Lazio Bologna 1-3. Continua il momento d’oro della squadra emiliana che dopo aver fermato la Juventus fa il colpaccio in casa della formazione di Lotito. Un tre a uno meritato per l’undici di Pioli, agevolato anche dalla doppia inferiorità numerica dei biancocelesti, che ritornano così sulla terra dopo la vittoria ottenuta nel derby. Un ko che tra l’altro non permette ai capitolini portarsi ad appena due punti dalla Juve e a sei lunghezze dalla capolista Milan. Bologna che ha dimostrato di essere in grandissima forma, agguantando il nono posto in classifica a quota 35 punti e di fatto mettendosi al sicuro per ciò che concerne la zona salvezza.
Non presenta sorprese l’undici iniziale della Lazio: Reja infatti deve fare i conti con numerose assenze, specie nel reparto arretrato dove inizialmente trova spazio Zauri. Per il resto tutto secondo quanto previsto alla vigilia. Nel 4-2-3-1 infatti, davanti a Marchetti, trova spazio una difesa formata da Zauri e Garrido laterali, Diakitè e Dias centrali. Ledesma e Matuzalem davanti alla difesa, con il trio Gonzalez, Hernanes, Mauri dietro l’unica punta Klose. Tante le sorprese di Pioli invece: la maggiore è l’assenza dall’undici titolare di Di Vaio. Al suo posto Acquafresca. Fuori anche Pulzetti, mentre c’è dall’inizio Garics. Il 3-4-1-2 vede, davanti a Gillet, il trio Raggi, Portanova, Antonnson. A centrocampo Garics e Rubin sono i laterali, con Khrin e Mudingayi in mezzo. Ramirez e Diamanti giocano dietro Acquafresca.
In avvio gli emiliani mettono subito le cose in chiaro, grazie ad un Diamanti che ispira l’intera manovra, ed è proprio lui che al 10’ soffia la palla a Garrido involandosi in contropiede ma Marchetti respinge il suo tiro. Appena 1’ dopo ecco il gol del vantaggio rossoblu: Acquafresca, servito da Raggi, calcia in porta trovando la respinta di Marchetti, sfera sui piedi di Portanova che solitario insacca per l’1-0. Al 18’ il Bologna potrebbe raddoppiare, ma Diamanti centra in pieno la traversa. La Lazio, frastornata, si fa vedere con il solo Mauri il quale chiama in causa per due volte Gillet. Al 28’ il raddoppio del Bologna: Marchetti anticipa Acquafresca e la palla termina, a porta sguarnita, sui piedi di Diamanti che non ha problemi ad insaccare. I biancocelesti potrebbero tornare subito in gara con Mauri ma Gillet risponde ancora presente, mentre Klose conclude a lato. Piove sul bagnato per la Lazio che al 42’ resta in dieci: Matuzalem rifilata una manata a Diamanti beccandosi un sacrosanto cartellino rosso.
Ad inizio ripresa Reja si gioca la carta Alfaro al posto di Zauri. Sembra però che nulla cambi sino al 11’ quando Rubin compie una leggerezza servendo Gillet al momento fuori dai pali. Autogol e Lazio di nuovo in partita. Ma l’illusione dura poco visto che al 13’ Gonzalez viene espulso dopo aver fermato Ramirez in contropiede. Lazio in nove e sotto di due gol visto che sulla susseguente punizione del limite il tiro di Diamanti incoccia la barriera con Khrin che è bravo a riprendere la respinta e siglare il gol. Il Bologna da li in poi amministra, e i cambi dei laziali, con Candreva e Kozak in campo, servono a poco. Pioli può essere soddisfatto: il suo Bologna è una delle squadre più in forma del momento. Per la Lazio invece una brusca frenata dopo la vittoria nel derby.
Andrà in scena all’Olimpico uno dei due posticipi della Serie A. Lazio Bologna è sfida tra due squadre galvanizzate dagli ultimi risultati: i capitolini infatti arrivano dal successo maturato nel derby contro la Roma e da un entusiasmo collettivo durato un’intera settimana. L’obiettivo Champions League appare ancora alla portata e nessuno è disposto a mollare. Il Bologna dal canto suo nella giornata di mercoledì ha fermato la Juventus e vuole proseguire su questa scia mettendo ulteriore fieno in cascina.
