Autore: francescof

  • Balletto Fabregas, rigore generoso e gesto dell’ombrello. Forti si, leali no

    Balletto Fabregas, rigore generoso e gesto dell’ombrello. Forti si, leali no

    Tra meno di una settimana Barcellona e Real Madrid, le due squadre considerate da più parti come le migliori d’Europa, gli esempi da seguire, si troveranno per l’ennesima volta l’una di fronte all’altra. Dopo i confronti nelle Coppe nazionali e nel match di andata in campionato, potrebbe essere questo l’ultimo confronto stagionale. O il penultimo qualora le due superassero le semifinali di Champions League. Ma le due compagini, distanziate da appena quattro punti in classifica, con gli uomini di Mourinho attualmente in testa, arrivano da momenti un po’ simili. Innanzitutto per via delle vittorie non semplici.

    Il Real Madrid ha piegato 3 a 1 lo Sporting Gijon ma dopo aver sofferto per un tempo ed essere andato addirittura sotto. Ancora di più ha rischiato il Barcellona, vittorioso in casa del Levante con uno striminzito 2 a 1 che ha lasciato grossi strascichi polemici. Ciò a causa del rigore regalato ai blaugrana e che ha consentito così a Messi di sbloccare un match divenuto difficilissimo per via della grande voglia messa in campo dagli avversari. Ancora una volta dunque Barcellona al centro di favoritismi arbitrali, cosa che stona molto considerando la forza della squadra di Guardiola.

    Ma un’altra curiosità che ha catturato l’attenzione di molti è stato anche il balletto di Fabregas in occasione di un calcio di punizione in favore dei catalani sul punteggio di 1 a 1: il giocatore del Barcellona infatti per ostruire la visuale al portiere avversario, con Messi sul punto di battuta, si è piazzato accanto alla barriera inscenando un ballo che ha ricordato tanto quello di Dudek contro il Milan nella finale di Champions League persa contro il Liverpool.

    Se una squadra di questo calibro deve ricorrere a questi mezzucci poco leali, poi rivelatisi inutili, vuol dire che c’è da riflettere. Tanto nervosismo invece per Jose Mourinho nel corso della sfida vinta 3 a 1 contro il Gijon. Dopo un inizio apparentemente tranquillo il tecnico portoghese ha cominciato a dare in escandescenza, prima prendendosela contro l’allenatore avversario ed accusandolo, con un chiaro gesto, di essere pazzo, poi ha da ridire più volte contro l’arbitro e perfino contro un proprio giocatore, Sergio Ramos, reo di aver buttato la palla fuori con un avversario a terra.

    Josè Mourinho © JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images

    Un nervosismo durato a lungo e che Mourinho ha cominciato a sfogare dopo il gol del 2 a 1 e ancor di più dopo il 3 a 1 messo a segno da Benzema, quando ha rivolto un chiaro gesto dell’ombrello ai rivali. Una caduta di stile indubbiamente, segno di un autocontrollo che manca ma soprattutto figlio di un nervosismo dovuto ad una settimana ricca di appuntamenti decisivi: prima la sfida di Champions contro il temibile Bayern Monaco, e poi nel weekend l’incubo Barcellona, squadra mai battuta in stagione ed avversario oramai divenuto davvero proibitivo.

    Da ambedue le parti però è affiorata molta tensione e comportamenti sleali che di sicuro non sono da seguire. Peccato perché Barcellona e Real Madrid appaiono le formazioni, almeno sul campo, migliori di tutte in Europa, e certi atteggiamenti di certo non fanno bene a loro e ai supporters.

