Autore: Guido Pugliese

  • I sospetti di Moratti “Spero solo un errore quello di Catania”

    I sospetti di Moratti “Spero solo un errore quello di Catania”

    Mancano solo quattro giorni al derby d’Italia ma Juve-Inter è già iniziata. L’ultimo turno di campionato ha fornito poco spettacolo ma ci ha regalato un mare di polemiche, incentrate soprattutto su quanto successo al Massimino in Catania-Juve, partita condizionata pesantemente dalla direzione arbitrale. Non aggiungiamo altro, gli arbitri sono esseri umani, come i calciatori possono sbagliare, ma è difficile capire se tutte gli errori che si susseguono in ogni campo siano tutti figli della buona fede. Se a usufruire degli errori, come successo a Catania, è poi la Juve, è comprensibile che la mente di molti ritorni a Calciopoli. Certo siamo nel campo del pensiero, di un sospetto che può starci considerando che la mente umana non dimentica il passato.

    Massimo Moratti
    Massimo Moratti © Claudio Villa/Getty Images

    Il passato non lo dimentica neanche Massimo Moratti, presidente dell’Inter, che ieri ha parlato in merito allo scandalo di Catania-Juventus: La partita di Catania un po’ di impressione l’ha fatta. Non vorrei però arrivare alla sfida di sabato acuendo la non grandissima simpatia tra le tifoserie di Inter e Juventus. Non credo ci sia bisogno di sottolineare quel che i giornali hanno sottolineato perfettamente. È una situazione assurda quella di domenica, ma bisogna pensare sempre che sia solo un errore e dobbiamo solo sperare che non si ripresentino errori così gravi. Ripetere la gara? Pulvirenti ha ragione ad essere arrabbiato, ma non voglio dare un parere”.

    Queste le parole del presidente nerazzurro, che ha poi aggiunto: “Fino al 2006 abbiamo avuto una terrificante esperienza, con tanti risvolti, che è rimasta dentro tutti. Qualcuno lo dimentica, ma è bene ricordarselo, perché è una macchia spaventosa e non credo che nessuno sia disposto a tornare a quel clima, né che l’attuale società della Juventus stia seguendo certe modalità”. Insomma Calciopoli sarà pure acqua passata ma non va dimenticata, anche perchè i sospetti, c’erano prima ma ci sono anche adesso.

  • Chelsea, pronti 60 milioni per avere Falcao a gennaio

    Chelsea, pronti 60 milioni per avere Falcao a gennaio

    Il mercato di gennaio è alle porte. Ed ecco che il Chelsea di Ramon Abramovic è pronto a sferrare l’assalto decisivo per portare in blues Radamel Falcao, bomber colombiano dell’Atletico Madrid nonchè attaccante più desiderato d’Europa. Il club londinese segue il nazionale colombiano da parecchi mesi, e secondo quanto si apprende da Goal.com Uk, starebbe pensando di investire la bellezza di 60 milioni di euro pur di portarlo a Stamford Bridge a gennaio. I 60 milioni di euro rappresentano la clausola rescissoria che lega inesorabilmente Falcao ai colchoneros, una cifra folle che pochi club europei possono permettersi. Il Chelsea, campione d’Europa in carica, e capolista in Premier League dopo 8 giornate, vuole puntellare la sua già straordinaria formazione con l’arrivo del bomber colombiano, una vera e propria macchina da gol.

    Radamel Falcao
    Radamel Falcao nel mirino del Chelsea © CESAR MANSO/AFP/Getty Images

    D’altronde a Londra non hanno ancora dimenticato la tripletta con la quale Falcao schiantò il Chelsea nella finale della Supercoppa Europea. E non saranno passate inosservate neanche a Stamford Bridge le magie con le quali Falcao ha conquistato da protagonista le ultime 2 Europa League, 2 anni fa con il Porto, l’anno scorso con l’Atletico. Proprio l’Atletico Madrid, vive un momento eccezionale in questo inizio di stagione, primi in Liga a braccetto con il Barcellona, primi nel proprio girone di Europa League e una squadra diventata grande soprattutto grazie alla convinzione di avere in attacco uno dei più implacabili bomber del mondo.

    Arrivato a Madrid nell’agosto 2011 per la cifra record di 47 milioni di euro, Falcao sta trascinando i colchoneros verso lidi ambiziosi grazie ai 48 gol segnati in 58 presenze. L’Atletico, che pur di averlo non aveva badato a spese, potrebbe adesso privarsene ad una cifra superiore ovvero i 60 milioni della clausola rescissoria. Senza dubbio quei soldi il colombiano li vale tutti, non a caso il Chelsea è pronto a pagarli subito per assicurare a Di Matteo un attaccante degno dell’eredità lasciata da Drogba.

