Autore: Leonardo Neri

  • Inter-Trabzonspor, per Gasperini è l’ora della verità

    Inter-Trabzonspor, per Gasperini è l’ora della verità

    Il match di Champions League tra Inter e Trabzonspor è alle porte e per Gasperini l’affaire modulo rischia di trasformarsi in esonero. Sono già noti i malumori del Presidente Moratti che ha mal digerito la sconfitta col Palermo e quel modulo che probabilmente limita le potenzialità della squadra.

    Massimo Moratti ©Valerio Pennicino/Getty Images
    IL PROBLEMA DEL MODULO. Il 3-4-3 del tecnico di Grugliasco sembra il maggior imputato dell’inizio di stagione zoppicante. Posto che serve tempo alla squadra per metabolizzare movimenti e schemi tattici del nuovo assetto, ciò che non convince è l’adattabilità degli interpreti in rosa a questo sistema di gioco. Un punto cruciale è l’utilizzo di Wesley Sneijder. Il talento olandese, infatti, è il numero 10 tipo. L’uomo che gioca dietro alle punte, il trequartista che sta scomparendo pian piano nel calcio moderno. E’ un calciatore che ama ricoprire la zona centrale del campo per ispirare i compagni con le sue intuizioni geniali, quei passaggi in profondità che eludono il fuorigioco e regalano uno contro uno col portiere agli attaccanti. Può vantare enormi qualità come palleggiatore ed ha superba visione di gioco e rapidità di decisione nel fare il passaggio giusto. Tutte caratteristiche che non si adattano al ruolo dell’ala dove Gasperini lo posiziona per rimanere fedele alla propria idea di squadra. Sneijder non ha nel Dna calcistico il cambio di passo e il cross dal fondo. Mal digerisce il lavoro di elastico tra attacco e centrocampo da fare sull’esterno anche perchè è dispendioso e ne limita lucidità e creatività. E infatti come visto contro il Palermo anche se schierato sulla fascia sinistra tende ad accentrarsi e a ricoprire la sua posizione naturale di trequartista. Questo movimento inevitabile rischia di ingolfare il centrocampo e di lasciare spazio sull’esterno agli avversari. Al momento Snejder dietro alle punte è  la cosa miglior che l’Inter riesce ad offrire in fase di attacco, ma non si concilia col 3-4-3. Altro aspetto importante potrebbe essere il ruolo di Maicon che l’allenatore dell’Inter farà giocare più avanzato come quarto di centrocampo. L’impressione è che il brasiliano riesca ad esprimere al meglio la propria esplosività partendo da terzino puro. Fa della progressione la propria forza, infatti, e per sprigionarla ha bisogno di grandi spazi che riesce a trovare solo dalla retroguardia. Altri interrogativi riguardano una difesa a 3 composta da giocatori di grande esperienza come Walter Samuel, ma non più capaci della reattività richiesta per bloccare da soli i guizzi degli attaccanti. In passato le diagonali difensive dei due terzini hanno risolto molte situazioni delicate all’Inter di Mourinho, ma anche di Leonardo. A condire il problema difensivo, poi, c’è stata la scelta di Gasperini di schierare Javier Zanetti nei tre dietro lasciando in panchina il giovane Ranocchia che sarebbe perfetto in una difesa di questo tipo. Restano, poi, da stabilire le situazioni di Zarate e di Pazzini. Per l’argentino, sostituito dopo solo mezz’ora nell’esordio in campionato, oltre al dubbio in merito al suo valore assoluto c’è un dilemma tattico. La domanda è si sia in grado di fare le due fasi difensiva e offensiva sulla fascia come vuole il 3-4-3 gasperiniano. Nell’esperienza laziale, infatti, era il calciatore più talentuoso del team e per questo poteva permettersi cali di intensità e fasi di anonimato durante i match alternati a sprazzi di vivacità. Ma proprio questa scarsa attitudine al sacrificio e alla partecipazione al gioco di squadra avevano indotto Edi Reja a relegarlo in panchina in diverse occasioni. Nel caso di Pazzini l’esclusione contro il Palermo potrebbe essere stata dettata soltanto da questioni di turn over in vista dell’Europa che conta. Certo è che l’ammirazione del Gasp per Diego Milito è nota a tutti. Inoltre l’argentino è l’attaccante che più di tutti conosce il calcio del tecnico e più di tutti ne sa interpretare filosofia e meccaniche. Ma in casa Inter un Pazzini panchinaro non è pensabile come lo stesso Moratti ha fatto trapelare.

