Autore: Leonardo Neri

  • Roma Parma 1-0, Borini rimette in moto la macchina di Luis Enrique

    Roma Parma 1-0, Borini rimette in moto la macchina di Luis Enrique

    La Roma batte 1-0 il Parma e approda al quinto posto buono per disputare i preliminari di Europa League. Il mattatore della gara è Fabio Borini che graffia il match con un bel diagonale da posizione angolata. I giallorossi hanno fatto la partita dal primo all’ultimo minuto creando numerose palle gol e senza rischiare più di tanto. Dall’altra parte un Parma scarico e costantemente fuori partita che ha collezionato una sola palla gol nell’arco dei 90 minuti.

    Roberto Donadoni ha molto da rimproverare ai suoi che non hanno mai pressato l’avversario e non sono stati in grado di effettuare ripartenze efficaci. Da sottolineare la formazione ultra difensiva dei gialloblu che certamente ha contribuito alla opaca prestazione generale. Per la Roma una gara non eccessivamente esaltante, ma fatta di concentrazione e disponibilità ad aiutarsi l’un l’altro. Certo è che oggi il Parma non è stato un avversario temibile e i veri test di maturità saranno altri per la squadra di Luis Enrique.

    PRIMO TEMPO – Nei primi minuti classico avvio romanista con tanto possesso palla e il pallino del gioco in mano. Il giro palla giallorosso trova finalmente sbocco al 10′ quando Totti aggancia un suggerimento nell’area piccola e mentre sta per calciare viene ostacolato da Zaccardo in modo molto dubbio, ma per Peruzzo è tutto regolare. Poco dopo c’è un fallo di mano clamoroso in area parmense, ma anche stavolta l’arbitro non decreta il calcio di rigore. La Roma continua il suo gioco d’attacco entrando con pericolosità nell’area parmense e mettendo paura dai calci d’angolo.

    Fabio Borini | © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    Al 26′ si concretizza la pressione degli uomini di Luis Enrique: col Parma sbilanciato la Roma recupera palla, Gago serve benissimo Borini che da posizione angolata infila un potente diagonale su cui Mirante non può nulla, è 1-0. Due minuti più tardi ancora Borini in area di rigore sforna un grande assist per Osvaldo anticipato dalla deviazione in uscita di Mirante. La Roma è padrona del campo e l’unico pseudo pericolo del Parma è un destro debole di Giovinco. Si fa male Palladino ed entra l’ex Okaka e si chiude il primo tempo con una sola squadra in campo.

    SECONDO TEMPO – La seconda frazione di gioco riprende come la prima: la Roma non fa cose eccezionali, ma il Parma è ancora non pervenuto. Dopo 7 minuti Osvaldo va vicino al gol quando non riesce ad arrivare su un assist vantaggioso di Borini. Un minuto più tardi la migliore occasione del match per il Parma: lancio lungo in avanti, Juan sbaglia il fuorigioco e Okaka inseguito da Taddei si ritrova solo davanti a Stekelenburg, ma gli calcia addosso. La Roma amministra il vantaggio e al 16′ ha la chance per il raddoppio ma Totti tira alto da pochi passi.

    Donadoni prova ad osare un pò di più ed inserisce J.Valdes per Morrone e Biabiany per lo spento Jonathan, ma oggi ai suoi mancano le motivazioni. Dall’altra parte Lamela sostituisce Osvaldo. Nel mezzo c’è una grande palla gol per Rosi che da posizione molto favorevole calcia fuori. Al 35′ fa il suo esordio stagionale il neoacquisto romanista Marquinho che rileva Pjanic. Al 44′ Lamela spreca un delizioso assist di Totti fallendo il gol davanti a Mirante che compie una bella parata. Tre minuti più tardi proprio Marquinho sfiora la rete in un’azione fotocopia con sublime assist di Totti, il brasiliano però spara su Mirante.

  • Roma Parma probabili formazioni, Osvaldo sfida Giovinco

    Roma Parma probabili formazioni, Osvaldo sfida Giovinco

    Roma e Parma alla prova del nove per testare le rispettive ambizioni di classifica. Dopo gli alti e bassi stagionali i giallorossi vogliono restare attaccati al treno che porta in Europa e cancellare la brutta debacle col Siena nell’ultimo turno. Il Parma invece naviga in acque tranquille, ma vuole allontanarsi il prima possibile dalla bassa classifica e magari cercare di togliersi qualche soddisfazione di centro classifica.

