Autore: Federico Pisanu

  • Ibrahimovic, lite con una giornalista dopo Milan – Lecce

    Ibrahimovic, lite con una giornalista dopo Milan – Lecce

    Post partita infuocato quello di Milan Lecce. La vittoria dei rossoneri (2-0 grazie alle reti di Nocerino e Ibrahimovic), rischia di passare in secondo piano difronte all’ennesimo show dello svedese fuori dal campo.

    Durante un’intervista ai microfoni di Mediaset Premium, Ibra si è rivolto in modo deplorevole nei confronti di una giornalista presente nel terreno di gioco. Dopo averle gentilmente chiesto “Che c…vuoi?”, l’attaccante svedese le ha lanciato il ferma-capelli addosso, per poi essere congedato dal giornalista di Premium. Il gesto di cui il numero 11 rossonero si è reso protagonista non è stato frutto del caso, sebbene ciò non giustifica in alcun modo il suo comportamento.

    zlatan ibrahimovic | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Prima dell’intervista con Alessio Conti (il giornalista di Mediaset ndr), all’attaccante era stata chiesta la sua versione circa il presunto strappo avuto con l’allenatore Massimiliano Allegri all’indomani della sfida europea di martedì scorso contro l’Arsenal. I media avevano parlato di un Ibrahimovic furioso contro il tecnico rossonero, a causa del tridente schierato in campo a Londra che avrebbe avuto un effetto particolarmente deleterio sulla prestazione del bomber di Malmoe. Lo stesso calciatore ha risposto per le rime a tale insinuazione, affermando che la categoria dei giornalisti farebbe meglio a stare in silenzio piuttosto che parlare.

    La giornalista presa di mira dallo svedese aveva in precedenza “osato” parlare del suo litigio con Allegri, domandando ad un Ibra sempre più stizzito man mano che proseguiva l’intervista se oggi fosse contento dopo la presunta arrabbiatura con il mister martedì scorso. Il calciatore le risponde che, come altri, anche lei fa parte di quelli che parlano troppo senza sapere, per poi chiudere bruscamente l’intervista. Forse non contenta della risposta, la giornalista avrebbe insistito, continuando a fissare l’attaccante milanista. A questo punto lo svedese ha perso la pazienza, dote per la quale non si segnala di certo come esempio edificante, prima scagliandosi verbalmente per poi lanciarle il ferma-capelli con un lancio degno di un giocatore da pallacanestro.

    1) VIDEO INTERVISTA IBRAHIMOVIC
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    2) VIDEO INTERVISTA IBRAHIMOVIC
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  • Cagliari, Ballardini esonerato. Cellino richiama Ficcadenti

    Cagliari, Ballardini esonerato. Cellino richiama Ficcadenti

    Il Cagliari ha esonerato Davide Ballardini nel tardo pomeriggio di oggi. Al suo posto torna Ficcadenti, licenziato da Cellino lo scorso 8 novembre a seguito di una sequenza negativa di 5 partite. Fatale al tecnico rossoblu la pesante sconfitta di Napoli, con gli azzurri di Mazzarri che hanno passeggiato per 6-3. Un risultato che evidentemente non è stato digerito dal vulcanico presidente sardo, che ha da subito riallacciato i rapporti con l’ex allenatore del Cesena. A ore si attende l’annuncio ufficiale del suo ritorno in Sardegna, dopo che la prima parentesi al Sant’Elia era durata lo spazio di due mesi.

    FINE DEL REGNO BALLARDINI – Stavolta è un addio, non un arrivederci. Il Ballardini III è ormai un re nudo, detronizzato in maniera definitiva dalla terra sarda. Dopo una prima sfortunata avventura nel 2005, il tecnico ravennate era stato il protagonista assoluto dell’entusiasmante salvezza della stagione 2007-2008. Non avendo trovato l’accordo economico per il rinnovo del contratto, le strade fra i due si separarono, per poi rincontrarsi tre anni dopo, quando il “Balla” venne richiamato da Cellino per sostituire Ficcadenti. Accolto in maniera trionfale dalla tifoseria rossoblu, tutto sembrava far presagire un cammino tranquillo in campionato. Quattro mesi dopo però ecco il comunicato ufficiale della società sarda che mette fine al regno di Ballardini.

    davide ballardini | © Enrico Locci/Getty Images

    ALTI E BASSI – Vittorie prestigiose, ma anche black-out improvvisi, hanno contraddistinto il terzo mandato del mister ravennate. Tra i successi più belli il 3-0 al Genoa, il 4-2 alla Roma di Luis Enrique a febbraio, la vittoria di misura sul Palermo per 2-1. Oltre ai 3 punti prestigiosi, il Cagliari ha ottenuto importanti pareggi, come quello di Torino contro la Juventus e lo 0-0 imposto all’Udinese di Guidolin al Friuli. Proprio dopo il pareggio contro i friulani i rossoblu sono andati incontro a tre sconfitte consecutive, l’ultima quella decisiva al San Paolo venerdì scorso.

    DISASTRO CONTRO LE PICCOLE – Lo scarso rendimento con le piccole ha segnato una tappa fondamentale nel percorso minato di Ballardini. Il pareggio casalingo contro il Bologna, lo 0-0 contro il Novara in Piemonte, la cocente sconfitta casalinga contro il Lecce due settimane fa, fino ad arrivare al tracollo incredibile contro il Siena di Sannino l’ultima domenica. Due ko di fila che hanno inesorabilmente avvicinato pericolosamente il Cagliari alla zona retrocessione, ora distante solamente 6 punti, quando mancano ancora 11 gare al termine della stagione. Come spiegare l’involuzione della squadra rossoblu nelle ultime 3 partite di campionato?

