Non ce la fa. Buffon sarà costretto a dare forfait per lo scontro scudetto Juventus-Napoli di domani sera, valido per l’ottava giornata di Serie A. Il problema all’adduttore che non gli ha permesso di scendere in campo martedì con la Nazionale contro la Danimarca, si rivela più complesso del previsto. Brutta mazzata per Antonio Conte e per la squadra bianconera, che si ritrova così senza il suo capitano. In dubbio per il big match è anche Mirko Vucinic alle prese con un attacco influenzale che costringerà il montenegrino a sedersi solamente in panchina e magari entrare a gara in corso se la partita non dovesse prendere la strada giusta. Marchisio invece, uscito malconcio martedì, dovrebbe recuperare e partire dal primo minuto.
Alla fine, ha avuto la peggio la Juventus da questa sosta delle Nazionali. Il popolo partenopeo probabilmente abbasserà i toni, dopo che nei giorni scorsi non reagirono positivamente sulla possibilità di vedere il loro portiere De Sanctis in campo con l’Italia a discapito dello juventino Buffon. L’infortunio c’era e continua ad esserci, risultando anche abbastanza difficile da superare. Pronto a prendere il posto del capitano di Juve e Nazionale sarà Marco Storari, estremo difensore di ottime qualità che avrebbe meritato una carriera da titolare in squadre di medio-alto livello (alla fine è stata sua la scelta di rimanere con i bianconeri alle spalle dell’ex Parma). In panchina, come secondo portiere ci sarà l’ex livornese Rubinho.
Con la possibilità che Vucinic parta dalla panchina, le restanti punte bianconere si giocano i due posti disponibili nell’undici iniziale. Sembrerebbe favorita la coppia d’attacco Quagliarella – Matri, con il napoletano sicuro del posto da titolare, mentre l’ex attaccante del Cagliari si giocherà il posto con Giovinco. A centrocampo Marchisio, pur dolorante alla spalla, dopo gli accertamenti potrà riprendere ad allenarsi e scenderà in campo dall’inizio nella sfida di sabato alle 18.
Finalmente, dopo dieci giorni di critiche, siamo arrivati alla vigilia di Juventus-Napoli e tutto si può dire tranne che i bianconeri siano stati fortunati dopo il doppio impegno delle Nazionali, visto che si sono trovati con un Buffon in meno, un Vucinic a mezzo servizio (causa influenza beccata nel viaggio in Ucraina) e un Marchisio in campo ma dolorante. I partenopei, a parte la piccola grana di Cavani tornato leggermente in ritardo dall’Uruguay, saranno invece al gran completo.
Un minuto in Serie A, sessantuno quelli nella Primavera, due i casi spinosi. Questi sono i numeri di M’Baye Niang al Milan. Acquistato a titolo definitivo il 28 agosto di quest’estate dal Caen, con il pesante accostamento con il connazionale Thierry Henry. E mentre sul campo deve dimostrare ancora tutto, fuori dal terreno di gioco dimostra di essere più vicino al bad boy, Mario Balotelli, da cui “copia” anche il taglio di capelli. Appena arrivato a Milano, venne bloccato dalla polizia alla guida di un auto, senza patente (è ancora minorenne) e si finse Traorè, suo compagno di club, constatando di aver dimenticato il documento a casa. Ora una nuova grana per il giovane francese classe ’94, stavolta con la Francia Under 21.
In ritiro con i galletti per giocarsi la qualificazione all’Europeo 2013 di categoria, subito dopo la vittoria casalinga a Le Havre di venerdì notte contro la Norvegia (1-0), cinque giovani francesi, compreso l’attaccante del Milan, decidono di farsi la nottata in discoteca a Parigi, tornando in ritiro direttamente al sorgere del sole. Il tecnico Mombaerts, decise di chiudere un occhio non punendo i giocatori, sperando di portare a casa almeno un pareggio nella gara di ritorno in Norvegia martedì sera, che sarebbe valso il pass per Israele (sede di Euro 2013 Under 21), in modo tale da “sotterrare” la bravata. La partita in terra norvegese si rivela pessima, con i francesi completamente in balia degli attacchi avversari, che chiudono la pratica nella prima mezzora. Il risultato finale di 5-3 elimina per la quinta volta consecutiva la Franciadalla fase finale di un Europeo di categoria.
