Autore: Lupo

  • Inter – Marsiglia 2-1, le pagelle. Milito illude, Lucio fa la frittata

    Inter – Marsiglia 2-1, le pagelle. Milito illude, Lucio fa la frittata

    L’Inter saluta la Champions League in attesa di giorni migliori. Al Marsiglia, forte dell’1-0 dell’andata, basta anche il 2-1 con il quale si è concluso il match per qualificarsi ai quarti di finale della coppa dalle grandi orecchie. Dopo l’eliminazione ai quarti della paassata stagione, quest’anno il cammino dei nerazzurri termina prima agli ottavi.

    Inter – Marsiglia, la partita

    PAGELLE INTER – MARSIGLIA

    INTER

    Maicon 6: con la sua consueta grinta cerca di spronare i compagni a fare meglio, va avanti e dietro sulla fascia ma si vede che non è al meglio della condizione, non arriva quasi mai sul fondo come richiesto da Ranieri. Da tutto quel che può.

    Lucio 4.5: a fronte di una partita attenta in difesa e pienamente sulla sufficienza, sul suo voto pesa come un macigno il liscio di testa al 92′ che consentirà a Brandao di siglare il gol qualificazione. Combina lui la frittata.

    Nagatomo 5: ci capisce poco o nulla sulle avanzate di Azpilicueta e sugli affondi di Amalfitano, soprattutto nel primo tempo dove il nipponico concede vita facile ai due del Marsiglia. Meglio nella ripresa.

    Zanetti 6: il cuore del capitano questa volta non basta, anche un lottatore come   lui alla fine deve arrendersi. Avrebbe l’opportunità anche di riempire la sua casella assist se Sneijder non si fosse divorato la prima clamorosa palla gol.

    Sneijder 5: di sicuro la sua mente sarà ancora ferma al minuto 8 quando avrebbe potuto angolare quel tiro anzichè spararlo addosso a Mandanda cambiando la storia della partita, della qualificazione e, forse, della stagione dell’Inter. Che l’olandese si dia da fare non c’è dubbio ma la prestazione fornita in campo non è alla sua altezza. Ci si aspettava di più considerando anche il suo recente stato di forma. Esce nella ripresa per un problema muscolare.

    Diego Milito © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Milito 6.5: si fa perdonare l’errore sottoporta dei primissimi minuti del primo tempo con il gol ad un quarto d’ora dal termine del match che fa esplodere San Siro e che rimette in corsa l’Inter. Sfortunatamente il suo gol sarà soltanto illusorio e non decisivo.

    Forlan 4.5: un fantasma, si nota solo per una torsione di testa nel primo tempo con la palla che esce di non molto a lato. Troppo poco per un giocatore del calibro dell’uruguagio nella partita decisiva della stagione. Esce tra i fischi del proprio pubblico per far posto a Pazzini.

    Pazzini 6.5: rabbioso su ogni pallone per la panchina, entra in campo con la giusta carica che riesce a svegliare i suoi compagni di squadra. Cerca e procura il calcio d’angolo da cui scaturisce il gol di Milito servito tra l’altro da un suo decisivo rimpallo ed è l’ultimo ad arrendersi: anche quando Brandao a 60 secondi dal termine spegne le speranze nerazzurre, lui trova ancora la forza e la voglia per procurarsi un calcio di rigore che servirà solo per le statistiche ma non per la qualificazione.

    MARSIGLIA

    Mandanda 7.5: un felino nel primo tempo quando dice no prima a Sneijder e, qualche giro di lancette più tardi, a Milito salvando il risultato. Se il Marsiglia è ai quarti gran parte del merito è suo.

    Azpilicueta 7: sfonda sulla destra dove stravince il duello con Nagatomo. Insieme ad Amalfitano è una costante spina nel fianco dell’Inter, riuscendo inoltre a tenerlo lontano dalla porta difesa da Mandanda.

    Diawara 6.5: alcune imprecisioni ma anche dei grandi recuperi.

    Diarra e Mbia 6.5: dopo lo sbandamento inziale, cominciano a prendere le misure ai nerazzurri formando una vera e propria diga a centrocampo, calano nei minuti finali ma la loro gara resta comunque positiva.

    Valbuena 6.5: rientrava da un infortunio rimediato in nazionale, nel primo tempo porta a spasso la retroguardia nerazzurra che lo segue come un’ombra. La sua tenuta fisica precaria gli permette di andare di poco oltre i tre quarti di gara.

    Brandao 7: entra a due minuti dal termine al posto di Remy e segna il gol qualificazione approfittando del regalo concessogli da Lucio. Freddo davanti a Julio Cesar, anche se gioca una manciata di secondi non si poteva non dargli un 7 per il significato del gol.

    INTER (4-3-1-2): Julio Cesar 6; Maicon 6, Lucio 4.5, Samuel 6, Nagatomo 5; Poli 6 (74′ Cambiasso 5.5), Stankovic 6, Zanetti 6; Sneijder 5 (68′ Obi 5.5); Milito 6.5, Forlan 4.5 (58′ Pazzini 6.5).
    Allenatore: Ranieri 5.5

    MARSIGLIA (4-2-3-1): Mandanda 7.5; Azpilicueta 7, Diawara 6.5, N’Koulou 6, Morel 6; Diarra 6.5, Mbia 6.5; Amalfitano 6.5, Valbuena 6.5 (76′ Cheyrou 5), A. Ayew 5.5 (94′ Bracigliano sv); Remy 6 (88′ Brandao 7).
    Allenatore: Deschamps 6.5

    HIGHLIGHTS INTER – MARSIGLIA 2-1

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  • Inter – Marsiglia 2-1, Brandao gela San Siro

    Inter – Marsiglia 2-1, Brandao gela San Siro

    Doveva arrivare l’impresa, così non è stato per l’Inter eliminata in maniera crudele dalla Champions League dal Marsiglia di Didier Deschamps che riesce a beffare nuovamente Claudio Ranieri. A gelare i nerazzurri e i 70 mila accorsi a San Siro per spingere idealmente la squadra a ribaltare il risultato dell’andata, la rete nell’ultimo minuto di recupero di Brandao che pareggia quella illusoria di Milito che permette ai francesi di approdare ai quarti di finale. Solo per le statistiche, e per incrementare di qualche decimo il Ranking Uefa, il gol della vittoria a tempo abbondantemente scaduto di Pazzini su calcio di rigore.

