Autore: Lupo

  • Adidas e Casillas presentano Tango 12 Finale, pallone della Finale Euro 2012

    Adidas e Casillas presentano Tango 12 Finale, pallone della Finale Euro 2012

    Manca ormai meno di un mese all’attesissimo calcio d’inizio degli Europei che si svolgeranno quest’estate in Polonia e Ucraina, la partita inaugurale tra la nazionale polacca la Grecia è fissata per l’8 giugno alle 18:00, e Adidas, sponsor ufficiale della rassegna continentale, dopo aver presentato a Milanello lo scorso mese di dicembre Tango 12, ha svelato anche il pallone con il quale verrà disputata la finalissima in programma il 1° luglio a Kiev.

    Tango 12 Finale, questo il nome che Adidas ha dato a quello che sarà uno dei protagonisti indiscussi dell’atto conclusivo dell’Europeo di Polonia e Ucraina 2012, è stato presentato nella Ciudad del Futbol di Madrid, sede ufficiale della federazione spagnola e il quartier generale della selezione guidata da Vicente Del Bosque, dal capitano e colonna delle Furie Rosse campioni del Mondo e d’Europa in carica, Iker Casillas, apparso soddisfatto dalle caratteristiche della sfera dopo le critiche mosse da parte dei portieri al suo predecessore Jabulani (il pallome dei Mondiali di Sudafrica, ndr) per le sue traiettorie totalmente imprevedibili.

    Per la realizzazione del pallone Adidas ha voluto ispirarsi e riprendere il design del mitico Tango utilizzato negli anni ’80 sia per i Mondiali Fifa che per gli Europei Uefa, divenuto un icona nel mondo del calcio, arricchito inoltre da dettagli (colori e simboli) che richiamano le 2 nazioni che ospiteranno l’evento, ovvero la Polonia e l’Ucraina. Tango 12 Finale con i suoi 2 anni di sviluppo e i rigidissimi collaudi ai quali è stato sottoposto è il pallone più testato che sia mai stato prodotto: sono stati condotti infatti due tipologie di test, uno qualitativo che ha interessato giocatori, club e federazioni di otto paesi differenti sia a livello professionistico che giovanile, e uno quantitativo di laboratorio da cui è emerso che Tango 12 Finale soddisfa e supera tutti gli standard approvati dalla FIFA relativi ad un pallone ufficiale.

  • Lecce – Fiorentina, Jovetic non recupera. Cosmi all’ultima chiamata salvezza

    Lecce – Fiorentina, Jovetic non recupera. Cosmi all’ultima chiamata salvezza

    Vincere o con ogni probabilità sarà retrocessione. E’ questo l’imperativo del Lecce che oggi pomeriggio nel primo anticipo della 37esima giornata di Serie A, la penultima, ospita al Via del Mare una Fiorentina ancora scossa da quanto accaduto mercoledì sera tra Delio Rossi e Adem Ljajic. Il tecnico viola, squalificato anche per tre mesi e che ieri si è scusato pubblicamente, è stato esonerato dopo l’aggressione all’attaccante serbo scatenata dalle provocazioni e insulti dello stesso giocatore che non aveva gradito la sostituzione alla mezzora del primo tempo durante Fiorentina – Novara.

    La squadra è stata affidata al team manager Vincenzo Guerini che dovrà traghettare i viola alla conquista della salvezza aritmetica. Manca infatti un solo punto ai toscani per raggiungere quest’obiettivo, per tale motivo anche un pareggio, dopo tutto quello che è successo in settimana, oggi pomeriggio potrebbe risultare come una vittoria: sono infatti 42 i punti contro i 36 del Lecce terzultimo che, reduce dal pari esterno conquistato contro la Juve nella bolgia dello ‘Stadium’, nutre ancora speranze di salvezza che passeranno inevitabilmente anche dal risultato di Genoa che sarà di scena ad Udine domani pomeriggio.

    Cosmi in conferenza stampa non ha risparmiato critiche verso Cuadrado, secondo il tecnico reo di aver “affossato” il Lecce nell’ultimo periodo con i suoi comportamenti poco corretti (il colombiano è squalificato dopo il cartellino rosso rimediato mercoledì); Oddo non è stato convocato inoltre non saranno del match neanche Muriel e Carrozzieri perchè squalificati. A supporto dell’unica punta Di Michele ci sarà l’autore del gol alla Juve Bertolacci che ha nei bianconeri la vittima prediletta. Centrocampo a 5 con Delvecchio, Giacomazzi e Blasi in mezzo e Di Matteo e Brivio sulle corsie esterne, in difesa davanti a Benassi i centrali Tomovic, Esposito e Miglionico.