Dopo questa brutta eliminazione, la voce sulla notte brava dei cinque nazionali diventa di dominio pubblico, anche grazie a delle foto pubblicate sul sociale network Facebook. La Federazione francese, licenzia subito il commissario tecnico Mombaerts, reo di non aver punito i ragazzini dopo la bravata e ha deciso di aprire un’inchiesta interna per valutare eventuali multe e/o sospensioni dalla Nazionale per i calciatori coinvolti.
E chissà che il Milan non approfitti della situazione per “allenarsi” in attesa dell’arrivo di Mario Balotelli (sogno non troppo segreto di Adriano Galliani). Insieme potrebbero creare una copia esplosiva, sarà da stabile se all’interno del campo da gioco o nell’ambito extracalcistico.
Simone Farina trova squadra. Purtroppo per lui non si tratta di un ruolo da giocatore e soprattutto, nessun club italiano si è interessato. Dovrà emigrare in Inghilterra, patria del fair play. E’ costata caro al buon ex terzino del Gubbio la denuncia della tentata combine ai suoi danni nel 2011, che ha fatto scoppiare poco dopo lo scandalo scommesse che continua ad investire il calcio italiano. Farina ripartirà da Birmingham, esattamente dall’Aston Villa che ha inserito il 30enne nello staff tecnico societario come community coach. Dovrà insegnare ai bambini educazione e lealtà, portando la sua esperienza personale alle giovani promesse del club che un giorno potranno ritrovarsi nella sua stessa situazione. Ci si augura di no!
Termina così la carriera da giocatore di Farina, cresciuto nelle giovanili della Romae a lungo in giro per i campi dell’ex Serie C1 e Serie B. In estate ha rescisso il contratto con il Gubbio anticipatamente, motivando la scelta come la voglia di lasciare il calcio giocato (anche se questa dichiarazione lascia un po di dubbi, vista la ricerca continua di una società fino a fine mercato).
Contento il Presidente della Fifa, Joseph Blatter, che si dice orgoglioso di Simone, dandogli i migliori auguri per la sua nuova avventura. Stessa opinione per il segretario generale dell’Interpol, Ronald Noble, dichiarando “Ci congratuliamo con l’Aston Villa per aver preso l’uomo che ha saputo dire no” e aggiungendo “Per i ragazzi Farina dovrebbe essere importante come Lionel Messi o Cristiano Ronaldo“. Parole importanti che renderanno orgoglioso l’ex giocatore del Gubbio che rinunciando a 200 mila euro per una combine contro il Cesena, ha ricevuto apprezzamenti da tutto il mondo.
Farina ha un nuovo scopo nella vita “trasmettere la mia esperienza perchè questo è uno sport che ispira molti. Un anno fa non pensavo che la mia vita potesse prendere questa direzione ma sono felicissimo di poter dare il mio contributo all’Aston Villa“. In tutto questo rimane l’amarezza di aver perso un altro elemento importante del calcio italiano, non tanto dal punto di vista tecnico, ma da quello umano. Una persona che, con il suo gesto, è stata capace di tenere ancora in vita la reputazione del nostro campionato nel mondo, ormai crollata al minimo sindacale.
Inequivocabili le parole del giornalista Mario Sconcerti, che attraverso il suo spazio sul sito del Corriere della Sera, non le manda di certo a dire alle società italiane che hanno abbandonato completamente Farina, quasi come fosse una spia, un nemico, uno estraneo a loro. E soprattutto porta a galla dei dubbi. Perché mai Antonio Conte, che nel periodo incriminato non allenava ancora la Juve (e non aveva ancora l’appeal di adesso), avrebbe dovuto denunciare tutta la sua squadra? Perché condannarlo per omessa denuncia? Perché obbligarlo a cambiare mestiere? Il risultato finale sarebbe stato quello di essere escluso da tutto e tutti. L’opinionista di Sky conclude con parole forti su Conte “Ora è due volte eroe: per aver taciuto e per aver scontato una pena che a questo punto non meritava“.
