La Roma è in fase di costruzione e potrebbe verificarsi un via vai di nomi in questo calciomercato. Il nome caldo è quello di Mirko Vucinic. Il calciatore montenegrino, classe 1983, è stato accostato recentemente alla Juventus, ma ora si è aggiunto anche il Blackburn nella caccia al talento montenegrino. Mirko Vucinic | Alberto Pizzoli/Getty Images Secondo il quotidiano inglese ‘The Mirror’, infatti, il manager degli inglesi, Steve Kean, sarebbe volato in Svizzera per intavolare la trattativa per l’acquisto del giocatore con l’appoggio dell’agenzia ‘Kentaro’ che si occupa della mediazione per negoziazioni di mercato. Il club di Lancashire metterebbe sul piatto 20 milioni di sterline (23 milioni di euro circa). In arrivo per Vucinic anche un ingaggio esoso data la disponiblità economica del gruppo indiano che dal Novembre 2010 controlla il club. L’attaccante è notoriamente affascinato dalla Premier League e la prospettiva di accasarsi agli avversari juventini non è idilliaca. Tutto farebbe pensare a un suo futuro in Gran Bretagna, ma non è ancora definitivo. Walter Sabatini, infatti, pur avendo preso coscienza della volontà di Vucinic di andar via non ha escluso un ripensamento. Il ds a breve parlerà col giocatore per cercare di capire le sue reali intenzioni. Intanto però la Roma lavora per migliorare il parco attaccanti. Javier Pastore sembrerebbe irraggiungibile. Il Presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, chiede almeno 50 milioni di euro, cifra inarrivabile per la squadra capitolina e non solo. Jeremy Menez che sembrava pronto a partire si starebbe, invece, riavvicinando al club. Sabatini ha dichiarato che è “possibile che prendiamo anche due attaccanti con caratteristiche diverse perché si tratta di giocatori che possono anche aspettare, poi vedremo quali sono le dinamiche del mercato”. Per quanto riguarda il budget Sabatini ha detto che “Di Benedetto non mi ha detto ‘non spendiamo più di tanto’. Poi io devo stare attento anche al linguaggio. Devo stare attento e andar dritto. La società mi ha detto ‘Dobbiamo fare una squadra, falla’. Nessuno mi ha detto ‘non ci sono i soldi’. Ho detto solo che con le caratteristiche del mercato, il mercato estivo va fatto in entrata e uscita sperando di fare scelte giuste”
zimbio.comLa Roma avrebbe presentato al Bologna un’offerta per Gastòn Ramirez, trequartista uruguaiano classe 1990. La notizia arriva direttamente da Vincenzo D’Ippolito, agente Fifa che cura gli interessi del giocatore, in un’intervista rilasciata ai microfoni di Sky Tg 24: “c’è l’interessamento e ci incontreremo la prossima settimana. Hanno già fatto un’offerta, ora dobbiamo vedere che vuole fare il Bologna”. L’offerta dei giallorossi si aggirerebbe intorno ai 12-13 milioni di euro. Le due società si stanno parlando e, secondo Ippolito, Ramirez è molto entusiasta dalla prospettiva che si sta profilando: “Ramirez andrebbe volentieri a Roma? E’ normale che l’opportunità lusinghi molto il ragazzo, che vorrebbe cimentarsi, se possibile, in questa nuova avventura”. Quando i cronisti lo incalzano sullo stato reale della trattativa il manager risponde che “c’è abbastanza differenza tra domanda e offerta, ma poi sarà il lavoro degli interessati trovare un punto di incontro”. A rinforzare la tesi di Ramirez alla Roma ci sono anche i rapporti incrinati tra il calciatore e la società bolognese, come sottolinea sempre D’Ippolito stavolta a Teleradiostereo: “la squadra vorrebbe tenerlo e fare la squadra attorno a lui, ma la situazione non è rosea e se arrivano offerte devono ascoltarle”. Indiscrezioni nell’ambiente di Bologna inoltre dicono che la società emiliana avrebbe già individuato un sostituto per Ramirez, ma il suo procuratore non conferma. Invece traccia un profilo della personalità del giovane fantasista che assiste: “E’ un ragazzo con qualità importanti dal punto di vista psichico, ha vent’anni ma ha una maturità tale da renderlo pronto per qualunque grande squadra. Tra l’altro è titolare della nazionale uruguaiana arrivata quarta ai mondiali. E’ un ragazzo eccezionale e di grandi ambizioni, un grande professionista”. Poi tornando alle questioni pratiche D’Ippolito vuole sottolineare che il suo ruolo nella trattativa non sarà predominante infatti “il prezzo dei calciatori lo stabiliscono soltanto le società, il procuratore stabilisce l’ingaggio. Una volta che le società sono d’accordo spetta al procuratore discutere di ingaggi”.
