Autore: Federico Pisanu

  • Milan, Sneijder stuzzica Galliani. Tradimento Inter?

    Milan, Sneijder stuzzica Galliani. Tradimento Inter?

    La notizia è di quelle clamorose, Milan Sneijder insieme a giugno. L’olandese vuole lasciare l’Inter, un dato ormai assodato da tempo. L’eroe del triplete, idolo della tifoseria nerazzurra, pare riluttante ad abbandonare Milano, con la bellissima moglie Yolanthe desiderosa di restare in Italia. L’idea di passare dall’altra parte del Naviglio è stuzzicante, un alto tradimento che difficilmente verrebbe digerito dal presidente Moratti. Galliani ha già rizzato le antenne e aspetta la prima mossa dell’olandese. L’operazione Sneijder però presenta più di un punto interrogativo, che spazia dall’inserimento nel modulo tattico di Allegri alla compatibilità caratteriale con l’uomo chiave del Milan, Zlatan Ibrahimovic.

     

    CIAO CIAO INTER – Ci eravamo tanto amati. Potrebbe iniziare così il messaggio di addio del trequartista al club interista, considerata l’usanza piuttosto originale che vige all’interno dell’Inter, con i cellulari dei calciatori ultimamente forieri di tristi novelle al presidente Moratti (Thiago Motta docet). La clessidra di Sneijder sta scandendo gli ultimi granelli di sabbia della sua esperienza alla Pinetina. Sono trascorsi due anni da quella magica notte al Bernabeu, 24 mesi che agli occhi dell’orange, e non solo, sembrano un’eternità. E’ cambiato tutto da allora. Il maestro Mourinho è rimasto in Spagna, il fuoriclasse Eto’o è migrato in Russia, e l’egemonia in Italia è ormai un vecchio ricordo.

    MILAN, CI SONO – Il Milan e Sneijder, un’accoppiata difficilmente immaginabile anche per gli stessi tifosi rossoneri. Eppure il calcio da sempre insegna di non dare nulla per scontato, e a Milanello questo lo sanno bene (basta citare Istanbul come esempio edificante). Le gole profonde parlano di un Galliani concretamente attivo per mettere in piedi le fondamenta di un trasferimento che avrebbe del clamoroso. Gli sposi Sneijder-Cabau hanno più volte manifestato il proprio amore verso il Bel Paese, le sirene inglesi non squillano più come in passato (United e City in testa), e se uno più uno fa due la soluzione rossonera non è poi così fantascientifica.

    wesley sneijder | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    SNEIJDER, REMEMBER ME?Milan e Sneijder, alt. Non tutto è oro ciò che luccica, e sul passaggio dell’olandese agli odiati cugini ci sarebbero alcune considerazioni da non trascurare. Problema numero uno, Allegri. Il mister toscano predilige un uomo di forza e di inserimento come Boateng piuttosto che un trequartista classico come il nerazzurro, quindi un eventuale arrivo di Sneijder andrebbe a snaturare l’idea tattica dell’allenatore rossonero. Problema numero due, Ibrahimovic. I due ai tempi dell’Ajax non si amavano particolarmente, sebbene sia stato Van der Vaart ad avere la peggio. E’ vero che sono passati tanti anni, però il carattere dello svedese non ha dato segnali di incoraggiamento in tal senso.

    ENNESIMO TRADIMENTO? – A Moratti ormai non lo sorprende più nulla. Dopo l’addio di Mourinho la sera stessa della finale di Champions al Bernabeu, il presidente dell’Inter ha ricevuto più schiaffi che carezze (sul piano simbolico, certo). L’ingeneroso (o realista, dipende dai punti di vista) Benitez post-Mazembe, il Leonardo ballerino, l’Eto’o sognatore e il Thiago Motta parigino. Tutto questo in due anni. Un’altra storia però è quando i calciatori nerazzurri decidono di cambiare aria sì, ma senza andare troppo lontano. Tra i grandi “traditori” citiamo Pirlo, Seedorf, Vieri, Ronaldo. L’ultimo in ordine di tempo  è il ghanese Sulley Muntari. A giugno la lista verrà aggiornata?

  • Parma – Milan, Abate e Robinho ko. Seedorf torna in gruppo

    Parma – Milan, Abate e Robinho ko. Seedorf torna in gruppo

    Fra due giorni al Tardini andrà in scena Parma Milan, anticipo pomeridiano della 28^ giornata di Serie A. Un match chiave, forse uno dei più importanti, perché i rossoneri hanno l’occasione di incrementare ulteriormente il vantaggio nei confronti della Juventus, impegnata in quel di Firenze.

    Sul fronte milanista i sorrisi che giungevano dall’infermeria si sono leggermente incupiti dopo gli infortuni di Abate e Robinho in queste ultime ore.

    Dall’altra parte gli emiliani arrivano alla sfida di sabato con la consapevolezza di non poter più sbagliare. La situazione in classifica non è più tranquilla e i gialloblu hanno un disperato bisogno di punti per evitare la rimonta del Lecce.

