Autore: Francesco Anesini

  • Rapallo Pallanuoto, Casanova e Tankeeva attente a quelle due

    Rapallo Pallanuoto, Casanova e Tankeeva attente a quelle due

    Un istituzione al centroboa per far crescere le giovani atleta provenienti dal sempre florido vivaio, questo è il progetto sportivo della Rapallo Nuoto per la stagione prossima a cominciare. Si perché la società del presidente Antonucci è riuscito nel grande colpo di ingaggiare Elisa Casanova, la quale ha deciso di posticipare ancora un po’ il suo ritiro dalle piscine per la gioia di tutti gli appassionati del settore.

    Casanova andrà ad inserirsi in un gruppo giovane a disposizione di Mister Luca Antonucci, il quale dopo la Coppa Italia al suo esordio sulla panchina ruentina continua il suo progetto di crescita dei gioiellini del vivaio rapallino sempre più protagoniste del campionato di Serie A1. La grande campionessa, arrivata dalla smobilitante Imperia, formerà una coppia devastante sui due metri offensivi della formazione gialloblu insieme a Tankeeva che metterà insieme una dose di potenza e tecnica difficilmente eguagliabile nel campionato italiano. Oltre a loro la dose d’esperienza e senso tattico verrà portato ancora da Alexsandra Cotti, la quale dovrà riprendersi dal brutto infortunio al ginocchio che le ha impedito di partecipare alla rassegna iridata di Kazan con il Setterosa, e Sonia Criscuolo capitano della squadra e attaccante oramai di riconosciuta qualità in posizione 4 e 5.

    Tra i pali gialloblù confermatissima Federica Lavi che sarà aiutata dal secondo colpo di mercato rapallino Maria Mariorino classe ’96, cresciuta pallanuotisticamente nella SIS Roma tra le cui fila ha disputato lo scorso campionato di A1 femminile. Mariorino andrà a sostituire Matilde Risso approdata in prestito al Como Nuoto in serie A2.Ultimo acquisto stagione è invece quello Eugenia Carlotta Arbus, 21 anni, interessante giocatrice capace di giocare sia in posizione 2 che in posizione 4. Nelle ultime due stagioni Eugenia Carlotta ha militato nelle file della Promogest, in serie A2.

    Elisa Casanova | Foto Web
    Elisa Casanova | Foto Web

    Per introdurre questa nuova stagione abbiamo scambiato qualche parola con il team manager della formazione ruentina, Claudio Patrone uomo simbolo della società gialloblù dove ha ricoperto molti ruoli dall’istruttore all’allenatore delle giovanili e dove oramai da qualche anno accompagna come factotum le ragazze in giro per Italia e Europa:

    Quali sono le tue sensazioni e i tuoi pensieri prima di questa stagione per la Rapallo Pallanuoto?

    “Sensazioni positive. L’anno scorso è stato un anno di transizione, e di crescita, dove la squadra ha fatto un ottimo campionato, con l’innesto di molte giovani, è la conferma di giocatrici che hanno portato la loro esperienza a servizio appunto delle più giovani. Quest’anno mi aspetto che le cose positive viste l’anno scorso continuino nella stessa direzione. Vogliamo continuare il percorso di innesto anche quest’anno, e sperare di essere a fine campionato nella parte più alta della classifica. Sarà sicuramente un campionato atipico, viste le tante pause, ma purtroppo l’anno olimpico è così”.

    Pensi che un acquisto come Casanova possa dare un contributo importante alla formazione delle giovani atlete rapalline?

    “Penso che sia sicuramente un ottimo acquisto. Atlete come lei, sono da esempio per le giovani. Avere 16-17 anni e poter palleggiare con atlete del suo calibro, puó solo che farti crescere. E poi tatticamente è un arma in più. Avere due centri come Tankeeva e Casanova, farà divertire la  difesa di qualsiasi squadra che andremo ad incontrare”.

    Oramai sei esperto nel ruolo di team manager quale è il più bel ricordo vissuto dalla panchina? E quale gol ricordi con più piacere?