    Serse Cosmi © Giuseppe Bellini/Getty Images

    La Fiorentina si presenta con lo stesso modulo utilizzato nelle ultime uscite da Delio Rossi, ovvero il 3-5-2: in attacco mancheranno Amauri, stagione finita per l’italo-brasiliano, e Jovetic; l’estroso montenegrino non è riuscito a recuperare in tempo dall’infortunio per essere del match, out anche Vargas, Nastasic e Kroldrup. Boruc prenderà il suo posto tra i pali, Camporese, Natali e Gamberini formeranno il trio di difesa, sulle ali ci sanno Cassani, a destra, e Pasqual, a sinistra, in mediana Lazzari e Behrami con Montolivo che torna a prendere il suo posto in cabina di regia per quella che è la sua penultima apparizione in viola prima di trasferirsi al Milan a partire dalla prossima stagione. In attacco Cerci e Olivera con il protagonista di mercoledì scorso Ljajic che è stato messo fuori rosa e non andrà neanche in panchina.

    PROBABILI FORMAZIONI LECCE – FIORENTINA

    LECCE (3-5-1-1): Benassi; Tomovic, Esposito, Miglionico; Di Matteo, Blasi, Giacomazzi, Delvecchio, Brivio; Bertolacci; Di Michele.
    Panchina: Petrachi, Ingrosso, Giandonato, Obodo, Bojinov, Ofere, Seferovic.
    Allenatore: Cosmi.

    FIORENTINA (3-5-2): Boruc; Camporese, Natali, Gamberini; Cassani, Behrami, Montolivo, Lazzari, Pasqual; Cerci, Olivera.
    Panchina: Neto, Felipe, De Silvestri, Romulo, Salifu, Marchionni, Acosty.
    Allenatore: Guerini.

  • Delio Rossi chiede scusa “Grazie Firenze”

    Delio Rossi chiede scusa “Grazie Firenze”

    C’era tanta attesa per la conferenza stampa di Delio Rossi dopo la follia andata in scena mercoledì sera al Franchi di Firenze durante Fiorentina – Novara. Il tecnico, ormai ex viola, parla a distanza di due giorni dall’aggressione, che gli è costata l’esonero e 3 mesi di squalifica, al suo giocatore Adem Ljajic, richiamato in panchina alla mezz’ora del primo tempo e che non avrebbe gradito la sostituzione insultando, con epiteti ancora tutti da accertare, l’allenatore che ha trovato l’appoggio di tutta la tifoseria viola che questa mattina ha appeso uno striscione fuori dallo stadio che recita ‘Da mercenari circondato, uomo vero ti sei dimostrato‘.

    Queste le parole di Delio Rossi in conferenza stampa:

    E’ difficile essere qui per me in questo momento anche perché, per la situazione che si è venuta a creare, la mia avventura a Firenze è finita. Sono venuto per salutare la città, ringrazio la famiglia Della Valle per aver vissuto questa avventura in cui ho creduto e  credo ancora“.

    Sono dispiaciuto e chiedo scusa per l’episodio alla gente di Firenze, ai miei giocatori, alla mia società e a Ljajic. Ma una cosa mi ha dato fastidio: ho visto in questo frangente molti moralisti e perbenisti che si sono permessi di dare dei giudizi senza aver vissuto la situazione, senza sapere la storia di un uomo, senza sapere di chi parlavano. La mia è la storia di un ragazzo che ha iniziato ad allenare i bambini del Foggia per portarli fuori dalle strade, ha allenato gli operai la sera, ha allenato nei campi polverosi della Serie C e sono arrivato ad allenare i professionisti. Non mi sono mai premesso di dare giudizi lesivi nei riguardi di nessuno, ho solo pensato a lavorare“.

    Su alcuni punti fermo non transigo. Il rispetto della mia persona, il rispetto del mio lavoro, il rispetto della squadra che alleno e il rispetto della mia famiglia. Se toccano questi punti non va bene. Chiedo scusa per l’episodio, il gesto è stato brutto, deprecabile ma mi ha dato fastidio questo perbenismo. Hanno detto che se fossi stato furbo l’avrei fatto dentro lo spogliatoio invece che davanti alle telecamere, allora sarebbe stato virile? Non mi sembra giusto. Non ho mai detto di essere Padre Pio, ma non ho mai alzato un dito contro nessuno, neanche sui miei figli. Ho sbagliato, pago, sto pagando“.

    delio rossi | © Gabriele Maltinti/Getty Images

    C’è un bel proverbio indiano che dice: ‘Prima di dare un giudizio su una persona devi camminare due giorni con i suoi mocassini’. Non devo vendere niente, non voglio essere il paladino di nessuno, credo in quello che faccio ma molte volte ferisce di più la lingua che la spada e su certe situazioni non transigo“.