laroma24“Promesse ne faccio poche, voglio solo mandare un saluto ai tifosi, la Roma ha voluto dare un segnale diverso. Non vedo il calcio in altro modo che non sia quello di essere ambiziosi. Spero di raggiungere molti traguardi. Forza Roma”. Queste le prime parole da neo tecnico giallorosso di Luis Enrique, in un’intervista rilasciata ai microfoni di Roma Channel. Oggi il tecnico asturiano, sbarcato nella capitale intorno alle ore 14, si è recato in visita al centro sportivo di Trigoria del quale sarebbe rimasto molto impressionato. Insieme ai suoi quattro fidati collaboratori, tra cui Ivan De La Pena, ha incontrato inoltre anche Walter Sabatini e Francesco Totti che lo hanno accompagnato nel suo tour del Fulvio Bernardini. L’avvocato Renato Cappelli che ha presenziato all’incontro ha parlato delle sensazioni di Luis Enrique: “è sicuramente rimasto molto soddisfatto del centro sportivo. Sul discorso tecnico non posso parlare. Comunque i tifosi della Roma si divertiranno. Il closing? La trattativa è conclusa, ai primi di luglio ci sarà il closing definitivo». Nella lunga giornata del neo allenatore romanista c’è stato anche il tempo per un vertice di mercato con Sabatini e lo staff dello spagnolo. Intanto si fa sempre più calda la pista che porta a Bojan Krkic. La Roma sta spingendo per il prestito con diritto di riscatto fissato a 10-15 milioni di euro. Luis Enrique gode della stima del calciatore e conosce molto bene Zoran Vekic, manager che lo assiste. Molto vicino ai capitolini anche l’altro prodotto del vivaio del Barcellona Jeffren. La punta della cantera blaugrana, infatti, molto probabilmente sarà il primo acquisto della nuova Roma ispanico-americana. Si sta aprendo, inoltre, la prospettiva di uno scambio tra il romanista Leandro Greco e il genoano Giandomenico Mesto. Le due società si stanno parlando e sembrano intenzionate a chiudere. Da definire la rilevante questione economica.
independent.co.ukDopo le dichiarazioni di ieri del Presidente dell’Udinese, Giampaolo Pozzo, che riteneva non sufficienti le offerte ricevute per Alexis Sanchez, già oggi qualcosa si sta muovendo. “Non c’è stata quella grande irruenza che serve per prendere un campione” aveva dichiarato il patron della squadra friulana. Ma l’offerta del Barcellona si sta definendo in modo più preciso. La formazione catalana avrebbe offerto, infatti, all’attaccante cileno 3 milioni di euro netti a stagione per 4 anni. Inoltre avrebbe proposto all’Udinese 25 milioni di euro più una contropartita tecnica, probabilmente Bojan Krkic, che non soddisfa i friulani. La sensazione è che con un rialzo dell’offerta di qualche milione la trattativa potrebbe andare in porto. In ogni caso Pep Guardiola ha già individuato in Giuseppe Rossi la valida alternativa alla punta dell’Udinese, cosa che potrebbe ammorbidire le richieste di Pozzo, anche perchè il prestigio dei Campioni d’Europa in carica potrebbe essere determinante per portare Sanchez a vestire la maglia blaugrana.