    La delusione al triplice fischio finale è visibile sui volti dei giocatori nerazzurri che, a fronte di una prestazione non brillantissima, avevano comunque creduto in una possibile rimonta soprattutto dopo il gol dell’attaccante argentino che aveva riportato la situazione in perfetto equilibrio. Le lacrime liberatorie di commozione di Ranieri venerdì nella gara vinta con il Chievo lasciano spazio a quelle di dolore di stasera.

    Eppure l’Inter era partita a mille all’ora creando già nei primissimi minuti di gara due palle gol clamorose, la prima con Sneijder, schierato dal tecnico romano a ridosso delle due punte, che a colpo sicuro dal limite dell’area piccola trova il miracolo di Mandanda strepitoso anche sulla seconda occasionissima capitata a Milito che ribadisce verso la porta di petto su un cross teso proveniente dalla destra dell’olandese anzichè andarci di testa che avrebbe impresso più forza alla sfera.

    Brandao © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    L’avvio a razzo dell’Inter non deprime il Marsiglia che non accusa il colpo, anzi, si sveglia dal torpore iniziale prendendo le misure ai padroni di casa che fanno fatica a trovare sbocchi negli ultimi 16 metri, con Diarra e Mbia che prendono il controllo completo del centrocampo. I francesi sfondano sulla corsia di competenza di Nagatomo dove la catena di destra composta da Azpilicueta e Amalfitano mettono in difficoltà il terzino nipponico che va sistematicamente in affanno quando viene puntato dall’avversario. Valbuena si muove bene tra le linee sebbene non sia al 100% della condizione fisica e il rapido Remy non è un cliente facile per Lucio e Samuel. Nonostante il buon primo tempo, dopo la sbandata iniziale, il Marsiglia si fa vedere dalle parti di Julio Cesar soltanto per due volte, con un colpo di testa di Remy e con una bordata dalla distanza di Morel entrambe fuori dallo specchio della porta e controllate dall’estremo difensore nerazzurro.

    La ripresa comincia male per l’Inter che dopo pochi minuti perde per problemi muscolari Sneijder, Ranieri ne approfitta, quasi a non vederne l’ora, per passare al suo caro 4-4-2 inserendo Obi e Pazzini al posto dell’olandese e dell’evanescente Forlan. Il Marsiglia da l’impressione di controllare il match e di poter portare a casa tranquillamente la qualificazione perchè il countdown non fa altro che rendere l’Inter sempre più confusionaria presa dalla frenesia di trovare il gol del pareggio. Ma ad un quarto d’ora dal termine Milito torna a fare il Milito del Triplete siglando l’1-0 che fa esplodere di gioia San Siro facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto dopo un batti e ribatti in area di rigore. I nerazzurri con la rete dell’attaccante argentino trovano nuova linfa e cominciano a crederci, il Marsiglia di Deschamps tira i remi in barca impaurito cercando di congelare il risultato ma proprio quando le due squadre di preparano al supplementare ecco al 92′, negli ultimi 60 secondi di match, l’errore difensivo di Lucio che consente al nuovo entrato Brandao di aggiustarsi la palla sul sinistro e di fulminare Julio Cesar per il gol che condanna l’Inter. Prima del fischio finale c’è tempo ancora per lo scatto d’orgoglio di Pazzini che entra in area e si procura un calcio di rigore, causando l’espulsione di Mandanda, che lui stesso trasforma rendendo più amara la vittoria.

    E ora? A Ranieri non restava che arrivare più lontano possibile in Champions, considerato che il campionato è ormai andato e il terzo posto resta comunque difficile da centrare, per ottenere una riconferma sulla panchina nerazzurra. Al tecnico romano, che ha comunque l’alibi di aver preso una squadra già in difficoltà, non resta che appellarsi ai santi per restare anche per la prossima stagione al timone di una nave che rischia di inabissarsi se non si dovessero riparare tempestivamente quelle falle apertesi negli ultimi anni e sulle quali non si è deciso di intervenire. La ricostruzione dell’Inter dovrà partire per forza di cose già da domani, a cominciare dai piani alti.

  • Inter – Marsiglia, l’impresa è possibile

    Inter – Marsiglia, l’impresa è possibile

    Quale occasione migliore se non quella di stasera contro il Marsiglia nella gara di ritorno degli ottavi di Champions League per dimostrare quanto vali, Inter? L’ora della verità è scoccata, dopo tante chiacchiere è arrivato il momento per Ranieri e company di prendere per le corna una stagione che definirla deludente, finora, è alquanto riduttivo. Dopo gli incoraggianti recenti risultati con Catania e Chievo, i nerazzurri vedono la luce in fondo al tunnel dal quale non riuscivano più ad uscire dal mese di gennaio.