    PROBABILE FORMAZIONE ROMA. Luis Enrique prosegue con la stessa mentalità di sempre e dunque anche con lo stesso modulo, il consueto 4-3-1-2 votato all’attacco. Tra i pali scenderà in campo il solito e affidabile Stekelenburg. La difesa perde Kjaer per squalifica, ma ritrova Juan reduce da problemi di tipo muscolare che affiancherà l’argentino Heinze. Sulle fasce Rosi a destra e Taddei a sinistra. Importanti rientri a centrocampo dove ritroveranno il posto da titolari De Rossi e Gago, al loro fianco Pjanic come da protocollo. Nel ruolo di trequartista agirà il capitano Totti a supportare il rientrante Osvaldo che dovrebbe partire dal 1′ minuto. Per la seconda punta è ballotaggio tra Borini e Lamela con l’argentino in vantaggio, ma attenzione a Bojan che potrebbe essere rilanciato a sorpresa.

    Osvaldo | ©Getty Images

    PROBABILE FORMAZIONE PARMA. Roberto Donadoni riconferma il 3-5-2 della bella gara contro la Juventus nel turno infrasettimanale di recupero. Tra i pali è tornato disponibile Mirante, ma il tecnico lombardo potrebbe confermare Pavarini che bene si è comportato fin qui. La difesa deve fare a meno di Paletta infortunato. E dunque giocherà il neoacquisto Ferrario in mezzo a Zaccardo e Alessandro Lucarelli. Centrocampo di grande densità con Mariga, Valiani e Morrone in zona centrale. Sulle fasce i ballottaggi tra Modesto e Gobbi a sinistra e Biabiany e Jonathan a destra. In attacco zero dubbi: Giovinco-Floccari.

    PROBABILI FORMAZIONI ROMA PARMA

    ROMA 4-3-1-2 Stekelenburg; Rosi,Juan,Heinze,Taddei; Gago,De Rossi,Pjanic; Totti; Osvaldo,Lamela ALL. L.Enrique

    A disposizione: Curci,Jose Angel,Perrotta,Simplicio,Greco,Bojan,Borini

    PARMA 3-5-2 Pavarini; Zaccardo,Ferrario,Lucarelli; Biabiany,Mariga,Morrone,Valiani,Gobbi; Giovinco,Floccari ALL. R.Donadoni

    A disposizione: Mirante,Santacroce,Jonathan,Musacci,Modesto,Palladino,Valdes

  • Verso Roma Parma con Osvaldo e De Rossi

    Verso Roma Parma con Osvaldo e De Rossi

    Domani alle 15 allo Stadio Olimpico si affrontano Roma e Parma per la 24esima giornata di Serie A. I giallorossi, in questa stagione posseduti dalla discontinuità, devono prendere assolutamente i tre punti casalinghi per sfruttare lo scivolone dell’Inter e per superare il Napoli e conquistare il quinto posto in odore di Europa League. Il Parma medicato dalla cura Donadoni cerca la terza vittoria esterna stagionale per scappare definitivamente dalla zona retrocessione. La bella gara del recupero infrasettimanale contro la Juventus ha entusiasmato l’ambiente, ma potrebbe pesare sotto il profilo fisico.

    QUI ROMA. Per Luis Enrique quello contro il Parma è un match spacca stagione. Il tecnico asturiano ha infatti parlato di esame per lui e per la Roma. “Domani si vedrà chi vuole rimanere alla Roma”ha dichiarato l’allenatore giallorosso che ha tentato di ridimensionare la sconfitta di Siena appellandosi alla bravura dei toscani.

    daniele de rossi | © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    In vista di una gara così delicata si affiderà al classico modulo di gioco e alla stessa mentalità offensiva col prezioso rientro di Daniel Pablo Osvaldo in attacco. In difesa ha recuperato Juan dopo il problema muscolare avuto col Siena, mentre a centrocampo ci sarà il rientro dei due titolari Daniele De Rossi e Fernando Gago. Inamovibile Totti dietro alle punte con Borini e Lamela a giocarsi il ruolo di secondo attaccante.

    QUI PARMA. Dopo le polemiche della gara contro la Juve il Parma si prepara con serenità alla trasferta nella capitale, anche perchè il presidente Tommaso Ghirardi ha sentenziato dicendo che “l’arbitro ha diretto bene”. Roberto Donadoni non cambia il suo 3-5-2 e ritrova Mirante fra i pali, ma Pavarini potrebbe essere riconfermato. La difesa deve scontare l’ assenza dell’infortunato Paletta. A centrocampo non è partito con la squadra Galloppa e si prevedono due ballottaggi sulle fasce tra Biabiany e Jonathan  da una parte e Modesto e Gobbi dall’altra. Confermata la ormai collaudata coppia d’attacco Giovinco-Floccari.