    ASSENZE PESANTI – Sicuramente gli infortuni non hanno dato una mano a Ballardini. Sull’economia del gioco sardo hanno eccessivamente pesato le assenze di due pedine fondamentali quali il fantasista Cossu e il bomber Pinilla. Proprio da quest’ultimo ad inizio anno erano arrivate le tanto sospirate reti agognate durante tutto il girone d’andata. Il reparto offensivo era stato più volte messo sotto accusa e l’arrivo dell’ex attaccante rosanero venne salutato come manna dal cielo nel capoluogo sardo. Pinilla, e in parte Cossu, hanno saltato le ultime 4 sfide di Serie A, che sono coincise con l’inizio della crisi. Nell’immediato post-gara di Napoli, Ballardini aveva dichiarato di aspettare con fiducia il rientro della sua punta principe. Ritorno che però il tecnico ravennate non potrà più vedere.

  • Milan – Lecce 2-0, Nocerino e Ibrahimovic in gol. Juventus a +4

    Milan – Lecce 2-0, Nocerino e Ibrahimovic in gol. Juventus a +4

    Il Milan supera il Lecce 2-0 e allunga a più 4 sulla Juventus, bloccata al Ferraris dal Genoa sull’1-1. Per i rossoneri sono andati a segno Nocerino al 7′ del primo tempo, e Zlatan Ibrahimovic, che al 65′ ha messo il sigillo finale sulla partita. La squadra di Cosmi non ha demeritato e può uscire da San Siro a testa alta. Molti riflettori in campo erano puntati sul giovane Muriel, il quale ha dimostrato di essere uno dei talenti più interessanti della Serie A anche su un palcoscenico importante come quello di Milano. I giallorossi restano al terzultimo posto in classifica, a 6 punti di distacco dalla coppia Cagliari-Parma che occupano l’ultima posizione utile per rimanere nella massima serie a quota 31 punti.

     

    NOCERINO SBLOCCA SUBITO – Il Milan parte con il piede sull’acceleratore e trova dopo pochi minuti la via della rete. Ibrahimovic serve da sinistra Nocerino che segna il gol dell’1-0, complice un evidente deviazione del difensore Miglionico. L’incontro si mette da subito in discesa per gli uomini di Allegri che continuano a dominare l’avversario. I padroni di casa operano un forcing incredibile nei primi 20′ minuti, sfiorando la rete in più di un’occasione con Robinho e il bomber svedese, autore di un pallonetto che per poco non beffava l’estremo difensore giallorosso.

    REAZIONE LECCE – L’inerzia del match cambia alla prima occasione del Lecce. Al 23′ minuto Bojinov lancia lungo per il colombiano Muriel, che in spaccata cerca di infilare Abbiati ma la conclusione si spegne alta di poco. Da qui in avanti il Milan si siede e la banda di Cosmi prende coraggio, affacciandosi più spesso sulla trequarti avversaria. Nel finale però è ancora il Diavolo ad avere la chance per raddoppiare con Robinho da fuori area, ma il tiro del brasiliano finisce di poco a lato dalla porta di Benassi.

    antonio nocerino | © Valerio Pennicino/Getty Images

    INIZIO RIPRESA – I primi 15′ minuti del secondo tempo sono tutti di marca salentina. E’ Bojinov a impensierire seriamente Abbiati con una gran botta dal limite, che il portiere rossonero salva in due tempi. Al 55′ Thiago Silva ferma forse con un braccio un’azione di contropiede del Lecce, l’arbitro De Marco fa però segno di continuare. Ci prova anche Muriel, ma il tiro smorzato dalla difesa milanista diventa facile preda per l’eroe di Londra. Al 60′ il Lecce non riesce a ribadire in rete dopo una furibonda mischia sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Allegri capisce il momento di difficoltà dei suoi e corre ai ripari, sostituendo il ghanese Muntari per Aquilani.

    SENTENZA IBRA – Nel momento di massima pressione, il Milan trova il gol della tranquillità. A segnarlo è ancora lui, Zlatan Ibrahimovic, che con un grande destro fulmina Benassi per il 2-0 al 19′ della ripresa. La rete dello svedese annienta le speranze dei giallorossi che iniziavano a credere nel pareggio. I rossoneri vanno più volte vicini al terzo gol, ma il portiere del Lecce è bravo ad opporsi alle conclusioni di Emanuelson, Robinho e lo stesso Ibra nel finale. Nel finale c’è spazio anche per El Shaarawy, che entra al posto del brasiliano Robinho.

    ALLUNGO IN VETTA – La capolista allunga il suo vantaggio rispetto alle inseguitrici. Con i tre punti di quest’oggi il Milan raggiunge quota 57 punti, mentre la Juve rimane seconda con 53 punti. La Lazio insegue a 9 punti con una partita da recuperare (stasera il posticipo contro il Bologna all’Olimpico). Domenica prossima i rossoneri saranno impegnati nella trasferta di Parma, invece la squadra di Conte farà visita alla Fiorentina di Delio Rossi.

