Autore: Federico Pisanu

  • Gli sceicchi a Palermo, Zamparini “scudetto in 3 anni”

    Gli sceicchi a Palermo, Zamparini “scudetto in 3 anni”

    Ieri sera nel pomeriggio si è tenuta una conferenza stampa tra le più importanti da quando Zamparini è arrivato in Sicilia. Il presidente del Palermo ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con un importante investitore arabo per rendere la squadra rosanero una delle più forti d’Italia nei prossimi anni. Tale investitore ha nome e cognome. Si tratta di Ahmed Al Zubeidi dell’Ama Group saudita.

    Progetto ambizioso, superiore rispetto a quello che ha investito la Roma calcistica in estate. Gli arabi sono disposti a investire sul Palermo oltre 300 milioni di euro, affinché il Palermo possa competere per lo scudetto nel prossimo triennio. Una colossale bufala oppure davvero un uomo venuto dall’Arabia può letteralmente stravolgere le gerarchie del campionato italiano?

    Zamparini mostra un sorriso smagliante e assicura che stavolta le basi per una rivoluzione non solo calcistica ma anche culturale ci sono tutte. Lo stesso numero uno rosanero si augura che l’ingresso in società da parte degli arabi avvenga quanto prima, per realizzare così il suo sogno di fare del Palermo un club in grado di lottare contro l’egemonia di Milan, Inter e Juventus.

    Durante la conferenza stampa Ahmed Al Zubeidi ha rivelato l’intenzione di “realizzare tantissime opportunità di business in Italia”, cercando nello stesso tempo di vincere lo scudetto addirittura entro 3 anni. Oltre ai milioni destinati a rinforzare la squadra, Zubeidi ha dichiarato di voler costruire un nuovo stadio che vada a sostituire l’attuale Renzo Barbera, sul modello degli impianti inglesi. Ha concluso infine che per il prossimo mese tornerà a Palermo insieme ad un altro investitore, e che per quella data potrebbe essere ufficializzato il loro ingresso nella società.

    I tifosi della squadra di Bortolo Mutti stanno già iniziando a sognare, anche perché il sogno ha un nome e una concreta realtà fisica. Il tutto si può sintetizzare in una frase pronunciata ieri da Zamparini, il quale ha dichiarato che “loro (gli arabi) hanno i capitali, noi abbiamo il lavoro”

  • Milan Napoli, Nesta infortunato. Inler in panchina?

    Milan Napoli, Nesta infortunato. Inler in panchina?

    Va in scena questo pomeriggio alle 15 la sfida fra Milan Napoli , due formazioni in cerca di riscatto dopo l’ultimo turno infrasettimanale piuttosto deludente per entrambe. Tra i rossoneri non ci sarà Nesta, che non è stato nemmeno convocato a causa di un risentimento muscolare. Mazzarri sembra intenzionato a schierare dal primo minuto l’attacco delle meraviglie, con Lavezzi e Hamsik a supporto del Matador Cavani.

    SEEDORF TITOLARE – Allegri ha le idee abbastanza chiare. Il 4-3-1-2 rossonero vedrà protagonista tra i pali Abbiati, in difesa al posto dell’acciaccato Nesta giocherà il francese Mexes, al fianco di Thiago Silva. Sulla destra conserva il posto da titolare Abate, sebbene non lucidissimo nelle ultime uscite, e Antonini farà rifiatare il neo acquisto Mesbah. A centrocampo l’unico ballottaggio è quello per la posizione centrale, dove Van Bommel e il capitano Ambrosini si giocheranno una maglia da titolare fino all’ultimo, con il numero 23 stavolta favorito. Nocerino ed Emanuelson confermano il posto da titolare a centrocampo. In attacco il tecnico livornese rinuncia al tridente, facendo sedere in panchina il giovane El Shaarawy per dare fiducia al brasiliano Robinho, che giocherà in coppia con l’inamovibile Zlatan Ibrahimovic. Nel ruolo di trequartista sarà rispolverato l’olandese Seedorf, che nelle partite importanti ha sempre dato un contributo importante alla causa milanista.
    Il big match della 22^ giornata è un crocevia fondamentale per il Milan. Un passo falso quest’oggi e la contemporanea vittoria della Juve contro il Siena a Torino rappresenterebbe una sciagura in termini di classifica, con i bianconeri che andrebbero ad un potenziale +6 sulla squadra di Allegri, dovendo recuperare la partita del Tardini rinviata la scorso martedì. Una vittoria invece lascerebbe la situazione invariata, a meno che gli uomini di Conte non incappino in un clamoroso stop allo Juventus Stadium.