    “Ricordi importanti ne ho tanti, e mi ritengo molto fortunato per questo. Anche perché sulla mia strada ho incrociato tanti allenatori. In primis Mario Sinatra, con cui sono cresciuto, Riccardo Tempestini, con cui mi sono evoluto nel modo di vedere la pallanuoto, e adesso con  Luca Antonucci, con cui collaboro in questo momento è che crede molto in questo nuovo percorso che la società sta realizzando. Sicuramente almeno tre momenti. Il primo, la finale di coppa len, vinta a Camogli. Perché e stata la prima volta che ci si affacciava in un contesto europeo, e perché è stata la finale perfetta. A inizio partita nessuno ci credeva, visto come era andata in Olanda. E invece si è vinto. E come si è vinto…..

    Il secondo, devo dire tutto l’anno passato con il Recco. È stato un anno fantastico, dove penso di aver vissuto la pallanuoto nel modo migliore che uno possa fare. Come mi piace dire, in quell’anno, ho visto la pallanuoto. Non solo nelle partite, ma negli allenamenti, nello studio delle partite. Diciamo che ogni squadra dovrebbe avere la possibilità di poter lavorare come si è fatto in quell’anno. Partendo dalla prima squadra, a tutte le giovanili.
    Il terzo, sicuramente lo scudetto con il Rapallo. E stata la rivincita di un gruppo, che per non si sa quale motivo è stato lasciato in mezzo alla strada da un giorno all’altro, e che con l’orgoglio e forza d’animo ha fatto il colpaccio. E poi tutti gli scudetti e non, con le giovanili, che alla fine ripagano di tutti i sacrifici che uno fa, per questo bellissimo sport”.

    Quale è la giocatrice che riporteresti a Rapallo o quello su cui investiresti per il futuro della società?

    “A Rapallo vorrei sicuramente riportare le tre Sisters. Bianconi-De Benigno-Cordaro. Perché con loro ho vissuto i momenti più belli, quelli degli inizi, quando eravamo una squadra di fenomeni d’acqua dolce, per non dire altro. E poi la giocatrice più Umile che esiste. Il pendolino da mano sbagliata. Dora Kisteleki.
    Sul futuro vedo molto bene Ioannou e Avegno, spero che possano crescere ancora di più quest’anno è che possano ambire presto ad un posto in nazionale maggiore. È poi la mia punta di diamante, Claudia Criscuolo. Per lei vorrei il massimo, ma dipende solo da lei”.

    Cosa ne pensi della situazione della pallanuoto in Italia, dammi un consiglio per promuovere al meglio il nostro sport

    “C’è bisogno sicuramente di più visibilità, di trovare il modo di farsi vedere di più. La Rai, può andare bene, ma penso che fare un esperimento con qualche altra emittente televisiva sia da provare. Mantenendo, se si può certi commentatori. Dario di Gennaro in primis. Per esempio come ha fatto Sky, che si è portato Guido Meda a commentare il Moto Gp. Per i giornali, è inutile, perché sono troppo legati agli sponsor, e quindi al calcio. Anche quando qualche altro sport fa risultato, vedo che sui giornali mettono sempre è solo in evidenza il Calcio. Anche l’anno del Recco, il giorno dopo aver vinto la Coppa Campioni, eravamo a pagina 27, della Gazzetta dello Sport, in un piccolo trafiletto. L’unica nostra colpa aver vinto la stessa sera di qualche derby calcistico. Quindi l’alternativa è buttarsi ancora di più sul web. E poi i social network.

    Con la mia società stiamo cercando di farci vedere il più possibile, ma purtroppo siamo sempre poco accattivanti come sport. Io lo dico sempre alle ragazze, su 13 una deve fare il provino per uomini e donne, oppure fidanzarsi con qualche calciatore. Solo così abbiamo la speranza di farci vedere e conoscere. Purtroppo è così”.

  • Acquachiara, De Crescenzo punta sui fratelli Luongo

    Acquachiara, De Crescenzo punta sui fratelli Luongo

    Una nuova stagione per una società sempre attenta e attiva sul mercato. L’Acquachiara si presenta ai nastri di partenza del campionato con alcune cessioni importanti, debitamente sostituite dalla dirigenza di Franco Porzio, ma anche conferme fondamentali a cominciare dalla panchina dove siederà nuovamente il principe delle panchine Paolo de Crescenzo.

