Autore: Luisa Fazzito

  • Chelsea ko, Materazzi contro Benitez su Twitter

    Chelsea ko, Materazzi contro Benitez su Twitter

    L’avventura di Benitez al Chelsea è iniziata nel peggiore dei modi. Eh già perchè quando ti trovi a dover fare fronte alle ostilità palesate dai tifosi della squadra che stai per guidare, allora il tuo futuro difficilmente avrà sfumature rosee. Se poi i risultati tardano ad arrivare allora tutto si complica. Aggiungete che proprio oggi, 16 Dicembre, il Chelsea quasi a sorpresa ha clamorosamente perso il titolo di Campione del Mondo nel Mondiale per Club contro il Corinthians che si è portato in vantaggio con Paulo Guerrero a metà della ripresa.

    E’ sfumato così il sogno di Rafa Benitez di bissare il trofeo conquistato nel 2010 quando era alla guida dell’Inter. In virtù di questo ennesimo “insuccesso”, il tecnico dei blues è diventato oggetto di scherni non sono nell’oltremanica, ma anche nel Bel Paese. Fautore delle “frecciatine” all’indirizzo del tecnico spagnolo è Marco Materazzi, ex difensore nerazzurro che non ha mai nascosto di non essere tra gli stimatori di Benitez.

    Marco Materazzi
    Marco Materazzi su Twitter attacca Benitez © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Appese le scarpette al chiodo Materazzi sembra si sia appassionato, come molti suoi ex colleghi, ai social network avviando una intensa attività da commentatore e provocatore su Twitter. E quale migliore occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe se non quella di oggi in cui il suo ex tecnico è andato incontro ad una sconfitta bruciante: “Ragazzi mio Figlio piange per il Chelsea, Che impresa ad Abu Dhabi… siamo riusciti a vincere senza Allenatore!!! Lo dicevo io…“. Questo il tweet di scherno all’indirizzo di Benitez che successivamente ha scatenato la reazione di molti tifosi, soprattutto anti-interisti, che non godono di una buona simpatia verso il difensore che non è nuovo a questo tipo di “uscite”. Chiaro il riferimento alla conquista del Mondiale per Club dell’Inter nel 2010 quando la squadra nerazzurra nonostante si fosse trovata a far fronte ad una forte crisi di risultati senza il proprio vate in panchina Mourinho, trasferitosi a Madrid e sostituito proprio da Benitez, era comunque riuscita, tra le mille difficoltà di inizio stagione, a fare quadrato e a portare il trofeo in Italia battendo in finale gli africani del Mazembe, senza guida tecnica a parer di Materazzi.

  • Alessandro Del Piero più di tutto, la storia di un Campione

    Alessandro Del Piero più di tutto, la storia di un Campione

    L’ultima volta allo Juventus Stadium di fronte ai suoi tifosi indossando la maglia bianconera, la maglia che per 19 anni ha onorato amandola più di ogni aspettativa. Di dimostrazioni d’affetto Alessandro Del Piero ne ha regalati tantissimi dalla decisione, per un neo campione del mondo, di scendere nella serie cadetta del calcio italiano, a quella di firmare un contratto in bianco pur di rimanere legato ancora un anno ai suoi colori. Celebrare il campione che Del Piero rappresenta non solo per la società bianconera ma per il calcio italiano, è cosa che abbiamo più volte fatto e i complimenti per lui non si sprecano mai. Ieri, nel giorno dell’addio alla sua “Signora“, lo stesso giorno dell’addio di Pippo Inzaghi, un velo di tristezza misto a orgoglio ha pervaso tutti gli amanti del gioco calcio. Si perchè Del Piero è patrimonio nazionale e al 57′ di gioco tra Juventus e Atalanta l’ha dimostrato non solo nelle lacrime dei tifosi bianconeri allo Juventus Stadium e di tutti coloro che da casa, indipendentemente dai colori delle proprie squadre, seguivano le immagini di un tributo unico nel suo genere, ma anche nella voce rotta dalla commozione di chi si trovava a commentare quel momento storico.

    Alessandro Del Piero di smettere non ne vuole sapere, la Juventus di rinnovare neanche e allora sembra addirittura l’unica logica possibile quella dell’addio in grande stile, come merita un personaggio del suo calibro: Del Piero è entrato nella storia bianconera da vincente ed è uscito da Campione d’Italia regalando l’ultima rete nel suo nuovo Stadio. Ha scritto una favola nella storia bianconera ma questa volta a chiudere la favola non sarà la parole fine, perchè il binomio Juventus Del Piero è destinato a restare per sempre come scolpito in una roccia. Diciannove anni fa Boniperti ed Agnelli gli offrirono una tela bianca e lui su quella tela ha dipinto il suo quadro più bello.