    ANCORA UNA BOCCIATURA PER INLER?Mazzarri sa che a San Siro c’è in ballo qualcosa di molto più importante che i 3 punti. Espugnare il campo del Milan significherebbe non solo rilanciarsi per una rincorsa all’Europa che conta, ma anche essere visti in Italia come i giustizieri dei campioni d’Italia in carica, cucendo sul petto degli juventini il primo scudetto dopo Calciopoli. Il ruolino di marcia dei partenopei in trasferta non è dei più esaltanti, con 13 punti conquistati sui 30 disponibili, frutto di 3 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte.
    Il 3-4-2-1 del Napoli vedrà partire dal primo minuto in porta De Sanctis. Cannavaro è recuperato e torna titolare in un reparto difensivo completato da Aronica e  Campagnaro. A centrocampo il tecnico degli azzurri è intenzionato a bocciare per l’ennesima volta Inler, sostituito alla fine del primo tempo nel match casalingo di mercoledì contro il Cesena. Al suo posto è pronto Dzemaili, che farà coppia con Gargano. Nelle fasce confermato Maggio sulla destra, mentre sulla corsia di sinistra Zuniga dovrebbe vincere il ballottaggio con l’ex Liverpool Dossena. In attacco spazio ai tre “tenori”, Hamsik e Lavezzi insieme a Cavani, che proveranno a penetrare il fortino rossonero.

    PRECEDENTI – Da quando il Napoli è tornato in Serie A (stagione 2007-2008), non ha mai vinto a San Siro contro il Milan. Quell’anno la formazione azzurra dovette inchinarsi per 5-2, gara che i milanisti ricordano molto bene perché fu il debutto assoluto in maglia rossonera di Alexandre Pato, che bagnò la prima ufficiale con una splendida rete. La stagione successiva vinse sempre la squadra allenata da Carlo Ancelotti, che sconfisse 1-0 i partenopei. Nel 2010 l’unico punto conquistato dagli azzurri, quando riuscirono a strappare l’1-1 alla formazione di Leonardo. L’anno scorso invece ci fu la clamorosa affermazione degli uomini di Allegri per 3-0, un successo che spinse i rossoneri verso la conquista dello scudetto.
    I tifosi azzurri sperano che i loro beniamini sappiano ripetere le gesta del girone d’andata, quando riuscirono a sconfiggere un Milan incerottato con un perentorio 3-1, grazie alla fantastica tripletta del Matador Cavani.

    Probabili formazioni Milan Napoli

    Milan (4-3-1-2): Abbiati, Abate, Mexes, Thiago Silva, Antonini, Ambrosini, Emanuelson, Nocerino, Seedorf, Ibrahimovic, Robinho.
    Panchina: Amelia, Bonera, Zambrotta, Mesbah, Van Bommel,  El Shaarawy, Maxi Lopez. Allenatore: Allegri.

    Napoli (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Aronica, Dzemaili, Gargano, Maggio, Zuniga, Hamsik, Lavezzi, Cavani.
    Panchina: Rosati, Dossena, Fernandez, Britos, Inler, Pandev, Vargas. Allenatore: Mazzarri.

  • Milan Napoli, sfida verità per Allegri e Mazzarri

    Milan Napoli, sfida verità per Allegri e Mazzarri

    La sfida di domani fra Milan Napoli è uno spartiacque importante per le due formazioni. I rossoneri si giocano una fetta importante di scudetto, mentre gli azzurri non vogliono perdere ulteriore terreno dopo le recenti delusioni in campionato, che vedono la squadra partenopea lontana dalle posizioni di vertice.

