Dopo 5 anni di matrimonio Fernando Alonso e Raquel del Rosario hanno deciso di divorziare. Nonostante sia stata descritta da tutti come una coppia affiatata, i due hanno deciso di scrivere la parola fine al loro connubio annunciando la rottura tramite un comunicato congiunto affidato al quotidiano spagnolo Marca:
“È stata una decisione molto meditata e presa di comune accordo dopo una lunga riflessione. Ci separiamo come marito e moglie ma non come amici, auguriamo all’altro la più viva felicità. Ora chiediamo a tutti di avere rispetto per la nostra vita privata, che come sapete bene abbiamo sempre cercato di tutelare in questi anni“.
Lui pilota affermato di Formula 1 due volte campione del mondo e attualmente alla guida della Ferrari, lei cantante pop che ha partecipato anche all’ultima edizione del Festival di Sanremo in coppia con Luca Barbarossa, si erano sposati in gran segreto nel novembre 2006, nozze rese ufficiali qualche anno più tardi dallo stesso Alonso.
Finito il matrimonio resterà comunque l’amicizia perchè, come ci tengono a precisare, i due rimarrano legati l’uno all’altro da un sentimento di affetto e di stima reciproci.
La rottura fa seguito alla fine della love story dello scorso ottobre tra Lewis Hamilton e l’ex compagna Nicole Scherzinger a dimostrazione come le relazioni tra piloti e cantanti in questo periodo non siano particolarmente stabili e durature.
Doveva essere la gara della svolta sia da una parte che dall’altra, invece il derby toscano Siena Fiorentina, anticipo pomeridiano della prima giornata di Serie A rinviata lo scorso agosto, finisce in parità e a reti inviolate, un punto a testa che serve per smuovere la classifica ma che non fa bene al morale di nessuna della due squadre.
Erano necessari i 3 punti sia per i viola di Delio Rossi, ancora alla ricerca del bandolo della matassa, contestati dopo il pari interno con l’Atalanta di sabato sera, che per i bianconeri di Sannino, reduce da quattro sconfitte nelle ultime quattro uscite di campionato (parentesi a parte la vittoria ai rigori in Coppa Italia contro il Palermo che ha dato la qualificazione ai quarti di finale ai toscani) per terminare il 2011 con un successo e andare in vacanza con un pizzico di tranquillità in più viste le acque agitate in cui navigano le due squadre conseguenza di una classifica difficile dalla quale uscire al più presto.
LA PARTITA – Delio Rossi si presenta senza Gilardino in avanti con Jovetic schierato al centro dell’attacco affidandosi al maggiore dinamismo di Cerci e Vargas sugli esterni; in mediana c’è il rientro di Montolivo, probabile partente a gennaio, con Behrami e Lazzari. Nel Siena coppia d’attacco Calaiò – Destro con l’ex D’Agostino in cabina di regia e Mannini e Brienza a correre sulle corsie laterali.
Nel primo tempo c’è ben poco da raccontare, prevale il tatticismo e l’agonismo dei 22 in campo; per la prima vera occasione da rete bisogna aspettare le mezz’ora quando l’incornata di testa di Calaiò sbatte sulla traversa con Boruc battuto, per la replica della Fiorentina addirittura lo scadere della prima frazione di gioco con Brkic che si supera sulla girata di Jovetic. In mezzo un calcio di rigore reclamato dai padroni di casa per fallo di Behrami su Destro non concesso dal direttore di gara Banti.
Nella ripresa la gara sale d’intensità e finalmente arrivano le occasioni sia da una parte che dall’altra: parte meglio la Fiorentina che va vicina alla rete per due volte con Gamberini sempre su calci da fermo ma l’intervento dell’estremo difensore senese, prima, e quello di Brienza sulla linea, poi, sono provvidenziali.Delio Rossi intuisce che è il momento buono per provare a portare a casa l’intera posta in palio e si gioca la carta Gilardino, entrato in campo al posto di uno spento Cerci, ma nell’ultimo quarto d’ora è il Siena a creare i pericoli maggiori verso la porta di Boruc che si rende decisivo in un paio di occasioni in sequenza su un calcio di punizione di D’Agostino e su un colpo di testa del solito Calaiò ma il risultato non si sblocca e il derby toscano finisce così come non doveva finire, con uno 0-0 che non soddisfa nessuno.