  • Il Napoli affonda col Dnipro ma resta in corsa per la qualificazione

    Il Napoli affonda col Dnipro ma resta in corsa per la qualificazione

    Dnipro-Napoli 3-1, gli azzurri non si rialzano anzi, cadono nuovamente e rovinosamente in quel di Dnepropetrovsk sotto i colpi del Dnipro firmati Fedetskyi, Matheus e Giuliano. Al Napoli, pieno zeppo di seconde linee, non basta la classe e il gol di Cavani (subentrato nel secondo tempo) per uscire indenne dalla Dnipro Arena. Fortunatamente per gli uomini di Mazzarri, il Psv ha pareggiato il suo match casalingo con l’Aik Solna tenendo quindi in piena corsa il Napoli per la qualificazione. Dopo 3 partite, il girone F vede al comando il Dnipro a punteggio pieno, il Psv vola al secondo posto con 4 punti, un punto in più del Napoli fermo ai 3 punti conquistati nella prima giornata.

    LA PARTITA – Inizio da incubo per il Napoli. Dopo appena un minuto i padroni di casa passano in vantaggio grazie al gol di Fedetskiy, bravo di rovesciata a superare Rosati dopo una mischia in area nata dagli sviluppi di una punizione. Il gol a freddo del Dnipro manda in bambola il Napoli 2, visto che Mazzarri rispetto al match con la Juve cambia ben nove undicesimi della formazione. Gli ucraini, supportati dal caloroso pubblico della Dnipro Arena, sono messi meglio in campo e riescono a giocare con quella intensità che al Napoli 2 sembra mancare maledettamente. I ragazzi di Mazzarri faticano ad impostare la manovra e soffrono le ripartenze veloci degli ucraini, che vanno vicini al raddoppio prima con un diagonale di Strinic che sibila il palo con Rosati immobile e dopo con un tiro del bomber Seleznyov che esce di poco a lato. Nonostante tutto il Napoli trova il gol del pareggio con Insigne ma l’arbitro lo annulla per fuorigioco. Ecco allora che sul finire di primo tempo il Dnipro punisce nuovamente la banda di Mazzarri ancora una volta sugli sviluppi di un calcio piazzato. A segnare il raddoppio ci pensa Matheus, che servito da Seleznyov anticipa Rosati di quel tanto che basta per spingere il pallone in rete. Il Napoli sembra rivivere la debacle di Eindovhen e chiude la prima frazione di gioco sotto di 2 gol proprio come in Olanda.

    DNIPRO-NAPOLI
    Il Dnipro schianta il Napoli © SERGEI SUPINSKY/AFP/Getty Images

    Il secondo tempo inizia con un Napoli desideroso di evitare la seconda sconfitta di fila in campo europeo. Mazzarri suona la carica e al 50′ opta per un Napoli a trazione anteriore con gli ingressi di Cavani per Vargas e Pandev per Dossena. Proprio el Matador si rende subito pericoloso al 56′ centrando il palo con un colpo di testa. Il Dnipro non ci sta però a subire il ritorno degli azzurri e al 63′ mette in chiaro le cose andando in rete per la terza volta con il brasiliano Giuliano, bravo a ribadire in rete la respinta di Rosati. Il 3-0 è un duro colpo per la banda di Mazzarri, che però prova subito a reagire con un’azione pericolosa di Mesto che solo davanti a Lastuvka non riesce a riaprire la partita. La partita la riapre però Edinson Cavani, che al 75′ si procura un rigore e lo trasforma riaccendendo le speranze azzurre. A 10′ dal termine c’è spazio anche per Gokhan Inler che sostituisce Gamberini. Gli azzurri nel finale di gara vanno vicini al 2-3 con il solito Cavani che esalta i riflessi del portiere Lastuvka ma la voglia del bomber uruguaiano non basta per evitare la sconfitta. Il Napoli crolla ancora, perde la seconda partita consecutiva in Europa, ma resta ancora in corsa per la qualificazione grazie soprattutto al pareggio casalingo del Psv con l’Aik Solna. Il Dnipro si conferma invece leader incontrastato del girone a F volando a punteggio pieno dopo 3 giornate. La qualificazione alla fase ad eliminazione diretta è oramai pura formalità per gli ucraini guidati da Juande Ramos.