  • Maradona sogna il Napoli. Mazzarri “Merito mio”

    Maradona sogna il Napoli. Mazzarri “Merito mio”

    Dalla serie C del 2004 agli Ottavi di Champions League nel 2012, la rinascita del Napoli in 11 anni e mezzo dopo una storia fatta di gloria e bocconi amarissimi. Una storia che é legata indissolubilmente al dio indiscusso del calcio, El Pibe de Oro, Diego Armando Maradona. E dopo le gioie e le emozioni che Dieghito ha regalato al calcio mondiale, e soprattutto al popolo partenopeo, tenendo una palla in mezzo ai piedi chissà che non possa ripetersi armato di taccuino e lavagnetta. E’ forse maturo il tempo in cui il filo suggestivo della storia si intrecci di nuovo coi passionali colori azzurri. Suggestione, appunto, o reale prospettiva? Difficile da decifrare. Quel che certo è che Maradona ha un sogno:

    “Non lo nego: mi piacerebbe allenare una squadra italiana. E se un giorno questa squadra fosse il Napoli, beh, allora si realizzerebbe anche un altro sogno”.

    IL PROBLEMA FISCALE – Incassata la “disponibilità” il problema a questo punto è molto pratico: Maradona è assediato dal fisco italiano cui deve 40 milioni di euro per vicende risalenti al 1991. E si ritrova osannato da quell’Italia che lo ama e braccato da un’altra che ce l’ha con lui, come egli stesso afferma. La soluzione al dilemma è subito risolta dallo stesso Maradona che “auspica un atto di coraggio da parte della politica italiana. A quel punto, infatti, solo un atto del governo, – continua El Pibe de Oro –  un’iniziativa legislativa restituirebbe serenità e giustizia a me e a tutti coloro, e non sono pochi, che in Italia sono nelle mie stesse condizioni. Anche se alle prese con cifre assai diverse”.

    Diego Armando Maradona | © KARIM SAHIB/AFP/Getty Images

    Una richiesta ambiziosa che difficilmente troverà riscontro pratico in un’Italia in crisi profonda a cui non rimangono gli occhi per sognare, per storpiare l’aforisma. E il Maradona improvvisato giurista cavalca un’iniziativa giudiziaria effettivamente in corso, ma rischia di annebbiare un pochino le belle parole d’affetto verso il Napoli. Un pizzico di populismo per difendere tutto sommato un proprio personalissimo interesse dato che comunque c’è già stata una sentenza. Ma al più grande del calcio moderno, cui solo Messi forse può aspirare, si concede anche una piccola caduta di stile. In effetti ogni sportivo è in debito con Maradona per la poesia che ha dispensato sui rettangoli di gioco. L’impressione è che all’Agenzie delle Entrate non sia molto di moda il calcio.

    LA REAZIONE DI MAZZARRI – La dichiarazione ha subito coinvolto l’uomo che oggi  siede sul trono napoletano. Walter Mazzarri ha reagito con grande forza all’affettuoso tentativo di tagliarlo fuori dalla panchina riconoscendo a se stesso i meriti della risalita napoletana che è per lui “motivo d’orgoglio” perchè  “grazie a me il Napoli e’ tornato a essere ambito da tutti gli allenatori del pianeta”. “Facciamo la Champions e tutto questo e’ dovuto – ha aggiunto l’allenatore toscano – ,voglio prendermi questo merito, a me e al mio staff che in poco tempo abbiamo fatto grandi cose. Adesso questa squadra e’ ambita da chiunque”.

    In attesa della Fiorentina e del Chelsea chissà in che modo il Presidente Aurelio De Laurentiis accoglierà queste due dichiarazioni di fuoco e soprattutto quella di Mazzarri che ha scordato di citare la società tra i fautori del nuovo e competitivo Napoli.

  • Siena Roma 1-0, le pagelle. Sannino affonda Luis Enrique

    Siena Roma 1-0, le pagelle. Sannino affonda Luis Enrique

    Una Roma disastrosa contro il solito coriaceo Siena. I toscani sono una squadra con una identità ben precisa: grande organizzazione di gioco, concentrazione in ogni fase del match, grinta e voglia di correre e di aiutare i compagni. La mano di Sannino sull’undici bianconero è evidente. La Roma invece è una squadra è in costante mutamento. La sua discontinuità è preoccupante e rischia di tagliarla fuori dall’Europa. C’è ancora troppa fragilità difensiva e sterilità in attacco. La sensazione è che scarseggino le motivazioni e l’esperienza e che le seconde linee siano di un livello tecnico non all’altezza.