Si complica, e non poco, l’affare Tevez per il Milan. Solo qualche giorno fa, più precisamente domenica sera in occasione della festa di Natale organizzata dalla Curva Sud, l’ad rossonero Adriano Galliani aveva assicurato ai tifosi milanisti che avrebbe fatto tutto il possibile e l’impossibile per portare Carlos Tevez a Milanello guardandosi bene però dal fare promesse che poi, per verbo dallo stesso diretto interessato, non avrebbe potuto mantenere.
Il Milan, come ci ha abituato ultimamente, sta attuando la propria strategia forte di un accordo totale già raggiunto con l’Apache sulla base di 3 milioni di euro da gennaio fino a giugno e 5 netti a partire dalla prossima stagione ma, proprio quando la trattativa sembrava oramai essersi incanalata a favore del club di via Turati, a smorzare l’entusiasmo di tutti i tifosi rossoneri e di Galliani ci ha pensato il tecnico dei Citizens Roberto Mancini che ha sì confermato la volontà del Manchester City di cedere Tevez, con il quale ormai i rapporti sono ridotti ai minimi termini, ma solo a titolo definitivo e non temporaneo come vorrebbe il Milan:
“Vogliamo che Carlos torni a giocare e la migliore soluzione per noi è venderlo. Ma non possiamo lasciarlo andare via in prestito. Non sarebbe corretto nei confronti degli altri giocatori. Il City ha investito molto su Tevez per un contratto triennale. Se un altro club lo vuole, si chiami Paris Saint Germain, Milan o Juventus, è giusto che lo paghi per il suo valore“.
In effetti i rossoneri stanno lavorando per un un prestito secco dell’attaccante argentino riservandosi poi un diritto di riscatto a giugno fissato in circa 20 milioni, proposta che non ha soddisfatto per nulla le richieste della dirigenza del City la quale continua a ribadire che Tevez, valutato tra i 25 e i 30 milioni di euro, verrà ceduto soltanto in via definitiva per tali cifre e, cosa più importante, subito.
La posizione di forza del Milan è la volontà ferma di Tevez, che nel frattempo se la sta spassando in Argentina sui campi da golf continuando a percepire il suo lauto stipendio di 9 milioni di euro a stagione (alla faccia della depressione ndr), di trasferirsi solo in rossonero avendo già rifiutato l’offerta allettante del Tottenham e quella del Paris Saint Germain che lo avrebbero voluto per costruire attorno a lui un progetto importante.
Ma che la trattativa sia lontana dall’essere chiusa lo testimonia il fatto che sarà Braida e non Galliani, che dopo la partita di stasera con il Cagliari si trasferirà in Brasile per trascorrere le vacanze (o per portare avanti qualche trattativa in sudamerica in proiezione per la prossima stagione), a volare in Inghilterra nei prossimi giorni – è atteso a Manchester per giovedì – per riallacciare i contatti con i Citizens. Attenzione però a non tirare troppo la corda perchè il City non è il Barcellona (a livello di potenziale economico si intende ndr) e difficilmente potrebbe ripetere un’operazione “alla Ibrahimovic” visto che lo sceicco Mansour può permettersi tranquillamente il lusso di garantire a Tevez lo stipendio di 9 milioni di euro facendo a meno dei suoi servizi, pagarlo a vuoto in pratica. Riuscirà il Milan ad assicurarsi le prestazioni di uno dei più forti attaccanti che il palcoscenico mondiale può offrire in questo mercato di riparazione?
Non bastano la sconfitta interna nel posticipo domenicale con la Roma e un ritardo in classifica dalle prime della classe che comincia a farsi pesante, ci mancava solo l’infortunio ad uno dei Tre Tenori ad aggravvare la situazione attuale del Napoli (in campionato si intende ndr) che sembra andare con il freno a mano tirato in Serie A e spedito invece in Champions League dove, dopo aver trovato il passaggio del turno nel “girone di ferro” eliminando dalla competizione il Manchester City stellare e capolista della Premier League, agli ottavi di finale incontrerà il Chelsea di Villas Boas per una sfida affascinante.