    Infine chiusura dedicata alla situazione che vive e ha vissuto al Fiorentina in questa difficile stagione con la salvezza quasi raggiunta:

    In questo momento la barca è quasi in porto, bisogna mettere solo l’ancora, ma la palla rotola ancora. Avremo modo di parlare, alla gente di Firenze dico solo di stare vicino alla squadra alla famiglia Della Valle e a questi giocatori. Del resto allenatori e giocatori passano ma i colori rimangono. Io ho sempre operato per il bene della mia squadra e se mi trovo in questa situazione è per questo, se fossi stato un altro me ne sarei fregato. Io certe cose me le tengo dentro. E poi i due partiti, sto con uno o l’altro non va bene, non lo trovo giusto“.

    Senza entrare nel merito se sia giusta o sbagliata la reazione a degli insulti (da ieri esperti e non si sono cimentati a decifrare il labbiale di Ljajic ancora da accertare, secondo alcuni avrebbe offeso il figlio portatore di handicap “Sei più handicappato di tuo figlio” mentre secondo altri e secondo la versione dello stesso calciatore si sarebbe limitato ad una provocazione forte ma ristretta “Bravo, bravo, grazie, sei grande“) con l’aggressione, era inevitabile per Delio Rossi l’esonero da parte della proprietà e la squalifica di tre mesi inflitta dal giudice sportivo. Ljajic si è anche lui scusato con società, compagni, tifosi e tecnico ed è attualmente stato messo fuori rosa in attesa della punizione che i Della Valle gli riserveranno. Una brutta faccenda che sia i diretti interessati che la tifoseria e la società vorranno dimenticare al più presto.

  • Robben rinnova con il Bayern, addio Juve

    Robben rinnova con il Bayern, addio Juve

    Sembrava che i destini di Robben e la Juventus dovessero incrociarsi per la riluttanza dell’estroso giocatore olandese di rinnovare con il Bayern Monaco e invece proprio ieri pomeriggio il club bavarese ha annunciato di aver trovato l’accordo per il prolungamento del contratto dell’attaccante 28enne.

    Sfuma definitivamente così uno dei tanti top player finiti nel mirino della dirigenza bianconera in vista della prossima stagione coincidente con il ritorno della Juventus in Champions League in cui dovrà necessariamente rinforzarsi se vorrà recitare un ruolo da protagonista in Europa. Arjen Robben, in scadenza nel 2013, ha prolungato il suo contratto di altre due stagioni estendendolo fino al 2015. Il Bayern così non corerrà il pericolo di perderlo a parametro zero tra un anno o comunque a prezzo ridotto in questa finestra di mercato, il che sarebbe stato un errore madornale dal momento che Robben era stato pagato al Real Madrid 24 milioni di euro nell’estate del 2009.

    Arjen Robben © DANI POZO/AFP/GettyImages

    Ad alimentare le voci circa un suo addio a fine stagione al club tedesco era stata la lite all’intervallo negli spogliatoi tra lui e Franck Ribery, con il francese che, secondo la Bild, avrebbe dato anche un pugno al compagno di squadra, preceduta da un battibecco in campo per la disputa su un calcio di punizione durante la gara d’andata delle semifinali di Campions giocata all’Allianz Arena contro il Real Madrid, seguite poi dalle dichiarazioni nel post gara di apertura nei confronti della Juventus, che era sulle tracce del giocatore già da tempo, facendo intendere di gradire la destinazione bianconera. Robben ha trascinato con i suoi gol e le sue prestazioni il Bayern alla finale di Champions che i bavaresi giocheranno in casa il prossimo 19 maggio contro il Chelsea. La dirigenza si era mostrata comunque sempre fiduciosa sul rinnovo del suo giocatore.