    Massimiliano Allegri, all’indomani della sconfitta nel turno infrasettimanale contro la Lazio, aveva avvertito che la sua squadra non si sarebbe lasciata scappare la Juventus capolista. Domani la prova d’appello, e qualora dovesse arrivare l’ennesimo risultato negativo contro una “grande”, lo scudetto prenderebbe la strada per Torino. Un ipotesi che i tifosi milanisti vogliono tenere lontana il più possibile.
    La condizione generale della truppa di Allegri non è delle migliori, con il ritiro di Dubai messo sul banco degli imputati, considerato il mese di gennaio non certamente esaltante per il Milan (due sconfitte in campionato e la sofferta qualificazione ai quarti di Coppa Italia contro un Novara ultimo in Serie A). Il tecnico rossonero, che ha da poco firmato il prolungamento del contratto, si gioca gran parte delle proprie carte in questo mese. Contro il Napoli è una sfida ad altissimo coefficiente di difficoltà, sebbene proprio l’anno scorso arrivò uno delle vittorie più belle del Milan targato Allegri. La Juventus è impegnata in casa contro il Siena, non di certo un match impossibile per gli uomini di Antonio Conte, che potrebbero approfittare di una sconfitta a San Siro dei rossoneri per portarsi a un potenziale +7 difficilmente colmabile dal club di Via Turati, considerato anche il calendario che attende il Milan nel mese appena iniziato.
    E’ chiaro che a Milanello si facciano due conti. Con che morale potrebbero affrontare la sfida di mercoledì contro i bianconeri in Coppa Italia  se arrivasse una delusione domani pomeriggio contro la squadra di Mazzarri? E con l’eventualità di essere già a febbraio fuori gioco per lo scudetto, con che spirito potrà essere affrontata l’importantissima sfida in Champions League contro l’Arsenal?
    Domande che i fan del Milan potrebbero chiedersi anche considerando l’ipotesi opposta, con le risposte che non tarderebbero ad arrivare.

    massimiliano allegri | © GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images

    A Napoli l’euforia per il passaggio agli ottavi di Champions League sembra essere ormai acqua passata. Gli azzurri in campionato non stanno ripetendo le gesta della passata stagione, che gli aveva visti protagonisti assoluti e addirittura in lotta per lo scudetto a primavera inoltrata. C’è chi lancia accuse verso gli arbitri, chi considera la squadra poco attrezzata per tre impegni, chi ancora crede che Mazzarri con il suo turnover esasperato più di una volta abbia fatto perdere punti importanti ai partenopei. Tutto più o meno condivisibile, sebbene ora sia giunto il momento della svolta. O si vince al Meazza domani (impresa già compiuta dal Napoli quest’anno, quando sul campo c’erano i nerazzurri di Ranieri) oppure si dovrà dire definitivamente addio ad un posto in Champions League, l’obiettivo neanche tanto nascosto del presidente De Laurentiis.
    Il settimo posto in classifica, ma sopratutto gli 11 punti di distacco dall’Udinese terza in classifica, sono lo specchio dell’altalenante stagione della squadra di Mazzarri, bella e impossibile in Europa ma non all’altezza in Serie A. L’accesso all’Europa League sembra alla portata dei partenopei, con la semifinale di Coppa Italia raggiunta ed un impegno agevole contro il Siena, che dovrebbe spianare la strada verso la finale del torneo. Ma l’Europa League non è la Champions, e la squadra azzurra è chiamata alla grande impresa, la quale si preannuncia molto complicata.

    Milan Napoli le indiscrezioni e i possibili schieramenti Allegri si affida a Seedorf riproposto sulla trequarti sperando che l’olandese possa ispirare Ibrahimovic e Robinho. In mediana capitan Ambrosini dovrebbe dare riposo a Van Bommel mentre Emanuelson partirà da mezzala destra. In difesa Mexes agirà in coppia con Thiago Silva. Nel Napoli Mazzarri si affida al trio delle meraviglie spedendo in panchina il positivo Pandev al cui posto giocherà il rientrante Lavezzi. A centrocampo Dzemaili dovrebbe esser preferito a Inler.