Nel match di ieri contro i giallorossi infatti Lavezzi è stato costretto ad abbandonare il terreno di gioco al 60′, dapprima si pensava fosse solo qualche affaticamento muscolare visto che l’attaccante argentino è uscito dal rettangolo verde sulle proprie gambe (addirittura si pensava fosse una scelta tecnica di Mazzari prima di vedere la smorfia di dolore dell’attaccante mentre si avvicinava alla panchina) ma gli esami a cui si è sottoposto oggi il Pocho hanno evidenziato uno stiramento del retto femorale della coscia destra che lo terrà fermo per almeno 4 settimane. A comunicarlo è stato lo stesso Lavezzi sul suo profilo Twitter. Lavezzi ne approfitterà così per anticipare le vacanze rispetto ai compagni, partirà subito per l’Argentina dove trascorrerà il Natale in patria con i suoi familiari.
Una brutta tegola per Walter Mazzarri che dovrà fare a meno del Pocho per l’ultima gara del 2011 contro il Genoa di Malesani, importantissima per concludere l’anno con una vittoria per andare in vacanza con uno spirito diverso e concedarsi dal San Paolo nell’ultima dell’anno nel migliore dei modi facendo un bel regalo di Natale al proprio pubblico, e probabilmente salterà anche la ripresa del campionato di Serie A prevista per l’8 gennaio quando il Napoli sarà impegnato nella trasferta di Palermo.
Sotto l’albero come regalo dal calciomercato i tifosi partenopei potrebbero trovare Eduardo Vargas, che in Cile, manco a farlo apposta, lo definiscono il clone di Lavezzi. Manca solo l’ufficialità da parte del club di De Laurentiis per una trattativa che è già giunta in dirittura d’arrivo. Il cileno sarà il primo rinforzo di gennaio del Napoli per tentare la scalata in Serie A e andare il più avanti possibile in Champions League.
Con la 17esima giornata cala il sipario sul 2011 della Liga che va in vacanza. Il campionato spagnolo infatti si ferma per la pausa natalizia con il Real Madrid capolista e il Barcellona, appena laureatosi campione del mondo in Giappone, che segue a 3 punti.
I bianchi di Spagna si riprendono dalla batosta interna di una settimana fa con i blaugrana e si “sfogano” a Siviglia battendo i biancorossi padroni di casa con un 6-2 tennistico trascinati da Cristiano Ronaldo, incolore nel Clasico e autore di una tripletta al Pizjuan. Arrotondano il punteggio Callejon, Di Maria e Altintop nonostante l’inferiorità numerica decretata dall’espulsione a fine primo tempo di Pepe poi ritornata in parità con il rosso diretto rifilato a Manu ad un quarto d’ora dal termine del match.
Il Barcellona, che ieri battendo nella finale di Yokohama il Santos di Neymar ha alzato al cielo il secondo Mondiale per Club della sua storia dopo il successo nel 2009, aveva anticipato il suo turno di campionato il 29 novembre appunto per consentire alla squadra di Pep Guardiola di giocare il Mondiale. I blaugrana si erano imposti per 4-0 sul Rayo Vallecano con doppio sigillo dell’ex Udinese Sanchez, rete di David Villa, che nella semifinale giocata giovedì con l’Al Sadd si era fratturato la tibia della gamba sinistra che lo costringerà ad uno stop di almeno 5 mesi rischiando di saltare l’Europeo che inizierà il prossimo 8 giugno, e sigillo finale del quasi certo Pallone d’Oro 2011, il terzo della sua carriera, dopo la doppietta di ieri in finale di Lionel Messi.
Soldado porta altri 3 punti importanti al Valencia che con il 2-0 sul Malaga resta a -7 dalla vetta e resta la prima delle “squadre terrestri” subisce invece una battuta d’arresto l’altra squadra di Valencia, il Levante che va ko a Granada 2-1 rimanendo comunque al quarto posto in classifica.