    Pagelle e tabellino Dnipro-Napoli 3-1

    Dnipro (4-4-2): Lastuvka 6.5; Mandziuk 6, Mazuch 6, Cheberyachko 6, Strinic 6,5; Fedetskiy 7 (37′ s.t. Denisov s.v), Rotan 6,5, Giuliano 7, Matheus 7; Zozulya 6 (37′ p.t. Kankava s.v), Seleznyov 6,5(14′ s.t. Kalinic 6).
    A disp.: Shelikhov, Odibe, Kravchenko, Aliyev. All.: Juande Ramos

    Napoli (3-4-1-2): Rosati 5; Gamberini 5 (34′ s.t. Inler s.v), Fernandez 5, Aronica 5; Mesto 5,5, Donadel 5,5, Dzemaili 5,5, Dossena 5 (7′ s.t. Pandev 6), Zuniga 5,5; Insigne 5,5, Vargas 5 (7′ s.t. Cavani 7).
    A disp.: De Sanctis, Cannavaro, Uvini, El Kaddouri. All.: Mazzarri

    Video Dnipro-Napoli 3-1 

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  • Dnipro-Napoli, Mazzarri non rinuncia al turnover

    Dnipro-Napoli, Mazzarri non rinuncia al turnover

    Il Napoli di Walter Mazzarri vuole rialzare la testa dopo la prima sconfitta in campionato rimediata con la Juve. I partenopei questa sera sono attesi a Dnipropetrovsk, dove è in programma Dnipro-Napoli, match valido per la terza giornata del girone F di Europa League. Gli ucraini guidano il girone a punteggio pieno, Napoli e Psv sono fermi a quota 3 mentre gli svedesi dell’Aik Solna sono ancora fermi al palo. Il Napoli quindi è chiamato a non sbagliare in Ucraina soprattutto dopo il 3-0 rimediato in Olanda dal Psv Eindovhen nell’ultima apparizione europea. Una sconfitta stasera e una contemporanea (e probabile) vittoria del Psv con l’Aik Solna complicherebbe, non poco, il discorso qualificazione per gli uomini di Mazzarri. Nonostante questo stasera il Napoli varerà il solito turnover sperando di non dover ricorrere all’artiglieria pesante in panchina che risponde ai nomi di Cavani e Pandev. Hamsik squalificato per l’espulsione rimediata con il Psv, non sarà della partita così come Maggio e Campagnaro non sono stati convocati.

    Mazzarri
    Mazzarri e il Napoli vogliono rialzare la testa © Marco Luzzani/Getty Images

    In attacco spazio quindi dal 1′ a Edu Vargas, capocannoniere europeo del Napoli grazie ai 3 gol rifilati all’Aik Solna, affiancato dall’estro di Lorenzo Insigne, ancora a caccia del primo gol europeo con la maglia del Napoli. Degli 11 che hanno affrontato la Juve, stasera scenderanno in campo solo Behrami e Gamberini, per il resto squadra rivoluzionata negli uomini ma non nel modo di giocare. In porta Rosati sostituirà De Sanctis, in difesa detto della presenza di Gamberini, ci saranno anche Aronica e l’argentino Fernandez. A centrocampo agiranno sulle fasce Mesto e Dossena, con Donadel e Behrami al centro. Dzemaili farà le veci di Hamsik alle spalle della coppia d’attacco formata da Insigne e Vargas.

    Non un impegno facile per il Napoli quello di stasera, il Dnipro infatti è un avversario alquanto temibile soprattutto se affrontato tra le mura amiche. I 6 punti con i quali guida il girone non sono casuali, chiedere al Psv che prima di demolire a domicilio il Napoli, aveva perso in Ucraina per 2-0. Reduce dalla seconda sconfitta stagionale in campionato, il Dnipro dopo 12 gare è secondo con 24 punti nella Premier League ucraina, comandata a punteggio pieno dallo Shakhtar Donetsk, squadra che in Champions ha messo in fila niente meno che il Chelsea, campione d’Europa, e la Juventus, campione d’Italia.

    Il Dnipro, che di recente in campionato ha battuto a domicilio la Dinamo Kiev, impegnata nel girone di Champions del Psg, rappresenta una squadra estremamente tecnica ma con dei limiti difensivi che il Napoli può e deve sfruttare. Gli ucraini, allenati da Juande Ramos ex tecnico del Siviglia che vinse 2 Coppa Uefa consecutive ma anche di Tottenham e Real Madrid, giocano con un 4-4-2 dove trovano maggior risalto i 2 giocatori più talentuosi, il 24enne attaccante croato Kalinic e il numero 10 ucraino Konoplyanka. In attacco oltre a Kalinic da tenere d’occhio Seleznyov, capocannoniere degli ultimi 2 campionati ucraini. Grazie a questi interpreti la fase offensiva è l’arma più pericolosa degli ucraini, che di contro spesso mancano di una buona fase difensiva lasciando spazio ai contropiedi degli avversari. Il Napoli, una delle squadre maestre del contropiede, ha le capacità per far male alla retroguardia ucraina ma allo stesso tempo gli azzurri dovranno dimostrare una solidità difensiva che in Europa (complice l’ampio turnover) non sempre hanno dimostrato di avere vedi i 3 gol presi dal Psv.