L’Inter intanto rimane in corsa. Il club nerazzurro avrebbe proposto 18 milioni di euro più Mariga come contropartita. Il cash è la parte dell’offerta che piace meno a Pozzo: pochi soldi. Mentre il giovane centrocampista è un giocatore che l’Udinese sta osservando da tempo. Anche in questo caso l’Inter dovrebbe alzare la proposta. A meno che Massimo Moratti non voglia fare follie per accaparrarsi Sanchez, la cosa più logica è che il denaro incassato dalla cessione di un big possa essere reinvestito in questo affare. Il nome è Maicon. Mourinho lo vuole e il Real Madrid sembra disposto ad accontentarlo. Per ciò se si dovesse sbloccare la trattativa per il brasiliano anche quella tra Inter-Udinese per Sanchez potrebbe avanzare.
Anche il Manchester United di Alex Ferguson era interessato, ma nelle ultime ore si starebbe defilando. Stessa sorte per la Juve che date le cifre per arrivare al cileno sta concentrando il proprio sforzo economico su Mirko Vucinic, altro obiettivo esoso e difficile da portare a termine.
11right“Ho realizzato il sogno che avevo da bambino”. Parole pronunciate dall’ex giocatore della Roma, Philippe Mexes, in un’intervista rilasciata a Mediaset. “Sono molto orgoglioso di poter vestire questa maglia per minimo quattro anni – continua il difensore francese – perchè è il massimo per ogni calciatore giocare nel club più ricco di trofei al mondo”. Mexes non vede l’ora di cominciare la sua avventura rossonera e promette umiltà e serietà: “vengo in punta di piedi, devo conoscere compagni e staff e recuperare dall’infortunio, ma voglio onorare i colori rossoneri. Se mi avessero chiesto di scegliere dove giocare avrei scelto il Milan”. Il centrale della Nazionale transalpina vuole vincere il più possibile coi suoi nuovi colori: “ora che ci sono ne voglio vincerne altri: non scelgo tra scudetto e Champions League, semplicemente voglio alzare più coppe possibile». Quando il cronista gli chiede se quella del Milan è la difesa migliore del mondo, il biondo di Tolosa risponde che “da fuori sembra eccezionale, ora che ci sono dentro anche io dobbiamo dimostrare di essere i più forti”. Per quanto riguarda il passato romanista il francese, che ha lasciato la società giallorossa a parametro zero, ammette che quelli a Roma “sono stati sette anni bellissimi, ho conosciuto l’Italia, ho lasciato degli amici e spero che per loro vada bene, ma io ora volto pagina con questa maglia bellissima”. Capitolo Francesco Totti: “è un idolo per me come uomo e come giocatore: senza di lui non sarei qui e ora diventa un problema marcarlo, ma allo stesso modo non marcherò più Ibrahimovic e Pato”. E poi su Jeremy Menez che probabilmente sarà ceduto dalla società capitolina e in questi giorni è stato accostato alla sponda rossonera di Milano: ” ha un talento immenso e se lo vedo al Milan sarò felice per lui: gli auguro il meglio”.
Felipe Melo si scaglia contro alcuni compagni della Juventus. Lo fa in un’intervista a Lancenet: “la Juventus deve acquistare dei campioni veri per riprendersi. Mondopallone Avevamo una rosa limitata e i tifosi lo sapevano. E infatti già a metà stagione tutti si sono resi conto che la squadra non sarebbe più andata avanti. Ci sono due o tre giocatori che sono criticati dai tifosi perché in campo non rispondono alle aspettative. E alcuni non sono da Juventus, non possono lottare per lo scudetto”. Con queste parole il centrocampista bianconero sfoga le tensioni di una stagione complicata per la Vecchia Signora. Un deludente settimo posto e a seguire la mancata qualificazione nelle coppe europee. Il salvatore Gigi Del Neri, all’inizio ritenuto il portatore di una filosofia di gioco vincente, oggi scartato e bollato come incompetente. Tanta confusione, errori e una rifondazione da attuare. A dire il vero anche il numero 4 di Volta Redonda ha contribuito al disastro juventino tradendo le aspettative. Troppo spesso nervoso e falloso, alla seconda stagione alla Juventus, non è riuscito a giustificare i 25 milioni di euro sborsati dal club di Torino per acquisire il suo cartellino nell’estate del 2009. Trentotto presenze e 1 goal il bottino stagionale. E se per un centrocampista i numeri contano fino ad un certo punto, quel che più simboleggia l’annata di Melo sono i fischi dell’Olimpico. Un rapporto difficile con una tifoseria arrabbiata, a dire il vero, un pò con tutti. Le parole di Felipe Melo segnalano, poi, un problema endemico nel nuovo progetto Juve: questa società ha la forza giusta per imporre le proprie scelte e seguire una linea coerente senza farsi influenzare da giocatori, media e tifosi? Se ogni calciatore è libero di criticare duramente l’operato della dirigenza e la validità dei propri compagni la risposta è no. Forse l’avvento di Antonio Conte porterà quel tot di carisma che serve per catalizzare tutte le energie negative e ricondurle verso un obiettivo comune: la vittoria.