Per quanto riguarda le due squadre che scenderanno in campo, c’è da dire che Reja dovrà rinunciare a Radu, Konko, Brocchi, Cana, Lulic, Rocchi, Stankevicius, Scaloni e Biava, gli ultimi due squalificati, ma recupera Zauri, il quale arriva da una lesione muscolare alla coscia ma, vista la penuria di difensori a disposizione, dovrà essere utilizzato, considerando che per il resto il reparto arretrato è composto, almeno per la panchina, da giovani della Primavera. Nel 4-2-3-1 l’allenatore dei biancocelesti schiera Marchetti tra i pali, Zauri e Garrido laterali, con Diakitè e Dias centrali. Davanti alla difesa agiranno Ledesma e Matuzalem con il trio Gonzalez, Hernanes e Mauri alle spalle dell’unico attaccante Klose.
Dall’altra parte Pioli non ha gli stessi problemi di Reja, dovendo fare a meno solo di Loria, Gimenez e Perez. C’è da registrare invece il rientro di Antonsson, mentre Pulzetti e Krhin dovrebbero partire dall’inizio. Nel 3-4-1-2 disegnato dall’allenatore emiliano, davanti a Gillet, trio difensivo formato da Raggi, Portanova e Antonsson. A centrocampo ecco Pulzetti, Krhin, Mudingayi e Rubin. In avanti Ramirez, insieme a Diamanti, agirà alle spalle dell’unica punta Di Vaio.
Lazio Bologna, le formazioni che scenderanno campo:
In attesa dei due posticipi, Bari-Reggina e Torino-Verona, il Pescara vola in testa alla classifica di Serie B grazie al successo sul Cittadella. Solo un pari per il Sassuolo contro una Sampdoria in ripresa, mentre Empoli, Grosseto e Padova compiono preziosi exploit.
SASSUOLO-SAMPDORIA 0-0 : Termina senza reti il match tra Sassuolo e Sampdoria. Ennesimo nulla di fatto interno per la formazione di Pea, sempre più lontana dal secondo posto. Continua nel suo momento positivo invece la formazione blucerchiata. Il match è molto tattico, ed è dei neroverdi la prima occasione con Gazzola al 19’. Nella ripresa Sampdoria pericolosa con Foggia ed Eder mentre dall’altra parte gli unici a provare la conclusione verso la porta difesa da Romero sono Piccioli, Missiroli e Gazzola. Nel finale Sampdoria più pericolosa rispetto agli emiliani ma il risultato non cambia: finisce 0-0.
CITTADELLA-PESCARA 1-2: Aspettando il posticipo di lunedì, il Pescara sale in vetta centrando la vittoria sul difficile campo del Cittadella. Prima occasione per i padroni di casa al 10’: è Maah a presentarsi solo davanti al portiere e quest’ultimo si oppone alla grande alla conclusione del primo. Al 13’ il vantaggio del Cittadella: discesa di Maah che serve Busellato il quale a porta vuota insacca. Il Pescara reagisce e Insigne avrebbe la palla del pari ma Scardina sulla linea salva. Al 29’ il gol del pareggio: Sansovini da fuori area scaglia un tiro che termina la propria corsa proprio sotto l’incrocio della porta difesa da Cordaz. Ad inizio ripresa ci prova Immobile da una parte e Busellato dall’altra, ma senza fortuna. Il Cittadella sembra giocare meglio ma il gol vittoria lo trova il Pescara al 22’ con Insigne. Nel finale Cascione va vicino al tris colpendo in pieno la traversa.
VARESE-EMPOLI 0-1: Dopo un lungo periodo di digiuno l’Empoli torna a vincere e lo fa in casa di un Varese che deve recriminare per un calcio di rigore fallito da Granoche. Era da tre mesi e mezzo, tra l’altro, che la formazione di Aglietti non vinceva una partita lontano dalle mura amiche. Toscani che impongono il loro ritmo sin dalle prime battute, sfiorando il gol dopo appena un quarto d’ora con Tavano, ma Bressan si oppone alla grande. Ancora il portiere varesino protagonista su Brugman, ma poco dopo, esattamente al 38’, dopo naltre due chance collezionate da Brugman e Buscè, è Stovini a siglare il vantaggio ospite. Per Maran le cose si complicano visto che Nero Pereira deve lasciare il posto a De Luca causa infortunio. Nella ripresa dentro anche Plasmati per dare maggior peso all’attacco varesino, ma De Luca spreca due ghiotte palle gol nel primo quarto d’ora. Dall’altro lato Maccarone in contropiede manca il raddoppio cosi come Brugman che prende la traversa. Peggio va, come detto prima, al Varese, con Granoche che si vede respingere il rigore da Dossena. Fanno festa, così, solo i lombardi.