    Stasera solo un risultato è ammesso, vincere. Bisognerà lottare per tutti i 90 minuti per cercare di capovolgere l’1-0 dell’andata e centrare la qualificazione ai quarti di finale di Champions che poi, sperando in un sorteggio benevolo, potrebbe lanciare i nerazzurri verso una semifinale insperata e inimaginabile fino a qualche settimana fa che darebbe lustro e a Ranieri la certezza della riconferma sulla panchina dell’Inter anche per la prossima stagione.

    L’impresa è possibile perchè di fronte ci sarà un Marsiglia moralmente a pezzi reduce da 4 ko di fila in Ligue 1 senza neanche riuscire a segnare, l’ultima rete dei transalpini, che porta la firma di Ayew, infatti è stata realizzata proprio in occasione dell’andata degli ottavi di Champions disputata al Velodrome lo scorso 22 febbraio. I francesi arrivano a San Siro per difendere con le unghie e con i denti il vantaggio, minimo, ottenuto nel primo confronto. Il tecnico Didier Deschamps vorrà evitare un’altra debacle che, alla luce anche della situazione difficile in cui versa la squadra in campionato, potrebbe costare la panchina all’ex centrocampista della Juventus e della nazionale francese campione del Mondo nel ’98 e d’Europa nel 2000.

    Inter © Dino Panato/Getty Images

    Per quanto concerne le formazioni che tra poco meno di due ore scenderannno in campo, Ranieri, confortato dalle ultime prestazioni di Sneijder, opta per il 4-3-1-2; il fantasista olandese sarà a sostegno della coppia offensiva Milito e Forlan con Pazzini che verrà accantonato in panchina; a centrocampo Stankovic sarà il play basso, a dargli man forte nel reparto il giovane Poli, che ha conquistato poco a poco la fiducia del tecnico romano, e Cambiasso. In difesa, davanti a Julio Cesar, Lucio e Samuel mentre saranno importanti le sgroppate sulla fascia di Maicon e di capitan Zanetti sul fronte opposto a quello del brasiliano.

    Deschamps ritrova Valbuena e Remy, quest’ultimo assente nella gara d’andata per infortunio. Se per il primo un suo utilizzo fin dal primo minuto appare difficile, per il secondo il suo impiego al centro dell’attacco nel 4-3-3 è scontato. Al fianco del giovane attaccante francese che in questa stagione ha già segnato 17 reti tra campionato e coppe, Amalfitano e il giustiziere dell’andata Ayew, figlio di Abedi Pelè che giocò nel Torino. In mediana agiranno Diarra, Cheyrou e Mbia, Diawara e Nkolou sarà la coppia di difesa mentre toccherà ad Azpilicueta e Morel arginare le avanzate di Maicon e Zanetti.

    A San Siro saranno almeno in 70 mila a spingere i nerazzurri verso la conquista dei quarti, in più a fare il tifo da lontano ci sarà Josè Mourinho che a Milano ha lasciato il cuore e che durante la conferenza stampa alla vigilia di Real Madrid – Cska Mosca ha voluto dedicare un pensiero alla sua ex squadra.
    Quella di stasera è una gara che vale una stagione che potrà far ritrovare all’Inter morale e la via smarrita. E’ assolutamente vietato sbagliare.

    PROBABILI FORMAZIONI INTER – MARSIGLIA

    INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Zanetti; Poli, Stankovic, Cambiasso; Sneijder; Milito, Forlan.
    Panchina: Castellazzi, Nagatomo, Ranocchia, Palombo, Obi, Pazzini, Zarate.
    Allenatore: Ranieri.

    MARSIGLIA (4-3-3): Mandanda; Azpilicueta, Diawara, Nkolou, Morel; Diarra, Mbia, Cheyrou; Amalfitano, Rémy, A. Ayew.
    Panchina: Bracigliano, Traoré, Fanni, Kaboré, Valbuena, Brandao, J. Ayew.
    Allenatore: Deschamps

  • Ducati in vendita, Audi si fa avanti

    Ducati in vendita, Audi si fa avanti

    Qualche settimana fa avevamo parlato della volontà di Andrea Bonomi, proprietario della Ducati, di mettere in vendità lo storico marchio della casa di Borgo Panigale stabilendo un prezzo di vendita attorno al miliardo di euro. Una grande operazione finanziaria questa che avrebbe consentito all’imprenditore milanese di ricavare il triplo di quanto sborsato nel 2006 per l’acquisto del marchio bolognese.

    Appresa la notizia, pubblicata sul più autorevole giornale economico-finanziario del Regno Unito e del mondo, il Financial Times, e riportata anche dal nostro Sole 24 Ore, sulla Rossa si sono fiondate immediatamente le case automobilistiche tedesche che hanno fiutato l’affare mettendosi in prima linea per l’acquisizione del noto marchio motociclistico: Bmw, Mercedes ma soprattutto Volkswagen. Come si apprende oggi dalla rivista britannica Car, l’Audi, facente parte del gruppo del colosso con sede a Wolfsburg, si sarebbe assicurata un’opzione d’acquisto il cui termine ultimo per esercitarla è stata fissata a fine aprile. Si parla di un’offerta che oscilla tra gli 840 e 850 milioni di euro.

    La Ducati così potrebbe parlare presto tedesco. Se da un lato il rammarico per la perdita di un marchio storico made in Italy esiste, dall’altro, inutile negarlo, affidarsi, specialmente in questo momento di recessione, ad un partner industriale forte come lo è il gruppo Volkswagen potrebbe rivelarsi una scelta azzeccata sfruttando la sua solidità e la sua forza economica traendone notevoli benefici ed affermarsi sul mercato internazionale dal momento che la casa tedesca è uno dei pochi produttori a non risentire della crisi economica che sta attanagliando non solo il mercato dell’automobile, anzi, incrementa anno dopo anno il suo fatturato e l’utile netto che nel 2011 è raddoppiato rispetto all’anno precedente.