    Alessandro Del Piero: 1993 l’arrivo alla Juventus, il debutto e l’exploit con Marcello Lippi

    La prima incisione è datata 1992 quando Alex debutta nel calcio professionistico grazie a Mauro Sandreani che decide di farlo debuttare in serie B all’età di 16 anni. Le sue prestazioni e il talento furono evidenti a tutti tanto che i maggiori club rivolsero subito il loro interesse verso quel giovane dal fisico minuto ma dalla classe innata. Il Milan lo rifiutò ma per Ale presto si sarebbe avverato un sogno, quello di vestire la maglia del club bianconero.

    Nell’estate del 1993 fu Giampiero Boniperti il primo a credere in lui, voluto fortemente anche da Giovanni Trapattoni, allora allenatore, che lo fece debuttare il 12 Settembre 1993 subentrando a Fabrizio Ravanelli. Per accendere gli animi dei tifosi per la prima rete con la maglia della Juve bisognerà attendere una settimana più tardi, quando siglò il 4-0 definitivo nella sfida contro la Reggiana. Il 20 Marzo invece mise a segno una tripletta nel 4-0 con cui la Juventus batté il Parma.

    Alessandro Del Piero | © Claudio Villa / Getty Images

    Nel ’94 la svolta: cambiano i vertici della società con l’arrivo di Bettega, Giraudo e Moggi e Trapattoni lascia il posto a Marcello Lippi. Alessandro Del Piero viene inserito stabilmente in prima squadra come quarto attaccante dopo Baggio, Ravanelli e Gianluca Vialli. Proprio l’infortunio del codino più famoso del campionato italiano offre un’ottima chance al giocatore che in quella stagione segna 29 presenze e 8 gol in campionato. Sarà il primo trofeo per Alex, la conquista dello scudetto e la Coppa Italia contro il Parma. Nella stagione ’95-’96 Roberto Baggio abbandona la Juventus che a sua volta decide di puntare tutto su quel giovane che ancora aveva tutto da dimostrare. Alex non perde tempo ad entrare nel cuore dei tifosi e a conquistare la stima del tecnico e il 13 settembre, giorno del suo debutto in Champions League, sigla la sua prima rete nella competizione al Borussia Dortmund con un tiro a girare sul secondo palo. Quello diventerà il suo marchio di fabbrica “Il tiro alla Del Piero“. In quella stagione la Juve conquista anche la Champions League il 22 maggio 1996 a Roma. Il 26 novembre 1996 un suo gol contro il River Plate regala la Coppa Intercontinentale alla società bianconera. L’anno dopo la Juve non riesce a confermarsi nuovamente campione d’Europa perdendo la finale con il Borussia Dortmund ma sale sul gradino più alto d’Italia e Alex Del Piero sarà il capocannoniere in rosa. In quegli anni arriva anche il debutto con la maglia azzurra.
    Nel 1998 diventa campione d’Italia per la terza volta in quattro anni, ma ancora una volta la Juventus viene sconfitta in finale di Champions stavolta dal Real Madrid. Quell’anno Alex Del Piero segna 29 gol in tutto siglando il suo record personale.

    8 Novembre 1998, l’infortunio e il ritorno alla vittoria

    L’8 novembre 1998, sul finire della gara Udinese-Juventus, Pinturicchio, come ribattezzato da Gianni Agnelli, si infortunò gravemente al ginocchio sinistro riportando la lesione del legamento crociato anteriore e posteriore che lo costrinse a rimanere fermo per 9 mesi. Al suo rientro in campo è Carlo Ancelotti il nuovo allenatore il quale continua a puntare sul suo grande talento anche se le condizioni fisiche post infortunio influiranno negativamente sulla sua annata: saranno 9 i centri in campionato, di cui 8 però su rigore. Il 2000 fu un anno ancora negativo per “Godot“, come aveva preferito rinominarlo l’Avvocato in attesa del suo ritorno ai massimi livelli, il Capitano trova la svolta per tornare il gioiello di un tempo solo dopo il gol contro il Bari, rete liberatoria di dolore dovuta alla perdita del padre avvenuta 5 giorni prima.
    Nel 2001-2002 torna Marcello Lippi in panchina e con lui le vittorie. La Juventus infatti si laurea Campione d’Italia strappando il titolo all’odiata Inter proprio all’ultima giornata: è il 5 Maggio 2002 quello sarà il primo scudetto da Capitano per Alex che in quell’annata, in coppia con Trezeguet, registrerà 40 reti (in due). L’anno successivo, il 2003, sono ancora i bianconeri a conquistare il tricolore, sarà l’ultimo dell’era Lippi che lascerà la guida della panchina a Fabio Capello.