CROTONE-MODENA 2-2: Pari e spettacolo tra Crotone e Modena. Ma non sono mancati anche gli attimi di indecisione da parte del direttore di gara Baracani e dell’assistente Santuari che al 26’ della ripresa fermano il gioco per dirimere una complicata situazione che alla fine porterà il Modena sul 2-2. Ma andiamo con ordine. Al 16’ Canarini in vantaggio: palla in area di rigore dove Stanco colpisce di testa trovando la respjnta di Bindi, sulla sfera si avventa Di Gennaro che gonfia la rete. Al 21’ il pari dei calabresi: sugli sviluppi di un corner Perticone anticipa Vinetot e beffa il proprio portieree Caglioni. In chiusura di tempo il sorpasso dei pitagorici: Carini la fa grossa in area di rigore permettendo a Sansone di recuperare palla e servire Calil, con quest’ultimo che non ha problemi a segnare. Ad inizio ripresa Perticone salva sulla linea il possibile 3-1 e il Modena trova così, poco dopo, il pareggio: su punizione Di Gennaro colpisce la parte bassa della traversa con la palla che oltrepassa la linea bianca ma esce fuori dalla porta dove Stanco, in posizione di fuorigioco, insacca. Alla fine però, nonostante le forti proteste dei rossoblù, la rete è assegnata. Nel finale non accade nulla e le squadre si dividono la posta in palio.
VICENZA-GROSSETO 0-1: Colpaccio del Grosseto che così rovina la festa dei 110 anni del Vicenza. Match subito piuttosto vivace, con Paro che nella prima mezz’ora si fa vivo due volte dalle parti di Narciso. Dall’altra parte invece Caridi chiama in causa Frison. Beghetto alla mezz’ora perde Pinardi per infortunio, inserendo così Brighenti. Al 7’ della ripresa il gol dei toscani: Alfageme sfrutta un errore di Martinelli facendo secco così Frison. Lo stesso attaccante argentino manca di poco il raddoppio prima di venire espulso al 22’ per doppia ammonizione. Ma il team di casa non sfrutta l’uomo in più incassando una brutta sconfitta.
ASCOLI-JUVE STABIA 0-0: Pari senza reti tra Ascoli e Juve Stabia. Fanno festa solo le Vespe, con i bianconeri che invece perdono un’altra ghiotta chance per risalire in classifica. Dopo nemmeno 20’ Silva deve rinunciare a Pederzoli per infortunio: dentro Vitiello. Nonostante tutto è l’Ascoli a tenere in mano il pallino del gioco, sfiorando il gol in chiusura di frazione con Soncin che si fa ipnotizzare da Colombi in uscita. Ad inizio ripresa i campani scendono in campo con Tarantino e Scozzarella al posto di Raimondi e Caserta. Poco dopo fa il suo ingresso in campo Danilevicius, con Silva che invece si gioca la carta Gerardi. Papa Waigo spreca da buona posizione, e prima delle fine le uniche due palle gol sono firmate da Di Donato e Montalto. Ne viene fuori uno 0-0 deludente.
LIVORNO-ALBINOLEFFE 4-1: Poco più che una passeggiata per il Livorno contro l’Albinoleffe, squadra quest’ultima in grossa crisi di risultati come dimostrano gli appena due punti conquistati negli ultimi otto turni. Non passa nemmeno 1’ che la formazione toscana passa in vantaggio: su lancio di Siligardi è Paulinho a superare Offredi per l’1-0. Al 17’ il raddoppio, sempre ad opera di Paulinho, il quale si presenta davanti al portiere avversario, lo scavalca e insacca. In chiusura di tempo il tris: Siligardi supera Piccinni e davanti la porta non sbaglia per il 3-0. Dionisi al 16’ della ripresa cala il poker, sfruttando nel migliore dei modi una punizione battuta a sorpresa. Nel finale Belotti, di testa, permette all’Albinoleffe di accorciare le distanze.