    Punto cardine di un progetto che non vedrà più coinvolti quattro giocatori di assoluto valore come: Matteo Astarita, mancino classe 85 che si trasferisce nelle fila della Florentia, Fran Paskvalin invece lascia il posto da centroboa della formazione biancazzurra per approdare alla Mladost; Larry Caprani invece chiude il rapporto con la società napoletana per, probabilmente, ritornare vicino a casa.

    Ma la cessione più importante è senza dubbio quella di Antonio Petkovic, grandissimo cannoniere croato, che dopo aver siglato più di 300 gol con la formazione partenopea si trasferisce nelle fila dell’emergente Sport Management Verona dove giocherà sotto la guida di Gu Baldineti.

    Ma, come detto, i dirigenti dell‘Acquachiara non sono stati fermi sul mercato in entrata e sono riusciti a portare alle dipendenze di mister De Crescenzo tre acquisti del calibro di: Michele Luongo e Goran Volarevic dalla Sport Management e Milos Korolija, proveniente dall’Oradea.

    Korolija dovrà sostituire con la sua esperienza Paskvalin nella difficile posizione di centroboa. Volarevic è un giocatore capace di portare sicurezza e tranquillità ad un difesa giovane, praticamente un allenatore in acqua capace di guidare i movimenti di tutti i suoi compagni. Per Michele Luongo, bomber nomade della pallanuoto italiana, l’arduo compito di sostituire Petkovic una responsabilità importante che l’ex chiavarese saprà gestire al meglio.

    Stimolo in più per Michele sarà quello di giocare con il fratello Stefano, punto di forza del Settebello di Campagna che ha voluto raccontarci le sue sensazioni in questa preparazione pre campionato in questa piccola intervista:

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    1) Sta per iniziare una nuova stagione quali sono le tue impressioni e le tue sensazioni? Cosa ci puoi dire della squadra e dei nuovi innesti?

    Sono sicuramente sensazioni positive perché anche se non ho ancora raggiunto i miei compagni a Napoli per la preparazione ho sentito che c’è molta voglia di lavorare e di crescere quest’anno, esprimere un bel gioco e toglierci qualche soddisfazione. La squadra sicuramente è competitiva, anche se per lo scudetto penso che purtroppo i giochi siano fatti già prima di iniziare con la Pro Recco strafavorita con una formazione di altissimo livello. Noi comunque abbiamo fatto ottimi acquisti come mio fratello, Volarevic e Korolja; a mio avviso 3 acquisti di primissima fascia”.

    2) Cosa ne pensi della nuova formula del campionato? E il mercato di che squadra ti ha impressionato di più?

    “Sicuramente è un formula particolare e dettata dall’anno Olimpico che impone di ridurre il campionato per i molti impegni della nazionale. E’ un peccato che i momenti più belli della serie A1, ovvero i playoff non si facciano e si sia optato per una Final Six, però speriamo sia spettacolare, con sorprese, in una bella location e che attiri molti spettatori”.

    3) Il mondiale non è andata secondo le aspettative quali sono secondo te I giocatori che possono aspirare ad entrare nel sette bello del futuro?

    “Come si sa le porte della nazionale sono aperte a tutti, come di Sandro Campagna, quindi tutti possono aspirare ad entrarci dimostrarci di giocare ad alto livello e con continuità”.

    4) Quale giocatore può essere un esempio per te e invece quale giovane ti ha impressionato nell’ultima stagione in Italia o ai mondiali?

    “Sicuramente un giocare che stimo tantissimo è Prlainovic, perchè gioca con continuità ad altissimo livello in tutte le fasi di gioco, trascina la squadra prendendosi responsabilità e infonde mentalità vincente come la sua. Un giocatore giovane che mi ha impressionato è Mandic, giovane ma già con tanta esperienza, e sono curioso di vederlo quest’anno nel campionato italiano”.

    5) Finora hai avuto una ottima carriera raccontaci la partita che ricordi con più piacere e anche il gol più bello che hai fatto.

    “Forse la partita più bella per me è stata quest’anno ai quarti di finale con la Croazia a Bergamo in World League che abbiamo perso ai rigori, oltre ad aver giocato molto bene sfornando assist e facendo anche il gol finale del pareggio mi sentivo mentalmente in modo giusto, in grado di poter giocare come volevo. Il gol più bello è forse quello di quest’anno ai quarti di finale con i Campioni del Mondo dell’ Ungheria, fine terzo tempo a 1 secondo dalla fine. Oltre a essere un gol bello è stato molto importante, unico gol a uomini pari della partita”.