    Dal 2004 al 2006, l’era Capello. Dal Tetto del Mondo all’inferno della Serie B

    Alessandro Del Piero sul tetto del mondo a Berlino | © Shaun Botterill/Getty Images

    Il passaggio di testimone tra Lippi e Capello non porta grossi cambiamenti e la Juventus continua a dominare in Italia trascinata dai gol del capitano e dai suoi assist per i compagni di squadra. In due anni saranno due gli scudetti conquistati ma quei due scudetti saranno destinati a dividere gli animi ancora oggi. Alessandro batte un importante record, quello dei gol segnati in bianconero e per lui, infrangere quel record che fu del suo presidente Boniperti, voleva dire entrare nella storia. Il il 14 maggio 2006 arriva la vittoria del 28° scudetto, una vittoria che lo stesso campione definirà “la più strana, contraddittoria, sofferta e rabbiosa della mia carriera“. Per una sentenza legata al caso Calciopoli alla Juventus verranno revocati i due scudetti dell’era Capello con conseguente retrocessione in serie B. Una scelta quella di Del Piero di seguire la squadra anche nell’abisso della serie cadetta come solo un vero capitano può fare per amore dei colori che indossa.
    Dopo le pene per la retrocessione per Del Piero c’è spazio per un’altra grande soddisfazione, quella di salire sul Tetto del Mondo a Berlino, il 9 Luglio 2006. Una finale conquistata anche grazie alla sua rete in semifinale e, una Coppa alzata anche grazie alla trasformazione del suo calcio di rigore.

    Il ritorno in Serie A, la standing ovation del Bernabeu, l’ottavo scudetto e il saluto alla Juventus

    Il ritorno dalla Serie B lo consacra nuovamente capocannoniere della stagione con 21 gol all’attivo. in quell’anno la Juventus riconquista l’accesso alla Champions League. Il 5 Novembre 2008 al Bernabéu Alex realizza le due reti della vittoria dei bianconeri sul Real, diventando il primo giocatore di una squadra italiana a segnare una doppietta nello stadio spagnolo. Quella giornata rimarrà memorabile per il tributo che il pubblico spagnolo gli regalò: una standing ovation al momento dell’uscita dal campo.
    Gli anni a seguire non furono memorabili dal punto di vista dei risultati infatti i bianconeri chiuderanno con un’imbarazzante settima posizione entrambi i campionati dell’era Ferrara/Zaccheroni e Del Neri.

    Alex Del Piero Campione d'Italia | © Olivier Morin / Getty Images

    Nel 2011 Andrea Agnelli, accantonati i fallimenti delle precedenti stagioni, ingaggia Antonio Conte per la svolta, per tornare a vincere nel nuovo Stadio che sarà inaugurato a Settembre proprio dalla coppia Boniperti-Del Piero. Per Alex inizia il count down per il rinnovo del contratto che tarda ad arrivare. Il popolo bianconero non vuole perdere l’ultima bandiera, il capitano di mille battaglie, il simbolo della Juventus vincente e Alex, che di abbandonare la sua squadra non ne ha mai avuto desiderio, lancia l’ennesimo gesto d’amore verso il club: firma un contratto d’amore in bianco che lo legherà ancora per un altro anno, l’ultimo, ai colori bianconeri. Passerà una stagione relegato in panchina ma il suo contributo alla fine si rivelerà fondamentale per la conquista del tricolore, soprattutto con la rete del vantaggio contro la Lazio in un momento delicatissimo per il Campionato. Il resto della storia è cosa recente, Alessandro Del Piero si laurea, per l’ultima volta in bianconero e l’ottava della sua carriera, Campione d’Italia. Ad oggi l’idolo bianconero vanta 704 presenze con la maglia della Juventus, 290 gol totali, 188 in serie A e 19 anni di totale e incondizionato amore verso il suo Club. I trofei conquistati in questa lunga avventura potrebbero crescere con la vittoria domenica 20 Maggio della Coppa Italia e quella si, che sarà l’ultima partita bianconera per Alex… Potremmo continuare a scrivere e raccontare ancora di questo uomo diventato leggenda ma cos’altro aggiungere Di più, Niente se non un infinito Grazie per averci permesso di raccontare oggi la tua Storia.