Non resta che augurare un grosso in bocca al lupo a Simone Farina per il suo nuovo ruolo e complimentarsi anche con l’Aston Villa per la scelta fatta. Good luck Farina!
Finalmente Juventus-Napoli entra nel vivo. Giocatori che tornano dai rispettivi impegni nazionali e soprattutto allenatori che possono iniziare a preparare la sfida con la rosa al completo. Il tecnico partenopeo, Walter Mazzarri, in attesa del big match di sabato è stato intervistato da un giornalista della Repubblica, parlando a 360 gradi del suo passato, dell’imminente sfida scudetto, di recenti ruggini con i bianconeri e soprattutto sul suo futuro. Stiano tranquilli i tifosi del Napoli, fino al termine della stagione il loro amato allenatore rimarrà al suo posto (salvo clamorosi esoneri durante l’anno) poi chissà. Questo è il dubbio che ha lasciato al termine dell’intervista l’ex tecnico della Reggina e che preoccupa non poco la dirigenza napoletana.
“Si sussurra che potrei prendermi una pausa? E’ possibile…“. Due semplici parole che hanno messo in allarme il tifo azzurro, molto legato a Mazzarri che con tanto lavoro e sacrificio è riuscito a riportare il Napoli nelle zone nobili del campionato italiano. Ad essere sinceri, non è una novità quest’idea per il tecnico partenopeo, che più volte ha dichiarato di voler staccare un anno e dedicarsi alla famiglia, viste le eccessive pressioni che comporta allenare nel capoluogo campano. Il popolo napoletano, ed in primis il presidente De Laurentiis, si augurano che l’ex mister della Sampdoria possa continuare la sua avventura a Napoli ancora per parecchi anni, visti i risultati ottenuti in questi tre anni.
L’intervista porta il tecnico a parlare anche di Pechino, esattamente della finale per la Supercoppa Italiana contro la Juventus, dove dichiara di aver pensato alle dimissioni immediate dopo quella sconfitta, difficile da digerire per i presunti torti arbitrali subiti. Confermando che rifarebbe anche la scelta di non presentarsi insieme a tutta la squadra (e in accordo con il presidente) alla cerimonia di premiazione.
Sulla sfida di sabato sera contro i bianconeri, Mazzarri non promette risultato pieno, ricordando che neanche i Campioni d’Europa del Chelsea sono riusciti a strappare l’intera posta in palio contro i ragazzi di Conte, ma assicura una grande partita, ricordando che il Napoli può mettere in difficoltà chiunque. E chissà che il tecnico campano non voglia lasciare gli azzurri con uno scudetto. L’obiettivo, più o meno, dichiarato è quello (visto anche l’ampio turn over in Europa) e si farà di tutto per conquistarlo.
Con le gare di ieri (martedi 16 0tt0bre n.d.r.) si sono conclusi i 10 giorni dedicati alle Nazionali. I match per le qualificazioni Mondiali per Brasile 2014 hanno riservato più sorprese che conferme, ma andiamo per ordine. In Europa, l’Italia supera in casa la Danimarca per 3-1, confermandosi leader del Gruppo B. Più facile del previsto l’impegno in trasferta dell’Olanda in Romania, con gli orange che vincono facilmente 4-1 allungando in classifica nel Gruppo D. La Russia di Capello invece vince a fatica in casa contro l’Azerbaijan grazie ad un rigore realizzato all’84’. Il derby della “ex Jugoslavia” tra Macedonia-Serbia va ai padroni di casa, che vincono 1-0 di rigore e quasi distruggono i sogni mondiali dei serbi che ora si trovano distanti sei punti dalla coppia di testa Belgio e Croazia.