    ABATE STIRATO – Le notizie che giungono da Milanello parlano di un probabile stiramento per Ignazio Abate. Se fosse confermata l’entità dell’infortunio, Allegri perderebbe il terzino per due-tre settimane. Oltre all’ex granata si ferma anche Robinho, che ha accusato un problema alla caviglia destra durante l’allenamento di ieri. Per il brasiliano sono previsti ulteriori accertamenti nella giornata di oggi, se non dovesse recuperare è pronto El Shaarawy, dato come favorito per un posto da titolare al fianco di Zlatan Ibrahimovic.

    clarence seedorf | © Valerio Pennicino/Getty Images

    SEEDORF E MERKEL IN GRUPPO – L’olandese si è allenato regolarmente con il resto del gruppo, sebbene sia improbabile il suo impiego per Parma Milan, più probabile invece che Allegri decida di convocarlo per il match di Coppa Italia, in programma fra cinque giorni, che vedrà i rossoneri sfidare la Juventus nel ritorno della semifinale (a San Siro terminò con il successo della squadra di Conte per 1-2 in virtù della doppietta di Caceres). Contro la Juve rientrerà inoltre Prince Boateng, anche oggi allenatosi 45′ minuti con i propri compagni di squadra. Buone notizie poi dal giovane Merkel, tornato ad allenarsi in gruppo. Il prodotto del vivaio milanista sarà a disposizione del mister fra meno di due settimane.

    SCATTO DECISIVO? – La trasferta di Parma per il Milan è un appuntamento da non fallire. Innanzitutto perché i rossoneri hanno l’occasione di portarsi momentaneamente a +7 dai bianconeri (massimo vantaggio in questa stagione ndr), mettendo così ancora più pressione ad una Juventus affetta da “pareggite” cronica. Gli uomini di Conte saranno così costretti ad ottenere i tre punti contro la Fiorentina all’Artemio Franchi, impresa non facile di questi tempi. Nel caso arrivasse l’ennesimo pareggio bianconero, in contemporanea con il successo di Ibra e compagni, verrebbero allertati i sarti di Milanello per iniziare a cucire il secondo scudetto consecutivo sulle maglie della prossima stagione.

    L’EX DONADONI – Dopodomani Donadoni rincontrerà nuovamente il suo vecchio club da avversario. L’ex ala rossonera sogna di ripetere lo sgambetto ai campioni d’Italia come in quel lontano 23 gennaio 2005, quando riuscì a battere la squadra di Ancelotti con il suo Livorno per 1-0 al Picchi (rete di Colombo). L’ultima vittoria del Parma contro il Milan è della stagione 2009-2010 (1-0 firmato Bojinov). Allegri invece, da quando è sulla panchina del Diavolo, ha conquistato sempre i 3 punti contro i ducali, con 9 gol all’attivo e soltanto uno subito (8 gol negli ultimi due incontri conclusi in autentiche goleade).

  • Rissa Vidal Bonucci in discoteca, la Juventus smentisce

    Rissa Vidal Bonucci in discoteca, la Juventus smentisce

    E’ proprio un periodo nero per la Juventus. Se non bastasse la “pareggite”, arriva anche la rissa, Vidal Bonucci i protagonisti. Luogo del misfatto una discoteca di Torino.

    Come racconta Tuttosport, i due calciatori bianconeri domenica notte si trovavano in un locale della città per lasciarsi alle spalle l’ennesimo pareggio di questa stagione (0-0 in quel di Genova).

    La miccia che avrebbe fatto precipitare la situazione sarebbe stato un lancio di cubetti di ghiaccio da parte di Vidal e Bonucci verso un gruppo di persone che si trovava nelle vicinanze.

     

    Una ragazzata che poteva avere conseguenze ben più gravi, in quanto la sfortuna ha voluto che tra quelle stesse persone ci fosse un uomo di nazionalità straniera non particolarmente propenso a scherzare con i giocatori della Juve. Ora non sappiamo cosa sarebbe successo se non fossero subito intervenuti i buttafuori, immaginiamo però come non siano stati momenti simpatici per Arturo Vidal e Bonucci, nonostante il cileno sia arrivato in Italia con l’emblematico soprannome di Guerriero, che la dice lunga sulla tempra del centrocampista ex Leverkusen.

    arturo vidal | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Nessuna ragazza quindi al centro della rissa, una semplice goliardata come di frequente accade fra i giovani all’interno di un locale. Ovviamente la vicenda ha un risalto mediatico ben diverso poiché sono coinvolti due calciatori (fra l’altro spesso e volentieri titolari) della Vecchia Signora, la quale nelle ultime settimane di certo non è stata oscurata dai media nazionali. Alla fine della fiera Vidal risulta essere recidivo, essendo stato protagonista di un episodio simile durante il ritiro della sua Nazionale non molto tempo fa.

    Nel frattempo è arrivata la smentita ufficiale attraverso una nota del club che dichiara la totale estraneità alla vicenda di Vidal e Bonucci, i quali non sarebbero mai stati coinvolti nella rissa descritta da Tuttosport nell’edizione di questa mattina.