  • La Roma stecca ancora, Luis Enrique chiede tempo

    La Roma stecca ancora, Luis Enrique chiede tempo

    Un inizio tempestoso per gli uomini di Luis Enrique. La sconfitta casalinga contro il Cagliari addensa le nubi sopra Trigoria e diffonde un’epidemia di critiche. In realtà nella debacle romanista non è stato tutto da buttar via. La Roma ha tenuto in mano il pallino del gioco per tutta la gara e la difesa ha retto parzialmente dando comunque buone sensazione sulla tenuta a lungo termine. Il vero problema, ai fini del risultato, è stato la mancata concretezza sotto porta e gli errori, anzi l’errore difensivo di J.Angel. Con un pizzico di fortuna, infatti, la compagine giallorossa avrebbe potuto ottenere almeno un punto dalla prima di campionato.

    Luis Enrique © Andreas Solaro/Getty Images
    Detto ciò rimangono alcuni problemi strutturali non trascurabili. Il gioco di Luis Enrique sembra ancora ad uno stato grezzo. Si intravedono alcuni schemi e giocate, ma gli interpreti e forse lo stesso allenatore non riescono ancora a trasformare un’idea di gioco affascinante in tattica in grado di regalare successi. La manovra è troppo compassata e spesso i centrocampisti in possesso di palla sulla trequarti avversaria non sanno cosa fare col pallone oppure lo giocano in ritardo. La macchina va oleata perchè i movimenti diventino rapidi e mandati a memoria. L’altro aspetto cruciale è la cura dei movimenti degli attaccanti esterni. Bojan e Osvaldo sono apparsi troppo statici, spaesati a tratti e incapaci di pungere in ogni frangente. Lo stesso Totti, pur giocando una discreta partita, ha agito quasi sempre molto lontano dalla porta non potendo liberare il suo fiuto del gol. Molto è migliorato in questo senso quando Luis Enrique ha sostituito i due esterni gettando nella mischia Borriello e Borini. Questo fa pensare che il problema dell’attacco possa essere risolto con l’inserimento di giocatori più determinati e che conoscono meglio il gioco italiano. Anche perchè quando Totti dalla posizione di punta centrale arretra sulla trequarti creando lo spazio per l’inserimento degli esterni sono proprio questi attaccanti che partono dalla fascia a dover fare i gol. Come accennato la nota positiva è la difesa. Il nuovo esterno sinistro J.Angel ha le potenzialità per diventare una colonna di questa squadra, ma gli servono un poco di tranquillità ed esperienza in più che potrà acquisire dai veterani. Sua responsabilità il primo gol del Cagliari e l’espulsione che ha spaccato in due la partita in favore degli isolani. Per il resto, senza considerare lo 0-2 subito perchè sbilanciati in cerca del pari, la difesa è sembrata sicura e concentrata oltre che propositiva. Questo anche grazie alla tattica di Luis Enrique che prevede un De Rossi nel ruolo di mediano davanti alla difesa che si abbassa continuamente tra i due centrali difensivi andando a formare una retroguardia a tre.  Questo movimento permette ai due terzini di scatenarsi in incursioni offensive e creare superiorità numerica nella fase di attacco. Per quella che vuole essere una rivoluzione tattica bisognerà aspettare del tempo. La parola d’ordine è avere pazienza perchè non si cambia tutto in due mesi e perchè gli sprazzi intravisti di questo sistema di gioco sembrano molto interessanti. Il calcio italiano divora le novità e le bolla come bidoni nello spazio di una settimana. Forse è giunta l’ora di far lavorare gli allenatori giovani senza pressioni che ne cancellano l’innovazione.

  • Roma-Cagliari: le pagelle. AAA cercasi Osvaldo

    Roma-Cagliari: le pagelle. AAA cercasi Osvaldo

    Esordio disastroso per la Roma di Luis Enrique che perde 2-1 in casa contro il Cagliari. Una gara sfortunata per i giallorossi che nel corso dei 90 minuti hanno espresso un discreto calcio ed avrebbero meritato i tre punti in palio, ma non sono riusciti a capitalizzare le diverse occasioni da gol costruite ed hanno pagato alcuni errori marchiani dei propri singoli. Per il Cagliari segna Conti al 24′ della ripresa e El Kabir al 50′. Di De Rossi al 51′ la rete della Roma.