  • Riposa in pace…Big Mo

    Riposa in pace…Big Mo

    Se ne va un altra stella del firmamento Nba, nella notte di domenica ha lasciato i parquet di questo mondo Moses Malone. Giocatore unico che ha attraversato un epoca cestistica e influenzato alcune grandi star come Barkley, Olajuwon e David Robison.
    E’ stato un pioniere nel salto dal liceo al basket professionistico, nel 1974, quando invece di andare al college a Maryland firmò per gli Utah Stars in Aba in uscita dalla scuola. ” pratica che poi divenne abbastanza comune nel mondo Nba, per esempio Kevin Garnett e Kobe Bryant per citarne solo due.
    Malone era un giocatore moderno con un esplosività fuori dal comune e un senso del rimbalzo innato che sebbene non altissimo, 208 centimetri, gli permetteva di affrontare e mettere in difficoltà centri del calibro di Kareem Abdul Jabbar.
    Fu premiato per tre volte miglior giocatore Nba, nel 1979 e nel 1982 a Houston e nel 1983 a Philadelphia. Era il centro di quei Sixers ’83 che hanno vinto il titolo Nba contro i Lakers di Jabbar e Magic, finale in cui è stato eletto miglior giocatore a 25.8 punti e 18 rimbalzi di media.
    In una formazione che vedeva al suo interno giocatori del calibro Mo Cheeks e Julius “Doctor J” Erving, ma che vide ” Mo” come miglior realizzatore e miglior rimbalzista della squadra. La stagione del 1983 fu per loro una cavalacata trionfale fino ai playoff  quando vinsero il titolo perdendo un solo incontro in tutta la post season, sbagliando per poco la previsione di “Fo-Fo-Fo”(che sta per “Four Four Four”, quattro quattro quattro) secondo il quale Philadelphia avrebbe imposto un cappotto in ogni serie di quei playoff.
    E’ rimasto ai Sixers fino al 1986, solo un quadriennio in 21 anni da professionista con una carriera da “doppia doppia” di media, 20.6 punti e 12.2 rimbalzi girando nove squadre, dodici volte all’All Star Game, sei volte miglior rimbalzista (cinque di fila dal 1980 al 1985), ottavo ogni epoca per punti segnati (27.409) e sesto per rimbalzi (16.212), uno dei soli quattro giocatori Nba con Jabbar, Chamberlain e Hayes (non proprio gli ultimi arrivati) a chiudere con almeno 25mila punti e 15mila rimbalzi, e guadagnandosi cosi il titolo di più grande rimbalzista offensivo della storia.
    Nel 2001 a coronamento e a tributo della sua grande carriera fu introdotto nell’Nba Hall of Fame, l’arca della gloria dove siedono tutti i più grandi giocatori della storia  e dove Malone ha guadagnato il diritto di stare.
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  • Faccia a faccia con Luca Damonte

    Faccia a faccia con Luca Damonte

    Continua il nostro percorso tra i prospetti per  il Settebello del futuro dopo Velotto e Fondelli ci trasferiamo a Brescia dove è appena arrivato un ottimo mancino che è cresciuto nel sempre florido vivaio savonese per arrivare in terra lombarda sotto le “grinfie” di uno che a Savona ha lasciato ottimi ricordi come: Sandro Bovo.

    Oggi facciamo due chiacchiere con Luca Damonte

    Dopo tanti anni hai lasciato casa tua, la tua Savona quali sono le tue sensazioni le tue paure o i tuoi sogni per questa nuova stagione?

    “Non nascondo che dopo tanti anni mi faccia strano non indossare la calotta biancorossa,  ma devo ammettere che ho iniziato questa nuova esperienza a Brescia con grande entusiasmo, mi trovo benissimo in una società seria e piena di professionisti. Sicuramente ora non c’è spazio per paure o sogni, ma ci sono solo obiettivi da inseguire come affermarmi ad un livello come questo e provare a vincere qualche trofeo”.

    Quali sono i ricordi più belli della tua esperienza savonese? E quali dei tuoi allenatori ti ha dato di più?