    Ducati logo

    Si era parlato anche di una quotazione in borsa della casa di Borgo Panigale ma questa ipotesi rimane una possibilità molto remota, la strada principale intrapresa da Bonomi, che attraverso la sua holding Investindustrial detiene la maggioranza delle quote (il 70% circa), resta quella di legarsi con un partner finanziario stabile economicamente.

    Uno dei problemi da risolvere quanto prima è conoscere realmente a quanto ammonta il debito dell’azienda bolognese, stimato secondo la rivista d’oltremanica in 800 milioni di euro, quota che ridurrebbe il valore netto dell’azienda a soli 50 milioni. Ducati ha però precisato che il debito non raggiunge i 200 milioni. Qualunque sia la cifra del debito,Volkswagen potrebbe bissare l’operazione fatta nel 1998 quando rilevò, sempre attraverso Audi, il 100% di un altro noto marchio italiano, Lamborghini, risanandone completamente il bilancio.

  • Agnelli rompe il silenzio “Juve contro tutto e tutti”

    Agnelli rompe il silenzio “Juve contro tutto e tutti”

    L’amarezza e la delusione per l’ennesimo pareggio e per i torti arbitrali che hanno penalizzato la squadra sono ancora vive in casa Juventus, soprattutto nello stato d’animo del presidente Andrea Agnelli che oggi, a margine di un incontro allo ‘Stadium’ con il numero uno della Uefa, ed ex bandiera bianconera, Michel Platini, ha trovato la forza di rompere il silenzio tornando con la mente per un attimo su quanto accaduto ieri pomeriggio a Genova dove gli uomini di Antonio Conte hanno lasciato per strada altri 2 punti importanti ai fini della corsa scudetto: “Questa mattina ci siamo trovati per una riflessione generale: la nostra opinione non cambia, ma a questo punto noi dobbiamo continuare a credere nelle nostre possibilità. Siamo in corsa su tutti e due gli obiettivi stagionali, campionato e Coppa Italia, per cercare di perseguirli lottando contro tutto e contro tutti, consapevoli della nostra forza“.

    Chiara l’allusione alla classe arbitrale e alle recenti decisioni avverse contro le quali la Juve si trova costretta a fronteggiare. La chiara trattenuta nel primo tempo di Carvalho su Matri giudicata non meritevole di calcio di rigore da Rocchi, il gol regolare di Pepe nella ripresa annullato per fuorigioco inesistente, i penalty non concessi a Parma e contro il Siena, il gol regolare contro il Milan che ha compensato la clamorosa svista sul gol di Muntari per citare solo gli episodi più recenti hanno fatto esplodere la rabbia dei dirigenti bianconeri che al termine del match di Genova hanno preferito trincerare la squadra dietro un silenzio stampa: “Siena e Parma le svolte nel rapporto con gli arbitri? Non ho visto una svolta, anche l’inizio è stato così. Abbiamo fatto tabelle della nostra permanenza in area e dei falli fischiati. Certe cose capitano dall’inizio della stagione. Dopo Genoa-Juve una pausa di riflessione giusta“.

    Andrea Agnelli | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    Agnelli poi cambia argomento ed esprime parole d’elogio per chi quest’anno sta facendo un grande lavoro e sta portando avanti il progetto di ricostruzione del club con l’intento di farlo tornare ai fasti di un tempo: “Siamo molto soddisfatti. Abbiamo iniziato un percorso due anni fa e i risultati cominciano a vedersi. Per merito del lavoro dell’area tecnica che ha allestito una squadra all’altezza e per merito di Conte e dei suoi giocatori che sono straordinari“.

    Infine il rampollo di casa Agnelli si guadagna i complimenti del presidente dell’Uefa Michel PlatiniCi ha indicato come esempio italiano in Europa“, in visita per la prima volta allo Juventus Stadium che ospiterà la finale di Europa League del 2014, da lui stesso definito “Un gioiello, uno stadio bello e funzionale” emozionandosi alla vista della stella celebrativa dedicatagli nella Walk Of Fame lui che è stato Le Roi bianconero per 5 anni vincendo con la Juventus tutto quello che c’era da vincere.

  • Juve, Milan, Real e City. Tutti vogliono Van Persie

    Juve, Milan, Real e City. Tutti vogliono Van Persie

    Trentadue reti in 37 partite, quasi un gol ogni 90′, di cui 25 in Premier e 5 in Champions. Numeri che rendono l’annata 2011-2012 di Robin Van Persie la migliore in assoluto della sua carriera e che se non fosse per il marziano Messi (ieri il 50esimo gol in stagione, ndr) sarebbe il candidato a vincere la Scarpa d’Oro 2012. Il 29enne attaccante olandese sta trascinando, a suon di gol, l’Arsenal alla conquista del terzo posto dopo l’avvio shock  in campionato con 4 sconfitte nei primi 7 turni che hanno costretto i Gunners ad una difficile risalita dalle retrovie della classifica.

    Nonostante il tecnico dell’Arsenal Arsene Wenger abbia ribadito più volte, l’ultima l’altro ieri, l’incedibilità del proprio giocatore a costo di perderlo a parametro zero (il contratto dell’olandese scade a giugno 2013, ndr) “E’ nostra intenzione trattenerlo anche se arriverà un altro giocatore. Robin è il leader del nostro gruppo“, è noto ormai a tutti che Van Persie sia finito nel mirino dei più grandi club europei: il Real Madrid segue da tempo le gesta dell’attaccante che, dopo la partenza da Londra dell’istituzione Henry, ne ha raccolto l’eredità al centro dell’attacco tanto da meritarsi anche la fascia di capitano, in Italia Robin ha in Juve e Milan gli estimatori più interessati mentre l’ultima in ordine cronologico a muoversi sul giocatore della nazionale Orange è l’opulento Manchester City.