    Osvaldo ©Andreas Solaro/Getty Images
    PAGELLE ROMA: STEKELENBURG 5,5  E’ senza grosse colpe sui due gol cagliaritani anche se avrebbe potuto sventare il secondo compiendo una prodezza. Il bilancio di tre tiri ricevuti e due gol subiti è impietoso. ROSI 5,5 Spinge molto sulla destra, ma quando arriva sulla trequarti spesso traccheggia e perde l’attimo buono per imbeccare i compagni. BURDISSO 6 Gioca una partita pulita senza sbavature. E’ sempre concentrato e grintoso. Sul raddoppio sardo è incolpevole considerando lo sbilanciamento della squadra alla ricerca del pareggio e con l’uomo in meno. HEINZE 6 L’argentino è una garanzia, vale quanto detto per Burdisso. J.ANGEL 4,5 Partite dai due volti. E’ il migliore in campo per 67 minuti spingendo costantemente con grande qualità e difendendo bene, poi nel giro di due minuti crolla totalmente. Prima sbaglia un cross fondamentale, poi effettua un disimpegno scellerato che regala il vantaggio al Cagliari e poco più tardi commette un fallo inutile su Biondini  e si fa espellere da Gava (in realtà meritava solo il giallo ma rimane l’ingenuità). DE ROSSI 7 E’ il migliore in campo. Ringhia su tutti i palloni dando geometrie e idee alla squadra. E’ fra gli ultimi a mollare e trova il gol della bandiera. PERROTTA 6  Si batte con impegno facendo un prezioso lavoro oscuro. PJANIC 5,5 Cerca di dare qualità provando un paio di volte il tiro, ma nel secondo tempo sceglie il passaggio pur avendo spazio e tempo per battere a rete. Alla fine prestazione poco incisiva. TOTTI 6,5 Si batte come un leone da vero capitano. Non è ancora al top della forma, ma corre fino all’ultimo arrivando a recuperare palla nella propria metà campo. Propizia il gol con una bordata su punizione.  BOJAN 5 Prestazione evanescente. Mai nel vivo del gioco e molto statico, quasi svogliato non graffia mai il match. OSVALDO 4,5 E’ uno dei peggiori. Lento e impreciso fallisce una clamorosa palla gol che poteva essere il pari. LUIS ENRIQUE 5 La sua squadra è ben messa in campo, gioca sempre il pallone e crea tanto. Il problema è che non si segna e gli errori dei singoli determinano il risultato. GAGO 5,5   BORINI 6,5 BORRIELLO 6,5 PAGELLE CAGLIARI: AGAZZI 6 Insicuro e impreciso sui rinvii strappa la sufficienza con una grande parata su Borriello nella seconda ripresa.  PISANO 5 Soffre le incursioni di J.Angel che gli fa girare la testa per più di un’ora. CANINI 6 Soffre gli attacchi dei giallorossi. Solo la fortuna e un solo gol al passivo gli garantisce il 6. ASTORI 6 Per l’altro centrale vale il discorso del collega. AGOSTINI 5,5 Gioca una partita anonima e soffre Rosi. CONTI 6,5 Sbaglia svariati passaggi e non brilla per dinamismo, ma grazie al gol segnato è il match winner. NAINGOLAN 5,5 Prestazione mediocre e senza squilli. Tanta fisicità e poca lucidità. BIONDINI 6 Buona prestazione. Ordinato e diligente effettua ottimi cambi di gioco e coglie una clamorosa traversa. COSSU 5,5 Partita opaca non alla sua altezza. Non è aiutato dalla prestazione della squadra e mette fuori l’unica occasione che riesce a ritagliarsi. NENE’ 5 Non pervenuto. Prova a sgomitare con i centrali giallorossi ma non è la sua giornata. T.RIBEIRO 5 Prestazione davvero poco brillante. Ci si accorge di lui solo al momento del cambio. EL KABIR 7 Grande impatto sul match. Entra e segna. FICCADENTI 5,5  Nonostante il suo Cagliari vinca è una squadra senza gioco e poco propositiva. Sin dal 1′ minuto i suoi innalzano alte barricate a difesa di Agazzi. Solo l’imprecisione sotto porta e gli svarioni della Roma lo salvano da un risultato negativo.