    Ecco il video del balletto di Fabregas che tanto ha fatto discutere in Spagna nel post partita:
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    Questo invece il rigore regalato al Barcellona contro il Levante:
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    Infine ecco una clip che raccoglie il comportamento di Mourinho nella sfida contro lo Sporting Gijon:
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  • Conte, il rinnovo con la Juve passa da precise garanzie

    Conte, il rinnovo con la Juve passa da precise garanzie

    Un contratto in scadenza nel 2013 e un rinnovo, dato da molti come certo, che ancora non arriva. Il legame tra Antonio Conte e la Juventus è ancora destinato a durare. L’accordo si raggiungerà, ma non automaticamente come qualcuno pensava dopo la strepitosa cavalcata dei bianconeri, in testa alla Serie A e finalisti di Coppa Italia. L’allenatore pugliese infatti vorrebbe precise garanzie dal punto di vista tecnico prima ed economico dopo. Solo in seguito al raggiungimento di alcuni accordi il prolungamento diverrebbe certezza e il matrimonio tra le due parti potrebbe continuare.

    La prima garanzia richiesta da Conte è quella relativa al mercato. Il trainer bianconero vuole essere maggiormente coinvolto, e ciò potrebbe alla fine risultare positivo per la società che in tal modo non rischierebbe di sprecare inutili risorse come accaduto ad esempio nella scorsa estate con Elia, mai impiegato. Conte avrebbe già fatto un paio di nomi: sono quelli degli attaccanti di Fiorentina e Siena Stefan Jovetic e Mattia Destro. Due giocatori che ben si adatterebbero per caratteristiche ai moduli dell’allenatore bianconero.

    Antonio Conte © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    Ma non solo parco giocatori: Conte infatti vuole anche allargare il suo staff, inserendo un paio di persone di fiducia. Tra queste Giorgio Perinetti, attualmente direttore generale del Siena. Ma su questo punto molto probabilmente non verrà accontentato: Beppe Marotta infatti è considerato un punto fermo, e dunque non verrà sacrificato ed anzi, si vuole puntare proprio su di lui per costruire una Juventus competitiva su più fronti il prossimo anno.

    Terzo aspetto è quello economico. Al momento Conte, bonus compresi, arriverebbe ad un ingaggio di 1 milione e mezzo di euro. E punta, dopo l’ottima stagione disputata sin qui e a seguito delle tante responsabilità che si è assunto anche a livello mediatico, di arrivare almeno a due milioni e mezzo di euro. Su questo punto di vista però la società che fa capo ad Andrea Agnelli potrebbe rispondere positivamente.

  • Reggina, ritorno al passato. Via Gregucci torna Breda

    Reggina, ritorno al passato. Via Gregucci torna Breda

    La Reggina cambia ancora. Un ritorno al passato in panchina, visto che a guidare la squadra sarà di nuovo Roberto Breda, esonerato lo scorso 6 gennaio dopo il pareggio a reti bianche nel corso dell’ultima giornata di andata contro il Vicenza. Costa carissimo dunque il pareggio subito a tempo scaduto nel derby di Calabria contro il Crotone ad Angelo Gregucci, sollevato dall’incarico dopo un cammino tutt’altro che eccezionale, considerando che in tredici gare e mezza, in virtù del fatto che quella con il Torino si è conclusa dopo un tempo con i granata avanti di un gol, ha conquistato appena 17 punti, con la squadra che praticamente ha perso quota in classifica scivolando addirittura in decima posizione.

    Play off praticamente compromessi, anche se il mercato di gennaio aveva convinto davvero poco i tifosi amaranto, specie dopo la cessione del pezzo pregiato Missiroli finito ai concorrenti del Sassuolo. La scelta di Gregucci non aveva entusiasmato molto la piazza, specie ultimamente che gli amaranto hanno fallito nelle due sfide decisive con Varese e Brescia. Il patron degli amaranto Lillo Foti a questo punto ha decisiso di richiamare Breda, decisione già nell’aria da sabato sera, considerando che lo stesso sino a fine stagione era comunque a libro paga degli amaranto, chiamati ormai ad onorare nel migliore dei modi questo finale di stagione, considerando che il raggiungimento degli spareggi è pura utopia.

