela.
In casa Novara, il tecnico Tesser dovrà fare a meno di molti titolari e schiererà un modulo speculare a quello degli ospiti giallorossi. Con in difesa il recuperato Paci a riprendere il proprio posto al fianco di Centurioni, nella coppia centrale della linea a quattro che vedrà agire sugli esterni Morganella e Gemiti. In mediana confermato il trio Marianini-Porcari-Rigoni, nonostante il recupero di Pinardi, dietro le punte partirà Mazzarani. In avanti, invece, fuori Jeda, dentro Morimoto a far coppia con Meggiorini. Novara (4-3-1-2): Fontana; Morganella, Paci, Centurioni, Gemiti; Marianini, Porcari, Rigoni; Mazzarani;Morimoto, Meggiorini A disp.: Coser, Garcia, Giorgi, Pesce, Radovanovic, Pinardi, Jeda.Luis Enrique| © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images -
Roma-Milan, le pagelle. Aquilani-Ibra duetto d’autore
Burdisso 6,5: ha il merito di siglare il gol del momentaneo pareggio rimediando così all’errore di marcatura su Ibra nel primo gol milanista, prova ad arginare le sortite offensive degli avanti rossoneri e ci riesce, da rivedere sui calci da fermo. Pizarro 7: come Giovanni Battista ieri sera predica nel deserto, prende per mano la squadra e cerca di portarla ad un risultato positivo, ma non è coadiuvato a dovere e il suo lavoro si perde tra le maglie del centrocampo ospite Gago 5: don Fabio Capello l’aveva fortemente voluto al Real e a tratti se ne capisce il perchè, ma da un giocatore con la sua levatura tecnica ci si aspetta molto ma molto di più, contrastato bene non si rende mai pericoloso, da rivedere. Bojan 6,5: i suoi primi mesi nella capitale non sono entusiasmanti, il piccoletto ci prova e arriva anche al gol che riaccende però troppo tardi le speranze giallorosse. Osvaldo 5: abulico e senza verve, l’unica occasione buona gli arriva su calcio d’angolo lui è pronto ad intervenire sul cross e Abbiati è pronto a compiere il miracolo dopo di che più nulla per tutta la gara, non si capisce perchè Borriello sia rimasto a guardare contro la sua ex squadra Roma (4-3-1-2): Stekelenburg 5,5; Cassetti 5,5, Burdisso 6,5, Juan 5 (26′ st Heinze 5,5), J.Angel 6,5; Pizarro 7, De Rossi 6, Gago 5 (18′ st Lamela 6,5); Pjanic 6,5; Borini 6 (38′ Bojan 6,5), Osvaldo 5. A disp.: Curci, Heinze, Perrotta, Greco, Borriello.
Abbiati 7,5: è tornato il giocatore eccezionale che tutti conosciamo, incolpevole su entrambe le reti giallorosse, compie dei veri e propri miracoli su più di un tentativo degli attaccanti giallorossi, specie nell’azione che porta al secondo gol, mura Lamela ma nulla può su Bojan lasciato colpevolmente solo. Nesta 7: vince il suo personalissimo derby contro i cugini romanisti, lui laziale di nascita e tifoso degli aquilotti, sarà strafelice di aver battuto gli “odiati” giallorossi, siglando per giunta un gol. Macchia la sua prestazione con un unico errore sul gol di Bojan, concede all’ex catalano troppo spazio e non proteggendo il proprio portiere sulla corta respinta, ma mancano pochi minuti alla fine e ci può stare. Aquilani 7,5: di solito un romano, ex romanista che torna all’Olimpico dovrebbe soffrire di sindrome da rientro, non è così per lui, quando si trova davanti alla sua ex squadra si scatena e regala prestazioni di alta qualità, fornisce due assist al bacio ad Ibra ed è presente su ogni azione pericolosa della sua squadra, rigenerato. Ibrahimovic 7,5: nonostante i due gol non una prestazione eccelsa, anzi quasi nella norma per uno come lui che ci ha abituato a cose fantasmagoriche, ma se la normalità sono due gol ben venga l’essere normali. Robinho 5,5: troppo poco incisivo, quasi invisibile e avulso dalla manovra a dire il vero non entusiasmante dei suoi, ma lui non si da molto da fare, Cassano che gli subentra sembra essere molto più in palla. Milan (4-3-1-2): Abbiati 7,5; Abate 6,5, Nesta 7, T.Silva 6,5, Zambrotta 5; Aquilani 7,5, Van Bommel 5, Nocerino 5,5 (43′ st Ambrosini sv); Boateng 5 (21′ st Emanuelson 6); Ibrahimovic 7,5, Robinho 5,5 (28′ st Cassano 7). A disp.: Amelia, Taiwo, Yepes, Bonera, Ambrosini.Zlatan Ibrahimovic| © Paolo Bruno/Getty Images -