goal.comGiuseppe Sannino è ormai l’ex allenatore del Varese. La sua nuova squadra è il Siena. Dunque il sogno del tecnico napoletano di sedere su una panchina della massima serie si realizza. Poco tempo fa aveva detto: “se davvero dovessi andare su una panchina di serie A, per me significherebbe toccare il cielo con un dito proprio perché allenerei una squadra della massima serie”. Ed ora che il contatto con la società di Massimo Mezzaroma è ufficiale, l’allenatore originario di Ottaviano può esultare e godersi la realtà. Sannino vine da una stagione felice e amara allo stesso tempo. Ha portato infatti i varesini alla conquista dei play off, ma in semifinale si è dovuto arrendere al Padova di Alessandro Dal Canto. Una stagione che ha messo comunque in luce il suo talento. Fautore di una squadra coriacea. Un team davvero ostico che ha fatto delle partite casalinghe la propria forza. Difesa compatta e ripartenze mortifere. Un calcio veloce, pratico e moderno. Il grande pregio del Varese di quest’anno è stata la continuità di risultati. Una costanza che ha garantito ai lombardi la qualificazione con una rosa inizialmente ritenuta non molto competitiva. Per Sannino si parlava anche di Sampdoria o Torino, ma il palcoscenico della serie cadetta sembra ormai stargli stretto. Il carisma che lo contraddistingue e la personalità sanguigna che durante ogni match il tecnico fa notare, lo avevano inserito di diritto nella lista dei prossimi allenatori di serie A e così è stato. Perchè la promozione mancata non può cancellare un’annata a grandi livelli. Il tecnico campano, infatti, ha trovato sulla sua strada un Padova più in forma fisicamente e soprattutto spinto da un incredibile entusiasmo. Dunque dopo due incredibili promozioni con la squadra lombarda, la prima dalla C2 alla C1, la seconda dalla C1 alla B, Sannino e il Varese prenderanno due strade diverse. Quel che è sicuro è che l’affetto e la riconoscenza dei varesini per il campano non finirà. L’unico dubbio da sciogliere è quello legato alla permanenza in A del Siena in seguito alle indagini del caso Calcioscommesse. Una vicenda da risolvere nelle aule di tribunale, mentre Giuseppe Sannino potrà cominciare da subito a inculcare il suo calcio dentro il campo verde da gioco.