    Marotta è così costretto a depennare dalla sua lista di top player e rinforzi per il prossimo campionato il primo nome. Il mirino del dg si sposta ora su altri obiettivi come quello di Robin Van Persie, altro big in scadenza il prossimo anno, che ha dichiarato recentemente in un’intervista ha fatto sapere di non aver ancora deciso se rinnovare con l’Arsenal o affrontare una nuova avventura dopo 8 anni di militanza con i Gunners. Il capocannoniere della Premier League è braccato anche dal Manchester City di Mancini che gli farebbe ponti d’oro pur di averlo alle sue dipendenze.

  • Morto Alexander Dale Oen, argento a Pechino nei 100 rana

    Morto Alexander Dale Oen, argento a Pechino nei 100 rana

    Un’altra drammatica notizia scuote il mondo dello sport. Dopo Vigor Bovolenta, campionissimo della pallavolo italiana, Piermario Morosini, calciatore del Livorno e Veronica Gomez, pallavolista del Lokomotiv Baku, questa volta è toccato ad un nuotatore rimanere vittima di un arresto cardiaco: Alexander Dale Oen, argento alle Olimpiadi di Pechino nei 100 rana e oro ai Mondiale di Shanghai dello scorso anno nello stesso stile precedendo il nostro Fabio Scozzoli, è deceduto ieri sera (nella notte italiana, ndr) colto da un malore, stroncato da un infarto, mentre stava facendo la doccia dopo aver effettuato i consueti allenamenti quotidiani.

    Il corpo del nuotatore norvegese, 26 anni, è stato ritrovato privo di sensi nel bagno della sua stanza d’albergo a Flagstaff in Arizona negli Stati Uniti dove si trovava per un training camp con la sua nazionale. A nulla sono valsi tutti i tentavi per rianimarlo, sia quello immediato, al ritrovamento del corpo, del medico della nazionale sia quelli in ospedale dove i medici, dopo un’ora di rianimazione, purtroppo non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

    Alexander Dale Oen © MARK RALSTON/AFP/Getty Images

    Considerato uno dei più grandi ranisti di sempre, Dale Oen si stava allenando in vista delle Olimpiadi di Londra 2012 alle quali avrebbe partecipato con la sua nazionale, la Norvegia, per confermarsi sul podio e vincere medaglie olimpiche. Ultimamente aveva subito un infortunio alla spalla dal quale stava recuperando abbastanza velocemente.

    La Norvegia ha perso un eroe dello sport. Questo giorno è oscurato dalla tragica notizia. Un piccolo paese ha perso un grande atleta. Il mio pensiero va alla famiglia” queste le prime parole del primo ministro norvegese Jens Stoltenberg appresa la notizia della morte del nuotatore.

    Alexander Dale Oen nella sua breve carriera ha conquistato la medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Pechino del 2008, quella d’oro ai Mondiali di Shanghai del 2011, 2 ori e 4 argenti in tre Europei ai quali ha preso parte (Budapest 2006, Eindhoven 2008 e di nuovo Budapest  2010), medaglia di bronzo ai Mondiali in vasca corta di Shanghai del 2006 e 1 oro e 2 bronzi agli Europei in vasca corta (Helsinki 2006 e Stettino 2011).

    VIDEO ALEXANDER DEN OEN FINALE MONDIALI SHANGHAI 100 RANA

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”136018″]

  • Napoli – Palermo, Lavezzi in panchina, Miccoli da forfait

    Napoli – Palermo, Lavezzi in panchina, Miccoli da forfait

    Da una parte il forte richiamo della Champions, dall’altra la necessità di fare punti per evitare di venire risucchiati in zona retrocessione. Questa è Napoli – Palermo, due squadre che, al contrario di altre, hanno ancora tante motivazioni per raggiungere i propri obiettivi.

    Il Napoli ha dalla sua il vantaggio negli scontri diretti rispetto alle contendenti al terzo posto, in caso di arrivo a pari punti, e anche, forse, il calendario più agevole da qui fino a fine stagione rispetto alle rivali per la Champions. In successione, oltre ai rosanero, gli azzurri dovranno affrontare il Bologna alla penultima e il Siena all’ultima giornata; in più due di queste saranno disputate al San Paolo, dodicesimo uomo in campo per l’undici partenopeo che potrà contare sull’apporto del caloroso tifo dei napoletani per essere trascinati idealmente verso la conquista della qualificazione in Champions League per la seconda volta consecutiva dopo averla centrata anche lo scorso anno. I siciliani, invece, non vincono esattamente da un mese, l’ultima affermazione porta la data del primo aprile in quel di Bologna (1-3); a ciò va aggiunto che nelle ultime 10 giornate la squadra di Mutti ha portato a casa la miseria di 8 punti frutto di 1 vittoria, 5 pareggi e 4 sconfitte. In caso di un nuovo ko stasera le conseguenze potrebbero essere catastrofiche poichè potrebbe farsi incombente lo spettro di una retrocessione neanche lontanamente immaginata ad inizio anno.