Il Milan prende a testate la Roma. Video
Il Milan vince di testa a Roma e accorcia ulteriormente le distanze dalla vetta, il merito è soprattutto di due uomini che rispondono al nome di Zlatan Ibrahimovic e Alberto Aquilani. Il primo in fase di finalizzazione, il secondo in veste di assist-man, proprio da questo asse nascono le azioni che portano i campioni d’Italia in carica alla vittoria. Il centrocampista arrivato quest’anno dalla Juve via Liverpool, quando vede i colori della sua ex squadra si scatena e fornisce prestazioni a dir poco di alto livello, come nel caso di questo match, come al 16° quando raccogliendo palla sulla trequarti d’attacco pennella un cross in area dove pronto a raccogliere la parabola invitante c’è appunto lo svedesone che stacca e anticipa il suo diretto marcatore battendo l’incolpevole Stekelenburg. La partita non è il massimo, la Roma di Luis Enrique esprime un bel fraseggio che però è sterile e produce poco, non è un caso, infatti, che la rete del pareggio arrivi da palla da fermo al 28° con Burdisso, che svetta in area sfruttando un’errata marcatura della difesa milanista su un calcio d’angolo. Ma chi di testa ferisce di testa perisce, stavolta però è Alessandro Nesta a ricambiare il favore fattogli poco prima dal collega di reparto romanista, arrivando in corsa in area e lasciato colpevolmente solo su un calcio d’angolo messo in mezzo manco a dirlo da Aquilani, l’ex laziale sigla il punto del nuovo vantaggio ospite. Il risultato si trascinerà fino alla fine della prima frazione di gioco, che se si eccettuano i gol ha regalato poche emozioni.
Il secondo tempo ti aspetto la reazione dei padroni di casa e quella non si fa attendere, i giocatori guidati in attacco da un propositivo, ma poco incisivo Bojan, entrato al posto dell’infortunato Borini. Proprio l’ex blaugrana dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa si ritrova a tu per tu con l’estremo difensore rossonero che esce bene a contrastarlo e a respingere in angolo il possibile pericolo. Pochi minuti dopo Abbiati è ancora chiamato all’intervento su una splendida punizione di Pjanic, che per chi l’avesse dimenticato viene da Lione ed è cresciuto sotto la scuola di Juninho Pernanbucano, mica uno qualsiasi, ed è sempre il numero uno della squadra di Allegri a ripetersi su una botta a colpo sicuro di Osvaldo, compiendo un miracolo che lo riscatta dalle non ottime prestazioni degli ultimi tempi e che mantiene il risultato fisso sul 2-1. Ma ecco che pochi minuti dopo torna ancora l’asse del gol, stavolta Alberto da Roma, riceve un’ottima palla da Cassano ed entrato in area finta il tiro e pennella un assist al bacio per Zlatan il mago che da quella posizione non può far altro che insaccare sempre di testa. 3-1 discorso chiuso o almeno così sembra, perchè i giallorossi non si arrendono e sembrano indomiti come il proprio allenatore e allora accorciano ulteriormente le distanze con Bojan che sfrutta una corta respinta di Abbiati, su un bel tiro di Lamela, lasciato troppo libero di entrare in area da tutta la difesa rossonera. Però è troppo tardi, i campioni d’Italia reggono e portano a casa una vittoria fondamentale per il risultato e per la classifica, mostrando però troppa dipendenza dalle giocate del singolo, mentre la Roma dimostra di avere grosse qualità specialmente dal centrocampo in su ma che dovranno avere del tempo per maturare e arrivare a livelli di eccellenza che possano permetterle di lottare per grossi traguardi. Roma-Milan video highlights youtube [jwplayer config=”120s” mediaid=”102503″]Alessandro Nesta| © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images -
Roma-Milan, probabili formazioni. C’è Borriello con Osvaldo