    Roberto Breda | © Marco Luzzani/Getty Images

    Con sette gare e mezzo da giocare e otto punti di distacco il cammino non è semplice, specie se a breve si affronteranno, tra le altre, anche il Verona primo in classifica, la lanciatissima Sampdoria e un Sassuolo voglioso di puntare in alto, senza dimenticare il secondo tempo di Torino. Servirebbe un miracolo insomma, ma al momento il desiderio dei tifosi reggini, già a partire dalla trasferta di sabato prossimo a Nocera Inferiore, è quello di vedere la propria squadra lottare e provarci sino all’ultimo istante.

  • America’s Cup, polemiche a Napoli per il rinvio di ieri

    America’s Cup, polemiche a Napoli per il rinvio di ieri

    Le regate annullate ieri causa pioggia e vento hanno scatenato una vera e propria ridda di polemiche a Napoli. La giornata di sabato era quella più attesa da appassionati e addetti ai lavori e dopo l’annuncio degli americani di annullare le regate senza attendere l’evolversi della situazione ha infiammato un po’ tutti gli uffici dirigenziali della manifestazione. E sì perché il maltempo è durato giusto fino all’ora di pranzo visto che successivamente sul capoluogo campano c’è stato anche sprazzo di sole. Ma nonostante tutto gli statunitensi hanno deciso di non tornare indietro sulla decisione, scatenando così le ire di tantissime persone.

    Primo fra tutti il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro che a Repubblica non ha risparmiato diverse frecciatine nei confronti degli organizzatori. «Il diavolo ci ha messo la coda – ha dichiarato – ma c’è stata anche un po’ di superficialità e di fretta nel prendere decisioni che per noi napoletani hanno un peso diverso. Oggi sicuramente al largo c’era mare grosso ma sottocosta dove c’è il campo di gara, assolutamente no. Nell’era del virtuale abbiamo assistito oggi a una tempesta virtuale — ha continuato — I danni della mancata disputa della regata sono stati invece reali, sia per gli spettatori che per il nostro progetto. Siamo stati privati di un altro giorno di dirette televisive nazionali e sul web e di due regate di flotta che non verranno recuperate nemmeno domenica. Resto dell’opinione del successo dell’evento ma penso che per il 2013 qualcosa da rivedere ci sia».

    Il display che segna il rinvio delle regate © MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images

    Presente ieri a Napoli anche il sindaco di Venezia, città che ospiterà a maggio le World Series, Giorgio Orsoni. «Dovremo rivedere i contratti per la parte degli sponsor, delle televisioni – ha dichiarato – anzi stiamo ragionando per fare fronte comune e ridiscutere delle condizioni contrattuali. Dobbiamo migliorare la manifestazione. E’ stata una buona idea chiedere di concentrare le regate solo nel week end – continua il primo cittadino di Venezia – ma è anche con l’esperienza che si aguzza l’ingegno».

  • Morte Morosini, è polemica ambulanza bloccata dai vigili urbani

    Morte Morosini, è polemica ambulanza bloccata dai vigili urbani

    La morte del centrocampista del Livorno Piermario Morosini lascia degli interrogativi dovuti ai soccorsi. L’ambulanza infatti ha impiegato diversi minuti, circa 3 o 4, prima di fare il proprio ingresso sul manto erboso dell’Adriatico e permettere al 25enne giocatore amaranto di essere trasportato verso l’ospedale cittadino. Il motivo? Una macchina dei vigili urbani ostruiva l’ingresso sul campo da gioco. E così si sono persi secondi, per alcuni ininfluenti, per altri importanti, fatto sta che diverse persone presenti hanno immortalato la scena.

    Ci hanno pensato i vigili del fuoco a rompere uno dei vetri dell’autovettura, abbassando così il freno a mano e spingendo il mezzo in modo da rimuoverlo dal punto d’ingresso al campo da gioco e lasciando cosi lo spazio all’ambulanza affinché facesse ingresso sul terreno. Basti pensare che la barella è arrivata in campo attraverso l’ausilio di alcuni giocatori del Pescara che hanno intuito il tutto e si sono lanciati verso la zona in cui era ferma l’ambulanza.

    Pescara – Livorno l'arrivo dell'ambulanza
    Tanto è bastato per scatenare proteste e indignazioni sul web, nonostante per il primario di cardiologia dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, Leonardo Paloscia, tale ritardo non sia risultato decisivo ai fini della salvezza di Morosini.