    Mazzarri deve ancora sciogliere il dubbio circa l’impiego di Lavezzi dal primo minuto, il Pocho non è ancora al meglio della condizione e potrebbe accomodarsi nuovamente in panchina anche perchè distratto dalle voci di mercato riguardo una sua possibile partenza da Napoli quest’estate. Il tecnico in questo caso confermerà il centrocampo a 5 con Maggio e Zuniga, autore di uno splendido gol alla Roma sabato sera, sulle ali, Inler e Gargano in mezzo con Hamsik che dovrebbe agire in una posizione più arretrata rispetto a quella usuale; in avanti a far coppia con il Matador Cavani dovrebbe esserci Pandev, linea difensiva con Fernandez, in luogo di Campagnaro indisponibile, Cannavaro e Aronica. Assente Dzemaili squalificato dal giudice sportivo.

    Ezequiel Lavezzi © CARLO HERMANN/AFP/Getty Images

    Nel Palermo Mutti è intenzionato a confermare Abel Hernandez in attacco con Ilicic alle sue spalle considerata l’indisponibilità di capitan Miccoli, che in partite come queste sarebbe stato fondamentale. Folto centrocampo con Migliaccio, Barreto e Donati a formare la diga davanti alla difesa, Pisano e Aguirregaray avanzati sulla sulla linea dei centrocampisti e pronti a ricoprire in fase di non possesso palla formando una retroguardia a 5 insieme a Munoz, Silvestre e Labrin che avranno il compito di limitare l’ex di turno Cavani. Tra i pali ci sarà Viviano.

    PROBABILI FORMAZIONI NAPOLI – PALERMO

    NAPOLI (3-5-2): De Sanctis; Fernandez, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Inler, Hamsik, Zuniga; Pandev, Cavani.
    Panchina: Colombo, Grava, Britos, Dossena, Ammendola, Lavezzi, E. Vargas.
    Allenatore: Mazzarri.

    PALERMO (3-5-1-1): Viviano; Munoz, Silvestre, Labrin; E. Pisano, Migliaccio, M. Donati, E. Barreto, Aguirregaray; Ilicic; Hernandez.
    Panchina: Tzorvas, Milanovic, Acquah, Bertolo, Zahavi, Vazquez, Budan.
    Allenatore: Mutti

  • Chievo – Roma, ultima chiamata per la Champions

    Chievo – Roma, ultima chiamata per la Champions

    Ultima chiamata Champions/Europa League per la Roma che stasera nel primo anticipo del martedì sarà ospite di un Chievo che ha raggiunto praticamente l’obiettivo di inizio stagione, la permanenza in Serie A. Basta infatti solo un punto ai clivensi per ottenere l’aritmetica salvezza, la squadra di Di Carlo ha lavorato sodo durante l’anno per raggiungere il traguardo prima possibile per poi affrontare gli ultimi impegni di campionato con tranquillità e senza patemi d’animo.

    Si respira tutt’altra aria invece in casa giallorossa, dopo le pesantissime sconfitte contro Juventus e Fiorentina e il pareggio acciuffato in extremis contro il Napoli la piazza ha perso la pazienza nei confronti della società e del tecnico Luis Enrique. La tifoseria, dopo aver sostenuto il tecnico asturiano anche nei momenti più difficili, ha scelto la via della contestazione nei confronti di “Lucho” imputandogli scelte discutibili nel momento topico della stagione, come l’esclusione a sorpresa di Francesco Totti dall’undici titolare nella gara contro la Juve e l’abbassamento di Daniele De Rossi sulla linea dei difensori.

    Al momento, a 3 giornate dalla fine, la Roma è fuori dalle competizioni europee per la prossima stagione, sia la zona Champions che quella Europa League sono distanti 4 punti dal momento che 4 squadre, Napoli, Inter, Udinese e Lazio, sono tutte a quota 55. Inutile dire che l’imperativo dei capitolini per rimanere in corsa è la vittoria, ma questa da sola potrebbe non bastare perchè per continuare ad alimentare il sogno europeo ed evitare un fallimento certo è necessario sperare nei passi falsi delle rivali.