  • Milan – Lecce, Ibrahimovic con Robinho per l’allungo

    Milan – Lecce, Ibrahimovic con Robinho per l’allungo

    Questo pomeriggio a San Siro il Milan affronta il Lecce per la 27^ giornata di Serie A. I rossoneri hanno l’opportunità di incrementare il vantaggio sulla Juventus, impegnata contemporaneamente in quel di Genova in una partita non senza insidie. Durante la conferenza stampa di ieri, Allegri ha ordinato ai suoi di non sottovalutare la squadra di Serse Cosmi nonostante il terzultimo posto in classifica. In attacco partirà dal primo minuto la coppia Ibrahimovic-Robinho, con lo svedese pronto a riprendere il cammino interrotto a Londra. Tra i salentini mancherà Cuadrado, infortunatosi alla caviglia durante l’ultimo match contro il Genoa. Al fianco del gioiellino Muriel spazio a Bojinov, che sostituirà lo squalificato David Di Michele.

     

    EMANUELSON TREQUARTISTA – Niente tridente stavolta. Allegri torna al 4-3-1-2, con l’olandese Emanuelson sulla trequarti. A centrocampo sono certi di una maglia da titolare Nocerino e Muntari, quest’ultimo elogiato pubblicamente dal mister nella conferenza di ieri. Ambrosini contende a Van Bommel l’altro posto a disposizione in mezzo al campo, e a dispetto della prova magistrale offerta da “Magister football” (come viene chiamato dal telecronista-tifoso Pellegatti ndr) contro l’Arsenal, ci sono buone possibilità di vedere il capitano rossonero dal primo minuto. In difesa la coppia di centrali sarà costituita da Bonera e Thiago Silva, vista l’assenza per squalifica del francese Mexes, con Yepes in panchina. A destra il titolare è Abate, mentre sulla corsia opposta è volata a tre fra Mesbah, Antonini e Zambrotta. Salvo sorprese dell’ultimo minuto sarà l’algerino a scendere in campo dall’inizio. Infine San Abbiati difenderà i pali della porta milanista.

    zlatan ibrahimovic | © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    OCCASIONE DA COGLIERE – La gara di oggi offre al Milan la concreta opportunità di aumentare il suo vantaggio in classifica sulle dirette inseguitrici. La Juventus è impegnata nella difficile trasferta di Genova senza alcun difensore centrale di ruolo. Partita non semplice anche per la Lazio di Edy Reja che all’Olimpico affronta il Bologna, che nell’ultimo turno ha fermato proprio i bianconeri di Antonio Conte.

    SITUAZIONE INFORTUNI – Arrivano buone notizie dall’infermeria. Boateng, Seedorf e Maxi Lopez sono sulla via del recupero, e con ogni probabilità riprenderanno ad allenarsi regolarmente con il resto del gruppo nel giro di una settimana. Tempi leggermente più lunghi per Flamini e Pato, che dovrebbero tornare fra 10-14 giorni. Discorso diverso invece per Gattuso. “Ringhio” si allena con la squadra ormai da più di una settimana e attende soltanto l’ok dei medici per poter ricevere la convocazione da Allegri. Anche Cassano ormai scalpita per tornare, a breve la Federazione si pronuncerà in merito all’idoneità sportiva.

    BOJINOV, CHI SI RIVEDE – Il bulgaro partirà insieme a Muriel dal primo minuto, complice la squalifica dell’attaccante Di Michele, espulso durante la sfida contro il Grifone. Tornato in Salento dopo 8 anni, Bojinov punta al rilancio della sua carriera, spesso falcidiata da gravi infortuni. L’ex Citizen ha già segnato al Milan quando militava tra le fila del Parma e auspica di ripetersi nel pomeriggio. A centrocampo, l’infortunato Cuadrado verrà sostituito da Oddo, ex della partita. A sinistra giocherà Brivio. La linea di centrocampo a cinque è completata da Giacomazzi, Blasi e Bertolacci. In difesa Cosmi schiera dal primo minuto Carrozzieri, Esposito e Miglionico, con Benassi in porta.

    MISSION IMPOSSIBLE – Quella a cui sono chiamati i giallorossi è una vera mission impossible. Nonostante la serie utile di cinque partite consecutive, con nove punti conquistati grazie a due vittorie  e tre pareggi), il Lecce dovrà compiere il miracolo per uscire indenne dalla trasferta di San Siro. Una sfida che diventa ancora più fondamentale in ottica salvezza perché il Siena (quartultimo), ha la concreta possibilità di allungare a più 7 nella trasferta di Cesena.

    PRECEDENTI – Il Lecce non vince a Milano da 15 anni. Era la stagione ’97-98 quando i salentini riuscirono a portare a casa i tre punti grazie al 2-1 finale (reti di Govedarica e Casale). Due anni dopo i giallorossi conquistano l’ultimo punto della loro storia a San Siro, impattando 2-2 con i campioni d’Italia uscenti (doppietta di Lucarelli). Da allora solo successi del Milan, quasi sempre con autentiche goleade. All’andata terminò 4-3 per gli uomini di Allegri, protagonista di una rimonta storica (dal 3-0 del primo tempo al 3-4 finale, ispirato dalla tripletta di Boateng).

    RICORDANDO SIC – Quattro mesi dopo la tragica scomparsa di Simoncelli, i giocatori del Milan non dimenticano il campione italiano. In tanti nella sfida d’andata vollero vedere un intervento dal cielo del Sic, da poche ore deceduto in seguito al terribile incidente in Malesia che strappò al Motomondiale un uomo solare e sempre pronto a confrontarsi con i migliori. Quel giorno i calciatori scesero in campo con il lutto al braccio in memoria del loro illustre tifoso, che aveva già deciso di assistere alla successiva partita dei rossoneri in casa contro il Parma. Quel posto non venne più riempito, ma siamo sicuri che da lassù il Sic continuerà ad assistere alla sua squadra del cuore.