Continua il periodo no, oltre al Siviglia, per Atletico Madrid alla seconda sconfitta consecutiva avvenuta tra le mura amiche del Vicente Calderon per mano del Betis Siviglia, e Villarreal ancora orfano di Giuseppe Rossi che perdendo ieri a Pamplona in casa dell’Osasuna 2-1 rimedia il terzo stop nelle ultime quattro gare e scivola in zona retrocessione. La Liga riprenderà l’8 gennaio con la prima del 2012.
RISULTATI E MARCATORI 17 GIORNATA LIGA 2011-2012
ATHLETIC BILBAO – SARAGOZZA 2-1
7′ Susaeta (A), 22′ rig Ponzio (S), 88′ Toquero (A) ATLETICO MADRID – BETIS SIVIGLIA 0-2
56′ Pozuelo, 91′ Santa Cruz BARCELLONA – RAYO VALLECANO 4-0
29′ Sanchez, 41′ Sanchez, 44′ Villa, 50′ Messi GRANADA – LEVANTE 2-1
35′ rig Siqueira (G), 45′ Abel Gomez (G), 61′ Konè (L) MAIORCA – GETAFE 1-2
10′ Ramis (M), 28′ Barrada (G), 44′ Barrada (G) OSASUNA – VILLARREAL 2-1
65′ Ruben (V), 76′ Baldè (O), 84′ Sergio (O) RACING SANTANDER – REAL SOCIEDAD 0-0 SIVIGLIA – REAL MADRID 2-6
10′ Ronaldo (R), 37′ Callejon (R), 41′ Ronaldo (R), 68′ Di Maria (R), 71′ Jesus Navas (S), 87′ rig Ronaldo (R), 91′ Altintop (R), 93′ Negredo (S) SPORTING GIJON – ESPANYOL 1-2
2′ Thievy (E), 61′ David Barral (S), 85′ Sergio Garcia (E) VALENCIA – MALAGA 2-0
36′ Soldado, 63′ Soldado
Buffon 7: nel primo tempo si gode la partita da spettatore non pagante perchè la prima parata la fa al 45′ sulla testata di Rigoni, nella ripresa si esibisce in un intervento prodigioso sul colpo di testa di Rubino. Gigi ha confermato di essere ritornato sui suoi livelli, il numero uno al mondo nel suo ruolo.
De Ceglie 6.5: con Chiellini traslocato nel suo ruolo di centrale difensivo per la squalifica di Bonucci, tocca a lui il compito di spingere sulla corsia mancina. Adempie al suo lavoro con grande diligenza e si rende prezioso sia in fase di spinta che in quella di copertura.
Pirlo 6.5: le solite geometrie a centrocampo, infonde sicurezza non solo al reparto ma anche al resto della squadra.
Giaccherini 6.5: Conte lo piazza in mediana, ruolo atipico per lui, in sostituzione dello squalificato Vidal. Corre come un forsennato, si inserisce bene negli spazi ma ha almeno due grandi occasioni per chiudere il match sprecandole malamente. In fase di copertura soffre e deve ricorrere spesso al fallo ma ha l’alibi di aver giocato in un ruolo non suo.
Pepe 7: dopo la flessione della partita di Roma, si riprende la palma di migliore in campo sbloccando subito il risultato e rimanendo costantemente una spina nel fianco della difesa del Novara. L’esterno ex Udinese reduce da una prima stagione in bianconero abbastanza opaca, è risbocciato, merito anche di Conte.
Quagliarella 6.5: ritrova il gol a distanza 364 giorni dall’ultima gioia, era il 19 dicembre e l’avversario era il Chievo. Per l’attaccante di Castellammare di Stabia, oltre alla bella rete di testa, tante buone giocate come il tacco che ha smarcato Giaccherini.
Del Piero 6: cerca il gol, lo vuole a tutti i costi ma anche per questa giornata deve rimanere a bocca asciutta. Sembra che la porta per lui sia stregata ma il primo gol nel nuovo stadio non deve diventare un’ossessione.