    Video Alessandro Del Piero tributo Juventus Atalanta

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”138087″]

  • Muore Vigor Bovolenta tragedia in campo a Macerata

    Muore Vigor Bovolenta tragedia in campo a Macerata

    Il mondo dello sport è sottochoc dopo la notizia della tragica morte di Vigor Bovolenta , il giocatore di pallavolo ex azzurro. Bovolenta stava dispuntato il match di B2 con la sua Volley Forlì contro la Lube a Macerata. A rendere nota la notizia nella notte ci ha pensato la Lega Pallavolo, questa la nota pubblicata:

    A nulla sono valsi gli sforzi dei soccorritori, che hanno provato a lungo a rianimarlo prima di portarlo in ospedale, dove è deceduto”.

    Durante il terzo set Vigor Bovolenta, che era in battuta, ha buttato via la palla e ha chiesto aiuto prima di accasciarsi al suolo svenuto – “Mi gira la testa, aiutatemi che cado” –

    Vigor Bovolenta | © Phil Walter / Getty Images
    Si è toccato il fianco sinistro vicino al cuore ed è caduto a terra. Non ha mai più ripreso conoscenza. Inutili i tentativi di massaggio cardiaco in campo, così come il trasferimento all’ospedale di Macerata. L’atleta avrebbe compiuto 38 anni il 30 maggio.

    Bovolenta aveva esordito nella pallavolo già da piccolo, appena quindicenne, disputando nella sua carriera 553 partite in serie A1. Nel 1995 l’esordio in Nazionale con Velasco con il quale aveva conquistato l’argento olimpico nel 1996, quattro World League, una Coppa del Mondo e due Europei. Aveva partecipato anche alle ultime olimpiadi di Pechino 2008. Nel suo curriculum ci sono due scudetti, due Coppe dei Campioni, varie Coppe europee, un Mondiale per Club, un argento alle Olimpiadi di Atlanta 1996, un Europeo e quattro World League.

    Sposato con la collega Federica Lisi, anche lei ex azzurra, con la quale ha avuto 4 figli, il giocatore aveva così spiegato la scelta di terminare la sua carriera in B2:

    Nel momento in cui ho scelto Forlì sapevo che non sarebbe stato semplice; la società, mostrando serietà, ha deciso, nonostante il difficile momento economico generale, di proseguire l’attività e ripartire dai giovani attraverso una più modesta B2. Ho deciso comunque di rimanere qui, lavorando alla ricostruzione di questa squadra, convinto in questo anche dalla volontà di rimanere vicino alla mia famiglia, che mi ha fino ad ora sempre seguito nelle varie città in cui ho giocato. Dopo che loro sono stati al mio fianco, credo sia arrivato il momento che io cammini al fianco loro. Ho iniziato la mia carriera a 15 anni, allontanandomi da mio papà, mamma e mia sorella. Oggi scelgo di rimanere vicino a Federica e ai miei 4 bambini. Ringrazio tutti con un unico abbraccio per essermi stati vicini sempre, anche nei momenti meno semplici“.

    Meno di una settimana fa il mondo dello sport aveva vissuto una situazione analoga per Muamba, giocatore del Bolton che durante il match contro il Tottenham era stato colpito d’infarto e “salvato” dall’efficace e tempestivo intervento dei medici in campo.
    L’autopsia sul corpo di Vigor sarà disposta domani mattina nell’obitorio dell’ospedale di Macerata. Intanto oggi in tutti i campi della Serie A sarà osservato un minuto di silenzio per il giovane atleta scomparso, per Roberto Rondoni, Carlo Facchettin e per il militare ucciso in Afghanistan.

    Video Vigor Bovolenta il tributo su Youtube
    [jwplayer config=”60s” mediaid=”130211″]

  • Milan Juve è guerra “Due gomitate di Pirlo a Van Bommel”

    Milan Juve è guerra “Due gomitate di Pirlo a Van Bommel”

    I rossoneri non hanno ancora smaltito la rabbia del post Milan Juve e difficilmente questo sentimento potrà scemare in tempi brevi se non si ha il buono presupposto per sedare le polemiche. Tralasciando i fatti accaduti nel rettangolo di gioco con gol fantasma non concessi e fuorigiochi inesistenti sbandierati che hanno trovato in Romagnoli l’unico colpevole, un’altra battaglia si sta consumando in queste ore tra le due società.