  • Andrea Agnelli sceglie Moggi, “il più bravo di tutti”

    Andrea Agnelli sceglie Moggi, “il più bravo di tutti”

    Andrea Agnelli va controcorrente. Il presidente della Juventus, in un’intervista rilasciata a Studio Sport XXL che andrà in onda sabato notte alle ore 00.30, afferma la sua predilezione verso Luciano Moggi, abbracciando virtualmente anche Giraudo, ovvero i due che insieme a Roberto Bettega costituivano la “famigerata” triade, la quale era riuscita a portare ai vertici del calcio italiano ed europeo il club bianconero durante gli anni ’90 e i primi del 2000.

    Calciopoli ancora non è stata dimenticata, né dai tifosi juventini né dal numero uno della società juventina. Il più giovane degli Agnelli, ora alla guida della Vecchia Signora, era ancora un ragazzo quando la squadra di Lippi riusciva a trionfare nelle competizioni nazionali ed internazionali. Ha vissuto direttamente tutta l’epopea di Moggi, il quale è ancora oggi definito dai tifosi del club torinese uno degli uomini fondamentali per il ciclo vincente della Juventus, un autentico “mago” del calciomercato.
    Andrea Agnelli, non curandosi della bufera che potrebbe scatenare con le sue dichiarazioni, afferma che Moggi è stato “il più bravo di tutti”. Dolci parole anche per Giraudo, il quale viene rappresentato come un padre per il giovane presidente bianconero, un punto di riferimento importante con cui non sono mancate a volte anche delle accese discussione, come è normale in un rapporto così stretto.

    andrea agnelli | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    Durante l’intervista ribadisce un concetto trasformato in vero e proprio simbolo e filosofia di vita dalla Juve, “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” (copyright della leggenda Boniperti, a cui Agnelli ha accostato Alessandro Del Piero, uno dei maggiori complimenti fin qui espressi in favore del capitano juventino, giunto quest’anno all’ultima stagione con la maglia della Signora).

    A sorpresa vede in Andrea Barzagli l’acquisto più importante di quest’anno, grazie al quale la squadra di Antonio Conte ha fatto un salto di qualità importante dal punto di vista dell’equilibrio tattico. Non rimpiange Del Neri, a cui gli viene riconosciuta l’attenuante di essere arrivato all’inizio del rinnovamento della squadra e dell’assetto societario, mostrandosi comprensivo per il fatto che non sia riuscito ad essere competitivo in una situazione complicatissima.

    Infine, alla domanda su chi sia il giocatore bianconero che più ha amato in questi anni, il presidente Agnelli a sorprese fa il nome di Montero, mentre per le figure ideali sceglie Torricelli insieme a Nedved.

  • Buffon e Juventus promessi sposi fino al 2015

    Buffon e Juventus promessi sposi fino al 2015

    Gigi Buffon è pronto a giurare amore eterno alla Juventus. Il quotidiano sportivo Tuttosport, da sempre vicino alle due squadre di Torino, ha rivelato che il prolungamento del contratto dell’estremo difensore rientra tra i piani del direttore dell’area tecnica Beppe Marotta. Un premio per tutti gli anni trascorsi con la maglia della Signora, senza dimenticare anche la discesa all’inferno del campionato di Serie B dopo lo scandalo Calciopoli che investì la squadra juventina e la sradicò dalla massima serie.

    Da poco il capitano della Nazionale azzurra è stato insignito dall’istituto Iffhs del premio come miglior portiere europeo degli ultimi 25 anni. Riconoscimento che rende onore al calciatore della Juventus, e dona prestigio all’intera società bianconera, orgoglioso di poter vantare tra le sue fila Gigi Buffon.

    gianluigi buffon | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Gli ultimi anni sono stati particolarmente difficili. Prima il campionato cadetto, poi l’infortunio alla spalla nella partita contro il Milan valida per il Trofeo Luigi Berlusconi in seguito allo scontro avuto nei primi minuti di partita con il trequartista brasiliano Kaka. La gestione Del Neri fu una delle più problematiche da affrontare. Il tecnico ex Chievo aveva messo in discussione la leadership di Buffon dopo alcune partite caratterizzate da errori inconsueti per il portiere della Juve.