  • Milan, Ronaldo tradisce Berlusconi “la Serie A non mi piace”

    Milan, Ronaldo tradisce Berlusconi “la Serie A non mi piace”

    I have a dream, Milan. Ronaldo no. Brusco risveglio per Berlusconi che incassa il “benservito” dall’asso del Real Madrid, dopo i preliminari dei giorni scorsi. Il sogno presidenziale si frantuma nella sala stampa del Bernabeu, alla vigilia della sfida di Champions League che vede gli spagnoli affrontare il Cska (1-1 in Russia nel match d’andata). Prima una battuta, poi la faccenda si fa seria e la stoccata al campionato italiano è degna di un Montano d’altri tempi. Evidentemente il libro del destino non ha riservato pagine rossonere per il Blancos, anche se il calcio in più di un’occasione ha mostrato la propria imprevedibilità.

    FINE CORSA – Neanche il tempo di allungare il sogno per qualche ora ed ecco che la sveglia del mattino ridesta i tifosi del Milan. Non sempre i sogni si avverano, specie se di mezzo c’è il denaro. Il treno dei desideri allestito Milanello non partirà mai. Il sex appeal del Diavolo si sta ancora leccando le ferite, quello di Ronaldo è un due di picche che non passa inosservato. L’unica consolazione per il club rossonero è la motivazione con cui CR7 glissa l’interesse di Berlusconi, la Serie A. Banale? Forse sì, ma preoccupa il fatto che uno dei più grandi calciatori in circolazione ritenga il nostro Paese di un livello inferiore.

    cristiano ronaldo | © JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images

    DECLINO? – Per un ventennio siamo stati il centro del pianeta, calcisticamente parlando. La Serie A non temeva confronti, tutti i più grandi campioni volevano giocare nel “campionato più bello del mondo”. Ci si sveglia cinque, sei anni dopo con una realtà totalmente differente. Cosa è successo? Che un Eto’o sceglie di andare all’Anzhi, Kakà sceglie la Spagna, Shevchenko l’Inghilterra. Chi per un progetto affascinante, chi per il blasone, chi per la lingua. A questo aggiungiamoci anche stadi ultra-moderni, con musei ecc (sebbene fatichiamo a credere che nel Daghestan ci sia un impianto più bello di San Siro ad esempio). Risultato? Eto’o gira con una Ferrari in mezzo alla steppa russa, Kakà ha vinto una Coppa del Re in 3 anni al Real, e Shevchenko è tornato là dove aveva iniziato (a Kiev, passando prima per Milano). Che cosa spinge i grandi calciatori a stare alla larga dal nostro campionato? Gli stadi forse sono soltanto un pretesto, il prestigio dei club idem. In fondo è semplice la risposta, il denaro.

    CHIEDERE TROPPO – Avere Ronaldo al Milan era forse chiedere troppo, anche al plurimilionario Berlusconi, il quale non ha nulla da invidiare agli sceicchi arabi o magnati russi. Le dichiarazioni post-Arsenal avevano fatto sognare più di un tifoso rossonero. Non si può parlare però di delusione, perché in fondo quel minimo di razionalità presente anche nel fan più entusiasta reindirizzava i piedi al suolo terrestre, evitando così qualsiasi atterraggio lunare, sebbene siano stati in tanti questi giorni a voler emulare Armstrong. Fra poco meno di 4 mesi Milanello aprirà i cancelli per accogliere nuovi calciatori come ogni estate. Ronaldo non arriverà, però l’acquisto di un Tevez o Van Persie non verrebbe considerato come un delitto. E Berlusconi? Forse questa notte chiuderà gli occhi e proseguirà il sogno da dove si era concluso l’ultima volta, perché sognare non costa nulla.

  • Champions League, Bayern – Basilea 7-0. Poker Gomez

    Champions League, Bayern – Basilea 7-0. Poker Gomez

    Tra il tennis e il rugby. Bayern Basilea è stato tutto fuorché una partita di calcio. Troppo netto il divario fra le due squadre, e il 7-0 finale testimonia l’incontro a senso unico dell’Allianz Arena. I bavaresi, trascinati dal poker di Gomez, approdano in scioltezza ai quarti di finale. Fra due giorni (venerdì 16 marzo ndr) ci sarà il sorteggio che decreterà il destino delle migliori otto d’Europa. Gli uomini allenati da Heynckes “giocano” in casa, visto che la finale di Champions League in programma il 19 maggio si disputerà a Monaco di Baviera. Cocente delusione per i ragazzi di Vogel, letteralmente annichiliti dallo strapotere tedesco, a cui nulla è servito lo storico successo di due settimane fa in Svizzera.