Clamoroso pareggio in terra tedesca tra Germania e Svezia, con i padroni di casa in vantaggio per 4-0 dopo un’ora di gioco. La rimonta svedese inizia dalla classe di Ibrahimovic che accorcia le distanze al 62′ e viene conclusa al 90′ da Elm, risultato finale 4-4. Pareggio rocambolesco anche nella super sfida Spagna-Francia, con i galletti che pareggiano al 90′ con Giroud, dopo il vantaggio iniziale spagnolo di Sergio Ramos. Finisce così la striscia di 25 vittorie consecutive degli spagnoli nelle gare di qualificazione. Inatteso stop per il Portogallo che si ferma in casa contro l’Irlanda del Nord (risultato finale 1-1). Rinviata ad oggi (17 ottobre n.d.r.) la partita Polonia-Inghilterra, non giocata a causa di una violenta pioggia che ha colpito Varsavia.
In Sud America continua il momento no dell’Uruguay, che viene umiliato dalla Bolivia per 4-1. Vittoria esterna dell’Argentina contro il Cile grazie alle reti di Messi e Higuain. Pareggio 1-1 invece nella sfida Venezuela-Ecuador. Il Paraguay supera con un secco 1-0 il Perù. Gli argentini continuano a comanda il Gruppo Unico seguiti dall’Ecuador. I ragazzi di Tabarez invece dovranno cambiare marcia se vogliono partecipare al Mondiale brasiliano.
Larghe vittorie nella Zona di Centro e Nord America per Honduras e Cuba che vincono rispettivamente 8-1 e 7-0 contro Canada e Guyana. Mentre in Asia tutte vittorie di misura, a testimonianza dell’equilibrio che regna da quelle parti.
L’Italia va. Una vittoria secca, 3-1 contro la Danimarca e primato in classifica confermato. Anzi, visto il contemporaneo pareggio nel match Repubblica Ceca-Bulgaria 0-0, gli azzurri iniziano una mini fuga, staccandosi di ben 4 punti dal secondo posto, occupato dai bulgari. Ok, siamo solo alla quarta giornata e il cammino verso la qualificazione al Mondiale brasiliano del 2014 è ancora lungo, ma abbiamo dimostrato che siamo i padroni assoluti del Gruppo B, anche se non sempre brillantissimi, siamo ancora imbattuti. Cesare Prandelli a fine partita si dice soddisfatto per la prova dei suoi ragazzi, capaci di far loro il gioco. Unica nota stonata di Italia-Danimarca è Osvaldo, che si fa espellere dopo 16” dall’inizio della ripresa.
LA PARTITA – Buona prova degli azzurri, che subiscono le sfuriate offensive dei danesi nei primi minuti, prima di prendere le misure e lasciarli nella propria metà campo. I due gol in rapida successione di Montolivo e De Rossi al 33′ e al 37′ sembrano chiudere la partita già nel primo tempo, ma nell’ultimo secondo di recupero, Kvist, trova il gol che accorcia le distanze, sfruttando al meglio una pallone deviato che gli consente di calciare al volo da fuori area. La seconda frazione di gioco inizia con l’incredibile espulsione di Osvaldo che allarga troppo il braccio in un contrasto di gioco, vedendosi sventolare il cartellino rosso dall’arbitro Skomina. L’Italia si organizza e lascia il solo Balotelli davanti, a far reparto da solo. Dopo dieci minuti di sofferenza, Pirlo illumina la scena con un lancio dei suoi a smarcare l’attaccante del Manchester City che supera il portiere danese in uscita disperata con un leggero colpo di piatto al volo. La Danimarcadecide di aumentare il baricentro, ma non crea grossi problemi alla non brillantissima difesa italiana, se non con qualche tiro dalla distanza che impensierisce De Sanctis.
In vista di Juventus-Napoli, da segnalare l’infortunio alla spalla di Marchisio, costretto ad uscire al 74′.