    Gli venne preferito Marco Storari, che a suon di prestazioni superlative aveva convinto tecnico e società al clamoroso strappo con Buffon. Per lui erano suonate nelle ultime due estati le sirene dell’Inghilterra, con le due squadre di Manchester pronte a fare follie per il numero uno bianconero (che ancora oggi è il portiere più pagato da una squadra di club, 100 miliardi di lire versati sulle casse del Parma prima del 2000).

    Il contratto di Buffon è in scadenza nel 2013, quindi non rappresenterebbe una priorità assoluta per la dirigenza juventina, ma Marotta è intenzionato a chiudere da subito la pratica e offrire un prolungamento di 2 anni che significherebbe Juventus a vita per il portiere della Nazionale di Prandelli.

  • Ibrahimovic e il mal di pancia. Attento Milan

    Ibrahimovic e il mal di pancia. Attento Milan

    Ibrahimovic lontano dal Milan a giugno? Questo lo scenario ipotizzato dal Corriere dello Sport, che rivela il “mal di pancia” accusato dall’attaccante svedese in questo inizio di 2012. La regia è quella di Mino Raiola, l’agente che negli ultimi anni ha monopolizzato il mercato europeo attraverso i suoi giocatori. La destinazione ipotizzata dal quotidiano sportivo è il Real Madrid di Josè Mourinho, ex tecnico di Ibra ai tempi dell’Inter. Lo svedese, e sopratutto il suo agente, hanno abituato i tifosi negli ultimi anni ad autentici colpi di scena. Fra sei mesi sapremo di più.

    L’umore dell’attaccante rossonero è estremamente variabile, basta una partita storta per scatenare le voci più disparate tramite la carta stampata. Negli ultimi mesi se ne sono accorti i fan milanisti, che a buon ragione vedono in Ibrahimovic quel calciatore fondamentale per le sorti del Milan in questa stagione. Una media-gol da far invidia anche allo scatenato Di Natale, capocannoniere di Serie A negli ultimi due anni. Qualche scricchiolio si era già avuto dopo la sconfitta allo Juventus Stadium contro la squadra di Antonio Conte, quando Allegri aveva parlato scherzosamente della cura maalox per lo svedese. Dopo quella gara Ibrahimovic e tutto il Milan era riuscito a risollevarsi andando a completare una grande rimonta ai danni proprio della Vecchia Signora, raggiunta pochi giorni prima di Natale.

    zlatan ibrahimovic | © GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images

    Il 2012 però non è iniziato sotto i buoni auspici. Prima la cocente sconfitta nel derby per opera dei cugini interisti, mercoledì sera il ko contro la Lazio di Edi Reja, che ha confermato la tendenza negativa negli scontri diretti contro le cosiddette “grandi”. Mino Raiola evidentemente sente tirare brutta aria, e contemporaneamente vorrebbe anche un adeguamento del contratto già faraonico che il suo assistito percepisce in rossonero, dopo un girone d’andata giocato a livelli altissimi, forse una delle migliori stagioni per quanto riguarda i gol messi a segno.

    Galliani non ha mai amato spendere follie, sopratutto negli ultimi anni quando il mercato rossonero ha conosciuto parole fino ad allora sconosciute, low cost, tirare la cinghia, parametro zero. Attualmente l’ingaggio di Ibra è da top-player, circa 10 milioni di euro netti all’anno, e ha un contratto in scadenza nel 2015. La politica economica del club di Via Turati non permette spese folli e un monte ingaggi sopra la media, ed è molto probabile che l’ad del Milan non verrà incontro alle richieste di Raiola.

    Un ritorno alla corte di Mourinho rappresenterebbe la soluzione più “facile” per Ibra. L’attaccante è sempre stato considerato dal vate di Setubal come uno dei migliori attaccanti al mondo, e il modulo del portoghese esalterebbe all’ennesima potenza la classe  dell’ex di Barcellona, Inter, Juve e Ajax. I soldi non sono un problema per le casse del Real Madrid, e neanche l’ingaggio rappresenta un ostacolo per il trasferimento dello svedese in Spagna.

    Fondamentale a questo punto la stagione del Milan. Qualora arrivasse il bis in campionato e un brillante cammino in Europa, Ibrahimovic resterebbe volentieri e Raiola desisterebbe dal creare tensioni fra il proprio assistito e i rossoneri, che l’hanno riportato ad alti livelli dopo aver trascorso una difficile stagione al Barca, e ridato il sorriso al calciatore. Se dovesse trattarsi di una stagione fallimentare, non è difficile ipotizzare un futuro lontano del bomber di Malmoe.