    PAGELLE SIENA

    Sannino 7,5 E’ lui il vero artefice della vittoria. Dirige la squadra come fosse un’orchestra e tutti i giocatori sono parte integrante del gioco. La tattica difensiva perfetta unita alle ripartenze micidiali. L’unica cosa che può rimproverare ai suoi è di non aver segnato più gol, ma la salvezza è nettamente alla portata.

    Calaiò 7 Realizza il rigore in modo perfetto il rigore che vale i tre punti. Sbaglia un gol facile nel primo tempo, ma è oscurato dal grande lavoro di sacrifico e qualità che fa per la squadra.

    Destro 6,5 Sbaglia tre occasioni da gol colossali, ma è encomiabile il suo impegno. Mette in crisi i giallorossi con sponde e movimenti continui, si guadagna il penalty vincente e nel finale è in grado di fare reparto da solo nonostante i crampi.

    Giorgi 6,5 L’ex Novara è un motorino sulla fascia destra. Fa la diagonale difensiva e un attimo dopo è pronto a ripartire in contropiede con buona qualità. Manca il gol per eccessivo altruismo, ma la sua corsa è fondamentale per la vittoria.

    Terzi 6,5 Si comporta da vero leader della difesa e non sbaglia mai una giocata. Gioca sempre d’anticipo e sceglie i tempi giusti di intervento.

    Vergassola 6,5 Il Capitano senese è una vera diga in mezzo al campo. Il suo lavoro in mediana insieme a Gazzi è di grande sacrificio e polmoni, ma sbaglia poco e niente nel reimpostare il gioco interpretando le due fasi al meglio.

    Giuseppe Sannino | © Gabriele Maltinti/Getty Images

    Rossettini 6,5; Gazzi 6,5; Vitiello 6; Pegolo 6; Brienza 6; Del Grosso 6; Angelo 6; Grossi s.v., Parravicini s.v.

    PAGELLE ROMA

    Luis Enrique 5 La sua squadra non ha identità. Questo non può essere il suo gioco: assenza di pressing, lentezza del possesso e pochissimo movimento senza palla. Alcuni giocatori sono troppo poco esperti o tecnicamente poco validi, ma quel che manca è la voglia di fare e una solida tattica da mandare a memoria.

    Stekelenburg 6 Rischia tantissimo, ma non deve mai intervenire. Il rigore perfetto è non può nulla.

    Heinze 5,5 El Gringo è uno di quelli che non molla mai. Rimane concentrato e attento, ma è vittima  del colabrodo difensivo della Roma.

    Totti 5 Serata no per il Capitano alla sua 700esima da professionista. Sbaglia passaggi banali, non viene a prendersi la palla ed è fuori dal gioco scontando una forma fisica poco felice.

    Borini 5 E’ sempre isolato. Poco e mal servito si muove altrettanto poco e male e sbaglia semplici controlli di palla.

    Lamela 5 Crea l’unico pericolo a Pegolo su punizione. Nei ristanti minuti vaga per il campo alla ricerca della posizione e non azzarda mai l’uno contro uno o il passaggio filtrante.

    Rosi 5 Dovrebbe essere la spinta costante sulla destra, ma è troppo timido. Per non rischiare di perdere palla preferisce tornare indietro invece di provare a saltare l’uomo. In fase difensiva è smemorato e disattento.

    Pjanic 5 Partita anonima. Sbaglia i più facili appoggi e non si inserisce in avanti come di consueto. E’ molto statico e la mancanza del suo filtro aggrava le pecche della fase difensiva.

    Juan 5 Subisce la fisicità delle due punte senese e soprattutto appare svagato e poco concentrato.

    Viviani 4,5 Il ragazzo è ancora acerbo. Si intravedono grandi qualità soprattutto in fase di interdizione, ma è ancora troppo ingenuo e si fa soffiare facilmente la palla in zone del campo ad alto rischio. Manca la personalità per impostare il gioco in una zona del campo fulcro del gioco della Roma.

    Jose Angel 4,5 Fa male entrambe le fasi dato che non spinge mai e lascia buchi difensivi preoccupanti. Sembra non conoscere i concetti di diagonale difensiva o di sovrapposizione offensiva.