    Probabili formazioni Dnipro-Napoli

    Dnipro (4-4-2): Lastuvka; Mandziuk, Mazuch, Odibe, Strinic; Zozulya, Rotan, Giuliano, Konoplyanka; Kalinic, Seleznyov. All.: Juande Ramos

    Napoli (3-4-1-2): Rosati; Gamberini, Fernandez, Aronica; Dossena, Behrami, Donadel, Mesto; Dzemaili; Insigne, Vargas. All.: Walter Mazzarri

  • Disastro City, Mancini a rischio. Mansour pensa a Guardiola

    Disastro City, Mancini a rischio. Mansour pensa a Guardiola

    Nell’ultimo turno di Champions League non sono mancate le sorprese. Una di queste è stata senz’altro la sconfitta roboante del Manchester City con gli uomini di Roberto Mancini rimontati e umiliati dai ragazzini terribili dell’Ajax guidati da Frank De Boer. A dire il vero i campioni d’Inghilterra non sono nuovi a sconfitte sorprendenti in ambito europeo. Nella passata stagione i Citizens dopo milioni e milioni spesi sul mercato non riuscirono a superare la fase a gironi, in quel girone della morte che premiò invece Bayern Monaco e Napoli. Quest’anno la musica sembra non essere cambiata, visto che dopo 3 partite il City è già con un piede e mezzo fuori dalla Champions. 2 sconfitte e 1 pareggio, quest’ultimo conquistato in casa con il Borussia Dortmund grazie ad un rigore di Balotelli al 90′, vedono il City all’ultimo posto del girone più competitivo di questa Champions League.

    Inutile dire, che al Manchester City serve un miracolo per ottenere il pass per gli ottavi di finale, basti pensare che anche vincendo le prossime 3 partite i Citizens potrebbero comunque dire addio alla Champions per il secondo anno consecutivo. Mancini, ormai com’è solito fare dopo ogni partita di Champions, non si è nascosto e ha dovuto constatare la superiorità sul campo dell’avversario, ieri l’Ajax, l’altra volta il Dortmund. Il City nonostante una rosa altamente talentuosa, manca di un’idea di gioco che in campo europeo non puoi permetterti di non avere. Se poi al pessimo rendimento in Champions aggiungiamo che in Premier i ragazzi di Mancini non dominano come dodici mesi fa (secondo posto a -4 dal Chelsea capolista), è facile intuire che per il tecnico jesino l’avventura a Manchester volge al termine.

    Mancini
    L’ombra di Guardiola incombe su Mancini © Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

    Lo sceicco Mansour, presidente del City, che in pochi anni ha speso più di 500 milioni di euro, per portare i Citizens ai massimi livelli nazionali e continentali non può di certo essere contento della magre figure collezionate dalla sua squadra in Champions. Il flop europeo dei Citizens nella passata stagione fu compensato dal ritorno al titolo in Premier, che è valso a Mancini la riconferma su una delle panchine più pagate d’Europa. Questa panchina adesso traballa come la difesa del City contro l’Ajax, Mancini che sa come funzionano le cose nel calcio, sa bene che il momento è critico e che la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro. Non a caso, intorno all’ambiente City, già si rincorrono le voci sul suo sostituto. La voce che rimbalza con più insistenza risponde al nome di Guardiola, ex tecnico del Barça delle meraviglie, al momento disoccupato per sua espressa volontà. L’anno sabatico del tecnico spagnolo è appena cominciato in quel di New York, ma il futuro si sa riserva sempre sorprese.

    Roberto Mancini e il City potrebbero ben presto dirsi addio. Molto probabilmente il matrimonio terminerà a fine stagione soprattutto se il Mancio riuscirà ad oscurare ancora una volta il flop europeo con una lotta al vertice in Premier. Detto questo, al City si guarda già al futuro, e non possono passare inosservati in questo momento alcuni movimenti dirigenziali in seno al club inglese. Secondo quanto afferma il Mundo Deportivo, l’ex direttore sportivo del Barcellona Txiki Begiristain firmerà con il club inglese raggiungendo l’attuale dg dei Citizens, Ferran Soriano, tra l’altro ex vicepresidente del Barcellona. Il cerchio poi si allarga visto che Begiristain si porterebbe dietro Joan Pasty (suo braccio destro a Barcellona). Tutti questi movimenti sembrano il preludio ad un prossimo approdo di Guardiola sulla panchina dei Citizens. D’altronde l’obiettivo di Mansour è portare il City ai massimi livelli continentali, e chi meglio di Guardiola può mostrare ai Citizens la dritta via europea?

  • Del Piero pronto a festeggiare le 800 gare in carriera

    Del Piero pronto a festeggiare le 800 gare in carriera

    Alessandro Del Piero si appresta a tagliare il traguardo delle 800 gare in carriera. Domenica alle 7 ora italiana, l’ex capitano della Juventus, giocherà la sua 800esima partita della carriera nel match che vedrà la sua nuova squadra, il Sidney, opposta al Perth, secondo in classifica dopo le prime 3 giornate di A-League. Il Sidney è reduce dalla prima vittoria in campionato ottenuta nel derby con i Wanderers grazie ad un gol proprio di Del Piero.