    Milan Lecce, probabili formazioni

    Milan (4-3-1-2): Abbiati, Abate, Bonera, Thiago Silva, Mesbah, Ambrosini, Nocerino, Muntari, Emanuelson, Ibrahimovic, Robinho.
    Panchina: Amelia, Yepes, Antonini, Aquilani, Van Bommel, El Shaarawy, Inzaghi. Allenatore: Allegri

    Lecce (3-5-2): Benassi, Miglionico, Esposito, Carrozzieri, Brivio, Giacomazzi, Bertolacci, Blasi, Oddo, Muriel Bojinov.
    Panchina: Petrachi, Obodo, Di Matteo, Giandonato, Piatti, Corvia, Seferovic. Allenatore: Cosmi

  • Allegri ridimensiona il caso Ibrahimovic alla vigilia di Milan – Lecce

    Allegri ridimensiona il caso Ibrahimovic alla vigilia di Milan – Lecce

    Vigilia di campionato in casa Milan, domani a San Siro arriva il Lecce. Continua però a far discutere il caso Ibrahimovic, ed è lo stesso Allegri a parlarne durante la consueta conferenza stampa del sabato a Milanello. Toni pacati, non manca qualche battuta, e alla fine polemiche spazzate via con un sorriso degno dei giorni migliori. Sono passati quattro giorni dalla sfida contro l’Arsenal, la sensazione è quella di essersi risvegliati dall’incubo londinese soltanto poche ore fa. La squadra di Cosmi sarà il classico esame per valutare se i rossoneri abbiano o meno metabolizzato il pesante ko dell’Emirates, tenendo sempre in considerazione che nonostante i tre schiaffi ricevuti la qualificazione ai quarti è rimasta intatta.

    ALLEGRI IL MURATORE – Durante la querelle con la Juventus delle settimane scorse il tecnico toscano aveva preso il patentino di comico, ripercorrendo le orme dei vari Pieraccioni, Ceccherini e Panariello,  auto-candidandosi al prossimo film del regista fiorentino. Nonostante la discreta verve dimostrata nelle interviste post gara, non ha ottenuto il successo che sperava. Già nelle scorse giornate aveva affermato di voler abbandonare l’improvvisato mestiere intrapreso per spegnere il fuoco delle polemiche, fine tristemente fallito. Oggi però ha sorpreso tutti i giornalisti presenti in sala trasformandosi in provetto muratore. Il perché è presto detto, Zlatan Ibrahimovic.

    massimiliano allegri | © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    “INSONORIZZARE MILANELLO” – Lo svedese era stato uno dei più duri nei confronti di Allegri, criticandolo per via del modulo a tre punte schierato in Coppa, in cui Ibra aveva individuato la causa principale della sua deludente prestazione. Lo stesso Galliani nell’immediato post-partita aveva  tirato le orecchie al mister rossonero, salvo poi ritrattare pubblicamente quanto dichiarato dopo il colloquio del giorno seguente. In merito alla vicenda Allegri ha ribadito la situazione di emergenza venutasi a creare prima del match contro l’Arsenal, e come fosse obbligato a schierare il 4-3-3 a causa dell’assenza di quasi tutti i centrocampisti. Difronte ad un presunto malumore di Ibra filtrato da Milanello, il tecnico ha ironicamente risposto di essere intenzionato ad insonorizzare i muri del centro sportivo.

    “STESSA VOGLIA” – Il mister ha definitivamente chiuso il caso spiegando che non c’è stato bisogno di alcun faccia a faccia fra lui e lo svedese, perché non c’è alcuna situazione grave da fronteggiare come il recente passato ci insegna (vedi Pato ndr). Ha precisato inoltre che i due sono accomunati dalla “stessa voglia di vincere”, ed è proprio per questa ragione che Ibrahimovic non ha accettato la sconfitta di martedì scorsa, lasciandosi così andare alle dure esternazioni contro squadra e allenatore.

    AQUILANI ANCORA IN PANCHINA – Parlando del match di domani contro il Lecce, Allegri ha svelato alcune chiavi importanti. Il rebus trequartista non ci sarà, con l’olandese Emanuelson sicuro di una maglia da titolare, così come Nocerino e Muntari. A centrocampo il ballottaggio è fra Ambrosini e Van Bommel, con il primo favorito. Aquilani invece partirà dalla panchina. L’ex giallorosso non ha ancora i 90′ minuti nelle gambe e a Milanello una delle parole d’ordine è prudenza. In difesa si contendono il ruolo di terzino sinistro in tre, Mesbah, Antonini e Zambrotta, con Thiago Silva e Bonera al centro. In attacco certa la presenza della coppia titolare Ibrahimovic-Robinho.

  • Juventus, emergenza difesa. Vidal con Caceres

    Juventus, emergenza difesa. Vidal con Caceres

    Per la trasferta di domani a Genova, la Juventus deve fare i conti con pesanti assenze nel reparto di difesa. Oltre ai già indisponibili Chiellini e Barzagli, fuori per infortunio, i bianconeri hanno perso Bonucci per squalifica. Domani toccherà al cileno Vidal ricoprire il ruolo di centrale difensivo, al fianco dell’ex Siviglia Caceres. L’allenatore in seconda Angelo Alessio (Conte non sarà in panchina perché appiedato un turno ndr), ha dichiarato che oltre a Vidal si sta pensando anche alla soluzione Marrone, centrocampista classe ’90, prodotto del vivaio bianconero.