    Totti e Luis Enrique © GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images

    Per quanto riguarda le formazioni, Di Carlo, che dovrà rinunciare al lungodegente Moscardelli e a Dainelli e Thereau, manda in campo un Chievo schierato secondo il solito 4-3-1-2 con Sardo che dovrebbe essere preferito sulla corsia di destra a Nicolas Frey e Jokic a Dramè sul fronte opposto; in mezzo Cesare e Acerbi formeranno la coppia dei centrali davanti a Sorrentino, in mediana vertice basso del rombo il pilastro Bradley, grande stagione la sua, con Cruzado che sarà quello alto; gli interni di centrocampo saranno Hetemaj e Vacek con Pellissier e Paloschi davanti pronti a far male alla retroguardia giallorossa.

    Modulo speculare per Luis Enrique che non potrà contare su Stekelenburg ancora infortunato e su Osvaldo e Lamela squalificati (entrambi hanno ancora una giornata da scontare). Quindi Lobont dovrebbe essere preferito ancora una volta a Curci nel ruolo di portiere, Taddei prenderà il posto di Rosi, lasciato a Roma per infortunio, sulla fascia con la conferma di Josè Angel su quella opposta; Kjaer affiancherà Heinze al centro della difesa con De Rossi che torna nel suo ruolo di centrocampista, il biondo di Ostia avrà al suo fianco Pjanic e il giovane Marquinho che sta ritagliandosi il suo spazio con prestazioni convincenti con Gago che si accomoderà in panchina; in avanti Totti agirà alle spalle di Borini e Bojan che avranno il compito di trascinare la squadra al successo e rimanere aggrappati al treno europeo.

    PROBABILI FORMAZIONI CHIEVO – ROMA

    CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino; Sardo, Cesar, Acerbi, Jokic; Vacek, Bradley, Hetemaj; Cruzado; Pellissier, Paloschi.
    Panchina: Puggioni, Frey, Morero, Rigoni, Luciano, Sammarco, Uribe.
    Allenatore: Di Carlo.

    ROMA (4-3-1-2): Lobont; Taddei, Kjaer, Heinze, Taddei; Pjanic, De Rossi, Marquinho; Totti; Borini, Bojan.
    Panchina: Curci, Cicinho, Gago, Greco, Simplicio, Tallo, Piscitella.
    Allenatore: Luis Enrique.

  • Lorenzo in pole a Jerez, fiasco Rossi è 13°

    Lorenzo in pole a Jerez, fiasco Rossi è 13°

    In attesa di ripetersi e salire sul gradino più alto del podio anche domani, Jorge Lorenzo fa 2 su 2 e, dopo quella conquistata a Losail in Qatar, fa sua anche la pole position del Gran Premio di Spagna, la 20esima in carriera in MotoGP. Sul circuito di Jerez de la Frontera lo spagnolo vice campione del mondo ha ingaggiato un duello a distanza entusiasmante e infuocato con il connazionale Dani Pedrosa per ottenere la pole, l’uno togliendo all’altro il miglior tempo giro dopo giro. Alla fine a spuntarla è stato il pilota della Yamaha che ha staccato uno strepitoso 1:39.532 con il quale ha preceduto di soli 135 millesimi l’alfiere della Honda, unico in grado di tenere il ritmo di Por Fuera vedendo i distacchi dal terzo in poi.

    A completare la prima fila una vera e propria sorpresa, Nicky Hayden con la Ducati. Lo statunitense è riuscito a portare al limite la sua Desmosedici, cosa che invece non è riuscita a Valentino Rossi in evidente difficoltà con la GP12 concepita e realizzata in base alle sue necessità e direttive ma che ha fatto ancora peggio dell’esordio chiudendo la qualifica con il 13esimo tempo, addirittura peggio della CRT (che montano un motore 800 cc) di Randy De Puniet e delle due Ducati clienti di Karel Abraham ed Hector Barbera. La giornata viene resa ancora più amara e disastrosa se si da uno sguardo ai tempi del Dottore, circa 3 secondi e mezzo dal leader e un secondo netto dalla Ducati di Barbera che lo precede in griglia. A questo punto ci si chiede come sia possibile che con la stessa e identica moto Hayden abbia raccolto un ottimo risultato piazzando la Ducati in prima fila e Rossi stenti non solo a trovare la prestazione ma anche un minimo di feeling con la moto. Domani il sette volte campione del mondo farà la danza della pioggia (attesa tra l’altro nella mattinata) dal momento che ieri Valentino sull’asfalto umido è stato uno dei migliori chiudendo con il secondo miglior tempo, difficile infatti che con pista asciutta come sul finale di qualifica il pilota italiano riesca a trovare lo spunto giusto per fare una gara decorosa.