PAGELLE ITALIA-DANIMARCA
De Rossi 8: Nonostante le continue voci su un suo litigio con Zeman e la probabile cessione già a gennaio, Daniele si carica e sfodera l’ennesima prestazione di grande livello. Elemento chiave del centrocampo italiano. Al secondo gol consecutivo, sempre di testa. Montolivo 7: In Nazionale sembra quasi trasformarsi. Allegri dovrebbe osservare e pensare di dargli la possibilità di giocare da trequartista anche nel club. Dimostra dinamismo e grande spirito di sacrificio. Fantastico il gol del vantaggio azzurro. Pirlo 7: Sembra nascosto, marcato e braccato dagli avversari. Poi gli bastano due palloni giocabili ed ecco che mette a segno un doppio assist. Prima il solito tiro fintato dalla fascia per mettere al centro un cross pennellato sulla testa di De Rossi, poi il lancio millimetrico per lo scatto di Balotelli. Speriamo Verratti stia osservando e rubando i segreti a questo immenso campione. Balotelli 7.5: Quando nei primi minuti vedi SuperMario tornare fino alla propria area ed aiutare i compagni in difficoltà, capisci che è in giornata positiva. Decisivo nell’azione del gol di Montolivo. Subisce falli, si lamenta ma senza reagire. Nel secondo tempo riesce a far reparto da solo. Giocasse sempre così… Bendtner 6: Forse un po troppo falloso. Con il suo fisico cerca di sfruttare al meglio i palloni alti, ma non mette in grossa difficoltà i compagni di club Barzagli e Chiellini che, conoscendolo riescono a prendergli facilmente le misure. Eriksen 6.5: Bel giocatore. Classe ’92, buona tecnica e precisione di passaggio. Prova anche il tiro dalla distanza, senza molta fortuna. San Siro potrebbe essere la sua nuova casa. Capito Milan? Kjaer 6: Per la gara in se, meriterebbe 5, massimo 5.5. Solita gara con parecchie sbavature e di deconcentrazione. La sufficienza la raggiunge per il gol salvato sulla linea al 19′ su conclusione a botta sicura di Marchisio.
Classifica Gruppo B: Italia 10 (4); Bulgaria 6 (4); Repubblica Ceca 5 (3); Armenia 3 (3); Danimarca 2 (3); Malta 0 (3). (tra parentesi le gare disputate)
Video dei gol della partita
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Ormai mancano poche ore alla sfida Italia-Danimarca, valevole per la quarta giornata delle qualificazioni al Mondiale Brasile 2014. Gli azzurri guidano il Gruppo B con sette punti, frutto di due vittorie e un pareggio, mentre i danesi (in attesa di recuperare una gara contro la Repubblica Ceca) hanno conquistato solamente due punti in altrettante partite. La prima notizia negativa è l’assenza di Gigi Buffon. Il capitano della Nazionale e della Juventus, non ha superato il provino di questa mattina a San Siro non riuscendo a recuperare dall’affaticamento muscolare all’adduttore sinistro, mettendo in preallarme il suo club in vista del big match di campionato contro il Napoli. Al suo posto giocherà il partenopeo De Sanctis.
Torna in campo, dopo l’assenza in Armenia per un attacco influenzale, Mario Balotelliche guiderà l’attacco azzurro insieme a Osvaldo. Prandelli conferma il centrocampo con Pirlo affiancato da De Rossi e Marchisio, con Montolivo nel ruolo di trequartista, mentre in difesa ci saranno 3/4 nuovi rispetto all’ultima gara. Rispetto a venerdì, partiranno dalla panchina Maggio, Bonucci e Criscito per dare spazio ad Abate, Chiellini e Balzaretti.
Balotelli, sarà titolare contro la Danimarca &Copy; Claudio Villa/Getty Images
Vari volti noti nella Nazionale danese. Sarà l’occasione giusta per osservare da vicino l’attaccante Bendtner, oggetto misterioso del mercato juventino. Acquistato nelle ultime ore di mercato e utilizzato solo 10 minuti contro il Chievo Verona. Gli occhi andranno anche sul terzino sinistro Poulsen, acquistato dalla Sampdoria a parametro zero e ancora in fase di rodaggio nel nostro campionato. La coppia difensiva formata da Agger e Kjaer promette tanta fisicità ma poca velocità. Ma il giocatore che verrà seguito con più attenzione è Christian Eriksen, trequartista classe ’92 dell’Ajax, più volte accostato al Milan e a qualche squadra estera. Oggi avrà l’ennesima occasione di mettersi in mostra, proprio a San Siro, nella casa dei rossoneri.