    Sul sito ufficiale del Milan è apparso un comunicato nel quale si evidenza un’ulteriore svista arbitrale di comportamenti giudicati dalla società di via Turati come poco ortodossi. Questa volta il reo è stato individuato nell’ex Andrea Pirlo che avrebbe con furbizia rifilato ben due gomitate a Mark Van Bommel. Questa la nota pubblicata sul sito ufficiale rossonero.

    In queste orecircolano in rete immagini di giocatori del Milan a contatto con quelli della Juventus, nel corso della gara di ieri sera a San Siro. Il quadro pero’ non e’ completo: mancano, e le segnaliamo, due gomitate, una piu’ dura dell’altra, di Andrea Pirlo ai danni di Mark Van Bommel nel 2ˆ tempo sempre di Milan-Juventus: la prima al minuto 22’56, la seconda al minuto 31’54

    Van Bommel e Pirlo | © Valerio Pennicino/Getty Images
    Il riferimento della nota pubblicata è al presunta prova TV a cui potrebbe essere sottoposto Muntari dopo le immagini rilasciate su YouTube da un tifoso e che è diventato oggetto di discussione in tutti i media in queste ultime ore. Muntari infatti è stato beccato dalle immagini fornite da Sky in una serie di pugni “rifilati” a Lichtsteiner.

    Ritornando alla recriminazione del Milan ad onor del vero, curiosi di verificare quanto descritto in maniera dettagliata dal sito, non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di rivedere gli episodi incriminati. Abbiamo deciso di non giudicare o commentare come da moviola i fatti contestati lasciandovi trarre le vostre conclusioni. Quello che vogliamo solo dire è che ciò che traspare in queste ultime ore è che le due società non hanno fatto altro che puntare il dito l’una contro l’altra rompendo un’alleanza che durava da tempo e che ora potrebbe rompere gli equilibri anche nelle stanze dei bottoni con una clamorosa scissione in lega.

    Video prima gomitata Andrea Pirlo ai danni di Van Bommel

    [jwplayer config=”15s” mediaid=”126055″]

    Video seconda gomitata Andrea Pirlo ai danni di Van Bommel

    [jwplayer config=”15s” mediaid=”126056″]

  • Shakira come Belen video hard con Piqué

    Shakira come Belen video hard con Piqué

    Qualche mese fa fece scalpore in rete un video che ritraeva Belen Rodriguez giovane e ancora non famosa protagonista insieme al suo ragazzo dell’epoca durante un rapporto sessuale. Oggi sembra che a correre il rischio della diffusione di un sextape ci sia la coppia più glamour degli ultimi anni: la cantante colombiana Shakira e il difensore del Barcellona e della nazionale spagnola Gerard Piqué.

    E’ di pochi giorni fa la notizia secondo la quale un ex collaboratore della cantante minaccerebbe di diffondere sul web un video amatoriale che la ritrae mentre pratica sesso orale al calciatore blaugrana. In rete le notizie sembrano esser adesso discordanti, in molti giurano di aver già visto il filmato e di confermarne quindi l’esistenza altri sono convinti si tratti di una bufala mentre altri ancora sono in trepidante attesa per vedere il video, sicuri della sua esistenza visto che Shakira già in passato fu oggetto di simil scandali.

    Che la passione tra Shakira e Piqué fosse dirompente lo testimoniavano gli amici della coppia e il famoso video del Piqueton che ritraeva il giocatore catalano in preda ad una erezione in aeroporto alla vista della sua amata. Il presunto scandalo è scoppiato, resta adesso da capire se ci saranno degli altri episodi con la coppia che verosimilmente cercherà di tutelare la propria privacy attraverso le vie legali.

    La coppia comunque paparazzata sembra esser in un momento idilliaco e addirittura qualcuno sostiene che i due sarebbero in attesa del loro primo figlio e in molti sono pronti a giurare che la prossima estate convoleranno a nozze. Un appuntamento che ovviamente non passerà inosservato.

  • Del Piero gol capolavoro con la Roma, primo centro allo Juventus Stadium

    Del Piero gol capolavoro con la Roma, primo centro allo Juventus Stadium

    Le celebrità si sa si fanno sempre attendere e il loro ritardo spesso è giustificato. E’ quello che è accaduto con Alessandro Del Piero, capitano bianconero che mancava all’appuntamento con il gol dal 9 Maggio 2011, quando andò in rete su calcio di rigore contro il Chievo.
    E proprio lui, che alla Juve è una celebrità da ormai quasi 20 anni, non poteva che farsi perdonare con il pezzo migliore del suo repertorio, ovvero la classica rete passata alla storia come gol “alla Del Piero”.