    Nonostante tutto però il Comune di Pescara avvierà un’indagine interna e aiuterà l’autorità giudiziaria al fine di far luce sulla vicenda in questione. Proprio in queste ore, tra l’altro, è in corso una riunione presso la sede dei vigili urbani di Pescara per ricostruire gli attimi che hanno portato alla morte di Piermario Morosini, durante Pescara Livorno. Presenti il comandante Carlo Maggitti, l’assessore alla Sanità del Comune abruzzese Roberto Renzetti ed esponenti delle forze di polizia. Nelle prossime ore sono attese novità in tal senso, ma in questo caso è chiara e palese la responsabilità di chi ha lasciato l’auto in un punto cosi strategico facendo perdere ai soccorritori secondi importanti.

    Video Piermario Morosini si accascia in campo
    La Serie A si ferma per la morte di Morosini

  • Verona, vittoria e primo posto. La Samp intravede i play off

    Verona, vittoria e primo posto. La Samp intravede i play off

    In un sabato funestato dalla morte del centrocampista livornese Piermario Morosini sul campo del Pescara, il Verona coglie tre punti d’oro contro il Bari riconquistando la vetta. Bella vittoria della Sampdoria sul Brescia mentre il Varese agguanta un buon pari sul campo del Modena. In pieno recupero il Crotone strappa un punto alla Reggina nel derby di Calabria mentre le imprese di giornata sono firmante da Ascoli e Nocerina, capaci di espugnare Cittadella e Grosseto. Un punto a testa invece per Gubbio e Vicenza.

    CITTADELLA-ASCOLI 1-3 : Importantissima vittoria in chiave salvezza per l’Ascoli che espugna il campo di un Cittadella ormai tranquillo e rilancia le proprie ambizioni di permanenza in Serie B. Dopo 40’ piuttosto gradevoli con occasioni da una parte e dall’altra, ecco il gol dei marchigiani: punizione di Pederzoli ben raccolta da Papa Waigo il quale supera Cordaz. Si va così al riposo con i bianconeri avanti di una rete. Nella ripresa immediata la reazione dei veneti: due volte Di Nardo va vicinissimo al gol ma Guarna è bravo a dirgli di no. Poco dopo l’Ascoli chiude il match: prima un diagonale di Soncin e poi Parfait, abile a raccogliere la palla dopo che ha toccato la traversa e a metterla dentro, fissano il punteggio sullo 0-3. Di Nardo riapre il match al 24’ ma non basta: l’Ascoli centra il colpaccio.

    GROSSETO-NOCERINA 1-2 : Continua il buon momento della Nocerina che centra il colpaccio in casa di un Grosseto al sesto ko intero stagionali. Dopo un gol annullato a Sforzini in apertura sono i campani a passare in vantaggio: Farias serve un ottimo assist a Laverone che con un bel diagonale supera Viotti. Il Grosseto dopo 20’ pareggia: angoli di Caridi e colpo di testa di Sforzini. Nella ripresa, al 24’, il gol vittoria dei rossoneri: Farias manda in tilt la difesa toscana e serve Laverone il quale evita l’intervento di Calderoni e deposita in rete. Nel finale Lupoli ci prova, ma Concetti è bravo ad opporsi.

    GUBBIO-VICENZA 1-1: Un pareggio, quello di Gubbio, che premia solo il Vicenza, capace di fare un piccolo passo in avanti e di respirare in un momento di grande difficoltà. Gli umbri ci hanno provato ma quest’ennesimo stop rischia di far svanire le possibilità di salvezza. Accade tutto sul finire del primo tempo: prima è il nigeriano Nwankwo a portare avanti i suoi con un bel tiro a giro, poco dopo Mustacchio approfitta di una dormita della difesa avversaria permettendo cosi ai veniti di fare l’1-1. Nella ripresa Gubbio all’assalto con due traverse di Almici e Cottafava, due proteste per degli interventi irregolari su Ciofani in area di rigore e una grossa palla gol fallita da Graffiedi.