  • Roma-Cagliari, Totti nel tridente. Le probabili formazioni

    Roma-Cagliari, Totti nel tridente. Le probabili formazioni

    Per l’esordio stagionale in serie A, domani alle ore 15, Roma e Cagliari si sfidano nella cornice di pubblico dello Stadio Olimpico di Roma. Molti i nodi da sciogliere per quanto riguarda l’undici titolare giallorosso, mentre per il Cagliari di Ficcadent
    ipoche sorprese.

    PROBABILE FORMAZIONE ROMA. Luis Enrique disporrà la squadra col suo tipico 4-3-3.  Tra i pali della Roma ci sarà sicuramente il neo acquisto Stekelenburg, sicuro di occupare il primo posto nella gerarchia dei portieri romanisti. Grandi dubbi, invece, per quanto riguarda il settore difensivo davanti all’estremo difensore olandese. Terzino sinistro giocherà J.Angel. A destra dovrebbe scendere in campo Marco Cassetti considerando la defezione di Cicinho che è infortunato. Al centro della difesa l’unico sicuro di avere una maglia da titolare è Burdisso. Al suo fianco, con Juan alle prese con problemi fisici, c’è il ballottaggio tra i due nuovi volti Heinze e Kjaer. In vantaggio l’argentino con un 70% di possibilità rispetto al danese. Possibile, ma difficile l’ipotesi che il tecnico asturiano possa invece schierare Cassetti al centro con Rosi sulla destra.

    Tre posti per il centrocampo di cui uno sarà per certo di Daniele De Rossi. Al fianco del Nazionale azzurro se la giocano Gago e Pjanic, ma alla fine dovrebbe giocare l’argentino proveniente dal Real Madrid. Il terzo uomo sulla mediana dovrebbe essere Perrotta anch’egli in ballottaggio e in vantaggio sempre con Pjanic.

    Il reparto offensivo non è un mistero. Totti centrale d’attacco sarà affiancato da Osvaldo e Bojan sulle fasce.

    ROMA 4-3-3 All. Luis Enrique

    Stekelenburg; Cassetti, Heinze, Burdisso, J.Angel; Gago, De Rossi, Perrotta; Osvaldo,Totti, Bojan

    A disposizione: Lobont, Rosi, Kjaer, Pjanic, Taddei, Borriello, Okaka

    PROBABILE FORMAZIONE CAGLIARI. Ficcadenti proporrà un 4-3-3 speculare a quello romanista. Tra i pali Agazzi. Di fonte al portiere, da destra a sinistra Pisano, Canini, Astori, Agostini. E’ già scritta anche la composizione del centrocampo con Daniele Conti mediano con Biondini e Naingolann ai fianchi. In attacco giocheranno Nenè punta centrale, Cossu sulla fascia destra e El Kabir a sinistra in vantaggio su Thiago Ribeiro.

    CAGLIARI 4-3-3 All. Ficcadenti

    Agazzi; Pisano, Canini, Astori, Agostini; Biondini, Conti, Naingolann; Cossu, Nenè, El Kabir

    A disposizione: Avramov, Perico, Ariaudo, Thiago Ribeiro, Sampaio, Ekdal, Ibarbo

  • Neymar, Real Madrid rischia sanzione

    Neymar, Real Madrid rischia sanzione

    Il giovane attaccante della Nazionale brasiliana e del Santos, Neymar, potrebbe essere l’oggetto dello scandalo che coinvolge il Real Madrid. Il club di Florentino Perez, infatti, per portare  il calciatore classe 1992 a Madrid avrebbe fatto firmare un pre-accordo che lo legherebbe alla merengues per sei anni con un ingaggio di 5 milioni di euro a stagione. Il problema è che Neymar è ancora sotto contratto con la squadra di San Paolo. Per questo motivo la dirigenza del Santos potrebbe denunciare alla Fifa questa  infrazione che è vietata dal regolamento.