Sabato ricco d’incontri di qualità, in un campionato strano che regala grosse emozioni ma che si mantiene molto equilibrato. Se in serata gli occhi del mondo saranno puntati tutti su Inter-Juve, nel pomeriggio il big match sarà sicuramente Roma-Milan. Due squadre che stanno vivendo un diverso momento di forma, i rossoneri, da un lato, sembrano aver ripreso l’ottimo ritmo dell’anno scorso con un attacco, o meglio un centrocampo, che segna a raffica, ma una difesa che subisce troppo, soprattutto in trasferta, mai una partita con la porta inviolata per Abbiati. Dall’altro lato, invece, c’è una squadra, la Roma, che vorrebbe cominciare a raccogliere quanto seminato dal suo profeta spagnolo. I giallorossi esprimono a tratti un buon gioco ma sono incostanti e soffrono di amnesie difensive, vedi partite contro Lazio e Genoa, che non gli permettono di fare il salto di qualità. Per cominciare a vincere con le grandi Luis Enrique, che dovrà fare a meno ancora di Totti, rinuncerà sia ai giovani Lamela e Bojan, affidandosi all’usato sicuro, nonchè ex milanista Marco Borriello, che farà coppia in attacco con Osvaldo e con Pjanic recuperato che agirà alle loro spalle. Confermato, ovviamente, in porta Stekelenburg, la difesa a quattro dovrebbe prevedere sulla destra Cassetti e sulla sinistra al solito Jose Angel, con il rientro al centro del reparto difensivo del brasiliano Juan, che farà coppia con Burdisso. A centrocampo Gago che sarà in cabina di regia, avrà al suo fianco De Rossi e Perrotta. Roma (4-3-1-2): Stekelenburg; Cassetti, Burdisso, Juan, Josè Angel; Gago, De Rossi, Perrotta; Pjanic; Osvaldo, Borriello. A disp.: Curci; Heinze, Taddei; Pizarro, Lamela; Borini, Bojan.
In casa Milan, nessun turn-over e da quando Allegri pare aver trovato la quadratura del cerchio, la formazione, almeno dalla metà campo in giù, è composta sempre dagli stessi uomini, ovvero dal centrocampo a rombo con Van Bommel, vertice basso, Aquilani e Nocerino in posizione da mezzala e Boateng sulla trequarti a supporto del duo d’attacco composto da Cassano e Ibra. In difesa solito modulo a quattro con Abate a destra e Nesta-Thiago Silva di nuovo insieme a ricomporre una solidissima muraglia davanti ad Abbiati e alla sua porta. L’unico dubbio di Max Allegri riguarda la fascia sinistra con un ballottaggio tra l’ex OM Taiwo e Zambrotta, con il secondo in vantaggio sul collega più giovane. Milan (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Aquilani, Van Bommel, Nocerino; Boateng; Ibrahimovic, Cassano. A disp.: Roma; Taiwo, Yepes; Ambrosini, Emanuelson; El Shaarawy, Robinho.Marco Borriello| © Tullio M. Puglia/Getty Images -
Napoli-Udinese pagelle. Lavezzi super, De Sanctis un muro
De Sanctis 7,5: compie due interventi che valgono quanto due gol e che tengono il risultato invariato, consentendo ai suoi di dormire sonni tranquilli in difesa e di concentrarsi nella fase offensiva
Aronica 7: è strana la sua storia, parte sempre come un panchinaro fisso e poi col sudore, il lavoro e le prestazioni si conquista e mantiene un ruolo da titolare inamovibile nelle gerarchie mazzarriane
Maggio 6,5: non spinge come al solito ma ha il grosso merito di siglare la rete che chiude definitivamente la partita
Hamsik 5,5: da lui ci si aspetta molto ma molto di più, sempre fuori dalla maggior parte delle azioni pericolose dei suoi, deve migliorare anche sotto l’aspetto fisico
Lavezzi 7,5: quando incrocia i bianconeri friulani si scatena, contro di loro ha siglato il primo gol in A, contro di loro ha siglato la prima doppietta e contro di loro si è sbloccato dopo un anno di digiuno al San Paolo, partita ottima e da gran protagonista
Napoli (3-4-2-1): De Sanctis 7,5; Campagnaro 6,5, Cannavaro 6,5, Aronica 7; Maggio 6,5, Inler 7, Dzemaili 6,5 (35′ st Zuniga 5,5), Dossena 6 (43′ st Mascara sv); Hamsik 5,5 (29′ st Santana 6), Lavezzi 7,5; Cavani 6,5. A disp.: Rosati, Fernandez, Fideleff, C. Lucarelli.