    Kjaer 4 E’ disastroso. Entra a inizio ripresa e con un fallo ingenuo regala il rigore partita al Siena. Nel resto degli interventi appare goffo e fuori tempo. Peggio quando deve impostare il gioco. Nel finale Luis Enrique lo butta punta centrale, ma la serata è pessima anche nel semplice gioco aereo.

    Simplicio 5; Osvaldo 5; Bojan 5

  • Siena Roma 1-0, decide Calaiò su rigore

    Siena Roma 1-0, decide Calaiò su rigore

    Nel monday night della 22esima giornata di Serie A un Siena compatto e concentrato supera una Roma brutta e deludente. Gli uomini di Sannino hanno messo in campo la grande voglia di fare punti insieme ad abnegazione, concentrazione e attenzione tattica. Per la Roma ennesimo picco di dicontinuità dopo la bella vittoria contro l’Inter. Una partita a tratti incomprensibile che ha riproposto il possesso sterile e la fragilità difensiva di inizio stagione.

    IL PRIMO TEMPO – Nel gelo del Franchi nei primi minuti la Roma parte forte all’attacco. Dopo qualche folata senza frutti, però, dopo 9 minuti di gioco Destro supera Juan imbeccato da un lancio lungo e solo davanti a Stekelenburg manda clamorosamente alto con un pallonetto. I giallorossi tengono palla, ma sbagliano tanto e così al 16′ altra incredibile chance concessa a Calaiò che a tu per tu col portiere manda al lato. Quattro minuti più tardi risposta romanista con la punizione insidiosa di Lamela che Pegolo mette in angolo.

    Al 23′ ennesima occasione colossale per il Siena: su un buco difensivo della Roma si infila Giorgi sulla destra e arrivato davanti a Stekelenburg serve Destro il quale a porta vuota tira alto anche per il disturbo di Juan. La Roma fa la partita ma non crea pericoli mentre il Siena quando riparte dà sempre l’impressione di poter andare in gol con una certa facilità. Si chiude il primo tempo con un triangolo in area che non si chiude tra Totti e Pjanic.

    Siena Roma | © Gabriele Maltinti/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Nella ripresa fuori Juan per guai fisici e dentro Kjaer per la Roma. Il copione non cambia e dopo soli 2′ minuti Viviani perde palla e ne scaturisce una golosissima palla gol per Destro che davanti a Stekelenburg ancora una volta non riesce a batterlo. La Roma balla in difesa e al 5′ si concretizza il meritato vantaggio senese. Destro sfugge in area e il neoentrato Kjaer lo stende ingenuamente, è calcio di rigore. Calaiò dal dischetto realizza con precisione chirurgica.

    Ora la Roma dovrebbe accelerare ma non ci riesce e si ostina a giocare su linee orizzontali. Al 14′ Luis Enrique sostituisce uno spento Totti per il rientrante Osvaldo, ma lo schema del match non cambia. Anzi il Siena aumenta la densità a centrocampo e per i lento gioco romanista non c’è sbocco. Non succede praticamente più nulla tranne un tiro al volo di Borini al 37′ che è l’unica conclusione verso la porta della Roma nel secondo tempo. Nei minuti finali i giallorossi provano un forcing finale con quattro punte più Kjaer, ma il Siena tiene botta senza problemi.

  • Siena Roma, Totti fa 700, si rivede Osvaldo

    Siena Roma, Totti fa 700, si rivede Osvaldo

    Stasera alle 20.45 va in onda il monday night tra Siena e Roma. Una gara affascinante e molto delicata dato che alle due squadre servono assolutamente i tre punti. Da una parte un Siena che non ha mai sfigurato in questa stagione, ma che ora vede avvicinarsi il Lecce in zona retrocessione a meno 2. I toscani oltre a quella di stasera hanno un’altra partita da disputare, ma la situazione è di alto rischio considerando che anche il Cesena con una vittoria nel recupero arriverebbe ad un solo punto.

    Dall’altra parte c’è una Roma in grande crescita all’inseguimento dei posti per l’Europa. L’imperativo è vincere per sfruttare le sconfitte di Inter e Udinese e per non perdere il treno della risalita. Luis Enrique ha annunciato una partita all’attacco.

    SIENA – Sannino abbandona il 3-5-2 e passa ad un  prudente 4-4-2 confermando lo straordinario Pegolo degli ultimi match tra i pali. Retroguardia con Terzi e Rossettini centrali e Vitiello a destra e Del Grosso a sinistra; Contini è in gioco per un posto al centro. Il rebus centrocampo si dovrebbe risolvere con Vergassola e Gazzi centrali con l’esclusione dell’ex Gaetano D’Agostino, il neo acquisto Giorgi a destra e l’estro di Brienza sulla sinistra. Davanti la solita coppia Calaiò-Destro.