NOVARA
Ujkani 7: si vede arrivare palloni da tutte le parti, lui non si intimorisce, non sfigura ed è decisivo in almeno due o tre interventi che potevano arrotondare il risultato in favore della Juventus.
Paci 6.5: entrato a freddo al posto dell’infortunato Dellafiore, il difensore ex Parma gioca una gara discreta e sufficiente, mezzo punto in più per il recupero provvidenziale su Del Piero che gli nega la prima gioia nel nuovo stadio.
Morganella e Gemiti 5: in costante affanno contro le ali della Juve, Lichtsteiner e Pepe da una parte e De Ceglie e Giaccherini, quando si decentra in quella zona, a sinistra.
Rigoni 6: tanto lavoro a centrocampo per l’ex della gara, Tesser gli chiede gli straordinari per bloccare la manovra bianconera ed è costretto a sacrificarsi molto.
Missione compiuta per la Juventus che nel derby piemontese si sbarazza del Novara 2-0 con i gol di Pepe e Quagliarella e si riprende quel primato rimasto nelle mani del Milan solo per una notte – non è la prima volta che rossoneri e bianconeri si alternano in vetta alla classifica nel week-end calcistico – mantenendo la propria imbattibilità stagionale.
Allo Juventus Stadium gli uomini di Conte non falliscono l’obiettivo dei 3 punti sfoderando una grande prestazione nel primo tempo ma correndo qualche rischio di troppo nella ripresa quando la squadra di Tesser, alla ricerca del gol del pari, alza il proprio baricentro mettendo in difficoltà la retroguardia bianconera chiamando spesso Buffon all’intervento.
Orfano di Vidal, Bonucci e Vucinic, Conte si inventa Giaccherini in mediana, riporta Chiellini in posizione centrale e opta per Quagliarella dal primo minuto al centro dell’attacco concedendo un turno di riposo a Matri; al fianco dell’attaccante di Castellammare di Stabia il capitano Alex Del Piero, sulla sinistra, mentre a destra il solito Pepe “sette polmoni”.
Tesser copre il suo Novara con una difesa a 5 e conferma in attacco Rubino con Meggiorini a girargli intorno e Rigoni pronto a far male con i suoi inserimenti dalla mediana.
Non c’è neanche il tempo di sistemarsi in campo che la Juventus passa in vantaggio già al quarto minuto con Pepe che sbuca dal nulla sul secondo palo e appoggia comodamente in rete il traversone basso messo in area da De Ceglie. Il Novara accusa il colpo e rischia di capitolare in diverse occasioni, soprattutto con i colpi di testa di Giaccherini e Del Piero che trovano sempre pronto un ottimo Ujkani.
I bianconeri hanno una padronanza territoriale da far paura sfiorando il 70% di possesso palla ma non riescono ad essere incisivi negli ultimi metri di campo, il Novara esce per la prima volta dal suo guscio al 45′ e lo fa con pericolosità, il colpo di testa di Rigoni, lasciato libero di staccare dall’altezza del dischetto del rigore, disturba il “riposo” di Buffon fin lì inoperoso.
Nel secondo tempo solito copione: Del Piero fallisce il raddoppio da buona posizione con un tiro a giro che fa la barba al palo e Giaccherini fa altrettanto calciando nelle braccia dell’estremo difensore novarese dopo essere stato smarcato da Quagliarella con un colpo di tacco. Al 60′ l’occasione per l’undici bianconero di chiudere il match quando Pepe si invola sulla destra, serve al centro Del Piero che viene anticipato sul più bello dal recupero provvidenziale di Paci . Per il numero dieci la maledizione del primo gol nel nuovo stadio continua.
Gli ospiti si svegliano dal loro torpore e con Rubino vanno vicini al pareggio, Buffon però si supera mettendoci la manona salvando il risultato. Dopo alcuni minuti di sbandamento, la Juve trova il raddoppio ad un quarto d’ora dal termine con Quagliarella che si sblocca realizzando il suo primo centro stagionale a distanza di un anno esatto (non segnava dal 19 dicembre scorso). E’ la rete che chiude la partita e che fa tirare i remi in barca al Novara.