Handanovic 6: incolpevole su entrambe le reti dei padroni di casa, chiude la porta alla disfatta totale su un tiro di Lavezzi, peccato per la sua imbattibilità caduta dopo 407 minuti.
Benatia 5: pessima serata per il difensore marocchino, che non sbaglia grosse durante il corso della partita, ma verso la fine sbaglia un intervento che apre la strada a Zuniga verso la porta protetta da Handanovic e non sfrutta una ghiotta occasione gol capitatagli su un calcio di punizione di Pinzi.
Asamoah 6: a centrocampo ci prova a mettere un po’ d’ordine e prova anche con un ottimo tiro dalla distanza ma ha la sfortuna di trovare De Sanctis sulla sua strada.
Torje 4,5: non morde, non punge e appare anche nervoso, di certo sa e può fare di meglio, come ha dimostrato in questa prima parte di campionato.
Floro Flores 5,5: ci tiene a far bene nella sua prima da titolare al rientro dopo l’infortunio che coincide proprio con la partita contro il suo Napoli, prova a pungere e con un’ottima girata sembra essersi riuscito, ma De Sanctis è in serata di grazia e gli nega la gioia del gol
Udinese (3-5-1-1): Handanovic 6; Benatia 5, Danilo 5, Ferronetti 5,5; Basta 6 (39′ st Abdi sv), Badu 5,5, Pinzi 6, Asamoah 6 (19′ st Neuton 6), Armero 5,5; Torje 4,5 (1′ st Fabbrini 5); Floro Flores 5,5. A disp.: Padelli, Domizzi, Ekstrand, Doubai.
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Lavezzi e Maggio, il Napoli blocca la corsa dell’Udinese
Partita dai due volti quella fra il Napoli e l’Udinese, i friulani orfani del capocannoniere e napoletano doc Di Natale e di Mauricio Isla, arrivano al San Paolo con la ferma intenzione, nonostante le assenze, di confermare quanto di buono hanno fatto vedere durante il corso di queste prime giornate di campionato. Dal canto loro i padroni di casa reduci da uno scialbo pareggio contro il Cagliari avevano la necessità di ben figurare contro l’ottima squadra friulana per non perdere il treno delle prime posizioni, per questo gli uomini di Mazzarri partono a testa bassa e a 20° dopo aver provato a battere l’imbattibilità di Handanovic, passano con El Pocho Lavezzi che dopo quasi un anno rompe il proprio digiuno in casa e dopo una splendida azione con Cavani che s’inventa una rovesciata e consente al compagno di reparto di battere al volo con un destro che fulmina l’incolpevole estremo difensore bianconero. L’attaccante argentino quando vede il bianconero friulano si scatena e prova in più di un’occasione ad incrementare il proprio bottino personale, ma la mira non è precisa ed è allora che gli ospiti provano a ristabilire la parità ma trovano sulla propria strada un ex col dente avvelenato, tale Morgan De Sanctis che prima si esalta su una girata di Floro Flores e poi neutralizza deviando in angolo un insidiosissimo tiro al volo di Asamoah diretto verso l’angolino basso alla sua sinistra. Passata la paura il Napoli, con una splendida azione su schema da calcio di punizione, porta al cross Dzemaili che pennella una palla col contagiri sulla testa di Maggio che arrivando in corsa scaraventa in rete il punto del 2-0.