    Il club di Roberto Mancini, secondo quanto scrive il Daily Mirror, avrebbe bussato alla porta del procuratore pronto a ricoprire d’oro l’olandese mettendo sul tavolo una proposta faraonica, trovando un accordo sulla base di oltre 10 milioni di sterline a stagione. L’intento dello sceicco Mansour è quello di rinforzare la rosa e renderla competitiva più di quanto non lo sia ora per sferrare l’assalto alla prossima edizione della Champions League.

    Robin Van Persie © Laurence Griffiths/Getty Images

    Milan e Juve, che ultimamente si erano avvicinate sensibilmente a Van Persie, non hanno la forza economica per competere con i petroldollari dello sceicco e dovranno confidare nel maggior appeal che rossoneri e bianconeri possono offrire al numero 10 dei Gunners. Il Milan aveva approfittato dello scontro negli ottavi con l’Arsenal per chiedere informazioni sul giocatore con Ibrahimovic che aveva dato la propria benedizione all’operazione. La Juve è alla continua ricerca del top player in attacco in grado di farle compiere quel salto di qualità per raggiungere il livello delle avversarie in Italia, il ritorno in Chanpions league (obiettivo che deve essere centrato ad ogni costo) può portare denaro fresco nelle casse societarie che, insieme agli introiti derivanti dallo stadio e dal merchandising, verranno reinvestiti nel mercato estivo per portare allo Juventus Stadium il campione chiesto a gran voce dalla tifoseria per far fronte alla scarsa vena realizzativa dell’attacco bianconero.

    Per Van Persie è forte anche la concorrenza del Real Madrid che fino a qualche giorno fa, prima dell’inserimento del City, i bookmakers davano per favorito quotando un suo trasferimento nella capitale spagnola a 3.00, la più bassa in assoluto. Sarà difficile anche per una superpotenza come il Real competere sul piano economico con i Citizens.

    Quel che è certo è che chiunque riesca a mettere le mani su Van Persie, all’apice della sua carriera, si assicuri un bomber di sicuro affidamento.

  • Serie A 27 Giornata, risultati e classifica

    Serie A 27 Giornata, risultati e classifica

    La 27esima giornata di Serie A decreta l’allungo del Milan, i rossoneri guadagnano altri 2 punti portandosi a +4 in classifica sulla Juventus che ha pareggiato a Genova sopraffando il Lecce a San Siro con le reti di Nocerino, stagione stellare per il centrocampista prelevato dal Palermo in estate per soli 500 mila euro, la cui conclusione viene deviata in maniera decisiva da Miglionico e di Zlatan Ibrahimovic, nuovo capocannoniere della Serie A (in attesa di Di Natale, ndr), con un bolide dal limite dell’area che lascia impietrito il portiere Benassi.

    La Juve non sa più vincere, o meglio, sa solo pareggiare: per la squadra di Antonio Conte, questo 0-0 in casa del Genoa, si tratta del quarto pareggio consecutivo ma a differenza dei precedenti, i bianconeri in questa occasione avrebbero meritato sicuramente la vittoria per la quantità industriale di occasioni da gol create e fermati dai legni (due pali e una traversa) e dalle decisioni arbitrali dal momento che all’appello mancano un calcio di rigore solare per fallo su Matri e un gol regolare annullato per fuorigioco inesistente di Pepe che hanno spinto i dirigenti ad indire il silenzio stampa.

    Il Catania non vuole finire di sorprendere, la creatura di Montella trova il quinto risultato utile consecutivo battendo al Massimino la Fiorentina di Delio Rossi cominciando così a respirare aria di Europa. Gol vittoria siglato da Lodi su calcio di rigore, gli etnei salgono a quota 38 punti, davanti all’acerrimo nemico Palermo che ieri è stato sconfitto dalla Roma e mettondosi nella scia dell’Inter che venerdì sera era tornata al successo dopo quasi due mesi di astinenza battendo il Chievo 2-0.

    Colpo del Siena a Cesena, terza vittoria consecutiva per la squadra di Sannino che fa un gran balzo in avanti in classifica mettendo tra sè e la zona retrocessione 7 punti che daranno più tranquillità. Succede tutto nel finale con Brienza (gol in fuorigioco) e Bogdani che costringono i romagnoli alla settima sconfitta nelle ultime 10 giornate e ad una situazione di classifica disperata. Beretta, arrivato in panchina da una ventina di giorni, potrebbe già rischiare l’esonero. Chiude il pomeriggio il pareggio per 1-1 tra Atalanta e Parma, orobici in vantaggio subito con Manfredini pari ducale di Paletta.

    Festival del gol venerdì sera a Napoli dove i padroni di casa avevano battuto 6-3 il Cagliari, ko che è costata la panchina a Ballardini, richiamato Ficcadenti. Stasera due posticipi, la Lazio e l’Udinese proveranno con Bologna e Novara ad approfittare del pareggio della Juventus ed avvicinarla in classifica.