    “Ho molti ricordi piacevoli, sia quotidiani dei vari allenamenti sia di vittorie, su tutte la Coppa Len a Sabadell nella stagione 2011/2012. Tra nazionale giovanile e club ho avuto molti allenatori e penso che ognuno di loro mi abbia dato qualcosa. Ricordo, infatti, con piacere  i savonesi Pisano, Mistrangelo e il più recente  Angelini, Baldineti nella mia esperienza di un anno a Nervi e i vari allenatori delle giovanili”.

    Quale compagno di squadra ti ha impressionato di più e quale avversario ti ha messo più in difficoltà?

    “Ho giocato con grandi campioni a Savona soprattutto nei primi anni dopo l ‘esperienza a Nervi.  Lo straniero che mi ha impressionato di più è Janovic mentre come italiani ho giocato con tanti campioni ma se devo sceglierne uno dico Angelini nonostante in quegli anni fosse a fine carriera. L’avversario più forte invece spero di doverlo ancora incontrare perché vorrà dire starò giocando ai massimi livelli”.

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    Luca Damonte

    Cosa ne pensi degli ultimi mondiali cosa ti è piaciuto dell’Italia e quale nazionale ti ha più emozionato?

    “Dell’Italia mi è piaciuto che nonostante un girone giocato sottotono,sia riuscita nuovamente ad arrivare tra le prime 4 squadre. Obiettivo che si ripete dal 2010. La nazionale che mi ha sorpreso invece è stata la Grecia grazie ad una grande organizzazione e giocatori molto tecnici specialmente sulle superiorità numeriche”.

    Molti lamentavano della spedizione italiana la mancanza di un mancino, ti senti pronto a essere un punto fondamentale del futuro sette bello?

    “Non nascondo che l’assenza di Gallo abbia sorpreso anche me. Questo fa capire come in nazionale nessuno abbia il posto assicurato. Io sono venuto a Brescia per continuare a migliorarmi e l’obiettivo è quindi guadagnarmi uno spazio in nazionale.  Non so se nel presente o futuro Settebello, so solo che ci proverò sicuramente”.

    Cosa ne pensi della nuova formula del campionato?

    “L’abolizione dei play off non mi convince molto ma tutto dipende come verrà organizzata la final Six. Se verrà pubblicizzata e allestita come un grande evento potrebbe risultare un bello spot per la pallanuoto.  Staremo a vedere”.

    Chiudi gli occhi e raccontaci il gol che ti sogni da sempre

    “Credo che i sogni siano importanti perché ti tengono vivo, spero di realizzarli ma soprattutto di dare il massimo per inseguirli”.

  • Waterpolo Messina, si riparte con una Gorlero in più

    Waterpolo Messina, si riparte con una Gorlero in più

    Dopo la finale sfumata nella passata stagione e un terzo posto di assoluto valore la Waterpolo Messina si presenta al via della stagione 2015-2016 piena di grandi ambizioni.

    Lo fa grazie a un gruppo solido e già abituato ai grandi palcoscenici, un allenatore esperto capace di portare le sue conoscenze e le sue qualità in una società che dopo il ridimensionamento dell’Orizzonte Catania l’anno passato è riuscito a portare sotto i colori giallorossi giocatrici del calibro di Garibotti, Aiello e Radicchi, tutte e tre asse portanti del Setterosa di Fabio Conti.

    Dopo i colpi di mercato dell’anno scorso i dirigenti messinesi si sono ripetuti in questa infuocata estate di pallanuoto, dove sono riusciti a sostituire la pur brava Sparano (portiere della Nazionale Under 20) con il numero uno della squadra di Mister Conti: Giulia Gorlero.

    Una giocatrice di livello assoluto che non avrebbe bisogno di presentazioni, ma per chi non conoscesse questo autentico fenomeno andiamo a rivisitare la sua carriera.

    Nata e cresciuta nel settore giovanile dell’Imperia è una delle artefici della miracolosa cavalcata della formazione di Marco Capanna, la quale passa dalla serie A2 ad essere assoluta protagonista della classe regina del campionato italiano.