Due gol al riposo sono un boccone amaro da mandare giù e allora al rientro in campo Guidolin, prova a scuotere i suoi inserendo Fabbrini al posto di Torje e spostando il baricentro della squadra ulteriormente verso avanti, ma le cose non cambiano, i padroni di casa riescono ad amministrare con calma la partita concedendo poco e anzi sfiorando il gol ancora con Lavezzi, che dopo un uno-due con Hamsik batte in estirada con un destro ad incrociare ma Handanovic si fa trovare pronto respingendo, fuori e con Zuniga che lanciato sempre dal Pocho, non sfrutta una ghiottissima occasione figlia anche di un regalo difensivo di un non irreprensibile Benatia. In mezzo a queste occasioni qualche timido tentativo di friulani che prima con Ferronetti e poi con il difensore marocchino che sotto porta cicca malamente e dimostrando che stasera non è proprio la sua serata, l’ultima occasione di un secondo tempo molto scialbo e povero di occasioni capita tra i piedi di Floro Flores che prova a battere l’estremo difensore azzurro con un tiro a giro da posizione defilata, la palla finisce fuori e la partita si chiude qui, con il Napoli che recupera energie soprattutto mentali che sembrava aver smarrito per strada e l’Udinese che dal prossimo turno dovrà ricominciare provando a recuperare i propri grandi assenti.Ezequiel Lavezzi| © Giuseppe Bellini/Getty Images -
Napoli-Udinese probabili formazioni. Out Di Natale, in campo i tre tenori
Gara importante quella di domani sera al San Paolo, si affronteranno due formazioni in differente momento di forma, da un lato l’Udinese galvanizzata dal momento magico e vogliosa di riprendersi la vetta della classifica, temporaneamente concessa alla Juve, ma orfana del bomber Di Natale; dall’altra un Napoli poco convincente che soffre anche dei cali di forma dei propri giocatori migliori, vedi Hamsik, Cavani e Lavezzi.
Mazzarri dunque conferma i suoi “titolarissimi” senza esclusione alcuna, l’appuntamento è di quelli da non mancare e l’undici dev’essere il migliore a disposizione. Quindi De Sanctis a proteggere la porta, con il solito terzetto composto da Aronica, capitan Cannavaro e Campagnaro a protezione dell’estremo difensore abruzzese. A centrocampo confermati tre uomini su quattro, con Maggio a destra, l’ex Inler e Dzemaili, sostituto dell’infortunato Gargano, in mezzo, l’unico dubbio riguarda il settore di sinistra con Dossena e Zuniga a contendersi una maglia, che vede favorito l’ex Liverpool nel ruolo di titolare. In avanti neanche a dirlo i tre tenori, sotto osservazione e bersaglio delle critiche, Hamsik, Lavezzi e Cavani, con quest’ultimo che voci di corridoio vogliono scontento delle esternazioni sul suo impiego in nazionale da parte del presidente De Laurentiis. Napoli (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Aronica, Maggio, Inler, Dzemaili, Dossena, Hamsik, Lavezzi, Cavani. A disp.: Rosati; Fideleff, Fernandez, Zuniga, Mascara, Santana, Lucarelli C.Edinson Cavani | ©Getty Images In casa Udinese, Guidolin dovrà fare a meno di Isla e di un giocatore importantissimo come Totò Di Natale, assenza che verrà sopperita dall’esordio in stagione da titolare di Floro Flores che dopo il gol siglato contro l’Atletico Madrid, smania dalla voglia di sbloccarsi anche in campionato. Quindi sarà lui a far coppia in attacco con la giovane promessa Torje. L’esterno cileno sarà invece sostituito dal rientrante Pinzi, che scontato il turno di squalifica prenderà il suo posto sulla mezzala destra mentre a completare il centrocampo ci saranno la Badu ed Asamoah, con Armero a sinistra,l’unico dubbio riguarda la fascia destra, dove Ferronetti pare essere in vantaggio su Basta, completamente ristabilitosi dal problema al bicipite femorale e quindi abile e arruolabile, per sostituire l’infortunato Isla. In difesa, invece, confermato in blocco il trio composto da Domizzi-Danilo e Benatia. Udinese (3-5-2): Handanovic; Domizzi, Danilo, Benatia; Armero, Asamoah, Badu, Pinzi, Ferronetti; Torje, Floro Flores. A disp.: Padelli, Ekstrand, Neuton, Basta, Abdi, Doubai, FabbriniAntonio Di Natale| © Dino Panato/Getty Images -
Pagelle Bologna-Lazio. Bene Klose, Di Vaio evanescente
Portanova 5: Prova a mettere delle pezze nel nulla più totale della difesa bolognese, non ci riesce anche se di fatto commette solo un errore in occasione del gol di Lulic Mudingay 6: da ex in campo prova ad arginare le sortite dei centrali laziali, ma disputa una partita tutto sommato da sufficienza, senza infamia e senza lode. Ramirez 6: apre una battaglia personale contro Marchetti che vede vincitore l’estremo difensore laziale, però è l’unico insieme ad Acquafresca a provarci con più convinzione. Di Vaio 5: dov’è finito il bomber che segnava a raffica e che ha portato per due anni di fila miriade di gol alla causa felsinea? I tifosi, i compagni e tutto l’ambiente bolognese lo attendono perchè non possono prescindere dalle giocate del loro capitano Acquafresca 5,5: come detto insieme a Ramirez è l’unico che ci prova, sfortunato in occasione della sua battuta a colpo sicuro e soprattutto in occasione dell’autogol che porta in vantaggio la Lazio Bologna (4-3-1-2): Agliardi 6; Raggi 5,5, Portanova 5, Cherubin 5, Morleo 6; Casarini 5,5 (14′ st Gimenez 6), Mudingayi 6, Kone 5 (14′ st Pulzetti 6); Ramirez 6; Di Vaio 5, Acquafresca 5,5 (35′ st Vantaggiato sv). A disp.: Gillet, Loria, Krhin, Garics.