La Juve ora aspetta l’esito del posticipo di Roma dove l’Udinese affronta in trasferta la Lazio in una sfida d’alta classifica ma nel frattempo si gode il primato prima di arrivare allo scontro diretto con i friulani ad Udine mercoledì prossimo nel recupero della prima giornata di Serie A.
La Juve vince il derby piemontese contro il Novara 2-0 e si riprende la testa della classifica di Serie A, in attesa di conoscere il risultato di Lazio – Udinese di stasera (i friulani con un successo all’Olimpico riacciufferebbero i bianconeri a quota 33). Di Pepe e Quagliarella le reti che spediscono la Vecchia Signora ancora più in alto e mercoledì c’è Udinese – Juventus.
Nell’altro derby di giornata, quello siciliano, il Palermo si riconferma disastroso in trasferta, dove ancora non ha mai vinto e mai segnato una rete, cedendo al Catania 2-0 con gli etnei che effettuano il sorpasso in classifica proprio sui rivali rosanero. Lodi apre le danze su calcio di punizione, chiude Maxi Lopez su penalty.
L’Inter infila la terza vittoria consecutiva, miglior ruolino di marcia di questa stagione, espugnando Cesena. Gol vittoria di Ranocchia che permette ai nerazzurri di salire provvisoriamente al quinto posto in classifica raggiungendo quota 23 punti e tornando in piena corsa per un piazzamento nelle coppe, obiettivo complicato solo fino a qualche settimana fa.
Il Genoa trova tre punti importanti con il Bologna (2-1) e la posizione di Malesani si alleggerisce. Di Rossi e Pratto le reti genoane, pareggio momentaneo di Ramirez. Infine pari pirotecnico (3-3) tra Parma e Lecce: ducali in vantaggio con Floccari (rigore), poi i salentini si scatenano con Di Michele (doppietta) e Cuadrado portandosi sull’1-3, nel finale i gialloblu accorciano le distanze prima con Pellè, al suo primo centro stagionale, e poi con Galloppa a tempo scaduto.
Stasera i posticipi della 16esima giornata di Serie A Lazio – Udinese e il derby del sud Napoli – Roma.
RISULTATI E MARCATORI 16 GIORNATA SERIE A
CATANIA – PALERMO 2-0
32′ Lodi, 63′ rig Maxi Lopez CESENA – INTER 0-1
65′ Ranocchia CHIEVO – CAGLIARI 2-0
35′ Thereau, 59′ Sardo FIORENTINA – ATALANTA 2-2
9′ Gilardino (F), 83′ Masiello (A), 88′ Denis (A), 90′ Jovetic (F) GENOA – BOLOGNA 2-1
39′ Rossi (G), 52′ Ramirez (G), 86′ Pratto (G) JUVENTUS – NOVARA 2-0
4′ Pepe, 75′ Quagliarella MILAN – SIENA 2-0
55′ Nocerino, 63′ rig Ibrahimovic PARMA – LECCE 3-3
18′ rig Floccari (P), 60′ Di Michele (L), 64′ Di Michele (L), 79′ Cuadrado (L), 88′ Pellè (P), 95′ Galloppa (P) LAZIO – UDINESE 2-2
28′ Floro Flores (U); 43′ Lulic (L); 6′ st Klose (L), 28′ st Pinzi (U) NAPOLI – ROMA 1-3
3′ aut. De Sanctis (N); 14′ st Osvaldo (R); 37′ st Hamsik (N); 45′ st Simplicio (R)
Troppo poco il pari ottenuto ieri sera nell’anticipo di Serie A con l’Atalanta, dopo aver rischiato addirittura la sconfitta, alla Fiorentina per evitare la contestazione. I tifosi viola infatti, dopo aver “firmato la tregua” con il cambio di panchina da Mihajlovic a Delio Rossi invocato a gran voce, hanno manifestato tutto il loro malumore per la situazione attuale della Viola che non gode di una buona classifica.