    Il 2 maggio 2012 arriva il suo primo grande trofeo quando dopo aver battuto la squadra russa dello Yugra Khanty-Mansiysk, ha conquistato la Coppa LEN, l’anno successivo arriva anche la Supercoppa Len quando la Mediterranea Imperia si impone in un derby tutto italiano, ma soprattutto un derby ligure, sulla Rapallo Nuoto.

    ll 18 maggio 2014 arriva l’alloro più desiderato, quando di fronte al caldissimo pubblico amico l’Imperia diventa Campione d’Italia per la prima volta nella sua storia, dopo aver battuto il Plebiscito Padova; stesso avversario l’anno successivo quando una strepitosa Gorlero alza al cielo la sua seconda Coppa Len.

    Un grande colpo per una società con sogni ambiziosi, e per introdurre questa stagione che può portare qualcosa di grande abbiamo deciso di farci raccontare da una super campionessa, quale Arianna Garibotti è, le sue impressioni e le sue sensazioni all’inizio della sue ennesima preparazione pre campionato:

    Arianna-Garibotti
    Arianna Garibotti

    Sta iniziando una nuova stagione quali sono le tue impressioni e le tue sensazioni a poche settimane dall’inizio del campionato? Pensi che il tuo Messina con i nuovi acquisti sia pronto a sfidare il Padova per il trono della serie A?

    “Per quanto riguarda la nuova annata sono positiva e fiduciosa sulla campagna acquisti che la mia società quest’estate ha fatto. Il prossimo anno difenderà la nostra porta l’ex portiere dell’Imperia non che portiere della nazionale, Giulia Gorlero, atleta dotata di grande talento. Penso che l’arrivo di Giulia ci dia una marcia in più per poter mettere in difficoltà le campionesse d’Italia in carica”.

    Sei stata una delle rigoriste della fortunata finale per il terzo posto quali sono i ricordi più belli della tua trasferta a Kazan?

    “Sicuramente il ricordo più bello è stato veder entrare l’ultimo rigore e non perché l’ho tirato io ma per il semplice fatto che era il rigore che ci ha messo la medaglia di bronzo al collo”.

    Fai finta di essere la DS della tua squadra quale giocatrice vorresti nella tua società?

    “Se fossi il DS della mia squadra chiamerei sicuramente il centro-boa  americano Kamy Craig”

    Quale giocatrice può essere considerato un esempio per te e invece quale giovane ti ha impressionato in Italia o in Europa?

    “La giocatrice che considero come esempio (e  non credo solo io) è l’intramontabile Tania Di Mario con cui ho avuto la fortuna di giocarci tanti anni insieme, quando ero all’Orizzonte, e ora in Nazionale. Lei mi ha insegnato molto sia a livello pallanuotistico che personale, è veramente una persona ďoro a cui io sono molto legata”.

    La tua carriera ti ha portato da Rapallo a girare tutto il mondo, cosa ti aspetti ancora dalla pallanuoto quale è il tuo sogno nel cassetto?

    “Dieci anni fa quando ho iniziato a giocare a Rapallo non pensavo mai e poi mai che questo sport potesse diventare la mia vita; mi ha fatto girare il mondo Cina, America, Russia, Canada, Ungheria, ho fatto tanti sacrifici a 17 anni sono andata via da casa senza nessuno,lontano da tutti e da tutto quello che consideravo la mia vita però ora  sono contenta e felice delle mie scelte che mi hanno regalato qualche soddisfazione.
    Il mio sogno nel cassetto… vincere le Olimpiadi di Rio de Janeiro  il prossimo anno” .

  • AN Brescia ad un passo dalla gloria

    AN Brescia ad un passo dalla gloria

    Un passo, un passo manca solo un passo questo è il pensiero ricorrente che attraversa la testa dei tifosi, dei dirigenti, dello staff tecnico e dei giocatori dell’AN Brescia. Un passo dalla gloria e da quell’agognato scudetto che oramai dal 2003 manca dalla piscina della società lombarda.

    Colpa, o merito decidete voi, di una Pro Recco schiacciasassi che da molti anni non lascio scampo alle avversarie sia a livello nazionale che europeo.

    Un passo che la squadra di Mister Bovo spera di riuscire a compiere questa stagione  dove la nuova formula del campionato, che vede i playoff sostituiti da una final six, potrebbe sconvolgere gli equilibri della stagione regolare regalando molte sorprese agli spettatori.