NOCERINA-GUBBIO 2-1: Passa al 94’ la Nocerina contro il Gubbio. Vittoria importante per i rossoneri che arrivavano da quattro mesi di digiuno. Nella prima frazione meglio i campani. Al 7’ Pagano spreca un’ottima palla gol mentre al 32’ ecco che Negro, con un tiro a giro, supera il portiere del Gubbio. Nella ripresa Di Maio sfiora il raddoppio ma al 29’ è il Gubbio di Simoni, quasi a sorpresa, a trovare il momentaneo pari con un tiro dal limite di Lofqvist. In pieno recupero la rete della vittoria della Nocerina: Concetti batte una punizione dalle retrovie e dopo un batti e ribatti ecco che Merino calcia sotto l’incrocio.
BRESCIA-PADOVA 1-2: Succede tutto nei primi quindici minuti tra Brescia e Padova. Al 2’ è El Kaddouri che dopo un’incursione personale sulla sinistra calcia nell’angolino basso della porta biancorossa trovando il momentaneo vantaggio. Dopo 5’ ecco finire il record di imbattibilità di Arcari, durato per 907’, proprio ad opera di un proprio compagno di squadra, Martina Rini, il quale nel tentativo di anticipare Cuffa gonfia la propria rete. Il pubblico comunque applaudirà a lungo Arcari. Jonathas sfiora il nuovo vantaggio dai lombardi ma al 14’ ecco il 2-1 del Padova: su una punizione di Renzetti è Trevisan di testa ad anticipare tutti. Nella ripresa Brescia all’attacco ma Jonathas non sfrutta due buone chance, mentre il Padova bada essenzialmente a difendersi.
Davanti ad oltre 13 mila spettatori e in una cornice suggestiva come quella dello Juventus Stadium la Roma si aggiudica la finale di andata della Coppa Italia Primavera battendo i bianconeri con il risultato di 2-1. Decisivi, per i giallorossi, i gol di Viviani e Tello, abili nel primo tempo a bucare la porta avversaria. Nella ripresa Libertazzi riapre i conti, ma nel match di ritorno a Roma, il 22 marzo, servirà una vera e propria impresa ai ragazzi di Baroni per conquistare il trofeo.
Comincia benissimo la formazione di De Rossi che nei primi 20’ mette sotto la Juventus giocando molto meglio. Dopo pochi minuti, precisamente 4, i capitolini sbloccano il punteggio con Viviani, il quale trasforma in maniera impeccabile un calcio di rigore concesso dal direttore di gara per un fallo di Appelt su Ciciretti. La Roma continua a macinare gioco tanto da trovare, al 18’, il gol, un po’ fortunoso, sugli sviluppi di un calcio d’angolo: è Tello di spalla ad insaccare in rete alle spalle di Branescu, tratto in inganno anche da una deviazione di Gouano. Sotto di due reti la Juventus si sveglia e comincia a macinare gioco. Ma un bravo Pigliacelli gli sbarra più volte, specie su Padovan, De Silvestro e Spinazzola.
Nella ripresa è la Juventus a cominciare meglio, facendosi subito pericolosa con Beltrame e De Silvestro, ma per il gol che permette di accorciare le distanze ci vogliano 20’: Libertazzi, appena entrato, batte Pigliacelli e riapre il match. La formazione bianconera continua a spingere, sfiorando il gol del pareggio in numerose occasioni. Ma i romanisti reggono l’urto e portano a casa un 2-1 da difendere nel match di ritorno. Riscattata, almeno parzialmente, la sconfitta patita nella finale del Viareggio qualche settimana fa. Di certo c’è che Juventus e Roma sembrano avere le squadre più competitive a livello di Primavera.
Gira tutto storto all’Udinese nell’andata degli ottavi di finale di Europa League. In casa dell’Az Alkmaar infatti i friulani perdono per 2-0 e il loro cammino nella competizione europea si complica. Nel match di ritorno infatti la squadra di Guidolin dovrà vincere con tre gol di scarto per accedere al turno successo. Un’impresa non facile, specie alla luce dell’Udinese vista in Olanda. Una formazione rinunciataria che ha badato più a contenere che a pungere, resistendo per più di un’ora ma dovendosi arrendere alle reti di Martens e Falkenburg. Non sono mancate le critiche a Guidolin: con Isla, Badu, Basta, Abdi, Barreto, Torje, Fabbrini e Fernandes fuori causa diversi motivi, e con Pinzi cha ha giocato pur non essendo al top, è apparso quantomeno azzardato, considerato che si trattava di un ottavo di finale, lasciare fuori la stella dei bianconeri Di Natale.