    TRE SU TRE – Tre croci imperversano nella rosa juventina. Fin qui non ci sarebbe nulla di preoccupante (gli anni scorsi si sarebbe gridato al miracolo), se non fosse che la mannaia si è abbattuta nel solo reparto difensivo, per di più sugli unici calciatori di ruolo che ricoprono una determinata posizione in campo. Maledetta fu la sfida casalinga contro il Chievo del 3 marzo scorso, quando si infortunò la coppia Barzagli-Chiellini, fin a quel giorno la migliore del campionato, calcolando i freddi numeri delle statistiche. Il primo dovrebbe rientrare fra due giornate, mentre il toscano è sulla via del recupero e già nella prossima sfida del Franchi contro la Fiorentina tornerà a disposizione. Se non bastasse, mercoledì nel recupero di Bologna, la Juve ha perso anche l’ultimo centrale di ruolo, con Bonucci che si è fatto espellere per doppia ammonizione nell’incontro del Dall’Ara, conclusosi sull’1-1 senza non poche polemiche.

    arturo vidal | © Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images

    VIDAL ARRETRA – Per la sfida contro il Genoa sarà con tutta probabilità Vidal ad occupare il posto vacante in difesa, affiancato da Caceres. Se l’uruguaiano è arrivato a Torino con l’etichetta di jolly difensivo, non si può dire che l’ex Leverkusen sia un calciatore poco duttile. Già in passato infatti il cileno, oltre a poter ricoprire qualsiasi ruolo del centrocampo, ha giocato in difesa, sia al centro che come terzino. I tifosi della Signora si augurano che Vidal non sia particolarmente arrugginito, anche perché difronte se la dovrà vedere con il tandem d’attacco rossoblu Palacio-Gilardino.

    MIGLIORE DIFESA – Fin qui la Juventus ha la miglior difesa del campionato, con 17 gol subiti in 26 incontri. Nonostante tale record, Buffon nelle ultime 4 sfide ha sempre subito almeno un gol a partita. Dall’altra il Genoa è la peggior difesa della Serie A (48 reti subite), sebbene l’attacco rossoblu non possa definirsi sterile, in particolare tra le mura di casa, dove il Grifone è andata a segno 21 volte nelle 13 partite disputate.

    PAREGGITE – L’emergenza in difesa arriva nel periodo più difficile della stagione bianconera, dopo il febbraio nero appena trascorso. Cinque pareggi e una sola vittoria (contro il Catania) hanno inceppato la macchina da guerra costruita da Conte. Nel giro di un mese il Milan ha racimolato 6 punti sull’ex capolista, nonostante quest’ultima possa ancora mostrare lo zero nella casella sconfitte. Per spiegare la “pareggite” juventina, un elemento non affatto trascurabile è quello che riguarda la condizione fisica mostrata al rientro dalla sosta natalizia, andata man mano peggiorando nel corso delle settimane. Bisogna anche tenere in considerazione il fatto che la Juve ha dovuto disputare 7 partite in poco meno di un mese (una partita ogni 4 giorni ndr), una media ben diversa rispetto a quello sostenuto nel girone d’andata.

  • Europa League, Manchester piange. United e City ko

    Europa League, Manchester piange. United e City ko

    C’era una volta l’Inghilterra che dettava legge in Europa. Ieri sera la ricca Manchester si è scoperta nuda difronte ai propri avversari. Athletic Bilbao e Sporting Lisbona hanno trionfato rispettivamente contro Red Devils e Citizen. L’Old Trafford sorride amaramente per la doppietta di Rooney, mentre in Portogallo le prime pagine sono tutte per Xandao e il suo colpo di tacco che ha steso la squadra di Roberto Mancini. Fra una settimana si giocherà il match di ritorno. Se da una parte il City potrebbe riuscire a passare il turno abbastanza agevolmente, anche da quanto visto in terra lusitana, lo United invece non può dormire sogni tranquilli dopo il 2-3 subito tra le mura amiche. I quarti di Europa League senza neanche un club di Sua Maestà Elisabetta? Una provocazione certo, ma fino a un certo punto.

    SACCHEGGIO BASCO – I libri di storia inglese devono trascrivere un nuovo capitolo relativo alle invasioni. Da ieri i romani non sono più l’unico popolo ad aver saccheggiato e occupato i territori al di là della Manica, ecco a voi i baschi. Il loro condottiero è il cileno Bielsa, che col suo gioco frizzante ha incantato il decano Ferguson. Il baronetto ha pure dovuto fare i conti con il tabellone delle sostituzioni, finitogli sul piede destro per via della superficialità dei suoi assistenti, i quali certamente non potranno avere un futuro radioso come rugbisti.