    Alla mezz’ora del primo tempo di Juventus – Roma, valevole per i quarti di finale di Coppa Italia, Pinturicchio realizza la rete del 2-0 con un destro a giro di precisione chirurgica dal limite dell’aria la cui traiettoria termina all’incrocio dei pali, imparabile per l’incolpevole Stekelenburg. Sugli spalti l’apoteosi, i tifosi bianconeri finalmente possono festeggiare la perla del loro capitano, la rete infatti è la prima stagionale del numero 10, nonchè la prima nella nuova casa bianconera, lo Juventus Stadium.

    Alessandro Del Piero | ©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Non finisce qui, perchè Del Piero, che da sempre ci ha abituati ai record, non poteva farsi sfuggire l’ennesimo primato, infatti il suo capolavoro gli permette di entrare in un certo senso nella storia bianconera in quanto è l’unico giocatore ad aver segnato un gol in tre stadi diversi della Juve, ovvero Delle Alpi, Olimpico e l’ultimo arrivato Juventus Stadium.

    La gioia di Alex al gol (perché per un goleador come lui non è semplice rimanere a digiuno per parecchi mesi, ndr) è stata incontenibile, festeggiata con la classica linguaccia e con l’abbraccio dei compagni di squadra. Ma anche il pubblico, che in questi mesi difficili l’ha sempre acclamato e sostenuto, è esploso in un boato e ha dimostrato tutta la gratitudine con una lunga standing ovation quando al minuto 77 veniva richiamato in panchina da Antonio Conte. Il tecnico bianconero a fine partita ha elogiato il suo ex compagno di squadra:

    Finalmente, ha fatto un gol stupendo, ci provava da tempo. Del Piero sarà sempre una soluzione, mai un problema“.

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”120104″]

  • Tamara Ecclestone, figlia Bernie al Festival Sanremo 2012

    Tamara Ecclestone, figlia Bernie al Festival Sanremo 2012

    Il Festival di Sanremo 2012 potrebbe avere una sorta di doppia conduzione, al fianco del confermatissimo Gianni Morandi potrebbe esserci la prorompente Tamara Ecclestone, figlia ventitreenne di Bernie patron della Formula 1. La giovane ereditiera già conosciuta al mondo delle tv per la sua partecipazione come inviata nei box ai gran premi di Formula 1 ma è molto apprezzata anche nel mondo della moda.

    L’indiscrezione lanciata questo pomeriggio dall’Ansa ha fatto in poche ore capolino in tutte le testate sintomo che la febbre da Sanremo inizia a salire e ogni indiscrezione è utile per capire il tenore del prossimo Festival. A conoscere la bella Tamara Ecclestone sembra siano stati Morandi in persona con Gianmarco Mazzi e Giulio Presta volati a Londra per un incontro interlocutorio il cui esito comunque sembra aver convinto la “triade” a puntare su di lei.

    Tamara Ecclestone, dopo il matrimonio faraonico della sorella Petra, è una delle più ambite milionarie tanto che i rotocalchi rosa e paparazzi non gli tolgono gli occhi di dosso in attesa del grande scoop. La sua presenza a Sanremo attirerebbe comunque l’interesse della stampa estera dando al Festival una dimensione ancor più internazionale.

  • Petr Jiracek Juve mi manda Nedved

    Petr Jiracek Juve mi manda Nedved

    Sicuramente sarà sul taccuino degli uomini mercato bianconeri da diverso tempo ma il suo nome da qualche giorno è iniziato a circolare con maggiore insistenza tanto da ipotizzarne un suo passaggio alla Juventus già nel mercato invernale. Stiamo parlando di Petr Jiracek nuovo eroe in Repubblica Ceca dopo il gol che ha spinato la strada di Euro 2012 nei play off contro il Montenegro.

    Jiracek in patria ha raccolto la pesante eredità di Pavel Nedved prendendone ruolo, carisma e adesso anche popolarità. Buone qualità il centrocampista del Viktoria Plzen (in Champions League nel girone del Milan) dopo tante stagioni tra alti e bassi quest’anno sembra aver trovato la continuità necessaria per aspirare ad una big. Petr Jiracek è un duro, un uomo di carattere che all’età di 25 anni ha capito di aver le qualità giuste per prendersi la pesante eredità di Nedved in patria e perchè anche nella Juventus.