L’allenatore friulano infatti ha schierato i suoi con un abbottonato 3-5-1-1: Handanovic tra i pali, trio di difesa formato da Benatia, Danilo e Domizzi. Al centro ecco Pazienza, Pinzi ed Asamoah con Ferronetti e Pasquale larghi ma che hanno il compito di aiutare la difesa. In avanti Armero gioca appena dietro all’unica punta Floro Flores. Verbeek invece schiera i suoi con uno spregiudicato 4-3-3, puntano molto sulla spinta di Poulsen a sinistra mente in avanti c’è Altidore, giocatore statunitense che sta attraversando un ottimo stato di forma. Az Alkmaar Udinese dunque è un match che sulla carta dovrebbe regalare spettacolo.
Nonostante lo schema offensivo dei padroni di casa, sono gli ospiti, seguiti da circa settecento sostenitori, a cominciare meglio. Passano appena 3’ ed Armero da fuori area tenta la conclusione: palla di fuori a lato. Intanto Battocchio si riscalda a bordo campo: il tutto a causa di alcuni problemi intestinali che hanno colpito Pinzi prima del match. Ma quest’ultimo ce la farà a rimanere in campo e a continuare l’incontro. L’Az, dopo un avvio incerto, esce allo scoperto e prende in mano le redini dell’incontro: ci prova Elm due volte, ma Handanovic è attentissimo e sventa i due tiri, il secondo dei quali su calcio di punizione, del centrocampista di casa.
L’Udinese dal canto suo si chiude, con Ferronetti e Pasquale che arretrano tanto che la formazione di Guidolin sembra giocare più col 5-3-1-1 che con il 3-5-1-1. Qualche lancio verso Floro Flores, completamente isolato, e nulla più. Diversamente dall’Az Alkmaar che ci prova con Holman, ma Handanovic gli sbarra la strada. L’unico sussulto dei padroni di casa, prima dalla chiusura della frazione, è targato Armero, il quale su un calcio di punizione chiama in causa Alvarado il quale risponde presente. Si chiude così il primo tempo e agli olandesi il pareggio sembra stare strettissimo.
Ad inizio ripresa la formazione friulana finalmente sembra essersi svegliata dal torpore iniziale, e Floro Flores comincia a ricevere qualche pallone giocabile. La sensazione è chi gli olandesi abbiano accusato la stanchezza dopo il grande primo tempo. Ne approfitta Pasquale con un tiro che fa la barba al palo della porta difesa da Alvarado.Ma ecco che poco dopo arriva la zampata degli olandesi: Martens, servito in area di rigore, fa secco Handanovic. Verbeek a questo punto fa due cambi per dare respiro al proprio centrocampo, inserendo Gudmundsson e Falkenburg per Beerens e Martens.
A 11’ dalla fine Guidolin si ricorda di avere in panchina Di Natale e lo getta nella mischia al posto di Pasquale. Intanto Asamoah e Ferronetti provano a bucare Alvarado, ma senza fortuna. Trova il gol invece Falkenburg che di fatto chiude i conti e regala all’Az una vittoria meritata. Ovviamente l’Udinese, per trovare il passaggio del turno al ritorno, dovrà fare qualcosa di diverso rispetto a quanto lasciato intravedere in Olanda.
Ricomincia l’avventura continentale dell’Udinese che stasera sfida gli olandesi dell’Az Alkamaar per gli ottavi di finale di andata dell’Europa League. Un match non semplice per gli uomini di Francesco Guidolin contro una squadra in netta crescita a livello nazionale in Olanda nel corso degli ultimi anni e che sin qui ha fatto bene anche in Europa. Nei Paesi Bassi l’obiettivo, per i friulani, sarà quello di non perdere e se possibile mettere a segno anche qualche rete, il che renderebbe certamente più facile il compito nel match di ritorno. Circa settecento i tifosi al seguito dei bianconeri, i quali hanno approfittato di questa gara per visitare città come Amsterdam e Alkmaar.
Guidolin farà qualche cambiamento rispetto alle ultime uscite. Assenti Isla, Barreto, Torje, Fabbrini e Fernandes che sono rimasti in Italia. Non dovrebbero essere della sfida nemmeno Basta, alle prese con un’infiammazione all’adduttore destro e che si proverà a recuperare domenica contro il Novara e Di Natale. Il bomber bianconero dovrebbe partire dalla panchina, e dunque inizialmente il tecnico darà spazio a Floro Flores. Guidolin opterà per un 3-5-1-1 con Handanovic in porta, difesa formata da Benatia, Danilo e Domizzi. A centrocampo ci saranno Ferronetti e Pasquale laterali con Pinzi, Pazienza e Asamoah in mezzo. Armero giocherà in appoggio a Floro Flores.