    MODENA-VARESE 2-2: Pari in rimonta per il Varese in casa di una delle squadre più in forma del momento, il Modena Lombardi avanti al 24’ con Terlizzi, abile di testa ad insaccare un pallone vagante in area di rigore. Prima della fine del tempo però una perla di Ardemagni regala ai modenesi il gol del pareggio. Canarini che al 9’ della ripresa operano il sorpasso con Cellini, ex di turno, che raccoglie al meglio un assist di Di Gennaro e insacca. Nel finale però De Luca è bravo ad anticipare di testa Perticone e insaccare cosi la palla che vale il 2 a 2.

    Gol Reggina © Maurizio Lagana/Getty Images

    REGGINA-CROTONE 1-1: Accade tutto nel recupero dei due tempi tra Reggina e Crotone. Un derby, quello di Calabria, che si conclude con un gol per parte e ben 9 cartellini, tre dei quali rossi. Crotone pericoloso per primo con Sansone mentre la Reggina si fa viva alla mezz’ora con Bonazzoli ma Abruzzese salva tutto mettendo in angolo. Nel recupero in gol i padroni di casa: angolo di Barillà raccolto da Angella che tutto solo di testa non sbaglia. Nel tunnel degli spogliatoi lite tra Cosenza e Gabionetta: l’arbitro vede tutto e li espelle. Stessa sorte tocca al 9’ a Bonazzoli che per proteste viene costretto a lasciare in campo. Gli assalti dei pitagorici sembrano vani, specie quando Belardi di oppone a Florenzi nel recupero. Ma su cross di Galardo è Pettinari, a tempo quasi scaduto, a far pareggiare i crotonesi.

    SAMPDORIA-BRESCIA 2-0: Sampdoria nuovamente vicina ai play off. Merito del successo sul Brescia che vale tantissimo considerando anche gli stop di Varese e Padova. Si ferma dopo un mese cosi la striscia positiva delle Rondinelle. Blucerchiati avanti già al 12’ quando Renan serve Pozzi il quale da distanza ravvicinata fa secco Arcari. Il portiere del Brescia tiene a galla i suoi contro Eder e Pozzi ma in avanti la formazione di Calori non si fa vedere quasi mai. Nella ripresa però ci prova Mandorlini, con Romeo che però respinge alla grande. Il Brescia attacca ma viene punito quando Eder imbecca Foggia il quale beffa in uscita Arcari. Non accade più nulla. La Sampdoria continua a sognare.

    VERONA-BARI 4-1: Vittoria in rimonta per il Verone che cala il poker nei confronti di un Bari che nonostante il punteggio finale dà grande filo da torcere agli scaligeri. Pugliesi avanti per primi con una grande punizione di De Falco che non lascia scampo a Rafael. Il Verona pian piano si rialza tanto da riuscire a trovare il pari con Gomez. Ma il Bari prima della fine del tempo protesta per un fallo di Mareco su Stoian. Il rigore ci stava. Nella ripresa il Verona completa la rimonta trovando il vantaggio sugli sviluppi di un rigore concesso dall’arbitro per un fallo di Scavone su Ceccarelli. Dal dischetto Berrettoni non sbaglia. E cosi i veronesi dilagano: Bjelanovic raccoglie un assist di Gome e al 9’ fa 3 a 1 mentre due minuti dopo fa tutto da solo con un bel pallonetto su Lamanna. Finisce così 4 a 1.

  • America’s Cup, a Napoli tutto pronto per le World Series

    America’s Cup, a Napoli tutto pronto per le World Series

    Tutto pronto a Napoli per le World Series dell’America’s Cup che avranno luogo da mercoledì 11 a domenica 15. Cinque giorni nei quali il capoluogo campano sarà la capitale mondiale della vela per la gioia dei tanti appassionati del nostro Paese. Le World Series sono un circuito di regate che ha già portato e che porterà l’azione classica della Coppa in alcune delle località più rinomate al mondo, visto che dopo Napoli, nel mese di maggio, toccherà anche a Venezia. Tale manifestazione permetterà ai team e ai loro velisti di prepararsi in vista della Louis Vuitton Cup, delle Defender Series e delle finali dell’America’s Cup.