    RISULTATI E MARCATORI 27 GIORNATA SERIE A

    ATALANTA – PARMA 1-1
    5′ Mafredini (A), 55′ Paletta (P)
    CATANIA – FIORENTINA 1-0
    58′ rig Lodi
    CESENA – SIENA 0-2
    75′ Brienza, 81′ Bogdani
    CHIEVO – INTER 0-2
    87′ Samuel, 90′ Milito
    GENOA – JUVENTUS 0-0
    MILAN – LECCE 2-0
    7′ Nocerino, 65′ Ibrahimovic
    NAPOLI – CAGLIARI 6-3
    10′ Hamsik (N), 19′ Cannavaro (N), 30′ aut Astori (C), 37′ Larrivey (C), 56′ rig Lavezzi (N), 70′ Gargano (N), 77′ Larrivey (V), 84′ Maggio (N), 92′ Larrivey (C)
    PALERMO – ROMA 0-1
    3′ Borini

    stasera ore 20:45
    LAZIO – BOLOGNA
    NOVARA – UDINESE

    CLASSIFICA SERIE A

    Pos Squadra Pt G
    1. MILAN 57 27
    2. JUVENTUS 53 27
    3. LAZIO 48 26
    4. NAPOLI 46 27
    5. UDINESE 46 26
    6. ROMA 41 27
    6. INTER 40 27
    8. CATANIA 38 27
    9. PALERMO 34 27
    10. CHIEVO 34 27
    11. ATALANTA [-6] 33 27
    12. GENOA 33 27
    13. SIENA 32 27
    14. FIORENTINA 32 27
    15. BOLOGNA 32 26
    16. PARMA 31 27
    17. CAGLIARI 31 27
    18. LECCE 25 27
    19. NOVARA 17 26
    20. CESENA 17 27

    CLASSIFICA MARCATORI SERIE A

    19 – Ibrahimovic (Milan)
    18
    – Di Natale (Udinese)
    16 – Cavani (Napoli)
    15 – Denis (Atalanta)
    14 – Palacio (Genoa), Milito (Inter)
    12 – Jovetic (Fiorentina), Klose (Lazio)
    11 –  Miccoli (Palermo), Calaiò (Siena)
    10 – Matri (Juventus), Giovinco (Parma)
    9 – Di Vaio (Bologna), Borini (Roma), Nocerino (Milan)
    8 – Hernanes (Lazio), Lavezzi (Napoli), Lodi (Catania)
    7 – Osvaldo (Roma), Mutu (Cesena), Di Michele (Lecce), Hamsik (Napoli), Larrivey (Cagliari)
    6 – Marchisio (Juventus), Rigoni (Novara), Bergessio (Catania), Budan (Palermo)
    5 – Pepe (Juventus), Destro (Siena), Pandev (Napoli), Pazzini (Inter), Rocchi (Lazio), Jankovic (Genoa), Moralez (Atalanta), Thereau (Chievo), Basta (Udinese), Muriel (Lecce), Ramirez (Bologna), Acquafresca (Bologna)

  • Palermo – Roma 0-1, le pagelle. Borini super, Munoz un disastro

    Palermo – Roma 0-1, le pagelle. Borini super, Munoz un disastro

    La Roma torna alla vittoria dopo le due sconfitte consecutive con Atalanta e Lazio grazie alla rete del solito Borini al 3′, autore di un’altra prestazione maiuscola. Tre punti che alimentano le speranze europee giallorosse che danno anche un pò di tranquillità a tutto l’ambiente dopo i mugugni da parte dei tifosi delle ultime settimane. Per il Palermo si tratta del terzo ko di fila, dopo un primo tempo da dimenticare nella ripresa c’è stata la reazione, Mutti dovrà ripartire dai secondi 45 minuti per far ritrovare ai rosanero la via del successo.

    PAGELLE PALERMO – ROMA

    PALERMO

    Munoz 4.5: fatale il doppio errore sull’azione che ha deciso la partita, prima sbaglia il disimpegno servendo Lamela e poi sull’assist dell’attaccante argentino non sale come dovrebbe tenendo in gioco il match winner Borini. Nel primo tempo appare frastornato, quando viene puntato da Lamela va sempre in confusione.

    Mantovani 6: schierato da Mutti al centro della difesa per l’assenza di Silvestre lui che non è un centrale puro, disputa un match attento. Molto meglio del compagno di reparto.

    Acquah 6: il giovane ghanese, che avrebbe dovuto partire dalla panchina, fa il suo dovere tamponando in mezzo al campo. Giocatore di grande quantità e dal futuro assicurato.

    Zahavi 4.5: Mutti lo preferisce ad Ilicic, l’israeliano non ripaga la fiducia concessagli dall’allenatore non riuscendo a combinare nulla di buono nei primi 45 minuti di gioco. All’intervallo Mutti, giustamente, lo lascia negli spogliatoi per far spazio allo sloveno.

    Ilicic 6: bocciato dal primo minuto per il suo recente scarso rendimento, il trequartista viene chiamato in causa dal tecnico ad inizio secondo tempo per cercare di raddrizzare la partita. Con il suo ingresso in campo il Palermo gira meglio e, anche se non si rende particolarmente pericoloso, almeno fa vedere di avere una gran voglia di fare bene.

    Miccoli 6: il bomber tascabile svaria su tutto il fronte offensivo ma cade spesso nella trappola del fuorigioco. Ammonito per uno screzio avuto con Heinze, salterà la sfida di settimana prossima a Lecce contro la sua squadra del cuore.

    Fabio Borini © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    ROMA

    Lobont 7: grandi riflessi quando si oppone da terra sul tiro a botta sicura di Miccoli dopo essersi scontrato con un compagno di squadra. Si fa trovare sempre pronto sulle conclusioni da fuori, un paio di queste insidiose, non facendo rimpiangere Stekelenburg.

    Kjaer 6: il danese ex della gara, uscito ultimamente dalle rotazioni di Luis Enrique, è chiamato a sostituire Juan. Compito difficile per il difensore che esegue i suoi compiti ottenendo la sufficienza in pagella.

    Greco 6.5: schierato a sorpresa da Luis Enrique, il centrocampista fa una grande gara sia in fase di contenimento che in quella propositiva. E’ il migliore del reparto.