    Jorge Lorenzo © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Bene Cal Crutchlow che apre la seconda fila con la Yamaha Tech 3 privata di Poncharal perdendo l’opportunità di partire dalla prima di soli 7 millesimi. Attardato anche Casey Stoner: il campione del mondo in carica soffre ancora i nuovi pneumatici e non fa meglio del quinto tempo, staccato dalla vetta di 1 secondo e 45 millesimi. A seguire due Yamaha, quella “Factory” di Ben Spies e quella clienti di Andrea Dovizioso, rispettivamente in sesta e settima posizione. Ottavo tempo per Alvaro Bautista sulla Honda del team Gresini sulla soglia dei due secondio di ritardo da Lorenzo, poi Stefan Bradl (Honda LCR) e il primo delle moto CRT Randy De Puniet che, come riportato sopra, ha avuto il merito di portare la sua ART davanti a 3 Ducati 1000 cc.

    L’appuntamento è per domani alle 14:00 con il via al Gran Premio di Spagna, seconda prova del Motomondiale 2012.

  • MotoGP, a Jerez Rossi bene con la pioggia

    MotoGP, a Jerez Rossi bene con la pioggia

    La prima giornata di prove libere sul circuito di Jerez dove in questo week-end si correrà il Gran Premio di Spagna, secondo appuntamento stagionale del Motomondiale, è stata influenzata dal maltempo. La pioggia infatti, caduta copiosamente sul tracciato al mattino, non ha permesso ai piloti di affrontare la prima sessione di prove preferendo rimanere ai box e aspettando che le condizioni meteo, e soprattutto quella della pista, migliorassero.

    Solo in pochi si sono cimentati in qualche giro di pista: a parte le due Honda clienti di Alvaro Bautista e Stefan Bradl, sono stati i piloti CRT i temerari. Il miglior tempo è andato a Ivan Silva sulla BQR-FTR, autore di un poco indicativo 1:48.674 ottenuto in condizioni di pista ancora accettabili, che ha preceduto di 6 secondi appunto Bradl e De Puniet, di 7 Bautista, di 8 Pasini e di oltre 10 Pirro, Hernandez ed Edwards. I big hanno preferito rimanare rintanati nei box evitando di prendere inutili rischi.

    Valentino Rossi © CRISTINA QUICLER/AFP/GettyImages

    Nella sessione pomeridiana, con le condizioni della pista che andavano progressivamente migliorando, a staccare il miglior tempo è stato Dani Pedrosa, lo spagnolo della Honda ha chiuso con il crono di 1:50.780 mettendosi in fila tutti gli altri. Exploit di Valentino Rossi con la pista umida, il sette volte campione del mondo della classe regina e la Ducati sembrano trovarsi a loro agio in queste condizioni di aderenza precaria portando a casa un ottimo secondo posto a 6 decimi dal leader, risultato che potrebbe far ben sperare per domani in qualifica e domenica in gara poichè le previsioni meteo promettono ancora pioggia.

    Rossi si è messo dietro i due super favoriti per la lotta al titolo Mondiale, Jorge Lorenzo e Casey Stoner, che hanno accusato entrambi oltre un secondo da Pedrosa e sono tallonati dall’altra Ducati ufficiale di Nicky Hayden ad un soffio dal pilota della Yamaha e della Honda. Più staccati Andrea Dovizioso, Alvaro Bautista e Cal Crutchlow che hanno chiuso rispettivamente con il sesto, settimo e ottavo tempo. Stesso crono per Ben Spies e Stefan Bradl, le CRT di Randy De Puniet e Mattia Pasini hanno fatto meglio delle Ducati di Karel Abraham e di Hector Barbera.

    Domani alle 10:10 la terza e ultima sessione di prove libere prima delle qualifiche che assegneranno la pole position a partire dalle 14:00.

  • Europa League semifinali, Valencia – Atletico Madrid e Athletic Bilbao – Sporting Lisbona

    Europa League semifinali, Valencia – Atletico Madrid e Athletic Bilbao – Sporting Lisbona

    Dopo le due semifinali di Champions che hanno sancito l’eliminazione schock di Barcellona e Real Madrid, indicata da tutti come finale designata, a discapito di Chelsea e Bayern Monaco che il prossimo 19 maggio all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, casa del Bayern, si affronteranno nella finalissima che decreterà la regina d’Europa 2012, stasera, calcio d’inizio alle 21:05, vanno in scena le due semifinali di Europa League, il derby tutto spagnolo Valencia – Atletico Madrid e Athletic Bilbao – Sporting Lisbona.