    Petr Jiracek | © Michal Cizek/Getty Images

    Dopo il gol al Montenegro infatti sono iniziati a saltare fuori indiscrezioni e tentativi di accordi di molte squadre dei campionati più competitivi d’Europa ma sopratutto della Vecchia Signora su consiglio proprio della Furia Ceca. Pare infatti che proprio Nedved negli ultimi mesi ha avuto più contatti con il giocatore cercando di caricarlo per renderlo al meglio ma anche consigliarlo per non farsi distrarre troppo dalle luci della ribalta.

    Nedved tornato a tutti gli effetti ad esser un uomo Juventus anche ieri ha applaudito a più riprese l’ottima prova della Juventus contro il Palermo e il ritrovato feeling sembra abbia consolidato anche la collaborazione con Marotta nelle trattative di calciomercato. Jiracek è un guerriero, uno che fa un solco della fascia sinistra per tutta la partita senza batter ciglio sacrificandosi per la squadra e riproponendosi poi nelle azioni offensive. Il suo costo non è eccessivo, vicino ai 4 milioni di euro, e già a gennaio potrebbe lasciare il club ceco in cerca di nuove avventure in Europa e la Juve potrebbe trovare una alternativa valida sugli esterni considerato i flop dei vari Krasic ed Elia.

    LA SCHEDA
    Nome Petr Jiracek
    Data di Nascita 02/03/1986
    Nazionalità Ceca
    Ruolo Esterno sinistro
    Squadra Viktoria Plzen
    Peso 77 kg
    Altezza 180 cm

    Il gol di Petr Jiracek contro il Montenegro video Youtube
    [jwplayer config=”60s” mediaid=”107072″]

  • Paolillo chiede la testa di Beretta. La Lega si spacca

    Paolillo chiede la testa di Beretta. La Lega si spacca

    Altro che tavolo politico. La Lega Calcio continua ad esser una lobby dove ogni società e presidente prova a tirar l’acqua al suo mulino proprio come avveniva prima dello scandalo Calciopoli e la dimostrazione evidente la si è avuta per la seconda volta in pochi mesi. Ernesto Paolillo apre una nuova crepa tra i presidenti di serie A divisi prima sui diritti tv si trovarono poi uniti per combattere contro l’Aic per il rinnovo del contratto collettivo per disunirsi adesso intorno al “salva Lotito”, vale a dire la modifica della norma 22 noif per far si che il presidente della Lazio possa continuare a svolgere le sue funzioni. Ma procediamo con ordine.

    Il tavolo politico chiesto da Agnelli

    Dopo la sentenza di primo grado del Tribunale di Napoli e l’istanza di non competenza del Tnas all’esposto della Juventus sulla revoca dello scudetto del 2006. Il presidente del Coni Petrucci ha tuonato contro l’overdose di ricorsi e polemiche nel nostro calcio definendo l’intero arco temporale come una sorte di “doping legale”. La parole hanno smosso la coscienza di Andrea Agnelli che invece di paventare l’ennesimo procedimento, questa volta ai tribunali civili, ha cercato un tavolo di confronto politico per dirimere le controversie del passato e metter mano alle riforme necessario per restare ancorati ai maggiori campionati europei. L’invito accolto da Petrucciha ricevuto seppur con qualche remora l’adesione di Massimo Moratti e del presidente Abete.

    Maurizio Beretta | ©Getty Images

    Il Lega però si è distratti dal “salva Lotito”

    Da una parte i presidenti sembrano entusiasti di un tavolo di confronto e illuminato dall’altro però fanno di tutto per tenersi ben stretta la propria poltrona. Il dispositivo del giudice Casoria ha come conseguenza non solo la conferma della condanna di Moggi ma la squalifica dei fratelli Della Valle, di Mencucci e di Claudio Lotito. Proprio intorno alla poltrona di quest’ultimo è nato l’ultimo contenzioso, il presidente dimissionario Beretta ha indetto infatti d’urgenza un consiglio federale proprio per la modifica dell’art.22 delle Noif ricevendo sette voti a favore ed uno solo contrario, quello dell’Inter.

    Paolillo chiede le dimissioni di Beretta

    La conseguenza del consiglio federale d’urgenza si è avuta poi in serata quando Ernesto Paolillo, ad dell’Inter, ha tuonato contro il presidente Maurizio Beretta chiedendone la “testa”“È un gesto ad hoc per il presidente della Lazio Claudio Lotito, non può rappresentare la Lega di Serie A e sarebbe stato di buon gusto da parte sua autosospendersi in attesa dell’esame della riforma dell’art. 22 delle Noif. -Paolillo continua- “C’è una sempre più diffusa richiesta da parte delle società di cambiare il presidente per averne uno focalizzato solo sulla Lega, nella prossima assemblea vedremo cosa pensano anche gli altri club, ma è urgente che la Lega cominci a discutere dei problemi seri del calcio e non, come ha fatto per per un anno in maniera confusa e deprimente di diritti tv, e adesso delle Noif. Ieri – ha continuato – ho contestato a Beretta di aver convocato d’urgenza un consiglio per affrontare una materia di competenza dell’assemblea al solo fine di ottenere più facilmente la maggioranza, e di avere cambiato l’ordine del giorno per parlare solo del caso Lotito”.” (dichiarazioni tratte dalla Gazzetta.it)