Occhio però all’Az Alkamaar. Gli olandesi non sono da sottovalutare, pur non avendo in rosa giocatori dai nomi altisonanti. Un po’ come l’Udinese insomma. Il giocatore più conosciuto senza dubbio è l’attaccante statunitense Altidore, giocatore che proprio una settimana fa ha messo in difficoltà la Nazionale italiana nell’amichevole di Genova. Il tecnico Verbeek schiererà i suoi con uno spregiudicato 4-3-3.
Ecco le probabili formazioni di Az Alkmaar Udinese: Az Alkmaar (4-3-3): Esteban, Marcellis, Moisander, Viergever, Poulsen, Elm, Maertens, Maher, Beerens, Altidore, Holman. In panchina: Heijblok, Klavan, Reijnen, Falkenburg, Ortiz, Boymans. Allenatore: Verbeek.
Tanto spettacolo e quattro gol nel recupero del “Tardini” Parma Fiorentina. Due a due il punteggio finale, in un match che ha regalato grosse emozioni sino alla fine. Si è visto di tutto: gol, rigori, espulsioni prima date e poi tolte. Padroni di casa meglio nel primo tempo durante il quale trovano il vantaggio con Okaka, i viola però non ci stanno e nella ripresa ribaltano il punteggio con Nastasic e Cerci prima del pareggio dei gialloblu siglato su rigore da Giovinco. Fiorentina che sfiora la tanto agognata vittoria in trasferta ma rimane sopra di due lunghezze rispetto al Parma.
Diverse sorprese nei due undici iniziali. Donadoni deve fare a meno di Lucarelli dietro, Musacci e Gobbi a centrocampo, Floccari, Palladino e Marques in attacco. Dietro c’è il giovane Ferrario, in mezzo al campo spazio a Valdes mentre in avanti accanto a Giovinco c’è Okaka che vince così il ballottaggio con Biabiany. La Fiorentina invece deve fare i conti con la pesante defezione di Jovetic, trascinatore dei viola sin qui. Delio Rossi dà fiducia a Lazzari dietro la punta Amauri, con Cerci lasciato in panchina. Rientra invece Behrami, mentre dietro il giovane Camporese viene schierato a sorpresa rispetto alla vigilia.
Inizio di gara con la protesta annunciata alla vigilia, ossia pañolada e fischietti per rispondere agli errori arbitrali subiti dal Parma domenica contro il Napoli. Nella prima mezz’ora di spettacolo c’è davvero poco, ossia uno svarione di Camporese che per poco non causa un’autorete. Provvidenziale, in questo caso, l’intervento di Boruc. Alla mezz’ora ancora Camporese protagonista in negativo: stavolta tiene in gioco Okaka su assist di Giovinco, l’attaccante di casa prima colpisce Boruc poi di sinistro insacca. La Fiorentina reagisce con Pasqual e Cassani, ma in entrambi i casi la palla si perde a lato. Il primo tempo si chiude così 1-0, con Amauri mai pericoloso dalle parti del portiere emiliano.
Nella ripresa, dopo appena 10’, Rossi cambia, ridisegnando la squadra con un 4-3-3 togliendo un non eccezionale Camporese ed inserendo il più dinamico Cerci. E il pari arriva poco dopo: calcio di punizione di Vargas che trova Nastasic pronto ad insaccare di testa sul secondo palo. Il tutto con la complicità di una difesa, quella del Parma, disattenta. Biabiany rileva subito Okaka tra i gialloblu che puntano decisi a ritornare in vantaggio ma il tentativo di pallonetto di Giovinco è bloccato da Boruc. Passano i minuti e il match diventa sempre più interessante con i toscani che trovano l’acuto vincente: merito di Cerci, spesso criticato in questa stagione dai tifosi, il quale di prima intenzione calcia verso la porta del Parma trovando la rete del sorpasso.