    Serve l’impresa al Valencia che all’andata giocata sette giorni fa al Vicente Calderon dovette inchinarsi dinanzi ad un Atletico Madrid trascinato da Radamel Falcao, cannoniere della competizione con 10 reti, autore di una doppietta con uno spettacolare gol, il secondo, che aveva virtualmente chiuso il discorso qualificazione riaperto poi proprio allo scadere dei minuti di recupero da Ricardo Costa che aveva fissato il punteggio sul definitivo 4-2. Al Mestalla i padroni di casa di Emery dovranno cercare di vincere con almeno due reti di scarto per poter superare il turno, missione non facile perchè i colchoneros guidati da Simeone sono indicati come i favoriti alla vittoria finale. Serviranno i gol di Soldado, rimasto all’asciutto nella gara d’andata, per provare a ribaltare l’esito del Vicente Calderon e portare a compimento una “remuntada” difficile ma non impossibile, ma l’Atletico sente davvero vicina la finalissima, che sarebbe la seconda nelle ultime tre edizioni. Un risultato prestigioso anche per gli ex Juventus Diego e Tiago.

    PROBABILI FORMAZIONI VALENCIA – ATLETICO MADRID

    VALENCIA (4-2-3-1): Diego Alves; Barragan, Rami, Ricardo Costa, Jordi Alba; Albelda, Tino Costa; Feghouli, Jonas, Mathieu; Soldado.
    Panchina: Guaita, Victor Ruiz, Parelo, Canales, Pablo Hernandez, Piatti, Aduriz.
    Allenatore: Emery.

    ATLETICO MADRID (4-2-3-1): Courtois; Juanfran, Godin, Dominguez, Filipe; Mario Suarez, Tiago; Salvio, Diego, Arda Turan; Falcao.
    Pancina: Asenjo, Perea, Miranda, Gabi, Koke, Adrian, Pedro Martin.
    Allenatore: Simeone.

    Valencia – Atletico Madrid © Angel Martinez/Getty Images

    Teatro dell’altra semifinale sarà il San Mames di Bilbao, la Catedral, dove lo Sporting Lisbona cercherà di difendere il 2-1 conquistato all’andata al Josè Alvalade con le unghie e con i denti al termine di una grande prestazione fornita contro una delle squadre più in forma e più spettacolare d’Europa come lo è l’Athletic di Marcelo Bielsa. I lusitani al San Mames troveranno il clima infuocato dei 40 mila tifosi baschi che spingeranno i loro beniamini verso la finale di Bucarest del prossimo 9 maggio ai quali basterà anche un semplice 1-0. Il tecnico argentino si affiderà alle capacità realizzative di Fernando Llorente e alle giocate di Munain e Susaeta dando così la possibilità alla Spagna di vedere una finale tutta spagnola dopo quella sfumata tra Real e Barça. Ovviamente i portoghesi partono con il vantaggio del risultato acquisito a Lisbona che costringerà i padroni di casa a lasciare ampi varchi che la squadra di Sa Pinto cercherà di sfruttare al meglio con veloci ripartenze. Sporting e Athletic Bilbao avevano eliminato negli ottavi di finale. compiendo due e vere e proprie imprese, entrambi i club di Manchester, rispettivamente il City di Roberto Mancini e lo United di Alex Ferguson.

    PROBABILI FORMAZIONI ATHLETIC BILBAO – SPORTING LISBONA

    ATHLETIC BILBAO (4-3-3)Iraizoz; Iraola, Javi Martinez, Amorebieta, Aurtenetxe; Iturraspe, Toquero, Ander Herrera; Susaeta, Llorente, Munain.
    PanchinaRaul, San Josè, Ekiza, Inigo Perez, David Lopez, Inigo Perez, Gabilondo.
    Allenatore: Bielsa.

    SPORTING LISBONA (4-4-1-1)Rui Patricio; Joao Pereira, Xandao, Anderson Polga, Insua; Carriço, Schaars, Mati Fernandez, Diego Capel; Andrè Santos, Van Wolswinkel.
    PanchinaMarcelo, Evaldo, Onyewu, Elias, Andrè Martins, Pereirinha, Ribas.
    Allenatore: Sà Pinto.