    Neymar ©Getty Images
    Questo tipo di operazione infatti è ammessa soltanto a partire da sei mesi prima della scadenza naturale del contratto di un giocatore. A questo punto se l’indiscrezione riportata dal quotidiano spagnolo Marca fosse vera il Real Madrid rischia una sanzione da parte della Corte disciplinare della Fifa. IL PRECEDENTE. Un caso del tutto simile si è già verificato nel 2009. In quella situazione fu il Chelsea ad indurre il giocatore del Lens, Gael Kakuta, ad interrompere prima del tempo il suo contratto con la società francese attraverso la proposta di un pre-accordo. La Fifa punì la squadra londinese con un milione e mezzo di euro di multa, ma soprattutto vietò al Chelsea la contrattazione di giocatori per un anno e mezzo, sanzione poi ridottta al solo mercato invernale. La motivazione di questa normativa oltre che garantire la trasparenza e la lealtà sportiva dei trasferimenti serve a tutelare le società. E’ chiaro infatti che una negoziazione di mercato, nell’ambito della quale calciatore e società che compra sono d’accordo da tempo, non tutela il patrimonio della società che vende, in questo caso il Santos, che si ritrova con ristrette possibilità di negoziazione. Per di più il giocatore è fortemente cercato anche dal Barcellona di Pep Guardiola (e da numerosi altri culb prestigiosi) che di fronte ad un pre-accordo già stipulato col club di Josè Mourinho sarebbe tagliato fuori dall’asta tutta a favore del Real Madrid e tremendamente svilente per il Santos.

  • Totti tutti per Luis Enrique. Pace fatta?

    Totti tutti per Luis Enrique. Pace fatta?

    Dopo un agosto dominato dal dualismo divenuto rivalità tra il capitano della Roma, Francesco Totti, e il nuovo tecnico Luis Enrique sembrerebbe arrivata l’ora della tregua. La stella giallorossa aveva assistito alle polemiche e ai veleni senza intervenire e lasciando che la querelle fosse più mediatica che reale. Infatti non aveva ancora rilasciato dichiarazioni dopo la famosa sostituzione nei preliminari di Europa League. Invece oggi, a pochi giorni dall’esordio in campionato della squadra, il numero 10 romanista si è espresso attraverso il suo blog.

    Francesco Totti ©Getty Images
    IL MESSAGGIO DI TOTTI. “Finalmente la rosa è al completo col rientro dei nazionali e potremo iniziare a giocare. Avremo tanti calciatori nuovi e tutti quanti noi dovremo stringerci attorno al nuovo allenatore, alla squadra e alla società per partire nella maniera migliore”. Con queste parole Totti cancella o perlomeno sgonfia la frattura creatasi tra lui e Luis Enrique sbandierando a gran voce il sostegno che il tecnico asturiano deve ricevere da tutto l’ambiente. E questo perchè “domenica ha inizio un nuovo campionato (…) e come sempre ho fatto mi auguro che quest’annata sportiva regali grandi soddisfazioni ai tifosi” scrive ancora il capitano. Totti vuole pure sottolineare come la sua fede giallorossa sia al di sopra di tutto dicendo che bisognerà essere coesi “con un unico obiettivo, la Roma, di cui proprio io sono il primo tifoso”. E proprio ai tifosi rivolge un invito particolare esortandoli a partecipare attivamente all’avventura della nuova stagione: “vi aspettiamo tutti allo stadio per sostenerci come avete sempre fatto, e sono certo che riusciremo a farvi gioire”. L’attaccante della Roma vorrebbe cominciare a far gioire i supporters proprio da domenica prossima contro il Cagliari, squadra da non sottovalutare anche perchè  “lo scorso anno all’Olimpico Ficcadenti ci mise in difficoltà con il Cesena.” Totti conclude il testo con uno slogan molto significativo che riassume tutti i concetti, inclusa la ricucitura col tecnico, che voleva esprimere nel messaggio: < em>“dovremo concentrarci al massimo: uniti per la Roma”. 

  • Prandelli “Italia in stile Barcellona”

    Prandelli “Italia in stile Barcellona”

    Cesare Prandelli ha le idee chiare. Vuole un’Italia che giochi bene a calcio. Per fare questo continuerà con la filosofia che contraddistingue il club più forte del mondo, il Barcellona: tanta qualità in mezzo al campo, gioco rapido e possibilmente di prima, schemi mandati a memoria, importanza del collettivo e fantasia da vendere. Nonostante la vera differenza tra la gli Azzurri e gli alieni Azulgrana risieda nel valore assoluto dei singoli, il ct della Nazionale è convinto di poter offrire spettacolo anche contro le isole Far Oer e la Slovenia (gare ufficiali di qualificazione agli Europei). Proprio come nell’ultima amichevole contro la Spagna quando l’Italia superò il maestro iberico attraverso le sue stesse tecniche.