    Totti 6: il capitano giallorosso si sacrifica molto scalando a centrocampo per dare man forte ai compagni di squadra. Nel finale la sua abilità di tenere palla è  fondamentale per guadagnare minuti preziosi.

    Lamela 7: primo tempo straordinario per l’attaccante argentino, assist per Borini e finte ubriacanti per Munoz che va in difficoltà. Nella ripresa per poco non segnava con un coast to coast di circa 60 metri, la stanchezza poi prende il sopravvento e cala con il passare dei minuti.

    Borini 7.5: è lui l’uomo del momento della Roma, l’attaccante ex Chelsea firma il suo nono centro in campionato, il settimo nelle ultime nove partite, decidendo il match. E non è la prima volta che toglie le castagne dal fuoco al tecnico asturiano. La rivelazione del campionato. Nessuno, a parte Luis Enrique, si sarebbe aspettato un tale rendimento. Dopo la chiamata di Prandelli per l’amichevole contro gli Stati Uniti, meriterebbe al momento di far parte della spedizione azzurra agli Europei.

    PALERMO (4-3-1-2): Viviano 6; Pisano 5.5, Munoz 4.5, Mantovani 6, Balzaretti 5.5; Barreto 5.5, Donati 6, Acquah 6 (87′ Vazquez sv); Zahavi 4.5 (46′ Ilicic 6); Budan 5 (46′ Hernandez 5.5), Miccoli 6. Allenatore: Mutti 5.5.

    ROMA (4-3-1-2): Lobont 7; Rosi 6, Kjaer 6, Heinze 6.5, José Angel 6.5; Greco 6.5 (78′ Marquinho 6), De Rossi 6, Gago 6 (87′ Simplicio sv); Totti 6; Lamela 7 (80′ Bojan 6), Borini 7.5. Allenatore: Luis Enrique 6.

    HIGHLIGHTS PALERMO – ROMA 0-1

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  • Ancora Borini, Palermo – Roma 0-1

    Ancora Borini, Palermo – Roma 0-1

    Nell’anticipo del sabato della 27esima giornata di Serie A la Roma torna a sorridere espugnando Palermo con il minimo scarto grazie alla rete dopo appena 130 secondi del sempre prezioso Borini che condanna i rosanero alla terza sconfitta consecutiva. La gara del Barbera, giocata su ritmi elevatissimi in particolar modo nella ripresa, era importante per capire quanto profonda fosse la ferita negli uomini di Luis Enrique lasciata dalla sconfitta nel derby, che trovano così il pronto riscatto dopo i due ko di fila con Atalanta e Lazio che permette loro di riscavalcare in classifica l’Inter e di rimanere in corsa per un piazzamento europeo sebbene, con una partita in più, l’ultimo posto disponibile per l’Europa League sia distante ancora 5 punti.

    Luis Enrique deve fare i conti con le molteplici assenze, tra infortuni di lungo corso e squalificati di turno, il tecnico asturiano affida i pali a Lobont in luogo di Stekelenburg mentre in difesa, con Juan che si è aggiunto a Burdisso e che rivedremo in campo soltanto nel prossimo campionato, è costretto a rispolverare il danese Kjaer schierandolo al fianco di Heinze; attacco confermato con Totti dietro a Lamela e Borini mentre la novità è a centrocampo dove Greco vince il ballottaggio con l’ex del match Simplicio; sul fronte opposto Mutti preferisce Zahavi ad Ilicic a supporto della coppia offensiva Miccoli e Budan con 3 centrocampisti di interdizione in mezzo al campo Acquah, Barreto e Donati e Mantovani a prendere il posto dell’infortunato Silvestre al centro della difesa.

    Pronti via e dopo appena due minuti dal fischio d’inizio la Roma passa in vantaggio con il solito Borini che sorprende Munoz scattando sul filo del fuorigioco dopo l’errore in disimpegno dello stesso difensore rosanero mettendo alle spalle di Viviano per il suo nono centro in campionato; il Palermo, colpito a freddo, ci mette un pò di tempo per riorganizzarsi e concede campo agli avversari, Lamela va a nozze con gli ampi varchi lasciati dai padroni di casa sfiorando il raddoppio dopo aver ubriacato e aggirato il frastornato Munoz. Viviano però risponde presente e sventa il pericolo. Il collega Lobont non vuole essere da meno e si fa trovare pronto sui traversoni velenosi di Balzaretti e Miccoli e sulla bordata di Mantovani dalla distanza. Troppo poco però per un Palermo che chiude il primo tempo meritatamente sotto di una rete e controllato da una Roma attenta e che mostra la propria supremazia con l’ormai consueta alta percentuale di possesso palla.

    Fabio Borini © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    Mutti, insoddisfatto della prova dei suoi, striglia la squadra all’intervallo e cerca di porre rimedio togliendo dal campo i non pervenuti Zahavi e Budan inserendo Ilicic ed Hernandez  per dare una maggiore velocità e imprevedibilità all’attacco rosanero. Ed effettivamente la squadra pare girare meglio con i due nuovi entrati, il Palermo guadagna metri e progressivamente costringe la Roma nella propria metà campo che si affaccia dalle parti di Viviano soltanto con rapidi contropiedi come quando Lamela in un coast to coast di 60 metri palla al piede fa fuori 3 avversari prima di calciare sull’esterno della rete e Borini che da l’illusione del gol dopo aver lasciato sul posto Balzaretti e Barreto.