    Manchester United | © Jamie McDonald/Getty Images
    ROONEY NON BASTA – La punta della Nazionale inglese aveva illuso tutti in avvio, con la rete del momentaneo vantaggio per i Red Devils. La squadra basca però non smette di giocare, e anzi trova il gol del pareggio a un minuto dalla fine del primo tempo con il bomber Llorente, che di testa sfrutta al massimo il perfetto cross dalla destra di Susaeta. Nella ripresa ci si aspetta una reazione da parte dei padroni di casa ma è l’Athletic a passare in vantaggio al 72′ con De Marcos che insacca con un sinistro al volo sotto la curva dei tifosi baschi (l’azione però è viziata dalla posizione in fuorigioco dello stesso attaccante spagnolo). Al 90′ arriva il de profundis inglese, complice una clamorosa disattenzione difensiva del terzino brasiliano Rafael che consente a Munian di realizzare in scioltezza il gol del 3-1. Con lo United ormai in ginocchio, ci pensa Rooney a riaccendere le flebili speranze di qualificazione, trasformando un calcio di rigore concesso dall’arbitro per un fallo di mano in area di De Marcos. Fra una settimana gli uomini di Ferguson sono chiamati all’impresa. Servirà infatti una successo con almeno due gol di scarto al San Mamés.

    CITY SFORTUNATO – Contemporaneamente alla disfatta dei cugini in patria, anche il City ha dovuto subire una sconfitta sorprendente. In ogni caso la prestazione della squadra di Mancini non può essere paragonata con quella dei Red Devils, e sopratutto qualsiasi discorso qualificazione è ancora aperto, con i Citizen che rimangono favoriti per il passaggio del turno. Soltanto la bravura del portiere avversario e un pizzico di malasorte hanno impedito al City di segnare quel gol che avrebbe reso il ritorno in Inghilterra meno difficile di quanto non lo sia adesso, anche se il ruolino di marcia casalingo fa dormire sogni tranquilli ai tifosi del club inglese. A decidere la partita del José Alvalade è stato uno splendido colpo di tacco del difensore brasiliano Xandao, che ha voluto imitare la straordinaria rete di Cristiano Ronaldo una settimana fa sul campo del Rayo Vallecano. Per il City due legni colpiti da Kolarov e Balotelli (entrato nel corso della ripresa), oltre a numerose azioni da gol neutralizzate dall’estremo difensore lusitano.

  • Ibrahimovic arrabbiato? Galliani “meglio per il Milan”

    Ibrahimovic arrabbiato? Galliani “meglio per il Milan”

    Ibrahimovic è arrabbiato? No problem, anzi. Questo in sintesi il pensiero di Galliani, espresso questa mattina all’arrivo in Lega. La paura londinese non è stata fatta salire sull’aereo che ha riportato i rossoneri sani e salvi a Londra, e il viso tirato a lucido dell’ad milanista era quello delle giornate migliori. Forse il consiglio del mind the gap non è stato pienamente ascoltato, ma dopotutto nel calcio contano i risultati e non delle inutili quanto noiose divagazioni filosofiche sulla metropolitana inglese.

    Qualcuno però non l’ha dovuta pensare così, e sul vuoto rossonero contro l’Arsenal si è posto più di un interrogativo, trovando in fretta sia la risposta che il colpevole.

    IBRAHIMOVIC, L’ESTETA – La metamorfosi di Ibra è sotto gli occhi di tutti. In campo non gioca più da solo, e l’egoismo di quando era in nerazzurro è un concetto che non ritroviamo in nessuna delle partite giocate di questa stagione. Ai tempi dell’Inter una qualificazione come quella contro l’Arsenal due giorni fa sarebbe stata accolta in maniera trionfalistica dall’attaccante di Malmoe, anche perché i quarti di Champions League fino ad oggi rappresentano un qualcosa di abbastanza raro nella carriera dello svedese. Desta quindi scalpore come il numero 11 del Milan sia riuscito ad arrabbiarsi per la prova generale della squadra all’Emirates Stadium, senza neanche trovare un sorriso per il traguardo raggiunto. Perché? Il motivo rimane piuttosto oscuro, o forse prevedeva già che, il giorno dopo, il paragone con Messi avrebbe fatto capolino su tutti i quotidiani sportivi, senza però immaginare in alcun modo la manita de Dios.

    zlatan ibrahimovic | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    BORDATA SU ALLEGRI – Non c’ha pensato su due volte nel battere una punizione contro Allegri, scagliando una bordata che il tecnico rossonero avrà faticato e non poco nel trattenerla. Oggetto di discordia il tridente schierato dal mister, che a detta dello svedese, avrebbe avuto come conseguenza non secondaria il suo vagabondare senza meta durante tutti i 90′. Quindi secondo la versione di Ibra, la sua prestazione incolore sarebbe da attribuire esclusivamente alle tre punte schierate da Allegri. Che fortuna! potrebbe esclamare qualcuno dei tifosi del Diavolo, che magari pensava fosse colpa dello scoglio psicologico “european nights”, insuperabile dal titanic svedese, sebbene il mare debba essere particolarmente affine a chi è nato nella penisola scandinava.

    GALLIANI E’ CONTENTO – Il paradosso di tutta la vicenda è la risposta di Galliani, che si è detto felice di un Ibrahimovic arrabbiato, confidando in una non meglio precisata cabala, secondo la quale quando l’attaccante rossonero è adirato fioccano i gol (chiedere informazioni al Palermo e ad Aronica). Il sorriso di Galliani investe anche Allegri, velatamente criticato nei minuti successivi al triplice fischio dello sloveno Skomina. Al tecnico viene riconosciuta l’attenuante degli infortuni a centrocampo, con Allegri che aveva a disposizione solamente tre calciatori in quel ruolo più Aquilani che rientrava da un lungo infortunio. Pace fatta quindi, i tortellini e il vino possono fare capolino sui tavoli di Milanello.