    IL CANTO DEL CIGNO – Arrigo Sacchi era stato buon profeta quando la settimana scorsa puntò l’attenzione sul Bayern Monaco come possibile outsider per la vittoria finale. Dopo un avvio sprint in Bundesliga, la squadra era improvvisamente crollata, consegnando al Dortmund le chiavi per fuggire via. Tra le cause principali della crisi bavarese gli infortuni eccellenti che hanno colpito la squadra da fine novembre in avanti. Con gli effettivi tornati alla base, l’orchestra tedesca ha ripreso a suonare. Ieri lo spartito era programmato per “Il canto del cigno”, in omaggio agli ospiti giunti dalla vicina Svizzera. Lo spettacolo ha devastato gli elvetici, in balia dei padroni di casa dall’inizio alla fine.

    bayern monaco | © CHRISTOF STACHE/AFP/Getty Images

    SUPERMARIO – Su Wikipedia tale appellativo può risultare come voce ambigua, in quanto se ne possono fregiare ben tre personaggi, più o meno reali. Lasciando da parte videogiochi e la decadente Inghilterra, i bavaresi non avranno dubbi su chi cercare. E’ tedesco, ha 26 anni, ha una media di un gol ogni 90′ minuti in campionato, e in Champions è arrivato a quota 10 reti nelle 7 partite fin qui disputate. Numeri da monster, la sua valutazione è ormai sopra i 40 milioni di euro. Di chi stiamo parlando? SuperMario Gomez. Di Messi ce n’è uno, e siamo d’accordo, ma il panzer tedesco c’è andato davvero vicino grazie ai suoi 4 gol messi a segno contro il Basilea.

    RICCO CONTORNO – Gomez forse non avrebbe mai segnato così tanti gol se non fosse supportato da una squadra che fa della coralità la propria arma migliore. Robben (doppietta per lui ieri sera) e Ribery (3 assist) sono il valore aggiunto del Bayern, che non potrà fare a meno dei suoi assi se vorrà arrivare fino in fondo alla competizione. Il francese sembra finalmente tornato ai livelli del 2006, quando tutto il mondo ammirava il calciatore in forza al Marsiglia. I tifosi bavaresi già sognano una nuova finale, dopo la sfortunata esperienza di due anni fa al Bernabeu contro l’Inter di Mourinho.

    LE PAGELLE DI BAYERN BASILEA 7-0

    Gomez 9: 4 gol, a  un passo dal Messi divino di appena una settimana fa (5 reti al Leverkusen). Tanta roba per il panzer tedesco, che devo però dire grazie a Ribery e al resto della squadra, piuttosto che alle sue doti tecniche.
    Ribery 8,5: tre assist nel giro di 17′ minuti che vengono trasformati in oro da Supermario. Se il Basilea avesse giocato con 4-5 uomini in più sulla sua fascia siamo sicuri che il francese avrebbe scartato anche quelli.
    Robben 8: sblocca la partita segnando il primo gol dell’incontro e servendo a Muller la rete del 2-0. Mette la parola fine alla partita quando all’81’ firma la sua doppietta personale che sancisce il 7-0 finale.
    Neuer s.v. spettatore non pagante. Oltre a non pagare il biglietto, ha anche la fortuna di assistere da vicino allo spettacolo andato in scena all’Allianz Arena. Ad averlo saputo prima si sarebbe organizzato meglio portandosi anche la fotocamera per infoltire la schiera di fotografi presente a bordo campo.

    Sommer 6: il portiere del Basilea cerca di fare il possibile nei primi 42′ minuti di gara, tenendo in gara i propri compagni grazie a delle parate superlative. Affonda insieme a tutta la squadra qualche secondo più tardi.
    Streller-Frei 3: insieme fanno una sufficienza stiracchiata. Dopo il successo di due settimane fa in Svizzera forse si aspettavano un ritorno del tutto diverso. Previsione del tutto errata.
    Xhaka 4: era stato l’eroe dell’andata, ieri invece è tornato ad essere soltanto un numero nella sterminata selva dei calciatori d’Europa.
    HIGHLIGHTS BAYERN BASILEA 7-0
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  • Spionaggio De Santis, Inter “seguito solo da Facchetti”

    Spionaggio De Santis, Inter “seguito solo da Facchetti”

    Non solo Champions. De Santis Inter, una partita che si giocherà in tribunale quest’oggi a Milano nell’ambito della spy-story che vede protagonisti l’ex arbitro di Serie A e il presidente Moratti. Lo scorso autunno il fischietto di Tivoli aveva chiesto un maxi risarcimento pari a 21 milioni di euro al club nerazzurro. Oggetto della disputa il pedinamento attuato dalla società di corso Vittorio Emanuele ai suoi danni durante l’anno 2003.

    Un’inchiesta che avrebbe potuto avere dei risvolti interessanti anche nello scandalo Calciopoli, come riporta oggi Tuttosport. Come andrà a finire? Entro breve il tribunale civile di Milano si esprimerà in merito alla vicenda, con l’ex nerazzurro Bobo Vieri diretto interessato.