Donadoni prova a dare maggiore dinamicità giocandosi la carta Valiani, ma a procurarsi l’episodio dal quale scaturirà il pareggio è Giovinco, strattonato in area da Cassani. Dal dischetto la formica atomica non sbaglia per il 2-2. Poco dopo ecco l’espulsione prima data e poi ritirata da Rizzoli: Nastasic contrasta irregolarmente Giovinco, l’arbitro viene tratto in inganno da Behrami che si trova nelle vicinanze beccandosi il secondo giallo con conseguente rosso. Ma il fair play della panchina di casa fa si che la decisione venga ritirata. Non accadrà più nulla: pareggio giusto tra due squadre che hanno offerto un buono spettacolo nonostante le numerose assenze.
Interessante recupero di campionato oggi alle 18:30. Parma Fiorentina è la sfida che catalizzerà l’attenzione degli spettatori presenti dal “Tardini”. Gialloblù che ancora non hanno digerito il ko di domenica contro il Napoli con annessi errori arbitrali, considerata la buona prestazione profusa dai ragazzi di Roberto Donadoni. Dal canto suo la Fiorentina arriva dal successo interno contro il Cesena ma da una prestazione che non ha particolarmente entusiasmato i tifosi viola, che dunque oggi si attendono qualche buona giocata oltre ad un risultato positivo. Situazione non ottimale per Donadoni, il quale dovrà rinunciare in attacco a Floccari, Palladino e Marques. Al suo posto giocherà uno tra Bianiany e Okaka: il dubbio a quanto pare verrà sciolto all’ultimo istante, ma il primo appare favorito.
In difesa convocato il giovane Ferrario, considerato anche che i tre centrali non sono al top. In mezzo al campo Morrone e Valiani si contendono il posto lasciato vacante da Musacci, mentre è out Gobbi, ex di turno. Il 3-5-2 prevede, davanti a Mirante, un trio difensivo formato da Zaccardo, Paletta e Santacroce. In mezzo al campo Mariga, Galloppa e presumibilmente Valiani, con Jonathan e Modesto esterni. In avanti Bianiany e Giovinco.
Dall’altra parte Delio Rossi dovrà fare i conti con un’assenza piuttosto pesante, quella dell’infortunato Jovetic, la quale si aggiunge a quella di Kroldrup in difesa. Spazio dal 1′ dunque a Cerci. Per il resto c’è da registrare il rientro di Olivera, il quale tuttavia dovrebbe finire in panchina. Nel 3-4-2-1 del tecnico viola, davanti al portiere Boruc, linea difensiva formata da Gamberini, Natali e Nastasic. A centrocampo Behrami e Montolivo agiranno centralmente, con Cassani e Pasqual esterni. In avanti Cerci e Vargas agiranno alle spalle di Amauri.
Tre i recuperi giocati in Serie B e valevoli per la venticinquesima e la ventiseiesima giornata. Non sbaglia il Pescara di Zdenek Zeman che batte 2-0 la Juve Stabia ed è adesso ad un solo punto dal Torino capolista. In zona play off crolla il Padova a Modena, mentre la Sampdoria risale superando di misura l’Empoli.
SAMPDORIA-EMPOLI 1-0: Momento indubbiamente positivo per la Sampdoria che centra un’altra vittoria, stavolta ai danni dell’Empoli, portandosi cosi a cinque lunghezze dai play off. Per i toscani è il primo ko dopo il ritorno sulla panchina di Aglietti. Iachini cambia rispetto all’ultima uscita: dentro Laczko e Obiang, fuori Costa e Krsticic. Nell’Empoli invece ecco dal 1’ Dossena, Buscè, Ficagna e Dumitru. Non passa nemmeno 1’ che i doriani sfiorano il vantaggio, ma Munari non riesce da buona posizione a concludere in rete.
Al 4’ ci prova invece Soriano che però si fa ipnotizzare da Dossena non riuscendo a calciare con precisione verso la porta avversaria. Poco dopo è invece l’Empoli a sfiorare il gol, ma Tavano vede respingersi la conclusione da Romero. Due occasioni prima della fine del tempo: prima Lazzari si vede chiudere la porta da Romero, poi Pozzi di testa non riesce a superare Dossena. Nella ripresa si vede una Sampdoria più convinta, con Gastaldello e Pozzi che sfiorano il gol. Ma a metà tempo la rete arriva: Soriano serve Gastaldello che in tuffo supera Dossena. Nulla da fare per l’Empoli che deve arrendersi.