    Una stagione importante quella che si prospetto per il team lombardo, una squadra preparata per un ruolo di assoluto rilievo anche grazie ai nuovi innesti che i suoi dirigenti sono riusciti a mettere a disposizione dell’allenatore oro olimpico nel 1992.

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    Diamo un’occhiata però ai giocatori che lasciano Brescia:

    Deni Fiorentini e Chicco Pagani hanno lasciato la società del presidente Malchiodi per approdare nell’isola felice del campionato elvetico dove difenderanno i colori del Lugano di coach Salvati; per Fiorentini si tratta di un ritorno a casa visto che i suoi primi passi a livello di pallanuoto professionista sono stati proprio nella squadra elvetica.

    Il giovane centroboa Lorenzo Bruni, nel giro della Nazionale di Sandro Campagna; approda invece sulla rive dell’Arno nella Florentia grazie anche alla mediazione della Pro Recco che ha ri-acquistato il cartellino del giocatore girandolo in prestito alla formazione ripescata nel massimo campionato italiano.

    Dopo Fiorentini, un altro ritorno a casa è quello di Giorgi che porta la sua intelligenza tattica e la sua esperienza nella Lazio agli ordini dell’esordiente mister Vittorioso.

    Ultimo di questa lista, visto anche l’importanza del giocatore, è Micheal Bodegas. Il fortissimo universale francese, oramai naturalizzato italiano, dopo un lungo corteggiamento ha accettato la corte della corazzata Pro Recco e dalla prossima stagione sarà un avversario durissimo nella rincorsa al titolo italiano, con sommo rammarico dei suoi ex tifosi che dovranno vederlo con i colori del team recchelino.

    Cinque partenze ma il grande lavoro dei dirigenti bresciani ha permesso che all’impianto di Monpiano arrivassero degli ottimo sostituti.

    Cominciamo dai due nuovi stranieri Sava Randjelovic e Nemanja Ubovic, il primo arriva dalla Stella Rossa di Belgrado mentre Ubovic ha disputato le sue ultime stagioni nella forte formazione del Barceloneta. I due avranno il compito insieme al confermatissimo Molina di portare gol e fisicità nel settebello bresciano, oltre a una buona dose di esperienza a livello europeo visto che entrambi i giocatori possono orgogliosamente fregiarsi di una Champions League vinta.

    Dopo i due stranieri, grande colpo in prospettiva con l’acquisto del giovane mancino Damonte (già nel giro della Nazionale maggiore) il quale dopo aver ben impressionato nella sua Savona è chiamato ad un salto di qualità per aiutare il Brescia a raggiungere il tanta agognato traguardo finale.

    Potenza e qualità difensiva invece li porta Zeno Bertoli che lascia Napoli e il circolo Posillipo per inseguire il sogno scudetto e coprire quel posto di marcatore lasciato libero proprio da Bodegas.

    Mercato chiuso? Non ancora perchè negli ultimi giorni è emerso il caso spigoloso della situazione di Vincenzo Dolce. Si perchè il giocatore del Posillipo, già pronto per il trasferimento alla corte di Bovo, è atteso da un doppio arbitrato: il primo di natura tecnica, considerando che l’atleta è proprietario del cartellino ha richiesto lo svincolo dalla società napoletana per accasarsi in quel di Brescia; il secondo di natura economica, in quanto prima dell’ufficialità del trasferimento bisognerà attendere  in modo tale da quantificare l’importo che dovrà essere riconosciuto alla società partenopea, trattandosi di un contratto ancora in essere tra le due parti coinvolte società e giocatore.

    Una grande campagna acquisti per una società pronta a fare quell’ultimo passo verso lo scudetto, una squadra ben assemblata per affrontare un campionato che si appresta a essere durissimo con l’eterno scontro con la Pro Recco ma anche con le continue sorprese che la Serie A porta ogni stagione.

  • Plebiscito Padova, non smettere di sognare

    Plebiscito Padova, non smettere di sognare

    Si sa nello sport molte volte il compito più difficile per una squadra è quello di riconfermarsi, soprattutto dopo una stagione meravigliosa come quella che ha vissuto il Plebiscito Padova nel passato campionato dove le venete hanno conquistato la doppietta Scudetto e Coppa Italia.

    Le ragazze di coach Stefano Posterivo però hanno tutta l’intenzione di dimostrare che sono ancora loro la squadra numero 1 in Italia e magari di portare il loro marchio anche nell’Europa che conta.