  • Tevez “prigioniero” nella gabbia d’oro del Manchester City

    Tevez “prigioniero” nella gabbia d’oro del Manchester City

    Tevez racconta la sua personalissima verità riguardo la vicenda che l’ha visto protagonista assoluto durante la finestra del mercato di gennaio. L’Apache, intervistato dalla rivista tedesca Kicker, ha chiarito come la colpa per la sua attuale permanenza al Manchester City è da attribuire soltanto al club inglese.

    Una situazione comica, come l’ha definita lo stesso attaccante argentino, a causa della quale dovrà rimanere altri 6 mesi nella città inglese giocando nella squadra riserve, dove guadagnerà una cifra intorno ai 200 mila euro ogni settimana, uno stipendio niente male per un “prigioniero”.

    Tevez afferma che sono state scritte tante falsità relativamente al suo conto durante il mese di gennaio. Falso che avrebbe rifiutato l’offerta faraonica del Psg, così come falsa la notizia secondo cui avrebbe accettato soltanto il trasferimento al Milan, in quanto disponibile ad accettare anche il prestito al Boca Juniors, il suo storico club. Racconta dell’interesse anche di diversi club spagnoli, definendo il Barcellona come un sogno per qualsiasi giocatore di calcio.

    carlos tevez | © Julian Finney/Getty Images

    In un passo dell’intervista l’Apache sostiene che dietro i motivi della sua scelta di lasciare l’Inghilterra ci sarebbe la volontà di stare vicino alla propria famiglia e ai propri figli, sebbene sia quantomeno irrealistico associare queste affermazioni circa un trasferimento ad un altro club ma che vanno lette in relazione alla “fuga” del calciatore nel mese di novembre, quando raggiunse il Sud America senza l’autorizzazione del Manchester City, che ha chiesto al proprio tesserato il pagamento di una maxi-sanzione (contro la quale Tevez ha rivelato di aver fatto ricorso alla Federazione inglese).

    Le dichiarazioni di Tevez faranno certamente discutere gli appassionati di calcio e i tifosi del Milan, i quali ora si chiedono quanta credibilità abbia un giocatore che un giorno dice di vedersi solamente con la maglia rossonera e il giorno dopo afferma di essere disposto a giocare sia per il Psg che il Boca Juniors pur di poter tornare a giocare a calcio.

    A questo punto Carlitos tornerà, come raccontato dallo stesso calciatore, a giocare a golf, dando appuntamento alla prossima estate, quando si preannuncia un nuovo braccio di ferro fra la punta argentina e i Citizens.

  • Ronaldo rischiò la morte, la sconvolgente verità di Bruno Carù

    Ronaldo rischiò la morte, la sconvolgente verità di Bruno Carù

    Sconvolgente verità quella che il professor Bruno Carù ha rivelato ai microfoni della trasmissione “La Tribù del Calcio” che andrà in onda su Premium Calcio domani alle ore 23. Protagonista dell’inquietante vicenda è Ronaldo, il Fenomeno. Dobbiamo tornare indietro di circa 13 anni e mezzo, alla finale della Coppa del Mondo tra i padroni di casa della Francia e i campioni in carica del Brasile. Tutti ricordiamo come andò a finire, con la sconfitta incredibile dei verdeoro, spazzati via dai transalpini con un perentorio 3-0.

    Quella notte passerà alla storia però più per la prestazione orribile del numero 9 brasiliano, che destò grande perplessità tra gli appassionati di calcio profani e gli addetti ai lavori. Come verrà ricordata per sempre l’immagine del giorno dopo, di un Ronaldo che scende barcollando la scaletta dell’aereo, quasi che si fosse ubriacato dopo la sconfitta subita la sera prima. Quelle che erano supposizioni, fantasie, pensieri più o meno corrispondenti alla realtà, ora trovano una risposta. Ed è una risposta agghiacciante, che farà venire i brividi alle migliaia di fan del Fenomeno.