    ©Claudio Villa/Getty Images
    MENTALITA’ BARCELLONA.E infatti “l’intenzione – afferma Prandelli – è quella di dare continuità allo schieramento con quattro centrocampisti e due attaccanti visto contro la Spagna”. Un modulo moderno e frizzante, ma che deve essere anche duttile per portare alla vittoria: “in settimana proveremo comunque anche qualcosa di diverso. Per questo ho richiamato Gilardino, vogliamo farci trovare pronti a tutte le soluzioni”. IL PROBLEMA.La preoccupazione del tecnico ex Fiorentina riguarda lo stato di forma dei suoi ragazzi. Complice il poco calcio giocato i convocati potrebbero subire un calo fisico. E a questo punto definisce lo sciopero dei calciatori come un “autogol” da una parte e dall’altra, cioè per la Lega e per l’Aic. E’ convinto comunque che i suoi giocatori non si faranno influenzare dalla vicenda e non prenderanno sotto gamba due partite abbordabili che arrivano con la qualificazione praticamente in tasca. CASSANO.“Il merito di questo inizio di stagione è suo, non mio” . Con queste parole Prandelli celebra un rapporto col barese che assomiglia sempre più ad un idillio. Il milanista sarà sicuramente tra gli undici titolari insieme al diavoletto Giuseppe Rossi. BALOTELLI. Il ct tocca anche l’argomento più delicato tra i suoi. “Per il momento non sta giocando, spero sia soltanto una scelta tecnica e non un problema fisico o psicologico. Certo chi gioca di più ha maggiori possibilità di essere qui, ma Balotelli nell’ultima convocazione ha fatto benissimo. E ci può aiutare anche a cambiare assetto tattico”. 

  • Clamoroso Roma: salta Kjaer al fotofinish

    Clamoroso Roma: salta Kjaer al fotofinish

    Incredibile vicenda che sconquassa il mercato giallorosso. Il centrale danese Simon Kjaer era dato per giallorosso da qualche giorno ormai. Il Wolfsburg, che ne detiene il cartellino, aveva concesso al giocatore cinque giorni di permesso perchè il difensore di 22 anni potesse sostenere le visite mediche e accordarsi definitivamente con la Roma in tema di ingaggio.

    ©PATRIK STOLLARZ/Getty Images
    Tutto fatto o almeno così sembrava. E poi il colpo di scena. Sulla linea d’arrivo lo stop. il problema è stato l’ultimo fax inviato dal club tedesco a Trigoria per formalizzare il trasferimento. Secondo gli accordi verbali e i documenti precedenti l’acquisto dell’ex Palermo consisteva in un prestito oneroso di 2 milioni di euro e il diritto di riscatto di 8 milioni da pagare a fine stagione. Ma nell’ultimo fantomatico fax i dirigenti del Wolfsburg hanno cambiato la parola diritto in obbligo. Riscatto obbligatorio. E questo a Walter Sabatini non è andato giù tanto che la trattativa ha subito una frenata forse irreparabile. Il calciatore infatti ha preso un volo per la Germania e l’irritazione dell’entourage romanista è forte. Forse un problema di comunicazione, di lingua o forse una “furbata” dei tedeschi capace di incrinare il buon rapporto tra i due club. Sabatini tace al riguardo così come i colleghi proprietari di Kjaer. Chi parla, invece, è l’amministratore delegato della Roma Claudio Fenucci: “per Simon Kjaer avevamo un accordo con il Wolfsburg per il prestito con diritto di riscatto, poi le condizioni sono cambiate e abbiamo ritenuto opportuno non procedere alla ratifica dell’accordo». Sulla possibilità che l’accordo vada in porto l’ad giallorosso afferma che “Sabatini ritiene il giocatore valido, e se il Wolfsburg tornerà sulle nostre condizioni contrattuali, siamo disponibili a portare avanti e chiudere la trattativa”. La sensazione è che sia saltato tutto. Così, in un baleno, è già tempo di nominare i sostituti. Si parla del giovane promettente dell’under 21 Ogbonna in forze al Torino. Ma in realtà con Marco Cassetti riscopertosi centrale di livello, più Burdisso e Juan e con Heinze che può giocare al centro la Roma potrebbe abbandonare la ricerca di un difensore centrale e spostare le proprie attenzioni sui terzini.