ITALIA-DANIMARCA PROBABILI FORMAZIONI
Italia (4-3-1-2): De Sanctis; Abate, Barzagli, Chiellini, Balzaretti; De Rossi, Pirlo, Marchisio; Montolivo; Balotelli Osvaldo. Ct: Prandelli. Danimarca (4-2-3-1): Andersen; Jacobsen, Kjaer, Agger, S. Poulsen; Kristensen, Kvist; Rommedhal, Eriksen, Krohn-Deli; Bendtner. Ct: Olsen.
Lo storico stadio che ospita le partite interne del Liverpool è salvo. A causa dei limiti di espansione dell’impianto, negli ultimi anni si è valutata l’opportunità di costruire un nuovo stadio nella zona di Stanley Park, salvo poi sviluppare un progetto in grado di ampliare la capienza dell’Anfield che passerà così dagli attuali 45 mila posti a sedere ai 60 mila. Un aumento di circa 15 mila unità che permetterà alla squadra inglese di uniformarsi ai miglior club d’Inghilterra, aumentando i ricavi provenienti dallo stadio. Il costo di questo ampliamento è di circa 185 milioni di euro e si andrà anche ad intervenire anche nel quartiere Anfield, con la demolizione di qualche casa troppo vicina all’impianto dei Reds.
“Il Liverpool Football Club ha celebrato quest’anno il suo 120esimo anniversario ad Anfield e non c’è alcun dubbio che Anfield rappresenti la casa spirituale del club. E’ per questo che la nostra preferenza è sempre stata quella di rimanere ad Anfield” queste sono le dichiarazioni di Ian Ayre, general manager del Liverpool, che si dice entusiasta per la possibilità di rimanere nel loro storico stadio che tanti successi ha portato. La società visionerà da vicino anche la ristrutturazione di alcune abitazioni situate nell’area, investendo circa 50 milioni di euro.
Soddisfatto anche il sindaco della città, Joe Anderson, che ringrazia la dirigenza inglese per aver rinunciato alla costruzione di un nuovo impianto in un’altra zona, punta a riqualificare la zona Anfield, dandogli un nuovo futuro. Circa i tempi, cerca di mettere un po di pressione, anche se capisce il periodo economicamente non brillantissimo che sta passando il mondo del calcio e si limita ad augurarsi che tutto venga svolto il prima possibile. Secondo le prime stime, i lavori dovrebbero iniziare nel 2014.
I giocatori potranno ancora osservare la targhetta posta all’inizio della scalinata che porta al campo da gioco, con la scritta “This is Anfield“, fatta mettere dal tecnico inglese degli anni 80 Bill Shankly, per ricordare ai proprio giocatori per quale maglia giocano e per creare pressione agli avversari. Esultano invece i sostenitori del Liverpool, che temevano di dover lasciare la Kop, la famosa curva che mette i brividi solo a vederla, soprattutto quando con le braccia in aria e sciarpe in mano i tifosi cantano l’inno della squadra “You’ll Never Walk Alone”.
“Inter-Atalanta, Over“. Questa sarebbe una dichiarazione lasciata da Angelo Iacovelli, uno dei pentiti dello scandalo calcioscommesse che sta investendo il mondo calcistico italiano, alla procura di Bari. Parliamo della stagione 2008-2009, esattamente la partita si giocò il 31 maggio 2009, gara di fine stagione. Risultato finale 4-3 e scommessa vinta. Le indagini sono state aperte e si cercherà di fare luce su questo match il prima possibile. I maligni sottolineano la doppietta di Doni (ex giocatore dei bergamaschi) in quell’incontro. Tutto è ancora in alto mare e il calcio italiano intanto rischia di sprofondare sempre più senza riuscire a vedere la luce infondo al tunnel. La credibilità ormai è compromessa e non rimane altro che cercare al più presto i colpevoli e fare piazza pulita.