    “RISCHIO’ DI MORIRE” – Dichiarazione shoccante, ma che non fa una grinza a quanto raccontato dal professor Carù. La sera prima della partita Ronaldo si era sentito male nella sua camera d’albergo, e questo è un fatto largamente conosciuto. Il suo compagno di stanza, Roberto Carlos, aveva immediatamente chiamato i soccorsi ai quali aveva affermato di aver visto Ronaldo accasciarsi nel letto in preda a delle convulsioni. Il primo (e anche ultimo) responso fu quello di attacco epilettico.

    Ronaldo | © PEDRO UGARTE/AFP/Getty Images

    Tredici anni dopo ci viene raccontata un’altra, inquietante, verità. Non fu una crisi epilettica da stress (come recitò il bollettino medico dell’ospedale francese), in realtà fu un problema cardiaco che colpì l’attaccante allora in forza ai nerazzurri dell’Inter. Una vera e propria “assenza di attività elettrica e meccanica del cuore”, e quando il cuore cessa di battere significa essere più di là che di qua (detto volgarmente). Ronaldo ha rischiato di morire il giorno prima della finale del campionato del Mondo.

    I medici francesi optarono per la somministrazione di un potente sedativo, il Gardenale, già tristemente famoso per essere stato utilizzato dalla diva Marilyn Monroe per suicidarsi. Il farmaco era totalmente inappropriato per chi avesse appena avuto un problema cardiaco, e il Fenomeno corse il rischio di morire sul campo dello Stade de France. Agghiacciante verità, ma allo stesso tempo incredibile fortuna per quello che è considerato come uno degli attaccanti più forti della storia del calcio.

  • Serie A, la 22 giornata si gioca alle 15

    Serie A, la 22 giornata si gioca alle 15

    Nelle ultime ore si sta discutendo circa la possibilità di far giocare in contemporanea tutte le squadre alle 15 durante la prossima giornata di campionato, compresi anche gli anticipi del sabato. Decisione che sta prendendo forma dopo le accese polemiche divampate in seguito al rinvio di 4 partite nel turno infrasettimanale appena trascorso. Forse la partita che ha più di tutti fatto scoppiare la discussione è stato il match al Tardini fra Parma e Juventus. L’allenatore della squadra bianconera è sbottato, prendendosela con gli organi competenti per il fatto che la situazione fosse già chiara abbondantemente prima dell’inizio del match e che la scelta più ovvia sarebbe stata quella di rinviare la partita prima che il pullman dei bianconeri fosse partito, evitando così un viaggio di ritorno stile “Odissea”, fra neve e ingorghi autostradali.

    Il presidente del Siena Mezzaroma ha denunciato la condizione degli stadi, la maggior parte dei quali è assolutamente impotente difronte ad eventi meteorologici “eccezionali” come quello che sta interessando l’Italia in questi giorni, prospettando una soluzione che riesca a stravolgere l’attuale situazione. Un riferimento neanche troppo celato verso gli impianti inglesi, i quali eccellono per la struttura organizzativa e capaci di ospitare partite di calcio in giorni ben più “difficili” rispetto a giornate con temperature inferiori ai -5 o -8 gradi fatte registrare durante il turno infrasettimanale.

    Stadio Atleti Azzurri d'Italia | © Marco Luzzani/Getty Images

    Se la decisione venisse accettata (il calcio è “schiavo” delle pay per view che grazie ai loro soldi mandano avanti il giocattolo, come ricordato dal presidente del Palermo Maurizio Zamparini in un’intervista rilasciata questa mattina, e non c’è la certezza che la proposta di azzerare i match serali venga accettata automaticamente), sarebbe accolto parzialmente l’appello lanciato nella giornata di ieri dall’ad rossonero Adriano Galliani, di rinviare da subito il posticipo domenicale fra Milan Napoli a data da destinarsi, a causa delle avverse previsioni meteo che parlano di abbondanti nevicate nel capoluogo lombardo nel weekend con il forte rischio di gelate (proposta avvallata dallo stesso presidente del Napoli De Laurentiis).