Il 2-2 finale serve di più agli orobici che ai padroni di casa, entrambe le squadre sono appaiate a quota 17 punti ma vivono situazioni differenti con l’Atalanta che anche ieri sera ha dimostrato ancora una volta di essere una delle squadra più in forma del campionato e il rammarico di Colantuono a fine gare per i due punti “persi” la dice lunga sulla “fame” di risultato del club bergamasco, mentre Delio Rossi, 1 vittoria, 2 pareggi e altrettante sconfitte da quando ha preso il timone di comando, deve fare i conti con i limiti caratteriali della squadra che anche ieri non è riuscita a tenere alta la concentrazione per tutti i novanta minuti facendosi rimontare il vantaggio di Gilardino nell’arco di 5 minuti e salvata proprio allo scadere da Jovetic.
Succede tutto negli ultimi dieci minuti di gioco: la Fiorentina in vantaggio fino all’80’ grazie alla zampata di Gilardino all’ottavo che torna a segnare realizzando il suo secondo gol stagionale anticipando i difensori avversari su un cross dalla sinistra di Vargas, va in tilt quando Masiello con un tiro sporco da fuori area pareggia i conti beffando il colpevole Boruc e mette il muso avanti con il capocannoniere della Serie A Denis che firma il suo 11esimo centro stagionale. Ci pensa poi Jovetic a ristabilire l’equilibrio ma l’azione del gol è viziata da un rimpallo di mano galeotto di De Silvestri che serve l’attaccante montenegrino liberissimo di spingere la sfera in rete che però non ha evitato la contestazione dei tifosi che hanno paura di vedere lo spettro della retrocessione.
Vincere per riportarsi in vetta alla classifica davanti alla capolista Milan. Questa la parola d’ordine in casa Juventus in vista del derby piemontese di oggi pomeriggio allo Stadium con il Novara. Il tecnico Antonio Conte non vuole cali di concentrazione in queste ultime due gare prima della sosta natalizia (mercoledì 21 ci sarà l’Udinese nel recupero della prima giornata di Serie A rinviata ad agosto per lo sciopero dei calciatori), lo stesso vale per il collega Tesser che, dopo il pareggio dei suoi uomini in casa con il Napoli, deve fare punti importanti in chiave salvezza.
Il derby con il Novara mancava da 55 anni, erano gli anni di Boniperti e di una Juventus che faticava in campionato dopo i successi di inizio anni ’50. Era la stagione ’55-’56, gli scontri finirono entrambi in parità, 2-2 all’andata e 0-0 al ritorno. Poi il Novara alla fine di quell’annata scese in Serie B e non riuscì mai più a fare il suo ritorno nella massima serie prima di questa stagione. I precedenti sorridono ai bianconeri che nei 24 derby fin qui disputati vantano 13 vittorie contro le solo 2 del Novara; 9 invece i pareggi.
Per quanto riguarda le formazioni che scenderanno in campo alle 15:00, Conte sceglie ancora il 4-3-3 nonostante le assenze di Vidal e Vucinic, il primo squalificato e il secondo infortunato (tornerà con l’anno nuovo) anche se potrebbe essere un 4-4-2 mascherato. Il mediano cileno infatti verrà sostituito da Giaccherini che invece di posizionarsi al fianco di Pirlo e Marchisio potrebbe essere utilizzato nel suo ruolo naturale di esterno offensivo con Pepe sul fronte opposto. In attacco il tecnico decide di dare un’altra opportunità a Quagliarella che agirà al centro dell’attacco al posto di Matri, che inizialmente si accomoderà in panchina, affiancandogli capitan Del Piero alla ricerca ancora del suo primo gol in campionato e nel nuovo stadio. In difesa, vista la squalifica di Bonucci, Chiellini torna al centro al fianco di Barzagli, ballottaggio sulla sinistra tra De Ceglie ed Estigarribia che si sta dimostrando molto eclettico. Ancora panchina per Elia e Krasic.
Tesser opta per un Novara coperto: difesa a 5 con tre centrali Centurioni, Dellafiore e Ludi e con Morganella e Gemiti terzini; a centrocampo a fare filtro davanti alla difesa e ad impostare la manovra ci saranno Rigoni, Marianini e Radovanovic che dovranno rifornire le due punte Rubino e il mobilissimo Meggiorini.