world of akane footballLuis Enrique sta per diventare il nuovo tecnico della Roma e potrebbe pescare alcuni giovani talenti dallo straordinario serbatoio blaugrana. Si tratta di Jeffren Suarez, Oriol Romeu, Jonathan Soriano e Martin Montoya. Rispettivamente due centrocampisti, un attaccante e un difensore. L’indiscrezione arriva da mondodepurtivo.com. Il tecnico asturiano, che sarà sustituito sulla panchina catalana da Eusebio Sacristán, conosce bene i suoi ragazzi e li ritiene pronti per calcare un palcoscenico di livello come quello dello Stadio Olimpico. Il più noto dei quattro è Jeffren. Classe ’88 e di originario del Venezuela, la cui nazionale ha rifiutato per giocare con la maglia della Spagna. L’esterno alto vanta 18 presenze con il Barça A in cui ha messo a segno 3 reti. Una di queste l’ha siglata nel clasico contro il Real Madrid, era il goal del 5-0. Le spiccate qualità offensive e l’ottima velocità gli hanno permesso di firmare 3 reti in 8 partite con la Nazionale under 21 spagnola. Il secondo nome è quello di Oriol Romeu. Centrocampista di 20anni. Un metro e 83 centimetri di altezza, tanta corsa e buona qualità per quello che si presenta come un mediano dai piedi buoni. Da segnalare la gara di Supercoppa di Spagna giocata da titolare e per tutti i 90 minuti contro il Siviglia, il 14 agosto 2010. Veniamo a Jonathan Soriano. Ventisei anni, attaccante è il più ‘anziano’ della compagnia dei quattro. Nato nelle giovanili dei cugini dell’Esapanyol, dopo qualche stagione in prestito, ha raccolto la palla dalla rete col Barcellona B 48 volte in 62 presenze dal 2009 a oggi. Otto le reti con l’under 21 in 4 partite disputate. La media goal/presenze sembra essere promettente. L’ultimo giovane asso di Enrique è appunto Montoya. Difensore nato nel 1991. E’ forse il meno esperto dal momento che le sue presenze col Barça dei grandi sono solo due come quelle in under 21 spagnola. Questi i calciatori che fanno sognare i tifosi della Roma e che rendono ancor più stimolante l’avvento di Luis Enrique. La capacità della cantera catalana di sfornare campioni e l’abilità di relazione coi giovani del tecnico spagnolo sono una garanzia per qualche bella sorpresa nella nuova era romano-americana.
TotalsportDaniele De Rossi e la Roma stanno per chiudere il contratto che legherà il biondo di Ostia ai giallorossi per i prossimi cinque anni, praticamente per sempre dato che nel 2016 avrà 33 anni. Domani è previsto l’incontro ufficiale tra il ds Walter Sabatini e il centrocampista, sotto la supervisione del procuratore Sergio Berti. De Rossi vuole fermamente continuare a vestire i colori della sua città. Questo già lo aveva manifestato all’interno dello spogliatoio prima che la gomitata rifilata durante la partita col Bari facesse terminare anzitempo la sua stagione. La vecchia società, e Rosella Sensi in particolare, lo hanno sempre sostenuto. Il nodo da sciogliere era se il nuovo management statunitense potesse confermargli la fiducia. Anche in questo caso sembra non esserci alcun problema. Thomas Di Benedetto & Co. infatti intendono puntare sull’esperienza e il carsima del Nazionale per rilanciare il brand romanista e far tornare la squadra a livelli competitivi. In questo senso la fama internazionale di De Rossi gioca un ruolo importante. A corroborare la tesi del De Rossi in giallorosso a vita, la sensazione che il centrocampista abbia trovato nell’ambiente romanista il giusto appoggio per affrontare la vicenda infamante che lo vorrebbe coinvolto nel caso calcioscommesse. Ci sono dunque tutte le premesse per apporre la firma. Sabatini tratterà per conto degli americani sulla base di 4 milioni di euro a stagione con la possibilità di inserire dei premi ad obiettivi, cioè l’ingaggio che percepisce attualmente. La politica del fair play finanziario non permette, infatti, alla società aumenti vertiginosi e comunque per chiudere farebbe uno sforzo considerevole data la cifra di cui si parla. D’altro canto il giocatore è ambito da diversi club europei di alta fascia e sarà necessario un compromesso. La voglia del giocatore in questi casi fa la differenza. De Rossi vuole rimanere nella sua città. La sua società è disponibile. E anche se nell’ambiente romano si affollano i contestatori a causa delle ultime stagioni disputate nettamente al di sotto delle proprie qualità, il numero 16 giallorosso a breve firmerà.