    L’ex numero 10 bianconero ha parlato ai microfoni di Sky Sport circa l’importante traguardo che raggiungerà domenica prossima: “Sono onesto, non avrei mai pensato di giocare qui la 800esima partita della mia carriera non solo perchè sono molto lontano dall’Italia, ma perchè sono tante partiteSono fortunato a riuscire a giocare così tanto e a stare bene, sono felice. Voglio godermi questa domenica e questo traguardo con una vittoria che per noi sarebbe molto importante“.

    Del Piero
    Del Piero ad un passo dalle 800 gare in carriera © GREG WOOD/AFP/GettyImages

    Del Piero sta per tagliare un traguardo importante come quello delle 800 partite giocate in carriera, ma lui stesso non avrebbe mai immaginato di raggiungere questo traguardo vestendo una maglia diversa da quella bianconera. Il passato è passato, ma non può essere dimenticato, 290 gol in 705 presenze con la maglia della Juventus l’hanno immortalato nella storia del club e nei cuori dei tifosi bianconeri, felici per l’ennesimo record che Pinturicchio si appresta a raggiungere ma malinconici nel vederlo giocare in un’altra squadra.

    Lo stesso Del Piero ha voluto ricordare la vicinanza che i tifosi bianconeri gli hanno sempre manifestato, anche adesso che gioca dall’altra parte del mondo: “La Juve mi ricorda sempre? I tifosi, loro mi pensano sempre, mi scrivono e quando gioca la Juventus c’è sempre un coro per me. Li ho già ringraziati, continuo a farlo e non smetterò mai di farlo, perchè quello che è successo tra di noi è qualcosa di assolutamente unico, io l’ho vissuto così e ne sono molto orgoglioso“.

  • Juve e Napoli sanzionate dal Giudice Sportivo

    Juve e Napoli sanzionate dal Giudice Sportivo

    Il Giudice Sportivo ha inflitto a Juve e Napoli delle ammende per i fatti accaduti durante il big match giocato sabato sera allo Juventus Stadium e vinto dalla Juve 2-0. In particolare il Napoli ha ricevuto 7mila euro di ammenda per i danni che i tifosi partenopei hanno procurato allo Juventus Stadium e altri 10mila euro ‘per avere un suo collaboratore addetto al magazzino, all’inizio della gara, nel recinto di giuoco, colpito con uno schiaffo al volto uno steward’. Anche la Juve ha ricevuto un’ammenda di 7mila euro a causa di un coro insultante che i suoi tifosi hanno intonato nei confronti della tifoseria avversaria al 25′ del secondo tempo. Queste quindi le sanzioni che il Giudice Sportivo ha voluto comminare in merito a quanto successo in Juve-Napoli, l’attesa di 2 settimane per un match importante ma non decisivo ai fini della classifica non ha fatto altro che aumentare la pressione intorno ai rispettivi ambienti.

    Tifosi Juve
    Tifosi Juve © Marco Luzzani/Getty Images

    Sul campo ha vinto la Juve, fuori dal campo è successo un pò di tutto, basti pensare all’episodio che ha visto protagonista un giornalista della Rai, tale Giampiero Amandola. In un servizio mandato in onda per il tg3 del Piemonte, Amandola ha chiaramente leso l’immagine dei napoletani di tutto il mondo. La Rai ha annunciato ieri di aver sospeso Amandola, per il quale è stato aperto un procedimento disciplinare.

    Detto questo certamente nell’ultimo weekend calcistico l’Italia ha dimostrato nuovamente di essere un paese dove la cultura sportiva non abbonda anzi. Il calcio si sa da sempre unisce e divide le persone, ma queste dovrebbero imparare a non trovare nel calcio un motivo di rivalsa sociale, a rispettare gli altri e le cose degli altri, a non ledere la dignità altrui. Insomma ci vorrebbe più rispetto per tutti da parte di tutti.

  • Esonerato De Canio. Preziosi affida il Genoa a Del Neri

    Esonerato De Canio. Preziosi affida il Genoa a Del Neri

    Luigi De Canio non è più l’allenatore del Genoa, con lui diventano 3 le panchine di Serie A saltate in questa stagione dopo quelle di Ficcadenti (Cagliari) e Di Carlo (Chievo). Il presidente Enrico Preziosi, dopo la pesante sconfitta rimediata con la Roma, ha deciso di cambiare la guida tecnica del Grifone generando grande sorpresa nello stesso De Canio. Arrivato a Genova nella passata stagione con i rossoblù terzultimi in classifica a cinque giornate dal termine, il tecnico lucano era riuscito a salvare i genoani all’ultima giornata. Dopo aver meritato sul campo la riconferma, in questa stagione De Canio non è riuscito però ad evitare l’esonero da parte del presidente genoano nonostante i 9 punti conquistati nelle prime 8 giornate, frutto di 10 gol fatti e 12 subiti. Evidentemente il decimo posto in classifica ed una squadra troppo discontinua sia nei risultati che nella gestione della partita hanno convinto Preziosi a cambiare qualcosa.