Marchetti 7,5: Ramirez lo sognerà stanotte vedrà e rivedrà le sue parate nella sua mente e non riuscirà a scordarle facilmente, l’estremo difensore biancoceleste ha dimostrato di essere uno dei migliori in circolazione parando tutto quello che si poteva parare e mantenendo inviolata la sua porta, di questo passo potrebbe riconquistare anche la nazionale persa l’anno scorso a Cagliari. Biava 6: comincia molto male, continua peggio liberando Acquafresca al tiro, ma poi da giocatore esperto qual è si riprende e dona sicurezza ad un reparto che con lui e Diaz può contare su due ottimi elementi Lulic 7,5: segna il gol che chiude la partita, adattato a mezzala si comporta egregiamente ed in una partita in cui nessuno spicca lui fa la sua parte e si mostra giocatore di qualità, ottimo acquisto per Reja. Hernanes 6: non una partita eccelsa, propizia il vantaggio quando scaglia in mezzo quel bolide su punizione su cui Acquafresca è sfortunato, per il resto niente di eccezionale, sa fare molto di più Klose 7: non segna ma corre come un ossesso dietro ad ogni pallone, insegue l’avversario e aiuta molto la squadra in fase difensiva, 32 anni e non sentirli, con lui la Lazio può pensare in grande Lazio (4-3-1-2): Marchetti 7,5; Konko 6, Biava 6, Dias 7, Radu 6; Lulic 7,5 (42′ st Sculli sv), Ledesma 6,5, Matuzalem 6 (27′ st Cana 6); Hernanes 6,5 (19′ st Scaloni 6); Cisse 6, Klose 7. A disp.: Bizzarri, Diakité, Rocchi, Kozak.Senad Lulic| © Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images -
Lecce-Milan 3-4, le pagelle. Ci pensa il Principe dei Diavoli
Oddo 6: da ex milanista consuma la vendetta perfetta siglando il gol del 2-0 su calcio di rigore e tenendo a bada le scorrazzate di uno spento Robinho e di un poco ispirato Ibrahimovic, assiste inerme alla disfatta del secondo tempo del suo Lecce Mesbah 6: contiene bene e compie un mezzo miracolo su Ibrahimovic, anticipando l’attaccante svedese su una palla messa in mezzo da Robinho, per il resto bene nel primo male nel secondo come tutto l’undici salentino Strasser 6,5: come il suo collega Merkel contro la JUventus si mostra giovane d’interessante prospettiva correndo in mezzo al campo e creando seri problemi ad Ambrosini e Van Bommel Giacomazzi 6,5: apre le marcature che illudono i lupi pugliesi, è l’unico indomito anche dopo il pareggio del Milan, deve arrendersi esausto alla legge del più forte Corvia 5,5: dovrebbe essere l’uomo gol dei salentini, concreto poco, bravo a procurarsi il rigore sfruttando l’errore di Abbiati per il resto veramente troppo poco Lecce (4-4-2): Benassi 5,5; Oddo 6, Tomovic 6, Esposito 5,5, Mesbah 6; Obodo 6, Strasser 6,5, Giacomazzi 6,5, Grossmuller 6 (14′ st Bertolacci 5,5); Cuadrado 6 (36′ st Ofere sv), Corvia 5,5 (28′ st Giandonato 5,5). A disp.: Gabrieli, Brivio, Olivera, Pasquato.