Il fantasista argentino Erik Manuel Lamela è ad un passo dalla Roma. Walter Sabatini, infatti, nel suo recente viaggio in Sudamerica avrebbe stipulato un accordo col padre del giocatore del River Plate che lo legherebbe ai capitolini per i prossimi cinque anni. A confermare questa tesi le inequivocabili parole del procuratore del talento di Buenos Aires, Josè Alberti: “Venti giorni fa sono stato in Argentina e posso rivelare che Sabatini, neo DS della Roma, dopo aver parlato con Passarrella, ha stipulato un accordo con il padre del giocatore per i prossimi 5 anni. La Roma al momento ha la priorità sul giocatore, proprio per via questo di questo accordo che c’è con il padre del giocatore. Se la Roma vuole prenderlo sarà suo”.
Intanto in Argentina i quotidiani sportivi alimentano la notizia parlando dell’intesa per la cessione del cartellino, tra Sabatini e i dirigenti dei millonarios, trovata sulla base di 12 milioni di euro. E il trequartista classe ’92 percepirebbe nella capitale un ingaggio di 1 milione di euro circa.
Ma il quotidiano sudamericano ‘Olè’ rilancia l’interesse di altri club italiani ed europei. Si parla di due squadre spagnole e dei portoghesi del Porto oltre che del Napoli. Per quanto riguarda i partenopei la concorrenza con la Roma è forte, dal momento che anche la piazza napoletana è molto ambita dai giocatori argentini e perchè il presidente Aurelio De Laurentiis, dietro il consiglio del ds Riccardo Bigon, potrebbe acquistare il giocatore con uno sforzo economico consistente.
Per il nuovo centrocampo romanista, invece, è spuntato oggi il nome di Thiago Motta. Il manager che cura gli interessi del brasiliano classe ’82, Dario Canovi, ha aperto un’autostrada che porta il suo giocatore nella capitale: “non nascondo che giocare nella Roma sia sempre stato il suo sogno”. Canovi, poi, ha lasciato intendere qualche frizione con l’ambiente interista dicendo che ” l‘Inter forse non si rende conto fino in fondo del valore del giocatore a mio avviso è sottovalutato”. A questo proposito il procuratore continua a spiegare quanto il suo assistito sia attratto dalla Roma: “lui viene da Sao Paulo, più o meno da quello che viene definito il calcio gaucho, conosceva bene la Roma di Falcao e Cerezo. E poi è un grande ammiratore di Totti e De Rossi, alcuni giorni fa mi parlava molto bene di Aquilani, che aveva visto spesso quando giocava proprio nella Roma. La sua ammirazione per la Roma è quella di un appassionato di calcio. Roma è una grande piazza. Senza ovviamente togliere niente all’Inter, grandissima società. Guadagna troppo? Non guadagna più di tanti altri giocatori di cui si parla. Il costo del cartellino invece dovrebbe farlo l’Inter”. Il risultato finale è che “non so se rimarrà all’Inter – aggiunge Canovi – lo accerterò nei prossimi giorni”.
Thiago Motta è anche un obiettivo dello Zenit di San Pietroburgo allenato dall’ex romanista Luciano Spalletti. L’allenatore toscano vorrebbe portare in Russia il nerazzurro per avere un maggiore tasso di esperienza in rosa che servirà il prossimo anno in Champions League. L’offerta dello Zenit si aggirerebbe intorno ai 15 milioni di euro contro la richiesta dell’Inter pari a 20 milioni.
E in realtà i giallorossi, prima di oggi, non avevano mai cercato il giocatore ex Genoa e Barcellona e la lista della spesa di Sabatini è piena di giovani promesse più che di giocatori d’esperienza. Il 28enne dell’Inter guadagna più di 4 milioni a stagione e non rientrerebbe nella politica americana dell’abbassamento del monte ingaggi. Inoltre la tifoseria potrebbe digerire male l’inserimento in rosa di uno dei simboli dell’Inter ‘acerrima nemica’ che negli ultimi anni ha strappato scudetti e coppe alla Roma.
C’è il sospetto che le dichiarazioni di Canovi siano indirizzate all’Inter più che alla Roma. Per ottenere attenzione dal club di Moratti e magari un adeguamento del contratto oppure per far lievitare l’appeal del giocatore.