    IL SILENZIO DEL PRESIDENTE – Il post-Arsenal è mancante di un tassello, e non di poco conto. In passato i tifosi del Diavolo erano abituati alle bacchettate di Silvio Berlusconi, che incurante del risultato finale coglieva sempre l’occasione di ricordare la missione del Milan, “essere padrone del campo e vincere attraverso il bel giuoco”. Ultimamente poi al diktat presidenziale si è aggiunto anche il nome del Barcellona, il cui tique-toque deve essere preso come modello e trapiantato sul prato di San Siro. Un’operazione calcistica non certamente facile, anche perché il principale medico chiamato ad effettuarla non ha nel proprio curriculum vitae tale intervento. La risposta di Allegri è stata già inviata ad Arcore, francobollo di Milanello compreso, e recitava all’incirca così: “il Barcellona non si imita, si batte”

  • Champions League, Messi divino. L’Apoel sogna

    Champions League, Messi divino. L’Apoel sogna

    La serata di Champions League ci consegna un Messi da sballo, con il pokerissimo rifilato ai tedeschi del Leverkusen, travolti 7-0 dal Barcellona. Mentre Leo entrava nella leggenda, in un’isola del Mediterraneo si stava scrivendo l’ennesima pagina della favola Apoel, con i ciprioti che accedono ai quarti di finale eliminando i francesi del Lione ai calci di rigore.

    I media di tutta Europa hanno celebrato la storica giornata di ieri, dando ampio risalto alle 5 reti della Pulce. Per lui gli aggettivi sono ormai finiti, e si è costretti a ricorrere alla sfera trascendentale per descriverlo. Se il calciatore del Barcellona rappresenta la fantascienza, i ciprioti sono ufficialmente il miracolo sportivo di questa stagione.

    MINIERI(A) MESSI: Forse lo stesso Camp Nou non era abituato a vedere un Messi così. E’ stata già definita come la manita de Dios, cinque gol che i fan della squadra catalana e tutti gli appassionati di calcio ricorderanno a lungo. Gli altri giocavano a calcio, lui a un certo punto si è stufato e ha scelto di cambiare sport, facendolo in modo sublime. Messi come Minieri? Si, però a differenza del campione italiano di poker, il blaugrana non ha rivali al tavolo di gioco.

    TWITTER SI INCHINA – Il social network del momento rende onore al fenomeno Messi. Su tutti spicca il cinguettio dell’inglese Rooney, secondo il quale non ci sono più dubbi ormai, “the best ever”. L’attaccante dei Red Devils ha già avuto la (s)fortuna di incontrare la Pulce in due finali di Champions, banale ricordare come è finita. Agli elogi di Rooney si uniscono anche quelli del colombiano Falcao, attaccante dell’Atletico (capocannoniere dell’Europa League con la maglia del Porto l’anno scorso), del Citizen Nigel De Jong e dell’ex Pallone d’oro Michael Owen.

    IBRA WHO? – A proposito di Pallone d’oro, torna di strettissima attualità la candidatura di Ibrahimovic lanciata nei giorni scorsi da Massimiliano Allegri e lo stesso Presidente del Milan Silvio Berlusconi. Dopo ieri forse nessuno riuscirà ad azzardare tanto, piuttosto si dovrebbe iniziare a pensare di inaugurare una sorta di Pallone d’oro Two, al quale possono aspirare giocatori che non possiedano all’interno del loro corpo frammenti di divino, fino a quando Messi calcherà i campi di gioco. Ibrahimovic oggi, Ronaldo ieri e domani, perché il portoghese ha già dovuto subire l’umiliazione di vedere il “collega” rivale superarlo negli anni scorsi, e corre il concreto pericolo di essere l’eterno secondo anche nel futuro prossimo.

    lionel messi | © LLUIS GENE/AFP/Getty Images

    GUARDIOLA RINGRAZIA – E’ un Guardiola estasiato, quasi incredulo, quello che si presenta ai microfoni nel post-partita. Dopo una carrellata di tutti i migliori calciatori della storia, iniziando da Di Stefano per continuare con Cruyff e Maradona (senza dimenticare Pelè ndr), il tecnico blaugrana arriva a Messi, “il migliore”. Una vera e propria investitura da parte di Guardiola, che esprime la propria gratitudine ai piani celesti per aver potuto allenare un calciatore del suo genere, semplicemente unico.

    GLI EROI DI CIPRO – L’Apoel è ai quarti di finale di Champions League. No, non è il primo d’Aprile. Ciò che sembrava irrealizzabile, un’utopia, è quanto di più concreto possa esserci. All’interno delle palline che verranno estratte a Nyon ci sarà anche quella che conterrà il nome dell’Apoel Nicosia. Da Cipro con furore, volendo costruire un ipotetico ponte che dal Mediterraneo arriva fino ad Hollywood, la città dove si costruiscono i sogni. Nessuno sa ancora se l’avventura dell’Apoel si fermerà ai quarti o proseguirà oltre, in ogni caso ci sono ottime possibilità che i ciprioti trasformino il 7 marzo in festa nazionale.