    De Canio
    Luigi De Canio © Marco Luzzani/Getty Images

    Il presidente del Genoa ha spiegato così l’esonero: “Con De Canio ho un ottimo rapporto, per questo motivo provo un grande dispiacere nel doverlo allontanare come allenatore del Genoa. C’è chiaramente qualcosa che non va nella squadra, non sarei stato contento nemmeno se avessimo portato a casa i tre punti contro la Roma”. Inoltre come evidenziato dallo stesso Preziosi, il Genoa in questa stagione per ben 3 volte è passato in vantaggio (contro Roma, Juve e Catania) e altrettante volte ha perso mostrando chiare difficoltà nella gestione della partita. De Canio nel post-partita di ieri, aveva giustificato questo problema con l’inesperienza di alcuni giocatori giovani inseriti nell’undici genoano, ma si sa, quando le cose non vanno a pagare è sempre colui che siede in panchina.

    Il prossimo allenatore del Genoa sarà Gigi Del Neri, ex allenatore della Samp, molto stimato da Preziosi“Lo inseguivo da un anno, ha dimostrato durante la sua carriera di essere un ottimo allenatore. Credo che all’interno della rosa ci siano gli uomini giusti per poter adottare il suo modulo, il 4-4-2. Arriva qui con un grande entusiasmo. Ho cambiato anche idea sul mio impegno, prometto ai tifosi che nel mese di gennaio faremo qualcosa di importante per cercare di poter riportare il Grifone di nuovo in alto”. L’ex tecnico del Chievo dei miracoli torna quindi ad allenare in Serie A dopo l’infelice esperienza vissuta alla Juventus nella stagione 2010/2011. Il nuovo tecnico del Genoa verrà presentato domani alle ore 12 presso la sala stampa di Villa Rostan.

  • Juve primato da record. Inter, è il miglior Cassano di sempre

    Juve primato da record. Inter, è il miglior Cassano di sempre

    Le prime 8 giornate della Serie A 2012/2013 hanno fornito buone indicazioni su quel che sarà il resto della stagione. La Juventus, campione d’Italia in carica, si è confermata vincente e da imbattuta guida la classifica in solitaria dopo aver smorzato momentaneamente i sogni di gloria del Napoli. Certo, la squadra di Mazzarri sembra la più attrezzata per competere con la Juve, ma il modo in cui è maturata la prima sconfitta in campionato fa intuire che il gap con i bianconeri non è ancora colmato del tutto. Detto questo i partenopei mai come quest’anno possono ambire al tricolore, forti di un’organizzazione di squadra notevole unita alla mancanza della Champions, competizione che alla Juve potrà togliere energie preziose soprattutto dal punto di vista mentale. Il Napoli a 3 punti dalla vetta, deve però guardarsi le spalle dal duo minaccioso formato da Lazio e Inter. I laziali, non nuovi a partenze sprint, con l’avvento di Petkovic e i gol dei terribili Hernanes-Klose appaiono ancor più squadra di quando in panchina siedeva Reja, l’Inter invece è ritornata nelle posizioni di vertice, mancate amaramente lo scorso anno.

    Iniziamo la nostra analisi serie A notando che le prime 4 della classifica viaggiano ad una media superiore ai 2 punti a partita, ritmo vertiginoso che sembra aver creato la prima frattura importante in classifica. Non a caso la quinta forza del campionato al momento è rappresentata dalla Roma di Zeman, distante 4 punti dalla zona Champions ma ancora troppo discontinua per ambire al vertice. Un dato che accomuna le prime 5 forze del campionato è che tutte e 5 hanno migliorato il loro bottino di punti rispetto alla passata stagione. La partenza quasi perfetta della Juve (22 punti su 24 disponibili) oscura gli ottimi 19 punti del Napoli e i 18 punti di Lazio e Inter. Basti pensare che l’anno scorso dopo 8 giornate la Juve comandava la classifica con ‘soli’ 16 punti, ovvero 2 punti in meno dell’attuale terzo posto.