    PEDINAMENTO – Un ruolo fondamentale in tutta la vicenda viene rivestito dalla Telecom, la principale azienda italiana di telecomunicazioni, il cui presidente è quel Tronchetti Provera che attualmente rappresenta una delle figure più rivelanti all’interno del consiglio di amministrazione dell’Inter. L’Intelligence Telecom, guidata da Tavaroli, aveva spiato De Santis perché sospettato da Moratti e il compianto Facchetti (allora vicepresidente nerazzurro) di danneggiare l’Inter  . Emblematico il nome dato al dossieraggio, “Operazione ladroni”. Il pedinamento è stato ammesso da Tavaroli, Plateo, Cipriani e lo stesso Tronchetti Provera, dichiarando inoltre che anche la Juventus era stata fatta oggetto di controlli.

    massimo moratti | © Valerio Pennicino/Getty Images

     

    MAXI-RISARCIMENTO – Oggi la decisione del tribunale di Milano sulla richiesta del maxi-risarcimento da parte di De Santis nei confronti della società nerazzurra, nella figura del presidente Massimo Moratti. In ballo ci sono 21 milioni di euro, una cifra pazzesca, considerando che anche Bobo Vieri per il medesimo motivo ha presentato una domanda in termini economici paragonabile a quella del fischietto italiano. Qualora venisse accolta la richiesta di De Santis, l’Inter si vedrebbe costretta a versare oltre 40 milioni di euro nel giro di pochi mesi. Sempre nella giornata di oggi verrà discusso un ultimo tentativo di riconciliazione fra le parti.

    GIUSTIZIA SPORTIVA – In ogni caso la vicenda poteva comportare problemi ben maggiori al clan nerazzurro. Infatti secondo gli avvocati di De Santis, Paolo Gallinelli e Federico Lucarelli, l’intero fascicolo Telecom avrebbe portato informazioni fondamentali circa il materiale per Calciopoli, che a distanza di 3 anni avrebbe sconvolto le gerarchie del calcio italiano, sebbene gli stessi legali dell’arbitro abbiano affermato di non avere prove al riguardo. L’Inter uscì salva dalla giustizia sportiva, poiché fu Facchetti ad essere indicato come la persona che per conto dei nerazzurri chiese a Tavaroli di spiare De Santis. Quando il pedinamento venne a galla, il numero due della società milanese era già scomparso, e il procuratore federale Palazzi in coppia con Borrelli decise di archiviare il fatto per prescrizione e improcedibilità. Per lo stesso motivo l’Inter utilizzerà lo “Scudo” Facchetti (espressione coniata da Tuttosport) per chiedere l’annullamento della richiesta avanzata dall’arbitro.

    JUVENTUS – Quello che sta per consumarsi quindi è soltanto l’ultimo capitolo dell’eterna lotta tra Inter e Juventus, in relazione allo scandalo Calciopoli. I bianconeri, rinvigoriti anche dall’azione energica del nuovo presidente Agnelli, sono pronti a registrare un successo importante, mentre la società nerazzurra potrebbe incassare un brutto colpo all’immagine di onestà e legalità mostrata per tutti questi anni sia all’interno delle aule di tribunale che fuori.

  • Milan, Muriel affascina. Galliani ci prova

    Milan, Muriel affascina. Galliani ci prova

    Muriel è il giovane del momento. Lo vogliono tutti, in particolare il Milan. Non sarà facile però strapparlo all’Udinese, che ne detiene il cartellino. A Lecce, dove si trova attualmente in prestito, l’attaccante colombiano sta dimostrando di avere numeri da campione.

    Forse il paragone con Ronaldo è azzardato, in ogni caso fanno impressione i movimenti che ricordano l’indimenticato Fenomeno.

    Lui sogna di giocare accanto a Messi, al momento però l’interesse più concreto pare sia quello dei rossoneri. A Milanello sognano un tridente d’attacco composto da El Shaarawy, Pato e Muriel.

     

    GLI INIZI – Luis Muriel cresce calcisticamente nelle giovanili dell’Atletico Junior, società che milita nella massima serie colombiana, dove rimane fino al 2008, quando viene acquistato dal Deportivo Cali. Dopo un primo anno trascorso tra gli Under-19, fa il suo debutto in prima squadra segnando nove gol in 11 presenze. Viene scoperto dalla famiglia Pozzo che lo ingaggia per 1,8 milioni di dollari, decidendo poi di girarlo in prestito agli spagnoli del Granada. Nella Liga attraversa una stagione difficile, totalizzando soltanto 9 presenze per 182 minuti complessivi, segnando soltanto una rete.

    A LECCE – Da qui la decisione dell’Udinese di riportarlo in Italia, dove viene dato in prestito al Lecce. Dopo un avvio stentato, si sblocca il 3 dicembre contro il Napoli al San Paolo.  Due settimane dopo segna all’Inter, l’ex squadra del Fenomeno. Nelle ultime 4 gare di campionato realizza altri tre gol, portando il suo bottino personale a quota 5 in Serie A. Oltre alle cinque marcature, il colombiano ha fornito sei assist ai propri compagni di squadra. Fin qui ha disputato 19 partite, partendo dalla panchina solamente in tre occasioni, e ha una media di un gol ogni 272 minuti.

    luis muriel | © EITAN ABRAMOVICH/AFP/Getty Images

    NAZIONALE U20 – Muriel ha offerto le prestazioni più brillanti con la maglia della selezione colombiana U20. Durante il campionato del mondo di categoria disputato nella passata stagione, l’attaccante classe ’91 ha firmato quattro gol in sei gare, realizzando una doppietta nel primo match contro la nazionale francese. Con le debite distanze, quando indossa la maglia numero nove del suo Paese si fa fatica a non ricordare il Fenomeno brasiliano. La progressione, le movenze, il fisico, persino il doppio passo sono incredibilmente simili a quelli del primo Ronaldo.