    LIONE, GIUSTIZIA E’ FATTA? – La domanda è lecita, in Olanda non avrebbero dubbi su cosa rispondere. La sconfitta ai calci di rigore contro l’Apoel brucia ancora, e in molti sono convinti che la giustizia divina sia intervenuta ieri sera per eliminare i galletti. I calciatori dell’Ajax non hanno dimenticato il modo in cui sono stati estromessi prima di Natale dal girone eliminatorio, quando nell’ultima giornata il Lione colse un sorprendente quanto poco limpido 7-1 contro la Dinamo Zagabria, l’unico risultato con cui i francesi potevano accedere agli ottavi eliminando i lancieri, quest’ultimi sconfitti 3-0 dal Real Madrid in maniera rocambolesca (2 gol annullati agli olandesi per fuorigioco inesistenti). Anche questa sarà una storia da raccontare alle future generazioni di Cipro.

  • Cesena – Catania 0-0, le pagelle. Mutu, che succede?

    Cesena – Catania 0-0, le pagelle. Mutu, che succede?

    Il Cesena spreca anche l’ultima occasione che il calendario offriva, pareggiando 0-0 contro un Catania sprecone in avanti. Il rientrante Mutu si è reso protagonista di una prova sconcertante, tanto da costringere lo stesso Beretta ad escluderlo ad inizio secondo tempo. Tra gli ospiti Barrientos ha avuto le migliori chances per segnare, ma la sfortuna e poca lucidità nella finalizzazione hanno fatto sì che l’argentino le fallisse tutte. Nel finale di gara deplorevole la testata di Almiron ai danni di Comotto, ex compagni di squadra alla Fiorentina.

    Cesena Catania 0-0, le pagelle.

    CESENA
    Antonioli 6: ordinaria amministrazione per l’estremo difensore bianconero. Scommettiamo che ancora per un paio di giorni si sognerà l’argentino Barrientos, per tutte le volte che quest’ultimo ha provato a fargli gol.
    Pudil 4,5: l’esterno di sinistra lascia in 10 uomini al 21′ del primo tempo i suoi compagni di squadra in una partita fondamentale, protestando platealmente con l’arbitro Rocchi per l’ammonizione appena subita. Dopo la sua espulsione il Cesena diventa un fantasma in campo.
    Parolo 5: dove è finito il centrocampista che mezza Serie A corteggiava durante la scorsa estate? Allora venne rifiutata un’importante offerta da parte del Cagliari (6 milioni di euro più la metà di Biondini), perché considerata non adeguata al reale valore del calciatore. Difficilmente ora un’altra squadra si presenterà a giugno proponendo un’offerta migliore.

    adrian mutu | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Mutu 4: imbarazzante la sfrontatezza e la superficialità con cui il rumeno scende in campo al Manuzzi. Ad inizio stagione era stato acclamato come il salvatore della patria, ora invece gli viene preferito addirittura un ragazzino di 18 anni (Arrigoni ndr).
    Iaquinta 6: è l’unico a provarci durante tutti i 90′ minuti di gara, non trova però l’assistenza dei propri compagni. Arrivato in prestito dalla Juventus a fine gennaio, l’ex attaccante dell’Udinese si aspettava sicuramente qualcosa di diverso dal disastro in cui è andata incontro la squadra nelle ultime partite.

    CATANIA
    Carrizo 5,5: difronte non ha né Messi né Rooney, una serata tutto sommato tranquilla per il portiere sudamericano. Macchia però la sua partita con un intervento approssimativo sugli sviluppi di un corner, e per poco Rodriguez non ne approfitta.
    Bellusci 6,5: a sorpresa in campo al posto di Legrottaglie, il difensore classe ’89 risulta essere uno dei migliori in campo a fine partita. Montella ha tra le mani un gioiellino niente male, Prandelli dovrebbe farci più di un pensierino.
    Almiron 3: più che della sua prova in campo (nulla di trascendentale), siamo costretti a giudicarlo per la testata che rifila al suo ex compagno di squadra viola Comotto. Come si dice, a volte ritornano (Zidane docet).
    Barrientos 6: sufficienza per la voglia e determinazione con cui cerca la via della rete, trasformandosi in attaccante aggiunto nell’undici etneo. Non è un caso che gli attacchi del Catania abbiano come comune denominatore la fascia destra, dove l’argentino è il padrone assoluto. Montella avrà comunque già pronto un piano di allenamenti specifici per migliorarne la finalizzazione sotto porta.
    Bergessio 5,5: più in ombra rispetto ad altre giornate. Gioca quasi sempre di sponda per i propri compagni, e non trova quasi mai delle buone occasioni di tiro. Il riscatto dell’ex St.Etienne già nella prossima sfida casalinga contro la Fiorentina?

    Tabellino Cesena Catania 0-0
    Cesena (3-5-2):  Antonioli 6, Comotto 5, Rodriguez 5,5, Moras 5,5, Pudil 4, Colucci s.v. (26′ M.Rossi 5,5), Guana 5, Parolo 5, Santana 5,5 (18′ s.t. Martinho 5), Mutu 4 (1’s.t. Arrigoni 5,5), Iaquinta 6.
    A disposizione: Ravaglia, Rennella, Ceccarelli, Martinez. Allenatore: Beretta 4,5.

    Catania (4-3-3): Carrizo 5,5, Motta 6, Bellusci 6,5, Spolli 6, Marchese 6 (10′ s.t. Llama 6), Izco 5,5, Lodi 6, Almiron 3, Gomez 6,5 (20′ s.t. Catellani 6), Bergessio 5,5, Barrientos 6 (30′ s.t. Ricchiuti 5,5)
    A disposizione: Kosicky, Legrottaglie, Capuano, Seymour, Catellani. Allenatore: Montella 6.