    Ilicic e Donati ci provano con conclusioni da fuori area che non impensieriscono più di tanto Lobont, ma la difesa giallorossa, che recentemente ha fatto acqua da tutte le parti e che fino a questo punto della gara ha retto in maniera efficace, comincia ad andare in difficoltà sotto la pressione crescente dei rosanero che credono nel pareggio e spingono sull’acceleratore: il portiere rumeno sale in cattedra compiendo un miracolo, da terra, prima su Miccoli e poi esaltandosi sul tiro di Munoz alzando la sfera sopra la traversa. La Roma paga i ritmi sostenuti di gara, Borini, dimostratosi ancora una volta indispensabile per l’economia del gioco di Luis Enrique, termina la benzina e Totti cerca, con la sua grande abilità nel tenere palla, di far salire la squadra e di guadagnare la bandierina del calcio d’angolo con il chiaro intento di far trascorrere i minuti residui. Nel finale l’area di rigore giallorossa sembra un flipper impazzito ma il muro umano tiene fino al triplice fischio consentendo alla Roma di portare a casa i 3 punti dai quali dovrà ripartire la rincorsa all’Europa. Per il Palermo si apre una mini crisi che nelle prossime ore potrà portare ad un cambio in panchina, con Mutti prossima vittima designata del mangia-allenatori Zamparini che ha lasciato lo stadio scuro in volto.

  • Palermo – Roma, Totti con Lamela e Borini. Mutti boccia Ilicic

    Palermo – Roma, Totti con Lamela e Borini. Mutti boccia Ilicic

    Dopo i primi due anticipi della 27esima giornata di Serie A di ieri per consentire a Napoli e Inter di affrontare i rispettivi impegni di Champions League godendo di un giorno di riposo in più, stasera tocca a Palermo Roma affrontarsi nell’unico anticipo del sabato.

    Entrambe le squadre sono in cerca dell’immediato riscatto poichè reduci da due pesanti, per motivi diversi, ko: il Palermo per i numeri di gol incassati nello scorso turno di campionato contro il Milan, ben 4, e i giallorossi per l’importanza della gara, che a Roma, più che nelle altre piazze, vale quanto uno scudetto, il derby contro la Lazio, reso ancora più grave trattandosi della seconda stracittadina persa in stagione che hanno ridimensionato, forse in maniera definitiva, le ambizioni della squadra di Luis Enrique che ora deve cercare di non fallire anche la qualificazione in Europa League, difficile visto che il Napoli è lanciatissimo a contendere a Juve e Lazio un posto in Champions e l’Inter che ieri a Verona è tornata al successo dopo quasi due mesi e sembra aver ritrovato le giuste motivazioni per riprendere il cammino interrotto e concludere il campionato nella maniera più degna possibile.

    Totti e Luis Enrique © GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images

    Mutti è chiamato a risollevare le sorti di un Palermo che sotto la sua guida aveva trovato un suo equilibrio e preso la strada giusta poi smarrita nelle ultime due uscite alla luce degli 8 gol subiti contro rossoneri e Siena. Il tecnico rosanero per tappare i buchi lasciati da Silvestre e Migliaccio, propone Mantovani al fianco di Munoz per un’inedita coppia centrale e Della Rocca in mediana con Donati vertice basso e Barreto sull’interno di sinistra. Sulle corsie esterne spingranno Pisano e Balzaretti che rientra dalla squalifica. La novità è la bocciatura di Ilicic che ha subito un’involuzione e che sembra soltanto un lontano parente del giocatore ammirato nella scorsa stagione, in appoggio alle due punte che saranno Miccoli e Budan, ci sarà l’israeliano Zahavi.

    In casa Roma, Luis Enrique deve fare i conti con le tante assenze: in porta Lobont sostituisce lo squalificato Stekelenburg, così come non saranno del match per decisione del giudice sportivo anche Cassetti e Osvaldo; inoltre l’infermeria giallorossa si è riempita con gli infortuni di Juan e Pjanic che vanno a fare compagnia a Burdisso. Per il difensore brasiliano la stagione è finita mentre per il centrocampista bosniaco ci vorranno tre settimane di attesa prima di rivederlo in campo. Così il tecnico asturiano dovrà rispolverare per forza di cose in difesa il danese Kjaer che non lo aveva tanto convinto quando chiamato in causa che farà coppia con l’esperto Heinze, Rosi giocherà sulla fascia destra mentre Taddei e Josè Angel si giocheranno una maglia da titolare sulla corsia mancina; a centrocampo play basso De Rossi con Gago e Simplicio a dargli man forte mentre Totti agirà dietro Lamela e l’inamovibile Borini che al momento è l’attaccante che offre maggiori garanzie al tecnico. La Roma stasera deve giocare per i 3 punti e non può fallire l’obiettivo per non rischiare di mandare già in soffitta il progetto Luis Enrique. Le tre sconfitte nelle ultime quattro partite hanno fatto mugugnare il tifo giallorosso, stufo dei continui alti e bassi di cui soffre la squadra capitolina che fa tanto possesso palla ma che non riesce poi ad essere incisiva negli ultimi 16 metri. Stasera la Roma e Luis Enrique sono chiamati ad invertire la rotta.

    PROBABILI FORMAZIONI PALERMO – ROMA

    PALERMO (4-3-1-2): Viviano; E. Pisano, Munoz, Mantovani, Balzaretti; Della Rocca, Donati, E. Barreto; Zahavi; Budan, Miccoli.
    Panchina: Tzorvas, Aguirregaray, Acquah, Bertolo, Vazquez, Ilicic, Hernandez.
    Allenatore: Mutti.

    ROMA (4-3-1-2): Lobont; Rosi, Kjaer, Heinze, José Angel; De Rossi, Gago, Simplicio; Totti; Lamela, Borini.
    Panchina: Curci, Cicinho, Perrotta, Greco, Marquinho, Bojan, Piscitella.
    Allenatore: Luis Enrique.