    Le reazioni. Preziosi “Paolillo aspira alla presidenza”

    Ovviamente non si sono fatte attendere le reazioni. Il primo a “difendere” il presidente Beretta è Enrico Preziosi “Mi sembra ci sia una congiura verso Beretta, lui è già dimissionario, forse Paolillo ha lui ambizioni di fare il presidente della Lega. – Il patron del Genoa continua- “Ieri in Lega nessuno ha avuto nulla da dire al riguardo e poi fuori con i giornalisti si dicono delle cavolate. Forse quelli dell’Inter si sentono in debito di dire certe cose. Trovo questa uscita fuori luogo. A chi ha fatto male Beretta non si è ancora capito. Questo comportamento di Paolillo non solo non è lineare, ma mi sembra mellifluo, cioè senza ossa, non lo trovo giusto. Da lui non me lo sarei aspettato e ne prendo atto“. Dalla parte di Paolillo si schiera anche il presidente del Siena Mezzaroma “Sono convinto anche io che la Lega si debba dotare di organi rappresentativi forti. Bisogna ridare forza e voce agli elettori”.

  • Rinnovo De Rossi, Mancini torna alla carica

    Rinnovo De Rossi, Mancini torna alla carica

    Il rinnovo De Rossi inizia ad avere i contorni di un vero e proprio giallo. Il centrocampista giallorosso, nel post match degli azzurri contro l’Uruguay ha nuovamente enfatizzato una prolungata fase di stallo mettendo in guardia la Roma ma dando anche ulteriore fiducia alle tantissime pretendenti. Il presidente DiBenedetto ieri per rassicurare i tifosi è tornato a parlare ancora una volta di capitan futuro mettendo il rinnovo De Rossi alla base dei progetti della cordata americana e primo impegno importante di Franco Baldini.

    “Sono ottimista, Baldini sta trattando in prima persona. Non posso dire altro perche’ siamo nel pieno di una trattativa ma sono ottimista e ho fiducia in Baldini”

    Ancora problemi per il Rinnovo De Rossi | ©Getty Images

    Un banco di prova importante dunque per Baldini e per l’intera dirigenza che con il rinnovo De Rossi acquisterebbe nuova credibilità e stima dai tifosi al momento pazienti per veder rinascere e tornare competitiva la Roma giallorossa. L’acquisto di Daniele De Rossi va ovviamente gola a tutti i top club d’Europa, escludendo l’Italia per non far uno sgarbo ai suoi tifosi, De Rossi fa gola al Real Madrid di Mourinho ma sopratutto al Manchester City di Roberto Mancini disposto a proporgli un contratto faraonico pur di averlo tra i Citizens. E’ proprio l’ex tecnico nerazzurro a riportare in auge la trattativa confermando la volontà di averlo in Inghilterra qualora fallisse la trattativa di rinnovo De Rossi – Baldini in una intervista concessa al Corriere dello Sport.

    “Non sarei stupito se Daniele De Rossi restasse alla Roma. Se però non firmasse, il City sarebbe pronto. E’ difficile strappare un calciatore romano e romanista alla Roma. Perché il romano è legato alle sue origini, al suo stile di vita: non sarei sorpreso se rinnovasse il contratto.”

    Il Mancio nel corso dell’intervista ha un “consiglio” anche per Alex Del Piero “La Juve lo ha scaricato? Mi dispiace, ma ci può stare. Alex ha 37 anni, può divertirsi ancora, vada a cercarsi un campionato diverso, magari la Premier, ma ce ne sono tanti altri. La vita non finisce con la Juve”.

    Ultima battuta sul Napoli e l’appuntamento del San Paolo di mercoledi prossimo “De Laurentiis ha costruito uno squadrone con tanti campioni come Lavezzi, Cavani, Hamsik. Ma chi perde avrà comunque un grande futuro”. Sul calcio italiano dice: “E’ stato rovinato dai tribunali: ora basta perché campioni e sceicchi così non verranno mai. Seguo Petrucci, basta con le polemiche”.