    Francesco Totti | © ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    ROMA – Luis Enrique propone il classico 4-3-1-2 romanista. Stekelenburg tra i pali con Rosi a destra e Taddei a sinistra. Al centro al fianco dell’argentino Heinze uno tra Juan e Kjaer col brasiliano in vantaggio. Davanti alla difesa il giovane Federico Viviani grazie alla squalifica di De Rossi e alla mancata convocazione di Gago a causa di un problema fisico. In mediana anche Pjanic e Simplicio che se la gioca con Greco. Inamovibile Francesco Totti dietro alle punte alla sua 700esima gara da professionista con Borini in vantaggio su Bojan e Erik Lamela. Torna tra i convocati Daniel Pablo Osvaldo dopo il lungo stop.

    PROBABILI FORMAZIONI SIENA ROMA

    SIENA 4-4-2 Pegolo; Vitiello, Terzi, Rossettini, Del Grosso; Giorgi, Gazzi, Vergassola, Brienza; Destro, Calaiò
    ALL.Sannino
    . A disposizione: Farelli, Contini, Angelo, D’Agostino, Reginaldo, Gonzalez

    ROMA 4-3-1-3 Stekelenburg; Rosi, Juan, Heinze, Taddei, Simplicio, Viviani, Pjanic; Totti; Borini, Lamela
    ALL.L. Enrique
    . A disposizione: Lobont, Kjaer, Jose Angel, Greco, Perrotta, Osvaldo, Bojan

  • Giammario Piscitella, la favola del baby talento della Roma

    Giammario Piscitella, la favola del baby talento della Roma

    Ogni bella favola ha un eroe e un antagonista e in questo caso il primo si chiama Luis Enrique e viene dalla Spagna, il secondo è tutto italiano ed è il nostro calcio. Protagonista assoluto Giammario Piscitella nato a San Marzano sul Sarno il 23 marzo 1993, di professione ala d’attacco e aspirante fuoriclasse. E pensare che il giovane primavera della Roma era stato convocato per la gara con l’Inter quasi per caso, perchè i vari infortuni giallorossi avevano dimezzato il reparto offensivo. Ma nessuno mai si sarebbe aspettato che alla prima convocazione in prima squadra il ragazzo avrebbe calcato l’erba dell’Olimpico. E invece Luis Enrique con coraggio lo ha fatto entrare al 35′ della ripresa al posto del mattatore della gara Fabio Borini. Piscitella ha subito dimostrato talento e voglia di emergere sfornando un bell assist per il gol di Bojan.

    Una presenza che in condizioni normali sarebbe sfumata nel nulla, come di solito accade in Italia dove i giovani sono centellinati fino a quando o si perdono o semplicemente non sono più giovani. E dunque stupisce vedere, nel Campionato che ha la media d’età più alta d’Europa, come invece il gioiellino campano sia stato riproposto titolare nei 25 minuti del recupero contro il Catania in un match delicatissimo per la stagione giallorossa. Scelto al posto di un certo Bojan Krkic che ha vinto la Champions League con gente del calibro di Leo Messi, Iniesta, Xavi e compagni sotto la direzione del maestro Pep Guardiola. E il ragazzo ha senza dubbio ripagato la fiducia del mister asturiano della Roma con una partita di sacrificio e giocate di concretezza. Nell’intervista del post-partita è emersa una genuina ingenuità del 18enne quando con timidezza ha detto: “Non me lo aspettavo, ma mi sono messo al servizio della squadra come voleva il mister” e poi ha aggiunto “E’ sempre più bello, quasi come l’esordio”.

    Il futuro di Piscitella è sicuramente florido e non a caso un mostro sacro come Sir Alex Ferguson aveva fatto di tutto per portarlo alla corte del Manchester United poco tempo fa. Ma la Roma lo ha trattenuto perchè nell’era di Luis Enrique si punta sui giovani e questo significa che non si parcheggiano in squadre di serie inferiori, ma si lanciano da subito nel calcio dei grandi, e magari per più di quattro minuti ogni sei mesi.

    D’altra parte è quello che succede negli altri paesi e soprattutto in quelli che negli ultimi anni hanno divorato le coppe europee al livello di club e nazionale come Inghilterra e Spagna (ma anche Germania). Tanto più che il pur giovane Piscitella è un veterano delle serie giovanili della Nazionale Italiana. In particolare si era già fatto notare il 23 marzo 2011 quando in una amichevole dell’Under 18 contro la Nazionale A aveva saltato plurime volte Santon nell’uno contro uno.