    Un’occasione unica anche per far avvicinare alta gente all’America’s Cup e per le imbarcazioni un’occasione unica visto ogni frazione si comporrà di regate di flotta e duelli di match race, utili per testare l’abilità degli equipaggi come mai fatto in precedenza. L’evento potrà contare sulla presenza di ben nove barche, provenienti da sette nazioni diverse. Prenderanno parte alla contesa Luna Rossa Challenge, con due barche i cui skipper sono Paul Campbell James e Chris Draper; Artemis Racing, con lo skipper Terry Hutchinson; China Team, con lo skipper Fred Le Peutrec; Emirates Team New Zealand, con lo skipper Dean Barker; Energy Team, con lo skipper Yann Guichard; Oracle Racing con due barche, guidate da James Spithill e Darren Bundock; Team Korea, con lo skipper Nathan Outteridge.

    Oracle © Ezra Shaw/Getty Images

    Gli esperti prevedono delle regate molto combattute, specie in virtù della situazione di classifica che vede Oracle Racing ed Emirates Team New Zealand, separati da un solo punto dopo i primi tre appuntamenti dell’AC World Series 2011-2012 che si sno svolti nel corso dei mesi passati. Ricordiamo che a San Francisco si svolgerà nel corso del 2013 la Coppa America vera e propria, in cui il vincitore della Louis Vutton Cup, ovvero il vincitore selle A.C. World Series, si misurerà il defender BMW Oracle, cioè il team che ha vinto la coppa nel 2010, a bordo di catamarani di 72 piedi.

    La nuova Luna Rossa cerca conferme nelle acque di Napoli
    Il programma dell’America’s Cup Napoli 2012

  • L’Albinoleffe cambia ancora. Esonerato Salvioni, promosso Pala

    L’Albinoleffe cambia ancora. Esonerato Salvioni, promosso Pala

    Ennesimo cambio di panchina in Serie B. Stavolta arriva dalla Lombardia e precisamente dall’Albinoleffe, formazione attualmente ultima in classifica con appena 25 punti all’attivo. La società bergamasca infatti ha deciso di sollevare dall’incarico Valter Alessandro Salvioni, il quale nel corso della stagione era subentrato a sua volta a Daniele Fortunato. Ma le sei sconfitte di fila, per ultima quella di sabato pomeriggio contro l’Ascoli nello scontro diretto, sono costate molto care tanto che la società ha deciso di cambiare nel tentativo di dare una sterzata ad una situazione comunque complicata, con la squadra con un piede in Lega Pro dopo ben nove stagioni consecutive in cadetteria.

    Al fine di sostituire Salvioni la società ha deciso di promuovere il tecnico della Primavera Alessio Pala. Un po’ come accaduto all’Inter con Stramaccioni dunque, anche se le situazioni di classifica sono tutt’altro che uguali. Pala tra l’altro sarà affiancato dall’allenatore in seconda Ruben Garlini, dal preparatore atletico Sergio Bizioli e dall’allenatore dei portieri Giorgio Rocca. Il club bergamasco ha poi comunicato che la conduzione tecnica della squadra Primavera è stata affidata a Mirko Poloni.

    Valter Alessandro Salvioni © Marco Luzzani/Getty Images

    Un compito non semplice quello che attende Alessio Pala, 46enne originario di Padazzano, cittadina in provincia di Bergamo, allenatore di una Primavera, quella dell’Albinoleffe, che ha fatto vedere buone cose nel proprio campionato essendo quinta a solo cinque punti dalla capolista Inter e a due dal Milan. Il compito non sarà dei più agevoli: ad otto giornate dalla fine ci sono da recuperare sette punti per cercare di giocarsi la permanenza ai play out mentre se ne dovrebbero recuperare ben otto al fine di salvarsi direttamente.