    LUNGIMIRANZA POZZO – Ancora una volta l’Udinese può gongolare per aver scovato lo sconosciuto Muriel quando muoveva i suoi primi passi in Colombia, portandolo in Italia con un esborso economico esiguo. Alle voci di un interessamento del Milan Muriel, il patron Pozzo aveva risposto che il prezzo del sudamericano è già superiore ai 20 milioni di euro. Una discreta plusvalenza per la società friulana, l’ennesima dopo le cessioni di Sanchez e Inler la scorsa estate. Volendo citare l’ad rossonero Galliani, l’Udinese nel corso degli anni è diventata una gioielleria dalle rarità eccezionali. L’unico problema per il Milan, fortemente interessato al diamante bianconero, è il prezzo richiesto dal padrone della gioielleria.

    ATTACCO DI PROSPETTIVA – Qualora il corteggiamento dei rossoneri andasse in porto, a Milanello si andrebbe a costituire un trio d’attacco dalle enormi potenzialità. Recuperando Pato dalla sua interminabile serie di infortuni e confidando nella crescita di El Shaarawy, Muriel completerebbe quello che in prospettiva potrebbe risultare l’attacco più forte non solo Italia, ma anche competere con quello di Real e Barcellona. In estate il Milan tenterà il corteggiamento alla famiglia Pozzo, consapevole che la trattativa non sarà agevole, sopratutto se i blaugrana di Guardiola si facessero avanti proponendo un’offerta irrinunciabile così come l’estate scorsa con Sanchez.

    MURIEL, VIDEO GOL IN ITALIA E IN NAZIONALE
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    MURIEL E LA SPLENDIDA RETE ALL’INTER
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  • Milan, Berlusconi sogna Ronaldo. Ibrahimovic al Real Madrid?

    Milan, Berlusconi sogna Ronaldo. Ibrahimovic al Real Madrid?

    Cristiano Ronaldo al Milan con Pato, il sogno di Berlusconi. Anche ieri, al termine del successo casalingo contro il Lecce, non è mancato il riferimento all’asso portoghese del Real Madrid, per il quale evidentemente c’è qualcosa di più che una semplice stima professionale. Qualcuno diceva che i sogni son desideri, volendo scomodare la massima autorità della psicanalisi. Altri hanno reso tale affermazione meno romantica e più esplicita, volere è potere. Bene, fin qui tutto semplice. Berlusconi vuole Ronaldo, CR7 sarà a Milanello la prossima stagione. Alt, ma questo è fantacalcio. Certo che Ibra però..

    SENZA PUDORE – In tempi non sospetti il patron rossonero aveva rivelato al grande pubblico ciò che lo ossessiona nelle notti di Arcore. E come una sorpresa dentro l’uovo di Pasqua ecco il nome del più insospettabile, Cristiano Ronaldo. Ultimamente il Blancos aleggia tra le stanze del centro sportivo rossonero, almeno quelle che non hanno subito i lavori di ristrutturazione dall’Allegri muratore. Il primo d’aprile è relativamente lontano, ma quello che più colpisce in tutta la vicenda è il fatto che a esporsi sia il presidente in prima persona. Semplice esca per la prossima campagna d’abbonamenti oppure un interesse concreto?

    cristiano ronaldo | © CRISTINA QUICLER/AFP/Getty Images

    IL DIO DENARO – Se tre indizi fanno una prova, Ronaldo non vestirà la maglia rossonera, almeno non in un prossimo futuro. Il cartellino del giocatore fuori portata anche per un club come il City, uno stipendio stellare da 9,5 milioni di euro all’anno (19 milioni lordi), e la militanza nel club più prestigioso al mondo, il massimo per ogni calciatore. I primi due ostacoli hanno come comune denominatore il dio denaro, mentre per il terzo il Milan può ancora dire la sua, anche perché rimane il club che nella storia ha vinto il maggior numero di trofei a livello europeo. Sebbene appare altamente improbabile che Ronaldo non vinca nulla nemmeno quest’anno (la Liga è ormai tra le mani del Real), lo stesso Perez dovrebbe essere convinto a suon di milioni per lasciar andare via il suo campione più rappresentativa, e il Milan al momento non sembra garantire quelle condizioni economiche che possano far vacillare il numero uno dei Blancos.

    SCAMBIO POSSIBILE? – Dalla loro i rossoneri hanno un importante asso nella manica capace di sbaragliare le carte in tavolo, quel Zlatan Ibrahimovic che a Madrid ritroverebbe il suo grande estimatore, Jose Mourinho. L’attaccante del Milan negli ultimi tempi sta lanciando dei messaggi più o meno espliciti alla dirigenza di Via Turati, tenendo un comportamento già noto ai suoi ex tifosi dell’Inter. Nonostante le smentite di rito, le dichiarazioni bomba dello svedese dirette ad Allegri dopo il match di Londra non sono passate inosservate, e ricordano da vicino i battibecchi avuti con Mancini all’epoca della sua avventura nerazzurra. Oltre al “mal di pancia” del girone d’andata, è da registrare anche la richiesta di aumento contrattuale avanzata dall’agente Raiola all’ad Galliani, classica strategia che lascia intravedere nubi sparse all’orizzonte del cielo rossonero. Allo stato attuale uno scambio Ronaldo-Ibrahimovic pare più vicino alla fantascienza rispetto alla realtà, ma nel calcio si sa, nulla può essere dato per scontato.