    Il calcio nostrano ha bisogno di linfa nuova e di lanciare da subito i giovani talenti. Calciatori ancora inesperti magari, ma di tipologia moderna come Giammario. Il talentino infatti può ricoprire tutti i ruoli di fascia offensiva senza dimenticare la fase difensiva. E’ in possesso di un destro molto preciso quando calcia verso la porta ed è in grado di pennellare crossi con entrambi i piedi. La sua qualità maggiore sono la velocità, l’abilità nel dribbling abbinati ad una fisicità importante. Coi suoi 180 cm di altezza x 68 Kg sembra avere il profilo dell’ala tipo del XXI secolo e non a caso il suo idolo è Cristiano Ronaldo. Per fortuna qualcuno se ne è accorto e sta cercando di metterlo in luce e questo qualcuno è Luis Enrique, tecnico ancora da valutare pienamente nel confronto con la complicata tattica calcistica della penisola, ma che nonostante tutto sta portando una piccola rivoluzione culturale. La speranza è che altri come Piscitella possano avere la ribalta della Serie A per rilanciare il calcio italiano che appare in crisi profonda.

  • Catania Roma 1-1 nel recupero di 25 minuti

    Catania Roma 1-1 nel recupero di 25 minuti

    Ieri sera è andato in onda un anomalo Catania Roma nel recupero della 18 giornata di Serie A sospesa lo scorso 14 gennaio a causa della pioggia torrenziale arrivata sul Massimino. Da giocare solo 25 minuti più recupero col risultato di partenza di 1-1 che poi si è confermato essere quello definitivo. Molte le assenze da una parte e dall’altra tra cui per la Roma Totti e De Rossi, già sostituiti nello spezzone di gennaio.

    I due allenatori alla vigilia avevano dichiarato di voler vincere a tutti i costi dato che un solo punto non avrebbe accontentato nessuno. E in effetti le due squadre sono scese in campo molto motivate ed agguerrite. Hanno mostrato dei ritmi ed una intensità di gioco vertiginosi più vicini ad un calcio britannico che italiano. Il problema di una simile gara è la mancanza di tempo e così molte giocate sono svanite a causa della troppa foga dei giocatori.

    Comunque Catania e Roma si sono date battaglia duramente e i due allenatori possono essere soddisfatti della prova. Lo stesso Vincenzo Montella infatti ha ammesso nel postpartita: “siamo tutti e due contenti, ce lo prendiamo il punto – ha detto a Sky il tecnico catanese – Sinceramente mi sono emozionato, abbiamo giocato su ritmi alti, le due squadre volevano vincere. Siamo stati un attimino frenetici proprio perchè si voleva mettere intensità.” La stessa idea del collega Luis Enrique che ha ribadito il concetto di una Roma sempre su alti livelli per conquistare quella continuità che fa scalare le posizioni in classifica ed ha definito il match “trepidante” ammettendo che “in mezz’ora era difficile fare di più. Stasera l’impegno c’era l’atteggiamento dei gocatori l’ho visto” ha concluso l’allenatore asturiano.

    LO SPEZZONE DI PARTITA – Come era prevedibile la Roma ha diretto le operazioni in una strana ma palpitante partita che ha escluso qualsiasi tatticismo. I giallorossi hanno insidiato Kosicky in più di una occasione e soprattutto con Fabio Borini tra i più attivi. Il Catania non è stato a guardare e si è reso molto pericoloso sulle palle da fermo o in ripartenza e soprattutto con un tiro di esterno di LLama sul quale è volato Stekelenburg. Nota positiva per la Roma la ottima prova del baby attaccante Giammario Piscitella (schierato al posto di Bojan Krkic) che ha dimostrato personalità e serenità con qualche giocata incisiva. Sulla sponda catanese buon match per l’estremo difensore e in particolare el Papu Gomez. Per la Roma in ombra le prestazioni di Gago e Pjanic che non hanno avuto la tranquillità necessaria per orchestrare al meglio il gioco.

    LA NUOVA CLASSIFICA – Dopo la X di ieri sera la Roma si avvicina ancora di più al treno dell’Europa ed è al sesto posto. Avendo 35 punti deve fare la corsa sull’Inter a 36 e la Lazio a 39 in zona Europa League e all’Udinese a quota 41 che occupa il terzo posto valido per la Champions League. Irraggiungibili le due duellanti per il Titolo Milan (44) e Juventus (45).