Abbiati 5: compie alcuni buoni interventi incolpevole su due gol ma sul rigore c’è il suo zampino, si lascia sfuggire la palla con troppa leggerezza e poi atterra in maniera goffa l’opportunista Corvia Yepes 6: riscatta la sua prova opaca con il gol vittoria che gli fa meritare la sufficienza, sul primo gol è fermo come una statua di marmo, di certo non è Thiago Silva Ambrosini 4: da lui ci si aspettava molto di più, al rientro come titolare sbaglia tutto quello che si può sbagliare e viene giustamente sostituito da Aquilani all’inizio del secondo tempo, non è un caso che dopo la sua uscita il Milan cresca esponenzialmente nella qualità di gioco Ibrahimovic 5,5: per una volta la scena non è la sua e si defila concedendo a Boateng gli onori della cronaca. Lo scorso anno siglò una rete straordinaria quest’anno si perde in frivolezze che non portano a niente, apparso stanco dovrà recuperare in tempo per il turno infrasettimanale, Allegri non può prescindere da lui o forse no? Boateng 9: Perfetto. E’ l’unica parola che uno spettatore può pensare vedendo il suo primo quarto d’ora di gioco subito dopo l’ingresso in campo. 3 gol che valgono il pareggio e che danno nuova linfa al diavolo per conquistare la vittoria con il gol di Yepes. L’avevano accusato di fare delle notti brave ma se i risultati sono questi che ben vengano le serate all’insegna dell’eccesso. Milan (4-3-1-2): Abbiati 5; Abate 5,5, Nesta 6, Yepes 6, Antonini 5,5; Ambrosini 4 (1′ st Aquilani 6,5), Van Bommel 5, Nocerino 6,5; Robinho 5 (1′ st Boateng 9); Ibrahimovic 5,5, Cassano 6,5 (44′ st El Shaarawy sv). A disp.: Roma, Mexes, Bonera, Taiwo.[/media-credit]
Kevin Prince Boateng| © Maurizio Lagana/Getty Images -
La Lazio non si ferma più. Biancocelesti battono il Bologna e sono secondi
Dopo il derby ancora un’altra vittoria per la Lazio, i biancocelesti pur non mostrando un gioco eccelso si dimostrano squadra cinica e capace di sfruttare le poche occasioni che un Bologna tutto sommato ben organizzato le ha concesso. Reja ritrova il suo bomber, nonchè uomo derby Miroslav Klose e punta sul classico trio d’attacco composto dal tedesco, da Cisse e dal profeta Hernanes. La prima occasione però capita tra i piedi di Konko che sfruttando un tiro poco convincente di Ledesma, con una deviazione da vera punta sorprende Agliardi e colpisce il palo. La partita si gioca su alti ritmi ma di fatto nessuna delle due squadre crea delle grosse difficoltà all’altra, ma al 23° ecco la zampata che spezza l’equilibrio, ma a romperlo però non è un giocatore laziale o meglio non direttamente, infatti, è Acquafresca a punire il suo portiere con il più classico degli autogol, deviando nella propria porta una bordata su punizione di Hernanes, battuta da posizione defilata. Un minuto dopo però è lo stesso attaccante ex Cagliari che prova a riscattarsi sfruttando un erroraccio di Biava che lo libera verso la porta, ma sul suo tiro Marchetti si fa trovare pronto. Adesso il Bologna prova a rimettere in sesto la gara e al 34° va vicino al pareggio prima su punizione con Ramirez, che apre il suo conto personale con Marchetti, ma il portiere devia in angolo, sull’azione che si sviluppa dal corner Acquafreca, ancora lui, ha la possibilità di battere a botta sicura ma sulla sua strada trova Lulic che salva sulla linea. Come detto il fenomeno uruguaiano dei rossoblu apre il suo conto con l’estremo difensore biancoceleste e prova a chiuderlo al 43° con un’altra bordata da calcio da fermo sul quale il portiere ex Cagliari risponde presente.
Si va al riposo col vantaggio laziale, al rientro dagli spogliatoi anche memori degli ultmi 20 minuti dei padroni di casa, ci si aspetta l’arrembaggio bolognese e invece dopo due minuti è Lulic a segnare il gol che taglia le gambe alle velleità dei felsinei e che lancia la squadra capitolina verso la vittoria e il secondo posto. Bravo il giocatore laziale a sfruttare l’ottimo assist di Cisse che lo lancia fra le linee e lo libera in area, da lì non si sbaglia. La partita di fatto finisce qui, ci provano prima Morleo su punizione ancora Marchetti pronto, poi Cisse incrociando al volo, a far cambiare il risultato che però non si schioda dal 2-0. Lazio cinica e seconda.