  • Calcioscommesse, Ilievski parla di Sculli, Signori e Serie A truccata

    Calcioscommesse, Ilievski parla di Sculli, Signori e Serie A truccata

    Altra puntata del calcioscommesse, stavolta particolarmente inquietante. Nei giorni scorsi Repubblica ha raggiunto in Macedonia Ilievski, che insieme a Gegic fa parte del cosiddetto gruppo degli zingari. Sconcertanti le dichiarazioni del latitante numero uno dello scandalo scommesse, che fra gli altri tira in ballo il calciatore del Genoa Sculli e Beppe Signori. Ilievski stravolge ciò che si era pensato fino ad oggi, addossando ogni colpa agli stessi calciatori di Serie A e B. Le procure di Cremona e Bari avranno senz’altro letto quanto sostenuto dallo “Zingaro” e le indagini potrebbero avere una svolta clamorosa nei prossimi giorni.

    NOI? NO, I CALCIATORI – Ilievski è come una trota che risale il fiume controcorrente. A chi gli dice che con la sua organizzazione combinava le partite in Italia, risponde che in realtà sono gli stessi calciatori fra di loro a truccarle, per poi vendere le informazioni a chi come lui cerca delle “dritte” sicure per investire grosse somme di denaro. Durante l’intervista chiarisce come ci siano 30 calciatori realmente affidabili, di cui il 90% gioca in Serie B, ed il restante 10% nella massima serie. Oltre alle percentuali tira in ballo anche i nomi di alcuni di questi ed elenca nel dettaglio le squadre.

    SCULLI – E’ Giuseppe Sculli il primo nome tirato in ballo da Ilievski, durante l’intervista rilasciata a Repubblica presso la cittadina di Skopje. In relazione alla partita Lazio-Genoa (conclusasi con il risultato di 4-2), lo Zingaro spiega come a truccare la partita sia stato lo stesso ex giocatore biancoceleste “insieme ad altri suoi amici di Genova”. Secondo quanto affermato da Ilievski, non sarebbe quindi coinvolto il vice-capitano della Lazio Mauri, come sospettato dagli stessi inquirenti.

    RISPOSTA LAZIO – Ferma la condanna della società laziale in merito alle affermazioni dello Zingaro, con il direttore sportivo Tare che si dice assolutamente sereno e tranquillo, riponendo grande fiducia nelle decisioni che da qui a poco verranno prese dalle procure di Cremona e Bari.

    SIGNORI – E’ poi il turno di Beppe Signori, al quale viene affibbiato l’appellativo di boss del calcioscommesse in Italia. Dichiarazioni che vanno prese con le pinze, trattandosi di semplici confidenze rilasciate ad un giornalista e non di atti processuali. Lo stesso legale dell’ex attaccante biancoceleste ha tenuto a precisare che il proprio assistito non ha mai incontrato né parlato con Ilievski, rimanendo a completa disposizione della magistratura affinché venga dimostrata la sua totale estraneità ai fatti. L’avvocato di Signori ha poi minacciato di querelare qualsiasi testata che avesse accostato il nome della bandiera del Bologna allo scandalo scommesse.

    massimo cellino | © Enrico Locci/Getty Images

    SEI SQUADRE “AFFIDABILI” – Infine Ilievski ha dichiarato di aver scommesso sulle partite di alcune squadre in particolare, grazie alle quali (citando testualmente) avrebbe fatto “un mucchio si soldi”. Queste squadre sono Sampdoria, Cagliari, Siena, Chievo, Lecce, Bari. Anche in questo caso dichiarazioni da prendere con le molle, e smentite che non si sono fatte attendere. In particolare si registra l’amarezza con cui il presidente sardo Cellino ha appreso l’intervista di Repubblica, ricordando come anche in passato Ilievski avesse fatto il nome della società rossoblu, con le indagini della procura che già allora avevano dato un esito completamente negativo.

    Spetterà ora agli inquirenti se credere o meno alle parole che giungano da Skopje. In caso venissero confermate, per la Serie A si tratterebbe forse del punto più basso mai raggiunto nella sua storia.

  • Milan – Lecce 2-0, le pagelle. Mastro Van Bommel, Bojinov pesante

    Milan – Lecce 2-0, le pagelle. Mastro Van Bommel, Bojinov pesante

    Il Milan batte il Lecce 2-0. Una partita di ordinaria amministrazione, prendendo spunto dalle parole di Arrigo Sacchi, confermate dallo stesso Allegri nell’intervista del dopo gara. Con un Ibrahimovic così diventa tutto più semplice in campionato. Per Nocerino è il nono gol in campionato. Oddo rimane abbagliato dai suoi vecchi compagni di squadra, impietrito difronte alla sapienza tattica di Van Bommel. Tra i giallorossi il migliore in campo è il portiere Benassi. Il colombiano Muriel dimostra di avere numeri importanti, mentre Bojinov è lontano parente di quel ragazzo arrivato in Salento non ancora ventenne.