    Anche il Catania fa un piccolo passo in avanti per l’obiettivo salvezza occupando il quattordicesimo posto con 24 punti. Ben 7 punti in più del Lecce che occupa l’ultimo posto disponibile che vale la retrocessione. Il Chievo tredicesimo dista solo 3 punti.

  • Roma, De Rossi e l’entusiasmo ritrovato. Obiettivo Champions

    Roma, De Rossi e l’entusiasmo ritrovato. Obiettivo Champions

    Il progetto Roma va avanti. Dopo la brutta sconfitta di Cagliari nel giro di poche ore la stagione potrebbe aver cambiato rotta. Un 4-0 secco contro gli eterni rivali dell’Inter che non lascia spazio a dubbi: la Roma è stata superiore dal primo all’ultimo minuto esprimendo a tratti un calcio frizzante.

    Come succede in questi casi non si è mai certi fino a dove arrivino i meriti della Roma e i demeriti dell’Inter. Quel che è sicuro è che c’è stata una reazione fortissima degli uomini di Luis Enrique dopo le prestazioni ombrose offerte prima della gara contro i nerazzurri. I tratti vincenti sono stati la grande furia agonistica unita a lucidità nelle giocate, l’intensità del pressing e la concentrazione difensiva soprattutto nella prima frazione di gioco. Riassumendo si tratta di compattezza ed entusiasmo. Il calcio del tecnico asturiano non può prescindere da questi due elementi. Ciò fa pensare che tutto dipenda dalla disponibilità e la voglia dei calciatori, di un gruppo che dopo qualche problema sembra tornato ad essere unito verso un unico obiettivo. E non è un caso che quando la squadra rema insieme i risultati arrivano sempre.

    La gara con l’Inter lo dimostra e fa capire quanto sia importante la brama di emergere di alcuni calciatori giovani. Esempio lampante Fabio Borini, anni 20, che si è battuto come un leone mettendo il fiato sul collo agli avversari e cercando di recuperare anche i palloni impossibili. L’enorme dispendio di energie non gli ha impedito, però, di siglare una doppietta tutta freddezza e rapidità. L’ex di Parma, Bologna e Chelsea è gia un beniamino del pubblico che ama vedere questa volontà di vincere e di lottare sempre e comunque. La stesso sacrificio e abnegazione che il capitano Francesco Totti mette sempre in campo dando uno straordinario esempio ai più giovani compagni. Lo si vede rincorrere gli avversari a tutto campo, anche in zone dove i suoi piedi sapienti sono lontani dalla porta, dimostrando tra l’altro una invidiabile forma atletica all’età di 35 anni.

    L’altro tassello della risalita romanista è stato il rinnovo di contratto di Daniele De Rossi annunciato nel post partita e dettagliato il giorno seguente. Un’agonia durata troppi mesi che alla fine però ha ripagato i tifosi romanisti suggellando un’unione che lega per sempre il Biondo di Ostia alla Roma. E’ questo forse il segnale più importante per la piazza. Trattenere un calciatore di questo calibro vuol dire guardare lontano con una società ambiziosa, ma anche che i soldi non sono onnipotenti e l’amore per una città, per una maglia e per una tifoseria può fare la differenza. E’ questo il senso di unicità che alimenta l’amore dei supporters. Un amore quasi estremo che si mischia facilmente alla rabbia e dal quale può tirare fuori le carte vincenti solo un allenatore di livello assoluto. Vedere Fabio Capello e Nils Liedholm per credere. In questo senso potrebbe essere un indizio il fatto che Luis Enrique sia stato importante per far restare De Rossi in terra romana, come il centrocampista stesso ha rivelato.

    In un tripudio di entusiasmo a questo punto il mirino degli obiettivi giallorossi punta più in alto. La prudenza è tanta per un ambiente che si infuoca e si ghiaccia nello spazio di una settimana, ma l’obbligo è di lottare per posizioni di vertice. In due parole il terzo posto. Con la Lazio falcidiata dagli infortuni, l’Inter in crisi nera e l’Udinese in flessione l’ambito podio che regala il sogno della Champions League dista sette punti, e da stasera nei 2o minuti col Catania la distanza si potrebbe ridurre a quattro.

    In effetti se il progetto è valido deve essere capace di competere per una simile posizione. Questo vogliono i tifosi giallorossi: almeno giocarsela, e se poi la qualificazione non arriverà continueranno comunque a sostenere la squadra che con la nuova proprietà offre materia prima per sognare, anche a lungo termine.