    Lo faranno con un gruppo compatto e solido, il quale però dovrà fare a meno di Federica Rocco che dopo molte battaglie ha deciso di abbandonare l’attività agonistica per una serie di motivi personali ma anche di Martina Gottardo la quale emigrerà in America per un esperienza di studi.

    Laura Teani, Elisa Queirolo e Laura Barzon | Foto Web
    Laura Teani, Elisa Queirolo e Laura Barzon | Foto Web

    Una Serie A che vedrà come più grandi concorrenti al trono delle biancorosse su tutte possiamo pronosticare il Messina che oltre all’ottimo organico già a disposizione l’anno scorso è riuscito a convincere il portierone della Nazionale Giulia Gorlero a lasciare la natia Imperia per trasferirsi in terra siciliana.

    Assenze che si faranno sicuramente sentire, anche se la forza di questa squadra sta in gruppo che ha in giocatrici come Elisa Queirolo (reduce insieme alle sue compagne di squadra Teani e Barzon della meravigliosa medaglia di bronzo conquistata ai Mondiali di Kazan) uno dei suoi punti fermi. Ed proprio con lei che abbiamo voluto fare due chiacchiere per sapere come le ragazze patavine si stanno preparando a questa difficile stagione.

    Elisa Queirolo | Foto Web
    Elisa Queirolo | Foto Web

    Ciao Elisa, sta iniziando una nuova stagione dopo un anno pieno di emozioni e grandi risultati per te, quali sono i tuoi obbiettivi  e le tue sensazioni per questo Padova?

    Per questa nuova stagione ci sono molti obiettivi perché oltre al campionato italiano è quello europeo con il Padova c’è anche molto in ballo con la nazionale. Per quanto riguarda il club, l’obiettivo è di rifare un’ottima stagione come l’anno passato, anzi migliore perché bisogna sempre cercare di migliorarsi. Io la scorsa stagione sono cresciuta molto e spero di crescere ancora. Il Padova di questa stagione sicuramente è un po’ diverso ma è sempre una squadra competitiva con grossi margini di miglioramento in quanto è una squadra abbastanza giovane.
    Per quanto riguarda la nazionale come obbiettivo finale ci sono le olimpiadi, il sogno di ogni giocatore di pallanuoto”.

     Hai vissuto la prima stagione fuori dalla tua Rapallo come ti ha accolto la nuova realtà di Padova?

    “A Padova mi sono trovata molto bene. L’accoglienza è stata ottima, mi ha fatto molto piacere trovare delle persino molto disponibili nei miei confronti e anche in quelli del mio ragazzo che si è trasferito qui con me. È sempre un piacere trovare delle persone che ti fanno sentire a casa.
    Inoltre l’impianto è ottimo e offre buone possibilità per allenarti al meglio senza dover fare orari allucinanti come può  succede in altre società”.

     Guardandoti indietro dammi due ricordi indelebili della tua carriera fino a questo momento?

    “Alcuni dei  ricordi più belli che ho sono sicuramente legati a Rapallo, il più bello è stato quando abbiamo vinto lo scudetto nel 2013.
    Un altro ricordo importante É quello legato alla nazionale giovanile quando abbiamo vinto l’europeo a Gyor nel 2008, questi sono i ricordi più belli che anche per le persone con cui ho vinto queste due medaglie, persone a cui sono molto legata”.

     Quale giocatrice può essere considerata, da te, un esempio e invece una giovane che ti ha impressionato?

    “Una giocatrice che considero un esempio è Teresa Frassinetti in quanto la reputo un’ ottima giocatrice, sempre pronta  a dare il massimo, ma soprattutto perché è una compagna di squadra e un’ amica fantastica che mi ha sempre aiutata nei momenti di difficoltà.
    Una giovane che mi è piaciuta molto per come è cresciuta è Arianna Gragnolati che ha fatto un ottimo campionato in Spagna ed è stata una delle protagoniste del mondiale giovanile a Volos”.

    Parole importanti per una giocatrice che ogni anno diventa sempre più decisiva e fondamentale sia per il club che per la Nazionale, una giocatrice che come il suo club non vuole svegliarsi da un momento magico perché questo Padova ha ancora fame sicuramente non vuole smettere di sognare.