    Milan Lecce 2-0, le pagelle.

     

    MILAN
    Abbiati 6,5: un pomeriggio tutto sommato tranquillo per l’eroe di Londra. Soltanto Muriel lo desta dal sonno intorno alla metà del primo tempo, mentre in avvio di ripresa è da applausi il tuffo con il quale neutralizza l’unico tiro in porta del Lecce, firmato Bojinov.
    Thiago Silva 6,5: ha visto avversari peggiori durante la sua carriera. Muriel viene preso in consegna da Bonera (6,5), al brasiliano tocca un impacciato Bojinov. Risultato? Un solo tiro in porta nell’arco dei 90′ minuti.
    Van Bommel 7: uno dei migliori calciatori che Milanello abbia visto negli ultimi 10 anni. Raiola l’ha portato in braccio da Monaco in un freddo gennaio dell’anno passato. In meno di 6 mesi è riuscito a scavalcare Pirlo nelle preferenze di Allegri. Anche ieri l’olandese perfetto direttore d’orchestra. Che c’abbia visto giusto il tecnico rossonero?
    Nocerino 7: nono gol in campionato per il centrocampista arrivato da Palermo l’estate scorsa praticamente gratis. A fine partita ha ammesso che se non giocasse con Ibra forse non farebbe tutti questi gol. Noi però crediamo che pochi centrocampisti in Italia abbiano i tempi di inserimento dell’ex rosanero.

    zlatan ibrahimovic | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Robinho 6: è tornato a divorarsi i gol davanti alla porta. Fin quando però fa assist (vedi il secondo gol) ed entra in quasi tutte le azioni decisive (primo gol), lo si può anche perdonare. Quest’oggi i demeriti di Binho vanno anche spartiti con i meriti di Benassi.
    Ibrahimovic 7,5: se riuscisse a mostrare questa strapotenza fisica e tecnica anche in Europa, il Milan potrebbe davvero rappresentare una delle sorprese in Champions League. Purtroppo però lo svedese riserva il formato maxi soltanto in Serie A, esclusivamente con le piccole. Ai rossoneri basta e avanza, anche perché un vecchio proverbio diceva pressapoco così: “lo scudetto si vince con le piccole”.

    LECCE
    Benassi 7: il portiere rosanero si arrende alla deviazione di Miglionico in occasione del gol di Nocerino e alla straordinaria conclusione di Ibra. Nel resto della gara invece compie diverse prodezze che gli consegnano a pieno diritto la palma di migliore fra i suoi compagni di squadra.
    Carrozzieri 5: impotente difronte ad un Ibrahimovic così straripante. Il voto dell’ex rosanero è quello di tutta la difesa leccese, inerme per buona parte dell’incontro.
    Oddo 4,5: tornava per la prima volta da avversario a San Siro. Non è stato sicuramente il ritorno che si aspettava. All’andata riuscì a firmare il classico gol dell’ex nella cocente sconfitta per 3-4 dopo essere stati in vantaggio sul 3-0. L’emozione gli gioca un brutto scherzo, e il vice di Cosmi (quest’ultimo squalificato ndr) lo sostituisce all’intervallo.
    Giacomazzi 4,5: spaesato, quasi timido. Quando ha visto Van Bommel forse avrà sperato un giorno di diventare come lui. Ormai il tempo stringe, 34 primavere sono già passate.
    Muriel 6: magari il paragone con il Fenomeno brasiliano è un po’ azzardato, ma le movenze sono quelle del Ronaldo d’annata. E’ il protagonista dell’azione più pericolosa del Lecce in tutta la partita. Da ieri forse già sogna un futuro in una grande squadra, gli estimatori di certo non mancano al talentuoso colombiano.
    Bojinov 5: ha 26 anni, atleticamente però ne dimostra almeno 5 in più. Appesantito, macchinoso, il bulgaro è quasi irriconoscibile da quel calciatore ventenne capace di vestire maglie prestigiose come quelle della Juventus e del City.

    Milan Lecce 2-0, tabellino
    Milan (4-3-1-2): Abbiati 6,5, Abate 6, Thiago Silva 6,5, Bonera 6,5, Antonini 6, Nocerino 7, Muntari 5,5 (17′ s.t. Aquilani 6), Van Bommel 7, Emanuelson 6, Ibrahimovic 7,5, Robinho 6 (33′ s.t. El Shaarawy s.v.).
    A disposizione: Amelia, Yepes, Zambrotta , Ambrosini, Inzaghi. Allenatore: Allegri 6,5

    Lecce (5-3-2): Benassi 7, Oddo 4,5 (1′ s.t. Obodo 6), Esposito 5, Miglionico 5, Carrozzieri 5 (30′ s.t. Giandonato s.v.), Brivio 5, Blasi 5, Giacomazzi 4,5, Bertolacci 5,5 (35′ s.t. Di Matteo s.v.), Muriel 6, Bojinov 5.
    A disposizione: Petrachi, Seferovic, Piatti, Corvia. Cosmi: 5,5

    HIGHLIGHTS MILAN LECCE 2-0
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