    Juve
    Numeri da record per la Juventus © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    1° Juventus 22 puntiQuando si parla di Juve, non bisogna neanche spendere troppe parole visto che per lei parlano i numeri. Imbattuti da 47 partite di campionato, i ragazzi di Antonio Conte sono senza dubbio la squadra da battere. Meno brillanti sul piano del gioco rispetto all’anno scorso, ma più cinici che mai. Ecco spiegate le 7 vittorie nelle prime 8 partite, che permettono ai bianconeri di comandare al classifica con ben 6 punti in più rispetto alla passata stagione, quella che ha visto i bianconeri poi trionfare a maggio da imbattuti. I bianconeri hanno il miglior attacco (19 gol) e la miglior difesa (4 gol subiti) del campionato, conseguenza di una squadra altamente organizzata e potenziata in estate con acquisti mirati vedi Asamoah e Pogba. I Campioni d’Italia nelle prime 8 partite sono andati a segno con ben 12 giocatori, dato che riflette la grandezza e la forza del gruppo di Conte. La difesa si è confermata difficilmente perforabile con soli 4 reti subite, 2 in meno rispetto all’anno scorso. Il centrocampo è il fiore all’occhiello dell’undici bianconero, il motore del successo animato dall’immensa classe di Pirlo. I numeri lo confermano a gran voce, la Juventus è la squadra da battere.

    2° Napoli 19 punti – Il Napoli di Walter Mazzarri sarà grande protagonista di questo campionato. La sconfitta patita allo Juventus Stadium non deve ingannare i più, basti pensare a come è maturata. La Juve ha vinto grazie ai gol dei 2 cambi Caceres e Pogba, nel Napoli di cambi non se ne sono visti forse perchè Mazzarri non ha avuto il coraggio di farli, forse perchè le cosidette seconde linee non sono ritenute all’altezza dei titolarissimi. Difficile spiegare perchè il tecnico toscano non abbia provato a cambiare qualcosa in una partita molto equilibrata giocata sul fisico e sui nervi. Resta il fatto che la Juve l’ha vinta sfruttando una profondità di rosa incredibile che il Napoli attualmente non può vantare. Tuttavia i partenopei possono dormire sogni tranquilli perchè i numeri dicono che la squadra ha 5 punti in più rispetto all’anno scorso, conseguenza di un gruppo che gioca a memoria da anni e che ha in Cavani-Hamsik-Pandev un tridente offensivo invidiabile. Quarto miglior attacco (14 gol) della Serie A, seconda miglior difesa con appena 5 gol subiti, uno in più della Juve. La banda di Mazzarri ha tutte le carte in regola per insidiare la vetta.

    LAZIO
    La Lazio sogna con i gol di Klose-Hernanes © ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    3° Lazio 18 punti – 6 vittorie e 2 sconfitte, la Lazio di Vladimir Petkovic è un rullo compressore in questa prima fase della stagione. 15 gol fatti, di cui 11 firmati dalla premiata ditta Klose-Hernanes, ed 8 gol subiti, un pò troppi per ambire allo scudetto. Detto questo Hernanes e compagni possono dire la loro per conquistare un posto in Champions sfuggito di un soffio nelle ultime due stagioni. Nelle 8 partite fino ad ora giocate, i laziali non sono pervenuti solo una volta, quando al San Paolo il Napoli ha stravinto 3-0. Il passo falso casalingo con il Genoa poteva essere evitato, ma ciò non toglie che la Lazio rappresenta una squadra molto equilibrata che ha in Klose e Hernanes due armi letali e da maneggiare con cura.

    3° Inter 18 punti – L’Inter di Stramaccioni si sta facendo largo tra le grandi del campionato, 18 punti conquistati (valevano il primo posto l’anno scorso) frutto di 6 vittorie in 8 partite ma soprattutto di un rendimento esterno semplicemente perfetto: 4 trasferte vinte su 4, 8 gol fatti e 0 subiti. Rispetto alle prime 3 i nerazzurri hanno cambiato tanti giocatori ma soprattutto l’assetto tattico. Proprio qui sta però la forza del gruppo di Stramaccioni, gruppo che non ha ancora trovato la massima espressione del suo potenziale. La svolta non è stata il passaggio alla difesa 3 ma il modo di difendere di tutta la squadra. Molti l’hanno definita provinciale, ma in tale parola non possono essere racchiusi solo significati negativi. La grande forza attuale dell’Inter è il sapersi adattare all’avversario. A differenza delle prime 3, l’Inter non ha un modo di giocare predefinito ma gioca sull’avversario provando a sfruttare i punti deboli. Un altro dato fondamentale che riflette la solidità difensiva trovata dai nerazzurri sono i 6 gol subiti dall’Inter (l’anno scorso furono 14 nelle prime 8) arrivati tutti in casa e concentrati in sole 3 partite. In ben 5 occasioni l’Inter ha tenuto la porta inviolata, cosa riuscita alla Juve capolista 4 volte su 8 quest’anno. Il centrocampo è il punto debole dell’undici di Stramaccioni anche perchè è chiamato a reggere il reparto offensivo più forte del campionato con le presenze di Milito, Palacio e un Cassano mai così prolifico. I numeri dicono che l’Inter è presente, se per il titolo o per la zona Champions lo capiremo prossimamente.