  • Querelle Totti-Luis Enrique diventa bufera

    Querelle Totti-Luis Enrique diventa bufera

    “C’è solo un capitano” strillano i sostenitori giallorossi in tutte le partite della squadra. La bandiera per antonomasia: Francesco Totti. Un calciatore che ha rinunciato a giocare nei club più blasonati del mondo con stipendi stratosferici e probabilmente con tante vittorie in più sia di squadra che individuali. Un uomo legato alla propria città che si è sempre sobbarcato, nel corso di quasi vent’anni ormai, le gioie e i dolori di un ambiente caloroso quando si vince e rovente quando si perde. Per fare tutto questo ci vuole grande personalità e soprattutto grande equilibrio perchè l’istintività e gli impulsi di Roma e della Roma calcistica si riverberano in ogni allenamento, in ogni scatto di un match, in ogni intervista o dichiarazione.

    ©Paolo Bruno/Getty Images
    Ci vuole personalità per arrivare in questa bolla di fuoco e cambiare le regole: è quello che sta facendo il nuovo allenatore  del club capitolino, Luis Enrique. L’asturiano ha grande carisma e determinazione. Vuole il bene della squadra e dunque se crede sia lecito toglie dal campo l’idolatrato capitano provocando un polverone di polemiche e veleni. Capita così che tutti i problemi del club siano catalizzati sullo spagnolo che non accetta fino in fondo il rapporto speciale tra il campionissimo e la gente. “Totti è un giocatore come gli altri” o “io faccio le mie scelte e non mi farò influenzare da nessuno” sono frasi che rintoccano tenebrose nella grande piazza romana. Anche l’intoccabile può essere toccato: sembra questo il messaggio. In una simile atmosfera l’esclusione dall’undici titolare nella gara di andata dei play off di Europa League e la sostituzione nella gara di ritorno spaccano in due la nuova Roma. Con o contro Totti? E’ questo il bipolarismo che si prospetta. Perchè Luis Enrique è considerato un navigatore, uno di passaggio, Totti invece rimarrà per sempre nel firmamento romanista. E se la tifoseria per sua natura può permettersi di relegare le sorti di una stagione ad un gossip e ad una impressione, i protagonisti della querelle e gli addetti ai lavori un pò meno. Anzi per niente. Il gesto di Francesco al momento della tanto citata sostituzione in realtà dimostra le difficoltà di un ragazzo dal talento infinito che non riesce a scindere il cuore dalla mente. Prendere frettolosamente la via degli spogliatoi senza salutare il mister e rinunciare a sostenere col suo carsima dalla panchina i giovani  compagni non è un comportamento che fa onore alla sua fantasmagorica carriera. La domanda da porre è: con la Roma o contro? E ancora: questo muro contro muro è utile alla squadra? Cosa pensa di risolvere in questo modo il capitano? Il progetto è difficile. La crescita e la valorizzazione dei giovani dentro le proprie mura è un iter lungo e complesso, ma considerando le doti del vivaio giallorosso è alla fine vincente. Se i veterani non spalleggiano questo percorso non c’è alcuna possibilità che vada in porto. La sostituzione di Totti probabilmente è stata un errore. Quasi sicuramente. Ma questo non cambia il concetto: ci vuole mentalità vincente per vincere. Questi atteggiamenti invece ricalcano un certo provincialismo di pensiero che è stato in definitiva la croce della Roma degli ultimi anni che non vince mai e arriva sempre seconda. Quando si pensa ai grandi club europei inglesi e spagnoli ci si accorge che il primo ingrediente per arrivare ai trofei è un’unità di pensiero, una linea del club. Quando Rooney si ritrova a fare il terzino in una semifinale di Champions Leauge, quando Messi non smette mai di pressare dal primo all’ultimo minuto. Quando il collettivo è più importante del singolo. E cioè quando Totti può essere sostituito in un preliminare di Europa League senza che l’allenatore (che pure in questo caso fa una scelta coraggiosa quanto scellerata) rischi di essere cacciato e la stagione rischi di fallire totalmente dopo solo due partite quando il calendario segna 25 Agosto.