Era l’ultima partita di quella stagione, senza ansie e timori visto che gli obiettivi delle due squadre erano stati già raggiunti. L’Inter di Mourinho aveva già ottenuto lo scudetto, mentre l’Atalanta era già salva. Solo Ibrahimovic (a quel tempo giocatore dell’Inter) era motivato, puntando al titolo di capocannoniere (poi raggiunto). Insomma, la partita ideale per la combine. Secondo le prime ricostruzioni, la soffiata arrivò dopo quella famosa di Bari-Salernitana, come premio-ringraziamento per l’esito positivo della scommessa. Iacovelli avrebbe ricevuto informazioni da terzi e per questo motivo non possono uscire fuori nomi di possibili sospettati. Davanti al procuratore di Bari, l’ex tuttofare della società pugliese avrebbe dichiarato “Dopo la partita con la Salernitananon so da chi arrivò la dritta di scommettere forte sull’over tra Inter e Atalanta. Giocammo e vincemmo” . Insomma, più facile di così…
Resta l’amaro in bocca per una situazione più grande di quanto possa sembrare e di quanto ipotizzato all’inizio, visto che ogni giorno continuano ad uscire nuovi e incredibili scenari, a conferma di un mondo ormai malato, che avrebbe bisogno di processi rapidi e sicuri per cercare di risollevarsi e tornare ad essere credibili agli occhi di noi tifosi e degli sportivi stranieri. Inter-Atalanta è solo l’ultima partita sulla quale si indagherà in ordine di tempo, ma non escludiamo a priori che possano uscire fuori nuove partite sospette.
Inter-Atalanta 4-3, il video
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Debiti Serie A. Mondo del calcio in piena crisi, fair play finanziario alle porte e presidenti italiani che tagliano le spese. Il periodo che sta attraversando la serie A non è dei migliori e un’inchiesta della Gazzetta dello Sport ha sottolineato come i dieci patron delle maggiori società della massima serie abbiano speso di tasca loro circa 2.5 miliardi di euro! Cifre da capogiro che fanno capire quanto possa essere difficile gestire un club, puntando più sui soldi che sulle idee. Ora è arrivato il tempo del “taglio dei costi” causato soprattutto della crisi mondiale che ha causato una notevole riduzione dei guadagni nelle maggiori attività dei vari presidenti italiani. Pochi giorni fa Zamparini, presidente del Palermo, ha dichiarato che ormai ha speso tutto nel calcio.
Ultimamente voci di possibili cessioni societarie sono aumentate a dismisura. Lo stesso patron siciliano aspetta l’arrivo degli arabi per poterlo aiutare negli investimenti in società. Anche il Milan di Silvio Berlusconi sta trattando (nonostante le varie smentite) la cessione del club che comanda dal lontano 1986 ed infine Moratti, presidente dell’Inter, colui che detiene il record di investimenti personali in un club, valuta la possibilità di inserire imprenditori cinesi in società. Periodo difficile, sotto tutti i punti di vista, dai risultati in campo europeo, ai guadagni sempre più bassi e infine all’appeal in discesa rapida.
Nonostante tutto, il calcio rimane lo sport più seguito in Italia, nonché quello che fa girare il maggior numero di soldi. Il problema è il modo di investire sbagliato, spesso portato avanti per la voglia di vincere o di provare a vincere (dipende dai casi) e in alcuni casi anche per interessi personali che ben si uniscono con il mondo pallonaro. In questa inchiesta sono state scelte le dieci società con i presidenti più spendaccioni: Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Palermo, Sampdoria e Udinese.
FIORENTINA – Diego Della Valle – Il patron viola, proprietario dell’industria Tod’s (azienda di calzature), ha investito in dieci anni di presidenza nella società toscana ben 165 milioni di euro di capitali privati per poter rilanciare il club (acquistato nell’estate 2002 dopo il fallimento) nelle zone nobili della Serie A, con una risalita lampo dalla ex C2 fino alla massima serie.