  • Buon Catania, Inter cinica. Cassano, Palacio e il terzo posto

    Buon Catania, Inter cinica. Cassano, Palacio e il terzo posto

    Inter-Catania termina 2-0, grazie ai gol di Cassano e Palacio i nerazzurri centrano la quarta vittoria consecutiva in campionato e agganciano la Lazio al terzo posto in classifica ad una sola lunghezza dal Napoli secondo. Il Catania ancora una volta quest’anno non brilla lontano dal Massimino. Per i ragazzi di Maran terza sconfitta esterna in 4 trasferte giocate, per una salvezza tranquilla gli etnei dovranno cercare di racimolare più punti in trasferta. Il tabù San Siro è un ricordo lontano per l’Inter di Stramaccioni che si è confermata vincente anche tra le mura amiche e adesso guarda alle prossime partite con piena fiducia. La mente già vola al match con la Juve del 3 novembre ma prima della sfida allo Juventus Stadium i nerazzurri dovranno fare i conti con la trasferta di Bologna e l’impegno casalingo con la Sampdoria di Ferrara.

    LA PARTITA – Grande sorpresa nell’Inter, Stramaccioni sfida il Catania con il tridente pesante composto da Milito, Cassano e Palacio, a centrocampo c’è Mudingayi e non Gargano con la presenza confermata di Obi. L’Inter parte meglio con Cassano e Palacio molto inspirati, tuttavia la prima palla gol è targata Catania con Almiron che davanti ad Handanovic spara alto. L’Inter schierata con un insolito 3-4-3 prova a smuovere la difesa dei siciliani ma deve attendere il 28′ per passare in vantaggio: Cambiasso con un lancio millimetrico pesca Cassano che di testa supera Andujar firmando l’1-0. Il gol del vantaggio mette tranquillità ai nerazzurri che tremano solo sul finire del primo tempo quando su un cross di Marchese arriva il colpo di testa di Izco che sibila di poco a lato.

    Palacio
    Palacio festeggia il suo primo gol nerazzurro in campionato © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    La ripresa inizia senza cambi anche se Stramaccioni decide di cambiare assetto tattico alla sua Inter passando dal 3-4-3 al 4-4-2 con Zanetti terzino e Palacio esterno di centrocampo. Proprio Palacio al 57′ non arriva per poco sul pallone del 2-0 servito perfettamente da un ottimo Cassano. Al 60′ inizia il valzer dei cambi, tra i nerazzurri entrano Gargano per Obi, Alvarez per Cassano e Guarin per Mudingayi, nel Catania invece Castro sostituisce Izco. La palla del raddoppio nerazzurro capita sui piedi di Ricky Alvarez, che non finalizza bene un contropiede micidiale mentre Ranocchia pochi minuti dopo di testa centra il palo su un cross di un mostruoso Cambiasso. Gli uomini di Maran col passare dei minuti perdono di convinzione risultando poco pericolosi in avanti, l’Inter allora ne approfitta a pochi minuti dal triplice fischio finale: Milito serve in profondità Rodrigo Palacio che si aggiusta la palla col petto prima di tirare un sinistro al volo che trafigge Andujar e firma il 2-0 finale. L’Inter centra la quarta vittoria consecutiva in campionato e si riporta al terzo posto con la Lazio, ad un punto dal Napoli secondo e a 4 lunghezze dalla Juve capolista.

    Pagelle e tabellino Inter-Catania 2-0

    Inter (3-4-3): Handanovic 6,5; Ranocchia 6,5, Samuel 6, J. Jesus 6; Obi 6(16′ st Gargano 6,5), Mudingayi 6 (24′ st Guarin 6), Cambiasso 7,5, Zanetti 6,5; Palacio 7, Milito 6,5, Cassano 7 (24′ st Alvarez R. 5,5). Panchina: Belec, Cincilla, Silvestre, Jonathan, Pereira, Mbaye, Duncan, Coutinho, Livaja. Allenatore: Andrea Stramaccioni

    Catania (4-3-3): Andujar 6; Alvarez 6, Legrottaglie 6, Spolli 6, Marchese 6,5; Izco 5,5 (19′ st Castro 6), Lodi 5,5, Almiron 6,5 (35′ st Ricchiuti s.v); Barrientos 6, Bergessio 6, Gomez 6. Panchina: Frison, Messina, Potenza, Rolin, Biagianti, Salifu, Capuano, Morimoto, Doukara. Allenatore: Rolando Maran

    Video gol Inter-Catania 2-0 (28′ Cassano, 85′ Palacio) 

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