    Un’impresa durissima dunque anche se non impossibile: ci saranno da giocare cinque partite in casa e tre fuori. Match non facili, specie quelli interni visto che ci sono da sfidare Brescia, Verona e Torino, squadre in lotta per la promozione in Serie A. Molto però potrebbe dipendere dalle trasferte di Gubbio e Nocera. Di sicuro il compito di Pala non sarà facile, ma vale la pena provarci comunque.

  • Lecce – Roma 4-2, Muriel spegne i sogni Champions

    Lecce – Roma 4-2, Muriel spegne i sogni Champions

    Un Lecce a dir poco sontuoso travolge la Roma e continua a sperare nella salvezza. Tre punti importanti per la formazione di Serse Cosmi che non vuole mollare e sembra l’unica squadra, in fondo alla classifica, a potersi tirare fuori. Per i capitolini invece un tonfo inaspettato, specie nelle proporzioni. Nonostante tutto Luis Enrique non sembra intenzionato a dimettersi anche se il cammino verso la Champions League adesso si complica maledettamente. Decisivi ai fini della vittoria finale Muriel e Di Michele, autori di una doppietta a testa. Troppo tardi arriva la reazione ospite con Bojan e Lamela: ma di punti non ne sono arrivati.

    Non ci sono grosse sorprese nei due undici titolari. Nella Roma gioca Lamela e non Pjanic dietro le punte mentre in difesa Rosi è preferito a Taddei. Lecce che invece scende in campo con l’undici previsto. I padroni di casa cominciano con molta aggressività non facendo ragionare i capitolini.

    Quanto basta per mettere in grossa difficoltà la formazione di Luis Enrique che non riesce mai a pungere, complice anche le defezioni di Totti e Borini. Al 22’ i pugliesi passano: Giacomazzi imbecca Muriel il quale davanti a Stekelenburg non sbaglia. La Roma sbanda e il Lecce la punisce ancora: ancora Giacomazzi, stavolta forse in posizione di fuorigioco, serve Di Michele il quale non ha  problemi a sfiorare la rete. Unico sussulto di marca romanista un tiro di Gago respinto da Benassi.

    Luis Muriel © Maurizio Lagana/Getty Images

    Ad inizio ripresa il Lecce anziché controllare decidono di chiudere anzitempo al contesa. Muriel scappa via sulla destra e si accentra con un bel colpo di tacco scavalcando di sinistro Stekelenburg. Il 3 a 0 di fatto stende i giallorossi di Luis Enrique che poco dopo addirittura si vedono calare il poker: Heinze ferma irregolarmente Muriel e l’arbitro assegna il calcio di rigore che Di Michele non fallisce. Solo a questo punto la Roma da segni di risveglio, complice anche un Lecce che si culla sul risultato ormai acquisito.

    Osvaldo e Gago vedono respingersi le insidie da Benassi il quale però nulla può su Bojan e Lamela, quest’ultimo abile ad infilarlo su calcio di punizione. Finisce cosi con la vittoria del Lecce anche se il contemporaneo successo della Fiorentina a Milano rende meno dolce il sapore di questi tre punti degli uomini di Cosmi.

    Le pagelle di Lecce Roma:
    Giacomazzi
    6,5: Due assist a coronamento di una prova di quantità e qualità in mezzo al campo.
    Muriel 8: Letteralmente incontenibile, anche se ormai non stupisce più. Stavolta propizia un calcio di rigore e segna anche un gol. Non si fa mancare nulla insomma.
    Di Michele 7,5: Bravo a calciare il rigore ma segna anche un altro gol. Altra prova maiuscola per lui.
    Benassi 7: Due grandi parate su Gago e una su Osvaldo: ci mette anche del suo nel successo leccese.
    Osvaldo 5,5: Ha una sola occasione ma non la sfrutta. Ma rispetto a qualche suo compagno qualcosa di buona, almeno come volontà, la combina.
    Bojan 5: Segna il gol del 4 a 1 ma fa poco altro: non riesce ad esprimersi al topo.
    Lamela 6: Un gol e un assist nel finale. Non basta per vincere e il suo risveglio è tardivo. Ma almeno c’è.
    Heinze 4,5: Disastroso. Sbaglia completamente tutto e Muriel lo mette costantemente in difficoltà.