MODENA-PADOVA 2-1: Successo in rimonta per il Modena di Bergodi il quale centra la seconda vittoria dopo il suo ritorno sulla panchina gialloblù. Non riesce a sfruttare il vantaggio maturato nel primo tempo invece il Padova, incapace di reagire al ritorno dei padroni di casa. Biancorossi che trovano il gol all’11 con Ruopolo, ma l’arbitro Tozzi annulla causa un tocco di mano dell’attaccante. Appena dopo la mezz’ora però è Legati a superare Caglioni e stavolta il gol è regolare. Il Modena abbozza una reazione ma senza creare grosse palle gol. Ad inizio ripresa la squadra ospite si presenta in campo con il giovane Perin tra i pali al posto di Pelizzoli. Il Modena vuole giocarsi il tutto per tutto e Bergodi inserisce anche Cellini al posto di Milani. Mossa più azzeccata non poteva esserci visto che l’ex attaccante del Varese al minuto 28 si conquistata un calcio di rigore causa un intervento falloso di Portin. Dal dischetto Di Gennaro impeccabile. Un gol che rinvigorisce i padroni di casa che al 36’ centrano il sorpasso: Dalla Bona lancia alla perfezione Ardemagni il quale, partito sul filo del fuorigioco, batte il portiere. Non accade più nulla sino alla fine e per il Modena sono tre punti veramente importanti.
PESCARA-JUVE-STABIA 2-0 : Si gioca sotto il diluvio ma pur non brillando il Pescara la spunta per 2-0. Match che si sblocca già al 18’ con Dicuonzo che colpisce la palla di mano in area nel tentativo di anticipare Insigne. Dal dischetto Immobile non sbaglia realizzando così il gol numero ventuno in stagione. Il Pescara a questo punto prende coraggio mentre la Juve Stabia accusa visibilmente il colpo. Almeno sino ad inizio ripresa quando la squadra di Braglia rialza la china ed avrebbe una buona occasione con Biraghi il quale non sfrutta a dovere un buon assist di Mbakogu. Zeman, vedendo i suoi in difficoltà, passa ad un più classico 4-4-2 inserendo Martin al posto di Sansovini. Risponde Braglia che si gioca la carta Danilevicius. I campani alzano il baricentro e il Pescara ne approfitta a 5’ dal termine con Kone, il quale sfrutta al meglio un lancio dalle retrovie calciando verso la porta avversaria con Colombi che respinge, sulla palla interviene ancora l’ivoriano che di testa insacca.
E’ un momento decisamente delicato in casa Roma. In una settimana è successo un po’ di tutto: l’esclusione di De Rossi, con conseguente fragorosa sconfitta, in quel di Bergamo, il ko nel derby giocato quasi per intero in inferiorità numerica, l’infortunio che comprometterà la restante parte di stagione del difensore Juan e quello di Pjanic che dovrà rimanere fuori per almeno tre settimane, le pesanti critiche dei tifosi all’indirizzo di Luis Enrique, reo di aver fallito ancora una volta un appuntamento fondamentale dell’annata calcistica. E come se non bastasse, nelle ultime ore, ecco la notizia del contatto, risalente ad un mese fa, tra Andrè Villas Boas e il dg dei giallorossi Franco Baldini. Una rivelazione che complica ancora di più il rapporto con Luis Enrique e che chiama in causa anche l’Inter, da diverso tempo interessata all’allenatore portoghese.
L’incontro tra Baldini e l’ex allenatore del Chelsea sarebbe avvenuto il mese scorso, e i due a cena vicino alla residenza londinese dell’ex dirigente del Real Madrid, avrebbero parlato del futuro della squadra giallorossa. L’interesse per il trainer portoghese però risalirebbe all’estate scorsa, ma l’elevata clausola rescissoria fissata dal Porto, pari a 15 milioni di euro, fece saltare il tutto e la dirigenza capitolina virò decisa su Luis Enrique. Il quale, a quanto pare, non avrà vita troppo lunga nella capitale. Per questo l’incontro con Villas Boas, il quale si sarebbe detto entusiasta di sedere la panchina della Roma dalla prossima estate, rilanciandosi cosi dopo l’esperienza, non troppo convincente, in Inghilterra. Di certo una notizia accolta come una doccia fredda da parte del presidente dell’Inter Massimo Moratti, che vede nel tecnico portoghese il successore di Ranieri e l’erede perfetto di Jose Mourinho. Come l’ha accolta invece Luis Enrique? Di sicuro non troppo bene, ma i risultati sinora sono stati assai deludenti. Va bene pensare al futuro, ma prima c’è da guardare al presente. Sempre se, per lo spagnolo, ci sarà un domani in giallorosso.