GENOA – Enrico Preziosi – E’ il re dei giocatoli per bambini. Grazie alla sua azienda “Giochi Preziosi”, ha potuto investire importanti somme personali nel mondo del calcio, a volte senza successo (vedi Saronno e Como fallite). Il presidente rossoblu, dal 2003 proprietario del Genoa, ha speso ben 64 milioni di euro di tasca propria per le varie ricapitalizzazioni.
INTER – Massimo Moratti – Amministratore delegato della Saras (raffinazione del petrolio) di cui il fratello è presidente (dopo aver ereditato l’industria dal padre). E’ al momento il presidente più spendaccione della Serie A con i suoi 1160 milioni di euro investiti personalmente nella società, riuscendo a centrare importanti vittorie solo nell’ultimo periodo. Ora ha deciso di chiudere la cassaforte, entrando nell’ottica delle idee di un autofinanziamento societario (così come richiedere il fair-play finanziario).
JUVENTUS – Andrea Agnelli – Uno dei più “giovani” (per esperienza) dei presidenti di serie A. Ha ereditato dal padre la gestione della Fiat e dal 2010 la presidenza della società bianconera. In soli due anni ha speso 141 milioni di euro in capitali personali, che però gli sono valsi uno scudetto e soprattutto la costruzione del nuovo Juventus Stadium che porterà notevoli benefici nel corso degli anni al club juventino.
LAZIO – Claudio Lotito – Imprenditore nel campo dei servizi di pulizia, manutenzione e sanificazione. Acquista la società biancoceleste nel 2004, ad un passo dal fallimento, investendo 21 milioni di euro (ma questi soldi non vengono conteggiati nel calcolo dei 2.5 miliardi di euro dell’inchiesta). Il patron laziale è uno dei pochi presidenti a non aver utilizzato capitali propri nella gestione del club.
MILAN – Silvio Berlusconi – Magnate milanese nel settore della televisione. Acquista la società rossonera nel 1986 investendo parecchi capitali personali. Circa 600 milioni di euro che sono serviti a vincere tanto nel calcio (sia in ambito nazionale che europeo) che in politica, visto che spesso le sue campagne elettorali coincidevano con qualche colpo a sorpresa del club. Con la crisi mondiale i suoi guadagni sono calati, tanto da far pensare ad una cessione societaria.
NAPOLI – Aurelio De Laurentiis – Il produttore cinematografico, presidente della società partenopea dal 2005, in seguito al fallimento del club con conseguente partenza dall’ex C1. E’ riuscito, grazie ad un’ottima gestione dei ricavi, ad investire poco o nulla, tanto da far diventare nel giro di pochi anni, il Napoli un modello da imitare sotto il punto di vista dell’organizzazione e delle spese.
PALERMO – Maurizio Zamparini – Imprenditore immobiliare commerciale. Costruisce e avvia grandi centri commerciali per poi rivenderli. Dal 2002 è presidente della società siciliana, rilevata dai Sensi per 15 milioni di euro. In dieci anni ha rimesso quasi 60 milioni di euro di fondi personali, tanto da “denunciare” la sua impossibilità a continuare questa avventura, cercando nuovi acquirenti per il club.
SAMPDORIA – Riccardo Garrone – Presidente dell’azienda petrolifera ERG, acquista la Sampdoria nel 2002. Nonostante sia chiamato dai liguri “braccino corto” per il suo modo di operare in fase di mercato, il buon Garrone ha investito privatamente ben 181 milioni di euro per il rilancio del club blucerchiato. Risultati? Una qualificazione ai preliminari di Champions League e poco altro.
UDINESE – Giampaolo Pozzo – Imprenditore nella lavorazione del legno, acquistò l’Udinese nel luglio 1986. Dopo i primi anni di assestamento, con conseguenti investimenti personali (circa 20 milioni in totale nei 26 anni di presidenza) è riuscito ad organizzare al meglio la società, permettendo di farla “vivere” senza bisogno di ricapitalizzazioni. Negli ultimi anni, grazie a questo modo di lavorare, ha potuto acquistare anche due società straniere (Granada e Watford).