    Il tabellino di Lecce Roma: 
    Lecce (3-5-2): Benassi 7; Oddo 6, Miglionico 6, Tomovic 6; Cuadrado 6 (17′ st Grossmuller 6), Blasi 6, Giacomazzi 6,5 (37′ st Bertolacci sv), Delvecchio 6, Brivio 6; Di Michele 7,5, Muriel 8 (29′ st Bojinov sv). In panchina: Petrachi, Di Matteo, Carrozzieri, Corvia. Allenatore: Cosmi 7
    Roma (4-3-3): Stekelenburg 5,5; Rosi 5, Kjaer 5, Heinze 4,5, Josè Angel 5; Gago 6, De Rossi 5, Marquinho 4,5; Lamela 6, Osvaldo 5,5, Bojan 5. In panchina: Curci, Taddei, Cicinho, Perrotta, Viviani, Pjanic, Tallo. Allenatore: Luis Enrique 4,5

    La video sintesi di Lecce Roma
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  • Lecce – Roma, le formazioni. Luis Enrique deve rinunciare a Totti

    Lecce – Roma, le formazioni. Luis Enrique deve rinunciare a Totti

    Una delle ultime chiamate in ottica salvezza per il Lecce che dopo il deludente pareggio interno contro il Cesena fanalino di coda chiede spazio alla Roma. Un impegno tutt’altro che agevole per gli uomini di Cosmi contro il team di Luis Enrique, galvanizzato dalla valanga di reti rifilate al Novara e che crede ancora nel terzo posto che vale i preliminari di Champions League, complice anche il cammino non impeccabile di chi sta davanti.

    Non tanti problemi di formazione per il tecnico dei salentini che oltre a Julio Sergio non dovrebbe avere grossi problemi, anche se persiste il dubbio relativo ad Esposito ancora non al top. Al rientro invece Obodo che ha smaltito i postumi dell’infortunio al ginocchio. Davanti a Benassi, nel 3-5-2 disegnato da Cosmi, agiranno Oddo, Miglionico e Tomovic in difesa. In mezzo al campo il trio formato da Giacomazzi, Blasi e Devecchio mentre sugli esterni il compito di pungere è assegnato a Cuadrado e Brivio. In avanti toccherà a Di Michele fare coppia con Muriel. Prevista panchina, almeno inizialmente, per Obodo e Bojinov.

    Totti e Luis Enrique © GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images

    Nella Roma invece non ci sarà, come noto da diversi giorni, il capitano Totti, causa un affaticamento al polpaccio sinistro. Out anche Borini, Simplicio, Cassetti, Greco, Juan, Burdisso e Lobont. Recupera invece il talentuoso Pjanic a centrocampo ma dovrebbe cominciare solamente dalla panchina. Nel 4-3-3 di Luis Enrique, davanti al portiere Stekelenburg agiranno Kjaer e Heinze centrali con Taddei e Josè Angel sulle corsie laterali. In mezzo al campo il trio formato da Gago, De Rossi e Marquinho, mentre in avanti il compito di bucare la difesa pugliese verrà affidato a Lamela, Osvaldo e Bojan.

    Lecce Roma, le probabili formazioni:
    Lecce (3-5-2): Benassi; Oddo, Miglionico, Tomovic; Cuadrado, Giacomazzi, Blasi, Delvecchio, Brivio; Muriel, Di Michele. In panchina: Petrachi, Di Matteo, Carrozzieri, Bertolacci, Obodo, Corvia, Bojinov. Allenatore: Cosmi
    Roma (4-3-3): Stekelenburg; Taddei, Kjaer, Heinze, Josè Angel; Gago, De Rossi, Marquinho; Lamela, Osvaldo, Bojan. In panchina: Curci, Rosi, Cicinho, Pjanic, Perrotta, Viviani, Tallo. Allenatore: Luis Enrique