  • Borgonovo esalta la baby Roma e scive ai suoi tifosi

    Borgonovo esalta la baby Roma e scive ai suoi tifosi

    Lettera commevente dell’ex calciatore della Fiorentina, Stefano Borgonovo, affetto da sclerosi indirizzata ai tifosi della Roma dopo la debacle europea:

    ©Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
    “Oggi tocco un argomento delicato, soprattutto per i tifosi della Roma. Premetto che Luis Enrique e il “Progetto Roma” mi piace – e non poco – certo è che bisogna avere un determinato equilibrio nel fare le cose, altrimenti persino la Nutella dà noia. Personalmente, vedere tutti quei giovani in campo è stata per me una grandissima gioia ed emozione. Tra l’altro, ciascun ragazzo con grandi qualità! Complimenti a Bruno Conti e allo staff del Settore Giovanile della Roma. Dove, secondo me, ancora una volta abbiamo perso? Non abbiamo esaltato le qualità di Caprari e i suoi movimenti, la personalità di Viviani né il suo grande senso tattico, idem per la sua geometria nel giocare la palla! Ciononostante la cosa più bella, il gesto tecnico più bello di tutta la partita, l’ha fatto un bambino del 1994… e nessuno se n’è accorto! Caressa compreso. Quel tiro, per come il bimbo ha colpito il pallone, meritava più considerazione, chi commentava la partita avrebbe dovuto smettere di parlare della sostituzione di Totti ed esaltare invece il grande colpo del bimbo. Mi rivolgo ai tifosi della Roma: cercate di capire una cosa, ciò che rimane nel tempo è la società che porta il nome, in questo caso la Roma. I calciatori, gli allenatori e i tifosi cambiano, si riciclano, è nella natura delle cose e Totti non è immune alla situazione, sebbene sia uno dei tre giocatori più forti di “TOTTI” i tempi in Italia. Francesco deve capire che il “Progetto Roma” deve passare sulla sua figura di calciatore e non solo, deve prendere per mano la Roma, i suoi giovani e portarli verso un progetto che potrebbe migliorare la Roma stessa e il calcio italiano. Poi, volendo tornare all’episodio della sostituzione… beh, Totti non doveva essere sostituito, stava facendo una buona partita e Luis Enrique ha peccato di presunzione. Detto questo, cosa rimane alla Roma per guardare con ambizione al futuro? Nulla di nulla! Solo vecchie beghe di sempre che non portano a niente. Sapete qual è il vero problema: ancora una volta non abbiamo visto la grande qualità di tre ragazzi del vivaio giallorosso, che avrebbero meritato più attenzioni. Noi adulti e addetti ai lavori non abbiamo alcun diritto di spegnere i sogni dei giovani.” Un forte abbraccio a tutti! Stefano Borgonovo Una lettera toccante e ricca di verità. Borgonovo è probabilmente uno dei pochi ad essere riuscito a fare un’analisi lucida della partita che ha eliminato la Roma dall’Europa, senza farsi accecare oltremodo dalla sostituzione di Totti. Quello che ci vuole dire è che una rivoluzione culturale che punti sui giovani non si può fare in un mese nè in due o tre. Ci vuole tempo, pazienza e ci si deve aspettare di spolverare per qualche anno la bacheca dei trofei senza aggiungervene. D’altro canto per vincere subito bisogna puntare su grandi giocatori affermati acquistati a suon di milioni di euro. Ma questa, oggi, non è la politica della Roma. Il club di Trigoria ha forse imboccato un’era virtuosa. Un corso che si modella perfettamente sulle richieste che arrivano dalla Uefa. Fair play finanziario, sviluppo del vivaio, autosufficienza finanziaria, vittorie frutto del gioco e della valorizzazione dei giocatori del proprio paese sono tutte istanze di cui moltissimi dirigenti italiani si sono riempiti la bocca, ma poi hanno continuato a comprare giocatori esperti all’estero. E sempre Borgonovo ha tremendamente ragione quando sottolinea che Totti non doveva essere sostituito, ma c’è un ma. Questo fatto ha nascosto quanto di buono c’era stato. Tutte le discussioni sono andate a finire su Totti cancellando le ottime prestazioni di Viviani e Caprari e quel tiro di Verre che, per quanto gioiello balistico, è stato dimenticato. E’ difficile cambiare, e cambiare radicalmente quando tutti rimangono uguali ancor di più. Bisognerebbe capire che insistendo sulle vecchie politiche non si andrà lontano e incentivare le svolte come quella operata dalla Roma americana. I tifosi giallorossi dovranno capirlo. Se vogliono sostenere la squadra serenamente continuando a vivere la Roma come una gioia, devono  sapere che bisogna aspettare, ma quando arriverà il momento giusto allora tutti gli altri saranno indietro. E questo Stefano Borgonovo, un uomo di una sensibilità straordinaria, lo ha capito perfettamente.