    Si tornerebbe così ad una domenica di Serie A vintage, dove ancora i tifosi avevano gli occhi rivolti al campo e le orecchie sintonizzate alla radiolina per ascoltare l’andamento di tutte le altre partite. Una giornata “normale”, dopo che l’ingresso delle pay per view ha stravolto di fatto le abitudini di migliaia di tifosi del calcio.

  • Crisi Napoli, Mazzarri e De Laurentiis “colpa degli arbitri”

    Crisi Napoli, Mazzarri e De Laurentiis “colpa degli arbitri”

    Il Napoli non sta attraversando quello che si definisce uno splendido periodo di forma. Il pareggio casalingo a reti inviolate contro il Cesena,  è stata soltanto l’ultima prestazione deludente all’interno di un ciclo negativo di partite dove gli uomini di Mazzarri hanno raccolto la miseria di 3 punti su 4 match disputati. Mazzarri e De Laurentiis protestano contro la classe arbitrale, rea secondo il loro giudizio di aver pesantemente condizionato le ultime gare di campionato.

    Le colpe però non sono attribuibili esclusivamente agli arbitri, scelte discutibili da parte dell’allenatore toscano e una rosa a livello numerico incapace di affrontare le tre competizioni rientrano tra le cause principali della crisi in campionato in cui è incappata la squadra partenopea, attualmente al settimo posto in classifica con 30 punti conquistati dopo 21 giornate, fuori dall’Europa League. Undici punti dividono gli azzurri dal terzo posto occupato dall’Udinese, l’ultima piazza utile per raggiungere i preliminari di Champions League, competizione che vede il Napoli protagonista assoluto dopo aver raggiunto gli ottavi di finale e superato un girone di ferro composto da City, Bayern e Villareal.

    walter mazzarri | © Valerio Pennicino/Getty Images

    ARBITRI – Nella conferenza post partita il tecnico Walter Mazzarri è sbottato, dopo l’ennesimo torto arbitrale subito dalla propria squadra. Nell’occhio del ciclone il direttore di gara Banti, il quale ha annullato un gol di Pandev nel finale, rete che la moviola ha mostrato essere regolare. Mazzarri ha sottolineato come anche a Genova la conduzione arbitrale fosse stata sfavorevole ai suoi uomini, dopo l’annullamento della terza rete che avrebbe significato pareggio e quindi un punto in più per la classifica. Il tecnico ha poi ricordato che ugualmente contro il Siena gli errori arbitrali siano stati decisivi ai fini del risultato, gara che si era conclusa sull’1-1.
    Lo stesso presidente De Laurentiis ha dato ragione al proprio allenatore, chiedendo all’associazione italiana arbitri (A.I.A.) di presentarsi a fine partita davanti ai microfoni dei giornalisti e spiegare le ragioni delle loro scelte, avendo così un confronto ragionevole con le società direttamente interessante.

    TURNOVER – E’ impensabile però che le recenti deludenti prestazioni della squadra napoletana siano da attribuire unicamente agli errori arbitrali. Quando Mazzarri ha utilizzato il turnover non è mai stato premiato. Nelle ultime 8 partite il Napoli ha affrontato in sequenza Novara, Bologna, Siena, Cesena, raccogliendo 4 punti, senza mai vincere. Queste gare sono state caratterizzate dal turnover del tecnico toscano, con i tre “tenori” Cavani, Lavezzi, Hamsik mai partiti insieme nell’undici titolare. Ieri contro il Cesena c’era solamente il bomber uruguaiano. Lo stesso Cavani non era stato schierato inizialmente da Mazzarri nella trasferta di Genova persa per 3-2 (con i due gol azzurri realizzati dal Matador nei minuti finali).
    Chi difende il tecnico, automaticamente mette in discussione le scelte societarie e la figura del direttore sportivo Bigon. Mancanza di ricambi all’altezza dei titolari, l’acclamatissimo Edu Vargas acquistato per 11 milioni di euro che non si è quasi mai visto in campo in questo mese di gennaio (se si escludono i 45′ minuti di Coppa Italia disastrosi contro il Cesena), e i dubbi che serpeggiano sul reale potenziale del Napoli se alla rosa viene tolto uno fra Cavani, Lavezzi e Hamsik.

    VIDEO MAZZARRI

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    VIDEO DE LAURENTIIS 

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